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STORIE E RACCONTI EROTICI

VIETATI AI  MINORI DI 18 ANNI

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IX° NON DESIDERARE LA DONNA D'ALTRI.

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PAGINA VIETATA AI MINORI DI 18 ANNI

CAP 8 POSSEDUTA

 

 

A seguito di quel piacere inatteso e non voluto, arrivato involontariamente. Beatrice era piena di vergogna e di delusione verso sé stessa per aver dimostrato che erano vere le loro supposizioni.

Subito dopo le mani di Salvatore l’afferrarono per i fianchi tirandola indietro fino a farle sporgere fuori le gambe, con le ginocchia appoggiate sul bordo del tavolinetto e mettendosi tra loro le divaricò.

" Ora tocca a me! ...E lo faccio con piacere visto che ha la figa in fiamme la mia cara signora

Gometti!"

Slacciò la cintura del grosso pancione e sbottonò i pantaloni facendoli cadere ai piedi, lasciando fuori dagli slip macchiati dal giallo dell’urina, il grosso e lungo cazzo nodoso, pallido e duro come lui.

Il tavolinetto era studiato appositamente, in quella posizione con la figa era all'altezza giusta del suo cazzo.

Beatrice sussultò colta dal panico quando sentì la cappella del pene di Salvatore appoggiarsi

all’apertura dischiusa della sua vulva. Con le gambe tremanti, cercò di stringere e istintivamente di ritardare quell'atto contraendo i muscoli inguinali e perineali, ma lui era tra loro e con il sedere la tirò con più forza a sé, in modo che non potette resistere.

" No la prego signor Salvatore! ...La prego non mi faccia questo! ...Non voglio la supplico!! ..Farò tutto quello che vorrà ,ma questo no!!... La imploro! ...Sono stata sempre e solo di mio marito, la prego, abbia pietà !!"

Quella supplica lo eccitava di più, lo faceva gioire, lo mandava in visibilio.

All'improvviso un nome risuonò per l'ufficio:" Robertooo! ...Robertooo!!"

Era la voce di Beatrice che invocava suo marito.

Ma Salvatore con un movimento brusco del suo grasso bacino la penetrò con un solo colpo, entrando nella sua vagina bagnata e calda, già eccitata dalla masturbazione. Beatrice traballò dalla sorpresa, spaventata dalla grossezza di quel cazzo che era entrato in lei, nella sua vagina.

Il pene di quell'essere immondo, viscido e schifoso, si era appropriato di lei, delle sue carni, entrava e usciva dalla sua figa dilatata e bagnata, facendo rumori osceni, di sciacquio.

Roberto in silenzio guardava che possedesse, quasi violentasse sua moglie, non aveva il coraggio di proferire parola, sudava anche lui eccitato da

quella scena, lussuriosa nel vedere la sua bella moglie posseduta a carponi da quell’essere schifoso. Non voleva credere ai suoi occhi, Salvatore stava chiavando sua moglie

davanti a lui e senza alcuna protezione. Fino a questo era arrivato… a possederla.

Ma anche se era sua moglie, vederla godere chiavata da quell'uomo orrendo e viscido, lei così

bella e dolce, stranamente lo eccitava enormemente, provocandole una forte erezione dentro i pantaloni e vampate di calore e sudore sul viso....

Beatrice a quei movimenti dentro lei, ebbe ancora la forza di esclamare umiliata:

"Perché l'ha fatto??...Non doveva! ...Non doveva!!” ... Mentre Salvatore con il braccio allungato le arruffava i lunghi capelli biondi scompigliandoli affettuosamente, accarezzandole il collo come si fa a una cagna, facendo scorrere l'altra mano sulla schiena per poi riposizionarla sul fianco.

Dava colpi secchi e veloci.... profondi.

"No!... Non così forte... la prego!... È grosso faccia piano. E'...E’! …Enorme!... Brutale!

È disgustoso!... Lei! ...Lei mi sta violentando! " Gridò, facendo morire quelle parole in gola,

sopraffatte dal piacere che stava arrivando imponente e maggiore di prima, e la stava di nuovo possedendo.

Gridava dal piacere soffocando l’umiliazione e la vergogna.

“Aaaaahhhhhhhhhh!!!!!!... Sssssssaaaaaaaaahhhhhhh!!!!!!!!!!!!”

Salvatore eccitato a quei gemiti, si muoveva bene con padronanza, facendola godere davanti a tutti, davanti a suo marito.

Roberto la sentiva gemere e godere, incredulo, sconcertato, ma eccitato con il cuore in gola.

Tenendola per i fianchi Salvatore la chiavò furiosamente, come lei non aveva mai provato in vita sua con suo marito. Il cazzo di Salvatore era nodoso e lunghissimo e lei se lo sentiva urtare contro il collo dell’utero. I colpi la sobbalzavano sul tavolino, facendola dondolare e inarcare dal piacere, con quel maestoso culo in posizione da monta animalesca, proprio per aver di più un effetto psicologico di degradazione, umiliazione e sottomissione.

Mentre la chiava, Salvatore le afferrò le mammelle penzolanti e pallide e li strinse rudemente con le sue manacce, provocandole una leggera sofferenza che la fece godere di più. Poi con grandi colpi, rapidissimi, l’enorme cazzo la spinse verso l’orgasmo.

Contro la sua volontà godeva, il suo corpo rispondeva d'istinto al movimento di quei colpi,

dimenandosi. Non rispondeva più alla sua mente. Nella stanza si udiva solo il rumore affannoso dell'ansimare di Beatrice e dei suoi gemiti.

“Aaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhh!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!”.

Clelia guardava eccitata la scena della matura e seria signora Gometti dimenarsi e godere come una ragazzina, chiavata alla pecorina da suo marito.

Oramai l'avevano in pugno sarebbe diventata un’ottima schiava.

A uno sguardo e un segnale di Salvatore, Clelia si avvicinò al il marito, e lo spronò:

" Su lo tiri fuori!... Lo so che c'è l'ha duro ... me lo faccia vedere!! ... Su!!"

Si avvicinò di più e lo accarezzò sopra i pantaloni, lui non voleva, gli faceva ribrezzo quella donna brutta, grassa e orripilante come il marito, con i capelli lunghi grigi unti, e la sua mano viscida che lo toccava sul sesso, ma l'eccitazione era più forte del disgusto e la lasciò fare, impotente non reagiva, per paura di loro e perché gli piaceva osservare cosa facevano a sua moglie e soprattutto le piaceva la mano di quella strega che gli accarezzasse il cazzo.

Lei senza dire nulla con un sorriso perfido gli sbottonò i pantaloni tirandoglielo fuori. Quando lo vide abbozzo maggiormente il sorriso, era duro ed eretto, ma non grosso, la metà di quello di Salvatore.

Si chinò con la sua mole inginocchiandosi a fatica e glielo prese in bocca e iniziò a succhiarlo sapientemente facendogli un pompino, mentre lui seduto osservava sua moglie montata brutalmente come una cagna in calore sul tavolino da Salvatore, godente delle dimensioni, capacità e bestialità sessuale di Salvatore.

Beatrice voltandosi, vide la scena di suo marito seduto a gambe aperte con il cazzo fuori, che si

lasciava succhiare il pene da Clelia. Socchiuse gli occhi godente, non le interessa di lui in quel

momento, ne di nessuno, era eccitata anche lei, gioiva involontariamente ad essere penetrata da Salvatore, in quel momento voleva solo essere posseduta da lui.

Sul più bello Clelia si staccò:

"Ora continui da solo!" Esclamò a Roberto. Lui la guardò stupito, era eccitatissimo, non poteva e voleva fermarsi.

" La guardi chiavare da mio marito e si masturbi fino a venire. Osservi sua moglie godere del cazzo di Salvatore e ne goda anche lei. Proverà un’emozione nuova che non ha mai provato. Un piacere immenso… Straordinario! ...Provi!!… Avrà un orgasmo meraviglioso."

Roberto non resistette, eccitato portò la mano sul cazzo, lo prese in mano e iniziò a masturbarsi da solo guardando sua moglie, la sua Bea come la chiamava lui, chiavata da quel mostro. Aveva emozioni contrastanti dentro di sé, di gelosia e rimorso, ma soprattutto di eccitazione e invidia nel vederla godere così dal cazzo di quell'uomo, come mai era

riuscito lui.

Si rendeva conto che gli piaceva guardarli, vederla godere chiavata da un altro, che anche lui era come loro, viscido e depravato.

"Ah! …Che gioia!" Esclamò Salvatore appagato stringendole il sedere mentre la possedeva. Aveva avuto altre occasioni di chiavare signore e ragazze, anche sposate, che le dovevano somme di denaro o erano in difficoltà economiche, ma con nessuna mai aveva sentito quello che ora provava in quella situazione con Beatrice, domata e sottomessa a lui fino alla degradazione del piacere.

Con lei Salvatore provava una libidine diversa, passionale a pensare all'umiliazione a cui era sottoposta davanti a suo marito, che si masturbava compiacente, osservandola godere chiavata da un altro.

Era fiero di sé stesso, li aveva corrotti moralmente e sessualmente tutte e due.

Lui continuava ad andare avanti ed indietro chiavandola, lasciando scivolare il grosso cazzo fra le labbra vaginali, gonfie e mature, sbattendogli brutalmente la cappella contro l'utero e lo scroto con i suoi testicoli contro il perineo e le cosce, facendola oltre che godere sobbalzare a ogni colpo.

Guardando in basso Salvatore vedeva il culo di Beatrice, bello, bianco, carnoso e l’eccitante visione della sua lunga asta scomparire e ricomparire fra quelle labbra vaginale palpitanti.

Beatrice sotto quei colpi si muoveva involontariamente eccitata e confusa, mentre Salvatore la

provocava:

" Si muove bene signora Gometti!... Brava!... Ha una bella figa, stretta e calda e molto

bagnata dagli umori del suo piacere e il cazzo scivola bene dentro. Però si vede che è la prima volta che chiava in questo modo.

Ma non le ha insegnato niente su come chiavare suo marito?... Su! ...Muova un po’ anche il culo, le piacerà di più e imparerà bene a godere e a far godere gli uomini e vedrà che si congratuleranno con lei."

Beatrice sentiva a fatica le parole di incitamento e su il suo operato futuro, perversamente eccitata e godente respirava affannosamente, ansimando di piacere, gemendo con lunghi respiri e sospiri nelle pause dei gemiti, con i capelli cadenti sul viso e le grosse

mammelle penzolanti nel vuoto o strette dalle sue grosse e rugose mani.

Si sentiva piena nella vagina, di carne dura di Salvatore che suo malgrado la stava facendo godere, in quel canale che era stato solo di suo marito, da dove aveva partorito con gioia e dolore i suoi figli. Sentiva penetrare in vagina il cazzo di Salvatore che lo affondava con furia, ritirandolo in fuori per poi penetrarlo di nuovo nella sua grande fessura bagnata, dilatata dal piacere e dai colpi del suo cazzo.

Un forte odore di sesso, di umori femminili e sudore invase l’ufficio.

Salvatore mentre la chiavava, cambiò atteggiamento verso lei, diventando come era realmente, volgare e dandole del tu.

“Lo senti tutto, eh, puttana? .... La tua grossa fica non aspettava altro che un bel cazzo grosso... non è vero porcona?

Dillo che sei una puttana! Una porcona ...dillooo!!... Lo voglio sentire dalla tua voce, uscire dalla tua bella boccuccia pulita da signora per bene." Esclamò prendendole i lunghi capelli biondi nella mano e tirandoli indietro con forza come se fossero redini e lui il fantino, come se la stesse cavalcando...mentre le sue mammelle sotto dondolavano libere e sensuali.

" Dillo!!" Ripetè iniziando a sculacciarle forte la natica.

Ci fu una pausa di silenzio dove si sentiva solo il gemito e l'ansimare di Beatrice e lo schiaffeggiare di Salvatore su il suo gluteo pallido, poi smarrita, con la voce flebile ed eccitata, rotta dal piacere esclamò: " Si lo sono!"

" Più forte!... Lo devi dire forte... che senta anche tuo marito!... Devi dire che cosa seiii!" Gridò

eccitato Salvatore tirandole più forte i biondi capelli indietro, facendole alzare il capo verso l'alto come una giumenta selvatica da domare, mentre con l'altra mano le batteva la natica ormai arrossata ancora più forte.

"Voglio sentirlo dire forte!"  Ripeté.

Beatrice chiuse gli occhi e gridò:

"Sono una puttana! Una porcona!!" E la frase le morì in bocca, tra i denti, sotto un gemito di piacere che le

uscì dalla gola. Si era eccitata di più a dirsi quelle parole.

" Brava!! Così mi piaci! ...Ubbidiente!!...Sempre ubbidiente."... E lasciando andare le redini dei suoi lunghi capelli, smise di batterla, lasciando quel bianco gluteo di color rosso acceso, bruciante.

Il signor Giovanni seduto a gambe larghe, si godeva tutta la scena, continuando a toccarsi il cazzo mezzo duro sotto i suoi lerci pantaloni da lavoro con la pettorina, lo stesso faceva il contabile ritornato a sedersi, aveva tirato fuori la sua lunga asta dai pantaloni e osservandola si masturbava.

Era tanto umida nella figa Beatrice, che nel silenzio della stanza, tra i gemiti e l'ansimare, si

ascoltava il rumore osceno del penetrare nel bagnato e uscire del cazzo dentro lei. Quel ciak... ciak …indecente e volgare del risucchio e della penetrazione, che in un rapporto normale sarebbe stato fastidioso e sgradevole, con lei era perversamente afrodisiaco e stimolante.

Tornando a darle del lei la informò:

“Sente! ..... Signora Gometti che rumore facciamo mentre chiaviamo?... Ha la figa tanto bagnata

che sembra una pozzanghera!” E risero tutti, proseguendo:” Le sta entrando nella figa facilmente, senza fatica, glielo allargata un po’, da oggi c'è l'avrà più ampia e burrosa!" E risero ancora.

Beatrice continuò a godere, ad ansimare e fremere più forte, tremando, scuotendosi in tutto il corpo. Si sentivano i suoi gemiti sordi di vergognoso piacere che non riusciva a soffocare. Il suo corpo non rispondeva più alla sua mente, ma solo al piacere che provava.

Salvatore aveva la bocca piena di saliva dal fermento e dall’eccitazione a chiavare Beatrice e quando parlava traboccava sulle labbra, tanto che doveva tirarla dentro con la lingua per non farla sbavare sul mento. Accelerò il ritmo, ormai eccitati fino al delirio, esclamando con perfidia e cattiveria:

" Adesso non fa più l’orgogliosa?... Non dice più che sono un povero zoppo? ...Uno storpio? Se potesse vedersi come è oscena e volgare ora …. Non cerchi di trattenersi, non servirebbe a niente, si lasci andare… Avanti! Venga! ... Goda!... Goda ancora davanti a suo marito….

“Lo guardi mentre gode!! "

Le ordinò tirandole i capelli di lato come fossero redini, portandola a voltare il capo verso di lui e osservarlo. Proseguendo:

"E' lì che si masturba guardandola chiavare con me!... E gode anche lui a vederla

posseduta da me, dallo zoppo, lo storpio!... Come m’aveva chiamato lei davanti a tutti, ricorda? “Fece una pausa aggiungendo: “Oramai mi appartiene Beatrice …e se non farà quello che le dirò io la rovinerò per sempre! Qui è tutto filmato e registrato da telecamere, sa… con il lavoro che facciamo dobbiamo essere prudenti."

Beatrice a quelle parole fu presa dal batticuore, quella frase” ... oramai mi appartiene…”  la terrorizzava ma turbava anche, ma in quello stato fisico e mentale che si trovava non volle pensarci.  Guardò con la coda dell'occhio suo marito a cercare conforto, ma lo vide masturbarsi osservandola mentre veniva posseduta da Salvatore, vedendo seduto vicino anche il signor Giovanni e il contabile con i loro cazzi in mano che si masturbavano anch’essi, tutti facevano lo stesso guardandola. Anche Clelia eccitata, adesa con la schiena alla parete, aveva tirato su la gonna all'ombelico e con la mano dentro le mutandine, si toccava la figa e si masturbava facendosi un ditalino. Era tutto assurdo, irreale, ma purtroppo vero.

Ma non le interessava più niente, nemmeno perché lo facesse, in quel momento voleva solo godere.

A vedere quelle persone masturbarsi, compreso suo marito si eccitò di più. Lanciò un grido acuto di piacere, mentre gli occhi nelle orbite si giravano in alto e le palpebre si socchiudevano. L’orgasmo si stava abbattendo nuovamente su di lei, come una tempesta.

Suo marito non le aveva mai fatto provare quelle sensazioni, quel piacere enorme, quel godere vero che le stava procurando Salvatore.

Come in trance si dimenò, muovendo volgarmente il sedere come in una danza erotica o peggio come una donnaccia, spingendolo indietro, mentre Salvatore continuava a chiavarla vigoroso, dalla gola le uscirono dei rantoli di piacere.

Di li a poco, nonostante l'umiliazione, la vergogna e la sua volontà a non godere, sentì di nuovo

arrivare dentro di sé le onde calde del piacere che si spandevano per il suo corpo.

Il suo respiro divenne ansante e breve.

All'improvviso smise di dimenarsi, si fermò e irrigidì, la bocca aperta e il capo rivolto in alto in

una posizione animalesca, da cagna e in quello stesso istante che lei avevo l’orgasmo gemendo:

“Aeghhhhhhhhhhhhh!!!  Aaaaaahhhhhhhhhhh!!!!!!”

Salvatore come una bestia, dando colpi brutali, con un urlo e la bocca ricca di bava, riversò tutto il suo sperma dentro lei.

Beatrice sentì un piacere immenso e una serie di schizzi caldi colpirle l'utero e inondarle la

vagina, mentre fremente, tremava dal piacere.

Tento solo di abbozzare un apprensivo: " No! la prego! ...Non mi venga dentro!"... Che lui l'aveva già inondata, riempiendole di caldo e di sperma la vagina.

Come folgorata da quella situazione perversa godette anche Beatrice in una specie di delirio, urlando sconvolta dal nuovo orgasmo osceno, si abbandonò abbassando il capo sul tavolino, colta da contrazioni terribili di piacere in tutto il corpo, poi cadde in uno stato quasi comatoso in una sorte di trance.

Si sentì sommersa dal piacere e dalla vergogna, che le invase tutto il corpo, anche i capelli, davanti a suo marito che alzatosi in piedi, masturbandosi come un giovane ragazzino osservandola venne anche lui godendo con un rantolo, ed eiaculando pochi schizzi di sperma sul pavimento.

Roberto si risedette estasiato, ansimante anche lui, quella masturbazione osservandola l'aveva soddisfatto molto di più che una chiavata con sua moglie.

Non aveva mai goduto così neanche lui, masturbarsi guardandola posseduta, era stato meglio che chiavarla direttamente pensava.

Aveva visto che Salvatore le era venuto dentro tenendola forte per i fianchi, ma Clelia prima che pronunciasse qualcosa lo rassicurò." Stia tranquillo signor Gometti , non la mette incinta, mio marito è sterile, se no glieli avrei dato io dei figli e poi sua moglie non è una ragazzina , ha appena finito la menopausa.....Stia tranquillo!" Ripeté.

Intanto il signor Giovanni e il contabile, sudati, avvicinatosi a lei masturbandosi lascivi,

riversavano sulla sua schiena il loro sperma vecchio e nauseante, boccheggiando bavosamente.

A quel piacere incredibile seguì subito dopo un grande senso di vergogna per Beatrice, di forte umiliazione.

Lo sentì sgusciare via da dentro la sua vagina dandole una pacca al sedere come alle donnacce, restando in lei il caldo piacevole della sua sborra.

Dopo molti minuti, finita l'estasi dell'orgasmo e capendo cosa era successo, si detestava ... si

disprezzava. E disprezzava anche suo marito che aveva causato tutto questo, colpevole di non

essere ancora intervenuto.

Ma più che altro era arrabbiata con sé stessa, non riusciva a spiegarsi come potesse godere con quell’uomo, abbandonarsi a lui in quel modo e darsi a quell'essere ripugnate provandone piacere.

Si sentiva sporcata ed umiliata, si abbandonò con il volto sul tavolino.

Quando tirò su il capo, vide Salvatore rimettere in quelle mutande sporche d'urina il suo pene

enorme e poi mettersi a posto i pantaloni e suo marito seduto che la guardava in silenzio.

Era preoccupata, sapeva che quel caldo meraviglio che sentiva dentro era dovuto al seme di

Salvatore che aveva riversato in lei, si sentiva sporca, insultata fisicamente, contaminata, mancava solo che restasse incinta di quel mostro, pur essendo cattolica praticante avrebbe abortito subito.

Come a leggerle nel pensiero, Celia si avvicinò e prendendola per i capelli le tirò su la testa

sussurrandole:" Stia tranquilla signora Gometti, non resterà gravida, Salvatore è sterile e non ha malattie e comunque......" Aggiunse ridendo con sarcasmo:" Non gli dispiacerebbe avere un figlio da lei!"

Beatrice trovò un po’ di sollievo a quelle parole in mezzo a tutta la sua vergogna e preoccupazione, se non altro non restava incinta e non era malato, aveva terminato da pochi mesi la menopausa, ma: “Non si sa mai… Meglio così!” Pensò pragmatica.

 

 “Si alzi pure, signora Gometti!” Le esclamò la voce rauca di Salvatore.

A quelle parole Beatrice si tirò su e guardò nella stanza, si sentì invasa da un odio indefinibile verso quelle persone, suo marito per primo, ma strinse i denti per controllarsi e non far vedere a quei porci quanto fosse ferita dentro, mentre i soci di Salvatore rimettevano a posto i loro cazzi nei pantaloni e Clelia tirava giù la lunga gonna e la guardavano sogghignando….

Si sentì derisa, offesa, umiliata, oltraggiata nel corpo e nell’anima....

Le lacrime le solcarono ancora le guance, sciogliendo ancora di più il suo trucco volgare, mentre nuda e inginocchiata quegli uomini la scrutavano ancora.

Con il permesso di Salvatore, si alzò e iniziò a rivestirsi ignorando lo sguardo dei due.

Mentre eretta, con il busto piegato si infilava da un piede il perizoma di sua figlia, dal suo sesso dischiuso colò un misto di sperma e di succhi vaginali che caddero a terra e qualche rivolò lungo l'interno delle cosce. Era lo sperma di Salvatore misto agli umori vaginali.

Si sentì morire, sotto lo sguardo severo di Clelia, oltraggiata, pulì e asciugò con dei fazzolettini di carta presi nella borsetta, infilò veloce quel piccolo perizoma e la gonna di sua figlia, che tornò a stringerle forte i fianchi comprimendole il ventre, restando aderentissima come una ventriera. Si rimise addosso quello che ritrovava per terra, confusa e desiderosa di levarsi da quella stanza al più presto.

Si sentiva sfinita, sporca e piena di vergogna.

Dopo essersi rimessa il soprabito lo strinse a coprirsi come a proteggersi, cercando di mettere a posto i capelli con le dita, che le restarono comunque spettinati. Non guardò e non parlò con suo marito. Si sentiva offesa, tradita, lo odiava. Come aveva potuto assistere indifferente alla sua violenza senza intervenire? … Anzi godendone?... Non lo perdonava. Qualcosa si era rotto tra loro e per sempre.

Continuava a mentire a sé stessa per giustificarsi, per assolversi dal piacere provato, considerando quel rapporto una violenza sessuale, anche se partecipe e ne aveva goduto pienamente.

Con i fazzolettini, si pulì anche gli occhi, provocando un impiastro maggiore sul viso. Clelia la

portò nel bagnetto dell'ufficio dicendole di lavarsi la faccia che era impresentabile, cosa che fece.

Ritornata dentro senza trucco, si notava, il viso pallido sofferente e gli occhi rossi e gonfi.

" Ha fretta di uscire signora Gometti?" Chiese il contabile.

"Faccia con calma… spero che ci incontreremo ancora."

Beatrice gli lanciò uno sguardo diffidente e di avversione a cui il contabile rispose con una risata ironica.

Intanto, con il solito sorriso odioso, Salvatore la salutò stringendole la mano tremante, che lei

ritrasse subito. Ormai era incapace di ogni resistenza nei suoi confronti, con gli occhi cerchiati di rosso e le lacrime che le scendevano si piegò a quel saluto.

Poi Salvatore salutò il marito, stringendogli la mano e battendogli l'altra sulla spalla, come due vecchi amici.

“Ha davvero una moglie splendida!... Bella e calda. Vedrà! La educheremo bene.” Aggiungendo:

"Mi scuserete se non vi riaccompagno alla porta ma è già molto tardi e mi resta parecchio lavoro da fare.” Disse allontanandosi.

Ferita nel profondo, Beatrice le gettò uno sguardo di disprezzo. Ora potevano finalmente andarsene.

Si avviarono verso la porta, ma prima di varcare la soglia, la voce di Salvatore li fermò.

" Signora Gometti!" Esclamò." Nei prossimi giorni si tenga libera qualche ora, perché verrà

contattata da mia moglie per istruirla meglio su cosa desideriamo da lei….

Mi raccomando si ricordi i patti…. faccia tutto quello che le ordì...” Correggendosi subito.

“… che le chiederà! "

Mentre lei signor Gometti domattina può presentarti dal mio contabile che le darà il nuovo

prestito." ...Aggiungendo come a rimarcarlo:

" Il denaro che serve alle vostre splendide figlie per studiare!"... Poi portandosi vicino alla scrivania aggiunse:

"Non vi dimenticate qualcosa?"

I coniugi per la prima volta in quella mattina si guardano in viso.

"Un grazie!!... Mi aspetto almeno che mi diciate grazie! Soprattutto lei signora Gometti visto il

piacere che le ho dato. Me lo merito!"

Questo era per i due la più umiliante delle punizioni, dopo quello che quel pervertito l'aveva

costretta a fare praticamente violentandola.

Le sembrava di essere diventata davvero un oggetto di piacere, una donnaccia.

Beatrice con gli occhi umidi, irata e rossa in viso che sembrava che scoppiasse, gettò un nuovo

sguardo di disprezzo a Salvatore che invece le sorrise.

Rispondendogli ironicamente come era nel suo carattere, guardando suo marito e come per punirlo e umiliarlo della sua passività, esclamò:

“Certo!!...Perché no!... Grazie!!... Grazie signor Salvatore del piacere che mi ha dato!... Della

violenza sessuale subita!!”

E uscì sbattendo forte la porta, mentre i soci di lui la guardavano ridendo.

Beatrice cercava di camminare più diritta e in fretta possibile, per non dare adito ad ulteriore

scherno nei suoi confronti, dalle sue cosce saliva un acre odore di sesso, dovuto agli umori e allo sperma uscito che si stavano asciugando, macchiando anche il tessuto della gonna.

Clelia la fermò con un falso sorriso:

“Non si sente bene signora Gometti? “

Beatrice da rossa era diventata pallida, i capelli disfatti le ricadevano spettinati e sudati, sulle spalle e sugli occhi.

“Si ricordi del numero di cellulare in modo che la posso sempre rintracciare… Allora ci vediamo prossimamente! “Disse.

Beatrice prese dalla borsa gli occhiali da sole e se li mise, le davano un senso di protezione agli

sguardi, quella protezione che non gli dava più suo marito.

Scesero nel cortile senza nemmeno guardarsi e si avviarono verso l'auto come due estranei.

Roberto aprì le portiere con il telecomando, poi gentilmente le aprì la portiera, Beatrice stava per entrare, quando si sentì chiamare e si fermò.

Riconobbe quella voce. Con il cuore in tumulto, girò gli occhi vedendo arrivare il signor Giovanni con la sua andatura da orso con a fianco un cane, un grosso rottweiler nero, con un grosso collare a catena e che come lui perdeva bava dalla bocca.

Con l’angoscia che le divorava il ventre, si appoggiò con il fianco alla macchina.

Il grassone li raggiunse e rivolgendosi a Roberto lo informò:" Domani mattina alle otto l'aspetto io per darle quella somma che ha chiesto al sig. Salvatore… i 5000 euro!"

Nel mentre il grosso cane si avvicinò alle gambe di Beatrice strusciandosi contro con il suo pelo raso, in maniera disgustosa e viziosa. Sembrava che anche lui sentisse l’odore che il suo corpo emana, un odore di femmina che si è appena fatta chiavare... un odore di figa!

Il cane alzò la testa e Beatrice avvertì sulle sue gambe nude il respiro caldo dell'animale, mentre il suo muso umido, annusandola la frugava tra le cosce, facendola trasalire.

" Si direbbe che lei ha appena fatto una nuova conquista...!" Esclamò il signor Giovanni con il suo ghigno malefico, mostrando i suoi denti gialli e cariati.

" A Buck piacciono le belle signore profumate. Sono certo che diverrete amici. Forse addirittura amici intimi…" E scoppiò da solo in una risata grassa e viscida come lui, sotto lo sguardo concertato di Roberto.

Beatrice si sentì impallidire a sentire la lingua ruvida del cane sulle cosce leccarla e con un gesto brusco della borsa lo spinse via da sé, entrando velocemente in macchina.

Giovanni rivolgendosi a Roberto esclamò sarcasticamente: "Spero che lei non sia geloso... di

Buck? “

E con una risata volgare si girò e tornò massicciamente sui suoi passi, seguito dal cane che guaiva scodinzolando il moncone della coda e lui che gli ripeteva:

“Si lo so! Ti piace la bella signora, ma non puoi … non puoi… almeno per ora…”

Roberto salì in macchina, mise in moto e velocemente si allontanarono per ritornare a casa.

 

 

 

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