I NOSTRI CONTATTI

IMMORALEX

SEGUI I NOSTRI SOCIAL:

angeverd53@libero.it

123456789


STORIE E RACCONTI EROTICI

VIETATI AI  MINORI DI 18 ANNI

All Right Reserved 2022

IX° NON DESIDERARE LA DONNA D'ALTRI.

2393826-sfondo-grigiohhhhh-sfumato-gratuito-vettoriale - copia (2).jpeg

VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI.

 

 

IX° NON DESIDERARE LA DONNA D'ALTRI.

 

CAP.30 LE SPIEGAZIONI

 

La mattina dopo la confessione di Carlo, era domenica e Beatrice da buona mamma si era messa in testa di incontrare Martina, voleva vederci chiaro in quello che era successo.

Non che non si fidasse di quello detto da suo figlio, ma forse Martina avrebbe potuto aggiungere qualcosa di più e fece in modo di incontrarla per caso.

Martina alla domenica andava a messa con Carlo e all'uscita in genere andavano al loro ritrovo, un bar per giovani sulla piazza.

Conosceva la strada che percorreva per andare a messa o al bar e si appostò nei dintorni.

Non la vide arrivare dalla chiesa, ma da una stradina laterale ed entrare dal tabaccaio. Aspettò che uscisse e le si avvicinò, fingendo un incontro casuale.

“Ohh!! Ciao Martina!” Esclamò vedendola.

“Buongiorno signora Beatrice!” Rispose educatamente come sempre lei.

“Sei di fretta?”

 “No, andavo al bar a vedere se c'era qualcuno della compagnia.”

“Carlo?” Chiese Beatrice all'improvviso, imbarazzandola, facendola annuire con il capo a dire:

“Sì anche.” Sapendo che non era vero.

“Ma non vai più a messa alla domenica.”  Le domandò.

Martina scrollò le spalle: “Non sempre!” ...Rispose: “Non ci vado quasi più!”

“E come mai?” … Chiese ancora Beatrice, ma lei non rispose.

“Senti Martina, posso parlarti un attimo in privato? Hai 10 minuti per me?” ... Domandò.

“Certo!” ... Rispose disponibile lei.

“Ma non qui nella strada, andiamo laggiù, ci sediamo nella panchina, è una bella mattinata calda oggi.”

“Va bene!” ... Acconsentì Martina.

Si appartarono nei giardini sotto un grande albero sedendosi vicine su un sedile, una di fianco all'altra come due amiche, guardandosi in viso.

Martina pur conoscendola, aveva soggezione, teneva gli occhi bassi o guardava in giro intimidita, era vestita in modo leggero, con i capelli sciolti e un paio di infradito ai piedi, pieni di brillantini.

Beatrice invece indossava una camicetta di seta bianca, aperta fino al solco del seno, dove lasciava volutamente vedere una parte del reggiseno di seta con pizzo amaranto, una gonna beige aderente a mezza coscia, corta per la sua età e i capelli raccolti sulla nuca, in uno chignon che la rendeva più bella e sexy.

“Allora Martina come va con Carlo?” ... Le chiese Beatrice.

Lei avvampò in viso, con le dita continuava a martoriare il pacchetto di sigarette appena acquistato e il libricino che teneva in mano. Era nervosa, non sapeva cosa rispondere... non voleva rispondere.

“Sei sempre stata sincera con me.” ... Le disse Beatrice:”… spero che lo sarai anche questa volta.”

Lei tirò su la testa, osservò in giro come ad estraniarsi, poi giocherellando con il pacchetto di sigarette e senza guardala in viso esclamò a voce bassa:”

“Non so come dirlo... Non esco più con Carlo, cioè ci esco ma non siamo più fidanzati.” ... Le annunciò abbassando nuovamente la testa.

“Lo so!” ... Esclamò Beatrice. “E mi dispiace molto.”

“Lo sa?” ... Domandò Martina stupita tirando su nuovamente il capo.

“Sì!! ... Lo so!... Me lo ha detto Carlo.”

“Gliel’ha detto lui?... Io! … Io gli voglio sempre bene, come prima...!” Esclamò:” … ma lui è cambiato adesso, è diverso.” ... Cercò di giustificarsi.

“So anche questo, me lo ha confidato e mi ha detto che comunque ti vuole sempre un gran bene e non vuole perderti assolutamente. Sei sempre nel suo cuore e ti ama.”

“Ohh!... Grazie signora! … Anch'io gli voglio molto bene, lo amo e lo penso sempre ... ma adesso...”

E si fermò lasciando la frase in sospeso.”

“Adesso?” ...Chiese Beatrice.

“Adesso non è più come prima.” … Continuò lei.

“È vero che esci con Nabil ora?” Domandò a bruciapelo.

Martina alzò ancora la testa diventando rossa in viso proprio come una bambina, la guardò smarrita con i suoi bellissimi occhi chiari esclamando innocentemente: “Lo sa?”

“Sì! Lo so!... So anche questo!” Rispose Beatrice.

“Sì adesso esco con lui. Ma i mei genitori non lo sanno, non vorrebbero certamente, non lo sa nessuno… e poi io voglio sempre bene a Carlo.”

Era agitata, nervosa continuava a muovere le dita e ad alzare e abbassare la testa guardandosi in giro.

“Stai tranquilla cara, non sarò certo io a dirglielo!” ... La tranquillizzò Beatrice.

“Grazie signora…” ...Rispose sorridendo.

Evitò di chiederle se era stata presa, se avesse fatto sesso con lui, non le sembrava il momento adatto.

“Come fa a piacerti Nabil?” Chiese Beatrice.

Martina restò in silenzio poi esclamò:

“Non lo so!... Non mi piace, né di carattere, né di persona. Anzi è brutto e musulmano!... Io Nabil non lo amo, amo Carlo. Ma lui è solo … non so come dire...”

“Il tuo amante sessuale?” ... Chiese ancora interrompendola Beatrice.

“Sì!” ...Mormorò Martina rossa in viso con gli occhi bassi.

Beatrice le accarezzò i lunghi capelli biondi, da donna capiva perfettamente Martina, il piacere che le dava farsi possedere o sodomizzare da Nabil, era molto maggiore di quello di Carlo, ne conosceva le capacità sessuali e la virilità, avendo anche lei avuto un rapporto anale con lui.

“Non avere paura, capisco perfettamente quello intendi dire e spero che finisca tutto e presto questa storia e che tu e Carlo torniate assieme.” ... Le sussurrò maternamente prendendo affettuosamente le mani di lei, tra le sue.

“Dipende da lui.” ... Rispose Martina.

“Lo so! “... Ripeté Beatrice, mentre Martina aggiungeva: “E da Nabil e i suoi genitori addottivi” ... “So anche questo” ... Ribadì Beatrice chiedendole:” Ma cosa c’entrano i suoi genitori addottivi? Intendi il signor Salvatore e la signora Clelia?”

“Sì!” Rispose Martina.

“Li conosci?”

“Li ho visti con Carlo una sera e suo padre adottivo mi ha esortato a frequentare Nabil, il suo figlioccio!”

Restò in silenzio, la situazione era più complicata di quello che pensava, comunque la sollecitò e informò:

“E ricorda che Carlo, non è assolutamente omosessuale, le piacciono le donne e riesce ad avere rapporti sessuali con loro, non chiedermi come lo so… ma è così!... Solo che sta vivendo un momento particolare con quello che è successo, ed è in una fase di crisi, di sofferenza per quello che vi è capitato. Ma sono sicura che ritornerete assieme e sarete felici come prima.

Martina sorrise contenta: “Speriamo!” Esclamò.

“Tu stagli vicino, aiutalo sostienilo, dimostragli sempre che gli vuoi bene, lui in questo momento è debole, è fragile e ha bisogno di te. Me lo prometti?”

“Sì!” Rispose Martina.

“Dimmi ancora una cosa.” Domandò Beatrice.” È Nabil che non vuole che vai a messa vero?”

Martina restò in silenzio, fece un cenno affermativo con il capo.

“Lo immaginavo!!” Esclamò Beatrice:” Lui è musulmano e cerca di convertirti vero?” ... Martina confermò ancora annuendo con il capo.

“Mi fai vedere cosa leggi di bello!?” Chiese essendoci accorta che il libricino che aveva in mano, cercava di coprirlo con le dita.

Martina se lo lasciò sfilare dalle dita e lei lo prese in mano osservandolo e fece una faccia stupita e dispiaciuta:

“Da quando in qua tu leggi i precetti del Corano?!”

Lei restò in silenzio.

“È lui che vuole che li leggi vero? Che impari, serve per la tua conversione?”

Martina annuì con la testa.

Beatrice lo prese e lo gettò a terra dietro la panchina.

“Lascia perdere queste cose. Non farti incantare mi raccomando!... Non lasciarti convertire, è una serpe quel ragazzo, è capace di tutto anche di farti diventare davvero una musulmana.” ... Aggiunse, proseguendo: “Ora devo andare ... Vai pure anche tu e grazie di quello che farai per Carlo e se per qualsiasi cosa avessi bisogno di me, non esitare a cercarmi, mi troverai sempre.” La informò con gli occhi umidi baciandola sulla guancia e accarezzandole dolcemente il viso.

“Sei sempre tanto bella e dolce Martina! Mi raccomando, non farti incantare da quel ragazzino spregevole e ritorna a messa, ci mancherebbe solo che riuscisse a convertiti anche… non sai cosa ti aspetterebbe a essere una donna musulmana!”

“Grazie dell’interessamento signora!” ...  Esclamò.

Martina si alzò e andò via e Beatrice lentamente tornò verso casa, ma appena girò l’angolo, Martina tornò subito indietro a prendere nell’aiuola dietro la panchina il libricino che Beatrice aveva gettato, lo mise nella borsetta e si avviò verso il bar. Guai se Nabil l’avesse trovata senza.

Beatrice cercava di ricucire tutto quello che si era strappato, ma era difficile, sarebbe stato arduo se non impossibile staccarli tutti e due da Nabil. Oramai quella serpe immonda, li aveva contaminati, infettati con il veleno della perversione e al di là della faccia da bravi ragazzi e dall'educazione che avevano nel rapportarsi, dentro loro oramai erano corrotti sessualmente.

 

Beatrice la mattina del giorno dopo andò in negozio inviperita, sempre più decisa a trovare una soluzione per Carlo e Martina.

Era sola in negozio e appena vide entrare Nabil, andò a chiudere la porta e lo fece andare subito nel retro, tirandogli all'improvviso uno schiaffo fortissimo in viso, che lo sorprese facendogli portare la mano sulla guancia a sfregare la pelle per lenire il bruciore. Poi cercò di prenderlo per i capelli per picchiarlo, non riuscendoci perché ricci e molto corti, gridandogli, mentre lui scappando si proteggeva dietro le sedie e il tavolo:

“Cosa gli hai fatto a mio figliooo?... Ehh!!... Brutto bastardooo!!... Come ti sei permesso di toccarlo, di rovinarloooo!!?”

Subito Nabil non capiva, restava in silenzio cercando di proteggersi dagli oggetti che gli lanciava e dagli schiaffi che ogni tanto gli tirava, forti e secchi quando riusciva ad avvicinarsi.

“Devi lasciarli perdere, a lui e Martina. Hai capitooo?” … Gli urlò con il viso a pochi centimetri dalla sua faccia, scrollandolo per le spalle mentre lui si proteggeva portando gli avambracci sul volto.

Nabil capì il motivo della sua collera, si divincolò e la spinse cercando di scappare, ma non riuscì, perché lei gli era davanti e lo teneva chiuso nel retro.

“Sono loroo!!” ... Gridò disperato per difendersi.

“Cosa sono loro? ... Sei tu piccolo bastardello che li hai inquinati con le tue porcherie, la tua perversione.”

“Nooo… sono lorooo!! “…Si mise a urlare Nabil.” E’ Carlo che ha voluto, che mi cerca per essere inculato e Martina per farsi chiavare da me... Non sono io che li cerco!” Continuò nel suo italiano sgrammaticato cercando di difendersi.

“Chiedi dai!... Chiama!... Fai venire loro qua davanti a me e vedi se non è vero! Io sì, ci vado con loro perché mi piace. Ma piace anche a loro e mi cercano.”

“Non ci credo!... Brutto mascalzone.” Disse Beatrice picchiandolo forte sulle braccia alzate per proteggersi.

“Chiediloo!... Chiedilo a Carlo e a Martina se non è vero.”

Era furiosa, piena di ira, agitata, con la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca alle stelle, aveva gli occhi fuori dalle orbite dalla rabbia, era pronta a farlo a pezzi, gli aveva toccato... rovinato suo figlio e Martina che era come una figlia per lei, non sapendo ancora cosa aveva fatto all’altra sua figlia Serena, se no guai, lo avrebbe ucciso in quel momento.

Irritata e agitata fino allo stare male, controllandosi, ansimando esclamò:

“Comunque tu qui hai chiuso!... Vai via!... Non ci venire più qui, non mettere più piede in questo negozio e soprattutto non farti mai più vedere da meee!... E lascia perdere Carlo e Martina.

Guarda Nabil!” … Esclamò ansimando dalla tensione e dallo star male da non riuscire a parlare, e sbiascicando tra una parola e l'altra lo minacciò:

“Te lo giuro!... Se so che li incontri ancora ...ti ammazzooo!!... Giuro che lo faccioo!!... Ti ammazzooo!!... Ti schiaccio come lo scarafaggio che sei!” ...Urlò forte.

“Ma signora! Io non c'entro.”

“Staiii zittoooooooooo!!” Si mise a urlare ancora Beatrice. “Vai viaaaaaa!!... Viaaaaaaaaa!!!... Sparisciiii!!”

Nabil capì che non c'era niente da fare e uscendo spaventato mormorò:

“Io dipendo dal signor Salvatore, quando lo dirà lui io non vengo più.”

Con rabbia Beatrice rispose: “Qui comando ioooo! ... Ioooooo!!... Hai capitoooo? ... Non c'è nessun altro, né il tuo signor Salvatore né altri. Sparisciiii!!”

Urlò ancora, sedendosi in preda a un malessere generale dovuto all'ira e alla tensione della collera, che quel bastardino olivastro le aveva provocato. Si sentiva male, non riusciva più a parlare e ansimava.

Vedendola impallidire Nabil si fermò, si avvicinò spaventato e timoroso, chiedendole: “Sta male signora?... Le prendo un bicchiere d'acqua e glielo porto signora?”

Beatrice non riusciva nemmeno a rispondergli, seduta con una mano sulla fronte respirava a fatica e Nabil glielo prese e porse di sua iniziativa.

Lo bevve per riprendersi, pronunciando ansimante al termine della sorsata:

“Comunque tu vai via, hai capito? ... Non ti voglio più vedere qua in negozio, né vicino a mio figlio o a Martina. Guai a te se ti ci vedo... ti ammazzooo!”

Lui scrollo le spalle allontanandosi, ripetendo ancora: “Sono loro che vogliono venire con me!”

Uscì dicendo:” Vado a dirlo al signor Salvatore.”

“Vai dove vuoi. Che dopo verrò anch'io, ce n’è anche per loro.” … Annunciò con voce tremante.

Nabil uscì e lei scoppio a piangere seduta sulla sedia.

Se l'era presa con quel ragazzino, aveva fatto la voce grossa e l'aveva picchiato e spaventato, ma sapeva benissimo che non era lui l'artefice delle sue disgrazie, di tutto quello che succedeva, lui era solo uno strumento.

Sentiva e vedeva crollarle tutto addosso, lei che era pronta a prostituirsi, suo marito scappato con una ragazzina, suo figlio che aveva rapporti omosessuali con un marocchino e Martina diventata la ragazza di quell'essere sporco e selvaggio. Tutto le crollava addosso.

Si calmò, nel bagno del negozio si lavò la faccia e si ritruccò il viso, mettendosi poi in ordine.

Aveva intenzione di andare da Salvatore e per farlo, senza Nabil, dovette chiudere il negozio.

Oramai erano tanto abituati a quel ragazzino che le faceva da servetto, che non averlo le creava difficoltà nel gestirsi.

Uscì e riflettendo si incamminò verso l'ufficio di Salvatore.

Arrivata salì su, suonò alla porta e le aprì Clelia con un sorriso falso e beffardo, a cui annunciò: “Devo parlare con il signor Salvatore e anche con lei… con tutti e due.” Aveva il viso teso e inespressivo. In quell’ambiente sentiva entrare nelle narici quella puzza di sigaro che conosceva bene e sapeva a chi appartenesse.

“Non puoi dire solo a me?” ... Chiese Clelia sorridendo falsamente.

“No! A tutte e due insieme devo parlarvi!” Rispose decisa.

“Allora c'è d'aspettare un po’ è impegnato con dei clienti.”

“Non importa, aspetterò!” Rispose e si sedette in quell'anticamera sporca di cui le parete erano impregnate da mille odori.

Passò più di mezzora, finché sentì aprire la porta e vide uscire una coppia di commercianti quarantenni che conosceva di vista, erano una bella coppia, avevano il negozio dell'altra parte della città ed erano marito e moglie.

Si guardarono in silenzio, girando loro subito gli occhi, come a vergognarsi di trovarsi lì.

Lei non la degnò di uno sguardo e camminava voltata dall’altra parte, lui con un sorrisetto e con un cenno del capo la salutò. Vide uscire dietro loro anche il contabile a salutarli gentilmente, probabilmente anche loro avevano ottenuto un prestito per il loro negozio.

Era la stessa scena che aveva già vissuto lei con suo marito alcuni mesi prima.

“Ecco!” … Pensò Beatrice:” Ha trovato un'altra coppia in difficoltà economiche quel porco. Non sanno cosa gli attende, cosa le accadrà soprattutto a lei che fa tanto la sostenuta. Gliela faranno passare loro quell'aria presuntuosa e arrogante. Non immagina cosa l’aspetta, cosa le faranno!” ... Considerò con un pizzico di contentezza inconscia, guardandola che si allontanava. “Vai! Vai! Te ne accorgerai!” Pensò.

La interruppe dal pensare la voce di Clelia che la chiamò: “Vieni entra!”

Entrò, era tesa, quando se li trovò di fronte pensando a quello che era successo a suo figlio e a Martina, ebbe una crisi di nervi, scoppiò a piangere e tra i singhiozzi iniziò a inveire contro Salvatore e Clelia.

“Siate dei maledetti!!... Non solo avete rovinato me, ma anche mio figlio e quella splendida ragazza. Siete dei porci, degli esseri spregevoli, depravati, perversi e bastardi!” ... L'ingiuriò avvicinandosi a Salvatore in un momento di isteria e piangendo le batté forte i pugni sul petto.

Lui senza scomporsi con il sigaro spento in bocca la prese per i polsi e tenendoglieli fermi con una mano, d'improvviso con l'altra la schiaffeggiò più volte sul viso, lasciandola cadere sul divanetto dell'ufficio a piangere.

“Cosa c'è?? … Cosa ti salta in testa ... Sei impazzita forse?... Vuoi che ti faccia rinchiudere in qualche ospedale psichiatrico?... Ne sono capace sai!” ... Le urlò Salvatore.

Beatrice singhiozzando e spaventata a quelle parole scosse la testa esclamando:

“No!... No!”

Continuando a singhiozzare. Salvatore disse a Clelia di portarle un bicchiere d'acqua, cosa che fece, facendola bere a sorsetti per calmarla, tirando occhiate infide di complicità con Salvatore, chiedendole perfidamente di spiegare il suo atteggiamento e cosa era successo.

Beatrice si compose, asciugò le lacrime, sentiva che doveva parlare con qualcuno di quello che aveva dentro, se no impazziva.

Certo non erano le persone più adatte, ma sembravano le più disponibili ad ascoltarla e forse a trovare una soluzione.

“Cosa c'è?” ... Le chiese falsamente in modo fraterno Salvatore sedendosi vicino a lei.

“Si tratta di mio figlio!” ... Mormorò, tirando su nel singulto con il naso il muco sciolto dal pianto.

“Cosa è successo? ... Chiesero fingendo di non sapere...

Di nuovo, trattenendosi dal piangere mormorò:” È omosessuale… sta diventando gay!” ... E a quelle parole scoppiò di nuovo a piangere.

“Ah è questo?!” ... Pronunciò Salvatore. “E tu ci aggredisci per questo?... Perché tuo figlio sta diventando omosessuale?... Ma che colpa abbiamo noi dei gusti sessuali di tuo figlio?” ... Esclamò.

“È stato Nabil.” Sussurrò Beatrice.

“È stato Nabil a incularlo?” ...Le chiese perfidamente e volgarmente Clelia alzando l'angolo del labbro in un sorriso di scherno facendo finta di non capire.

“Sì!” ... Rispose Beatrice agitata.

“Ma noi cosa c'entriamo con Nabil e tuo figlio, a noi interessi solo tu!” ... Dichiarò Salvatore

“Perché Nabil è il vostro figlioccio.” ... Balbettò Beatrice.

“E questo che c'entra?” ... Rispose Salvatore brutalmente: “Perché tuo figlio se lo fa mettere in culo da Nabil adesso la colpa è nostra?... Sai quanti ragazzini fuori da quella finestra hanno rapporti omosessuali tra di loro e si fanno inculare?” Aggiungendo con cattiveria:” Se vuoi saperlo, io da quando l'ho visto la prima volta a tuo figlio, ho capito subito che era effeminato, ha i lineamenti da donna, senza peli e anche di carattere è timido, gentile, e poi è molto bello, femminile...” Precisò: “Avrà trovato in Nabil un amico intimo... Se gli piace farsi inculare da lui noi che c'entriamo?”

“Non è vero!” Rispose risentita Beatrice. “È sempre stato normale, è un ragazzo sensibile, anche se dolce e carino ha...” Si fermò correggendosi subito. Stava per dire ha anche la ragazza, ma pronunciò... “Aveva anche la ragazza!!... È stato Nabil che gli ha rovinato la vita, a quei ragazzi.”

“Lei signora Gometti se l’è presa con quel ragazzo, ma che c'entra lui? ... È venuto qui tutto terrorizzato, piangeva, dicendo che l’ha picchiato e l’ha licenziato per colpa di Carlo e Martina.

Ma che c'entra lui le chiedo?... Se Carlo non voleva non ci andava assieme. Forse lei non sa che i marocchini hanno tendenze particolari, gli piace il sedere delle persone, i rapporti anali, inculare... e non fanno differenza se è un culo maschile o femminile.” Fece una pausa e poi proseguì:

“E poi io questa signorina Martina l’ho appena conosciuta, è una bella ragazza, ne avevo sempre sentito parlare da Nabil e mi aveva incuriosito vederla e conoscere di persona che tipo era.

Anche lei!... Se non voleva non andava con Nabil!... Non allacciava una relazione. Non l'ha mica costretta con la forza o violentata?... No!... E allora!” Esclamò mentendo.

Beatrice lo interruppe: “Sì l’ha presa contro la sua volontà, la circuita lui!” Me l’ha detto mio figlio: “Alla spiaggia una sera!”

“E suo figlio come fa a saperlo?” Domandò Salvatore fingendo di non sapere.

“Era lì!... Ha visto!”

“Suo figlio era lì, ha visto tutto e non ha fatto niente? Non è intervenuto in difesa della sua fidanzata? E perché sono andati tutti e tre sulla spiaggia? Erano complici allora suo figlio e Nabil?” Si accese il sigaro continuando: “Se è così sarebbero da denunciare, finirebbero in galera tutte e due, allora lì sì che suo figlio diventerebbe una femminuccia davvero!”

Beatrice era impressionata da quell’ipotesi che non aveva considerato e si vedeva in viso l’angoscia, non sapendo nemmeno lei quale fosse la verità.

“Io credo a mio figlio!” Sbottò.

“Bisogna vedere se gli crede il magistrato!... O lo condanna per complicità a otto anni!... Se è come dice lei se vuole faccio io una denuncia e li portiamo tutte e tre dai carabinieri.” Disse con provocazione e minaccia.

“No… no…!” Mormorò Beatrice spaventata da quella possibilità.

“Secondo me da quanto mi dice…” Mormorò Salvatore boccheggiando il sigaro:” … erano tutti d’accordo, magari la ragazzina voleva provare anche lei il cazzo marocchino e suo figlio, il suo fidanzato l’ha accontentata, gliel’ha fatto provare alla spiaggia. Lei non sa di cosa sono capaci i ragazzi di oggi, poi a lei è piaciuto e continua a frequentarsi con Nabil; e ora suo figlio e questa signorina essendo gelosi l’uno dell’altro per difendersi da quello che hanno fatto accusano Nabil, quel povero africano, e non è la prima volta che lo fanno! Sono razzisti.  Ma anche noi per lui abbiamo ottimi avvocati!”

Beatrice restò in silenzio, mentre lui continuò:

“Lei condanna quel ragazzo ingiustamente, gli addossa tutte le colpe che lui non ha, che sono solo sue, di suo figlio e di questa Martina.

Lei ci sarà stata senz’altro!... Sarà una bella ragazza che avrà migliaia di corteggiatori e fra questi anche Nabil che è riuscito a portarsela a letto e allora lui che c'entra?... Noi cosa c'entriamo con i loro gusti e le loro scelte?... In questo triangolo sessuale giovanile?”

“Perverso!” ...Lo interruppe Beatrice, ma lui incurante continuò:

“Comunque non si preoccupi, anche se hanno una storia a tre o ce l’ha solo con questa Martina, tra qualche mese Nabil rientrerà in Marocco e lo dimenticherà per forza, tutto terminerà, ritornerà normale, a meno che lei non voglia seguirlo e andare con lui!” ... Esclamò ridendo, proseguendo:

“Resterà solo una diversione sessuale giovanile. Tutti ce l'hanno!”

Beatrice era silenziosa, non piangeva più, continuando a tirare ogni tanto su con il naso nel singulto.

Poi tirò un sospiro lungo e disse: “So!... Mi ha detto Carlo che Martina la sua fidanzata, adesso esce con Nabil. È diventata la sua ragazza e Martina dice che è stato lei Salvatore ad assegnargliela come amante. È vero?”

“Oddio!!” ...Esclamò Salvatore seccato guardando Clelia: 

“Qui si travisa tutto!... Ma cosa capiscono questi ragazzi? ...” Esclamò fingendo di cadere dalle nuvole:” Uno fa per aiutarli e invece... si trova accusato.

Guardi signora Gometti, sono sincero.” Dichiarò mentendo: “Di suo figlio Carlo che avesse rapporti sessuali con Nabil non lo sapevo. Conoscevo invece che era in crisi con la sua ragazza e si era lasciato con questa Martina. Allora mi sono detto: < Perché non aiutarli?... perché rischiare che quel bel ragazzo di Carlo perda per sempre quella splendida Martina?> E sono stato io a suggerire a suo figlio:< Senti figliolo… non vorrai mica perdere una gemma così, come Martina? È una bellissima ragazza, una meraviglia, un bocciolo di rosa!>”

In quel mentre diceva quelle parole non visto guardò Clelia in uno sguardo perfido e d’intesa, si fermò diede una boccata al sigaro e fece uscire quel fumo puzzolente dalla sua bocca e continuò:

“E così ho detto: <Adesso cari ragazzi siete in crisi, capita nelle coppie, ma poi passerà, meglio che l'amicizia resti tra voi. Tu Martina piuttosto che cambiare compagnia e avere un altro ragazzo è meglio che vai con Nabil…>” Si interruppe di nuovo precisando:” Ma quei vai con Nabil, significava …fai amicizia con lui e non andarci sessualmente. Ma cosa hanno capito questi benedetti ragazzi…?” Mormorò riprendendo:” E aggiunsi a suo figlio: < Magari tra qualche settimana o mese, vi guarderete bene dentro e tu e Martina ritornerete insieme, Nabil andrà via tornerà in Marocco e lei tornerà tua.> Ecco, questo ho detto a quei ragazzi. Ma io non sapevo il motivo di questa crisi, non sapevo che suo figlio era innamorato di Nabil.”

“Innamorato di Nabil?... Non esageriamo adesso! ...Ha avuto... Anzi sono sicura che è stato costretto a qualche rapporto sessuale con lui.” Rispose Beatrice a disagio e risentita da quella affermazione su suo figlio, precisando: “Non è mica una ragazza Carlo che si innamora di Nabil.”

“Va bè!... Lo interpreti come vuole, ma io gli ho solo detto solo:< piuttosto che perderla, lascia che faccia amicizia con Nabil, non lo saprà nessuno e tra qualche mese lui andrà via e magari voi farete pace e tutto tornerà come prima, ritornerete insieme.> Io non sapevo che fra i giovani di oggi fare amicizia significhi fare sesso.” E sorrise perfidamente.  

“Era solo questo il mio proposito.” Affermò falsamente:” E mi sono permesso di dire a lei, a questa Martina, in modo un po’ paterno e un po’ autoritario:<Tu ora esci un po’ con Nabil, in modo che non ti allontani molto da Carlo, restate vicini, poi si vedrà.>

Almeno lei restava nella sua cerchia di amicizie, di contatto, di influenza, chiamiamola come vuole, non ne fuggiva con un altro, magari di un'altra città e perdevano tutti i contatti.

Non immaginavo certo che Nabil sarebbe riuscito a chiavare e inculare una ragazza così bella.”

Aggiunse maliziosamente e perfido: “E visto che continua a frequentarlo, devo dedurre che le è piaciuto far sesso con lui.

Ecco tutto qui quello che ho detto. Se lei non voleva, non uscivano insieme e poi il fatto che Nabil abbia avuto rapporti omosessuali anche con Carlo e in quel modo... bè queste sono cose loro che non mi interessano.” Pronunciò boccheggiando il sigaro. Continuando: “È una storia che riguarda solo loro tre, gliela lasci vivere se a loro va bene così ... sono giovani, lasci che chiavano e si inculano. Sa quanti ragazzi al giorno d'oggi sono gay e trans? ... Sono scelte loro.”

Poi con perfidia, sorridendo continuò:

“Da quello che mi ha detto, mi pare che Nabil abbia avuto un rapporto anale anche con lei. Quindi lei signora dovrebbe capire queste cose, anche se non era d'accordo lo ha fatto e sa solo lei se le è piaciuto o no!... Giusto?”

Beatrice capì che quel bastardino color ebano, raccontava tutto a Salvatore e a Clelia.

Abbassò un attimo gli occhi e restò in silenzio.

Salvatore continuò in modo crudele e perverso:

“Vivono un ménage a tre. Li lasci vivere! ... E poi mi risulta che anche lei ha avuto rapporti sessuali con Carlo, suo figlio.”

Inviperita rossa in viso dalla rabbia, guardando in faccia Clelia precisò: “Sì!! …Ma sono stata costretta!”

“Costretta?... Non mi pare che due giorni fa quando l'avete fatto sul divano di casa sia stata costretta!”

Beatrice restò pietrificata da quella esclamazione, avvampò in viso e balbettante si chiese come poteva sapere.

“Come sa?” ... Domandò sconcertata.

“Vede!... Carlo si confida anche con Nabil ... non solo con lei e anche Martina si confida con noi, dovrei dire con Clelia. Lo sa cosa ha detto Carlo a Nabil quando gliel’ha raccontato?”

“No!” ...Balbettò esitante…

“Che lo farebbe ancora con lei!... Che gli piace tantissimo chiavare sua mamma, che è stato il momento più bello della sua vita, più che con Martina.” … E infierendo su Beatrice continuò: “Lui è innamorato di lei, di sua mamma!”

“No!... No!... Non è vero!... Non è vero!” ... Rispose scossa farfugliando le parole.

“Non è vero? … Qui c'è una testimone, Clelia diglielo tu!”

“Sì è vero!” ... Confermò perfida lei: “Ha detto che lo vorrebbe rifare, ma non ha il coraggio di chiedertelo, che solo con te riesce ad essere uomo, ad avere l'erezione.”

Beatrice scioccata e sconvolta esclamò:

“No!... No!... Vi prego, non ditemi queste cose!”

“Ma è la verità cara!” ... Aggiunse Clelia. “Anche tu!” Proseguì: “Senti qualcosa per lui... lo desideri se no, non l’avresti fatto l’amore con lui. Non è forse vero?”

I fatti si erano rivoltati contro lei, quella ribellione l'aveva sopraffatta, da accusatrice era diventata accusata. Sapientemente stavano girando quella situazione, quelle verità e debolezze a loro favore.

Sconvolta che altri conoscessero il suo segreto esclamò: “Ma è mio figlio!... No!”

“Embè! Cosa c'entra se è tuo figlio?” ... Rispose Clelia.

Perfidamente affondarono il coltello in quella sua ferita già sofferente e sanguinante dicendo:

“Forse solo tu puoi aiutarlo! ... Salvarlo dall'omosessualità!”

“Ma cosa dite? … Iooo?!!... E in che modo posso Salvarlo?” ... Chiese agitata.

Ci fu silenzio, rotto solo dagli sguardi di Clelia e Salvatore puntati su di lei.

Capì cosa intendevano, il loro modo di osservarla era esplicito.

“No!... Così no! …Non posso, è mio figlio!” ...Ripeteva.

“Lui ti chiede aiuto confidandosi con te, sua madre e tu non gli tendi la mano?... Che madre sei?!

Sei l'unica donna ora con cui può avere rapporti sessuali, che può aiutarlo e riconvertirlo a una sessualità normale, etero. Aiutalo!!” …Le gridò Clelia... “Tendigli la mano!... Non abbandonarlo proprio ora che ha bisogno di te!!... È tuo figlio!”

“Ma dovrei continuare ad avere rapporti sessuali con lui.” ... Manifestò agitata.

“Sì!... Ebbene? … Li hai già avuti. Non lo saprà nessuno. Lo farai per lui, solo per lui, per tuo figlio e se poi in questa missione materna ti piacerà farlo come credo, troverai anche godimento... ancora meglio!... Non sei contenta?”

Consigliandola:

“Magari come donna matura, puoi fargli qualche lavoretto, qualche giochetto che la sua Martina per inesperienza non gli ha mai fatto, invece della solita chiavatina che le faceva fare lei, e riportarlo sulla retta via. Guarda che noi non ci scandalizziamo, non giudichiamo, non ci troviamo nulla di incestuoso, per noi l'incesto non esiste, esiste solo l'amore.”

Beatrice era stordita e confusa da quello che aveva sentito, non sapeva cosa fare cosa rispondere.

Perversamente Clelia continuò:

“Ricordati che la vita sessuale di tuo figlio, la sua felicità e quella di Martina dipendono solo da te!... Una madre darebbe la vita per suo figlio!... Non si porrebbe il problema se è giusto farlo, se è lecito o no moralmente.”

Era smarrita, quelle ultime parole erano state come una lama che entrava nelle sue carni.

Desiderava anche lei con tutto il cuore aiutare Carlo, salvarlo da quella deriva sessuale che stava prendendo.

Si domandava davvero, se avendo rapporti con lui l'avrebbe riportato nella normalità sessuale. Se fosse stato possibile… era pronta a sacrificarsi.

Avrebbe dato tutto per suo figlio, anche la sua dignità e moralità... il suo corpo!

“Ci penserò!!” ... Esclamò sempre più persuasa. Si stava lasciando convincere da quei serpenti velenosi che ancora una volta l'avevano incantata, le avevano mescolato le carte.

Era andata per vomitargli addosso tutta la sua rabbia, la loro malvagità e perversione e invece ne usciva convinta di lasciare suo figlio Carlo, Nabil e Martina a continuare ad andare avanti così, in quel triangolo perverso, anzi, convincendosi lei ad avere rapporti sessuali continui con suo figlio per salvarlo.

Senza rendersene conto, la stavano depravando sempre più.

“Brava!” … Esclamò Clelia:

“Ma non avere ripensamenti morali, agisci subito, inizia oggi stesso, per un periodo dovrai diventare la sua amante. Ricordati sempre che sei l'unica donna che può riportarlo alla sessualità precedente.

Martina è bella, ma è solo una fighettina, probabilmente non sa neanche chiavare ed a farlo con lei Carlo non ci troverebbe gusto, passione e calore come a farlo con te, sentirsi stretto, baciato e amato da sua mamma e poi Martina adesso è in una fase particolare, sessualmente è attratta da Nabil e sentimentalmente da Carlo, non è nel momento adatto per riportargliela. Non pensare agisci!! … Non perdere tempo!” La incitarono.

“E Nabil, quel povero ragazzo, riprendilo a lavorare con te e lascia che abbia rapporti sessuali con tutti e due, quando ritornerà in Marocco, lo dimenticheranno in fretta e ritorneranno assieme. Possibile che non capisci che può essere il tuo confidente la tua spia e tu sapere quando incontra Carlo, quando chiava Martina, e cosa fanno, come la chiava?” Disse.

Beatrice era sempre più frastornata, ma uscì dall'ufficio persuasa che l'unica cosa da fare, per ora era lasciare le cose com'erano e tornò in negozio, sempre più convinta che quello che le avevano detto fossero le cose giuste da fare, come riprendere Nabil a lavorare con lei.

Nabil il giorno dopo ritornò a lavorare in negozio, ma senza più parlarsi tra loro, sapeva che era l’amante di Martina e di suo figlio Carlo, di entrambi.

Beatrice alcuni giorni dopo, iniziò a intrecciare una relazione incestuosa con suo figlio, diventandone amante, ricambiata da lui come le avevano detto di fare Clelia e Salvatore, pensando così di poterlo salvare dall'omosessualità.

In quella circostanza gli chiese come mai avesse parlato con Nabil di quello che avevano fatto.

Carlo si confidò:

“Con Nabil siamo molto amici e ci vogliamo bene.

Quella sera che lo avevamo fatto, mi ha visto diverso, strano e con la sua insistenza mi ha portato a parlare a svelare quello che era successo, l’ho fatto perché ero felice che era accaduto ... e lo era anche lui.”

“Lui era felice che tu eri stato sessualmente con tua madre?” … Chiese Beatrice.

“Sì!” …Rispose. “Era felice anche lui, diceva che sono bisex e non gay e mi consigliava di continuare... In quel momento dai giardini passarono Clelia e Salvatore che vedendoci si avvicinarono e dopo averci salutati chiesero a Nabil come andava e lui per risposta riferì quello che gli avevo appena confidato.”

“Bastardo!!” ... Esclamò Beatrice: “E loro cosa hanno detto?”

“Niente!!... Hanno sorriso e poi sono andati via, non hanno detto niente, solo sorriso.”

“Conoscono Martina però?” …. Chiese.

“Sì... l'hanno vista qualche volta con me e con Nabil, hanno scambiato qualche parola con lei quando c'ero io, poi non so, forse l'hanno vista anche da sola con Nabil a mia insaputa.”

“Ma tu accetti che Martina abbia rapporti con Nabil?” ...Gli domandò Beatrice.

“Lui scosse le spalle asserendo:

“Almeno siamo sempre assieme, continuiamo a incontrarci tutti i giorni a parlare, scherzare, stare assieme. Se lei andasse con un altro non la vedrei più, sarebbe davvero la fine e non comunicherei più con lei, io le voglio ancora bene a Martina, e lei a me e spero di tornare con lei.” ... Chiedendo:

“Perché me lo domandi? ...”

“No… così! Curiosità! Quindi continuerete a vedervi e tu lascerai che abbia rapporti sessuali con quel marocchino?”  Domandò.

“Si, ti ho detto il motivo e comunque nessuno saprà niente, solo noi.”

Beatrice si rendeva conto che era difficile accettare moralmente quel triangolo vizioso, anche se la motivazione era giusta e logica dal loro punto di vista e da quello di Salvatore e Clelia.

“Meglio così che non vedersi più!” ... Ripeté Carlo.

Non era facile uscire da quell'intreccio, e si convinse anche lei che forse era meglio lasciare continuare le cose così ancora per qualche mese, finché Nabil non fosse partito e tornato in Marocco, allora tutto sarebbe cambiato e tornato come prima.

Ma si illudeva, niente sarebbe più tornato come prima.

 

Per commenti, suggerimenti, idee, notizie o critiche, scrivere a:

dressage1@hotmail.it

Grazie      

 

I contenuti presenti sul blog “Immoralex” dei quali è autore il proprietario del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o ridistribuiti in forma parziale o totale senza previo accordo con l’autore stesso e citando sempre la fonte d’origine.

È vietata la copia e la riproduzione dei contenuti in qualsiasi modo o forma.

Copyright © 2019 Immoralex. All rights reserved.