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STORIE E RACCONTI EROTICI

VIETATI AI  MINORI DI 18 ANNI

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STORIE IGNOBILI

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VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI.

NOTE:

You probably don't know it but you are one of the best riders in the world of the fun mechanical bull. Become one of those people who love riding mechanical bulls. Give yourself a gift, you could win 300 dollars.

 

(Probabilmente non lo sapete ma siete una delle migliori cavallerizze al mondo del divertente gioco del toro meccanico. Diventate anche voi una di quelle persone che amano cavalcare i tori meccanici. Fatevi un regalo, potreste vincere 300 dollari.)

 

Pubblicità dell’11 luglio 2023 del COWBOY COUNTRY SALOON, Orlando USA.

 

 

MECHANICAL BULL SHOW

(SPETTACOLO DEL TORO MECCANICO)

 

 

Salve, spero che immoralex pubblichi questa mia storia, voglio raccontarvi questo avvenimento accadutami l’anno scorso e che ha sconvolto la mia vita e quella di mia figlia, uno stupido gioco, una casualità ci hanno trasformato entrambi sessualmente. Ma leggete, poi chi vorrà mi potrà dare il suo giudizio.

Siamo una tipica famiglia italiana della medio-piccola borghesia. Io Fabio ho 42 anni e sono un uomo normale, un professionista in ingegneria. Mia moglie Laura 40 anni, architetto, svolge il suo incarico presso l’ufficio tecnico del nostro Comune. E poi c’è nostra figlia Nora, 18 anni appena compiuti, una ragazza bella e graziosa, molto sveglia e studiosa, ma soprattutto vivace e viviamo in una tranquilla cittadina del nord Italia.

Per farvi capire meglio il seguito, vi do una breve spiegazione di noi.

Io sono a detta di molte donne un bell’uomo, e sono sempre stato fedele a mia moglie in questi vent’anni di matrimonio, come lei di me. Sono un uomo serio, rispettoso e rispettato.

Laura mia moglie è la tipica donna italiana, capelli tinti di biondo, seno prosperoso, fianchi formati, con la sua pancetta da mamma e da signora e un bel sedere leggermente prominente. Una bellezza un po' giunonica ma erotica.

Naturalmente niente a che vedere o paragonabile a nostra figlia Nora.

Nora ha un viso molto carino e sorridente, capelli lisci e biondi naturali che le arrivano sulle spalle e ha un corpo da ninfa, con un seno fiorente e formato... 

So per averlo notato personalmente quando l’andavo a prendere o l’accompagnavo all’istituto scolastico che piace ai ragazzi ed erano molti in quel frangente che le sorridevano e la osservano, con nostro orgoglio, mio e di mia moglie. Come tutte le ragazze Nora aveva un look giovanile e sbarazzino tutto suo, ma sapeva vestirsi anche in modo composto, glielo aveva insegnato mia moglie. Sapeva attirare l'attenzione maschile anche quando era vestita in modo tradizionale, ma come tutte le ragazze diciottenni si vestiva anche con abiti sexy e rivelatori delle sue forme e bellezze nascoste. A volte indossa la minigonna a mezza coscia, top e indumenti ridotti alla moda, anche se normalmente si veste in modo attraente e giovanile, sa sempre essere moderata e borghese. Quando non è dell'umore giusto, può essere difficile rapportarsi con lei perché tiene il muso. Siamo ed è molto soddisfatta di sé stessa e spesso ho notato anche con fastidio lo sguardo di approvazione e interesse di qualche ragazzo più grande su di lei. 

Io e mia moglie siamo sempre stati fieri e orgogliosi di nostra figlia, ragazza sveglia, preparata, educata e rispettosa degli altri oltre che studiosa, tanto che a diciassette anni e mezzo, un anno prima degli altri, a giugno si era diplomata al liceo scientifico con cento e lode e a ottobre avrebbe iniziato a frequentare la facoltà universitaria di giurisprudenza del capoluogo. E per questo motivo, perché molto meritevole, d’accordo con mia moglie decidemmo di regalarle un viaggio negli Stati Uniti, naturalmente non da sola ma insieme a noi. Avremmo fatto una bellissima vacanza dove Nora avrebbe perfezionato il suo inglese che era scolastico, io lo parlo discretamente praticandolo anche sul lavoro, mia moglie Laura invece niente quasi zero, molto poco, solo i saluti e alcune parole e quindi durante la vacanza le facemmo da interpreti io e mia figlia.

A luglio partimmo per venti giorni di vacanza, prima tappa tre giorni a New York, la grande mela, dove visitammo il central park, i musei e Times Square il cuore della città... Di qui ci spostammo in aereo nel nord ovest dove soggiornammo altri quattro giorni e visitammo il Grand Canyon con i Parchi Naturali. Da lì, sempre in aereo ci fermammo una settimana in California, a Los Angeles, la città degli angeli, dove visitammo anche Hollywood, San Francisco, compiendo il tour della West Coast. 

Da lì ultima tappa di sei giorni, ci spostammo ancora sempre in aereo in Florida e precisamente a Orlando, da dove cinque giorni dopo saremmo ripartiti, prima per New York e da lì per Milano, ritornando a casa.

Devo dire che fino agli ultimi giorni a parte il cambio di alberghi e il caldo che provoca disagio fu una vacanza splendida, eravamo tutti e tre molto soddisfatti, e anche a Orlando lo fummo. L’America è tutta molto bella e Orlando in Florida non era da meno, a parte il caldo oltre i 30 gradi. Tra le nostre visite ed escursioni non poteva mancare Walt Disney World, il suo parco e le sue attrazioni, visto che era per quello che avevamo scelto Orlando. Mia figlia Nora pur essendo quasi diciottenne era ancora affascinata dai cartoon della Disney, favole, film e cose del genere e lo visitammo per due giorni, tra scatti fotografici con Topolino e Minnie e altri soggetti Disney. Naturalmente visitammo altri parchi a tema e acquatici che erano attrazione del posto anche per gli adulti. 

La penultima sera prima di partire, dopo una cena leggera per via della dieta e dei cibi che non ci piacevano molto, decidemmo di andare a passeggiare in centro a Orlando e poi fermarci in qualche locale di quelli tipici del posto a bere qualcosa.

Quando uscimmo dall’aria condizionata dell’albergo ci trovammo subito in un caldo afoso di 33 gradi in strada, per fortuna eravamo vestiti leggeri. Io pantalone di lino nero e una T-shirt Lacoste verde. Mia moglie un vestitino leggero a gonna e nostra figlia Nora un top nero come usano molte ragazze, senza spalline a sostentamento naturale essendo elasticizzato e un gonnellino mini con fiorellini amaranto a mezza coscia, che le lasciavano l’ombelico scoperto. Non era la prima volta che durante la vacanza visto il caldo afoso si vestiva in quel modo giovanile e leggero, molte ragazze si abbigliavano così come lei essendo un vestire di moda. 

Una volta in strada, tra la gente ci incamminammo su una grande avenue del centro che comprendeva diversi ristoranti, discoteche, bar e negozi di lusso. Mentre passeggiavamo osservavamo le vetrine chiacchierando e ridendo tra noi, con nostra figlia felice e iper allegra come amava definirsi lei nella vacanza trascorsa.  

Arrivammo davanti a un grande locale tipico americano in cui c’era un po' di tutto all’interno, ristorante, bar, sale da gioco, attrazioni e angoli divertimento anche per ballare, tipi di locali come ci sono soltanto in America. Era affollato di giovani, adulti e coppie, e sull’insegna luminosa esterna cappeggiava la scritta Ole red. Nostra figlia Nora curiosa volle entrare e decidemmo di accedere a bere qualcosa prima di ritornare in albergo e ci avviammo all’intero. Saranno state le 22.00 circa quando entrammo. 

Il locale era davvero grande, molto ampio e rumoroso, con un gran vociare da confusione e cominciammo a girare cercando il bar e un posto dove poterci accomodare e bere qualcosa. All’interno c’erano zone di attrazione a tema, bullying, dancing e giochi, era come un piccolo luna park all’interno di un enorme locale. 

Trovammo il bar e i tavolini, che erano adiacenti a una zona piena di ragazzi e ragazze che scherzavano, bevevano ed erano allegri, tra musica country ad alto volume e risate sguainate.

Il dehors era completo e i tavolini occupati e dovemmo aspettare che se ne liberasse uno per sederci, restando in piedi alcuni minuti a guardarci intorno. La confusione era molta,era pieno di gente soprattutto giovani ma anche adulti cinquantenni e coppie, che con i vari giochi si dilettavano. Notammo che proprio di fronte a noi c’erano molte ragazze e ragazzi che si divertivano e ridevano, per curiosità andammo a vedere e notammo che al centro dell’area tra il bar e il ristorante c’era un mechanical bull show, uno di quei tori meccanici che si trovano sempre nei locali americani, specialmente negli stati del sud. Poco distante c’era la biglietteria con una lunga coda per acquistare i biglietti e poco vicino alla cassa un piano rialzato con una vetrata dove probabilmente c’era la console dei comandi dell’animale meccanico con un operatore di colore all’interno. Osservammo divertiti nel vedere quelle ragazze e ragazzi tentare di restare in groppa al toro meccanico, ma alla fine purtroppo venire disarcionati.

Eravamo lì da pochi minuti quando una cameriera ci fece cenno che c’era un tavolino sulla pedana rialzata, ci avvicinammo e sedemmo, ordinando da bere, continuando a guardare quei ragazzi e quelle ragazze sul il toro meccanico. 

Appena seduti dissi:” Drink…”

E la cameriera rispose subito:” Florida cocktail?” Annuendo con il capo. 

Ci guardammo io, mia moglie e mia figlia e decidemmo di sì anche se scoprimmo soltanto dopo vedendolo e bevendolo che era un drink tipico del posto a base di succo di ananas con l’aggiunta di granatina con del gin, il tutto shakerato e servito in bicchieri con cannucce e fette di arancia e di limone, ed era leggermente alcolico. 

Eravamo collocati poco distanti all’attrazione meccanica circondata da quei giovani, dove all’interno c’era il “Mechanical bull show” che tradotto in italiano significa “Spettacolo del toro meccanico”, gioia e delizia dei presenti, adulti e ragazzi, maschi e femmine.

Per chi non sapesse cosa sia, come funziona e le caratteristiche del toro meccanico vi ragguaglio con una breve spiegazione e informazione frutto di ricerche compiute da me dopo che mi successe l’episodio che narrerò e che vi aiuteranno a comprendere meglio l’avvenimento.

Un mechanical bull o toro meccanico in italiano, è un dispositivo che replica la sensazione di cavalcare un toro con movimenti bruschi e contrari, come se si fosse a cavalcioni di un vero toro da rodeo. Sulla sommità dell'apparecchiatura viene messo un modello di testa dell’animale completa di corna di gomma flessibili e sopra e intorno al telaio un manto di pelle vera, che simula in tutto e per tutto un toro reale.

Di solito è alimentato da un motore elettrico speciale a velocità variabile, con "quick stop”, cioè a fermata rapida e partenza immediata in controtendenza, che significa partire subito nel senso opposto o laterale da quello della fermata. Questa funzione consente all'operatore che manovra il toro dalla console, di accelerare o interrompere i movimenti, far abbassare la testa fino a terra o alzarla fino a far toccare quasi la parte posteriore al pavimento. Dondolare lateralmente e longitudinalmente, ma soprattutto saltellare o girare il toro su sé stesso adagio o veloce e terminare la corsa con manovre brusche che fanno cadere il cavalcante.

La coppia, il cavaliere o la cavallerizza

 che cavalca il toro si posiziona sul suo dorso, afferra per tenersi con una o due mani una cinghia o una maniglia, questa può essere posizionata sulla spalla, sul collo o sul dorso della macchina toro e dopo essersi assicurata una buona presa su di essa, fa un segnale che è pronta a partire all’operatore che ne guida i movimenti.  Chi rimane in groppa per tutto il minuto o più a seconda dei locali senza cadere vince un premio, in genere in denaro, dollari.

Tutto intorno alla macchina per motivi di sicurezza per vari metri è istallata una pavimentazione imbottita che forma una piattaforma di gomma gonfiabile molto ampia, che può essere riempita con aria o con schiuma, che consente di giocare in totale tranquillità e di prevenire ogni genere di infortunio nella caduta. Proprio per questo motivo i tori meccanici hanno a disposizione uno spazio ampio e morbido per attutire le cadute. Per entrare nell’aria di rispetto bisogna togliere le scarpe per evitare di lesionare la piattaforma gonfiabile.

In parole semplici questa attrazione è una giostra di grandi dimensioni per adulti, con al centro Il toro meccanico. 

Questo tipo di gioco è molto popolare in America e ora pare anche in alcune parti dell’Europa. Può essere cavalcato da una, due e anche tre persone insieme, naturalmente chi ha la presa sul toro è soltanto la prima, quella seduta anteriormente, gli altri cavalieri sono costretti a tenersi sulla persona che hanno davanti per non cadere, con tutte le sconvenienze che questo tenersi all’altro comporta. In genere i mechanical bull sono cavalcati da singoli, singole e coppie. In parole semplici è soltanto uno strumento di divertimento della forma di un toro, in cui si ci svaga a cavalcarlo finché non si viene disarcionati, cacciati giù. 

Il toro meccanico però è manovrato da un operatore e questo merita un discorso a parte. Esso è l’anima e il responsabile di tutte le manovre che pratica il toro sul cavaliere o la cavallerizza. L’operatore è addestrato ai comandi di controllo della velocità variabile, ne regola la rapidità di sollevamento sia anteriore che posteriore e l’abbassamento repentino dell’unità. Regola la rotazione, nonché la direzione e il saltellamento sul dorso. L'attrezzatura ha la capacità di iniziare le corse molto lentamente e la velocità può essere aumentata in base all'abilità di chi cavalca. Può muoversi lentamente, alzarsi e abbassarsi posteriormente e anteriormente e girare semplicemente su se stesso per i principianti, oppure muoversi a rapidità maggiore per gli esperti o professionisti o per chi vogliono loro. Dico per chi vogliono loro perché dopo capirete il perché.

In genere i tori meccanici più divertenti, intricanti e difficili non hanno la sella che trattiene il cavaliere o la cavallerizza in groppa, ma ci siede direttamente sul manto del dorso, e nei movimenti che praticano fanno scivolare i cavalieri sulla groppa e le ragazze con la gonna sono con le mutandine a contatto del manto. La cavalcata come dicono loro avviene “to hair” (a pelo), senza sella. 

Il sistema di sicurezza è assodato e il rischio di infortuni è raro se non nullo. Molti tori di ultima generazione hanno airbag a pressione continua, design arrotondato del corpo imbottito e controlli computerizzati che controllano la velocità e il movimento in controtendenza in base alle reazioni del corpo, una specie di pilota automatico. Ma non è il mio caso.

Come dicevo è un gioco semplice e molto popolare in America, tutti conoscono il toro meccanico fin da bambini, è un’attrazione molto diffusa tra ragazzi e adulti. È semplicemente una giostra che simula un rodeo con un toro selvatico e il cavaliere o la cavallerizza devono cercare di domare il toro cercando di restare in sella quanto più a lungo possibile. Niente di più semplice verrebbe da dire, ma non è così, affatto, perché a mano a mano che passano i secondi il movimento del toro diventa sempre più imprevedibile e rapido. No, non è semplice, ma è davvero molto divertente, intricante ed eccitante, per questo piace molto ai giovani e adulti.

Deve lo sviluppo della sua popolarità alle radici della tradizione del rodeo. La bravura o lo spettacolo (non sempre voluto) che provoca chi cavalca davanti al pubblico, sono un intrattenimento e un affare commerciale dei titolari delle macchine e dei locali. 

Queste macchine devono la loro notorietà all'uscita del film Urban Cowboy del 1980 con John Travolta e Debra Winger che hanno dimostrato l'arte di cavalcare sensualmente un toro meccanico al grande pubblico di spettatori. 

Nati come una macchina da allenamento per i cow boy di rodeo, in quanto consentono di migliorare le loro prestazioni e abilità da rodeo senza il rischio del toro vero, si sono trasformati in attrattiva per feste e per intrattenimento e si trovano in bar, ristoranti e club.

Ogni cavalcata può durare da zero all’infinito se uno è bravo, ma in genere passati pochi minuti si viene disarcionati. Come dicevo si vincono dei premi e in quello che osservavamo noi era di cinquecento dollari, per questo molti ragazzi e ragazze single, ma anche in coppia ci provavano. Ogni minuto in groppa segnava un punteggio, superato i quattro minuti la macchina si fermava e si ritirava il premio.

Per molti oltre essere una attrazione divertente lo era anche erotica nel vedere le ragazze sgroppare sul toro, che in quella posizione a gambe divaricate nei movimenti incontrollati involontariamente le faceva salire la gonna sulle anche e volte alla vita fino a mostrare oltre le cosce, le mutandine e totalmente il sedere saltellando. E se indossavano reggiseni minuti o erano senza, nel saltellare le uscivano fuori dall’indumento che portavano le mammelle mostrandole involontariamente al pubblico, tra fischi e urla di approvazione e gioia. 

Lo stesso era ed è erotico per alcune ragazze che lo cavalcano sentirsi sollecitate nella vulva e nella pelvi dai movimenti bruschi del toro e dal contatto diretto della vulva sul dorso. Inoltre quando sono una coppia, uno davanti e l’altro dietro, nello sgroppare ridendo pur non volendo, saltellando involontariamente sono costrette a mimare l’atto sessuale. Ed è per questo che sono sempre affollati con persone che vogliono assistere con libidine a scene di erotismo e per alcuni gestori è un business vantaggioso.

Il nostro posto in quel dehors era direttamente di fronte al toro e sia io che mia moglie e mia figlia essendo su una pedana rialzata avevamo la visione oltre che del pubblico, dell’animale meccanico e dei sui cavalieri o cavallerizze di tori.

 

Vi ho detto questo per informazione e per farvi capire meglio la storia e quello che accadde quella sera.  Noi, tutti e tre seduti al tavolino continuammo a parlare e bere il drink con la cannuccia, osservando nel contempo il toro meccanico e suoi cavalieri e cavallerizze che cavalcavano e venivano disarcionate.

C'erano alcune ragazze e molti ragazzi nella grande area del bar in piedi attorno allo spazio del toro meccanico a osservarne l'animale in azione. Altri frequentatori o clienti adulti erano seduti dall'altra parte della recinzione del toro e oltre, a guardare lo spettacolo mentre mangiavano e bevevano. Il toro era visibile anche se era distante una decina di metri dal nostro tavolino e lo era anche alle persone sedute in quelli vicino, perché la pedana ci alzava di cinquanta centimetri e ci permetteva di vedere oltre le teste del pubblico. Alcuni clienti passando e vedendo lo schiamazzo, si fermavano a osservare e curiosare davanti al toro meccanico, come avevamo fatto noi.

Vedevamo ragazzi e ragazze che si spingevano tra di loro ridendo e scherzando. Notai anche alcuni fare gli stupidi osservando una ragazza della loro compagnia esclamando a mani giunte e guardando in alto: “God, please let her ride the bull" (Dio, per favore, lasciala cavalcare il toro). Ridendo tutti stupidamente, compreso io e mia figlia che ci guardammo negli occhi capendo l’inglese, mentre la ragazza del gruppo sempre ridendo le batteva con la mano in modo scherzoso sull’avambraccio per redarguirlo.  

La maggior parte delle ragazze era con i propri fidanzati e quelle single civettavano con i ragazzi del bar, e alcune sole o con il loro ragazzo salivano sul toro a cavalcarlo con la speranza di vincere i 500 dollari in palio. L'operatore del toro era abile nel far muovere l’animale meccanico e lo faceva delicatamente con le ragazze in modo da mostrare la loro intimità sopra la macchina meccanica e violentemente per allontanare i ragazzi tipo macho.

Noi seduti a far passare quell’oretta, sorseggiando il florida cocktail ci divertivamo commentando le cavalcate e le disarcionate. Vedemmo un ragazzo che dopo aver cavalcato qualche secondo, veniva fatto rimbalzare più volte sul dorso e poi gettato dal toro sul pavimento imbottito, ridendo divertiti anche noi. Eravamo Incuriositi da questo insolito intrattenimento che non aveva simili in Italia e osservammo con divertimento altre persone cavalcare il toro.

C’erano ragazze, alcune molto sexy e allegre con o senza qualche drink in corpo, alcune delle quali andavano e venivano dalla zona discoteca o dal bar. 

La, in Florida fa caldo tutto l’anno, ma in particolare in estate e tutte erano vestite con abitini leggeri casual, anche le signore adulte, e gli indumenti estivi ridotti erano rivelatori delle loro forme e grazie nascoste. 

Dopo aver osservato per un po' anche il gruppo, notai che i ragazzi diventavano attenti e irriverenti e si avvicinavano di più alla zona del toro meccanico ogni volta che una ragazza con un vestito accattivante saliva a cavalcare il toro. Divenne presto evidente che l'operatore aveva molto talento nel muovere il toro nel modo giusto per sollevare le gonne o far oscillare ed esporre intenzionalmente il seno. Le ragazze distratte, appena arrivate o di passaggio, non sembravano osservare l'azione abbastanza da vicino per capire di cosa fosse capace l'operatore, ma la maggior parte del pubblico lo sapeva certamente.  

Noi guardavamo e sorseggiavamo i nostri drink ridendo. 

“Le ragazze sono più brave…” Disse mia moglie:” …resistono di più. Mentre i ragazzi sono disarcionati quasi subito…” 

“Eh… perché noi femmine siamo più brave mamma…” Aggiunse mia figlia divertita. 

Era vero le ragazze restavano di più in groppa al toro meccanico, ma non perché come diceva mia figlia Nora fossero più brave, ma semplicemente perché davano spettacolo saltellando su di esso con la gonna e i mini indumenti che si spostavano, aumentando l’interesse dello spettatore. E l’operatore lo sapeva e le teneva di più sul toro.

Osservammo una signora sulla quarantina di anni che l’operatore facendola oscillare velocemente avanti e indietro e saltellare sul toro, le faceva dondolare anche il seno molto grande, senza reggiseno, su e giù selvaggiamente, e vedevamo all’interno della maglietta il suo seno enorme danzare per il divertimento dei clienti. E ogni volta che cercava di tenersi il seno con il braccio, l'operatore dava una spinta al toro abbastanza forte da costringerla ad afferrare la cinghia con entrambe le mani, lasciando nuovamente il seno dondolante per il pubblico. 

Quella era la routine che usava con tutte le ragazze dal seno grande che ignare provavano a cavalcare il toro meccanico. A una ragazza con un top scollato la fece saltellare su e giù sul dorso abbastanza velocemente che una mammella le saltò fuori completamente tra gli applausi e le risate dei ragazzi, anche le nostre soprattutto di mia moglie che tifava per lei. L’operatore era abile nel muovere il toro abbastanza velocemente e in controtendenza in modo che le ragazze dovessero aggrapparsi e non potessero avere una mano libera per coprire la loro esposizione intima e involontaria, ma lo faceva abbastanza delicatamente da non brutalizzarle troppo velocemente e spaventare le altre che stavano decidendo se cavalcare o no, dando spettacolo erotico...

Mia moglie quando vide salire una coppia etero pronunciò.” Secondo me quei due ci stanno poco, un minuto e mezzo…” 

E mia figlia rispondere divertita:” Secondo me due minuti…” E sorridere e poi chiedere a me:” Secondo te papà quanto riuscirà a stare quella coppia in groppa?”

“Ma non so! Un minuto…” Dichiarai io.

Eh sì, prendemmo a giocare in quel modo assurdo con il toro e i cavalcanti, dicendo ognuno di noi il tempo che avrebbero resistito e ridendo delle intimità esposte involontariamente delle ragazze.

Rimasi sorpreso quando una ragazza ben fatta con un vestito a mezza coscia e aderente, che era con un ragazzo, si avvicinò da sola per cavalcare.

“E il suo ragazzo non ci va?” Esclamai io:” …la lascia andare sola?”

“Si vede che ha paura lui…” Rispose mia figlia con una punta di malizia divertita.

“Ma figurati paura di andare su quel coso…” Replicai.

 “Probabilmente avrà fatto una scommessa con il suo ragazzo che riesce ad andare da sola… “Affermò mia moglie, aggiungendo divertita:” Quanto dura secondo voi? Io dico due minuti…”

“Anch’io!” Esclamò nostra figlia Nora.

“Io dico un minuto.” Aggiunsi scherzoso stando anch’io a quel gioco stupido.   

Tolse le scarpe e l’assistente l'aiutò a salire su e vidi il sorriso sul volto dei presenti che fecero subito campanello e guardarono verso l'operatore, e appena fu sopra per la posizione a cavalcioni, la gonna le salì sulle anche scoprendole completamente le cosce. Lei con calma infilò con cura il tessuto della gonna posteriormente sotto il sedere e anteriormente tra le gambe, facendola diventare come un pantaloncino corto, tenendola bloccata e ferma sotto il suo stesso corpo. E stringendo saldamente la cinghia redine in mano, fece un cenno all’operatore che iniziò a muoverla facendo girare delicatamente il toro. 

All'improvviso l’animale meccanico si piegò anteriormente quasi a toccare con il muso a terra e lei per reazione e non cadere, tenendosi alla cinghia con le mani andò tutta indietro con il busto, facendo in quella manovra staccare gli inguini dal dorso dell’animale, che iniziò a farla saltellare facendola rimbalzare ripetutamente su e giù in quella posizione semisdraiata con il corpo tesò all’indietro. E quei sobbalzi provocarono lo scivolamento fuori dagli inguini del tessuto della gonna che aveva infilato con tanta attenzione anteriormente sotto la pelvi e gliela fece uscire completamente da vederle la mutandina. Subito dopo ma macchina si mosse al contrario, in controtendenza, si alzò davanti portando la parte posteriore a livello del pavimento come se si impennasse, provocando la reazione inversa alla precedente, facendo spostare la ragazza con il corpo e il bacino anteriormente, che per non scivolare sul dorso, con il busto si portò tutta in avanti, quasi ad abbracciare l’animale sul grosso collo taurino. E in quella posizione d’istinto e per la forza cinetica di quella manovra, di riflesso alzò il sedere e contemporaneamente il toro si mise a saltellare facendola sobbalzare sul dorso, e in quel sussultare involontario la gonna si sfilò posteriormente da sotto il sedere, uscendo fuori.

Quando la gonna fu nuovamente fuori, il toro si lanciò ripetutamente avanti e indietro dondolando e saltellando velocemente da farle sollevare il bacino dalla groppa facendole salire lentamente la gonna sui fianchi, senza che lei potesse staccare le mani dalla cinghia per tirarsela giù; mostrando impotente e involontariamente a quel pubblico che la incitava  il suo bel culo e il perizoma rosa alle grida e i sorrisi dei presenti, compresi anche i nostri che dal tavolino osservavamo divertiti della sua impotenza a coprirsi...   

Ogni volta che il toro si lanciava in avanti, lei urlava e si sollevava involontariamente a mostrare da dietro le sue mutandine a perizoma, esibendo anche le natiche ben formate. La ragazza cercava invano di continuare ad abbassare la gonna mentre con i movimenti del toro si alzava sempre più e scivolando sulle anche e i glutei, le si avvicinava alla vita, mostrando il davanti e il dietro da sembrare seduta soltanto in mutandine. Ma non riusciva a coprirsi perché l'operatore le dava degli scatti improvvisi, sussultori e laterali e in controtendenza che la costringevano a continuare ad afferrare la cinghia delle redini e lasciare che la gonna purtroppo salisse. In quel saltellare e battere la vulva sul dorso dell’animale, la ragazza compiva strane espressioni, stupite, spaventate o sorridenti a bocca aperta e occhi spalancati e mettendo suoni vocali incontrollati. Lanciò anche un urlo quando la testa del toro inaspettatamente si chinò verso il pavimento e la parte posteriore verso l'alto, lanciandola tutta in avanti, facendola battere con la vulva sul dorso e sdraiare con il torace e il seno sul collo del toro. E mentre l’operatore faceva girare velocemente la macchina animale e la forza centripeta la teneva in quella posizione con la gonna elevata alla vita, il sedere sollevato e le mutandine completamente scoperte, mostrando l’affossamento del tessuto del perizoma profondamente nel solco intergluteo facendolo apparire nudo. Si mise a vociare, a emettere suoni e parole incomprensibili. In quel saltellare sul dorso abbasso il capo e tutti capelli le andarono sul volto, coprendo e nascondendo in parte le strane espressioni facciali che compiva, di vergogna probabilmente avendo il culo scoperto davanti a tutti. Ma capii in seguito che non era per la vergogna che nascondevano il volto sotto i capelli, ma che era un altro il motivo. Quando si voltò, incapace di sedersi, perché i movimenti la tenevano saltellante staccata dal manto del toro meccanico, tutti i ragazzi e le ragazze nell’area del bar applaudirono rumorosamente e gli avventori della cena, noi compresi battemmo le mani, avendo una buona visuale del suo seno che ballava e cercava di uscire benché fosse trattenuto dalla spallina. Inoltre vedevamo il suo bel sedere e la vulva coperta soltanto dal triangolo del perizoma che batteva quasi nuda sulla groppa del toro; mentre il suo ragazzo in disparte in silenzio osservava. Alla fine dopo due minuti scivolò e cadde sul pavimento imbottito con le gambe divaricate e la gonna che le arrivava ormai alla vita dando a tutti un ultimo bello spettacolo del suo pube e del sedere scoperti, mentre intontita lottava per alzarsi cercando di tirarsela giù.

“Abbiamo perso tutti e tre…” Disse mia figlia ridendo:” Ha resistito di più…”

“Si!” Risposi io.

Era qualcosa di nuovo per noi assistere a quella attrazione un po' morbosa e un po' sessuale e la cosa divertente da parte dello spettatore o spettatrice era che nel sobbalzare alle ragazze saliva la gonna mostrando le mutandine e ad altre che avevano maglie o top senza spalline ed erano senza reggiseno nel cavalcare le venivano fuori le mammelle dando spettacolo; tra urla, fischi e applausi del pubblico.

La maggior parte erano ragazze giovani con il loro ragazzo, anche se come ho detto, c’erano coppie di adulti della mia età con la consorte.

Personalmente nell’osservare trovai particolarmente erotico quando salì una ragazza con i jeans, una camicetta molto trasparente e un reggiseno a mezza coppa. Inizialmente i ragazzi non si affollarono intorno alla fossa del toro perché gli abiti non erano sexy e non sembravano così promettente per loro alcuna visibilità erotica. Solo i suoi capezzoli erano sporgenti attraverso la parte superiore trasparente delle coppe del reggiseno che lo sorreggevano. Dopo averla movimentata in modo seducente per un minuto, l'operatore, esperto delle cavalcate sul toro meccanico, la fece rimbalzare rapidamente su e giù sul dorso dell’animale, facendole uscire le mammelle dalla parte superiore del reggiseno a top.  Nonostante l'allegria i fischi e il battimano che scaturirono, lei era completamente inconsapevole della sua esposizione mammellare mentre l’operatore continuava a muoverla a suo piacimento lentamente e in modo seducente per altri minuti e a girarla in modo che tutti potessero guardarla, davanti, dietro e di lato a lungo. Vedere i suoi capezzoli turgidi apertamente in mostra alla folla senza che lei se ne accorgesse fu una sensazione eccitante anche per me, che non feci capire a mia moglie né tantomeno a mia figlia. 

Eravamo seduti rialzati ma in modo da vedere tutta l'azione del toro meccanico sopra le teste dei ragazzi in piedi intorno alla fossa dei tori. Laura, mia moglie, era seduta accanto a me e anche mia figlia guardava divertita l’esposizione del seno di quella ragazza che non si rendeva conto di averlo in mostra e che l'operatore con quelle manovre saltellanti la rendeva provocante al pubblico. Quando dopo una decina di secondi se ne accorse, scandalizzata cercò di coprirle non riuscendoci, aizzando maggiormente la libidine del pubblico, obbligata impotente per non cadere dal toro a mostrale piena di vergogna a loro.

Notai che le ragazze con gli abiti sexy ricevevano molti applausi e attenzioni dai ragazzi e anche Nora aveva notato che gli applausi dei ragazzi erano i più forti e aumentavano di intensità in risposta del mostrare le parti intime delle ragazze.

Da maschio oggi posso dire che era molto eccitante vedere quelle ragazze sopra il toro esposte impotenti nelle loro parti intime allo sguardo del pubblico libidinoso, specialmente quando abbassavano il capo e lo muovevano lateralmente guardandosi attorno. 

Si, era eccitante vederle sulla groppa del toro davanti a tutti quegli uomini e donne, con i volti stravolti cercare di nascondere le loro intimità. Ma non pensavo cosa sarebbe successo dopo, da lì a un’oretta a noi. 

Continuammo a osservare, ammirando una ragazza dall'aspetto attraente in pantaloncini corti che salì sul toro al contrario, rivolta all'indietro con i piedi sulla schiena verso il sedere del toro meccanico e si è comportava in modo molto seducente mentre il toro si muoveva lentamente su e giù. 

“Guarda che brava!” Esclamò mia moglie. 

“Oh potrebbe lavorare al circo…” Ribatté mia figlia con un pizzico di sarcasmo e forse d’invidia mascherata, aggiungendo:” Senz’altro sarà una animatrice…”

Difatti lei alzando le braccia e mostrando il petto mentre il toro dondolava avanti e indietro, salutò i ragazzi che applaudivano e la incitavano, lasciando cadere le gambe sui lati del toro. Successivamente con entrambe le mani sulla schiena dell’attrazione meccanica, mosse in modo erotico i suoi inguini avanti e indietro sul dorso, rivolgendo ai ragazzi uno sguardo eccitante. 

Mia moglie commentò ridendo:” La ragazza è sexy e i ragazzi sono tutti agitati a guardarla.” Parlava a voce alta, probabilmente entusiasmata dal drink con il Gin. L'operatore le fece compiere un lungo giro saltellando poi la lasciò scendere dolcemente quando ebbe finito. 

Osservavamo con simpatia quei ragazzi che soli o in copia salivano sul dorso per domare il toro e pensavo tra me:” Io se fossi in loro invece di ridere divertito, mi incazzerei molto se tutti vedessero il culo nudo o il seno della mia ragazza e saltellando senza volerlo sarebbe costretta a mimare un rapporto sessuale, altro che sorrisi.” E in un certo senso li pensavo un po' cornutelli e depravati, che assecondavano le loro fantasie nascoste osservando le ragazze ignare vittime del toro meccanico.

Tra di noi parlammo anche di quanto le ragazze apparissero sexy sul toro, e di quanto doveva essere divertente per loro avere tutti quegli uomini e ragazzi che urlavano guardandole e incitandole mentre si esibivano. 

Conversammo anche con disinvoltura del toro meccanico, esponendo io la mia idea:” Secondo me esistono due standard di spettacolo, una cavalcata dura per gli uomini e una cavalcata dolce per le ragazze che si comportano in modo sexy sul toro.” 

“Dici?” Replicò mia moglie.

“Si, ho notato che la ragazza più da una immagine sexy di sé, più l'operatore la incoraggia a cavalcare.”

“Non è vero! Questo non è del tutto vero, perché alcune ragazze anche carine e sexy sono state sbalzate subito dal toro.” Dichiarò mia moglie continuando: “I ragazzi trovano eccitante vedere le mutandine e i seni ballare di una ragazza che si espone a cavalcare, per non parlare di quelle a cui saltano fuori e li vedono tutti, altroché.” 

“E le coppie allora’” Si intromise mia figlia.

“Le coppie cosa?” Replicai io.

“Le coppie come le cataloghi se dici che con i ragazzi sono duri e con le ragazze permissive: con le coppie come sono gli operatori?”

“Le coppie una via di mezzo…” Mormorai.

“Mmmh … secondo me in quello che fanno c’è molta scena ed esibizionismo da parte di alcune ragazze che urlano e fanno le facce strane scuotendo la testa e aprendo la bocca esultanti.” Dichiarò mia figlia Nora con un pizzico di malevolenza, lo fanno per farsi notare, per richiamare l’attenzione dei maschietti e sono disposte a mostrare le mutandine e il seno pur di attirare il loro interesse. Sono come quelle che in discoteca si mettono a ballare al centro della pista da sole e sculettano per attirare l’attenzione dei ragazzi… tutta scena.” Affermò mia figlia.

“Dici che simulano quando cavalcano il toro meccanico ed emettono tutti quei gridi e fanno quelle smorfie?” Chiese mia moglie.

“Ma certo mamma!” Rispose Nora facendo la saputella:” Lo vedi anche tu che è tutta finzione, figurati se non riesco a tenersi la gonna sotto e le mammelle a posto, sono solo esibizioniste.”

Mia figlia come le altre ragazze era affascinata da quel gioco e difatti lo dimostrava la fila che c’era alla biglietteria, dove bisognava aspettare il proprio turno per acquistare il biglietto di una cavalcata.  E Nora osservandole continuava a criticarle:” Ma quante scene che fanno per saltare sul toro, boccacce, smorfie, chiudono gli occhi, li aprono, abbassano la testa, scuotono il capo e i capelli, urlano, gemano… È tutta scena per farsi notare e fischiare dai ragazzi …per fare punteggio nel gruppo.” Affermò con un’aria di superiorità e sdegno verso il comportamento che avevano quelle ragazze nella cavalcata.

“Hai ragione tesoro …” Esclamò mia moglie dandole ragione:” Figurati se saltare su quel toro fa compiere tutte quelle scene.”  E in quel momento la pensavo anch’io come loro.

Comunque aldilà delle nostre idee sul loro comportamento era una bella serata, diversa dalle le solite, tra il caos e la musica ad alto volume.

 

A un certo punto, dopo quasi un’oretta che eravamo seduti, a mia figlia si avvicinò una coppia di ragazzi suoi coetanei sorridenti e simpatici, di bell’aspetto e la ragazza sorridendo le offri regalandoglielo il biglietto di una “Taming of the bull…” una (doma del toro…). Una corsa sul toro meccanico dicendole in inglese: “We have to leave immediately unfortunately take a look around …”   (Noi dobbiamo andare via subito purtroppo, fatevi voi un giro...). Restammo sorpresi da quell’offerta, mia figlia rispose in inglese che non potevamo accettarlo, ma la ragazza sorridendo dolcemente insistette.

“Puoi andare da sola se vuoi o con qualche ragazzo …” Disse, e ci fu una piccola e simpatica conversazioni in inglese tra loro, dove Nora la informò che eravamo italiani e non conoscevamo nessuno e non eravamo mai stati a cavalcare per gioco su un toro meccanico. Ma lei insistette perché provasse da sola e dopo quella breve e cordiale chiacchierata e visto che perseverava sorridendo simpaticamente, mia figlia prese la borsetta e dal borsellino estrasse due dollari per pagarle il biglietto, ma lei non volle nulla, dicendo che glielo regalava. E si allontanò con il suo ragazzo lasciandole il biglietto in mano, e salutandola:” Bye, have fun!” (Ciao, divertiti!).

Li per lì pensammo a una gentilezza tra coetanee e subito mia figlia esclamò:” Posso papà!?” Era entusiasta di provare.

“Ma no lascia perdere Nora, regalalo a qualche altra ragazza o coppia, torniamocene in albergo …”

Ma lei insisteva dichiarando che voleva andare su quell’attrazione, provare.

Mia moglie ascoltava la nostra discussione e restava in silenzio.

"Stai scherzando Nora?! Non sei mai stata su quel toro." Protestai, aggiungendo. “Ma non vedi come le fanno saltare le ragazze, lo stesso faranno con te ti faranno sobbalzare, ti viene su la gonna, non hai visto le altre che davano spettacolo…” Cercavo di farla desistere a salire e fare la cavalcata sul toro meccanico dato che avevamo visto quelle ragazze con il sedere e le mammelle fuori.

“Ma no papà è tutta scena quella che fanno, le urla, il saltellare, l’abbassare il capo dondolando, il sospirare e rumoreggiare vocalmente mostrando il sedere, le mutandine e il seno…”  Ribatté mia figlia:” Vedrai che a me non succederà, disferemo la loro falsità.” 

In quel momento la nostra preoccupazione di genitori era solo che quel pubblico la guardasse come le altre, saltellare mostrando le mutandine e non vedevamo altri pericoli né io né lei, se non quello di tipo estetico e di immagine. E invece ce n’erano altri e ben più grandi e gravi che vederle le mutandine saltellando.

“Vacci anche tu con lei, ti metti dietro e le tieni la gonna giù e il top sue si muove…” Intervenne mia moglie vedendo la mia contrarietà.

“Ma cosa dici Laura?”

“Si andate in due. Falla contenta se vuole provare, non c’è niente di male…”

“Vai tu allora con lei, andate voi due!” Risposi a mia moglie.

Lei sorrise:” Ma sei matto? Due donne?  E poi non sono più giovane.”

“Balle! Anche se hai quarant’anni hai un fisico migliore della maggior parte delle altre ragazze che sono qui. Vai tu!” Insistetti io e rivolgendomi a Nora la esortai:” Vai con mamma.”

“Oh no io non vado su quel coso… a cavalcare quella cosa.” Ripeté decisa mia moglie.

“Ecco ho capito, da sola non posso andare e di voi non vuole venire nessuno, allora non vado…bene andiamo dai! “Esclamò mia figlia imbronciata alzandosi dal tavolino.

“Dove andiamo?” Dissi io.

“In albergo! ... A dormire… Dove vuoi andare?” Rispose immusita. E intervenne ancora mia moglie:

“Ma le vuoi rovinare la vacanza proprio all’ultimo giorno visto che è stata così bella!” Esclamò.

“Io non voglio rovinare niente a nessuno Laura…” Replicai.

“E allora falla contenta, vai con lei sul toro…” Continuò mia moglie.

“Dai pa…” Esclamò mia figlia guardandomi.

“Ma non siamo mai andati… su un gioco simile Nora.” Borbottai.

“Oh ma ho visto, so come si fa, è facile, ci riusciamo...” Pronunciò cercando di convincermi:” E comunque inoltre ci sono 500 dollari di premio, possiamo vincerli noi!" Aggiunse sorridendo per invogliarmi ad accettare.

“Guarda Nora che non è come cavalcare i cavallini delle giostre o quelli che sono fuori davanti al bar vicino casa nostra come facevi da piccola…” Pronunciai.

“Lo so papà! Ripete seccata dalla mia battuta.

“Era tanto decisa che guardai mia moglie che ripeté:” E su portala, non vorrai rovinarle la vacanza? Ti metti dietro così la tieni e la copri tu, e davanti le tieni su il top che non scenda.”

“Va bene!” Esclami lasciandomi convincere per accontentare mia figlia. A parole sembrava una cosa semplice.

Subito lei mi saltò addosso abbracciandomi e baciandomi sulle guance:” Grazie papà!” Esclamò, mentre mia moglie mi guardava sorridendo.

“Dai Fabio vai… vedrai che ti divertirai anche tu e magari vincete davvero voi due il premio di cinquecento dollari…” Dichiarò Laura sorridendo.

Alla fine decidemmo che sarei andato io con lei sul toro meccanico, e mia moglie pensando di fare cosa giusta, ma in quel momento lo pensavo anch’io ad essere sincero, mi sollecitò a sedermi e posizionarmi dietro Nora.

Così mentre mia moglie diceva:” Io resto qui al tavolino che ci sono le borse, intanto da qui vi vedo benissimo.” Io e Nora ci avvicinammo all’entrata del recinto mostrando il biglietto che ci era stato regalato da quella ragazza. Sopra c’’era un numero e l’addetto dopo averlo guardato ci fece attendere qualche minuto prima che fosse il nostro turno e intanto nel frattempo ci fece togliere le scarpe e metterle in un angolo. 

Nora era felice e in fondo lo ero anch’io.

Mentre le toglievo, notavo che guardandoci la folla intorno alla zona del toro iniziava ad aumentare, mentre i ragazzi e le ragazze si accalcavano dall'area circostante, alcuni sorridendo guardavano insistentemente mia figlia, come se la studiassero, la controllassero nel look e quell’osservarla libidinoso mi dava fastidio.  E in piedi all'interno dell'area recintata restammo tesi ad attendere. Poi abbassandomi all’orecchio di Nora le sussurrai:” Mi raccomando metti bene la gonna sotto il sedere e davanti in mezzo agli inguini da farla diventare un pantaloncino corto e tieniti forte con tutte e due le mani alla cinghia. Si che è tutto imbottito, ma secondo come si cade possiamo farci male…”

“Si…si papà… Stai tranquilla che mi copro bene, tu aggrappati e tieniti forte a me e vedrai che ce la facciamo.” Era entusiasta, con l’euforia della prima volta delle ragazzine. 

Mi guardai intorno, vidi la postazione con la console che manovrava l’animale metallico e dietro il giovane ragazzo di colore con una ragazza bianca vicino che chiacchieravano e si sorridevano.

Quando la cavallerizza precedente a noi fu disarcionata, fu il nostro turno, e l’addetto ci disse in inglese: "Ok, i prossimi siete voi. “E indicando il toro. “Tocca a voialtri, andate!”  E ci fece entrare all’interno dell’area accompagnandoci.

Attraversammo la spessa imbottitura della pavimentazione sprofondando con i piedi nel morbido e incrociando la ragazza disarcionata che sorridente usciva guardando mia figlia, le disse in inglese: “E’ facile, vedrai che ti piacerà…” 

Nora ricambiò il sorriso e ci avviammo verso il toro, verso il punto in cui si trovava l'enorme macchina da show, notando che il numero di ragazzi e adulti che si affollavano attorno alla recinzione era aumentato.

Quando fummo davanti al toro meccanico d’istinto allungai il braccio e con la mano accarezzai il manto, notando che era di vera pelle di toro. Nora fece lo stesso, lo accarezzo sul lato e mi guardò sorridendo contenta. L’addetto l’aiutò a salire facendo con le mani lo scalino dove lei mise il piede e si spinse e fu spinta da lui in alto e allargando l’altra gamba si sedette sopra mettendosi a cavalcioni, con le cosce divaricate forzatamente dalla forma laterale del ventre dell’animale meccanico. Veniva difficoltoso stringerle e nel farlo si faceva forza sugli inguini e quindi sui muscoli della pelvi, sulla vulva e la vagina per lei e dei genitali per l’uomo.

Aveva il ventre largo e voluminoso la macchina animale, forse era stato costruito così appositamente per impedire di serrare le gambe, e quindi per forza di cose come le altre ragazze anche Nora restava seduta a cosce larghe con il sesso contro il dorso, non riuscendole a stringerle e fare presa, ad ancorarsi bene. E immaginai che fosse per questo motivo che saltellavano tutte senza riuscire a bloccarsi con le cosce. Come fu a cavalcioni la gonna per la posizione le salì tutta scosciandola completamente, mostrando le sue belle gambe lunghe e affusolate. E appena fu seduta mi premurai di dirle ancora:

“Nora metti bene la gonna sotto il sedere e anche davanti in mezzo alla gambe ...” Mentre l’addetto le guardava le giovani cosce snelle e slanciate su, verso gli inguini cercando di vedere qualcosa di intimo, probabilmente le mutandine.  E quel suo sguardo libidinoso sulle gambe di mia figlia mi infastidì molto e mi accigliai, anche se non lo diedi a vedere, essendo io stesso emozionato in quel momento. Ma era nulla in confronto a quello che sarebbe accaduto dopo. 

Aiutato anch’io dall’addetto mi arrampicai e mi sedetti a cavalcioni sul toro dietro a mia figlia e avvertii subito la durezza del manto e la vibrazione del motore all’interno nella pancia della macchina. Erano vibrazioni leggere che avvertivo all’interno delle cosce e sul cavallo del pantalone, nel perineo e certamente le stesse vibrazioni le sentiva sentite mia figlia sulle cosce, il sedere e la mutandina, ma in quel momento preso dalla tensione non ci pensai, erano minime.

Come dicevo non eravamo mai saliti su un toro meccanico, su un’attrazione simile, e non avevamo informazioni di come funzionasse e ci dovessimo comportare, se non per quello che avevamo visto fare agli altri. Per noi il compito era solo di restare in groppa a lungo senza cadere, come vedevamo cercare di fare agli altri e soprattutto che non si scoprissero le parti intime di Nora.

A parte il respiro teso sembravamo tranquilli, lei sorrideva divertita e contenta di essere a cavallo del toro meccanico, anche il pubblico lo era o almeno così pareva dai loro sguardi e sorrisi che facevano. Con la mano gli spostai i capelli bene dietro il collo accarezzandoli affettuosamente e sussurrandole:” Mi raccomando Nora metti bene sotto la gonna, soprattutto davanti, dietro ci sono io che te la tengo giù e ci penso io.”

“Si pa! Stai tranquillo…” Rispose alzando un po' il sedere e mettendola bene sotto da sembrare anche lei con indosso un pantaloncino corto.” … piuttosto papà, tu cerca di non cadere, aggrappati bene a me!” Mi esortò innocentemente, entrambi ignari di cosa comportasse quel gioco; e si voltò indietro quasi di profilo con il capo guardandomi con la coda dell’occhio sorridendomi e ripetendo nuovamente:” Tienimi per i fianchi appoggiaci le mani…”

“No, per ora le tengo qui sulle spalle.” Risposi appoggiandogliele delicatamente e paternamente sopra. Sentivo la sua pelle giovane, liscia e calda e avvertivo l'odore del suo shampoo nei capelli che si era lavata nella doccia prima di uscire, e che vaporosi e profumati come lei, lunghi fluttuavano nell'aria tra la schiena e la mia maglietta T short di cotone verde.  

Nel frattempo un gruppo di ragazzi e ragazze con qualche adulto tra loro, iniziarono a fare tifo per farla cavalcare. Mia figlia a quelle incitazioni rivolte a lei fece un sorriso imbarazzato, forse vergognoso, che io dietro di lei non vidi, mentre i ragazzi continuavano ad applaudirla: " Force! Force! Go! Go!” (Forza! forza! Vai! Vai!) ripetevano.

Lei si mise in posizione di partenza, mentre il pubblico ci guardava, il busto eretto e il petto in fuori con le mammelle sospinte in avanti sotto il top, le gambe allargate a forza dal corpo pieno e ovalizzato del toro e aderenti ai suoi fianchi. La gonna tutta sotto il bacino davanti e dietro e le braccia come le avevo detto ingenuamente io di fare, in avanti, portate in basso dinanzi alla vulva a tenere con le mani la cinghia delle redini che le avrebbe permesso di restare in groppa e non cadere. Io dietro lei, ero quasi adeso alla sua schiena, distaccato di alcuni centimetri per non toccare con il mio corpo quello di mia figlia. Le raccomandai ancora di tenere la gonna bene sotto, in modo che con il peso del sedere e del corpo l’avrebbe tenuta giù e quindi sarebbe stata coperta. E comunque dietro lei c’ero io che la nascondevo con il mio corpo e su quell’aspetto della sua intimità eravamo tranquilli sia io che lei. 

Come dicevo, per tenermile mani, non avendo prese e non volendole poggiare sui suoi fianchi che mi sembrava sconveniente perché era mia figlia e lo trovavo sconveniente visto che oramai era una diciottenne sbocciata, le appoggiai sulle sue spalle e anch’io a gambe larghe praticavo forza internamente per fare presa sul ventre del toro.

Mia moglie seminascosta dietro le teste di quel pubblico, dal tavolino ci guardava sorridendo agitando la mano a salutarci. Nora sorrise e ricambiò alzando il braccio salutandola e subito lo abbassò portandolo sulla cinghia di tenuta.

“Sei pronta?” Domandai a mia figlia.

“Si papà! “Rispose.

“Allora do il segnale di partenza?”

“Si…sì...!” Esclamò sorridendo contenta.

E così alzai il braccio che vide l’operatore e il toro iniziò a muoversi lentamente. Prima fece due giri su sé stesso e poi si fermò dal lato opposto dove era mia moglie che ci osservava ma ci vedeva di spalle e oscillò lateralmente facendoci dondolare. E poi iniziò a saltellare dapprima lentamente ma poi sempre più veloce, ma in un modo che eravamo ancora padroni di noi stessi dei nostri movimenti e della tenuta sull’animale meccanico.

All’improvviso si abbassò anteriormente facendoci per reazione prima piegare in avanti e poi portarci tutti e due indietro con il tronco, io sempre con le mani sulle sue spalle...La macchina continuò lentamente a muoversi, prima semplicemente dondolandosi avanti, indietro e di lato, poi l’operatore accelerò il ritmo, cogliendoci alla sprovvista e lei scivolò indietro finendo contro di me, ma riuscimmo a restare in groppa. 

Restavamo a cavalcioni entrambi e l’operatore faceva muovere la macchina a un buon ritmo sopportabile e gestibile. All’improvviso nuovamente gli fece fare un piccolo movimento di salto veloce e noi sobbalzammo sopra, e il sedere di Nora rimbalzò fuori dal dorso emettendo lei un grido divertito mentre veniva sollevata e sballottata dal toro meccanico soltanto di tre, quattro centimetri lasciandosi ricadere.

Poi, dopo alcuni secondi, ha accelerato e il dondolio e il rimbalzo sulla groppa aumentarono, Nora prese il ritmo a saltellare anche se era trattenuta da me e di conseguenza il suo giovane seno benché sotto il top sottile, iniziò a dondolare su e giù. E mentre l’animale veniva fatto girare e saltellare su sé stesso il seno di mia figlia, fiorente e fresco, ma già vistoso e formato continuò a muoversi e a ballare all’interno del tessuto che lo conteneva, dando ai presenti una bella visione delle sue lussureggianti mammelle danzanti nascoste dal top. Tutti la guardavano, immaginavo i loro sguardi sul seno di mia figlia e ne ero infastidito ma orgoglioso che piacesse.Le sue mammelle muovendosi imprigionate dal top erano senz’altro uno spettacolo bellissimo.

Io da buon padre protettore delle intimità della figlia controllavo e verificavo che seppur saltellando la gonna fosse sempre al suo posto, sotto di lei. Sembrava davvero che avessimo tutto sotto controllo, mentre le gambe saltellando parevano spalancarsi maggiormente e il pubblico tifava per lei.

La macchina rallentò, si fermò un attimo e mia figlia scivolò in avanti sorridendo. Il suo viso era rosso vivo ma divertito, ricordo che a vederla così allegri sorrisi anch’io. 

"Vedi papà? Te l'avevo detto che era facile." Esclamò senza voltarsi tra il vociare e la musica della sala.

Ma la tempesta stava arrivando.

Il Toro meccanico iniziò a muoversi lentamente con altri due giri su sé stesso, come a mostraci al pubblico intorno che ci osservava.

L’abilità nel restare seduti dipendeva strettamente da quanta forza eravamo in grado di compiere sulle gambe a stringerle sui fianchi dell’animale meccanico... Le braccia di mia figlia erano tese in avanti davanti al suo sesso, a tenersi con entrambe le mani alla cinghia di mantenimento presente sul dorso del toro che ci teneva in groppa, per mantenerci in stabilità e in equilibrio con il nostro corpo sull’animale meccanico. Nella presa compiva forza sui suoi muscoli bicipiti e tricipiti per fare in modo di restare il più ancorata possibile a quell’all’attrazione. Le mie braccia erano piegate con le mani appoggiate alle sue esili spalle, tanto da poterne sentire la pelle liscissima e l’ossatura e con esse la tenevo e mi tenevo io su di lei, cercando di assecondare il movimento del mio corpo su lei e sul toro.

All’inizio, quando il toro girava e si muoveva lentamente ed eravamo ancora padroni dei movimenti, come aveva visto fare alle altre ragazze, per simularle, Nora una mano la staccava dalla cinghia e tirava su ridendo e gioendo, incrociando il sorriso di mia moglie che seduta al tavolino dietro al pubblico ci osservava, la salutava con la mano e rideva contenta. Nora teneva il braccio dritto per darsi un tono, stabilità ed equilibrio e fare un po' di scena anche lei come le altre ragazze che l’avevano preceduta. Spesso d’istinto lo portava lateralmente, orizzontale come una vera cavallerizza, lasciandolo il più dritto possibile, spostandolo nell’aria e nello spazio ogni volta che si stava per perdere l’equilibrio.

“Vedi come sono brava papà!” Esclamò tra il vociare dei presenti e la musica che quasi copriva le parole.

“Si Nora, ma tieni con tutte e due le mani che se no rischi di cadere…” Rispondevo.

Ovviamente stando sul toro meccanico in funzione, il tutto avveniva in modo abbastanza rapido, spontaneo e disordinato con movimenti spesso irrazionali e incontrollabili. 

Non appena si ci spostava di lato e si stava per cadere, tra le sue risa divertite e gli “oooohhhhh” dei ragazzi che osservavano, il suo corpo automaticamente era portato a tenersi in equilibrio e si spostava di conseguenza nella parte opposta controlaterale. Ma man mano che si andava avanti nel gioco diventava tutto più difficile e si rischiava di scivolare via.

Quando da lentamente il toro meccanico iniziò a muoversi velocemente e anche in modalità controtendenza i nostri corpi furono allo sbaraglio, sballottati su e giù e di lato e uno contro l’altro non gestivamo più i nostri movimenti. Era come se fossimo diventati un riflesso del toro stesso. 

E mia figlia tra le grida e la musica che invadeva la sala esclamò:” Papà mi sta scendendo…” intendendo il top, lasciando con una mano la cinghia e portandola verso il seno.

Subito abbassai la mia mano dalla spalla e pinzai il bordo della parte superiore del tessuto tra l’indice e il pollice e lo tirai su riuscendoci, tenendoglielo con le dita per non farlo scendere sotto la mammella a mostrarla a tutti i presenti, sentendomi dire:” Grazie!” Da lei.

“Stai tranquilla Nora, ci penso io…” Mormorai con voce saltellate vicino all’orecchio. 

E quando poteva lo stesso movimento lo compiva lei a volte con la mano libera, ma senza riuscirci a tirarlo su, senza staccare l’altra dalla cinghia di tenuta con il timore di cadere. Il busto insieme al sedere erano le parti più sollecitate dallo sballottamento che, durante i movimenti repentini della macchina, subivano i sobbalzi, e il suo top non avendo spalline che lo sorreggessero su, era soggetto a scendere sul torace a ogni balzo. 

Le mani a lei servivano una per reggersi per la cinghia di mantenimento al toro, e a me per tenermi a lei, ma ce ne sarebbe voluta una in più a tirare su la fascia del top che le scendeva continuamente e lo stesso giù la gonna che nei sobbalzi tendeva a salire, ma a quella ci pensavo io.

A un certo punto l’animale meccanico all’improvviso si abbassò lentamente con il muso anteriormente a sfiorare terra, e mia figlia per forza di gravità mentre si teneva alla cinghia fu portata con il tronco a scivolare in avanti, alzando per istinto riflesso il sedere dal dorso. Credo lo facesse per non far strusciare le mutandine e il sesso contro il manto del toro meccanico. Io di conseguenza scivolai dietro lei battendo il torace sulla sua schiena e la mia pelvi contro il suo sedere e ci trovammo uniti senza volerlo, adesi con il mio pene contro il solco intergluteo a sentirne la forma perfetta. E saltellando battevo la mia pelvi contro il suo fondoschiena e il mio pene quasi su il suo ano e quel essere adesi e urtare ripetutamente il suo sedere mi procurava turbamento perché, pur non volendo a quegli stimoli ripetuti e allo strusciare sulla sua gonna mi divenne duro.

Si era curvi in avanti, con il troncò piegato lei sul toro e io su di lei, e per la forza della dinamica nella spinta che le spostava il busto in avanti, il sedere di mia figlia di riflesso si alzava sempre. Si staccava dal dorso dell’animale meccanico restando sospeso qualche secondo anche di dieci e più centimetri e in quei movimenti ripetuti, la gonna le si sfilò di sotto anche se cercammo di rimediare rimettendola, riuscendoci soltanto in parte. D’istinto e per forza di gravità per controbilanciare il busto curvo sul manto, ai sobbalzi lei per riflesso alzava il culo involontariamente e in quel sollevarsi e abbassarsi sul dorso dell’animale o contro di me, la gonna le si sfilò di sotto completamente, iniziando a salire mostrando il sedere e le mutandine a tutto il pubblico. E mentre io come potevo cercavo di infilare nuovamente il tessuto sotto di lei, la parte superiore del seno ai sobbalzi aveva già iniziato ad uscire nuovamente. Non riuscivamo più a coordinarci, ed era spaventoso.

Successivamente all’improvviso il toro ricominciò a muoversi lentamente e con l'oscillazione a bassa velocità riaggiustai subito la sua parte superiore rimettendo il seno esposto al pubblico all’interno del suo top, a posto, mentre si cavalcava ancora. Inutile dire dei fischi, delle urla con il battere delle mani del pubblico, tutti facevano il tifo a perché il seno di mia figlia Nora le uscisse fuori e lo mostrasse.

Non era facile gestirsi. Io in quei distacchi delle sue natiche dal dorso dell’animale, da contro il sedere pur non volendo mi sentii sospinto e scivolai ancora più giù, sotto di esso, finendo con i pantaloni e il pene duro contro il perineo e la vulva di mia figlia che ci saltellava sopra. Purtroppo con lei a natiche scoperte, nonostante i nostri tentativi di tenerle giù la gonna, mi ritrovai e appoggiai involontariamente il pene duro all’interno dei miei pantaloni, alle sue mutandine e quindi alla vulva. E lei nei movimenti repentini dell’animale saltellando ci si sedeva e batteva continuamente sopra…

Era tremendo, fu terribile sentire il sesso di mia figlia contro al mio duro, non volevo ma non riuscivo a togliermi da sotto.

Anche se non volevo era più forte di me, sentire la forma soda dei suoi glutei e del perineo con subito dopo la vulva mi provocò maggiormente l’erezione e mi divenne durissimo. Per fortuna in quella posizione esternamente non si notava o meglio, forse lo capivano quei libidinosi del pubblico. Quando invece il toro si tirava giù con il sedere quasi a terra per non scivolare, mi tenevo aggrappato a lei che nonostante si tenesse alla cinghia di mantenimento obbligatoriamente scivolava contro di me, con il suo culo ancora contro e sopra il mio sesso, facendomene sentire bene ma involontariamente la forma e il solco intergluteo dove ci finiva contro il mio cazzo duro. In quella posizione avvertivo il sudore e il profumo del suo collo e dei suoi capelli...ed era tragico, orrendo, perché era mia figlia. 

In seguito il toro si sollevò ancora e Nora per reazione emise uno strillo misto di sorpresa, timore e divertimento e si trovò a saltellare come avevamo visto fare alle altre ragazze, battendo ripetutamente la vulva sul dorso della macchina o contro il mio pene eretto dentro i calzoni.

Non eravamo più posizionati seduti come all’inizio, come se fossimo in moto, dove anche se non volendo il mio pene sarebbe stato contro il suo osso sacro o al massimo il solco intergluteo e quindi alto rispetto il suo sesso. No, in quella posizione io gli ero con la parte inferiore del bacino sotto, e lei sopra di me. E probabilmente anche lei imbarazzata sentiva pur essendo imprigionato nello slip, il mio pene rigido attraverso le mutandine comprimerle sul sesso per la sua lunghezza, che io alle compressioni della vulva su di esso l’avvertivo morbida. Ero in difficoltà, a disagio e turbato ad avvertire la figa di mia figlia battermi sul sesso, mi vergognavo di me stesso ad avercelo duro, che mi fosse venuta l’erezione sentendo il sedere e la vulva di Nora, ma avveniva tutto talmente veloce che non avevo nemmeno il tempo di pensare e muovermi volontariamente, che ci muoveva sobbalzando il toro meccanico. Dopo di colpo la macchina ritornò dritta, ma sempre saltellando facendoci sussultare sopra di essa, io come ho spiegato a battere impotente e involontariamente il mio cazzo duro contro il velo del tessuto della mutandina che coprivano la sua figa e lei sprovveduta e ingenua sentendoselo battere ripetutamente contro la vulva… Era mostruoso e incestuoso quello che accadeva.

La gente di fronte e attorno ci guardava e rideva, mia moglie non la vedevo, probabilmente si era seduta e naturalmente anche se ci osservava non avrebbe capito cosa stesse succedendo a noi due.

Seguivamo obbligatoriamente i movimenti del toro meccanico, assecondandoli, che dopo averci fatto saltellare ci faceva restare curvi con me sopra lei, per poi ritornare nella posizione di partenza (dritti). Il tutto durava pochi secondi, ed era molto rapido e controtendenza e sembravano un’eternità...

La sua gonna era salita e il sedere purtroppo era completamente scoperto nonostante i nostri tentativi di coprirlo, finendo sempre io con i pantaloni e il pene duro scontro di esso alle sue mutandine e quindi quasi alla vulva e lei in un movimento repentino dell’animale tornando giù ci si sedete quasi sopra…

Dopo una ventina di secondi non avevamo nemmeno più il tempo di pensare. La macchina animale iniziò a sobbalzare, prima lentamente e poi velocemente e pareva che mimassimo un rapporto sessuale sul dorso nella posizione dell’amazzone, con lei a cosce divaricate attorno al toro, davanti a me, dandomi le spalle; cavalcando sul dorso l’animale meccanico e contemporaneamente su di me, sul mio pene duro sotto il tessuto dei pantaloni. Quel modo obbligato e involontario di percuotersi e strusciarsi su di me e sul manto del dorso del toro meccanico, consentiva alla sua vulva protetta solo dal sottile velo di tessuto della mutandina uno strisciamento con la stimolazione del clitoride, sia su di me, sul mio pene duro che contro la groppa dell’animale.  

Mi rendevo conto che era un fatto sconveniente ed ero spaventato da quello che stava avvenendo perché anche lei sentiva di essere sopra la mia durezza sessuale involontaria appoggiata alla sua vulva, con i nostri sessi eccitati uno contro l’altro divisi solo dagli indumenti leggeri che indossavamo; io i pantaloncini neri di lino e lei dal velo di tessuto della mutandina che le ricopriva la vulva...

La mia preoccupazione non era più che il pubblico le vedesse le mammelle o il sedere, ma quello che stavamo provando noi sessualmente sopra quell’animale meccanico. 

Lei un po' per la paura di cadere non aspettandosi che fosse così difficoltoso, in alcuni movimenti si avvinghiava alla scocca del toro rimanendo rigida con tutto il corpo e io a lei, cercando in tutti i modi di restare aggrappati anche quando si era già mezzi fuori e non riuscivamo o non potevamo attutire di volta in volta quelli che erano i balzi del toro sotto di noi e che facevano urtare la sua figa su di esso e sul mio cazzo, facendoci mimare un rapporto sessuale.

Ogni tanto l’operatore ci spostava di lato e sembrava inevitabile che cadessimo, ma all’improvviso il toro si raddrizzava rimettendoci su, in posizione, facendoci continuare a saltellare io adeso a lei.

Cercavamo di restare in groppa stringendo le gambe, ma era peggio, nel comprimerle sui fianchi del toro, avvertivamo maggiormente le vibrazioni del motore che ci penetravano dentro di noi, a lei certamente nella pelvi, sulla vulva, la vagina e l’ano e a me sul pene duro, i testicoli e l’ano eccitandoci contro la nostra volontà; e a me facendomelo venire con quelle vibrazioni maggiormente duro, come una pietra.

Per mantenersi stabile sull’attrazione del toro meccanico, con le gambe mia figlia inconsapevolmente si avvinghiava al corpo e ai lati dell’animale, facendo forza su di esso stringendo le cosce, ma era peggio, più stringeva e più il riflesso di tensione muscolare si ripercuoteva sugli inguini e all’interno, facendo il quel modo arrivare più sangue alla pelvi e quindi calore e quindi sensazione piacevole sul sesso.   

Subivamo molti sobbalzi, sgroppavamo sul toro meccanico e io non riuscivo più a tenermi con le mani sulle sue spalle e per restare in posizione di equilibrio le feci scivolare e gliele appoggiai dolcemente sui fianchi, senza stringerli. Ma così facendo involontariamente feci più danno che bene.

Assurdamente, quando eravamo lanciati in alto, tenendomi al top, nella spinata che riceveva glielo facevo abbassare maggiormente sul seno, facendole uscire involontariamente una o tutte due le mammelle e sembrava che ero io che la spogliavo per mostrarle al pubblico. Era terribile, lei era mia figlia. 

Dopo averlo rimesso a posto e tirato su il top, inaspettatamente il toro accelerò ancora i movimenti e io impreparato sobbalzando velocemente senza volerlo mi aggrappai forte al tessuto per tenermi e non cadere, tirandolo giù involontariamente e le abbassai la fascia superiore del top scoprendole di nuovo il seno completamente, lasciandole uscire le mammelle alla vista di tutti. 

“Ma pa-pà che- fai-? “Esclamò mia figlia con la voce rotta dai sussulti, sentendosi scoprire il seno da me. Sembrava che ero io che la spogliavo per mostrarla al pubblico e loro si divertivano molto vedere mia figlia cavalcare il toro con le mammelle fuori dall’indumento. Riparai subito a quello spettacolo che dava mia figlia con il seno fuori e pinzandolo con le dita dalla parte superiore ritirai su il top coprendole il seno. 

E mentre io cercavo rapidamente di aggiustare tutto tra il suo tenersi in equilibrio e gli applausi incitanti del pubblico, in quel momento vidi, guardando i sorrisi e gli occhi spalancati degli spettatori anche adulti verso il seno di mia figlia e la loro libidine. E me la immaginai come la vedevano loro, con lo sguardo intimorito ma esaltato e con il battere di palpebre saltellare a gambe larghe sul toro. La gonna su ormai intorno alla vita a mostrare la mini mutandina e il sedere e il suo seno fresco e giovane senz’altro eccitato dal toro e da me. E lei muoversi adesa a me che sussultavamo, tra quelle voci, grida e musica country; tra luci brillanti e davanti una folla di debosciati con tutti che la guardavano sorridendo maliziosamente mia figlia.

 

Era incredibile, mia figlia, seria educata e pudica era sul toro meccanico che saltellando mostrava le sue intimità a tutti.  

Prendemmo atto di quella realtà, e ci rendemmo conto quasi spaventandoci che era difficile restare su in groppa e gestirsi sul toro, mia figlia si teneva alla cinghia di mantenimento e io mi tenevo a lei, con la conseguenza involontaria di tirale gli indumenti e spogliarla di più.

Ai sussulti la sua gonna corta e svasata nei movimenti dello scendere con il sedere, quando saltellava si gonfiava di aria allargandosi e salendo in alto, mostrando la visione e la forma del suo splendido culetto e la biancheria intima che indossava ai presenti. Cercavo per quel che potevo d tenerle giù il gonnellino ma sobbalzando non riuscivo sempre a farlo a coprirla, spesso un movimento brusco mi alzava o abbassava la mano facendomi invece di toccare la gonna, la schiena o la natica involontariamente … e quel toccarla in quel contesto mi turbava essendo anche in erezione e col il fallo duro contro di lei, adeso alla sua vulva o al suo solco intergluteo.

Non riuscivo a prendere la gonna e ricoprirla, sia davanti che dietro, lasciandole così mettere involontariamente in mostra le cosce, le mutandine davanti o il culo dietro quando saltellava.   

Io oramai ero eccitato e penso anche lei e me la immaginavo come avevo visto le altre ragazze a occhi spalancati o chiusi. 

Contemporaneamente avvertivamo sotto di noi il motore del toro meccanico che riverberava le vibrazioni sul dorso, dandoci quelle piccole scosse piacevoli nella pelvi. Un rumore di ronzio profondo sotto di noi che sembrava che il corpo del toro vibrasse tutto. Penso che a quelle vibrazioni piacevoli Nora, mia figlia abbia chiuso gli occhi.

Saltellava e strillava anche lei senza motivo apparente, non capivo se dalla gioia o dal timore di sentire la pelvi vibrare e la vulva che urtando il dorso dell’animale meccanico o il mio pene duro le dava piacere. Non indossando il reggiseno sotto il top, mi accorsi nel cercare di tirarglielo su toccandolo involontariamente, che i suoi capezzoli erano lunghi, duri, sicuramente era eccitata. Il seno le dondolava rimbalzando sul torace delicatamente e io senza volerlo nell’insistere di cercare di coprirlo, in quegli sbalzi improvvisi mi capitò più di una volta di prenderlo in mano, avvertendolo sodo, gonfio ed eccitato. 

Tra quel caos di grida e di musica alta sentivo strani suoni e mormorii venire da lei, dalla sua bocca e capii che stava cominciando a gemere. Spaventato tolsi le mani dal petto e le abbassai sull’addome, afferrandolo e stringendolo istintivamente per mantenere l'equilibrio, ma tra i movimenti scoordinati mi scivolarono le dita più in basso, sul suo pube, sulle mutandine quasi sfregandole; e desiderai toccandolo inconsciamente il suo sesso. Decisi di riportarle su sui fianchi ma nel sobbalzare pur prendendoglieli stretti, andando su e giù con il movimento sembrava che l’accarezzassi sulla vita Era tutto involontariamente morboso da parte mia.

Lei non diceva nulla, continuava a saltellare gemendo mentre il movimento del toro la inclinava e faceva dondolare e saltellare con il seno e il sedere sopra di me. Io in quel dondolio forzato che praticavamo, unendoci e staccandoci, detto volgarmente, era come se le stessi dando delle cappellate contro la vulva.

Ma un altro movimento brusco e improvviso del toro le fece scendere maggiormente il top sotto il seno proprio nell’attimo in cui io volevo prenderlo e tirarglielo su e invece presi la sua mammella nuda nella mano, avvertendo una strana e morbosa e incestuosa sensazione. Il movimento saltellante verso l'alto del toro meccanico nel cercare di coprirle le mammelle mi fece ritrovare più volte entrambe le mani sul suo seno. Era terribile, non volevo toccarglielo, era mia figlia, ma non riuscivamo ad essere coordinati e le sue mammelle continuavano a rimbalzare delicatamente contro le mie mani che accidentalmente senza intenzione accarezzavano i suoi capezzoli già turgidi. Le mie dita potevano sentire le vibrazioni e l’eccitazione che le scorrevano attraverso la pelle,

Il suo culo era ormai perpetuamente fuori dalla gonna, contro di me. 

Nora sorrideva spaventata di quello che stava avvertendo il suo corpo nel provare piacere cominciò ad emettere suoni incomprensibili e abbassarsi o allungarsi inarcandosi stirando il suo corpo contro di me.  Avvertivo il profumo sudato della sua pelle mentre avvolgevo le braccia intorno a lei e per non scivolare tirai il mio corpo al suo appoggiando senza volerlo in quel dondolio le labbra sulla sua spalla, avvertendone oltre il profumo sensuale, il calore e il sapore della sua eccitazione.

Ci trovammo nel panico entrambi perché capimmo che non eravamo più padroni dei nostri movimenti e dei nostri corpi, poiché non riuscivamo a tenere testa a tutti gli sbalzi del toro che aumentavano sempre di più e in modo irregolare, tanto che diventò predominante rispetto a tutto l’altro il tenerci. Nora alla cinghia di tenuta del toro e io su di lei per non cadere. 

Cercavo di essere morbido negli urti mi dava mia figlia sul sesso e nelle spinte e colpi bruschi che le davo io con il mio pene saltellando, in modo da “attutire” gli urti direttamente su di me e lei, in quei sobbalzi continui dell’attrazione meccanica per forza di gravità. 

In quel dondolio e battere ripetutamente a intermittenza il fallo contro il suo sedere, avendocelo duro cercavo di staccarmi per non farglielo sentire, ma ogni volta che il toro si muoveva in avanti le finivo contro e la colpivo o nel solco intergluteo o sulla vulva per la lunghezza del mio pene.

L’ambiente si era scaldato, mia moglie ci guardava e sorrideva muovendo la mano, intorno c’era il caos, ragazzi e ragazze che urlavano e ridevano guardando me e mia figlia in quella posizione e atto sessuale, senza sapere che quella ragazza che sembrava fare sesso davanti a me fosse mia figlia. 

All’improvviso il toro si mise a sobbalzare velocemente per disarcionarci, ma sempre in un modo da permetterci di restare su, ma incessantemente più rapido staccandoci dal dorso in modo scoordinato, prima lei con il suo culo soltanto con la mini mutandina che mettono le ragazze diciottenni e subito dietro io con il cazzo duro dentro i pantaloni che batteva sulla sua vulva. Saltellammo in quel modo per sette otto secondi fila, forse di più e pareva che realmente avessimo un rapporto sessuale e forse lo era anche se non c’era penetrazione. Non riuscivo a fermarmi a staccarmi da lei, nemmeno lei riusciva a separarsi da me tanto era veloce il movimento, che non avevamo il tempo di fare o pensare e saltellando in quel modo stavamo mimavamo un rapporto sessuale tra noi due e lei lo sapeva, lo capiva e lo sentiva. Alche tra la musica e il vociare sentii gridare in inglese da un gruppo di ragazzi bianchi e neri che ci osservavano e rideva e lo sentì anche lei, Nora…” fuck her…!” (chiavala!) mi dicevano. E una ragazza ridente con una bottiglietta di birra in mano urlare forte al ragazzo e hai presenti “They're fucking” (stanno chiavando) ridendo stupidamente.

“Dio che vergogna,” Pensai e li senti e capì anche mia figlia che parlava inglese e certamente con le sue amiche conosceva anche il significato della parola fuck (chiavare) in tutte le sue forme verbali. Il cuore mi batteva forte, mi vergognavo di me stesso e di essere lì con il cazzo contro il sedere e la vulva di mia figlia. Si erano accorti che ci davamo senza volerlo uno contro l’altro sessualmente. Meno male che mia moglie non lo capiva l’inglese e le facevamo sempre da interpreti noi, e poi era dietro al tavolo da sola che sorrideva e a volte sventolava la mano facendomi segno di tenerle su il top.

Era terribile credetemi, pur volendo non riuscivamo a smettere a staccarci e darci contro con il sesso uno all’altro e continuavamo impotenti ad avere quell’atteggiamento sessuale, io con le mani sui fianchi sopra il top che nei sobbalzi stringendo involontariamente, dopo averglielo alzato, accidentalmente glielo riabbassavo di nuovo. Le facevo saltare fuori prima una mammella che non riuscivamo più a coprire tanto si muoveva rapida la macchina animale e dopo l’altra, scendendogli il top sotto il seno, lasciando le mammelle con i capezzoli turgidi alla vista di quei ragazzi, ragazze e adulti che ridevano.  E in un estremo tentativo di riprenderle il bordo superiore del top e tiralo ancora su per coprirle il seno dagli sguardi di quei debosciati che osservavano, nel saltellare del toro, dal dondolio e spostamento della mano finii per toccarglielo nuovamente sentendo ancora i suoi capezzoli duri e sporgenti sulle dita, segno che era eccitata anche lei.  Il seno di Nora non era molto voluminoso, ma già sviluppato bene e lei senza volerlo lo mostrava a tutti agitandolo sul torace davanti al pubblico. E io purtroppo nei movimenti casuali portando le mani sul davanti per mantenermi adeso e in equilibrio, potevo toccarlo e sentire il suo giovane seno dondolare e i suoi capezzoli sporgere in avanti duri come rocce. Significava che come succedeva a me anche lei era eccitata di quello che ci accadeva, in quell’insieme di sensazioni fisiche e sessuali. Avvertiva certamente anche le vibrazioni del toro nella pelvi, oltre che sentirsi battere il dorso ripetutamente sulla vulva, esibendosi suo malgrado e mostrandosi involontariamente osservando i ragazzi e le ragazze davanti a lei che glielo guardavano saltellando vogliosi e applaudivano incitandola a muoversi sul toro. A un certo punto non cercò più di coprirlo, era come se avesse scelto di mostralo, di farselo vedere da quei spettatori, che lo ammirassero e si eccitassero e pareva che godesse nel farlo… 

 

Sono certo che anche lei da quel saltellio sul mio pene rigido battendoci ripetutamente sopra provasse piacere e quei ragazzi, quegli stupidi glielo guardavano fare, qualcuno facendo qualche foto. 

Volevo dirle qualcosa per toglierla dall’imbarazzo e vergogna che certamente provava a essere osservata e incitata in pubblico e ricordo che mi avvicina e da dietro all’orecchio saltellando le sussurrai…” Non- ti -pre-occu-pare- che- qui-non-ci- cono-sce-ness-uno…" Con le parole rotte dal saltellare. Ma mi resi conto dopo che fu una amissione di consapevolezza a quello che stava avvenendo, cioè che entrambi provavamo piacere uno con l’altro. 

All’improvviso l’animale meccanico smise di saltellare si fermò un attimo e si mise girare su sé stesso e fu allora che vedemmo mia moglie dietro il pubblico in piedi vicino al tavolino che sorridendo gesticolava facendo segno alle sue di mammelle in riferimento a quelle di Nora che erano scoperte, pizzicandosi il suo tessuto con le mani, dicendo in italiano...” Coprile il seno Fabio…” Ma non c’era tempo, non c’era più la possibilità, non ci riuscivamo più, eravamo frastornati e prigionieri da quel saltellare e dalla situazione, certamente eccitati ma anche pieni di vergogna.

Nei sobbalzi continuai ad appoggiarglielo urtandola sempre con il pene sulla vulva in quel dondolio avanti e indietro e lei alzandosi con il sedere, scivolando senza volontà si posizionò puntandoselo per tutta la sua lunghezza proprio sul perineo tra la vulva e il solco intergluteo.

Altri movimenti del toro meccanico e il fallo duro scivolò più in giù, contro la vulva dove lei al saltellio quando si abbassava, ci batteva e sedeva sopra.

All’improvviso il toro dai movimenti bruschi e contrari, prese a muoversi rapidamente facendomi dondolare e saltellare il bacino verso di lei e di conseguenza il mio sesso duro urtare ancora e sempre contro la sua vulva. Mia figlia davanti a me saltellava incontrollata dondolando la testa e i capelli con suoni vocali spezzati che le uscivano a quei improvvisi e inaspettati spostamenti. 

Mormorò soltanto a voce bassa che solo io potevo udire visto il caos:” Papà…!”

“Che c’è Nora?” Domandai con le labbra sul suo orecchio stringendomi a lei.

“Mi… p….!” E subito seguì un:” Oooohhhh!!!!” Incontrollato che le morì in gola.

Capii che stava godendo.

Il pubblico gridava, compreso le donne, che ridevano della nostra immagine praticamente di lei seduta su e davanti a me e io che spinto dal toro meccanico le davo a posteriori colpetti sul sesso simulando involontariamente un rapporto sessuale.

A quel sollecito mia figlia iniziò a emanare dei lamenti di tipo sessuale, erano una fuoruscita di suoni che vocalizzava come gemiti, dando certamente agli spettori una espressione di piacere del volto emettendo vocali spezzati e rotti dal movimento con un:” Ooohhh…mmnn…ooohhh” Coperti dalla musica e quindi che solo io visto il caos potevo udire.

Era terribile mia figlia come le altre ragazze che biasimava e derideva dicendo che facevano scena e fingevano, si stava comportando come loro, godeva dal battere la vulva sul dorso del toro e sul mio pene duro emi sentivo in colpa che godesse con me…Avrei voluto fermare tutto ma non potevo e impotente e contro la mia volontà continuavo a farla godere.

Tutti ci guardavano con uno stupido sorriso, io iniziavo a sudare quando vedevo la massa variegata di quella gente anche adulti con quel sorriso libidinoso guardarci e guardare mia soprattutto mia figlia che praticamente in mutandine e con il seno scoperto godeva saltellando.

Eravamo consapevoli che ognuno di noi sentiva e si accorgeva delle reazioni sessuali e del piacere dell’altro, io la sentivo gemere ogni volta che veniva indietro a sedersi sul mio fallo e lei capiva che mi accorgevo che lei stesse godendo.

Il toro non raggiungeva mai una velocità abbastanza rapida da lanciare fuori di esso me oppure entrambi e ci spostava sempre in bilico dal punto di cadere che non avveniva mai, lasciandoci continuare in quello spettacolo libidinoso che davamo. Con me che per restare in groppa, purtroppo dovevo tenermi e aggrapparmi a lei, al suo corpo sudato, caldo e anche eccitato, a qualsiasi cosa di lei in quel momento mi capitava in mano, la spalla, il top e purtroppo a volte la mammella, i fianchi e l’addome. Ma quel girare su sé stesso in un certo senso era meraviglioso ci dava una sensazione di vuoto al cuore e allo stomaco, aumentando piacevolmente le pulsazioni a me l’erezione e a lei come un risucchio piacevole in vagina. Ogni volta che il toro si è abbassava le mammelle di mia figlia si portavano in avanti insieme al tronco quasi penzolando nella loro sodezza e io finivo spinto con l’addome contro i suoi lombi. Quando il toro si impennava in alto e quindi all'indietro, lei mi cadeva contro e addosso, a volte ridendo altre dicendo frase incomprensibile e sconnesse, sibili e forse gemiti di piacere che non capivo, e io per non scivolare indietro mi aggrappavo a lei e tiravo il suo corpo verso me e il mio contro il suo. E spingevo in alto il bacino per restare seduto e senza volerlo, spingevo maggiormente, il mio pene contro la sua vulva. Erano secondi quelli che sembravano durare una eternità. Assurdamente appoggiavo il mio cazzo duro contro il perineo e la figa di mia figlia.  Qualsiasi movimento verso l'alto era invariabilmente seguito da un brusco movimento del toro verso il basso che ingrandiva l'effetto delle vibrazioni all'interno delle nostre pelvi e quindi il piacere. A volte con la testa ero appoggiato alla sua spalla che mi dava una sensazione strana, di turbamento di vertigine ad avere quel corpo perfetto, giovane, ammirato e desiderato da tutti i presenti contro di me, anche se era di Nora, mia figlia. Avvertendo il suo profumo giovanile da ragazzina entrarmi nelle narici insieme all’odore del suo sudore. La sensazione combinata del suo corpo contro il mio, della sua vulva contro il mio pene e la costante vibrazione del motore del toro mi prendevano i testicoli che insieme all’incitare del pubblico era qualcosa di unico e lussurioso. Potevo solo immaginare come si sentisse Nora seduta o saltellando sul mio pene duro che martellava contro di lei la sua vulva.  

A un certo punto la sentii dire:” Pa…”  E respirare forte, soffiare ed emettere suoni che solo io essendoci vicino a lei sentivo in quel vociare e gridare. La vidi reclinare la testa in basso come vedevamo fare da spettatori alle altre ragazze che cavalcavano i tori, lasciarsi cadere tutti i capelli davanti a coprirle il viso e la sentii continuare ad ansimare e gemere:

”mmmmmmhhhhh…Ohhhhhhhhhhhhhhhhhhh…Paaaaaa…. “ 

Stava godendo coperta dal vociare e dalla musica e gli altri non potevano ascoltare il suo piacere, ma io sì che ero adeso a lei. Si, li sentivo i suoi gemiti e avvertivo il suo corpo diventare rigido, sudare e fremere. Era tremendo.

“Mio Dio…” Pensai:” …ma sta godendo… sta godendo realmente davanti a tutti, sopra di me, non è possibile.”

Ma la sentivo fremere, irrigidirsi sempre più e tremare.  Capii e sentii che mia figlia stava godendo, che aveva un orgasmo… muovendosi lei di sua iniziativa con il sedere e la vulva su e contro il mio pene soffiando il respiro brevemente, ansimando. Era un ansare come un gemito basso e lungo a intermittenza, spezzato dai movimenti e dal suo godere stesso. Non guardava più in giro, ma come le altre ragazze precedenti che derideva ora era lei che teneva la testa bassa a occhi chiusi forse socchiusi, vergognandosi di godere davanti a tutti e con il toro meccanico e suo padre. Ogni tanto tirava su la testa sempre ansimando e respirando forte e brevemente, per poi abbassarla di nuovo insieme ai movimenti del toro mentre la gente ci osservava. La guardavano tutti e qualcuno dai movimenti, dal dondolio del capo che teneva reclinato in avanti cercando di nascondersi, e dalla sua pelvi che batteva sul dorso del toro e su di me, capì che stava godendo, al punto da urlare irriverente ridendo tra il pubblico:” enjoys... is enjoying...” (gode… sta godendo…) capendolo anche lei visto che come me conosceva l’inglese.

Nora sobbalzando restava a testa bassa, certamente si vergognava di godere su di me, sul mio cazzo e in pubblico, davanti a tutte quelle persone che lo capivano e la guardavano…”  Continuava ad emettere suoni, lamenti, gemiti e mezze parole che riuscivo a malapena a capire tra il suo ansare.  Lei teneva sempre forte la cinghia con le mani appoggiate davanti e spinte verso il sesso come a voler fermare quel piacere, quel fuoco che aveva dentro la vagina e la faceva godere saltellando. Il suo era un orgasmo lungo e prolungato oppure come capita a molte ragazze della sua età, era una serie di piccoli orgasmi intensi e profondi uno dietro l’altro, ma questo non so dirlo!  E d’istinto senza volerlo, nello sgroppare appoggiando le mie mani qua e là, sui fianchi, le spalle a volte il seno, le appoggia sulle sue braccia, facendole scivolare accarezzandole fino in basso, ad arrivare sulle sue sulla cinghia di mantenimento, mettendogliele sopra e tenendomi a esse per non cadere indietro quando si alzava il toro. D’istinto e per reazione senza volerlo nell’oscillare gliele spingevo e premevo di più contro il suo sesso, aumentandole il piacere e l’orgasmo. Mentre dietro io sussultando continuavo a battere o sfregare il pene duro sulla vulva. 

“La sentii mormorare ancora...pa…pa..” Ma niente di più, probabilmente voleva dirmi che godeva ma non riusciva a farlo. In quelle oscillazioni ci muovevamo come se avessimo un rapporto sessuale posteriormente o a seconda dei movimenti glielo strusciarglielo sul perineo e sul solco intergluteo del suo bellissimo culo marmoreo. Glielo strofinavo delicatamente sulle mutandine, duro, in tutta la sua lunghezza perché imprigionato dentro ai pantaloni e quindi non eretto era piegato, ma molto duro. E probabilmente batteva e premeva per la sua estensione contro la sua giovane vulva, sopra e lungo la sua fessura tra, le grandi labbra coperte solo dal velo fine del tessuto della mutandina. E intanto le sue mammelle fiorenti con i capezzoli turgidi e congesti dal piacere, continuavano a dondolare nude sul torace capitando spesso che senza volerlo, per tenermi gliele toccassi.   

La gente divertita rideva e osservava quei movimenti, un po’ su e giù sembrando che la chiavavo.

A un certo punto in quel saltellare sentii le vibrazioni dal dorso dell’animale meccanico, e subito nel sentire godere mia figlia avvertii un enorme calore sprigionarsi nella mia pelvi, il cuore prese a battermi fortissimo, il respiro diventarmi corto da ansare come lei e i testicoli contrarsi violentemente più volte e diventarmi duri quasi da farmi male dentro i pantaloni. Capii che stavo per avere un orgasmo anch’io, stava per arrivare e non volevo, non volevo godere su mia figlia, contro di lei e con lei.

“No mio Diooo…questo no…! Nooo!” Pensai.

Cercai di staccarmi da lei ma non ci riuscivo, ma soprattutto non riuscivo a trattenermi, il mio respiro ansante era forte al suo orecchio che capì anche lei cosa mi stava accadendo, ma non diceva nulla, ansando insieme a me. Non volevo, non volevo lo giuro, Dio mi è testimone, ma l’eccitazione e il desiderio di lei improvviso in quel contesto era tanta che non resistetti e avvertii l’orgasmo forte è potente arrivare sentendo battere il pene sulla sua vulva. Cercai di trattenermi di contrarmi per bloccarmi ma non ci riuscii. Avevo vergogna di me stesso, non volevo provare piacere, non volevo eiaculare su mia figlia, per desiderio di lei… Ma il toro continuava implacabile a saltellare incessantemente e il cazzo a battere sulla sua vulva e a un certo punto venni preso come da una vertigine, una vampata di calore enorme che dai testicoli salì e si irradiò a tutto il corpo. Non resistetti più, non ce la feci, non riuscii a trattenermi e fu più forte di me, della mia volontà e scoppiò. Prima tremante mi irrigidii tutto con il cuore che mi batteva fortissimo e poi mi lasciai andare avvertendo i testicoli irrigidirsi e contrarsi maggiormente, quasi rabbiosamente. E avvertii lo sperma salirmi dalle vescichette seminali su per i dotti, ed arrivare in uretra e correre veloce come un fiume in piena verso il glande per uscire dal suo meato dandomi un immenso piacere, una gioia mai provata, una scossa elettrica in tutto il corpo e al cervello. Un godimento e un orgasmo mai avuto prima facendomi per reazione stringerla a me quasi abbracciandola. 

La strinsi a me forte, ansimando nel suo orecchio, facendole capire tutto il piacere che provavo in quella situazione con lei e che stavo riversando involontariamente fuori di me. Era terribile ma meraviglioso nello stesso tempo, una sensazione bellissima quella che provavo, estasiante e la stavo vivendo con mia figlia e lei con me. Ed eravamo davanti alla gente che ci guardava, alcuni ignari, altri che capendo tutto ridevano biliosamente, soprattutto le ragazze che guardavano mia figlia saltellare a capo reclinato in avanti, probabilmente nel vederla godere con il toro meccanico e con me. Guardavano anche me godere e non sapevo, non capivo se ne accorgessero dalla mia faccia che provavo piacere. E d’istinto, anch’io come mia figlia per la vergogna di godere davanti a quel pubblico, soffiandomi sui denti il respiro forte del piacere, abbassai la testa dietro la sua spalla…e la appoggiai sul suo collo e insieme al mio fiato intenso e breve che soffiava sulla sua spalla, appoggiai le labbra sulla sua pelle calda e profumata e la baciai sulla cute, e godendo eiaculai, e mi lasciai andare liberamente a quel calore incantevole che avverto arrivare nello slip. Anche lei probabilmente in preda all’orgasmo, silenziosamente di lato appoggiò la sua guancia alla mia, ansimando, mancando poco che in preda a quel piacere incestuoso ci baciassimo.

Stava arrivando, lo sentivo insieme alle contrazioni prepotenti del pene contro la mutandina della sua vulva, uscire fuori dal glande ed esplodere, ed eiaculai, si eiaculai abbondantemente e con una intensità e un piacere mai provato prima contro e dentro il mio slip che era dentro i pantaloni che a loro volta erano contro le sue mutandine e quindi la sua figa. E iniziai spingere e a premere sulla sua vulva come se la chiavassi davvero e lei avvertendomi a ricambiare e mi sembrava realmente di sborrale contro e sopra… 

D’istinto a quel piacere mentre saltellavamo ancora l’abbracciai e la strinsi a me fingendo di tenermi a lei per non cadere, spingendo ancora più forte le mie mani appoggiate anteriormente sulle sue, premendo con forza le sue mani sulla vulva, toccandogliela. Mentre anch’ella certamente aveva e avvertiva la vagina che si contraeva al piacere di sentirsela premere, avvertendo la spinta delle mie mani sulle sue, su di essa e il battere del mio pene per tutta la sua lunghezza da dietro contro la sua fessura vulvare. 

Era spaventoso e soddisfacente quello che stava avvenendo. Fu un momento intenso per entrambi, stavamo avendo l’orgasmo simultaneamente, insieme, lei ancora a testa bassa mugolante tra il gridare e l’incitare del pubblico emettendo un:” mmmmhhhh  Oooohhh” Ovattato , spezzato cantileniate e ansimato dal piacere che provava e che potevo ascoltare solo io  in quel  caos essendogli vicino. Poi con un urlo improvviso e liberatorio tirando su il capo come provocazione, guardò quel pubblico adulto attorno a noi, negli occhi come a volerlo sfidare a osservarlo in quello stato e farsi osservare mentre in mutandine e con il seno scoperto godeva e si mostrava, e mi sorprese molto quel suo atteggiamento. Mentre io in quel saltellare di pochi secondi, mi svuotavo completamente lo sperma nello slip 

Quando ebbi eiaculato, rendendomi conto dell’accaduto, smisi di abbracciarla e di comprimere e tolsi una mano da sopra le sue davanti al pube e la portai su stringendola alla vita, e in quell’attimo il toro meccanico rallentando mi diede la possibilità di passare la mano davanti e riuscire a tirare su il top e ricoprire a malapena le mammelle, sul bordo del capezzolo. Ma fu per poco, saltellando ancora in due secondi tornarono di nuovo fuori. Era terribile, eravamo impotenti ed era davvero come se lei mostrasse volontariamente le sue giovani mammelle sussultanti a tutti gli spettatori.

La sentii ansimare ancora, certamente godere ancora anche lei e in quel momento tolsi l’altra mano da sopra la sua e la tirai su con le dita aperte sul suo addome, comprimendola ancora verso di me. E … mentre Il suo corpo era adeso al mio provai ancora di coprila con il top, cercando di togliere la purezza della sua nudità mammaria dagli sguardi di quelle persone libidinose. 

La sentivo con il corpo lasciarsi andare indietro contro di me e poi gettarsi in avanti e abbracciare strettamente il manto peloso del toro e gemere, forse ridere, non capendo nemmeno io in quel caos quale fosse la sua reazione. E senza rendercene conto le sue vocalizzazioni e la sensazione del suo corpo combinati con le vibrazioni del toro ci portarono ancora a una sensazione di benessere e a una forma di orgasmo.

In quel momento sgroppando sul toro dietro a mia figlia, tra la folla davanti all’operatore, vidi la ragazza che le regalò il biglietto, era insieme con degli amici che ci guardavano e ridevano di noi, osservando anche lei la scena, le mammelle, il saltellare e il culo scoperto di mia figlia battere contro il dorso del toro e il mio pene.

Tutti applaudivano mentre noi ancora in groppa saltellavamo e vidi e sentii la voce di mia moglie tra tutto quel frastuono di parlare inglese, urlare in italiano gesticolando con le braccia:” Coprile il seno…”

“Si, coprile il seno…” Pensavo:” … come se fosse facile. Oramai gliel’hanno visto tutti…” Quella era la sua preoccupazione, che non vedessero le mammelle a nostra figlia, non rendendosi conto cosa era capitato a noi.

E mentre lasciai il fianco di Nora e misi la mano sul davanti per cercare di tirarle giù il top mi ritrovai in mano la sua mammella balzante, calda, gonfia di piacere con il capezzolo turgido, era ancora eccitata e godente come noi. Ma nel compiere quella manovra in un movimento brusco del toro, non avendo la presa su Nora, mi disarcionò e caddi sul tappetto gonfio d’aria.

Caddi a terra e per un momento non saltellando più, pur stordito capii cosa era successo. Era come se io e mia figlia avessimo avuto un rapporto sessuale esternamente, senza penetrazione diretta, solo sfregamento e percussione. E da atterra, come se fossi diventato anch’io uno spettatore mi alzai, per un momento la vidi ancora sola saltellare sull’animale meccanico con tutto il culo fuori insieme alle mammelle che dondolavano.

Non essendoci più io dietro e sotto di lei, nei movimenti e nei dondolii non batte più la vulva sul mio pene, ma direttamente sul dorso duro e peloso del toro meccanico, godendo come le altre ragazze prima di lei che cavalcavano sole, forse anche di più di loro e che lei prendeva in giro dicendo che simulavano.

Dopo una quindicina di secondi venne disarcionata anche lei cadendo sulla gomma piena di aria con l suo culo scoperto e il seno fuori. Mi alzai sprofondando lei era a terra, con la gonna che mostrava le mutandine, il top giù e il seno fuori.

Mi avvicinai e la guardai con le sue belle gambe lunghe e affusolate divaricate che mostrava involontariamente anche a me le mutandine, che alla luce dei fari che illuminavano l’area dello show, mostravano al centro un punto più scuro, bagnato, come se avesse perso della pipì. Capii invece che probabilmente era l’umido degli umori del suo piacere che si erano bagnate godendo e ne capii il significato. Lei vedendo che la fissavo tra le gambe e sulle mutandine, forse vergognandosi le chiuse subito. D’istinto a quella visione e sapendo che avevamo goduto, guardai in basso i miei pantaloni a osservare se ero macchiato esternamente del mio sperma, se si vedesse qualcosa, ma nulla era presente, era ancora tutto dentro lo slip. 

Subito mi avvicinai a lei seduta sulla gomma gonfia dopo essere stata disarcionata. L’aiutai, con la mano tirai giù la gonna e si ricoprì stringendo forte e subito le gambe e le tirai su il top a coprirle le mammelle che erano state vilipese da tutti quegli sguardi oltraggiosi e libidinosi. 

Le tesi la mano per aiutarla ad alzarsi. Lei me la diede e ci guardammo negli occhi, eravamo entrambi sconvolti i volti sudati e la faccia smarrita, ma non dicevamo nulla.

Ci guardavamo negli occhi in silenzio. E mentre tutti intorno urlavano e ridevano, si tirò su, entrambi con la testa frastornata che ci girava dopo quel scuotere e scrollare del toro meccanico.   

Mentre ci rialzammo tra gli applausi di quel pubblico di ragazzi e adulti degenerati, ma con anche ragazze e qualche signora che le sorrideva, arrivò un’altra coppia che aiutata dal gestore salì sul toro meccanico.

All’entrata del recinto, per uscire riprendemmo e calzammo le scarpe e rossi in viso, pieni di vergogna che tutti ci guardavano e lei spettinata, uscimmo dirigendoci al nostro tavolino. Avvicinandoci vedemmo mia moglie alzarsi, sorrideva, da quella distanza non aveva capito cosa era successo.

E guardando me esclamò scherzosa:” Siete dei brocchi!” Per poi passare la mano sulla schiena a Nora baciandola sulla guancia:” Eh come sei sudata pulcino…” disse come la chiamava lei anche se oramai era una diciottenne: “… ora andiamo subito a casa e ti togli questo top…Ti sei divertita?”  Le domandò ancora sempre sorridendole. Mia figlia annuii con il capo senza dire nulla.

“Siamo frastornati, ancora un po' intontiti…” Dissi io:” Non è facile andare sul toro…” Balbettai.

“Eh ho visto…” Ribatté sempre sorridendo mia moglie e scosse il capo, non si era accorta di niente.

Ci sedemmo entrambi sconvolti di aver goduto, di aver provato quel piacere.

Mia moglie sempre con un sorriso materno le si avvicinò con la sedia, accarezzandole i capelli e spostandoglieli dalla fronte sudata.

Nora con il viso arrossato a volte mi guardava, ci osservavamo in silenzio con disagio e vergogna sapendo mentalmente l’un all’altro che avevamo goduto. 

Mentre parlavamo e spiegavamo mia moglie prese Nora e la tirò a sé stringendola e baciandola in fronte.:” Bella la mia Nora!” Esclamò orgogliosa. Poi vedendola silenziosa e a disagio pronunciò:

“Non sarai mica preoccupata perché quei ragazzi ti hanno visto il seno?!” Domandò sorridendo accarezzandola sempre sul volto e guardando me. “Non devi esserlo Nora, è successo a tutte le ragazze che sono salite e poi domani andiamo via e nessuno si ricorderà di niente…” Dichiarò.

Lo stesso pronunciai io ben sapendo che non era soltanto per quello il suo disagio:” Non ti devi preoccupare di queste cose…” 

Volevo tranquillizzarla che quello che era successo non doveva incidere su di noi. E mia moglie continuò:” Certo tuo padre poteva coprirtelo meglio il seno…” Disse ancora.

“Eh ma guarda che non era facile lo sa anche lei…” Mi giustificai.

E mia moglie continuò: “Anche se ti hanno visto il seno non c’è nulla di male, sulle riviste e al mare oramai lo mostrano tutte ragazze e signore e nessuno ci fa più caso. Anche oggi quando siamo andati alla spiaggia dell’albergo, hai visto anche tu tutte le ragazze in topless”

Laura pensava che quella forma di silenzio e mutismo di mia figlia fosse dovuta alla vergogna che le avessero visto il seno nudo, non immaginando minimamente quello che era successo tra di noi.

Mi sentivo a disagio, avvertivo lo slip tutto bagnato e pieno di sperma, mi dava fastidio avevo paura che passasse oltre le mutandine e mi macchiasse anche i pantaloni e si vedesse esternamente dall’altra parte del tessuto.

Decisi di andarmi a pulire e mettere apposto e dichiarai:” Vado un attimo in bagno esclamai…” Mia figlia mi guardò silenziosa abbassando gli occhi, certamente conosceva il motivo per cui andavo alla toilette visto che le avevo goduto addosso e senz’altro pensava che le avessi eiaculato contro. Loro restarono sedute e io andai nel bagno degli uomini e passando vidi che tra spinta e risa c’era una fila molto più lunga di prima per la biglietteria del toro meccanico. 

Una volta nella toilette e chiusa la porta, slacciai la cintura e tirai giù i pantaloni lentamente e poi lo slip e quello che vidi era tremendo, ero tutto pieno e sporco di sperma, avevo eiaculato abbondantemente e non essendo eretto il cazzo, ma piegato duro a spingere dentro lo slip si era impastato tutto, tessuto delle mutandine e pene fino ai peli di sperma. Era come si suol dire un impiastro, non sapevo da che parte incominciare a pulirmi, e a toccarlo essendo ancora idi dimensioni riguardevoli mi dava ancora sensazioni piacevoli. Ero pieno di sperma e ne sentivo persino l’odore. Presi la carta igienica e iniziai a pulirmi il glande, il pene e i peli, ma non ci riuscivo bene tanto ce n’era e intanto pensavo.

“Mio Dio… ho goduto contro il sedere e la figa di mia figlia… ho goduto con lei…” Ero sconvolto e demoralizzato. Mi dispiaceva, era come se si fosse rotta la nostra intesa paterna e ne fosse nata una sessuale. Non avrei voluto, ma sentivo ancora i testicoli caldi e un leggero formicolio piacevole. Nonostante fosse stato terribile, era stato bellissimo, mi era piaciuto sentire il corpo di Nora contro di me, toccarle il seno e i capezzoli turgidi con le dita e sentire la sua vulva e il suo solco intergluteo battere sul mio pene duro mentre godeva e ansimava, anche se avrei voluto che non mi piacesse. 

“Appena torneremo in Italia dimenticherò tutto!” Mi ripetevo:” Anche di quello che è successo con Nora!” Poi riflettendo e guardando l’impiastro di sperma sulle mutandine pensai:

 “Non posso certo fare vedere a mia moglie queste mutandine, se no capisce tutto…” E decisi di toglierle e gettarle, così tolsi i pantaloni e anche lo slip fasciandolo di carta igienica e gettandolo nella pattumiera del bagno e con altra carta bagnandola incominciai a pulirmi e a lavarmi. Ci misi un po' e feci andare quasi un rotolo, l’altra metà l’adoperai per imbottirmi davanti. Misi i pantaloni senza slip e prima di chiuderli li riempii di carta igienica. Mi riordinai, lavai le mani, pettinai e uscii e tornai al tavolino.

Mi sedetti facendo finta di nulla e sorridendo incrociai ancora lo sguardo silenzioso e imbarazzato di mia figlia. Che appena accomodato pronunciò:” Devo andare anch’io in bagno…”

“Sono là! Guarda. “La informai facendole segno con la mano.

“Eh saltare sul toro vi ha sollecitato la vescica!” Esclamò sorridendo mia moglie.

“Eh sì!” Risposi io:” Siamo stati sballottati un po'!”

E mentre Nora si alzava mia moglie facendo lo stesso esclamò:” Ti accompagno!”

“Ma no mamma vado sola è qui di fronte lo vedi…” Dichiarò nostra figlia.

“Ma si lasciala andare da sola cosa vuoi che succeda?” E tenendole la mano feci risedere mia moglie. E in quel tempo che aspettavamo che tornasse mia moglie mi chiese:” Be come è stato?”

“Divertente ma impegnativo.” Risposi:” Non era assolutamente facile tenerle il top a coprirle il seno e la gonna il sedere…”

“Eh ho visto dalle facce ed espressione che facevate che eravate in difficoltà, soprattutto Nora, che con lo sguardo fisso spalancava la bocca come quelle ragazze che diceva che simulavano. La vedevo saltellare aprire e chiudere gli occhi e fare quelle facce assurde poverina. Certamente era imbarazzata. E quelle grida?  Oltre che sorpresa e stupita di saltellare su quel coso in alcuni momenti era divertita diventava sorridente. Meno male che c’eri dietro tu a tenerla anche se avevi la faccia seria.” E pronunciò redarguendomi:” Però non le hai coperto niente, aveva tutto il seno fuori che glielo guardavano… potevi tiraglielo su il top o metterci una mano davanti, lo sai che lei è vergognosa… è per questo che ora è così imbarazzata. “Disse proseguendo e ripetendo:” Menomale che dietro a coprirle il sedere c’eri tu.”

“Eh ma te l’ho detto, non era mica facile sai! “Risposi:” Ho provato tante volte a cercare di coprirglielo, ma si era sballottati e non si riusciva a compiere le azioni che ci si prefiggeva. Glielo tirato su due tre volte, ma le scendeva sempre e la gonna saliva… anche quella cercavo di prendere e mettere sotto ma era difficoltoso. E comunque anche se le hanno visto il seno, come hai detto tu qui non ci conosce nessuno e domani partiamo… E poi anche tutte le altre, guarda…” Dissi facendo segno con la mano a una ragazza sul toro che saltellava:” ... ce l’hanno tutte fuori.

“Ma sì... ora per lei è il momento della vergogna poi le passa…” Dichiarò mia moglie.

“Ma perché ti ha detto qualcosa quando non c’ero Nora?” Domandai.

“No, non mi ha detto niente, è restata tutto il tempo quasi silenziosa, ma la vedo pensosa, imbarazzata… penso che certamente si sia vergognata.”

“Eh sì! Sarà ben per questo che si è immusita ed è stralunata, ma va be dopo le passa… In fin dei conti è stata lei che ci è voluta andare, io non volevo…” Risposi.

“Eh però adesso non dirle queste cose, non farla sentire in colpa che ci resta ancora più male. Certamente lei non pensava che fosse così difficoltoso! E comunque quando ne parli fallo con il sorriso, come faccio io, che le ho detto che era brava. E glielo detto anche a lei…”

Aggiunse sorridendo.”

“Cosa le hai detto?” Domandai preoccupato.

“Che siete stati bravi, che siete restati su a farvi sballottare per ben tre minuti…ho guardato l’orologio…e che senz’altro per lei è stata una bella esperienza che ricorderà.”

Sorrisi, non si era accorta di nulla, di quello che ci era successo sul toro meccanico, che praticamente ci eravamo strusciati ed era come se ci fossimo chiavati a vicenda. Mia moglie non sospettava nulla perché potevo sentirla gemere solo io a Nora che le ero adeso…”

Comunque chiacchierando passarono circa dieci minuti, non so cosa fece nel frattempo sola nel bagno nostra figlia, probabilmente si asciugò la vulva sentendosela bagnata di piacere, ma vista la lungaggine mi venne anche il dubbio che si fosse masturbata con il dito…e fatto un ditalino pensando all’accaduto e a tutte quelle persone che la guardavano saltellare e godere.”

“Ma non arriva più? Vado a vedere?” Pronunciò Laura facendo per alzarsi, ma proprio in quel momento Nora uscì.

“Eh l’hai fatta lunga…” Le disse ridendo e abbracciandola:” Ma guarda che faccia che hai…”

“Ho sonno sono stanca mamma…” Rispose lei.

“Ora andiamo in albergò così ti fai la doccia, ti rinfreschi e ti metti a dormire.”

Anche se facevamo finta di nulla, eravamo sconvolti dall’accaduto.

Ci alzammo dal tavolino che ormai era quasi mezzanotte e tornammo in albergo.

Nel tornare indietro non visto la guardavo camminare, era veramente bella e anche lei mi guardava quando non la osservavo, sapevamo che avevamo commesso qualcosa che ci avrebbe segnati per sempre, un peccato e forse una forma di incesto involontario.

In camera feci la doccia:” Sono sudato e ho caldo mi faccio la doccia…” Esclamai mentre parlavano tra di loro ed entrai e veloce in bagno e nello spogliarmi gettai la carta igienica che avevo davanti al pene dentro il Vater e tirai l’acqua. Quando uscii rinfrescato entrò Nora e si fece la doccia anche lei e per ultima mia moglie.

A letto con il fresco dell’aria condizionata mentre mia moglie ronfava con indosso solo la camicetta da notte a babydoll e il suo sedere in aria, pensavo e ripensavo a quello che era accaduto su quel maledetto toro meccanico. E quel continuo pensarci mi agitava, oramai pensavo e guardavo mia figlia con occhi diversi e lo stesso lei a me, non ci vedevamo più come un padre e una figlia, ma come un uomo e una ragazza.

Al mattino mi svegliai con il pene in erezione e il primo pensiero fu a Nora, a quello successo la sera prima. Anche lei svegliatosi mi osservava in silenzio senza mai dire nulla.

Ci pensavo continuamente a quello che era accaduto e quel pensarci mi agitava e deprimeva, al punto che mi dissi per giustificarmi: “Il pensarla, l’eccitazione che provo verso di lei quando lo faccio, è solo dovuta al fatto che accidentalmente ho avuto un orgasmo con lei, contro di lei. Ma appena rientreremo a casa dimenticheremo tutto.”  E ne ero convinto.

Mi vergognavo di me stesso, di pensarla non come figlia, ma di desiderarla sessualmente come donna, non volevo, ma quei pensieri intrusivi mi venivano in mente all’improvviso e ricordavo quei colpi della sua vulva quando urtava il mio pene, il sentire in mano la sua mammella soda, perfetta e il capezzolo turgido ed eccitato, e mi accaldavo.

Ma purtroppo, rientrato in Italia non riuscii a dimenticare, anzi ci pensavo ancora di più, sempre, al punto di arrivare perfino a masturbarmi al pensiero di quello che ci era accaduto.

Ero come impazzito, seguirono giorni e settimane di tormento, pensai a come potesse essere accaduto, alla casualità del biglietto regalato e del fatto che invece di andare via quella ragazza con il ragazzo, si fossero fermati a guardarci sul toro meccanico ridendo. Pareva come se fossero stati tutti d’accordo, come se loro adescassero dei soggetti impreparati che sul toro davano spettacolo ai clienti e peggio, che avvenisse quello che accadde a noi. Perché senz’altro senza volerlo, quelle persone mi avevano rovinato sessualmente e probabilmente anche a mia figlia. E mi facevo delle paranoie e cercavo di capire e una giustificazione, una motivazione e pensavo di tutto. 

Comunque come dicevo, rientrato in Italia non dimenticai assolutamente nulla dell’accaduto, anzi i miei pensieri si accentuarono sia su quel gioco del toro meccanico, che su quello che era accaduto a me e a mia figlia e ci aveva sconvolti. E con quel chiodo fisso in testa su quello che era avvenuto e ci aveva sconvolti ed emozionati iniziai una ricerca su internet sul mechanical bull show, l’attrazione del toro meccanico, Anche traducendo documenti e confessioni dall’inglese su siti statunitensi, perché in italiano c’è veramente poco, quasi niente. 

Ricercai e scoprii molte cose interessanti a proposito di quegli show, dei luoghi dove avviene il gioco di cavalcare il toro meccanico in pubblico. Aldilà dell’aspetto folcloristico, attrattivo e giocoso, per molti è considerato un vero e proprio gioco sessuale oltre che un semplice divertimento, sia per lo spettatore nell’osservare le ragazze o le coppie cavalcare i tori meccanici, sia per chi li cavalcava, eccitandosi con il loro mostrarsi e saltellare sul dorso.

Lessi che osservare una ragazza o una coppia su un toro a sgroppare su di esso, provoca negli osservatori eccitazione e aumenta il desiderio sessuale maschile, ma provoca piacere anche nelle donne a saltellarci sopra. Molte ragazze quando sgroppano sul toro e come se si sentissero masturbate e avvertono i movimenti dell’animale meccanico sulla pelvi come una masturbazione su sé stesse. Lessi nell’analisi di uno studio di un ricercatore americano che aveva praticato queste inchieste che queste eccitazioni e magnifiche sensazioni che provano si possono definire dell’atto e dell’oggetto. Dell’atto è il sapere di essere osservate da tutti, incitate volgarizzate. Del soggetto riguarda il toro meccanico da cui psicologicamente si sentono possedute e le sensazioni ed emozioni che provano si possono suddividere in tre parti, e tipi di eccitazione, tattile, visive e acustiche.

Le prime emozioni ed eccitazioni che provano sono quelle tattile e risiedono nel piacere fisico che le ragazze scoprono a essere sedute a contatto con il toro che è simbolo di virilità, che le fa saltellare e battere o strusciare con la vulva contro il manto sul dorso, sia in modo volontario che imposto come successe a noi, a me e a mia figlia Nora. Come descrivono gli americani, queste ragazze praticano una sorta di “frotteurismo” (they practice frotteurism), che altro non è che un’intensa eccitazione sessuale derivante dal contatto o dallo sfregamento contro qualcosa o qualcuno. Frotteurismo significa sfregare, urtare o fare compressione su qualcosa, un oggetto (il dorso del toro meccanico) o qualcuno, nel caso mio e di mia figlia (io e il mio pene duro). Ottenendo una forte eccitazione sessuale come risultato del contatto tattile dovuto allo strusciare o percuotere la propria area genitale contro qualcosa inanimata o una persona non consenziente o ignara come ero io. E quello che avviene è una sorta di eccitazione di tipo masturbatoria e pubblica, con il sentirsi a gambe divaricate sul ventre della bestia, eccitate da quei movimenti del toro meccanico e dalle sue vibrazioni come se la masturbazione la praticasse il toro stesso su di essa, oppure lei stessa da sola sul dorso dell’animale meccanico, sfregandosi involontariamente la vulva sul manto.

Un'altra emozione ed eccitazione che provano è quella visiva e cerebrale, ed è il piacere inconscio che avvertono nel cavalcare il toro meccanico esibendosi in una forma di voyeurismo a un pubblico sconosciuto. L’emozioni e le sensazioni piacevoli derivanti dall’esibizionismo inconscio, consistono nel mostrare indipendentemente dalla loro volontà le parti intime o la lingerie indossata agli spettatori. Con alcune ragazze, le più invasate che di propria volontà si tolgono gli indumenti e salgono senza mutandine e reggiseno sul toro meccanico ben sapendo che saranno mostrati e osservati i loro valori intimi agli spettatori. 

Ed è una forma di “sexting” come dicono gli americani, in un misto di esibizione, voyeurismo ed eccitazione inconscia che provano nel mostrare il proprio corpo nudo o in parte e sapere di essere osservate, specie in luogo pubblico. 

Alcune ragazze in molti casi sono inconsapevoli del loro desiderio inconscio di esibirsi e ne scoprono il piacere nell’atto che lo praticano forzatamente sul toro meccanico e quindi quando si manifesta, come successe a Nora, mia figlia, che a un certo punto, invasata e godente, sembrava quasi felice di mostrarsi, di esibire il suo seno e sedere al pubblico.

E qui prende forma l’emozione del voyeurismo risvegliato, quando visivamente scrutando la folla che le osservano, scoprono che gli spettatori a cui si mostrano involontariamente sono esaltati nell’osservarle in quella condizione, e si sentono assurdamente e stranamente eccitate dall’essere lascivamente guardate e desiderate da quegli uomini sconosciuti. E si scoprono soddisfatte di entusiasmare ed eccitare le persone a cui involontariamente si mostrano. E si infiammano vergognosamente ai loro sguardi e gesti libidinosi su di loro, diventando consce che lo spettacolo accidentale e forzato dai movimenti del toro meccanico e la loro esposizione non voluta, oltre che a sé stesse provoca piacere anche a quel pubblico che le osserva. E determina un’eccitazione sessuale oltre che agli spettatori, anche a sé stesse nell’essere guardate con desiderio. In poche parole scoprono che provano piacere a guardare ad essere osservate lascivamente da persone che le contemplano nel loro disagio intimo, avvertendo impotenza in quella condizione di disabiliè, ma soprattutto avvertono l’imbarazzo e la vergogna nel provare piacere dal loro sguardo lussurioso mentre godono e hanno l’orgasmo. Il sexting ha varie forme ed espressioni ed è molto di moda tra giovani ed adolescenti. 

La terza forma di emozione ed eccitazione che provano, evidenziata dalla relazione dei ricercatori, è quella cosiddetta acustica, la più sublime e si può definire sensoriale. Ed è innescata da eccitazioni uditive e indotta da stimoli specifici che riguardano i suoni, il vociare, l’ascoltare le incitazioni del pubblico, le loro urla e volgarità, gli applausi oltre che i rumori secchi e ritmici che pratica il toro meccanico quando va in controtendenza. Questa sensazione è descritta come uno stato di rilassamento, a volte accompagnata da un formicolio alla base della testa, piacere e, in alcuni casi euforia e orgasmo, come è avvenuto a mia figlia. Chi riesce a sperimentare questo fenomeno riferisce una sensazione simile ad un brivido o una scarica elettrica che arriva a ondate alla testa, lungo la parte posteriore del collo e della colonna vertebrale superiore.

Voi ora immaginate tutte queste emozioni e sensazioni sessuali insieme manifestarsi in una giovane ragazza di diciotto anni, seria, educata e moralista come mia figlia, facendola letteralmente esplodere in più di un orgasmo inimmaginabile, rovinandomela forse per sempre sessualmente. E sì perché tra le altre cose questi ricercatori dicono che una volta provate quelle sensazioni ed emozioni insieme al piacere, restano dentro di loro per sempre e non si scordano più e ne ricercano sempre l’attuazione anche se in altra forma, per questo dico che sessualmente mia figlia può essersi rovinata per sempre cavalcando il toro meccanico con me. 

Ho ancora nelle orecchie i suoni i gemiti, i sospiri e i respiri di godimento che in uno stato di smarrimento, piacere e orgasmo incontrollato emetteva sul toro meccanico, quelli del piacere prima e dell’orgasmo dopo tra le grida e la musica davanti a un pubblico libidinoso, sorridente e festante. 

Ho scoperto poi sempre leggendo, che questo piacere e orgasmo è indotto alle donne che cavalcano questi animali meccanici, dalle manovre degli operatori/trici, che dalla loro cabina e console di regia osservando guidano l’animale meccanico e le fanno letteralmente muovere come vogliono loro, saltellare e chiavare con sé stesse e con il dorso della macchina. Ed è come se realmente chiavassero il dorso del toro in pubblico e per chi cavalca è una sensazione ed emozione di vergogna e meraviglia. È come una forma di praticare sesso in pubblico senza mostrare gli attributi sessuali, che diventa un’attrazione per i clienti che osservano.

Ma nella mia curiosità, interesse e voglia di conoscere e comprendere il loro comportamento e reazione a quel piacere assurdo andai oltre e mi misi a ricercare le cause del loro atteggiamento involontario, e del perché a quei libidinosi piacesse osservare. E lessi che le donne trovano eccitante e soddisfacente cavalcare il toro meccanico, per il piacere e l’adrenalina che ne deriva, specie quando indipendentemente dalla loro volontà sono costrette a mostrarsi e a provare forzatamente quel piacere peccaminoso… Le donne stesse dicono che trovano la cavalcata profondamente eccitante. Dal punto di vista femminile, sentono l’energia del toro arrivare alla loro pelvi. Le donne che siano etero o omo, eccitano e si eccitano anche loro cavalcando il toro meccanico. Durante la cavalcata sono sedute sulla vulva che si strofina o batte (Frotteurismo) contro e sul dorso dell’animale, al punto da sfregare il clitoride e farla eccitare e darle godimento fino all'orgasmo. E vivono la situazione come se realmente avessero un rapporto sessuale con il toro.

Gli uomini invece trovano l'immagine di una donna o una ragazza a cavallo di un toro meccanico molto eccitante. Dà l’idea di una donna sessualmente esperta, e i siti porno americani hanno intere sezioni dedicate ai video delle donne che cavalcato tori meccanici, spesso in topless, a volte come coppie etero, lesbo o ragazze in solitaria nel ruotare e saltellare sull’animale meccanico ridendo, gridando e godendo. L’immagine della donna sul toro ha lo scopo di provocare nell’osservatore eccitazione, e su un certo livello metaforico ha lo scopo di fare immaginare che sia lui il toro che la ragazza cavalca.

Una bella donna a cavallo sul corpo di un toro meccanico forte e imprevedibile è eccitante. Il vederla spaventata, smarrita, preoccupata o divertita di quello che le accade, osservarla gestire la situazione con disagio e con il timore di essere disarcionata mostrando non volendo i suoi segreti intimi, è esaltante.

Il machanical bull fa saltellare i cavalieri e le cavallerizze mostrandole al pubblico in posizioni e mosse involontarie ma sexy, mostrando anche la mimica facciale della sorpresa e del piacere. Cavalcare in coppia come è successo a me e Nora può essere spaventoso, specie se lei è una figlia ed è davanti al padre. Vederla saltare su sé stessa e battere sul dorso dell’animale o sul pene di chi gli è dietro e lui contro il sedere di lei che le è davanti o contro con la vulva è impressionante. Tenersi aggrappato alle spalle o alla vita durante la cavalcata è difficoltoso e nei movimenti si finisce per toccare qualcos’altro anche senza volerlo come è successo a me. 

Ma quello lo sapevamo anche noi per averlo osservato direttamente da spettatori al tavolino quando ci divertivamo a guardarle e mia figlia a prendere in giro le ragazze che lo cavalcavano, e per questo su consiglio di mia moglie mi sedetti dietro a lei, per evitare che si scoprisse le parti intime e per proteggerla dagli sguardi del pubblico lascivo. Ma quello che non sapevamo era tutto il resto, che oltre quell’aspetto divertente, superficiale e visivo dell’intimità che veniva forzatamente mostrata, ce ne era un altro molto più subdolo e terribile, cioè che saltellando sul toro le ragazze sia da sole, che in coppia aderenti l’una all’altro, battendo la vulva sul dorso dell’animale meccanico in quei movimenti avrebbero mimato un amplesso e provato piacere sessuale. Quello non lo sapevamo che saltellando, urtando e strusciando il sesso protetto solo da un velo di stoffa della mutandina sulla groppa della bestia meccanica si sarebbe mimato un rapporto sessuale reale. E inoltre quello che non conoscevamo sia io che mia figlia, era che le donne e le ragazze, avendo la vulva al di sotto della mutandina direttamente appoggiata al manto peloso, saltellando e urtandola ripetutamente contro il dorso dell’animale provassero piacere e godimento. Un godimento continuo, terribile, incontrollabile e involontario, che se non cessava le portava ad avere l’orgasmo sessuale in groppa all’animale e davanti a tutto il pubblico che le ammirava.  E per loro era qualcosa di nuovo, vergognoso ma adrenalinico avere forzatamente l’orgasmo davanti a un pubblico che le osservava, incitava e derideva.

E riflettei sull’accadimento e il comportamento mio e di mia figlia, che come ripeto non sapevamo assolutamente quello che ci sarebbe accaduto, se no non saremmo mai saliti su un toro meccanico e soprattutto io non mi sarei mai messo dietro e aderente a lei. 

Ma purtroppo per le neofite e ignare cavalcatrici come mia figlia e me ci fu la sorpresa inaspettata di avvertire arrivare improvvisamente nella pelvi il caldo piacere sessuale insieme alla vergogna di provarlo. Ben sapendo che decine di persone, un pubblico li guardava intanto che accidentalmente godevano, provando esso stesso piacere e libidine nell’osservarci imbarazzati godere. E in quel piacere ed eccitazione fu normale provare anche noi le stesse sensazioni ed emozioni che avevano provato altre ragazze e coppie in precedenza. 

Immagino che anche per mia figlia, in senso inverso da me, deve essere stato spaventoso e piacevole nello stesso tempo sentire il mio cazzo duro insieme o alternato al dorso dell’animale batterle ripetutamente sulla vulva e il clitoride provocandole godimento a forza di percuoterla e comprimerla. Fino a giungere a procurarle un orgasmo accidentale, involontario, ma intenso, profondo e apprezzato da farle bagnare letteralmente le mutandine dei suoi umori vaginali di piacere. 

Certamente in quel momento lei divenne consapevole che era il dorso del toro e io, il cazzo di suo padre che battendole continuamente contro la vulva le procurava e dava piacere fino a portarla all’orgasmo. E lo stesso accadeva a me che smarrito e incredulo sentivo sotto i pantaloni il cazzo duro per tutta la lunghezza, battere con il dorso superiore del pene sulla sua figa, sapendo e pur non volendo che era quella di mia figlia. Fino ad arrivare con desiderio e vergogna a godere e stringerla, e ad avere io stesso l’orgasmo, arrivando ad eiaculare solo a sentirlo premere all’interno dei pantaloni contro la sua vulva o il solco del suo sedere. 

Fu terribile e spaventoso e allo stesso tempo paradisiaco e meraviglioso, stringerla con le mani per i fianchi esili, e senza volerlo saltellando sfiorarle le mammelle nude e i capezzoli turgidi come se la chiavassi davvero in modo esteriore, disgiunto, con i nostri corpi uniti ma separati dagli abiti. Senza penetrazione ma di chiavata si trattava. E contemporaneamente lasciandomi andare, magnificamente eiacularle addosso, sulla vulva separata dal mio pene duro soltanto dalla leggera stoffa della sua mutandina e del mio pantalone di lino nero, e sentire il suo solco gluteo lungo e profondo diviso dalle due natiche marmoree. Questo è quanto accadde e provammo.

Tra le altre cose nella mia ricerca appresi anche che il dorso e i fianchi dell’animale meccanico hanno vibrazioni naturali dovute al motore interno che gli fa eseguire i movimenti e che queste benché attutite si trasmettono sulle cosce e alla pelvi di chi cavalca, trasmettendole sulla vulva o i testicoli dei ragazzi. E l’intensità di queste vibrazioni è dovuta al movimento della macchina e ai giri del motore, e quindi anche la veemenza delle vibrazioni viene gestita dall’operatore sessualmente. Ma ho letto anche che ci sono alcuni gestori che potenziano quelle vibrazioni o li attutiscono, in modo da provocare insieme alle cavalcate onde sessuali che danno un senso di piacevole benessere e inducono le cavallerizze alla gioia e all’orgasmo, facendole diventare un’attrazione pubblica. Quindi in alcuni casi e in certi locali quello show diventa un’attrazione di divertimento sessuale.

E ho appreso che proprio per questo motivo in alcuni locali molto frequentati e affollati ci sono reclutatori o reclutatrici anonime che studiano le clienti nuove che entrano, e scelgono i soggetti più adatti, soli o in coppia che siano, preferibilmente ragazze, soprattutto in base all’abbigliamento di lei. Se hanno vestiti a gonne corte che saltellando nel corpo si alzano oltre le cosce mostrando il sedere e davanti la mutandina, con maglie a top che saltellando si abbassano dal seno e fanno uscire le mammelle, come era vestita mia figlia, sono i soggetti adatti. E queste adescatrici, con una scusa qualsiasi una volta individuate la persona, come successe a mia figlia Nora, con una scusa qualsiasi le offrono il biglietto per provare a fare una cavalcata sul toro meccanico, una doma la chiamano. E queste ragazze, come successe a Nora, ignare e divertite accettano di provare, e nell’aggroppamento della cavalcata oltre che mostrare le loro grazie al pubblico mostrano vergognosamente anche il loro piacere che non riescono a trattenere. 

Fu in base a quelle supposizioni che lessi, che una volta tornato a casa mi feci delle paranoie pensando a quella ragazza sorridente che offrì il biglietto a mia figlia. Certamente lo fece dopo averla adocchiata, studiata nell’abbigliamento per poi adescarla. E intuii che l’operatore che gestiva i movimenti del toro in qualche modo fosse d’accordo e complice con lei, per mostrare Nora, mia figlia mezza nuda sul toro al pubblico e farla diventare un’attrazione. E vittima innocente e inconsapevole fui anch’io, che pensando di fare del bene a Nora mettendomi dietro di lei, sono stato coinvolto e risucchiato da quella perversione.

Purtroppo ora mi sento cambiato e rovinato, adesso mi vergogno a dirlo, ma desidero Nora, la vorrei ancora sessualmente stringere a me e godere con lei anche senza penetrarla, mantenendola ancora vergine se lo è, ma godendo ampiamente del suo corpo. La immagino sempre nel ricordo saltellante sul toro davanti a me mentre si mostra involontariamente al pubblico, a quei ragazzi libidinosi che la guardano, le scrutano il culo, le mammelle e la incitano a cavalcare, a mostrarsi sempre di più e a godere. Me la immagino adesa a me con la schiena e con la sua vulva tenera contro il mio pene, saltellando batterci contro provocandomi l’erezione e l’orgasmo, e vorrei nuovamente averla come allora. 

Nora è diventata un tormento per me, per questo mi sono interessato e documentato a tutte queste cose e soprattutto oltre al suo a conoscere il mio aspetto psicologico, del perché mi sia venuto questo desiderio di lei, di volerla, possederla sessualmente. Quando faccio sesso con mia moglie Laura, pur essendo una bella donna quarantenne devo pensare a Nora per godere e avere l’orgasmo con lei. A toccarla la sento piena, formosa, sento la sua pancia e il suo sedere grosso e penso a quello di mia figlia con il corpo longilineo e dalla vita sottile.

So che Nora praticamente ha vissuto in tutti i suoi aspetti quello che ho appreso nelle mie ricerche, Ho il ricordo di quando la sentivo gemere e saltava sul toro lasciandosi masturbare da lui, dal suo dorso animale e da colpi che scendendo dava appoggiandosi al mio pene eretto. La sentivo ansimare quando quel pubblico le osservava le mammelle nude che non riuscivamo a coprire e la incitava a mostrarsi maggiormente, e lei pur non volendo si esibiva forzatamente mostrando il culo e il seno nudo dondolante e si capiva che le piaceva essere ammirata godente da loro, perché quando anche lei li osservava e vedeva che la guardavano, gemeva fino ad arrivare all’orgasmo. E la sentivo lasciarsi andare quando la incitavano e urlavano:” Let yourself be fucked by the bull…!!  Fuck the bull…!!” (Lasciati chiavare dal toro…!! Chiava il toro…!!)

Ma oltre l’aspetto tecnico, fisico e psicologico della situazione, mi domandavo spesso di come lei potesse aver vissuto quell’orgasmo con il toro meccanico e con me, suo padre davanti a un pubblico lascivo. E per conoscerlo avevo due opzioni, fare ulteriori ricerche, oppure chiedere direttamente a lei come si sentisse. All’inizio scelsi la prima, ricercando tutto quello che vi ho scritto e narrato, anche le mie convinzioni e interpretazioni, ma alla fine approdai alla seconda scelta e un pomeriggio soli in casa, facendomi coraggio mi avvicinai sedendomi vicino a lei chiedendole:” Senti Nora, è un po' che volevo domandartelo ma l’ho sempre pensato inopportuno, ma ora mi sento di farlo visto che sono passati quasi due mesi e non ne abbiamo mai parlato.” Lei mi guardava in silenzio, da ragazza intelligente aveva capito di cosa volessi parlare e dire. E continuai:

“Non ne averne parlato né io né te a mamma è stata una cosa giusta, lei certamente non avrebbe capito quello che ci è accaduto, ma tra noi possiamo farlo come abbiamo sempre fatto in estrema sincerità…”

Lei sempre senza dire nulla mi guardava silenziosa con i suoi occhioni grandi e belli.

“Cosa vuoi sapere papà?” Domandò con la sua voce dolce e sottile.

“Ecco! Sappiamo che sgroppare su quel toro meccanico, senza volerlo e inaspettatamente a entrambi ci ha portato a vivere delle emozioni forti, impreviste, diverse dalle solite, particolari e uniche e davanti a un pubblico che ti incitava…E meno male che mamma non se ne è accorta e non capisce l’inglese, se no guai…” Aggiunsi sorridendo. E continuando chiesi:” Ma vorrei sapere come l’hai vissuta tu quella situazione?” 

Restò in silenzio e poi pronunciò:” È stata una bella emozione quella che ho provato…”

“Quindi ti è piaciuta?” Ribattei.

Sorrise:” Si…piacevole!” Rispose.

“Anche se sentivi la mia virilità dietro e contro di te?”

“Si!” Ammise candidamente. 

A quel parlare mi agitai e mi venne l’erezione e domandai ancora:” Anche se quei ragazzi in inglese ti incitavano a saltellare, a mostrati e a…” Deglutii la saliva e pronunciai con un certo imbarazzo:” …a godere con il toro meccanico?” Ci fu un attimo di silenzio e arrossì, alche la tranquillizzai:” Non ti devi vergognare Nora, lo sai che anch’io quel giorno ho goduto con te, abbiamo goduto insieme…” 

E rispose calma con un sorriso timido e imbarazzato:” Subito mi vergognavo a che mi vedessero in quello stato, il seno e il sedere, poi quando non riuscivamo più a coprirmi fu come se mi rassegnai a lasciarmi guardare…”

“E ti piaceva che ti guardassero in quello stato con il seno nudo, cosa hai provato?” Domandai ancora.

“Te l’ho detto, subito mi vergognavo, dopo non so, era come se mi elettrizzassi, mi sentivo smarrita e piacevolmente soddisfatta anche se guardavano, in fin dei conti le piacevo! E poi a tutte le ragazze piace essere ammirate dai ragazzi, anche le altre cavallerizze…” Rispose.

“Dunque le piaceva essere guardata…” Pensai e quello mi spinse a fare la seconda domanda ancora più intima:

“Cosa pensi di noi, di me Nora che senza volerlo ho goduto con te?” Fece una breve pausa e rispose con malizia:

“Senza volerlo?”

“Si, però per me è stato bello e piacevole, una sensazione fantastica.”

“Niente… penso che è piaciuto a tutti e due, a te come a me quello che è successo…” Dichiarò imbarazzata.

Alche dopo una pausa e aver riflettuto con voce spezzata e tremante mormorai ancora:” Quindi non è stata una esperienza negativa per te essere vista mezza nuda da tutti quei ragazzi saltellare sul toro meccanico e provare piacere anche con me?”

“No, non è stata negativa… Meglio con te che sei mio padre che con un altro sconosciuto…” Rispose guardandomi.

A quelle parole l’erezione in me aumentò ed ebbi la forza e il coraggio di chiedere ancora:

“Quindi se ti è piaciuto che è stato positivo lo rifaresti? …Ti piacerebbe rifarlo? …”

Fece una pausa anche lei:” E dove? Sui cavallini davanti al bar?” Esclamò ridendo.

Quella sua battuta divertente fece sorridere anche a me che subito, istintivamente ribattei:” Ci sono varie forme per riprovare quelle emozioni.” 

Lei restò in silenzio, mi guardò e domandò:

“E quali?” 

“Per esempio ti acquisto il motorino e io sulla sella dietro a te ti insegno a guidarlo…?”

Restò in silenzio, mi guardò seria e poi sorrise…” Ma io ho già diciotto anni e vorrei prendermi la patente e avere l’auto.” Esclamò.

“Arriverà anche quella Nora, ma partiamo dal motorino se vuoi te lo compro e ti insegno io a guidarlo… Ma non dovrà saperlo nessuno, né mamma né quel ragazzino che ti è sempre intorno…”

“Non c’è un altro modo?” Domandò con un sorriso malizioso.

Mi guardò con i suoi occhioni e non disse più nulla e neppure io, non volli forzare quella discussione, non ero preparato a quel tipo di discorso improvvisato con mia figlia e lasciai tutto in sospeso intanto aveva capito la mia intenzione. So solo che in bagno mi masturbai a ripensare a quella discussione.

E in quei giorni iniziai ad avere visioni perverse… oltre che desiderare di possederla sessualmente la immaginavo anche nuda o mezza nuda mentre io la mostravo e l’accarezzo davanti a ragazzi e adulti che sorridendo ci guardavano e ci incitavano a godere….

Mia moglie non sa nulla, non immagina niente e il suo atteggiamento distratto e assente rende ancora tutto questo più intricante e pericoloso.

Sono cambiato, e sono certo che lo è anche mia figlia, l’ho capito anche da un episodio, tra noi c’era stata sempre affettuosità, ma ieri salutandola e stringendola a me, le ho accarezzato le spalle come facevo sempre e non so nemmeno io perché sono sceso con la mano sulla schiena giù fino al sedere a toccarglielo e lei non ha detto nulla, mi ha solo guardato.

Ora ho paura, è come un chiodo fisso, vorrei e non vorrei, vorrei averla, chiavarla anche senza penetrazione come sul toro meccanico, mostrala ai ragazzi nuda dicendo guardate come è bella e altre volte mi vergogno di me stesso ad avere quei desideri e non vorrei averla. 

A volte ci guardiamo in silenzio senza dire nulla, mi fa smaniare quel pensiero di lei davanti a me sopra il toro che saltella con il suo sesso contro il mio, con i suoi occhi che quando mi guardano silenziosi sento vogliono dirmi qualcosa. Sono combattuto dentro di me, ho paura che prima o poi farò lo sbaglio di fare qualcosa di scorretto, spero di prendere un abbaglio, ma se così non fosse farei succedere qualcosa di ancora più incestuoso tra noi.

E pensare che prima del viaggio negli Stati Uniti avevo un rapporto splendido e speciale con mia figlia, ora ho paura a guardarla, toccarla e quando la sfioro lo faccio anch’io con libidine e sento che prima o poi accadrà qualcosa…

Fabio.

 

 

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