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STORIE E RACCONTI EROTICI

VIETATI AI  MINORI DI 18 ANNI

All Right Reserved 2022

IX° NON DESIDERARE LA DONNA D'ALTRI.

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VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI.

CAP. 15 L'INGANNO

 

Note:

Non c’è peccato più vergognoso che ingannare chi ti ama.
(Anonimo)

 

 

Intanto mentre Clelia si interessava di Beatrice per svezzarla sempre più, Nabil e Carlo si incontravano.

Avevano intrecciato una relazione omosessuale.

A Carlo piaceva essere inculato da Nabil e continuavano a incontrarsi saltuariamente e di nascosto da tutti. Carlo subiva un'attrazione forte verso di lui, un richiamo erotico, esotico, carnale che forse derivava dal fatto che fosse musulmano e maghrebino e che preferiva a

quello della sua fidanzata.

Si era infatuato di Nabil, ma solo sessualmente, per il resto, moralmente e sentimentalmente, amava Martina.

Martina era molto bella ed era desiderata da Nabil, come Salvatore aveva desiderato Beatrice, la madre di Carlo e lui non aveva mai smesso di sperare e di tramare per poterla avere.

Sapeva che era difficile se non impossibile chiavare Martina, ma era deciso, avrebbe tentato in

qualsiasi modo, le piaceva troppo quella bella ragazza bionda, bianca e occidentale.

Passò un pò di tempo, poi dietro pressione di Nabil, che non smetteva di pensare di chiavare

Martina e succube di lui, ammaliato e invaghito da ragazzo debole psicologicamente quale era, Carlo cedette.

Nabil gli aveva proposto un piano, aveva intrigato con Carlo per riuscire ad averla, un incontro casuale per poterla insidiare, in qualche locale da ballo, farla bere un pò e poi al resto avrebbe pensato lui, senza violenze e brutalità:

” Se ci sta!... Ci sta!... Bene!... Se non ci sta!... Niente ... non fa niente, mi rassegno … Provo!... Almeno potrò dire che ho provato! “Esclamò Nabil a Carlo quando glielo propose.

Carlo era contrario e dubbioso, doveva ingannare Martina e non lo aveva mai fatto, ma era sicuro che Nabil non sarebbe mai riuscito ad avere rapporti sessuali con lei, di qualsiasi tipo, nemmeno un bacio. Martina non avrebbe mai voluto, non avrebbe mai accettato di rapportarsi con quel magrebino per qualsiasi cosa e poi a lei come alle sorelle di Carlo, non piacevano i marocchini, anzi li destava per il loro modo di vivere e di trattare le donne con inferiorità.

Comunque accettò, anche se era contrario e non voleva lo faceva solo per assecondarlo, accontentarlo, tenerlo buono, convinto che non sarebbe mai riuscito nel suo intento, non solo a chiavarla, ma nemmeno ad allacciare una simpatia, un discorso. Pensò. Così avrebbe desistito e se la sarebbe tolta dalla testa e lui avrebbe potuto dirgli:

” Vedi abbiamo provato Nabil, ma non sei riuscito ... non sei il suo tipo, rassegnati!”

 

Prepararono tutto come un complotto, una congiura ai danni di Martina, e Carlo sotto alcuni aspetti trovava anche divertente quella preparazione, non conoscendo la perfidia e le vere intenzioni di Nabil.

La sera prestabilita Martina e Carlo uscirono, lui la invitò e la portò in una discoteca in riva al mare, un posto davvero incantevole e spettacolare. Un locale che dava sulla spiaggia, con ristorante tipico e annessa discoteca circondata e chiusa da ampie vetrate con grosse tende amaranto.

Stava arrivando l'estate, era maggio e le serate iniziavano ad essere tiepide.

Lasciata la macchina al parcheggio, per raggiungere il locale, occorreva incamminarsi in un

lungomare rialzato sulla spiaggia, fare una passeggiata di circa duecento metri.

Camminando si vedeva la riva, mare calmo, luna piena… decisamente romantico. L’atmosfera era incantevole, sembrava tutto un sogno e questo piaceva molto a Martina.

Si trovavano a circa 15 km da casa, eppure sembrava di essere in un’altra regione, nessuno li

conosceva, potevano vivere con naturalezza quella serata come due fidanzatini innamorati.

Così fecero, pur essendo giovanissimi, si conoscevano da bambini ed era due anni che filavano

seriamente con il consenso delle famiglie.

Passeggiata romantica al calar della sera, mano nella mano, con abbracci ed effusione amorose nelle zone buie e nascoste, risatine e brevi corse e di nuovo abbracci e risa, erano due innamorati perfetti o quasi, perché Carlo anche se l'amava davvero, verso di lei, non sentiva più quel desiderio e quella passione sessuale che aveva prima.

Quella sera era tutto talmente bello e fantastico che non pensava nemmeno più a quello che aveva concordato con Nabil.

Martina era vestina in modo elegante, una gonna nera sopra al ginocchio svasata che mostrava le gambe lunghe, con una camicetta in raso rosa senza maniche che lasciava intravvedere un seno sodo, con due tettine che sembravano arance, uno slip bianco di seta traforata coordinato con il reggiseno e un paio di scarpe da sera color creme con decolté e tacco normale ma eleganti con strass sopra e a tracolla la sua borsetta beige.

I capelli biondi e lunghi erano vaporosi e facevano da cornice dorata al suo viso, con due occhi

chiari come il mare di giorno e che brillavano gioiosi anche al riverbero della luna.

Una catenina d'oro richiamava il colore dei capelli confondendosi tra loro sulle spalle.

Ai lobi due piccoli orecchini pendenti a forma di cuore, a gancio, che come petali bagnati,

brillavano assieme ai suoi occhi quando sorrideva, erano il regalo di Carlo per l’ultimo San Valentino.

Era davvero bella, bellissima ed elegante Martina, tutta perfettina da piccolo borghese come si piaceva pure lei, anche se quel look la faceva sembrare un pò snob.

Aveva una andatura allegra e maliziosa. 

Il sorriso delizioso, da pubblicità le si apriva ogni volta che parlava, aveva una risatina dolce, spontanea e sincera, che mostrava la sua dentatura regolare, bianca e perfetta da apparecchio

dentale, che ancora durante la notte metteva.

Il suo profumo era gradevole, intenso, di una fragranza speziata e dolce, molto buona che penetrava nelle narici inebriando.

Dimostrava meno dei suoi 18 anni, come molte giovane della sua età era di carattere allegro, ma permalosa, educata, ma insofferente, a volte esuberante nel parlare e a volte taciturna. Carlo era vestito in classico, abito scuro alla moda con giacca e pantaloni a tubino che mostravano una camicia bianca.

Entrati nel locale si diressero nella sala da ballo, c'era una penombra romantica, cominciarono

subito a danzare ignorando le altre coppie, sembrava esistessero solo loro, anche Carlo si era fatto trascinare dal suo entusiasmo. Il ballo divenne molto sensuale fatto di abbracci, baci e

strusciamenti, che iniziò a scaldare gli animi oltre che i  loro cuori.

Stanchi, tornarono a sedersi al loro tavolino e Carlo la invitò a bere qualcosa di diverso della solita bibita, un drink un pò alcolico, dovevano festeggiare il loro amore e così fecero, pur non essendo loro consuetudine.

Martina non era abituata a bere alcolici, si può dire che era astemia e lui lo sapeva bene, ma lei

accettò felice di trasgredire in quel contesto. Presero due Alexander, era la prima volta, sorseggiavano e ridevano e poi ricominciarono a ballare.

Per un'astemia come lei, l’Alexander era come aver bevuto della nitroglicerina.

In quel ballo iniziarono a scaldarsi anche i corpi, non solo gli animi, baci e strusciamenti avevano effetto su entrambi.

Martina si eccitava, ma anche Carlo non era insensibile allo strofinio del suo corpo pur preferendo Nabil… ma in quel momento non ci pensava a lui.

Ballarono un pò e poi sudati andarono a sedersi nuovamente mano nella mano, passando tra la confusione e il vociare delle coppie di ragazzi con cui si urtavano.

Si sedettero al tavolino a chiacchierare, ridendo, tra carezze e bacini da innamorati.

Dopo non molto Martina, voltandosi notò Nabil tra la confusione, in fondo alla sala, appoggiato a una parete:

“Oddiooo!!!” Esclamò.

“Cosa c’è?” Chiese ridente Carlo.

" C’è l’arabo…il musulmano…! Guarda!!" Esclamò ingenuamente a Carlo.

“Che arabo, musulmano?” Chiese davvero non capendo Carlo.

 "C'è anche lui! ...Nabil!... Il vostro servetto. Quel marocchino!... " Esclamò e rise.

"Lui chi?" Chiese Carlo, fingendo ancora di non capire.

"Ma Nabil!!” … Ripeté lei con più voce:” Il servetto marocchino che avete in negozio. Come fai a non vederlo?...  È vestito tutto colorato e senza gusto…come i terroni! Lo vedi anche lontano un miglio.”

Carlo si girò e lo vide: " Ah sì!!” ...Esclamò. “E' lui! ...Sarà venuto a cercare qualche ragazza per

ballare."

"Figurati!!" Rispose Martina. "Chi vuoi che balli con lui?... Non lo vedi com'è conciato?... Sembra un beduino, chi ha il coraggio di ballare con lui?"

Intanto Nabil li aveva notati e con un cenno della mano li salutò.

"Oh no!!...Dioo !!... Ci ha visti… ci ha visti! ..." Mormorò piano Martina abbassando la testa verso il tavolino come per nascondersi.

“Facciamo finta di non averlo visto!”

Nabil vedendoli si spostò e lei osservandolo con la coda dell’occhio mormorò:

" Speriamo che non venga qui che non lo sopporto.”

Carlo a fianco a lei ripeté sinceramente: “Speriamo!"

Ora stava bene con Martina sentiva i suoi sentimenti verso lei e non voleva più stare al gioco di Nabil, ci aveva ripensato e aveva deciso di non fare più quello che gli aveva progettato lui.

Invece poco dopo Nabil arrivò al loro tavolo, fece finta di essere lì per caso e li salutò, e restò in piedi a parlare con Carlo.

“Ciao Carlo!” Disse Nabil tra la musica che echeggiava in aria.

“Ciao!” Rispose Carlo, mentre Martina fingeva di guardarsi attorno.

"Cosa fate di bello? “Chiese per rompere il ghiaccio e iniziare a parlare di qualcosa.

Con un sorriso sarcastico Martina si voltò infastidita e rispose:

" Secondo te? ... Cosa ci facciamo in una discoteca?"

E lui. “Ballate!"...

" Bravooo!!! " Le rispose beffarda Martina:" Hai indovinato, stai migliorando!"

Lui abbozzo un sorriso ingoiando la saliva, si sentiva umiliato ad essere trattato così da quella

Giovane occidentale, puttanella e cattolica, la signorina Martina, come gli aveva detto Beatrice di chiamarla quando si rivolgeva a lei o alle sue figlie, di chiamarle sempre signorine prima del nome....

"Posso sedermi con voi?" Domandò guardando Carlo, vedendo che nessuno lo invitava.

Lui, Carlo, osservò Martina seduta di fronte, che fece una espressione scocciata, delusa, di

insofferenza.

Carlo avrebbe voluto dirgli di no, che aveva ripensato all'intrigo stabilito, alla sua proposta, ma non ne ebbe il coraggio e acconsentì con un gesto del capo, per educazione.

"Certo!"... Rispose.

Mentre Martina mormorava sottovoce, ma in modo da farsi sentire sovrastando il sottofondo musicale:" Veramente saremmo soli!!...Non ci piacciono gli intrusi!"

Carlo le diete un’occhiata di richiamo, come a dirle:" Non essere scortese!" … E fece accomodare Nabil al loro tavolo, con la sua camicia sgargiante, profumato di un’essenza forte, orientale, quasi fastidiosa ... che a Martina dava fastidio.

" Sembri fosforescente con questa camicia occidentale! ...Non ti vesti mai da arabo?" Chiese curiosa e provocatoria Martina, già su di giri e accaldata per via del drink, iniziando a fare la stupidina irriverente, divertendosi a tormentarlo e prenderlo in giro.

"Si!!" Rispose lui: “Dipende dalle circostanze, se ci sono festività particolari della mia religione

... si!"

“Ah già che tu sei.... musulmano!” Pronunciò esaltata dall'alcol, ed entrando nell'argomento

continuò:" Ma è vero che da voi le donne sono sottomesse come schiave, vi debbono ubbidire

sempre e non possono fare vedere il viso?"

"Si!" Replicò candidamente Nabil.

Restarono tutti e due stupidi dalla risposta semplice e affermativa, non se l'aspettavano, pensavano che si mostrasse moderato e dicesse:

"Solo gli integralisti sono così."... Oppure: " In certe zone o nazioni dell’Islam."... Oppure ancora:" Non è più così! Una volta!" ...O ancora: “Alcuni lo fanno ma è una cosa sbagliata."

Invece rispose provocatoriamente, serio e sorridente mostrando i suoi denti sporchi e il suo incisivo spezzato:

" Si è vero! ... Da noi le donne sono sottomesse all'uomo!... Sono dipendenti! ...Ma loro vogliono così, le piace a loro esserlo è la nostra religione e ci devono ubbidire."

Sorprendendo Martina che non si aspettava una risposta così decisa e convinta, e con risentimento femminile e di cultura occidentale proseguì il discorso domandandole:

" Sei uno schiavista allora?... Anche tu vuoi la donna sottomessa all’uomo?"

"Si!" Rispose sfacciato e provocatorio con quella sua faccia infantile e innocente.

Ora era lui a divertirsi scandalizzandola, vedendo che si irritava e non le piacevano le risposte che le dava.

"Perché !!” …Chiese ancora Martina offesa e indignata da quelle repliche.

"Perché le donne sono inferiori all'uomo davanti ad Allah. Legga il Corano signorina Martina, la donna va rispettata e accudita, ma viene dopo l'uomo e deve sottostare alla volontà dell’uomo e certe cose non le può fare come farsi vedere in viso; solo da suo marito e in privato!” Rispose, aggiungendo perfido cercando di giustificarsi e di farsi compatire:

“Spero che non si arrabbia con me di queste risposte signorina Martina. Sono stato solo sincero! Anche lei se fosse musulmana, o un domani lo diventerebbe visto che aumentano nel mondo le conversioni femminili all’Islam, accetterà la sottomissione all’uomo e si coprirà il volto in pubblico con lo Niqāb, che lascerà vedere agli altri solo gli occhi. "

“Per favore Nabil… non dirle nemmeno per scherzo queste cose…. io non diventerò mai... e poi mai musulmana e men che meno mi coprirò il volto e la testa con quello straccio ...come si chiama quella specie di foulard nero … Ni...?”

“Niqāb!”  Rispose lui serio e risentito che avesse chiamato il velo, straccio.

“Ecco con quella cosa li! ...Per l’amore di Dio!”

Vedendola alterata nell’animo e resosi conto che l’aveva fatta arrabbiare cercò di calmarla dicendole:” Spero che non me ne voglia signorina Martina?”

"No! No!" Replicò lei indignata: “Lo so che è la vostra mentalità! ...Il vostro modo di vivere… La vostra religione. Lo so! Per fortuna la mia è più matura e non ammette certe cose."

“Lei è cattolica signorina Martina?” Domandò pur sapendolo già.

“Certo!!” Rispose in modo assoluto e orgogliosa lei:” E ne sono fiera di esserlo e mi fanno pena quelle povere donne musulmane che credono nell’islam!”

Nabil restò in silenzio poi superando con la voce il sottofondo musicale dichiarò:

“Ma anche la religione Cattolica era così e sotto certi aspetti lo è ancora.”

“Si era … era così mille anni fa… nel medioevo!” Rispose con un sorriso beffardo:” Ma si dà il caso che ora siamo nel 2018!”

“Ma anche la vostra religione Cattolica dice che la donna deve sottostare alla volontà dell’uomo, che la donna è nata da una costola di Adamo…”

“Mi dispiace per te… ma non dice così e comunque non ho voglia di parlare di queste cose che mi fanno solo arrabbiare. “Disse e si mise a riguardare la gente che danzava.

Carlo aveva assistito a quella discussione religiosa e di costume divertito, dando ragione a Martina.

“Sono d’accordo con Martina…” Disse prendendole la mano sul tavolinetto e stringendogliela dolcemente in segno d’affetto e amore per lei:” …condivido dalla A alla Z quello che ha detto.”

Martina gli sorrise e gliela strinse anche lei in gesto d’amore e intesa e poi restarono in silenzio mano nella mano davanti a lui.

Nabil guardava non visto quella boriosa puttanella cristiana e occidentale e dentro di lui aumentava sempre di più il rancore verso lei.

Poi guardando Carlo, come ad aspettarne il permesso, Nabil chiese a Martina se poteva offrirle qualcosa da bere purché non fossero alcolici che le donne non li devono bere.

"Veramente ho già bevuto!" Esclamò lei: "Ed era alcolico e molto buono! Anzi credo che ne berrò un altro e molto alcolico…” Rispose provocandolo, dicendogli: “Comunque e a me che devi chiedere se voglio ancora bere qualcosa e non a Carlo, non siamo al tuo paese qui!!" Aggiungendo:

"E poi uno schiavista come te che offre da bere alcolico a una ragazza occidentale, fa peccato.!"… Con civetteria lo provocava, ma Nabil stava al gioco….

“Anzi sai cosa ti dico? Se mi offri un altro Alexander che è alcolico lo accetto e bevo volentieri, altro no!” Disse provocatoria:” … Ma come dicevo prima, se offri dell’alcol a una ragazza bianca e occidentale fai peccato, lo sai vero!? Trasgredisci al tuo Corano!” Pronunciò con un sorriso di sfida.

Nabil sorrise anche lui:

"Certo!... Ma se il peccato viene fatto per accontentare una bella credente cristiana asservita come lei signorina Martina, vale la pena di peccare." Rispose Nabil ridendo da solo stupidamente.

Martina sorrise scuotendo la testa, quell'asino nel parlare le aveva dato della asservita, non sapendo nemmeno probabilmente cosa significasse, ma non si arrabbiò, mostrandosi tollerante e indipendente, da ragazza occidentale che fa quello che vuole.

“Allora ti faccio peccare subito!” Esclamò:” Accettò se mi offri un altro Alexander …” Ripeté per umiliarlo e fargli vedere che le ragazze occidentali erano emancipate.

“Su vammelo a prendere!?” Dichiarò con tono di superiorità.

Lui si alzò per andare a prenderle il drink offertole, ma fu Carlo a dire:

“Questa volta prendiamo un Cuba libre!”

Martina lo guardò non sapendo cosa fosse un Cuba libre, e vedendola sorpresa Carlo precisò:

“Un Cuba libre è un drink di Rhum e cocca cola, molto buono!”

“Si! ...” Rispose Martina divertita accettando il consiglio di Carlo, mentre Nabil da buon musulmano li informò:” Io prendo solo coca cola. I musulmani, non possono bere bevande che contengono alcolici.”

“Ah già!!... Ma nemmeno un sorsetto?” Chiese Martina ironica sorridendo beffardamente ....

” No! ...No! ...Signorina Martina...Offusca la mente da Allah, è contro il Corano. “Rispose, mentre lei rise.

“Ma dai Nabil … Il cuba libre drink ha un po' di rhum assieme alla coca cola, ma è buono!” Le spiegò Carlo.

“No! No…non bevo alcolici!” Ripeté.

“Proviamo dai!” Esclamò Martina esaltata dallo scandalizzare e mostrare che lei come donna faceva e beveva quel che voleva...

“Dai su! Vammelo a prendere…” Disse autoritaria.

Nabil sorrise, era quello che voleva che quella stupida puttanella bevesse alcolici, lui sapeva che anche se era fortemente alcolico, miscelato con la coca cola fresca, non avrebbe sentito prevalentemente il gusto del rhum, né subito l'effetto dell'alcol, ma solo dopo una buona mezzora.

" Intanto guida lui!" Esclamò ancora Martina sorridendo del suo trasgredire che quasi stupiva lei stessa, facendo segno con il dito indice a Carlo.

"Va bene!... Vado a prenderne due più la coca cola!"... Disse Nabil alzandosi.

" No! ...Io no!"… Sbottò all’improvviso Carlo mettendosi la mano sullo stomaco: “Ho ancora un pò di quello di prima, semmai ne bevo un po’ del tuo Martina.” Lei annuì.

" Bene" Esclamò Nabil. "Allora solo uno per la signorina Martina."

“Ce l’hai i soldi?” Chiese allungando le mani sulla sua borsetta per darglieli.

“Si signorina Martina…!” Rispose:” …Ho i soldi…”

Andò al bar passando tra i ragazzi e le ragazze, colpito dalle luci colorate e stroboscopiche dei faretti e al passaggio urtato dai gomiti degli altri ragazzi arrivò al bancone.  

“Una coca e un Cuba libre!!" Chiese gridando forte tra la ressa di ragazzi e allungò dieci euro al ragazzo del bar, dicendogli:" Il Cuba, fammelo doppio di rhum e ben ghiacciato!” Pensando: “Così non si sentirà molto il gusto alcolico e lo berrà tutto."

Il barista prese i 10 euro e così fece.

Quando furono soli Martina irritata e seccata chiese a Carlo:

” Ma dobbiamo passare la nostra serata con quell'extracomunitario?... Io non ne ho voglia ... dai!!  Stavamo tanto bene prima soli io e te!”

“Hai ragione Marty, dà fastidio anche a me che ci sia, ma scusami, non posso mandarlo via!... Dirgli via via che alla signorina Martina dai fastidio?!... Aspettiamo ancora un pò, vedrai che se ne andrà da solo! “Le replicò Carlo.

“Perché a te non dà fastidio?” Chiese Martina risentita della sua risposta....

” Si! ...Si! ...Dà fastidio anche a me.” Aggiunse Carlo.

“Speriamo che dopo aver bevuto la bibita se ne vada, non mi piace farmi vedere dagli altri ragazzi con lui e non mi piace il suo odore forte di selvatico, ma cosa si è messo addosso?  E soprattutto non mi piace il suo modo di pensare.”

“Ma si!” Rispose Carlo:” Starà un po' con noi e poi se ne andrà!”

“Speriamo!!” Sbottò Martina se no ci rovina la serata che è iniziata tanto bene e in allegria.

Carlo nonostante fosse contrario, reggeva il gioco a Nabil e nel farlo sentiva un brivido di

eccitazione, come quando dibattevano sulla religione.

Ritornato al tavolino Nabil passò il drink doppio a Martina, che lo ringraziò.

Ma nonostante tutti gli accorgimenti per coprire il gusto dell'alcol alla prima sorsata, istintivamente aprendo la bocca esclamò:" Uhhh!! … È forte però!... Brucia!”

"Lo beva in fretta signorina! ...Tutto in una sorsata…” La consigliò Nabil. "…  non lo sentirà

Bruciare in gola!"

Intanto Carlo guardandola le accarezzava i capelli.

Così fece Martina prima chiese a Carlo se ne voleva un pò, al suo rifiuto tra una sigaretta e la musica, dopo le prime sorsate il palato e la lingua si assuefarono e abituarono e non sentì più il gusto del rhum in bocca ed entrare in lei, ma avvertì in prevalenza il gusto dolciastro della coca cola fresca.... che la dissetava.

Martina una volta bevutone un pò, iniziò ad accaldarsi e chiacchierare, ridendo e scherzando con Carlo.

Nabil chiese se poteva ballare con lei, ma Martina contraria, seppur con un sorriso subito rispose di no, non le andava di ballare con quel marocchino. Nabil ci restò male e si vedeva in viso, poi Martina guardò Carlo che le fece cenno di sì con la testa e con l’indice uno come a dirle:” Un ballo fallo, concediglielo poverino…”.

Accettò controvoglia ... per compassione… come diceva lei quando faceva una buona azione, per toglierselo di torno, con la speranza che poi se ne sarebbe andato.

"Solo uno però!... “Mormorò guardando Nabil: “Poi ritorniamo perché sono accaldata e inizio a sudare. E non starmi addosso che non lo sopporto! Stai distanziato da me!”

Iniziava a scaldarsi, i drink iniziavano a fare effetto.

C'era un ballo lento e la sala era semibuia, dopo alcuni passi entrando nella penombra della pista, lui fece il gesto per prenderla per i fianchi come tutti. Ma lei vedendolo esclamò subito:” No.…no…no…!” Alzò le braccia e le diede le mani appoggiandole alle sue che alzò anche lui, tenendolo distante 20-30 centimetri da lei.

D’istinto lui si avvicinò, come tutte le coppie danzanti, ma lei lo allontanò subito:” Non venire contro Nabil…te l’ho detto!”

“Si...sì... mi scusi signorina!” Bisbigliò.

 Non le piaceva quel ragazzo e nemmeno l’odore del suo profumo, non voleva che la toccasse e soprattutto che si strusciasse su di lei, doveva stare al suo posto, un palmo di distanza almeno.

Ogni tanto gettava uno sguardo su Carlo, sentendosi protetta da lui, che seduto nel semibuio li guardava in silenzio.

Non fecero nemmeno un mezzo ballo, a Martina non piaceva ballare con quel servo musulmano e decise di andare a sedersi.

“Ho troppo caldo Nabil, scusami ma non riesco a ballare…” Gli disse sventolandosi il collo con le mani:” … e inizio a sudare.”

 La sua preoccupazione era che se mai ci fosse stato qualcuno che la conosceva non sopportava farsi vedere ballare assieme a un ragazzo marocchino, la sua buona azione l'aveva fatta ormai.

Tornarono a sedersi e a chiacchierare con la speranza che se ne andasse presto.

L’alcol cominciava la sua azione euforizzante, Martina alternava momenti di lucidità a momenti di ebrezza, le girava anche un poco la testa, rideva, era allegra e accaldata appoggiandosi e abbracciando sempre Carlo, il suo Carlo, sudava e ogni tanto si sentiva rallentata nel parlare o diceva qualche frase a sproposito.

Visto che Nabil non andava via, decisero di uscire a prendere un pò d'aria fresca, l'aria all'interno era calda e lei si sentiva vampate al viso… e al corpo.

Uscirono, Martina era molto accaldata e le girava la testa, camminava a braccetto di Carlo, con la testa appoggiata sulla sua spalla e lui con il braccio intorno alla sua vita, come due innamorati.

“Perché non andiamo in riva al mare!” Esclamò Nabil guardando serio e in modo autoritario Carlo negli occhi.” Là l'aria è più fresca là!”

Martina senza staccare la testa dalla spalla di Carlo, lo guardo di traverso... quella specie di beduino come lo chiamava lei non andava ancora via.

Carlo dietro l’espressione decisa e intimidatoria di Nabil acconsentì, decisero di farle prendere una boccata di ossigeno salmastro e la portarono sulla spiaggia in riva al mare.  Dopo aver camminato un po' sul lungomare rialzato, scesero al chiarore della luna la scaletta in cemento armato, finché nel semibuio non sentirono la sabbia sotto le scarpe.

Nabil era dietro loro, che discorreva quasi da solo...

" Ma ci viene dietro anche qui?" Chiese Martina stordita stringendosi a Carlo.

" Cosa vuoi fare? ...Mandarlo via?... Offenderlo?... Facciamo una passeggiata e poi va via o c'è ne andiamo noi, io e te." Rispose Carlo.

Le spiagge erano a inizio stagione e qualcuna aveva già sdraio e ombrelloni con mucchietti di

sabbia setacciata a piramide ben allineati.

Camminarono sulla spiaggia fino in riva al mare e poi lungo la battigia, loro due sempre davanti abbracciati e sbaciucchiandolo e Nabil dietro, fino ad arrivare a un piccolo molo, appartandosi dietro agli scogli e sedendosi sulla ghiaia marina.

Erano tutte e tre seduti che guardavano il mare, Martina era al centro di loro, seccata e scocciata da quella presenza olivastra fastidiosa per lei. Posò la sua borsetta affianco a lei sulla ghiaia marina, con il suo  smartphone e le chiavi di casa dentro.

Non parlavano più, osservavano il mare e il riflesso argentato della luna su di esso, con il reverbero dell’acqua che li colpiva illuminandoli.

Nabil guardò fisso Carlo negli occhi, che capì che ci avrebbe provato e vile, vigliaccamente abbassò i suoi sulla sabbia.

Intuì che era il momento e non poteva più fare nulla e all'improvviso Nabil, passò il braccio sulle spalle di Martina, tirandola veloce a sé cercando di baciarla.

Martina sorpresa da quell'abbraccio non voluto e inaspettato, cercò di allontanarlo esclamando: 

" Ohheeiiiii!!!!... Ma che fai? … Ma come ti permetti di toccarmi…?!!"

Accaldata fece il tentativo di fermarlo, spingendolo con le mani per allontanarlo da lei, ma non ci riuscì.

" Lasciami!! Lasciami!! … Ma che fai? ...Non voglio che mi tocchi!!” Gridò a sentire le sue mani su di lei:

” Non toccarmi con le tue manacce e non ti permettere di baciarmi!"...Esclamò cominciando a divincolarsi.

Ma i suoi sforzi resero più sensibile la sua debolezza e nello stesso tempo fecero ondulare il suo corpo contro quello di Nabil, che lo strinse eccitato.

Con rabbia imprecandogli contro si staccò da lui e lo colpì sul torace con deboli pugni, quello che aveva bevuto le abbassava il tempo di reazione e gli toglievano la forza di reagire, oltre che la volontà di farlo… dando vantaggio a Nabil nella sua prepotenza.

“Carlo! ...Carlo…!” Urlò spaventata Martina a sentirsi toccare nelle parti intime da Nabil.

Ma a quelle grida, lui la prese sul petto per la camicetta e tirandola a sé la scrollò forte facendole dondolare il capo più volte, fino a farglielo diventare stanco e girare la testa, facendo cessare la sua resistenza:

“Basta! … Basta!!...Non percuotermi più!" Esclamò Martina piangendo, proteggendosi il viso con le braccia per timore che lui alzato il braccio le tirasse qualche schiaffo.

" Allora stai brava!"... Mormorò lui.

Lei frastornata da quello che le stava accadendo era seduta sul pietrisco di mare, Nabil le tirò su la gonna, le divaricò le gambe e mettendosi in ginocchio davanti a lei, l'abbracciò per il sedere, portandogli entrambe le mani da dietro sotto le natiche, aspirando forte il suo inebriante profumo sul collo. Con uno sforzo la staccò quasi di peso dalla ghiaia mista a sabbia, strisciandola giù con il sedere verso lui, dondolandola e spingendola sul busto, facendola cadere all’indietro e distendere con la schiena sulla sabbia, tirandole maggiormente su la gonna fino a scoprirle le mutandine; cingendosi il bacino e i fianchi con le sue gambe lunghe e affusolate, restando tra di loro.

"No!! ...Che fai?... Lasciami!!... Lasciami!!…Carlo!!...Carlo!! "... Invocava Martina, mentre Nabil

spostandole i capelli indietro iniziava a leccarla sul collo, fino ad arrivare con la lingua all'orecchino a forma di cuore.

Carlo seduto poco distante da loro, non interveniva, non ne era capace, non aveva la forza e aveva anche paura a farlo, vista la decisione di Nabil nell'averla a tutti i costi e nel prenderla fino a minacciare di schiaffeggiarla forte; e poi Nabil in un certo senso era il suo amante e anche se a malincuore sotto ricatto gliela aveva promesso che gliela dava e gliela faceva chiavare,  e oramai anche se gli eventi avevano preso un’altra strada da come voleva lui e non poteva cambiare idea e tornare indietro.

Si sentiva agitato, turbato da quello che stava accadendo, restava vilmente assente e in silenzio a osservare il mare e a guardare loro, la sua ragazza, la sua Martina che da lì a poco sarebbe stata chiavata da Nabil... Era sconvolto, si sentiva un verme, un vigliacco, ma anche eccitato da quello che faceva Nabil alla sua Martina.

Nabil con lei sdraiata sulla sabbia le immobilizzò i polsi in una sola sua mano portandoglieli sopra la testa contro la sabbia e la scrollò ancora più volte, colpendola anche sul viso, dicendo parole in arabo, fiaccando ogni già sua debole resistenza, facendole arrossire di più la pelle delle guance fino a gridare di nuovo:

“Basta! ...Basta! ...Ti prego … non picchiarmi!” Martina non sopportava il dolore fisico, non era

abituata, non aveva mai ricevuto uno schiaffo, nemmeno da sua madre.

Dal collo aprendole con forza la camicetta facendo saltare alcuni bottoni, Nabil infilò una mano sul petto, le abbassò il reggiseno, lasciando uscire il suo giovane seno, sodo e pallido, evidenziandolo in tutta la sua bellezza.

Chinò la testa su di esso prendendo una giovane mammella tra le labbra iniziando a baciarla con furia, le leccava e succhiava entrambe, assieme ai capezzoli, con maestria, era bravo, ci sapeva fare molto più di Carlo, lui era abituato a succhiare i capezzoli delle puttane con cui si appartava, e intanto con l'altra mano alzata la gonna davanti fino all’ombelico, preso l’elastico tra le dita iniziò a fatica a tirarle giù lo slip.

Martina sentendo la sua mano tra le cosce, d’istinto incominciò a scalciare e a gridare:

" Che fai??... No!... No… no… lasciami! ...Lasciami! ...Carlo!!...Carlo!! Dove sei? …Aiutami!! "

Ma Carlo vigliaccamente osservava senza intervenire e Nabil, infervorato ed eccitato maggiormente dalla sua resistenza, le alzò ancora di più la gonna accarezzandole le cosce e per farla tacere iniziò a baciarla sulla bocca, introducendo la lingua dentro, mentre con la mano tra le gambe, spostato lo slip di lato sull’inguine, cercava di introdurle un dito dentro la sua vulva.

Carlo spregevolmente osservava ... da come si comportava intuì che non era la prima volta che Nabil faceva quel gioco con qualche ragazza, sapeva come fare, come immobilizzarla e trattenerla, come spogliarla in quella condizione anche se si dimenava.

Tenendola sdraiata premendo sul torace con il suo peso, spingeva la sua schiena sulla sabbia, lasciando libero il bacino ai movimenti.

Martina distesa era praticamente tenuta con le mutandine bianche che le coprivano i glutei contro la sabbia. Nabil sapeva bene che in quella posizione non poteva toglierle, non venivano via sotto il peso del suo splendido culetto, tirò più volte cercando anche di strapparle, ma erano di buona fattura e di marca si allungavano ma non cedevano, alzavano lei di peso, allora adottò una tattica che probabilmente aveva già utilizzato altre volte.

Mentre lei si divincolava iniziò a darle pizzichi sui  glutei da farle male e farle alzare il bacino, facendole staccare involontariamente il  sedere dalla sabbia, e in quei  movimenti verso l’alto della pelvi, lui veloce alternando i pizzicotti al sedere a brusche tirate delle mutandine, con  degli strattoni decisi riuscì  a tratti a scostarle, fino a scoprirglielo completamente, e  tirando  più volte con forza  a portare quasi lacerandolo giù lo slip alle cosce, da lì fu facile portarlo alle ginocchia e ancora di più, tirarlo giù davanti senza resistenze, osservando la sua splendida fighetta pelosa.

Poi allungandosi assieme al braccio le tirò più giù alle caviglie, non senza fatica e ogni tanto scuotendola. In quel movimento istintivo delle gambe a scalciare, involontariamente Martina lo aiutava a toglierle, a tirarle sempre più giù e a sfilarle dalle sue gambe, assieme ai sandali con decolté dai piedi. Lasciandola sola con le calze autoreggenti trasparenti nere, mostrando contro la sua volontà, alla luce della luna e al riverbero del chiarore del mare la bellezza della sua fighetta giovane, con quel ciuffo di peli bruni ben curati che si vedevano tra le due gambe scalcianti.

E tirando su il braccio con le sue mutandine bianche in mano, le agitò e mostrò come un trofeo a Carlo, alla luna e al mare e poi le gettò sui sassi vicino alla borsetta, lasciandosi andare sdraiandosi su di lei.

Martina confusa ebbe un sussulto, sentì dal fresco sulla vulva che era senza mutandine e voleva reagire, fare qualcosa, ma non ci riuscì a muoversi, la sua resistenza era fiaccata.

Nabil agitato fece scivolare la sua mano libera sul basso ventre, sugli inguini, sulla sua fighetta deliziosa, sussultante per reazione al tocco delle sue dita, iniziando ad accarezzarla, muovendo le lunghe dita scure sopra di essa.

La penetrò con un dito facendola sussultare…  e poi iniziò a muoverlo dentro di lei.

Martina a quella manipolazione involontariamente iniziò a provare piacere e non voleva, ma i suoi capezzoli istintivamente erano diventati dritti e turgidi, come due chiodi, segno di eccitamento automatico e riflesso alla manipolazione che le praticava Nabil, pur non volendo stava entrando in uno stato di gradevole benessere, sia per l'alcol bevuto che la stordiva, che per le carezze e manipolazioni esperte di Nabil che le dava piacere.

All'improvviso Nabil si mise a cavalcioni sulle sue gambe, tenendole ferme e unite, bloccate strette dalle sue da non poter scalciare, iniziando con la mano libera a sbottonarsi i pantaloni e tirando fuori la sua asta olivastra, già eccitata ed eretta, dritta, lunga e dura dai preliminari forzati di quella sopraffazione.

Martina lo vide al chiarore della luna, era enorme per lei in confronto a quello di Carlo, sbarrò gli occhi con inquietudine e fece un verso tra lo stupore e il timore. Gridando:

” No ti prego Nabil! ...Non voglio!... Non voglio! ...Non farlo!” Ma non faceva più nessuna resistenza, anzi pareva arrendevole a lui.

Carlo di fianco a loro vigliaccamente continuava a guardare ed ascoltare in silenzio, eccitato anche lui nel vedere la sua fidanzata venir presa in quel modo da Nabil. La sua fidanzatina impotente nelle mani di quel marocchino che stava per possederla.

Una volta che lo ebbe tirato fuori, con slancio aprendole con forza le cosce si rimise tra esse e

scivolò giù con i piedi sulla ghiaia del mare, puntandosi contro di essa quando ritenne di essere all’altezza giusta; afferrò con forza il bacino di Martina e con le mani sui fianchi, tirò giù il sedere e quindi la sua figa verso di lui, facendole strisciare nuovamente il culo sulla sabbia mista a ghiaia.

Martina oramai non reagiva quasi più, mentalmente tra l’alcol e il suo manipolarle e stimolale il clitoride e la vagina, in preda alla stanchezza di quella resistenza inutile, all'ebbrezza alcolica e al piacere che iniziava a provare, non aveva la forza e ne la voglia di opporsi e arrendevole era quasi in attesa.  

Era come in trance, ad aspettare che le accadesse qualcosa, che lui la penetrasse e confusa e incredula di quello che le stava capitando, non si opponeva.

Nabil vedendola così inattiva, le lasciò i polsi e le abbassò le braccia lungo i fianchi e tenendoglieli ancora fermi si abbassò ancora, scivolando di più con i piedi sulla ghiaia, e si portò con il viso sulla sua figa pelosa e cominciò a leccargliela, succhiandola e penetrandola con la lingua in modo meraviglioso, facendola scuotere di piacere. Lei non pensava più a niente, accaldata e accalorata com’era, non cercava più Carlo, il suo Carlo…

Gliela leccò solo pochi secondi da inumidirgliela e lubrificarla.

Tirandosi su nuovamente le lasciò un polso che Martina portò sul suo torace appoggiandolo, non capendo se per spingerlo e allontanarlo o solo per appoggiarlo, ma nulla di più, mentre lui con la mano libera si prese il cazzo e appoggiò la sua cappella circoncisa sulla fessura rosea di Martina, lo strusciò sopra, su e giù più volte sui peli sorridendo e poi giratosi verso Carlo lo guardò in modo sprezzante dicendogli:

“Guarda!!... Guarda… che te la chiavo ora!!”

La puttanella cristiana come la chiamava lui, stava per essere posseduta dal giovane musulmano.

La tirò ancora di più verso se, con la figa contro la cappella del suo cazzo color ebano, con le

cosce divaricate tenute piegate e larghe tra di loro dal suo corpo.

Martina capì quello che stava per fare e in un attimo di realtà cercò di fermarlo gridando:

" No!!... No ti prego! ...Non voglioooo!!!...Carlooooo dove seiiii!!!"

Ma Carlo debole, silenzioso al loro fianco, osservava turbato e impotente quella scena.

Ma lui si sputò nella mano, prese la saliva e gliela passò ancora sulla figa, sui peli e tra le labbra vaginali, insalivandola bene, lubrificandola se mai c'è ne fosse stato ancora bisogno dopo la leccata. Poi risputò ancora più volte nella mano e si passò la saliva sul suo cazzo, cospargendolo bene, soprattutto la cappella e gliela appoggiò sopra tra le grandi labbra.

Martina agitata, rossa in viso accaldata e sudata, lo sentì puntare e premere sulla sua fessura, caldo e duro, ebbe solo la forza di dire ancora forte:

"No!!...No!!" E richiamare ancora il suo fidanzato:" Carlo!!... Carlo!... Dove sei? "

Ma quel nome le morì in gola, perché Nabil in un attimo spingendo, la penetrò facendolo entrare lentamente dentro di lei e sussultare.

Avvertì quell'asta di carne calda e dura penetrare con forza, allargare la sua figa, tendere le labbra vaginali all'inverosimile, slargandole, quasi al punto che sembrava si dovessero rompere e per le sue dimensioni penetrando sfregarle le pareti vaginali.

Ebbe un sussulto di piacere e si lasciò andare e penetrare esclamando un:

” Oooohhhhhh!!!!”

Reclinando con la bocca semichiusa il capo indietro sulla sabbia, girando gli occhi in alto verso le stelle che le guardavano, tenendosi inconsciamente con le mani alle sue braccia, stringendole forte con le dita, quasi a piantargli le unghie nella carne.

Nabil iniziò a muoversi sapientemente, prima piano, poi sempre più veloce ... la stava chiavando, stava chiavando la signorina Martina, la puttanella cristiana davanti al suo fidanzato Carlo, fermandosi ogni tanto per farglielo sentire duro e lungo dentro di lei pulsare potente, prepotente ed eccitato, per poi riprendere a muoversi.

Martina non poteva credere che era Nabil a chiavarla e non il suo Carlo, sentiva la differenza

amatoriale, la capacità sessuale e le dimensioni anatomiche dentro di lei, ma non voleva, non voleva assolutamente provare piacere con quel marocchino musulmano… lo odiava.

Ma non resistette molto, contro la sua volontà iniziò a smaniare... a godere, e le sue mani involontariamente salirono piano sulla schiena di Nabil fino ad abbracciarlo sul collo, mentre le sue cosce senza intenzione per reazione al piacere provato, si aprirono di più, avvinghiandosi ai suoi fianchi e accompagnando il suo ritmo con i movimenti del bacino.

I muscoli prima tesi e rigidi in una reazione di difesa, ora si rilasciavano piacevolmente sotto i colpi della sua asta e del godimento che le procurava Nabil

Non c'era più resistenza da parte di Martina, ma partecipazione.

La penetrava e possedeva contento, felice, ogni tanto ridendo da solo come un bambino, si girava a guardare Carlo che sorpreso osservava la sua donna godere con lui. La chiavava facendola sussultare dai fremiti e ansimare dal godere.

A ogni colpo Martina con gli occhi chiusi si scuoteva dal piacere.

“Ti farò diventare una donna musulmana vedrai!” Le sussurrava all’orecchio chiavandola:” Ti sposerò io e mi ubbidirai perché io sarò il tuo uomo…tuo marito…  e vedrai che porterai anche tu il Niqāb e ti coprirai il volto per mia volontà …  Ti porterò con me in Marocco! ...”

Ma Martina in preda allo stordimento dell’alcol e a quel godimento continuo e inaspettato a cui partecipava attiva, capiva e non capiva le sue parole, ma si lasciava andare tra le sue braccia.

Poi le alzò le gambe portandole e appoggiandole sulle sue spalle, in quella posizione sulla sabbia riusciva a penetrarla più a fondo e glielo spinse tutto dentro, toccandole con la cappella circoncisa il suo giovane utero, facendola sobbalzare dal piacere sulla sabbia.

Le accarezzava e le palpava entrambe le mammelle, sempre chiavandola a gambe alte appoggiate sulle spalle.

In quella posizione Martina sentiva il suo cazzo entrare tutto dentro lei, si sentiva aprire, allargare allo spasimo le labbra della figa e le pareti vaginali, le sentiva come lacerarsi dalla estensione che provocava quel cazzo su di loro e lo sentiva battere con la cappella sull'utero, dare colpi profondi, contro, che avvertiva di riflesso in pancia, era una sensazione bellissima che non aveva mai provato con Carlo, un misto di sofferenza e piacere che si univano e si perdevano tra loro , dandole sensazioni nuove, meravigliose.

Era pratico a far sesso Nabil, sapeva chiavare bene, le prostitute che frequentava gli avevano insegnato come far godere una donna e con Martina fu un gioco da ragazzi.

Non aveva mai goduto così con Carlo, non c'era paragone, Nabil era più bravo, più virile, lo sentiva talmente tanto che anche se lo desiderava, ma non avrebbe voluto, in pochi minuti gli arrivò subito l'orgasmo esplosivo.

“Ooooooooooooohhhhhhhhhhhhhhhhhhh!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!... Ssiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!!”

Gemeva, ansimava, godeva, abbracciandosi a lui, ora non scalciava più per mandarlo via, ma

allargava le gambe per riceverlo e stringerlo forte a sé ... Stava godendo!

Il suo capo si tirò su, ad occhi chiusi cercò la sua bocca, che trovò e iniziò a baciare in preda a una esaltazione e godimento mai provato. Sentì con la lingua il suo dente spezzato, e quella di Nabil calda succhiare la sua, in un bacio bocca a bocca prepotente e profondo.

Come folgorata godeva in una specie di delirio, sconvolta da un ennesimo orgasmo osceno che

arrivò a pochi minuti dal primo.

“Oohhhhhh!!!!!!!!!!! Oooooooooohhhhhhh!!!!!!!!”

Quella prevaricazione, si stava trasformando in un rapporto sessuale partecipato, di gioia passionale e lussuriosa.

A quel piacere incredibile, nei momenti di lucidità e razionalità seguiva subito un senso di grande vergogna. Si disapprovava, realizzava e disprezzava. Non riusciva a spiegarsi come poteva abbandonarsi sessualmente e godere in quel modo fra le braccia di quel ragazzo…con un musulmano… un maghrebino.

Ma Nabil da giovane esperto  continuava a chiavarla… le dava dei colpi decisi e a volte brutali, arrivando fino in fondo, battendo la  sua cappella circoncisa sull'utero, fermandosi contro e premendo su di esso, lentamente, spingendolo indietro e in alto, cosa che non aveva mai potuto fare Carlo viste le sue ridotte dimensioni sessuali, anche per questo godeva di più con lui, ce l’aveva  più lungo di quello di Carlo, più grande e lei lo sentiva, lo sentiva dentro grosso e duro … e le piaceva, le piaceva….

Nabil tirando su la testa e girandosi verso Carlo seduto meschinamente a tenere delle pietre della ghiaia in mano e a guardare tra loro e il mare, perfidamente esclamò:" Hai visto come gode la tua troietta?... Come la faccio godere! ...Te l'avevo detto! ...Ora vedrai che si comporterà diversamente con me... cambierà tono…"

Carlo in una posizione meschina e spregevole, umiliato restava in silenzio, non si aspettava che Martina reagisse così, godendo in quel modo e nemmeno che lui stesso si eccitasse, provasse una sorta di invidia e piacere a vederla chiavata da Nabil. Avrebbe voluto essere al posto di entrambi. Essere Nabil e chiavare fino allo sfinimento del godere la sua Martina come stava facendo lui e nello stesso tempo avrebbe voluto essere Martina per essere posseduto in quel modo da Nabil, trafitto dalla sua asta di carne dura e godere al posto della sua bella fidanzata.

Poi Nabil presuntuoso, si rivolse a Martina chiedendogli nel momento dell'orgasmo:

“Con chi godi di più? ...Con me... o con lui?"... Martina non rispondeva, ansimava e gemeva dal

piacere ...Lui scuotendola per le braccia, fermando la chiavata e appoggiando il cazzo all'utero e premendo costantemente sulla sua giovane cervice, spingendolo indietro ripeté:" Chi ti chiava meglio? ...Io o Carlo? ... Con chi godi di più?... Con il marocchino musulmano o con quella fighetta di Carlo…?”

“Con …te... !!...Te! ...Te! " Farfugliò morsicandosi il labbro inferiore dal piacere e facendosi morire quelle parole in bocca.

“Hai visto!!” Esclamò Nabil trionfante e contento come un bambino rivolto a Carlo, umiliandolo di più.

" La faccio godere più io…di te!!... Vedrai!...  la farò diventare la mia ragazza e convertire all’Islam e divenire una ragazza musulmana oppure se non vorrà la farò diventare una vera puttanella da strada!!" E rise solitario.

Martina confusa e smarrita non capiva appieno quello che diceva, ma Carlo si e ingoiò anche quella umiliazione, a sentire quelle parole non sapeva quanto fossero vere, se le diceva per umiliarlo o eccitarsi.

Era sinceramente pentito, gliel’aveva servita in un piatto d'oro la sua bella fidanzata a Nabil, e Martina non lo meritava. Gliela aveva offerta in cambio della sua amicizia, delle sue attenzioni sessuali e in un certo senso del suo amore, a patto che non dicesse niente a nessuno.

Gli aveva offerto la ragazza che sarebbe diventata la sua futura moglie, la madre dei suoi figli.

"Ed ora? " … Pensava:” Ha avuto me, adesso Martina, cosa altro vorrà ancora? Ci lascerà in pace?”

Ma quel pensiero fu interrotto dalla voce di Nabil che esclamò:

" Dai vieni! Toccala, avvicinati, accarezzala anche tu che gode di più!... Dai!"

Carlo si strisciò sulla sabbia, Nabil allungando il braccio, prese la sua mano e la mise sul seno, su una mammella soda e gonfia dal piacere, dura come il marmo che si muoveva al respiro affannoso e che Carlo conosceva già essendo della sua ragazza, facendogli toccare e provare sensazioni nuove al contatto del capezzolo della sua fidanzata duro e dritto come un chiodo mentre lui la chiavava.

" Stringilo dai! " Lo incitava Nabil. “Strizzali tutte e due! ... Mungila come una mucca che a lei

piace!” … E lui viscidamente eccitato, lo fece, facendo sussultare e chiudere gli occhi a Martina ogni volta che le mungeva il seno come a una giovane mucca.

"Dagli un bacio in bocca mentre la chiavo e gode! ...Dai!... Che le piace! Così fate pace ed è come se la chiavassi anche tu…" Continuava Nabil. Carlo ubbidì.... si avvicinò, mise la mano sotto la testa di Martina e la tirò in su per la nuca, chinandosi su lei, fino a baciarla e limonarla con la lingua in bocca, ricambiato da Martina che con gli occhi allucinati si dimenava di piacere sotto i colpi sessuali di Nabil e godente faceva anche Carlo partecipe di quel rapporto sessuale a tre.

Su quella spiaggia aveva avuto inizio un triangolo perverso, degradante, li aveva corrotti tutte e due, portandoli sulla strada della degenerazione e della perdizione.

Martina a quella specie di triangolo vizioso, nel sentirsi baciare da Carlo, il suo Carlo, sentirne la lingua in bocca e contemporaneamente il cazzo di Nabil in vagina che la possedeva, ebbe un altro orgasmo fortissimo, tremendo, il terzo:

“Ooooooooooohhhhhhhhhhhhhh!!!!!!!!!!!!!!!!!”

 Ansimava, sudava, il respiro affannoso e caldo si mescolava con i gemiti di piacere, irrigidendosi e inarcandosi, stringendo forte a sé Nabil, lasciando la bocca di Carlo e cercando quella di Nabil, preferendo la sua a quella del suo fidanzato e venire, godere, lasciandosi andare completamente nelle braccia di quel piccolo depravato marocchino con la sua lingua in bocca.

Era estasiata, provava un piacere meraviglioso, mai avuto, mai pensato, che non sapeva che

esistesse.

" Ci scommetto che c'è l'hai duro?" Chiese Nabil a Carlo. E senza aspettare risposta pronunciò: " Dai tiralo fuori!... Masturbati!... Dai godi anche tu con noi! ...Godiamo tutte e tre assieme… dai!!" Ripeteva infantilmente.

Carlo oramai anche lui partecipe e perversamente eccitato da quello che stava accadendo, ubbidì, lo tirò fuori pallido e piccolo e iniziò a masturbarsi guardando la sua fidanzata Martina chiavata da lui.

"Dimmi quando stai per venire le gridò Nabil!"  

"Ora!!" Disse lui con il respiro affannoso, menandoselo forte.

" Accarezzala!... Accarezzala sul seno…!!" Esclamò Nabil sorridendo perfidamente.

Mentre lui iniziò a dare dei colpi più intensi e profondi, facendola gridare di piacere, stringendole le braccia attorno e baciandole il viso.

A Martina stava succedendo qualcosa mai provato con Carlo, godeva intensamente ed incessantemente ed ebbe un altro orgasmo:

“Ooooooooooohhhhhhhhhhhh!!!!!!!…Ooooooooooohhhhhhhh!!!!!!!!!!”

Martina era una ragazza multi orgasmica e lei stessa non lo sapeva, lo stava scoprendo solo in quel momento con Nabil.

Anche lui stava per venire, all'improvviso lo sfilò fuori dalla sua figa bagnata e slargata dall’asta di Nabil, forse per sempre, lasciandola spaventosamente divaricata con un foro vulvare ampliato e si alzò in piedi, prendendola per i capelli biondi, e glieli tirò con forza portandola a tirare su il busto fino all'altezza del cazzo.

“Apri la bocca che ti voglio venire dentro…” Disse e lei scelleratamente l’aprì e glielo mise in bocca.

"Dai anche tu! “..., Incitò a Carlo:" Sborragli in faccia … mentre io lo faccio in bocca!"

Martina estasiata dal piacere e dalla ebbrezza dell'alcol, confusa e intimorita dal godimento provato si lasciava guidare da Nabil, non aveva mai fatto quelle cose, era la prima volta.

Pochi secondi e accadde. Lo sperma abbondante di Nabil si riversò rapido e violento dentro le sue labbra, nella sua bocca oltrepassando la sua dentatura regolare dai denti bianchi e perfetti riversandosi sulla lingua.

Sentendo lei arrivare per la prima volta, quel seme caldo e viscoso, denso e viscido dal sapore strano e pizzicante.

Cercò di indietreggiare con il capo, ma lui le tenne la testa ferma con la mano attorcigliata nei suoi lunghi capelli biondi, riversando abbondante tra i suoi denti e sopra la sua lingua, la sborra del suo piacere.

Mentre anche Carlo in piedi di fianco a Nabil facendo quanto gli aveva detto gli veniva con piccoli spruzzi a goccia sul viso. Su quel bel viso pulito, candido e simpatico, di ragazza per bene, borghese e di buona famiglia, ora oltraggiato dentro e fuori dallo sperma di Carlo e del marocchino.

Lei che non aveva mai avuto rapporti orali, nemmeno con il “Suo” Carlo e ne restò sconvolta.

Nabil dopo averle eiaculato in bocca e fatto deglutire il suo sperma, le lasciò i capelli e lei cadde indietro sdraiandosi d’istinto sulla sabbia, tossendo e sputando lo sperma di Nabil che le scendeva in gola.

Ma lui non contento, volle umiliare fino in fondo quella puttanella occidentale, si accucciò inginocchiandosi al suo fianco e tirandola ancora su per i capelli lo portò sul suo viso, sulle sue labbra e strattonandola per la sua splendida chioma color dell’oro esclamò autoritario:

" Puliscilo, leccamelo!!"

La stessa cosa che aveva fatto fare a Carlo qualche settimana prima.

Martina aveva gli occhi accesi e inebriati ed era ancora pervasa da quel piacere perverso e dalla paura fisica verso Nabil e ubbidì... glielo leccò assaporando forte quel sapore mandorlato in bocca, poi quando lo ebbe fatto, lui le rilasciò i capelli facendola ricadere sulla sabbia, rimettendosi il cazzo dentro i pantaloni e riordinandosi.

Martina sdraiata guardava il cielo scuro illuminato dalle stelle che la osservavano, era assente, incredula di quello che era accaduto, che aveva fatto e come era successo, non poteva credere che fosse accaduto a lei, di essere stata posseduta da quel marocchino e aver goduto come mai con lui. Si chiedeva perché Carlo non fosse intervenuto ai suoi richiami lasciandola alla sua mercè, anzi partecipando con lui al suo sopruso. E assurdamente passivamente ed euforicamente accettava quanto avvenuto con ebrezza e eccitazione postuma.

Si tirò su spossata, silenziosa e vergognandosi di sé stessa, cercava pudicamente di coprirsi, la vulva che si era dilatata al rapporto sessuale e stentava a chiudersi, mentre Nabil la guardava trionfante.

L'aveva chiavata!!...C'era riuscito, ora tutto sarebbe cambiato, con lei aveva dei progetti.

Martina si pulì il viso dallo sperma di Carlo con un fazzolettino di carta che aveva in borsetta.

Cercò tra i sassi poco lontano gli slip e le scarpe. Prima di rimetterli, li sbattè per scrollarli dalla sabbia, piegò il capo verso il basso e si guardò la figa, la sentiva diversa, calda, bruciante, chinò maggiormente la testa e la guardò, la vide dilatata come non era mai stata, d'istinto le passò la mano sopra era aperta, entravano liberamente le dita, a quella sensazione si rintristì.

Vedendola Nabil Esclamò:” Te l’ho allargata un po’!!... Avevi la fighetta stretta!... Sembravi quasi vergine. Vedrai che poi non ci farai più caso, ti abituerai ad averla così schiusa. Anzi mi ringrazierai perché chiaverai meglio.” E rise.

Martina continuò a riordinarsi e si rimise a posto il reggiseno coprendo le sue giovani mammelle, rosse e segnate dalle mungiture di Carlo e dai succhiotti brutali di Nabil e tirò giù il gonnellino nero svasato , lisciandolo con la mano, mettendosi subito in ordine i capelli, gli occhi erano rossi e umidi di vergogna, e lucidi di voglia di piangere.

Nabil guardando l'orologio l'informò che era tardi:

" È tardi !!... Mi aspetta una persona andiamo!"... Esclamò con voce autoritaria.

Probabilmente era Salvatore che l'aspettava per avere una relazione sull'accaduto.

Martina restava in silenzio e in disparte con gli occhi bassi, guardava Carlo e si chiedeva perché avesse consentito tutto questo? ... A umiliarla, offenderla e disonorarla così, farla oltraggiare da quell'essere, lei che era la sua fidanzata!

Si affrettarono tutte e tre in silenzio, Martina con la borsetta in mano davanti e loro dietro, uscirono dalla spiaggia, Carlo e Nabil sbatterono i piedi per togliere la sabbia e risalirono la scala di cemento armato. Sulla passeggiata Martina affaticata si sedette su una panchina, ripulì con la mano la pianta dei piedi e rimise le scarpe allacciando il decolté; fecero un pezzo di lungomare e arrivarono al posteggio. Salirono tutti e tre in macchina di Carlo e partirono.

Carlo alla guida con a fianco Nabil che tornava in città con loro e Martina seduta dietro, sola e in silenzio, con gli occhi lucidi, sconcertata.

Nabil nel ritorno parlava, sproloquiava frasi volgari, ora dava del tu anche a Martina, non la chiamava più signorina Martina.

" È stata una chiavata bellissima!” Esclamò rivolgendosi a Carlo ...” Hai visto come te l’ho fatta godere?!... Subito non voleva, ma poi è piaciuto anche a lei.” Girando la testa indietro verso Martina, dicendole vantandosi:

"Hai visto come ti ho fatto godere?... Con lui! … “Facendo segno a Carlo.” … non hai mai goduto

così. Hai visto quanti orgasmi hai avuto?... Sei una ragazza con l'orgasmo multiplo e ci scommetto che non lo sapevi. L'hai scoperto stasera.” Affermò ridendo solo aggiungendo nella sua risatina stupida:

“E ti ho sborrato anche in bocca... e l'hai leccato per pulirlo. Era il mio sogno chiavarti e ci sono

riuscito…” Affermò:” Lo rifaremo ancora vedrete!! Se volete tutti e tre e sarà bellissimo. "

Martina dietro in silenzio ascoltava, era vero quello che diceva Nabil, che l'aveva fatta godere più di Carlo e questo non lo sopportava, le faceva rabbia e paura, le procurava vergogna, umiliazione, la faceva sentire screditata … insultata, contaminata da lui.

Arrivati in città, Nabil fece accostare l'auto vicino a un marciapiede: “Lasciatemi qui!" Esclamò e scese.

Chiuse, la portiera salutando e dicendo:" Ci rivediamo!" E sparì tra la luce fioca dei vicoli sporchi del centro storico.

Martina scese e passò davanti e ripartirono verso casa in un silenzio tombale. Era seria con il viso tirato, stanco e gli occhi rossi e lucidi, guardava in avanti la strada, passato il momento dell'euforia e del piacere, sentiva ora il disgusto e l'umiliazione di quello che aveva subito, sentiva l'oltraggio provato.... Carlo guardandola ruppe il silenzio mormorando:” Martina…”

“Taci! Taci per favore! Stai zittooo!!”

Ma lui continuò: “Mi dispiace!"

Lei a quella parola si voltò e lo guardò in faccia, scoppiando in un pianto dirotto, rispondendo singhiozzando tra le lacrime:

" Ti dispiace? …. Ma come hai potuto? ...Tu! … L'uomo della mia vita. La persona che amo, darmi a quell'essere, concedermi a un altro… un musulmano!... A quel marocchino!”

Poi come parlando tra sé ad alta voce esclamò:

 “Che vergogna! ...Che vergogna! ...Sono stata posseduta sessualmente da lui! ... Ho avuto un rapporto sessuale con un marocchino. Se lo sapessero i miei genitori! ...I parenti, le amiche! … Diooo miooo!! Che vergogna!!"

“Da buona borghese era più preoccupata dell’immagine di sé che avrebbero potuto avere gli altri, che di quello accaduto.

Si sentiva oltraggiata di più per averlo fatto con un marocchino musulmano e aver goduto con lui che della sopraffazione in sé stessa.

“Ti chiedo scusa!... Perdonami Marty !!”  Mormorò Carlo con gli occhi lucidi.

Lei non rispondeva era silenziosa, frastornata e indignata piangeva, c'è l'aveva con tutti, con Nabil che l'aveva posseduta carnalmente ed eiaculato nella sua bocca, con Carlo che aveva lasciato che la possedesse davanti a lui senza reagire e intervenire, ma soprattutto con sé stessa, perché aveva goduto di quella situazione e di lui e le era piaciuto come non mai.

Realizzava che aveva goduto ad essere presa carnalmente da Nabil... Sentendo ancora in bocca il sapore del suo sperma!

All'improvviso si girò verso Carlo gridando:"Bastardoo!! ... Bastardooo!! ... Io vado alla polizia e vi denuncio a tutti e due! " Esclamò ...colpendolo con dei leggeri pugni sul torace e sul volto, scoppiando di nuovo in un pianto dirotto, facendo piangere anche a lui.

Aveva una crisi di nervi, tremava, Carlo si fermò sul bordo della strada, l'abbracciò piangendo e lei stremata si lasciò andare appoggiandosi al suo torace singhiozzando forte, come a cercare protezione. Mentre lui le accarezzava i capelli e la baciava in fronte.

Poi staccandosi di colpo dal suo petto esclamò:

" Ti odiooo!! ...Ti odiooo!! Mi hai lasciata possedere da un altro…e farlo in tre…… Mi hai fatto umiliare da lui.!"

Con uno scatto di rabbia maschilista Carlo tra le lacrime risentito esclamò:

"Umiliare?... Ma se godevi anche tu!... L’ho visto sai come godevi!!... Lo stringevi a te più di me… muovevi il culo sulla sabbia mentre ti chiavava e lo baciavi in bocca e con la lingua." Come per discolparsi dell'accaduto continuò:" Le hai anche detto che ti fa godere più di me! ... Che ti piace più di me!"

Lei restò in silenzio tirando su di naso nel singulto del dopo il pianto come i bambini.

"Non sapevo cosa dicevo!" Replicò con la voce tremante dal pianto. “Io amo te Carlo… ma ho paura!”

“Non devi avere paura amore!” Le disse stringendola.

Era bella e ingenua Martina in quel pianto rumoroso, liberatorio, comunicativo, faceva tenerezza, le lacrime correvano sul suo viso per cadere poi sulla gonna e Carlo gliele baciava sulle gote, abbracciandola e stringendola.

Poi prese il fazzoletto e le asciugò il pianto, le chiese di nuovo scusa e di perdonarlo, che lui non voleva, non immaginava, ma che aveva paura di Nabil che sapeva che a volte girava con il coltello in tasca.

“Vuoi andare davvero alla polizia?” Domandò abbracciandola. “Sarebbe la cosa giusta da fare, ma poi?... Tutti verrebbero a sapere, finiremmo sui giornali. Finirei in prigione anch'io!... Sarebbe uno scandalo, cosa penserebbero i nostri genitori? … E poi lui direbbe che ti piaceva!... Che ci stavi e godevi .... e lo saprebbero tutti!... È questo che vuoi?”

Lei smettendo di singultare rispose di no, che voleva che non lo sapesse nessuno e nemmeno che lui finisse in prigione, ma Nabil si, lo odiava e voleva anche fargliela pagare e le chiese anche cosa avesse voluto dire Nabil con quel:

" Lo faremo ancora, ci divertiremo tutte e tre."

"Niente!!... Non so! ..." Rispose Carlo mentendo:" Quel ragazzo è un pazzo!!...Straparla! ... Ma non ti toccherà mai più, nemmeno con un dito te lo prometto amore. Te lo giuro!” Disse Carlo, ritrovando quel coraggio che non aveva davanti a Nabil.

Poi prendendo la sua mano nella sua esclamò: Casa facciamo ora?! Se vuoi andare alla polizia e denunciarlo io vengo e mi prendo la mia responsabilità adi vigliacco, di aver avuto paura a difenderti…”

“Non so!” Rispose lei:” Vorrei ma ho paura…”

“Possiamo dimenticare tutto Martina! Proviamoci! Scordiamo questa brutta serata, questo incubo, con il nostro amore ci riusciremo.” Proseguendo stringendo sempre e accarezzando la sua mano sul dorso: ”Perdonami!...Io ti amo sempre. Nessuno saprà mai niente di quello che è accaduto, sarà un nostro segreto. È vero sono stato un vile! Un vigliacco! Un verme! Ma perdonami Martina, ti prego…” Disse mentendo, ma veramente pentito.” Ma avevo paura di lui, paura che mi picchiasse e non ho reagito. Perdonami ti prego Martina. Io ti amo ancora e tanto e non mi importa se ti ha chiavata anche lui. Per me nei tuoi confronti non è cambiato niente.”

Martina non rispose subito, era confusa, spaventata, sconvolta, poi borbottò:

" Non è facile!... Anch'io ti voglio bene e ti amo… ma...ma... tu hai lasciato che mi prendesse!” Disse con la voce stridula e tremante piangendo di nuovo.

“Lo so!... Ti chiedo perdono amore. Ti amo!... Proviamoci almeno a ricostruirci!" Aggiunse Carlo sincero.

" Il nostro amore sarà più forte di tutto questo, anche se sei stata di lui, non mi importa, io ti amo e ti amerò sempre e ti rispetterò."

Ci fu un silenzio che tagliava l'aria dentro l'abitacolo, poi Martina esitante bisbigliò:

" Proviamo!" ... L'amava ancora nonostante tutto e anche lui l'amava. Si amavano davvero e si

abbracciarono e baciarono piangendo dentro l’abitacolo dell’auto, ognuno assaporando le lacrime salate dell’altro.

Per darle prova del suo amore Carlo la baciò mettendogli la lingua in bocca, dove Nabil aveva

riversato il suo sperma. Lei prese quel gesto, come un atto di amorevolezza, d'innamoramento e desiderio nei suoi confronti, rispondendo allo stesso modo, non sapendo Martina, che anche lui, nella sua bocca, più volte aveva ricevuto lo sperma di Nabil.

La strinse forte a lui, con affetto e amore e rimasero abbracciati, dandole dei dolci baci e carezze sui capelli e sul viso.

Erano proprio due ragazzini innamorati, pieni di attrazione e attaccamento reciproco, con

prospettive future di costruirsi una vita felice, solida, con dei figli e piena d'amore, finiti

inconsapevolmente in un gioco più grande di loro che li avrebbe perversamente trasformati e

divorati.

Scesero dalla macchina e Carlo l'accompagnò sotto il portone.

Lo aprì, lei fece per entrare, ma Carlo tirandola a sé per un braccio esclamò:" Marty!!...Ti amo!"

E le diede un bacio sulle labbra.

Lei lo guardò, lui si avvicino di nuovo e la baciò a stampo con schiocco, ricambiato.

Martina mentre saliva le scale, si voltò ancora a guardarlo sorridendogli, nel fare gli scalini sentiva la figa indolenzita da quel rapporto sessuale grezzo e primitivo. Nei passi allargandosi la vulva, lasciava entrare e risucchiava aria fresca in vagina e lei la sentiva l'aria dentro, che le dava un senso di freschezza e pienezza vaginale, di gonfiore e fastidio e anche se cercava di non pensare, quell'indolenzimento, quel bruciore e quel prurito, la riportavano con la mente a Nabil.

Oramai era successo qualcosa di irreparabile che l'avrebbe cambiata per sempre.

Entrò in casa piano, cercando di non fare rumore per non farsi sentire dai suoi genitori, andò in bagno e dopo aver urinato abbondantemente, si fece il bidet con l'acqua fresca, costatando in quella posizione a gambe divaricate mentre si lavava seduta, l'apertura che aveva ora la sua figa.

Era ampiamente dilatata da quel rapporto sessuale subito e dalle dimensioni del cazzo di Nabil, le faceva senso, impressione, vedersela e toccarsela così larga.

Si alzò e l'asciugò a gambe allargate sentendo l'asciugamano di spugna correre sopra quella fessura dilatata, sfiorandola dentro.

Lavò bene il viso e i denti, fece degli sciacqui disinfettanti alla bocca come gli aveva prescritto

l'odontoiatra, oltre che per igiene, anche per togliere il gusto dello sperma di Nabil che ancora

avvertiva.

Rimise l'apparecchio ortodontico come tutte le sere e andò a letto, senza riuscire a dormire, era agitata, aveva il sonno interrotto, si svegliava spesso e di soprassalto, pensava a quello che era successo a Nabil all’inganno subito e al piacere provato e anche a quel poco che aveva capito in quei momenti confusi, sul fatto che l’avrebbe fatta convertire all’islam e diventare musulmana e ne era spaventata. E purtroppo non riusciva a dimenticare lui, nei brevi momenti di sonno lo sognava.

 

Si rivide con Carlo nei giorni seguenti....

Lo aveva perdonato, quello che le era capitato non lo sapeva nessuno, ma non voleva più

vedere assolutamente Nabil, nemmeno da lontano o sentire pronunciare il suo nome; ma non

sapeva ancora quello che le sarebbe aspettato, quello che doveva succederle a lei e alle sue future cognatine, Francesca e Serena…

Ancora non conosceva l'amara verità ... che Carlo aveva rapporti sessuali con Nabil ed era suo amante.

Era piena di buoni propositi Martina, ma che si sarebbero infranti contro una realtà perversa.

 

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