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STORIE E RACCONTI EROTICI

VIETATI AI  MINORI DI 18 ANNI

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IX° NON DESIDERARE LA DONNA D'ALTRI.

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VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI

CAP. 29 INCESTO MATERNO

 

 

Dopo quello che era successo, assistere al litigio dei genitori, vederli inveirsi contro in quel modo riprovevole, accusandosi a vicenda di aver compiuto atti sessuali perversi, per i figli fu traumatico e shoccante.

Loro padre aveva fatto accuse ben precise a loro madre e anche se lei aveva cercato di difendersi negando, senza accorgersene, rabbiosa rispondendo a suo marito, era passata ad incolparlo e a difendersi, giustificandosi per quello che era accaduto, ammettendolo senza volerlo che era vero quello che diceva.  E in quella reazione i suoi figli avevano capito che quelle accuse di loro padre alla madre, non erano calunnie, ma erano vere.

Quella scoperta li aveva scioccati, anche loro avevano i loro peccati e i loro segreti perversi, ma scoprire quelle cose sulla propria madre era doloroso e insopportabile per chiunque e anche per loro.

Avevano perso la fiducia e il rispetto in lei e anche in loro stessi, anche se non lo davano a vedere.

La più debole di carattere Serena, era entrata in crisi verso tutti quei valori per cui era stata

educata e credeva.

Francesca sconvolta cercava di scivolare sopra quella verità, anche se era impossibile e sua madre le era scaduta moralmente. Aveva perso la fiducia in lei e per certi versi la compativa, quand'era fuori di sé a volte sragionava, specie dopo che Roberto si era allontanato da casa con quella ragazzina albanese.

Carlo il più mammone e coccolone, ne pativa molto, ne soffriva in silenzio, era molto legato a sua mamma e lei a lui.

Passarono un pò di giorni. Beatrice non ne parlò più di quel litigio e nemmeno di suo marito e

altrettanto fecero i figli per non aprire una ferita che si stava rimarginando, non le chiesero più nulla.

Per reazione a quello fattogli da Roberto, Beatrice si era affidata completamente all’aiuto di Clelia, nelle mani di chi partecipava alla corruzione di lei e della sua famiglia.

L’aveva convinta ad accettare l'offerta di Vlade, di prostituirsi per lui, Beatrice aveva bisogno di soldi ora che era sola e senza marito e in quel modo li avrebbe avuti, ed era sotto la sua protezione. Stupidamente pensava di prostituirsi solo per qualche mese, forse un anno come le aveva detto Clelia, non rendendosi conto che in quel modo scendeva sempre più in basso e non ne usciva più e quella sarebbe stata la sua nuova vita. E Salvatore come Caronte le faceva oltrepassare lo Stige, accompagnandola negli inferi e nella perversione per non tornare più indietro.

 

Alcuni giorni dopo, Beatrice, sola in casa, uscendo dalla doccia non si accorse che Carlo era

rientrato mentre lei era sotto il fruscio dell’acqua. Non lo aveva sentito.

Lui andò nel soggiorno e si sedette pensieroso sul divano a leggere, per distrarsi e non pensare.

Era teso, nervoso e angosciato. Pur provandoci, non riusciva più a chiavare Martina, non gli

veniva duro e gli dispiaceva perché era sempre innamorato di lei, ma anche sempre più succube di Nabil.

Anche se apparentemente lo celava, inconsciamente soffriva molto a vederla chiavata da Nabil, da quel marocchino musulmano suo amante e sapere che era diventata sessualmente

la sua ragazza e cercava anche di convertirla all’Islam e tutto quello gli dava una sorta di duplice gelosia, per lui che era il suo maschio e per lei che era stata la sua ragazza. Era in una situazione paradossale, geloso di tutte e due.

Beatrice uscì nuda dal bagno, solo con le ciabattine pensando di essere sola in casa e andò in cucina a controllare il forno, che non si bruciasse l'arrosto che stava preparando, non avevano più la colf per risparmiare, non potevano più permettersela ora, e facevano loro, lei o le figlie le faccende di casa e la preparazione del pranzo e cena.

Carlo sentì dei rumori provenire dalla cucina e pensando di essere anche lui solo in casa, si alzò curioso e andò a vedere cosa fosse. Quando entrò, vide un corpo nudo piegato verso il forno e un grande sedere bianco, con un tatuaggio già visto su un gluteo, una esse rossa cerchiata inconfondibile, che conosceva, come quella che aveva visto sul sedere di quella puttana al sexy shop....

Ebbe un soprassalto, era lo stesso sedere e lo stesso tatuaggio nello stesso punto della prostituta del sexy shop, quella che lui aveva chiavato e Nabil si era fatto spompinare settimane prima.

Ma lo riconobbe ... era anche il sedere di sua mamma.

Nel frattempo Beatrice con la coda dell'occhio, vide un’ombra dietro lei e si girò di scatto, vedendo Carlo che fermo le guardava il sedere.

Tirandosi su cercò di coprirsi il seno e la figa depilata, con un grembiule che era lì appeso.

Diventò rossa in viso, non perché suo figlio l'aveva vista nuda e le guardava il sedere, ma perché dal suo sguardo, capì che aveva intuito qualcosa vedendo il tatuaggio.

"Non ti ho sentito entrare! ...Ero sotto la doccia!"... Esclamò Beatrice.

Ma Carlo deciso, con lo sguardo indignato rispose:" Eri tu!!... Eri tu la prostituta con il cappuccio nel sexy shop!"

Beatrice ebbe un sussulto, cercò di mascherare il disagio e fingendo di non capire, rossa in viso e imbarazzata esclamò:" Non capisco!!"

"Eri tu quel pomeriggio al sexy shop…" Continuò facendo segno con il dito al suo sedere.

Beatrice avvampò, il viso le si contrasse e diventò rosso fuoco, quasi si sentì male, sentì le gambe che le tremavano e cedevano. Oramai Carlo aveva capito tutto, non poteva più nascondere nulla... e soprattutto la verità.

Balbettò ancora qualcosa:" Ma Carlo!... Cosa dici?"

Ma lui prendendola per un braccio, la fece ruotare su sé stessa e riguardandole il sedere tatuato ribadì:" Si! Eri proprio tu, con quel tatuaggio la prostituta che ho chiavato!"

Presa dal panico e dalla vergogna, sapendo di non poter più mentire e vedendo suo figlio sconvolto e addolorato da quella scoperta, con le lacrime agli occhi gli disse:

"Ti posso spiegare tutto Carlo!... Non giudicare senza conoscere!"

Ma lui quasi assente con lo sguardo nel vuoto ripeteva:

" Dioooo!!…Ho chiavato mia madre!... Mia madre!... Abbiamo goduto insieme!"

E poi osservandola negli occhi, come a dividere la colpa, sconfortato mormorò quasi sottovoce:

"Anche tu hai goduto!... L’ho sentito!... Che vergogna, siamo incestuosi."

La scoperta di aver chiavato sua mamma lo considerava un incesto perverso, al contrario di quello con Serena, sua sorella, che giustificava e riteneva comprensibile forse perché quasi coetanei.

Sconvolta da quello che stava accadendo e dalle parole di suo figlio, Beatrice precisò:

"Aspetta Carlo!... Non giudicarmi ti prego, se ci sediamo ti posso spiegare tutto."

Carlo aveva gli occhi rossi... pieni di lacrime, lei lo prese per mano e lo accompagnò in soggiorno.

Beatrice come accorgendosi solo in quel momento di essere era nuda, lo invitò a sedere sul divano dicendo:

"Aspetta solo un attimo, che vado in bagno a mettermi qualcosa addosso!"

Scappò via di corsa tornando poco dopo con il suo accappatoio di spugna rosa, stretto alla vita da una uguale cintura annodata.

Carlo restò in salotto seduto sul divano, immobile assente, guardando il vuoto.

Beatrice sedendosi vicino a lui tirò un grosso sospiro e iniziò accarezzandogli la fronte sudata:

" Ho dovuto farlo Carlo ... Sono stata ricattata." ...Le bisbigliò prendendogli le mani tra le sue con gli occhi pieni di lacrime.

Ma lui non l'ascoltava, nella sua mente giravano mille pensieri, sua sorella, Martina, Nabil e ora sua mamma.

C'era silenzio nella stanza. Si girò verso lei e guardandola negli occhi e pronunciò:

" Ma io ho goduto con te!... Mi sei piaciuta!... Ti ho ripensata e desiderata parecchie altre volte e…e.… sei mia mamma."... Dichiarò più deluso che affranto.

"Tu sapevi che ero io e ti sei lasciata possedere da me?"...Chiese con voce flebile.

"Si! ...Lo sapevo che eri tu Carlo, assieme a quel bastardello di Nabil, ma che potevo fare? ....

Avevo paura che lo scoprissi, che restassi shoccato a vedermi in quel posto, in quella condizione, conciata in quel modo e ho assecondato Clelia ... e poi ero sotto ricatto non dimenticarlo, sai che dobbiamo darle parecchi soldi che non abbiamo a lei e suo marito e loro se ne approfittano."

Beatrice non sapeva più cosa dire per giustificare il suo comportamento:" Non sono una prostituta se è questo che tu pensi. È stato un caso che fossi là, dovevo solo accompagnare Clelia che aveva insistito tanto perché ci fossi anche io. Tua madre non frequenta certi posti.

Poi quando ti ho visto entrare con quel bastardello marocchino, mi è preso il panico, avevo paura che mi vedessi e riconoscessi, ero quasi nuda, con il guinzaglio e il collare, e temevo che reagissi male e lei per proteggermi mi ha infilato un cappuccio nero sul capo, preso su uno scaffale. Divertendosi poi a farmi fare quello che sai, sapendo che non potevo … che non avrei reagito davanti a te."

Aggiungendo rattristata accarezzandolo sui capelli biondi e sul viso per rincuorarlo:

"Ascolta Carlo!... Quello che è successo a noi a volte capita in tante famiglie, noi lo abbiamo fatto, ma tu non sapevi che ero io e io ero sotto ricatto di quella megera. L'importante è ..."

Non fece in tempo a finire la frase che Carlo scoppiò in un pianto dirotto, portandosi le mani sul viso.

"Ti prego non fare così!" … Le sussurro lei con le lacrime agli occhi. "E' una cosa nostra che sappiamo solo io e te."

Lui avvicinò il capo a lei, piegandosi sulla spalla piangendo, lei lo abbracciò dolcemente, tirandolo a sé con la mano e maternamente lo appoggiò sull'accappatoio all'altezza del seno, continuando ad accarezzargli i capelli, baciandolo in testa e in fronte, come faceva quando era un ragazzino che coccolava.

"Se ti fa bene sfogati Carlo!... Piangi!... Ma non mi odiare! La mamma ti vuole e vorrà sempre bene."...Sussurrò con la voce tremolante.

"Non piango per quello che ho fatto con te mamma." ...Rispose singhiozzando.

"E per cosa allora?" …Chiese Beatrice stupita, stringendolo amorevolmente con il capo verso il seno.

E tra i singhiozzi Carlo come un bambino piccolo dalla mamma, si sfogò:

"Perché non sono più un uomo!... Non ho più Martina…"

"Come non sei più un uomo?" ... Chiese sorpresa Beatrice." Cosa significa?... Spiegami! "

"Ho avuto rapporti con Nabil.".... Esclamò con la voce rotta dal pianto stringendosi a lei senza guardarla.

A Beatrice le si gelò il sangue nelle vene, non poteva crederci, non voleva crederci:" Forse ho

capito male pensò.” Balbettò staccandosi un pò da lui:" Ma come rapporti con Nabil?... Che tipo di rapporti?"

"Sessuali!"... Rispose Carlo.

"Sessuali??"... Ripeté lei sconvolta e scossa da quelle parole. Pensando per un momento che

anche lei li aveva avuti.

"Ma se sei fidanzato con Martina!... Hai già avuto rapporti con lei... andate d'accordo e vi volete

bene, vi amate. Come è possibile?" ...Chiese.

Carlo singultando rispose:

"Si!... Ma adesso Martina non è più con me. Non è più la mia ragazza."

" E di chi è?" ...Chiese curiosa e attenta. .... .

" Di Nabil!"... Rispose Carlo." Adesso è la sua ragazza, se le presa lui! Continua ad avere rapporti sessuali con lei e con me."

"Oddiooo!!... Dio miooo!!" .... Esclamò Beatrice disorientata e impressionata da quella parola:" Quello scarafaggio ha rapporti sessuali con te e con Martina!?... Ma come è possibile!... Lei diventata la ragazza di Nabil? ... “Ripetendo come un automa:” Martina è diventata la ragazza di Nabil?... Ma se è la tua fidanzata!? … E ha rapporti sessuali con lui?”  Esclamò come se parlasse da sola guardando in giro le pareti e i mobili di casa sua, shockata, con l’espressione del viso sorpresa, stravolta e incredula da quelle parole….

“Non solo con lei… con tutte e due? " ... Si corresse tirando su di naso il singulto sempre tenedo appoggiato il capo sull’accappatoio sul suo seno.

“Oh… Dio mioo! … Dio mioooo! … Non posso crederci. “Ripeté. “Dimmi che non è vero Carlo!!” ... Mormorò confusa:” Dimmi che ti sei inventato tutto per punirmi di quello che abbiamo fatto… dimmelo ti prego!”

 Era scossa da quelle parole, sconvolta da quella verità.

Lui stringendosi di più al suo torace piangendo come un ragazzino dalla mamma continuò:

“No… è vero tutto mamma!... È vero tutto!”

"Ma come è possibile? … Come è successo? ... Se dovrebbe diventare tua moglie tra qualche

Anno?!... Come è potuto accadere questo?” … Chiese smarrita e scossa.

" È accaduto mamma, non chiedere come e perché, ma è accaduto!" …Rispose con il singulto del dopo pianto.

Si era liberato, da bravo ragazzo aveva sempre detto tutto a sua madre e anche questa volta

piangendo si era sfogato, si era confessato a lei, come da bambino.

"Ma come!... Anche tu hai avuto rapporti sessuali con Nabil?” Chiese ancora incredula." Vi sarete toccati. Avrete avuto atti di libidine?"

" No mamma! Abbiamo avuto rapporti sessuali completi!" Precisò.

"Ohh Diooo mioo!!… Carlooo!!" ...Esclamò nuovamente ad alta voce. " Lui! ...Lui! ...Ti ha...?"

"Si! "… Rispose Carlo vergognandosi, e le spiegò più o meno tutto quello che era successo e la sua tendenza e paura a diventare omosessuale.

Beatrice era scioccata, sconvolta... non sapeva cosa dire, era una situazione pazzesca, perversa, suo figlio Carlo, il suo cucciolo, quello prediletto e che assomigliava tanto a lei, aveva rapporti sessuali con quel ragazzino marocchino, quel musulmano, quella serpe e Martina era diventata la sua ragazza, l’aveva abusata.

“Povera Martina, tanto dolce e bella, dover subire quel piccolo essere spregevole.” Pensò.

Ora anche lei odiava Nabil con tutte le sue forze, per quello che aveva fatto a lei ma soprattutto a suo figlio e Martina. Gli aveva rovinato il figlio quel bastardo e si era preso la sua fidanzata.

Vederlo in quello stato, abbattuto e depresso la preoccupava. Provò per sdrammatizzare e aiutarlo dicendole:

" Ma!... Il tuo stato, la tua situazione sessuale, sarà una situazione passeggera, momentanea. Quella che vivete tu e Martina, a volte capita nella vita delle coppie. “

Cercava di essere una mamma moderna, aperta, che capiva i problemi dei figli per quanto

depravanti potessero essere quei problemi, ma non sapeva che fare e che dire ...era scioccata e impressionata da quello che aveva sentito.

Subito si era angosciata perché Carlo aveva capito che era lei la donna che aveva chiavato al sexy shop. Ma ora era tormentata da quella sua confessione ben più peggiore di quello che avevano fatto loro, dalla cruda realtà di Carlo che aveva rapporti sessuale con Nabil e che Martina ne era diventata la sua succube, sembrava un incubo, la storia di un racconto erotico, ed invece era tutto vero; e faceva passare quello che era accaduto a loro in secondo piano e la verità detta la inquietava di più.

Non voleva credere a quello che gli aveva confessato suo figlio, di avere rapporti sessuali con quel perfido e spregevole essere e che Martina non era più la sua fidanzata ma la era diventata di Nabil e che lui continuava ad avere rapporti sessuali perversi con tutte e due.

Sbarrava gli occhi, li apriva con forza, come per svegliarsi da un incubo.

Ce n'era per diventare pazze.

“Li ha corrotti tutte e due.” ... Pensava.

Ma quello che le interessava e la preoccupava era l'aspetto psicologico del suo ragazzo, che pensava di essere o di diventare omosessuale, perché non riusciva più a possedere sessualmente Martina, ma al contrario le piaceva e preferiva farsi sodomizzare da Nabil.

Tirò un altro sospiro forte, dalla tensione nervosa iniziava a sentire caldo al collo e sul viso.

Suo figlio si era rivolto a lei, sua mamma in cerca d'aiuto e lei doveva darglielo quell’aiuto che gli chiedeva, era suo dovere di madre e dopo il pianto di Carlo e la sua preoccupazione per cosa gli stava accadendo e pensava di diventare suo figlio, decise di adottare la strategia di non fargli pesare quegli avvenimenti come irrimediabili o incontrovertibili, a tutto c'era rimedio, una soluzione. Prevalse l'istinto materno, doveva proteggerlo, doveva difenderlo. Era il suo cucciolo impaurito e smarrito.

Cercò di minimizzare tutto quanto gli era accaduto, per non farglielo pesare a livello psicologico.

" Ma no Carlo! ...Vedrai che tutto passerà si aggiusterà. Non sei un omosessuale e non lo diventerai! ...  A volte tra i ragazzi e le ragazze capita molto spesso di fare esperienze diverse, particolari e di credere di essere diventati chissà cosa!

Siete normalissimi sia tu che Martina anche se è stata sua, è lui che non è normale, è un degenerato, un delinquente e si è approfittato di voi.

Anzi da ora devi impedire che quello schifo, abbia rapporti sessuali con te e con Martina, non lo dovete vedere più.

A lei potrebbe anche metterla incinta, lo sai vero? ... Ci avete pensato?... Quella gente è capace di tutto. Te la immagini Martina incinta di un marocchino?... Un musulmano?

Quel fiore di ragazza, che è tanto buona e cara, oltre che bella."... Pronunciava mentre con le lacrime agli occhi gli accarezzava i capelli, baciandolo in fronte.

Il suo piccolo Carlo, aveva cercato rifugio in lei e ne era orgogliosa, era felice di questo.

Lo accarezzava e baciava sul viso e sul collo... come quando era bambino.

Pensava a quante cose erano successe in pochi mesi ... e quante ne sarebbero accadute ancora.

Dentro di lei aveva un nervoso, una collera pronta ad esplodere verso Nabil, Salvatore e Clelia.

“Non la passeranno liscia per quello che hanno fatto a Carlo e Martina.”  Pensava.

Carlo a sentirsi coccolare, baciare e riprovare come da bambino le carezze e le sensazioni dolci di sua madre, ebbe una forma di erezione. Gli piaceva quello stato di nullità, di benessere e serenità, dolce e celestiale che le faceva provare sua madre. Aveva allontanato tutte le sue apprensioni e le sue paure abbracciata a lei.

Lo avvertì anche Beatrice, che muovendo il braccio involontariamente lo urtò con la mano,

accorgendosi della durezza del suo pene e per nulla imbarazzata, ma anzi fiera e contenta gli sussurrò sorridendo e stringendolo di più a sé:

" Vedi!!... Hai l'erezione! ... Sei un ragazzo normalissimo!"

Era felice di quella piccola virilità mostrata da suo figlio. Si fermò, fece una pausa, non avrebbe voluto dire quelle parole, ma le uscirono dalla contentezza.

Lui le sorrise:" Sono le tue carezze mamma." ... Rispose rilassato.

Lei per rassicurarlo, considerandosi donna e non madre in quel momento, esclamò lieta:

" Vedi!... Le donne ti piacciono!... Non sei omosessuale!"

E dicendo così, involontariamente confermava di sapere, che piaceva sessualmente a suo figlio, capendo che lui dalle sue carezze di madre, ne traeva piacere sessuale e non affettivo, fino a fargli avere l'erezione.

Lei però oltre che provare felicità per lui a vederlo eccitato, si sentiva turbata.

Carlo in quel benessere tirò su la testa d'istinto dal suo torace e la guardò. Lei d’istinto abbassò il capo e lo baciò in fronte e sugli occhi appena asciutti dalle lacrime, lui si tirò ancora più su vicino alle sue labbra che si incontrarono.

Beatrice non voleva, cercò di ritrarsi, ma Carlo d'impulso eccitato l'abbracciò....

Lei all'abbraccio di suo figlio, seppur tubata, rispose avvantaggiandosi di quell'atteggiamento morboso a suo favore, ripetendogli felice:

" Vedi che non sei omosessuale!... C'è l'hai eretto e sono sicura che se qui ci fosse Martina ora..."

Ma non finì la frase. " Ci sei tu mamma, che sei più importante di Martina per me." Pronunciò Carlo.

Lei confusa, eccitata e scossa da quelle parole lo abbracciò, lo desiderava, ma non voleva... era suo figlio.

In un momento di lucidità capendo cosa poteva succedere esclamò:" No! Carlo!... Non dobbiamo io e te.... " Interrotta nuovamente da lui che come un ragazzino le rispose: " Ma lo abbiamo già fatto!"

" Si ma era diverso, tu non sapevi." Motivò lei per giustificare il diniego.

Carlo ormai eccitatissimo, non parlò più, chiuse gli occhi e infilò all'improvviso la mano dentro

l'accappatoio di spugna rosa di sua madre, cercò e raggiunse subito il seno caldo e voluminoso

senza incontrare resistenza. Sfiorandolo, ebbe un fremito, simile a quello provato da Beatrice a sentirselo toccare.

"Ti amo mamma!" ...Esclamò all’improvviso Carlo:” Aiutami tu…!”

Il caldo, la situazione, la voglia di aiutarlo e non ultimo l'eccitazione e il desiderio che provava per suo figlio la rendevano vulnerabile, passiva e incapace di opporsi.

Quella mano prese la sua grossa mammella sfiorando il capezzolo, che fece partire migliaia di vibrazioni piacevoli per tutto il corpo di Beatrice, che era oramai preda del batticuore di quella eccitazione morbosa e perversa, che la spingeva a desiderare suo figlio.

Passiva subiva, lasciava fare, sentendo la mano di suo figlio frugarle il seno, accarezzarlo e stringerlo, dandole fremiti.

Inebriata da quelle sensazioni si lasciò andare indietro appoggiandosi sullo schienale del divano, restando seduta. Carlo staccatosi dal suo torace la guardava e lei come un automa a occhi chiusi slacciò la cintura di spugna dell'accappatoio, e aprendolo si mostrò completamente nuda, permettendo a Carlo di fare quello che voleva.

Ora era lei a tenere gli occhi chiusi e sentire la mano di Carlo che le frugava il corpo, ad accarezzarle il seno dove si era allattato e il ventre dove era cresciuto.

"Come sei bella mamma!"... Mormorò Carlo gioioso.

" Ssssssssshhhhhhhh!!... Non parlare!" ... Sussurrò Beatrice allungando la mano sui suoi pantaloni, accarezzandogli il piccolo pene da sopra la stoffa, per poi lentamente sbottonarli facendoglielo uscire fuori. Non voleva rovinare quei momenti così dolci e intensi, unici, paradisiaci con delle parole, delle frasi terrene.

Si cacciò di lato e si sdraiò sul divano supina con la vestaglia da bagno completamente allargata, aveva gli occhi aperti e nuda davanti lo guardava, ed eccitata si mostrava volutamente a suo figlio.

Era bellissima Beatrice con il suo corpo maturo dalle forme eccedenti distesa nuda sul divano con l'accappatoio rosa aperto, sembrava la pittura neoclassica, del dipinto dell'800 di Francisco Goya, rappresentante la Maja Desnuda, con la sua bellezza provocante e accattivante da signora altera, in posa erotica.

Il corpo formoso e attraente, il seno pieno e adulto da dove lo aveva allattato e nutrito i suoi figli, il ventre pronunciato dalle maternità e dal tempo, la rendevano compiuta e perfetta nei profili e nelle forme, fino al suo delta di Venere, mostrandola, matura ed erotica; in atteggiamento di seduzione, con le mani lungo i fianchi appoggiate alle cosce leggermente piegate, offriva il petto e il corpo allo sguardo ammaliato di suo figlio.

Audace e prigioniera della morbosità che l'assaliva, con lo sguardo e l'atteggiamento d'attesa, gli mostrava soddisfatta e contenta le sue grazie.

Esponeva la sua sessualità senza pudore, con volontà al suo spettatore ... suo figlio.

Il viso di Beatrice era pallido e affilato, al naturale senza trucco mostrava gli anni che aveva, ma ostentava un fascino e una bellezza autentica, vera e spontanea seppur con qualche ruga e le occhiaie. E con gli occhi vivi e mobili, creava contrasto con i capelli ancora umidi, che asciugandosi da soli in modo naturale e disordinato, diventavano morbidi e mossi.

Le proporzioni mature del suo corpo, lo rendevano desideroso allo sguardo di Carlo.

Beatrice era passiva, volente donna oggetto per suo figlio, che si identifica con il desiderio perverso del suo corpo in offerta, sospesa dalla brama e in attesa che chi lo ammirasse in quel momento, potesse prenderlo e goderne.

Carlo osservava intimidito ed esitante quel grande sesso depilato di sua madre, era bellissimo con quella lunga fessura dischiusa da dove era uscito lui, e le sue sorelle. Osservandolo allungò il braccio e con la mano prima lo sfiorò e poi accarezzo, dando a ogni sfiorare di dita, sussulti e brividi di piacere in tutto il corpo a sua madre. I capezzoli di Beatrice a quelle carezze si erano induriti, e dritti lo guardavano....

Le grandi labbra della figa, gonfie di eccitazione e desiderio come il seno, palpitavano.

Carlo si avvicinò, chinò il capo e baciò il capezzolo, quello stesso capezzolo che diciotto anni prima lo aveva allattato e nutrito, ora era lì turgido ed eccitato a disposizione di nuovo delle sue labbra e della sua lingua, e lo leccò morbosamente, donando e dando piacere a se stesso ma anche a sua madre.

Si abbassò di più, si lasciò scivolare su di lei e la baciò sul ventre, scendendo fino al sesso. Beatrice ebbe un sobbalzo di piacere a quel bacio dato là ... nel punto da dove lui era uscito, aveva visto la luce e iniziato la vita.

Sentì una forte scarica di adrenalina percorrerle tutto il corpo e un forte calore invaderle la vagina, bagnandola tutta.

Con la bocca aperta e gli occhi socchiusi dal piacere e dalla vergogna allargò di più le cosce, dischiudendo come petali di un fiore che sboccia la fessura, evidenziando ancora di più e mettendo in mostra le piccole labbra, il clitoride e il suo condotto di carne rosa-corallina che si perdeva nel buio della vagina.

Sentiva e vedeva suo figlio baciarle il corpo e la figa e ne era estasiata.

Sapeva che non era giusto quello che facevano, ma non aveva la forza né la voglia di farlo

smettere.

Lo tirò su a sé dolcemente per le braccia, su, fino a baciarlo sul viso e ad averlo sdraiato su di lei.

Sentiva quel piccolo pene duro, strusciarsi sul suo ventre, quel ventre che lo aveva generato,

nutrito, cresciuto per nove mesi.

Per un attimo da donna pensò che non era paragonabile a quello di Nabil, di Salvatore o degli altri provati in precedenza, ma l'eccitazione e l’adrenalina erano talmente tanta, intensa e impetuosa che quando lo sentì appoggiare sulle sue labbra vaginali e spingere, ebbe un piccolo orgasmo... Il suo era un rapporto sessuale sia fisico che psicologico, oltre al piacere corporale, era soprattutto quello cerebrale a soddisfarla.

In quel momento, il farlo con suo figlio, al solo pensarlo, la faceva fremere.

Carlo con una spinta di reni entrò in sua madre con facilità, la penetrò e si mise a muovere, come faceva quando chiavava Martina, mentre lei le andò incontro muovendo il bacino, per sentirlo di più dentro.

Si abbracciavano sudati dalla tensione e dal piacere, si baciavano con la lingua in bocca, duellando, incrociandole come due amanti.

C'era solo silenzio nell'aria, rotto da piccoli gemiti e sospiri di entrambi e dallo schiocchio che i due corpi sudati producevano incontrandosi violentemente con i sessi, quello di lui sbattere gli inguini forte sulla figa, rendendo ondulante ai piccoli colpi il ventre pieno e morbido di sua madre.

Il calore faceva evaporare dalla pelle di Beatrice il profumo del bagno schiuma, che assieme al

sudore inebriava l'aria circostante e stordiva tutti e due in quell'amplesso carnale, perverso e

incestuoso.

Sapere che era suo figlio a possederla le dava scariche di adrenalina e di forte godimento.

Dopo qualche minuto sentì Carlo irrigidirsi, stringerla forte e baciarla, capì che sarebbe venuto da lì a poco e anche lei era sull'orlo di avere l'orgasmo.

Carlo si inarcò, mentre si muoveva veloce in mezzo a quelle cosce piene e larghe, tenendo le mani sui fianchi giunonici di sua madre.

"Non venire dentro!" ... Le sussurrò preoccupata e ansimante all'orecchio Beatrice, ripetendolo per sicurezza:" Non venire dentro Carlo." ... Era il momento dell'orgasmo… il più bello.

Lo ebbero quasi simultaneamente madre e figlio.

Gemendo e ansimante, Carlo lo tirò fuori al limite, eiaculando sul sesso e sul ventre di sua madre.

Beatrice era un tremore continuo, averlo fatto con suo figlio volutamente, desiderandosi

reciprocamente, la mandò in estasi.

Un’estasi perversa, depravante, morbosa e incestuosa, ma bellissima, unica da provare ... aveva goduto tra le braccia di suo figlio e lui in quelle di sua madre e ne erano felici.

Restarono sdraiati e avvinghiati sul divano ancora un pò, con lui su di lei che si accoccolava e lei che gli accarezzava i capelli sudati baciandole la fronte. Poco dopo si tirarono su e si sedettero uno di fianco all’altro, voltandosi e guardandosi in viso, tutte e due sudati, accaldati e spettinati, come due amanti.

Beatrice continuò ad accarezzarlo sui capelli con amore, poi gli sorrise felice ripetendo:

" Hai visto che non sei omosessuale?... Sei normalissimo!"... E poi per adularlo un po’, le disse

mentendo:

" Sei bravo sai!... Davvero!... Adesso capisco perché Martina è innamorata di te!".... Esclamò fiera.

Lui non rispose, ma si vedeva che era felice di quelle parole e per essere riuscito a chiavare una donna, e non gli importava se quella donna era sua madre, l'importante è che c'era riuscito.

Lei si richiuse l'accappatoio e coprì le gambe con compostezza, ritornando nel suo ruolo di madre e iniziarono a parlare.

" Ora cosa farai?"... Le chiese Beatrice.

"Non so!"... Rispose Carlo.

"Non sei un gay, questo l'hai capito vero? ...Te lo devi mettere in testa! 

Perché non ritorni con Martina, le parlo io se vuoi, le diciamo che la perdoni... che vi perdonate a vicenda per gli sbagli fatti, che è stato solo un brutto sogno, un incubo e ritornate assieme. E soprattutto lasciate perdere quello scarafaggio maledetto, quell'essere ignobile.”

Fece una pausa e poi disse con autorità:

“Tu! ...Tu! ...Non dovrai più vederlo e anche lei." ...Esclamò decisa con rabbia.

Lui scuoteva la testa.

"Ma come no... Carlo?... Perché?” Domandò delusa dal suo diniego. “Riesci benissimo ad andare con una donna e anche a soddisfarla. Hai visto?... Abbiamo fatto l'amore ...o sesso come vuoi chiamarlo tu, ed è stato bellissimo, mi hai anche soddisfatta, mi hai fatta godere. Non mento credimi!" Disse arrossendo con un pizzico di vergogna.

Lui quasi con rabbia, girandosi verso di lei esclamò: 

" Con te mamma ci riesco... con te! Con Martina e le altre non lo so... Non mi attirano, non mi stimolano, anche Martina mi piace è bella, ci vogliamo bene, ma non so!... Certe volte non mi capisco nemmeno io."

Cercando di difenderlo ad oltranza ribadì:

" È un momento così Carlo, adesso sei sfiduciato e insicuro anche di te stesso, ma vedrai che con calma e serenità passerà, ritornerai quello di prima... Tu sei normalissimo, il fatto che adesso non senti attrazione verso Martina non vuol dire niente, sei distratto da quello là...Nabil, l'attrazione va e viene, anch’io con tuo padre avevo alti e bassi, tutte le coppie li hanno e anche se si fanno esperienze con altri uomini, sia per te che per Martina, non significa niente se vi amate.” ...Ripeté insistendo: “Prova a parlarne a Martina, lei è una ragazza intelligente, sono sicura che capirà e ti aiuterà, ti vuole molto bene. Non puoi lasciarla nelle grinfie di quell'insetto. Ma ci pensi?... Quell’essere abusa sessualmente di uno splendore come Martina. Anche se le ha fatto sesso assieme Martina è tua, è la tua ragazza, la tua donna e futura moglie, non puoi lasciarla a lui. Non puoi lasciargliela!... Non devi arrenderti, devi reagire! " Esclamò con rabbia.

Poi per avere ulteriore conferma, curiosa e indiscreta, come una suocera ficcanaso gli chiese quasi sottovoce a testa bassa:

" Ma... Martina!... Ha davvero rapporti sessuali completi con lui?"

Carlo annui con il capo, ci fu silenzio e poi aggiunse:" Anche anali mamma... e anch'io!"

Beatrice si irrigidì ed esclamò ancora scandalizzata:"Ohh Diooo!...  Anche con Martina rapporti anali?"

" Si!"…  Ribadì Carlo: “Anche con lei!"

Poi sempre presa da quella curiosità morbosa chiese ancora:

"Ma!... Ma non sei tu che …? " Non terminò la domanda che Carlo intuendo rispose subito: “No!... È lui l'uomo mamma, io nei rapporti sessuali con lui sono la donna…"

Beatrice restò in silenzio sconcertata, ma compiuta e riflessiva ... conosceva i gusti di Nabil,

sapeva che prediligeva farlo dietro, lo aveva fatto anche con lei, ma non pensava anche con quelli del suo stesso sesso, che fosse bisessuale e poi proprio con suo figlio. Poteva capire Martina che era una femmina e una bella ragazza, ma Carlo, suo figlio, era un maschio....

Si chiedeva come avesse potuto quel marocchino riuscire a farsi lei, suo figlio e la sua futura

nuora... non sapendo ancora, che anche sua figlia, la bella Serena era stata sverginata analmente da Nabil.

"Ti chiedo perdono mamma per tutto il dolore che ti do!" ... Esclamò Carlo dispiaciuto.

"No!... Tu non hai niente da farti perdonare da me, stai tranquillo.” Rispose accarezzandolo in fronte:” Non devi scusarti, ma non dire niente a nessuno di quello che abbiamo fatto oggi, di te e di Martina con Nabil… per me non cambia niente, sei mio figlio, ti voglio bene e ti amo come sei, in qualsiasi modo tu sei, come voglio bene a Martina, come se fosse la mia terza figlia.” Affermo, continuando:

Ma non fasciarti la testa prima di romperla. Tu non sei omosessuale ricordalo sempre, al massimo sarai un bisessuale di cui il mondo è pieno e questo è ancora tutto da vedere e non cambia assolutamente il futuro della tua vita con Martina."

"Grazie mamma!! “Esclamò abbracciandola:” Sono contento di averti parlato, di essermi confidato e sfogato con te, tu sola mi capisci, adesso che conosci il mio segreto, che sai la verità... mi sento bene, più libero e tranquillo…"

E dandole un bacio sulla guancia Beatrice esclamò: “Anche noi ora abbiamo un segreto."

“Un bel segreto!" Gli fece eco Carlo con un sorriso.

"Si! Un bellissimo segreto! "... Rispose lei accarezzandogli il capo e sorridendogli, non sapendo

che quel bellissimo segreto, Carlo, lo aveva anche con sua sorella Serena.

Comunque domani cercherò Martina e parlerò con lei e poi affronterò quel marocchino.” Disse.

Si alzarono, lei tornò in bagno a lavarsi di nuovo e suo figlio in camera sua. Lei era idrofoba verso Nabil. Voleva ammazzarlo…

 

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