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STORIE E RACCONTI EROTICI
VIETATI AI MINORI DI 18 ANNI
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IX° NON DESIDERARE LA DONNA D'ALTRI.
VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI
Cap. 19 LA VOGLIA
(Nabil e Beatrice.)
Dopo quella terribile esperienza, Beatrice si sentiva afflitta e angosciata dentro nel più profondo del suo animo.
Aveva subito un oltraggio dietro l'altro, essendo dovuta sottostare nuovamente alle voglie di
Salvatore, quell’uomo orribile che la terrorizzava e con quel suo vizio di sborrargli dentro ogni volta che la chiavava; e aver dovuto spompinare quell'essere laido, grasso e schifoso di Giovanni e soprattutto l'onta di essere stata pagata da lui, come una puttana qualsiasi... una sgualdrina e la faceva stare male quando ci pensava.
Aveva tenuto quei soldi senza reagire, come un automa, senza provare vergogna e questo la
spaventava.
Era a disagio con se stessa, inquieta, avrebbe dovuto e voluto tornare indietro e sbattergli in faccia quei cento euro e urlargli che lei era la signora Gometti , non una puttana e invece impotente li rimise in tasca.
Ora li aveva in un angolo del suo portafogli e ogni tanto guardava quella banconota perversa.
Per non pensarci, aveva deciso di dedicarsi esclusivamente al negozio, con la speranza che non la cercassero più.
Ma invece il gioco perverso di quelle persone proseguiva, anche a sua insaputa.
Nei piani di Salvatore, Nabil doveva rendere ricattabile anche verso sé stesso Beatrice e per questo istruito da Salvatore ora doveva puntare più in alto, dopo Carlo e Martina, doveva
corrompere la madre, la “puttana cristiana” come la chiamava interiormente lui. Sapevano tutti che non era assolutamente facile, tanto più per quel servetto musulmano, ma non disperavano se Nabil avesse sottomesso anche Beatrice sarebbe stato il massimo e dopo lei sarebbe toccato alle figlie, alle puttanelle bianche, occidentali e infedeli come Martina, partendo dalla bellissima e vanitosa Serena, per proseguire con la neolaureata in legge la dottoressa Francesca Gometti, anche loro dietro la loro madre sarebbero cadute come birilli nella loro rete.
Nabil era strano quel pomeriggio, in negozio girava silenzioso sempre attorno a Beatrice come un cane che aveva annusato la femmina, erano soli nel negozio prima dell'apertura e lui gli era sempre attaccato.
"Cosa c'è?" ... Le chiese Beatrice vedendoselo sempre attorno e i suoi occhi puntati su di lei.
"Niente ti guardo!" Rispose lui fingendosi impacciato e dandole del tu.
" E cosa hai da guardare?" Esclamò Beatrice.
"Sei bella, mi piaci!" Aggiunse facendosi audace ....
"Bè grazie del complimento… ma da quando in qua mi dai del tu e non mi chiami più signora?"
Chiese stupita Beatrice, non gradendo quella confidenza da lui.
" Da adesso, perché ti desidero."
Beatrice restò sorpresa da quella audacia ma in silenzio si rimise a mettere a posto gli oggetti sul bancone, mentre lui sfrontatamente osservandola mormorò con il suo sorriso da canaglia, mostrandole il dente spezzato nel farlo: “Voglio chiavarti!"
Beatrice trasalì ad ascoltare quelle parole:
"Cosaa??" ...Si voltò osservandolo stupita, continuando:" Come ti permetti di dire queste cose?! ... Sei impazzito!! ...Che ti salta in mente?” Aggiungendo subito: “Poca confidenza se no ti licenzio e fatti passare questi pensieri, queste voglie che hai, vai con qualche ragazzina della tua età ed etnia che ce ne molte in città e per favore dammi del lei." Precisò ancora.
Fece una pausa e risentita dal suo comportamento esclamò ancora seccata:" Fatti passare queste voglie e turpitudini. Potrei essere tua madre!"
Lasciandosi sfuggire in preda alla irritazione: “Vai dalla tua padrona!... La signora Clelia! ...Lei sarà senz'altro disponibile per i tipi come te."
Nabil si arrabbiò, e infantilmente gli rispose come per punirla del suo no:
"Glielo dico cosa hai detto! … Salvatore dice che devi fare qualsiasi cosa ti chiedo e se non la fai
glielo dico. Glielo dico anche alla signora Clelia cosa hai detto di lei."
Beatrice si rese conto di aver detto una frase di troppo, di essere andata sopra le righe e secondo come gliela riportava quel piccolo scarafaggio marroncino, poteva essere interpretata male.
Aveva il timore che quel piccolo bastardello lo dicesse davvero a Salvatore e Clelia e poi
chissà che conseguenze ne avrebbe avuto su di lei. Sapeva che non scherzavano e purtroppo era vero quello che diceva Nabil, che gli avevano detto di fare quello che gli chiedeva lui. Lo avevano espresso chiaramente Salvatore. Ma farsi prendere sessualmente da lui...da quel marocchino musulmano ...assolutamente no!!
“Questo No!!... Mai! ...” Non lo accettava assolutamente.
Dopo una breve riflessione cercò di rabbonirlo cambiando tattica, avvicinandosi sorridendo.
“Ma Nabil!! Io ho quasi 50 anni sono troppo grande per te, tu non ne hai nemmeno 19, perché non ti cerchi una bella ragazzina della tua età, ce n’è tante, anche musulmane… sei un bel ragazzo simpatico."...Lo informò sorridente mentendo.
" Di andare con Clelia era una battuta!... Scherzavo!” Disse:” … Non avrai pensato che dicessi sul serio?" Affermò sperando di quietare tutto.
" Ma io con Clelia ci sono già andato davvero! ...L’ho già chiavata!" Rispose Nabil tra il serio e il
divertito facendola rabbrividire.
"Adesso voglio chiavare te!"
“Come l'hai già chia….? “Chiese Beatrice sorpresa e incredula di quella risposta non finendo la frase.
“Si!... A Clelia l'ho già chiavata più di una volta.” Aggiunse sorridendo, mostrandole nel sorridere il suo incisivo spezzato.
” Lo sa anche Salvatore che ti voglio chiavare…. Anzi lui ha detto che quando vogliamo possiamo farlo.”
Sbalordita, ma decisa di farlo rinunciare da quel proposito verso, lei, Beatrice continuò:
"Ma sei giovane e poi hai l'età di mio figlio Carlo!... Potrei essere tua madre... non ci pensi Nabil? Non sarebbe etico e poi conosci mio figlio…"
Cercava di farlo desistere prendendolo per i sentimenti.
"Non mi interessa!" Rispose brusco Nabil:" Mi piaci e ti voglio chiavare!... Come ha fatto
Salvatore."
Così dicendo tirò fuori dai pantaloni il suo lungo pene olivastro già eretto, che alla sua vista la fece sussultare
Beatrice, sia per l'audacia di quel ragazzino, che la sorpresa del gesto e per la dimensione del suo pene si rivoltò sconcertata:
“Cosa dici?” Domandò Beatrice infastidita e arrabbiata:” Chi ti ha detto queste cose?... Salvatore? ...Il signor Salvatore!?” Si corresse subito aggiungendo:” ... Lui non ha mai fatto niente con me!”
“Non è vero! ...Ti ha chiavata!... Lo so! … Me lo ha detto lui e Clelia. So tutto anche del signor
Giovanni che ti ha pagata.” Rispose. Proseguendo: “Se non mi fai chiavare lo dico a Salvatore e a Clelia, dico quello che hai detto di lei e che ti sei rifiutata."
Lei restò ferma, rossa in viso, confusa e turbata per la situazione creatasi, per l'età di Nabil e la
sorpresa per la richiesta fatta, oltre che per la bellezza e le dimensioni del suo pene che erano eccezionali per un ragazzino della sua età.
Certamente al posto di essere posseduta ancora da Salvatore o da quel Giovanni schifoso, avrebbe scelto seppur malvolentieri Nabil, anche se giovane, marocchino e musulmano e cercò ancora di convincerlo a desistere.
"Ma ragiona Nabil!... Siamo in negozio!" Balbettò come tentativo di difesa. "Lo faremo un altra
volta, non qui dai!" Esclamò pensando che dandogli una speranza avrebbe desistito dal suo
proposito.
"No adesso!!... E qui!" Esclamò lui deciso e capriccioso.
" Ma non c'è nemmeno il letto?... Come lo facciamo?" Chiese, ridandogli una possibilità futura e farlo rinunciare in quel momento, prendendo tempo perché poi avrebbe riflettuto e affrontato il problema diversamente.
"Lo facciamo in piedi come le vecchie donne musulmane, girati!!" … Reclamò Nabil deciso e pretenzioso. “Ho voglia ora!"
"Come in piedi come le musulmane? Cosa dici?!" Obiettò meravigliata. Beatrice
"Si in piedi piegata in avanti con il busto, è una usanza araba, la maggior parte delle nostre donne pratica come voi occidentali quella del missionario, ma le integraliste lo praticano così, in modo classico per loro, come una volta…, piegate leggermente in avanti e tirano su la tunica dietro a scoprire il sedere. L’ho già fatto tante volte ... ti faccio vedere io come si fa, così impari! ...Si fa presto!" Le riferì.
Inquietata da quel modo di fare deciso, sentendosi anche turbata da quel desiderio giovanile su di lei e sottomessa impotente alla sua volontà che era quella di Salvatore, restò in silenzio e arrendevole acconsentì a essere chiavata da lui.
“Meglio lui che quel molossoide di buck!” Ragionò, pensando che per punirla sarebbero stati capaci anche di quello.
L’ultima volta l’avevano minacciata che se non avrebbe fatto quello che volevano loro l’avrebbero fatta accoppiare con buck, e li credeva capaci e ne era terrorizzata.
“Ma non dirai niente a nessuno vero… e continuerai a rispettarmi?” Mormorò vinta.
“Si! ...sì! Vieni!” Esclamò Nabil andando a chiudere la porta dell’entrata dall’intero e girare il cartello con su scritto “torno subito”, per ritornare subito dietro al bancone di vendita, dove incredula e sbalordita lo attendeva Beatrice. Si avvicinò a lei che disorientata non si muoveva. La invitò ad avvicinarsi ancora e prendendola improvvisamente per i fianchi, la fece ruotare su sé stessa e appoggiare con i gomiti sul bancone di vendita, mentre lui dietro gli tirò su la gonna del tailleur fino alla vita, scoprendole tutto il magnifico sedere e dopo averlo accarezzato parecchie volte, le abbassò le mutandine fino alle ginocchia.
Fece uscire il suo meraviglioso culo, bianco, morbido e pieno fuori dagli indumenti, sorrise alla vista del tatuaggio rosso, la esse di Salvatore e la accarezzò:
” Ti sta bene!” … Esclamò battendogli sopra la mano, e prendendola per i fianchi la tirò a sé facendole sporgere in fuori il sedere, mentre con una mano spingendole il busto in avanti lo fece piegare in avanti e appoggiare sul bancone.
La guardò da dietro in quella posizione, ora sarebbe toccata a lei, alla puttana bionda impura, alla mamma delle puttanelle occidentali.
Beatrice era ferma, passiva, sconvolta e impacciata, ma eccitata anche lei da quell'accadimento, non avrebbe voluto, farlo ma era preda di quel giovane marocchino, non voleva cedergli, ma sapeva che non sarebbe riusciva ad opporsi e poi i suoi sensi in quel momento, lo volevano.
Girando la testa indietro e guardandolo domandò: “Non metti il preservativo ?!”
“No! ...Io lo faccio sempre senza, è più bello!” Rispose.
“Ma sei capace?... Sai trattenerti?... Come fai quando vieni?” Domandò preoccupata vista la sua giovane età. Aggiungendo subito ancora: Se rimandiamo lo rifaremo quando avrai il preservativo?”
“No… sono capace, lo sempre fatto senza, so trattenermi e quando vengo lo tirerò fuori e ti sborrerò sul culo!” Affermò volgarmente senza nessuna eleganza.
Da dietro, le accarezzò le natiche bianchissime con le sue mani ossute e scure creando un
contrasto di colori perverso, accarezzò il solco profondo del suo pieno e morbido sedere, portò la mano alla bocca e gli riversò abbondantemente il suo sputo e poi riportandola giù sotto il solco intergluteo e il perineo, le insalivò bene la figa passando le dita e sentendola depilata:
” C'è l'hai senza peli! ...Tutta depilata come le donne musulmane!... “Farfugliò contento, aggiungendo:” Brava! ...I peli sono impuri in una donna.”
Beatrice non conosceva queste usanze musulmane ed esclamò semplicemente:” Ah sì?!...”
“Si!” Rispose Nabil sorridendo, passando le sue dita piene di saliva sulle grandi labbra gonfie per l'età e il desiderio, spandendo bene con la le dita la saliva sulla lunga fessura matura e in tutte le pieghe della figa, introducendo anche il dito medio per lubrificarla dentro, facendola sussultare.
Lo stesso fece con la sua cappella circoncisa, la insalivò bene e poi la strusciò più volte sopra il solco del sedere e sulla fessura vaginale, su e giù, facendoglielo sentire duro e lungo.
Poi puntò il glande tra le grandi labbra di Beatrice e spinse.
Beatrice a sentirlo premere si sentì umiliata, offesa a dover fare sesso anche con un ragazzino maghrebino e musulmano, e tentò un’ultima difesa cercando di farlo desistere.
“Aspetta!?... No ... Nabil, non farlo! Ti do dei soldi se vuoi?... Vuoi dei soldi?”
Frasi inutili e senza risposta.
Unica difesa superflua che aveva era l'irrigidirsi e muovere il culo dimenandolo per allontanarlo da lui e impedirgli la penetrazione. Tentativo goffo, tardivo e ingenuo, se rivolto a un esperto violentatore di donne come Nabil.
Passiva le chiedeva di non farlo più per reazione che convinzione, oramai era eccitata e lo desiderava e attendeva.
Lo sentiva premere contro la fessura, tra le grandi labbra della vulva, finché non avvertì il glande aprirla ed entrare in lei, fare strada a quella lunga asta scura di cui faceva parte.
La penetrò, lei ebbe un sussulto di avversione e di piacere e lui spinse ancora mentre con una mano le accarezzava il culo grande e adulto, pallido e morbido, con quel tatuaggio che come diceva Salvatore era simbolo della sua scuderia, dell’appartenenza a lui.
Più di una volta lei aveva provato a negarsi, a farlo desistere, a trovare motivazioni per non farlo, a dire di no, ma poi sopraffatta dall'eccitazione, quei no finali le morivano in gola.
Restò ferma in quella posizione, con gli avambracci appoggiati sul bancone, la gonna rivoltata sui lombi e le mutandine abbassate alle cosce, non reagiva più e quello era il segnale per Nabil che poteva ancora andare avanti, che era oramai vinta, rassegnata; la sentiva bagnata e già godente solo della penetrazione.
Nuovamente il suo corpo non era in simbiosi con la sua volontà che avrebbe voluto allontanarlo da lei, scacciare quel piccolo servetto da dentro lei, ma il suo corpo ora lo voleva, lo desiderava, sentiva la mano scarna di Nabil toccarle il seno, i capezzoli duri e le piaceva.
I sensi le stavano prendendo la carne.
Non era esperto come Salvatore, ma sapeva cavarsela anche lui e poi era ben dotato e sapeva come fare godere una donna, anche le ragazze e le signore mature, visto che si chiavava anche Clelia.
Nabil possedendola, spinse ancora di più dentro lei, fino ad urtare l'utero, facendola scuotere e fremere, mentre le sue mani olivastre le tenevano stretti i fianchi bianchi e formosi per le cosiddette maniglie dell’amore
La prese quasi in piedi da dietro, tirò su ancora un po' la gonna che scendeva sotto i colpi brutali che dava, ritirandola su fino alla vita e oltre, in modo che avesse davanti a sé tutto il sedere scoperto di quella bella signora cristiana e bianca alla sua vista, continuando a tenergli con padronanza le mani sui fianchi pieni e maturi, continuando a muoversi a possederla.
"No!... Nabil! Smettiamo!!" Esclamò ... In un ultimo esile tentativo di difesa. Si sentiva in una situazione paradossale, piena di vergogna, aveva trent'anni più di lui, di quel ragazzino eppure le piaceva farsi toccare e penetrare da lui.
Pensava se l'avessero saputo i suoi figli che aveva fatto sesso… “con il servetto musulmano” ... come lo chiamavano loro. Ma non volle pensarci in quel momento, voleva solo godere. Non sapeva che quel cazzo olivastro che chiavava lei, inculava anche suo figlio e chiavava e inculava anche la giovane e bella Martina sua fidanzata.
Nabil lo fece entrare tutto ... Beatrice lo sentiva sfregare sulle pareti vaginali e battere contro l'utero, come con Salvatore avvertiva sensazione diverse da quelle provate con suo marito, Nabil era quasi bravo come Salvatore a chiavare.
Muovendosi avanti e indietro, da posteriore tirandogliele fuori dal reggiseno le strizzò il seno, accarezzandolo e premendolo tra le sue mani scure, mungendo le sue grosse mammelle da mamma che aveva allattato tre figli come se fosse una mucca.
Beatrice mentalmente in quei momenti faceva involontariamente il paragone con suo marito e ne deduceva che era diverso, più piacevole, più godente con Nabil.
Non immaginava minimamente che quel cazzo che ora apprezzava scorrere dentro lei, inculava regolarmente anche suo figlio e Martina oltre che chiavarla a sua insaputa.
Con lui era diverso, forse per la giovane età come quella dei suoi figli e sentiva sensazioni differenti, i rapporti che aveva avuto prima con Salvatore e Gilda erano stati tutti brutali anche se molto piacevoli.
Con lui tutto sommato era un rapporto vigoroso, piacevolmente scandaloso e vergognosamente gradevole, anche se giovane, musulmano e anche se volgare, irriverente e brutale, non era violento con lei e ...ci sapeva fare, per l'età che aveva era esperto e per avere questa capacità, doveva aver chiavato molte donne...molte puttane e ragazze pensava.
Mentre Beatrice godente e assorta dall'amplesso, con i gomiti appoggiata al bancone, si lasciava chiavare in quella strana posizione quasi in piedi, lui muovendosi su e giù, con il suo cazzo dentro lei, staccò una mano dal seno e l'avvicino alla bocca, riempiendola nuovamente di saliva più abbondante della volta precedente, per poi abbassarla e appoggiarla sul suo ano e fingendo di accarezzarlo e titillarlo, lo cosparse bene di saliva.
"Non mi toccare lì! " Gridò subito irrigidendosi Beatrice." Lì....Non voglio essere toccata!"
"Stai tranquilla signora." Replicò Nabil." Te lo accarezzo solo un pò! ... È bello, mi piace, godi di più! ...Ci gioco! … Piacerà anche a te vedrai."
E iniziò a titillarlo con il dito fino a penetrare una falange nell’ano.
Nonostante il piacere della scopata, Beatrice lo sentì entrare:
” No!! Toglilo !!... Non voglio lì …Ti ho detto di noo!!!" Vociò autoritaria ansimante.
Nabil lo tolse e continuò a chiavarla con le mani sui fianchi, ma oramai l'aveva lubrificato bene.
Poi all'improvviso nell’andare indietro con il bacino, lo sfilò dalla vagina, veloce come chi sa abusare del corpo degli altri contro la loro volontà, lo tirò su un paio di centimetri appoggiandolo con la cappella sull’ano umido e iniziò a spingere.
Beatrice inaspettatamente lo sentì premere forte e duro sull'ano procurandole sofferenza iniziale ….
"Nooo!! ...Li nooo!! ... Non voglio… ti ho dettooo… nooo hai capito!! ...Togliloooo!" ...Gridò autoritaria cercando di girare il busto per alzarsi, facendo forza e spingendo sui gomiti.
Ma Nabil pratico di immobilizzare le donne la teneva ferma con la presa della mano dietro il collo e l'avambraccio verticale sulla schiena, tra le scapole, in una manovra tipo militare per mantenerla giù, adagiata con il busto sul bancone, mentre l'altra mano appoggiata sopra il sedere tra le fossette di Venere, la teneva bloccata e immobile; riusciva solo a scalciare i piedi e niente più.
Era abile ed esperto Nabil, sapeva come immobilizzare una donna anche adulta con solo due
manovre.
La sentiva muovere e scalciare sotto di lui, ma non riusciva ad alzarsi.
Beatrice avendolo ormai appoggiato nel solco carnoso e tenero della sua linea interglutea, lo sentiva premere forte e intensamente e allargare il suo sfintere anale e lentamente non essendo più vergine penetrare dentro, e le faceva male, anche se era già stata inculata da Gilda.
Arrabbiata e piena di ira per l'impotenza, dimenandosi e muovendo il sedere tentando di
svincolarsi, esclamò ancora più forte sentendolo entrare quasi tutto nel retto.
” Li nooo!! ...Ti ho detto di Nooo!! …Hai capitooo Nabil !!" Ordinandogli:"Togliloo immediatamente… toglilooo ubbidiscimi…!!"
Nabil rideva della sua reazione tenendola ferma contro il bancone e intanto spingeva il cazzo, ogni tanto si fermava e spingeva.
Beatrice sentì entrare il glande, allargarle l'ano e lentamente penetrare dentro lei e poi continuare a entrare ininterrottamente. Gridava più per l’umiliazione di essere inculata da lui, da quel ragazzino maghrebino musulmano, che per il dolore che provava.
"Stai ferma!" ...La invitò Nabil.” Se no senti più male!... Vedrai che poi, dopo ti piace e godi.”
Asserì con voce e fare esperto.
Beatrice, provò anche ad implorarlo, sperando di sortire qualche effetto, ma il risultato fu solo la risata scurrile di quel piccolo bastardo marroncino che cercava di incularla riuscendoci. Lo odiava.
Piena di rabbia e collera, schiacciata con il ventre sul margine del bancone di vendita e tenuta in modo da non potersi muovere, gridò ancora con rabbia:
" Toglilooo! ...Togliloo subitoo da dentro piccolo bastardo marocchino! ... Togliloooo!! Te lo ordinoooo!!!” Poi prendendo fiato continuò: “...Mi fai malee!!...Ubbidisciii!!"
Sentiva dolore e umiliazione e non voleva assolutamente avere un rapporto anale né con lui né con altri e poi dentro il suo negozio chiuso e con quel servo.
Ma Nabil era esperto nell'inculare, sia donne che uomini, era la sua specialità, lo preferiva anche al chiavare e ne sapevano qualcosa suo figlio Carlo con la fidanzatina Martina.
Si fermò a metà della penetrazione e rise, mandandola ancora più in bestia di com'era, aveva le mani libere ora, il suo pene oramai era impiantato dentro lei, anche se si muoveva oramai non poteva più toglierlo e farlo sgusciare via.
Con una mano le accarezzava il sedere, bello bianco, carnoso, molto occidentale da signora borghese, mettendo l'altra dietro al collo in segno della sua sottomissione, massaggiandola e tenendola ferma continuando a spingere.
"Sporco bastardo marocchino! …” Iniziò a inveire Beatrice insultandolo:” Non ti permettere di sodomizzarmi! Dovevi farlo solo davanti… smettii!!... Smettiiii!!...Non ti permettere di continuare!"
Ma più gridava, più a Nabil piaceva e lo fece entrare tutto fino in fondo, fin a che i suoi inguini arrivarono a contrarsi e aderire alle sue belle natiche.
Beatrice lo sentiva di riflesso in pancia dalla lunghezza.
Nabil con esperienza si fermò, aspetto qualche secondo che il retto si abituasse a sentirsi pieno di quella dura carne africana e lo sfintere cedesse un po' e poi iniziò di nuovo a muoversi lentamente a colpetti corti, dolci e decisi, accarezzandole sempre il sedere e i fianchi, mentre con l'altra mano la faceva scorrere sulla schiena, sotto la maglietta, sul collo sotto, tra e sopra i capelli.
Con il torace si sdraio sulla sua schiena, facendole sentire anche il suo giovane corpo sul dorso, contro la schiena di lei.
Mentre i movimenti diventarono più lunghi, secchi, decisi...e profondi.
Era ancora uscito un:” Noo!” flebile dalle sue labbra, poi il silenzio.
Nabil, oramai padrone della situazione e del suo culo lo aveva assestato bene dentro e iniziava a muoverlo, a sodomizzarla, rendendola passiva e domata.
La bella occidentale impura e cristiana, era posseduta analmente dal giovane musulmano.
A ogni colpo Nabil, faceva ondulare come onde al vento i bianchi glutei, teneri e carnosi della signora Gometti.
Nabil prese a muoversi velocemente, Beatrice non sentiva più dolore, ma piacere, lo sfregamento scaldava e dilatava l’ano allargandolo, lo sentiva riflesso nel ventre sentiva un calore all'interno del retto che saliva.
Solo in quel momento realizzò che quel ragazzino marocchino la stava sodomizzando … e che…. Le piaceva... Si vergognava ma le piaceva. Diooo se l’avessero saputo le sue figlie e Carlo… che si era accoppiata e lasciata sodomizzare da quello che tutti loro a parte Carlo consideravano solo un servetto.
"Ti piace eh! “Esclamo Nabil, mentre deciso e padrone di quel culo signorile e meraviglioso dava colpi lunghi e rapidi, facendolo uscire molto per poi farlo rientrare tutto. Era una inculata classica, molto piacevole e soddisfacente per chi la riceveva.
"Sei una impura bianca anche te! " Diceva.
Ma Beatrice godeva e non rispondeva, non sapendo che il piacere che provava lei in quel momento, l'aveva provato anche suo figlio Carlo e la sua futura nuora, Martina.
Poi in un momento di lucidità, tra il piacere che avvertiva e la sottomissione a quel ragazzo gli esclamò:
" Non venirmi dentro! ...Tiralo fuori quando vieni Nabil! ...Accontentami almeno in questo!"... Non sopportava di essere sborrata dentro, sia che fosse davanti o dietro.
“Si! ...Si! ...Va bene! “... Le rispose lui.
"Me lo prometti? " ... Farfugliò godendo e muovendo il culo.
"Si te lo prometto!... Ti sborro sopra. Ma ora rilassati pensa solo a godere." Allumando il braccio sulla schiena fino ad accarezzarle la nuca.
Beatrice si lasciò andare, adagiò il seno e il capo piegato di lato sul bancone, mentre le sue braccia allungate stringevano le dita in un pugno di piacere e si lasciò piacevolmente inculare dal ragazzo musulmano.
Nabil dava colpi fortissimi, a tratti era brutale e osceno, lo tirava fuori, sputava sull'ano di Beatrice e lo rimetteva dentro inculandola veloce. Ma a lei piaceva così e anche a lui.
Poi le annunciò che sarebbe venuto. Iniziò a dare dei colpi fortissimi, che le staccavano i
piedi da terra e alzavano quel grosso culo maturo quasi sul bancone.
Si inarcò e si mise a gridare:" Vengo!! Vengo!!"
Mentre Beatrice godente gridava: “Si!! …No!! …. Non venire dentro."
Ma in quel momento non le importava dove sarebbe venuto, presa com'era dal piacere e dal godimento.
Con dei colpi secchi e profondi Nabil non facendo quello che le aveva promesso, svuotò le sue giovani vescichette seminali piene di sperma dentro il retto di Beatrice, dentro la sua pancetta da signora per bene riempiendola di sborra giovane, calda e maghrebina.
Lei sentì arrivare il caldo intenso dello sperma nel suo retto, a fiotti con una sensazione dolce e piacevole.
Restarono così qualche secondo attaccati come i cani quando si accoppiano, con lei a spingere indietro il sedere contro gli inguini di lui, facendolo entrare più in fondo e svuotare meglio.
Nabil si svuotò completamente dentro lei.
Poi lentamente lo sfilò da quel solco profondo, si tirò su baciandole la schiena, si chinò giù e le
baciò il culo dicendole:” È bellissimo!”
Beatrice ancora ansimante ed inebriata, dopo qualche minuto voltatasi lo vide lì, dietro lei, in piedi ridere, realizzo quello che era successo e nonostante il piacere avuto, cambiò umore:
"Sei un porco! … Un piccolo bastardo inaffidabile come i tuoi padroni!... Ti avevo detto di non venirmi dentro." Protestò.
Lui per difesa sostenne: “Ma è nel culo, non davanti!"
"Non mi interessaaaaa! ...” Urlò lei:” …Non dovevi oltraggiarmi con il tuo seme."
"Però hai goduto!"...Recriminò lui.
" Piccolo bastardello, questo non significa niente! Il fatto che io abbia goduto non significa che approvi quello che mi hai fatto." ... Aggiunse alterandosi di più:" È sempre un atto contro la mia volontà."
Nabil rideva.
Irriverente gli mise sotto gli occhi e le fece vedere che la cappella era sporca delle sue feci, a quella vista Beatrice arrossì violentemente.
“Togli quel coso!” Esclamò girando il volto per non guardarlo.
Lui irriverente e provocatorio le chiese come aveva già fatto con Carlo e Martina di pulirlo leccandolo.
Ma lei livida in voltò con le mutandine ancora alle ginocchia, si girò incollerita cercando di colpirlo con la mano, dicendogli: " Brutto bastardo trovatello scuro... puliscitelo da solo! O fattelo pulire dalla tua matrigna Clelia…"
Lui si spostò e schivò quello schiaffo, mentre Beatrice andò verso il bagno del retro negozio tirandosi su le mutandine mentre camminava.
Nabil come un ragazzino che vuole fare pace dopo un litigio la seguì dicendole:
"E dai! Non essere arrabbiata con me! ...Io ti voglio bene!... Mi piaci!"
"Sparisci Nabil!!" Ebbe come risposta mentre Beatrice si chiudeva in bagno.
" Ma dai signora Beatrice ..." Continuò lui.
"Ti ho detto di sparireeee... Nabil!"...Gridò forte da dietro il vetro lavorato della porta che lasciava intravvedere la sagoma che si sedeva nel water mentre era in bagno.
" È meglio che quando esco non ti fai trovare qui!" ... Lo informò la sua voce da dietro la porta.
"Ti ripeto sparisci !!... Non farti vedere da me quando esco… se no te ne accorgerai!!"
Non le andava giù per niente di essere stata ingannata e inculata brutalmente da un ragazzo magrebino e soprattutto di averne provato piacere con lui, di averlo desiderato e amato quando era dentro di lei.
Essere inculata da quel piccolo scarafaggio era stata un’onta maggiore di essere chiavata da Salvatore.
Nabil restò dietro la porta continuando la cantilena, mentre lei doveva fare i suoi bisogni stimolati dalla sodomia:
“Cosa stai facendo?! La cacca!?" Domandò sentendola fare aria in modo rumoroso non riuscendo Beatrice a trattenersi perché l’ano era dilatato.
“Nabil vai viaaaaaaaa…!!!!! Lasciami in pace!” Urlò.
“Dai signora Beatrice! ...Perdonami, l’ho fatto perché ti voglio bene e mi piaci se no non lo facevo!"
Con voce collerica, che arrivava da dietro la porta a vetro pur di farlo andare via gli intimò:
"Guarda Nabil!!…Sparisci !!... Ti perdono, ma sparisci almeno per due ore. Vai via, levati da dietro la porta e dalla mia vista e aspetta che mi passi l'arrabbiatura, poi vedremo. “Ripetendo:” E soprattutto levati da dietrooo la portaaaa che mi imbarazziiii!!!” .... Si mise a gridare:” Che sto facendo i miei bisogni e non voglio che ci sia nessuno dietrooo e fuori per un raggio di dieci metriiiii!!...Hai capitoo?... Voglio la mia privacy…!"
"Va bene…va bene!... Grazie di perdonarmi signora Beatrice." Rispose ringraziando e uscendo dal negozio.
Beatrice seduta sulla tazza del wc mentre espletava i suoi bisogni corporali stimolati da quel rapporto anale, pensava a che poteva fare con Nabil …con quella serpe, quel bastardello musulmano che odiava.
Intanto doveva tenerselo in negozio lo stesso, sapeva che non poteva licenziarlo e non poteva dire a nessuno quello che era successo, quello che aveva fatto con lui… e poi in fondo le faceva un pò pena, era solo un ragazzo come il suo Carlo, ma disadattato e irriverente, cresciuto male e strumentalizzato da quelle persone cattive di Salvatore e Clelia....
E poi purtroppo le era anche piaciuto e aveva deciso di non dire niente a nessuno, ma a lui avrebbe parlato a quattrocchi.
Ma ignara, non sapeva ancora cosa aveva fatto a suo figlio ed a Martina e che la sua prossima vittima a breve, sarebbe stata sua figlia Serena, già nei loro piani.
Ma ora voleva solo lavarsi, si sentiva sporca con lo sperma di quel marocchino in pancia.
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