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STORIE E RACCONTI EROTICI

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IX° NON DESIDERARE LA DONNA D'ALTRI.

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LETTURA VIETATA AI MINORI DI 18 ANNI

IX° NON DESIDERARE LA DONNA D'ALTRI.

 

 

CAP. 10 CARLO e NABIL

 

 

Carlo era un bel ragazzo, terzogenito di Beatrice, biondo e con gli occhi chiari come lei e le

sorelle, non alto, cresciuto un po’ gracile, timido e riservato e non molto loquace, ma era carino.

Crescendo il suo corpo aveva assunto forme dolci e tondeggianti e non muscolose e mascoline

come gli altri ragazzi, era glabro, con pochissima peluria chiara sul viso, senza muscoli pettorali, ma con un accenno appena di seno, dovuto a una lieve ginecomastia puberale. seguita da una regressione spontanea in tempo breve.

Il sedere sviluppandosi gli era divenuto alto, tondo e pieno, con i glutei ben divisi dal solco

centrale, mentre la bocca si presentava con due labbra ben disegnate e carnose come quelle di sua madre Beatrice a cui assomigliava moltissimo.

I capelli li portava un po’ lunghi, sulle orecchie e il collo, sempre pettinati e in ordine.

Era “bello”, un bellissimo ragazzo, di una bellezza dolce e delicata, efebica, che piaceva molto a tutte le ragazze della città.

Era cresciuto in oratorio come le sue sorelle, tra gli incensi e le preghiere, dove aveva conosciuto Martina, la sua giovane fidanzatina.

Su stimolo dei genitori e delle sorelle aveva iniziato ad andare in palestra, per irrobustirsi un po’, farsi qualche muscolo, visto che a volte i coetanei lo prendevano in giro dicendo che aveva un corpo più femminile che maschile.

Beatrice e la famiglia non si preoccupavano del fisico esile e aggraziato di Carlo:

"Con il tempo si irrobustirà! “Ripeteva Beatrice. " È giovane, c'è tempo per formarsi e poi è molto bello e ben fatto così com'è!... Le ragazzine gli muoiono tutte dietro!” ... Esclamava a chi glielo faceva notare. In famiglia erano tutti fieri e orgogliosi della bellezza di Carlo, che oltre ad essere bello e bravo, aveva un carattere amabile, gentile e comprensivo, e non aveva cattivi pensieri in testa come i giovani della sua età, che passavano il tempo a correre dietro alle ragazzine… lui aveva Martina e una volta laureati si sarebbero sposati.

Era fidanzato con Martina, una splendida ragazza di 18 anni con i capelli lunghi e come lui, bionda con gli occhi chiari. Aveva un anno in meno, si conoscevano da ragazzini, dalle elementari e l'amicizia giovanile crescendo era poi diventata amore.

Le famiglie si conoscevano da molto e loro, era due anni che filavano apertamente davanti a tutti con il consenso dei genitori, anche la famiglia di Martina era benestante e della buona società borghese, ed erano felici della loro frequentazione.

Erano una bella coppia invidiata.

Carlo a 15 anni aveva avvertito i primi segni della sessualità, iniziando a toccarsi e poi a

masturbarsi.

Il suo pene era di modeste dimensioni, ma sperava che si sviluppasse ancora vista la sua giovane età, comunque non si dava pena, Martina era soddisfatta sessualmente di lui visto che presi dall'amore avevano già consumato l’anno prima e da innamorata, ne provava piacere e soddisfazione e questo le bastava.

In negozio aveva conosciuto Nabil, il ragazzo marocchino della sua età, che faceva il tuttofare a

sua madre, con il proposito segreto di Salvatore che diventassero amici.

Nabil era un ragazzo particolare, disadattato, in affidamento a Salvatore e Tanella (Clelia) e al loro servizio per i loro traffici, legali, illegali e anche…. per scopi sessuali.

Da buon marocchino, non disdegnava nel ruolo attivo, rapporti omosessuali con altri ragazzi del suo sesso, ne aveva dato già prova.

Era di Salvatore l'idea che lui e Carlo diventassero amici ...molto amici, amici intimi....

Era un tipo di ragazzo, non bello, si presentava male nell'aspetto e nel parlare, scurrile.

Aveva 19 anni come Carlo, erano coetanei ma molto diversi.

Viveva in un vecchio appartamentino di due stanze al primo piano nel centro storico, di proprietà di Salvatore, in una zona malfamata e sporca, accasamento di molti extracomunitari maghrebini, era una casa-magazzino concessagli da Salvatore per le sue malsane attività.

Li svolgeva anche i suoi traffici e le sue porcate.

Era già stato in riformatorio per reati contro il patrimonio, piccolo spaccio di droga, molestie

sessuali nei confronti di ragazze e tentata violenza carnale.

Ma Salvatore e Clelia facendosi garanti legali per lui, lo presero in affidamento, facendolo uscire di prigione e portandolo a vivere e lavorare per loro, in tutti i settori in cui intrallazzavano, sul filo della legalità.

Era esile come Carlo, ma molto diverso fisicamente, soprattutto di indole, lui era sveglio e scaltro anche se non lo mostrava, dovendo passare per il ragazzo stupido che diceva sempre di sì e rideva.

Era sboccato e dopo che prendeva confidenza con qualcuno, iniziava a parlare di figa e cazzi come se niente fosse. Lo stesso fece con Carlo quando prese amicizia.

Un giorno in una discussione, vantandosi con lui che non credeva che c'è l'avesse molto lungo, lo tirò fuori all'improvviso dai pantaloni mostrandoglielo, per fargli vedere quanto c'è l’avesse grande.

Carlo non voleva, ma lui fu veloce, non gli diede retta e lo estrasse, restò stupito e imbarazzato a vederlo, effettivamente era molto più lungo e più bello del suo, lo guardava incuriosito, con un pizzico di invidia, quasi incredulo che un ragazzo della sua età potesse essere così dotato e averlo così sviluppato.

Il cazzo di Nabil era esteticamente molto bello da vedere, lungo, dritto, duro e più scuro del colore olivastro della pelle, sembrava scolpito nel marmo Nero Marquiña, tanto era perfetto e armonioso nella sua potenza, era equilibrato tra lunghezza e circonferenza. L'asta eretta, curvava anteriormente leggermente verso l'alto, sormontata da un glande tondeggiante e sporgente a forma di fungo semitonico.

Era magnifico in erezione, slanciato nella sua bellezza, nella sua potenza ed eleganza maghrebina, liscio e circonciso, tutto scappellato, mentre quello di Carlo era molto più piccolo e curvato lateralmente un po' verso destra.

Quello di Nabil era un bel cazzo da guardare e desiderare per le donne e da invidiare per gli

uomini, ma soprattutto lo sapeva usare bene essendo un frequentatore di prostitute, trans e gay.

Pian piano con il tempo tra loro aumentarono l'amicizia, anche se era una amicizia complessa, forzata quella di Carlo dettata più dall'educazione e dalla tolleranza che gli avevano insegnato i genitori e la scuola, più che spontanea e con dei veri sentimenti di affetto e simpatia, e quella di Nabil una amicizia mirata a corromperlo.

Così un po’ per volta scherzando e giocando Nabil cominciò ad entrare sempre più in confidenza con Carlo, conoscendone la timidezza e la bontà. Quando l'amicizia diventò più cameratesca, iniziarono a giocherellare e a prendersi amichevolmente in giro.

Nabil era molto più malizioso di lui che in molte cose era ingenuo.

Incominciò a fargli piccoli dispetti, divertendosi a farlo arrossire ad ogni occasione scherzosa che si presentava, cercando di scandalizzarlo.

Gli raccontava volgarmente di come lui si facesse spompinare dalle ragazze e dalle donne più

grandi di lui, anche di 50 anni, donne belle e mature come sua mamma e come le chiavasse facendo loro di tutto, infilandogli il cazzo in tutti i buchi che avevano, figa, culo e bocca, facendole godere.

Raccontava di come sapesse baciare bene con la lingua alla francese...chiedendo curioso e sfacciato se lui sapesse baciare e se lo sapesse fare anche Martina.

E Carlo da stupidone ingenuo quale era per vantarsi e non essere da meno diceva:

"Si! ... Martina sa baciare bene!" Rispondeva divertito, stando al gioco.

Nabil gli chiedeva curioso e irriverente se l'avesse già chiavata, precisando che era bellissima e piaceva molto anche a lui.

" Certo! " Rispondeva Carlo educatamente alle sue provocazioni precisando:

" Ma noi non chiaviamo, come dici tu volgarmente, noi facciamo l'amore, che è una cosa ben diversa e che forse tu non conosci."

"Beato te!!” ...Esclamava Nabil sospirante mentre lui sorrideva divertito.

Impertinente proseguiva nei vari discorsi sociali o religiosi facendo anche allusioni dure e offensive:

" Vai sempre in chiesa? .... È vero che i preti fanno il culo ai ragazzi? ... L’ho sentito dire alla

televisione e da un ragazzo. “ ..Aggiungendo provocatoriamente per scandalizzarlo:" Io l’ho già fatto il culo! ... Alle donne e ragazze, ma anche a degli uomini e ragazzi. Tu l'hai mai fatto? "

Chiedeva quasi ridendo da solo.

A Carlo non piacevano certe domande personali e a certi discorsi e non gli rispondeva nemmeno, aveva già provato altre volte a dirgli di non dire quelle cose, di non parlare così, ma non lo capiva...o fingeva di non capire.

Con il tempo le sue insolenze aumentarono di grado e intensità, in proporzione all'amicizia che si era instaurata e cresceva, al punto di arrivare a chiedergli se, avesse mai spiato sua madre nuda o quando faceva sesso con suo padre, oppure se avesse visto le sue sorelle nude in casa, in camera o al bagno quando facevano la pipi, e se sì ...se si masturbava quando le vedeva.

"Hai troppa fantasia sessuale Nabil!" Gli rispondeva Carlo irritato e infastidito ... "Il sesso non è

tutto nella vita e poi da noi queste cose in famiglia non si fanno, non so da voi?... Ma non sono cose belle spiare intimamente la madre o le sorelle nei momenti intimi."

Con certe curiosità alcune volte passava il limite e più di una volta era stato ripreso da Carlo a cui non piacevano quelle allusioni o curiosità morbose verso sua madre, le sue sorelle e Martina.

Ma poi pensava che era un ragazzo solo, disadattato di un’altra civiltà, da commiserare, senza famiglia, cresciuto in ambienti di degrado morale, perso e traviato, formatosi nella cultura musulmana senza che nessuno gli insegnasse l'educazione e il vivere e i valori occidentali e che quindi era da compatire e sopportare nel suo modo di rapportarsi e discutere, perché infondo non era cattivo.

Era solo qualche settimana che lavorava da loro e se avesse detto qualcosa ai suoi genitori, lo

avrebbero licenziato subito e lui sarebbe finito in mezzo alla strada a delinquere e forse in

prigione...Carlo si preoccupa, non sapeva nessuno che c'era già stato.

Era esuberante di personalità, irriverente, ma in fondo innocuo. Secondo lui non era vero niente quello che diceva, raccontava solo un sacco di palle per darsi importanza e basta.

Nabil scherzava in quel modo spinto e volgare solo con lui, con le sorelle non si permetteva, le chiamava signorine e quando venivano in negozio le guardava da distante mangiandosele con gli occhi, lo stesso faceva con Martina, che mal lo sopportava, la osservava di nascosto quando veniva in negozio a trovare Carlo per stare un po' con lui o per uscire assieme.

Anche a Martina, come alle sue sorelle non piaceva quel giovane marocchino musulmano, lo trovava sudicio e volgare nell'aspetto e nello sguardo, ma come Carlo lo sopportava per la tolleranza verso i diversi che le avevano insegnato in chiesa e in famiglia, come se fosse un’opera buona, una elemosina. Tanto meno scherzava con Beatrice di cui, seppur spiandola era timoroso. La chiamava signora Beatrice.

Nelle settimane successive, nei vari discorsi e confidenze che faceva a Carlo, gli parlò per la prima volta dei rapporti omosessuali che lui li aveva avuti con i ragazzi della sua età e anche con adulti.

Gli diceva che a lui i ‘buchi’ piacevano tutti, femminili e maschili. E rideva. Chiedendogli se sapeva a quali buchi si riferisse….

A volte Carlo si lasciava trascinare incuriosito da quelle novità, nel suo turpiloquio.

"Non ci credo che vai anche con gli uomini!" Gli diceva convinto che mentisse.

"Vuoi provare?" Rispondeva Nabil ridendo.

"Sai almeno cosa significa farsi fare il culo?” ...Gli chiedeva cercando di scandalizzarlo.

"Non mi interessa…! Guarda... che io ho la ragazza, lo sai! Sono fidanzato!" Rispondeva Carlo, come se questo bastasse a dimostrare la sua tendenza e la sua virilità di maschio.

Lo provocava guardandogli sempre la bocca, imbarazzandolo, dicendogli che era da donna, come i suoi fianchi e il sedere, che erano meglio di quelli di Martina, facendolo arrabbiare molto e scherzando, e ridendo provocatoriamente gli diceva che il suo sedere gli piaceva molto….

“E' solo un povero scemo, maleducato.” Pensava Carlo.

Oramai lo sopportava, lo lasciava dire e Nabil lo sapeva e approfittando della sua benevolenza

aggiungeva sempre qualcosa in più alle sue provocazioni.

Carlo non aveva la forza né la voglia per ribellarsi e litigare con Nabil per le sue curiosità, allusioni e turpiloqui e neppure osava parlarne a casa per il timore che lo allontanassero o peggio, licenziassero:

” Non lo posso nemmeno dire a mamma che è così se no la licenza!” Considerava.

 Gli sarebbe dispiaciuto e si sarebbe sentito in colpa e lasciava correre tutto, in fin dei

conti si ripeteva:” È un povero marocchino disadattato!” … Convinto che i suoi genitori assumendolo, non avevano fatto altro che un’opera di bene per integrarlo nella società occidentale.

Quindi giustificava il suo modo di fare e di parlare, non lo condivideva ma lo accettava o meglio lo subiva rassegnato, tanto da diventarne quasi attratto e certe volte essere lui a offrirgli spunti per fargli aprire conversazioni sulle sue turpi volgarità.

Interiormente gli piaceva sentirlo parlare in quel modo, così diverso dal suo, senza la minima

educazione, impertinente e irrispettoso, osceno ma chiaro. Permettersi di fare commenti offensivi su sua madre e le sue sorelle e su Martina... “Un ragazzo normale non li avrebbe fatti!” Pensava.

Era arrivato al punto da tirare fuori il suo lungo pene duro dai pantaloni e lasciarlo sotto il

grembiule o la cappa da lavoro penzolante o oscillante per fargli vedere che era coraggioso, passando in quel modo vicino a sua madre o alle sue sorelle ignare ... tutto questo lo impressionava e lo biasimava, ma inconsciamente ne restava turbato.

Lo sgridava di non farlo, minacciando di dirlo ai genitori, ma poi non lo faceva mai.

Lo sopportava ….

Non uscirono mai insieme soli o in compagnia, la loro amicizia era confinata dentro le mura del negozio o del retro nel magazzino, in privato, non piaceva a nessuno della famiglia farsi vedere con lui, quel giovane musulmano.

A certi orari prestabiliti Nabil con il suo tappetino, nel retrobottega si metteva in ginocchio a dire le preghiere.

I primi giorni che lavorava con loro, un tardo pomeriggio Beatrice andando nel retrobottega magazzino a prendere degli oggetti da mettere in vetrina, si era imbattuta in lui genuflesso sopra al tappetino.

“Che fai Nabil?” Domandò stupita.

“Recito i Salat! signora Beatrice.”

“Cosa sono i Salat? “Chiese.

“Sono le preghiere signora Beatrice!”

“Proprio adesso le devi recitare? Non puoi farlo dopo a casa tua o in qualche moschea?”

“No signora Beatrice, ci sono gli orari per pregare e non si può spostarli, seguono il sole.”

“Seguono il sole? E non hai altro posto dove metterti a recitare le preghiere allora? Qui sei in mezzo al passaggio! Mettiti là, guarda!” Le disse facendo segno con il dito un angolo.

“Non posso signora Beatrice.” Rispose.

“E perché non puoi?”

“Devo rispettare la Qibla… devo essere rivolto verso la Mecca!”

“La cosa Q.…? O segnur…!” Esclamò nel suo dialetto tollerante:” Fai presto però! Sbrigati!”

“Si! ...Grazie signora Beatrice.” Ripeté

“Si…sì…sì… ma sbrigati!” Rispose lei seccata lasciandolo a pregare, sapendo che era musulmano. E si allontanò dicendo ad alta voce:

“Ci mancava solo il marocchino islamico…adesso siamo apposto!” E allontanandosi scosse la testa.

 

Più i giorni passavano, più Nabil si dimostrava gentile e servizievole con tutta la famiglia, ma con Carlo in modo particolare, a volte facendolo sentire in imbarazzo con la sua disponibilità.

Continuava sempre con disinvoltura a scherzare, facendogli dispetti, cercando di turbarlo con

battute o atteggiamenti provocatori e scandalosi e nonostante questo, fra loro, con le settimane il rapporto divenne sempre più stretto, più che altro di rassegnata tolleranza di Carlo verso di lui.

 

Era l'inizio di maggio, Carlo in palestra aveva avuto uno strappo muscolare ai lombi, aveva

praticato esercizi in malo modo, si era sforzato e ora gli faceva male il lombo destro, camminava con la gamba rigida per sentire meno dolore.

 Prendeva degli analgesici e antiinfiammatori che gli aveva dato sua madre, ma con scarso beneficio.

Nabil le disse che lui faceva i massaggi e rimetteva a posto gli strappi muscolari e i nervi fuori

sede, glielo aveva insegnato una sua zia in Marocco e lo aveva praticato già con successo qui in

Italia a molte persone.

Quel pomeriggio il negozio era chiuso per turno di riposo settimanale e i suoi genitori erano via, erano soli. Nabil all'interno metteva a posto e faceva pulizie. Carlo passò a ritirare dei libri e vedendolo ancora zoppicare, lo invitò a sdraiarsi sul divano, che lo avrebbe massaggiato e gli avrebbe sciolto il grumo muscolare della contrattura.

Carlo non voleva, ma lui insistette e visto che non c'era nessuno andarono nel retro negozio, dove oltre al magazzino c'era un bagnetto con doccia, un angolo cottura con un tavolo, quattro sedie e un vecchio divano, dove riposavano i genitori negli intervalli; quando anni prima nei periodi estivi pranzavano nel retro per via dei turisti e del molto lavoro che c’era, e facevano orario continuato in negozio.

Aveva soggezione, ma acconsentì e si sedettero.

Iniziarono a parlare di cose futili, Carlo era un ragazzo socievole, ma timido, più che parlare

ascoltava le sue sortite, le sue spacconerie, mentre lui provocatorio e sveglio lo pungolava.

Parlarono un po’ di loro, Nabil di lui e della sua famiglia e Carlo di se e della sua.

Poi Nabil iniziò a fare domande personali e chiese a Carlo:

"Ma, Martina è proprio la tua fidanzata?" Gli chiese.

"Si!" Rispose Carlo. "Ci sposeremo finita l'università. “E tu c'è l'hai?" Chiese.

"No! … Io no! ...Comunque mi piacciono anche le ragazze occidentali." Rispose ambiguamente.

"Come anche? " Chiese Carlo sorpreso.

Ma lui non rispose e si mise a ridere cambiando sapientemente discorso.

" Ti ho visto parecchie volte con lei!... Con Martina. E' una bella ragazza, bionda, carina, con un

bel fisico ed è sempre in ordine e profumata, la vedo che certe volte ti accompagna o viene in

negozio a trovarti.

"Si" Replicò Carlo ..."Quanti anni ha?" Chiese Nabil.

" Diciotto! “Rispose lui.

Ci fu una pausa di silenzio, all'improvviso Nabil, senza il minimo rispetto, brutalmente esclamò:

" Me la fai chiavare?"

Carlo colto di sorpresa da quella richiesta, ebbe un soprassalto restando sbalordito e sconcertato da tanta impudenza.

" Ma! … Ma! ... Come?... Ma cosa dici Nabil? ...Cosa ti salta in mente? ...Come ti permetti di dire certe cose? ... Martina è' la mia fidanzata e tra qualche anno ci sposeremo."

" Bè!" Replicò Nabil quasi innocentemente, non ho mica detto che la voglio sposare, ho solo

chiesto se me la fai chiavare …. e se mi aiuti a farlo!"

"Ma tu sei pazzo!!!” ...Rispose incredulo Carlo, aggiungendo: “Dici sul serio o scherzi?... Se scherzi, non mi piace scherzare in questo modo!" Esclamò arrabbiato.

“No.…non scherzo.” Ribadì Nabil.” Cosa c'è di male? ...Molti lo fanno.”

" Molti lo fanno? Ma chi??...I depravati! ...I perversi! I viziosi! ...Non la gente normale.

“No… da noi è l’uomo che decide per la donna e lei ubbidisce!”

“Si ma qui non siamo in Islam…in Marocco! Le donne non sono degli uomini!” Esclamò seccato.” sono di loro stesse e basta!”

Poi infastidito mormorò:

“Ma come ti può venire in testa l'idea che io ti dia il mio consenso e ti aiuti ad avere un rapporto sessuale con la mia fidanzata, la mia futura moglie? Figuriamoci!!... Sei pazzo!! "

" Perché? ...Sono sicuro che piacerebbe anche a te se la chiavassi e tu guardassi mentre lo faccio. "

Ribatté Nabil imbarazzandolo e irritandolo maggiormente.

"A me piacerebbe? …Ma non dire stupidaggini!  ... Non siamo degenerati noi da fare queste cose e non siamo nemmeno al tuo paese qui, dove le donne sonno oggetti schiave, che l'uomo è padrone e ne dispone come vuole, facendole accoppiare con chi dice lui.

Qui ogni donna ha la sua libertà e indipendenza. Le donne sono autonome ed emancipate. " Rispose indignato e risentito dalla richiesta … turpe e immorale di Nabil.

" E poi non mi va di parlare di queste cose!... In modo indecoroso di Martina! ...Sei! Sei

riprovevole! " Aggiunse Carlo, alzandosi collerico, quasi balbettando dalla rabbia.

"Va bè! ...Va bè!!" Esclamò Nabil dispiaciuto. "Non ti arrabbiare!... Io dicevo così per dire, perché da noi è diverso, lei mi piace, non volevo certo offenderti e farti arrabbiare. Calmati!... Adesso sdraiati che ti spalmo l'olio e ti massaggio."

Carlo disturbato da quella conversazione aveva voglia di andarsene, ma Nabil lo pregò:

" Dai!!...Scusami!... Non volevo offendere! ...Credimi! È come hai detto tu da noi le donne sono sottomesse agli uomini…"

Carlo lo guardò:

"E' proprio scemo a fare certi discorsi.” Pensò.” Probabilmente non si rende conto di quello

che dice."… Lo giustificò, imputando la sua irriverenza e maleducazione alla sua ignoranza e cultura. Ma Nabil si rendeva conto benissimo delle parole che diceva, erano scelte e provocatorie appositamente.

Su sollecito di Nabil, si mise in slip quasi controvoglia e si sdraiò a pancia in giù sul divano,

cercando di non pensare a cosa aveva detto, ma solo a rilassarsi.

Nabil, sapientemente come un bravo massaggiatore si bagnò le mani di olio di Argan, ne getto un po’ sulla sua schiena e iniziò a massaggiarlo come gli aveva insegnato sua zia.

Partì dalle spalle e scese giù. Le sue mani, le sue dita e i suoi polpastrelli scuri, sapevano muoversi con abilità, sui muscoli e sulla pelle chiara, era piacevole per Carlo sentire le sue mani sul suo corpo assieme al calore che sprigionava l’olio di Argan, e Nabil lo sapeva.

Continuò allargandosi di più, mettendo in pratica tutte le metodiche che conosceva in modo

disordinato ma efficace, gli impastò i muscoli, glieli frizionò e poi a mani larghe, con il palmo

iniziò a farle correre sulla pelle in modo verticale, orizzontale e circolare, arrivando sui fianchi e l’olio penetrava e scaldava dando benessere.

Improvvisamente prese lo slip e lo tirò giù a metà coscia, scoprendolo.

Carlo rilassato dal massaggio, girando la testa gli chiese:" Ma che fai??"

"Niente!! Così riesco meglio ... ti massaggio bene i lombi dove ti fa male e poi così non ti macchio di olio lo slip."

Quel massaggio era vero benessere e Carlo rilassato lasciava fare, gli piaceva.

Lentamente con malizia Nabil portò le mani sui glutei e sul retro delle cosce, massaggiandoli

velocemente da provocargli calore, e quindi soddisfazione e piacere.

Lo stava massaggiando dappertutto.

Carlo non si muoveva, passivo sentiva quel caldo piacevole che mandava l'olio di arnica frizionato sulla sua pelle dalle mani di Nabil, era tanto il benessere che provava, che il rilassamento e il piacere gli portava sonnolenza, sembrava che si assopisse.

"Ti piace?" Gli chiese Nabil.

Carlo non rispose, fece solo un cenno di sì con la testa.

" Anche a me piace massaggiarti! Hai una bella pelle scorrevole…" Aggiunse lui, mentre divaricandogli le cosce, passava la sua mano piena di Olio, nel solco dei glutei premendo.

Carlo non voleva che lo massaggiasse lì, avrebbe voluto fermarlo, farlo smettere, ma non riusciva a staccarsi da quella piacevolezza, ed esclamò borbottando:

"Che fai? ..."

"Niente! "... Le Rispose." Ti massaggio! ...Rilassati e pensa solo a provare benessere e piacere. Lasciami fare!"

Carlo deliziato e inerte, rimise giù la testa e si lasciò massaggiare i glutei e le cosce e poi i fianchi e la schiena.

" Ora girati! …Che faccio davanti!" Esclamò Nabil.

"Davanti? “Chiese stupito.

"Si!... Davanti!... Dai girati, non avrai mica vergogna?"

Carlo titubante si girò, coprendosi con la mano il sesso, gli era venuto duro e se ne vergognava.

"Togli la mano!" Disse Nabil ... spostandogliela lui.

"Ehii !!... Ti è venuto duro, segno che ti piace farti accarezzare e massaggiare da me!" Esclamò

ridente.

Carlo cercò di giustificarsi:

"Scusa, ma non so come mai! ...Come mi sia successo." ... Era rosso in viso. si vergognava di avere avuto l'erezione alle carezze di un ragazzo.

"Scusami! " Ripeté.

"Ma no! ... Anche a me lo hai fatto diventare duro massaggiandoti." Esclamò Nabil irriverente e malizioso, tirandolo fuori all'improvviso dai pantaloni e mostrandoglielo.

"Guarda!! E’ duro anche il mio!" Esclamò ridendo.

Carlo lo guardò strabiliato e turbato, era bello, duro, dritto, con la cappella gonfia, molto più

grosso del suo, in lunghezza e circonferenza e poi era scuro…olivastro.

Sembrava quasi finto, tanto era bello, proporzionato e potente.

Senza dire nulla Nabil prese in mano il suo toccandoglielo e dicendogli: “Però è piccolo il tuo! ...E anche un po’ storto."

Carlo diventò rosso in viso, era imbarazzato, turbato, incapace di reagire restava in silenzio... era vero quello che diceva.

"Guarda il mio com'è bello ... “Disse mostrandoglielo:” …. è lungo, gira un po’ in su con la cappella, toccalo anche tu.... dai!!"

Carlo rispose di no, non gli andava, era turbato e a disagio, non voleva, retrasse la mano dietro, ma lui gliela prese e la tirò facendogliela appoggiare sopra.

"Sentilo! ...Toccalo!... Lo sentì com'è duro e caldo?” Dichiarò sorridendo maliziosamente. Era vero, lo sentì rigido come il ferro e caldo, pulsare sotto le dita.

Intanto Nabil con in mano il sesso di Carlo, iniziò a muoverlo e a Carlo stranamente piaceva sentire il suo pene avvolto da quelle grandi dita olivastre forti e scure piene di olio, lo eccitavano di più di quelle piccole, morbide e delicate di Martina.

“Dai fallo anche tu con me!” Lo sollecitò Nabil mentre iniziava a muovere la sua mano su e giù.

Carlo con la mano appoggiata sopra il cazzo di Nabil, quasi inconsciamente, eccitato la chiuse e lo avvolse tra le sue dita in tutta la sua grandezza, iniziando a muoverlo su e giù ...sentendo quel bastone di carne scura, duro come il ferro e caldo come il fuoco.

Si stavano masturbando ... c'era riuscito! ...Quella piccola serpe infida e olivastra di Nabil, figlioccio e complice di Salvatore e Clelia era riuscito a corromperlo.

Anche lui, come Salvatore con i suoi genitori, lo aveva fatto entrare in gabbia, ora doveva solo

aspettare il momento buono e chiuderla. Rendendolo remissivo, succube.

 

Il divano era all'altezza del cazzo di Nabil che si era inginocchiato sul pavimento e mentre lui con una mano lo masturbava, con l'altra l'accarezzava con l’olio sull’addome, sul torace, sui testicoli, dandogli enorme piacere e godimento.

Carlo pur non volendo arrendevole lasciava fare, sentiva un piacere forte, denso, diverso, che Martina non gli aveva mai dato, né accarezzandolo, né masturbandolo, lei non era capace, mentre Nabil era bravo, lo scappellava tutto e poi lo ricopriva.

All'improvviso Nabil piegò il capo su di lui prendendoglielo in bocca e iniziando a succhiarglielo, facendoselo entrare e uscire dalle labbra.

Carlo ebbe un sussulto, non se l'aspettava, era scioccato da quello che stava accadendo, sconvolto da quello che gli stava facendo, non avrebbe voluto, non voleva …eppure c'è l'aveva dentro la bocca di Nabil e gli piaceva sentire la sua bocca calda succhiarlo forte, ne godeva e la sua lingua muoversi sulla cappella.

Lo succhiò più volte, come a fargli un pompino, era bello, gli piaceva quella trasgressione

sessuale, omosessuale....

"Dai!!... Adesso succhiamelo un po’ tu!" …Pretese Nabil, togliendo il suo cazzo dalla mano di

Carlo e alzandosi un poco portandolo duro e dritto con tutta la sua eccitazione e potenza verso la sua bocca, vicino alle labbra.

Carlo era teso, rosso in viso e accaldato, era sconvolto ... eccitato, non voleva ma gli piaceva,

Nabil senza dire niente, gli prese la testa dietro la nuca e la accompagnò spingendola sul suo

cazzo, come se fosse una donna.

" Dai leccalo! Succhialo un po' te ora!" Lo esortò.

Carlo oramai in preda all'eccitazione e al piacere, esaltato da quella situazione e scoperta di piacere nuova e diversa di quella che viveva con Martina e dietro al suo incitamento, chiuse gli occhi e lo ricevette tra le labbra.

Sentì entrarle in bocca il cazzo di quel suo coetaneo maghrebino e musulmano, servetto di sua madre e per prima volta avvertì sensazioni nuove e straordinarie, sentì in bocca quel glande morbido e caldo, palpitante, dal sapore pizzicante e dall'odore pungente, misto

di selvatico e d'urina entrargli forte nelle narici.

"Bravo! ... Così! " Esclamò Nabil, ora succhialo come se fosse il capezzolo di tua mamma o quello di Martina." ... E rise.

Era inesperto Carlo, ma in preda a quel morboso eccitamento, oltre che a prenderlo in bocca e

Succhiarlo. lo leccò, mentre Nabil sapientemente con la sua mano lo continuava a masturbare

facendolo godere.

Quando Nabil sentì che si irrigidiva, che stava per venire, continuò a masturbare Carlo velocemente, mentre si faceva spompinare da lui, finché senza avvisarlo gli venne improvvisamente in bocca senza che lui se l'aspettasse; facendo contemporaneamente venire anche lui e sborrare sotto i colpi veloci ed esperti della sua mano....

Fu un momento sconvolgente, impressionante per Carlo sentire contemporaneamente lo sperma caldo di Nabil arrivargli a fiotti in bocca, denso e consistente, cremoso, con il suo gusto pungente e mandorlato e venire sotto i movimenti sapienti della sua mano, sborrare anche lui godente. Due piaceri diversi e due sensazioni nuove, forti e stravolgenti, che lo avrebbero segnato per tutta la vita.

Carlo sbavando lo sperma cercò di sputarlo pulendosi con la mano le labbra e il mento.

"Com'è la mia sborra? …Ti è piaciuta? " Gli chiese Nabil sorridendo mostrando i denti irregolari e l’incisivo superiore spezzato.

Mentre Carlo tiratosi su con il tronco, ansante e sudato non rispondeva continuando a sputare il suo sperma.

Non se l'aspettava... era confuso, scioccato, sudato ed eccitato da quello che era successo, che

aveva fatto …, oltre che a prenderglielo in bocca, quel marocchino gli aveva sborrato dentro, sulla lingua. Ma Nabil perversamente portò la sua mano sporca dello sperma di Carlo sulla bocca e iniziò a leccarla, dicendo:

" Il tuo è buono!!"

Carlo era allibito, esterrefatto, confuso da quello che vedeva. Non avrebbe mai pensato che Nabil fosse così depravato.

Avvicinandosi di nuovo alla sua bocca con il cazzo sporco dei residui di sperma, Nabil gli intimò:

" Dai!!... Lecca la sborra e dimmi se la mia è buona e ti piace!"

Carlo era fermo, incerto, sconvolto e inebriato, come in trance e lo guardava assente. Nabil prese l'iniziativa, dalla nuca gli spinse nuovamente la testa a sé e come un automa l'accompagno sul suo cazzo, facendoselo leccare ancora sulla cappella sporca di sperma e lui urtandola con le labbra lo fece. 

"Allora?... Com’è? ...Ti piace? " … Carlo sbigottito dal suo comportamento e dalla sua autorità non sapeva cosa rispondere, fece un cenno di sì con la testa.

"Bene! ...Hai visto?" Esclamò Nabil:" Anche tu hai avuto il tuo primo rapporto omosessuale e ti e piaciuto. Sono contento!" Affermò staccandosi da lui.

Carlo passò prima le dita e poi il fazzoletto sulle labbra per togliersi schifato lo sperma che gli era sbavato fuori e restato intorno alle labbra ....

Stava realizzando quello che era successo e pensava:

"Ma che ho fatto?... Sono impazzito? Ho fatto un pompino a Nabil?"

Non poteva crederci. Era impossibile, eppure vero, era intimorito da sé stesso ... Aveva fatto un pompino al suo nuovo amico, quel coetaneo marocchino.

Era stravolto, sorpreso, pentito, si vergognava di sé, si sentiva sporco e diverso da com’era prima.

Pensava a Martina la sua ragazza che era tanto dolce e bella e si chiedeva come avesse potuto accettare quella libidine sessuale.... con lui.

Nabil lo vide pensoso e per rincuorarlo lo informò:

" Stai tranquillo!... Non lo saprà nessuno! ...Tanto meno la tua Martina."

Interrompendosi improvvisamente e chiedendogli quasi infantilmente e irriverentemente:

" Ma lei te li fa i pompini??"

Carlo restò in silenzio non rispose e su sua insistenza a chiederlo fece segno di no con la testa:

“Non fa queste cose…” Disse.

 Martina non faceva i pompini, era una ragazza seria per bene, e lui proseguì:

" Non te li fa? … Non sarà capace!... Va bè vedrai che imparerà... glielo insegneremo!" E rise

Continuando:

"Non ti preoccupare!... So che ti è piaciuto e che lo rifaremo, ma questo non vuol dire che sei

omosessuale a meno che non ti piaccia tanto e di più che andare con una ragazza.

Io vado anche con le ragazze... “Disse:” … anzi mi piacciono di più! ...Si può scegliere, essere bisex, se poi a uno piace tanto, allora diventa gay."

Poi le disse:" Sei pieno di olio, fatti la doccia! ...Aspetta che ti aiuto io, entra....

Carlo come soggiogato da lui ubbidiva silenzioso, passivo e arrendevole, incapace di reagire Nabil lo fece entrare nel box doccia del retro negozio e lo insaponò tutto compreso i testicoli e il pene. Lo stava lavando come un bambino, come faceva sua madre quando era piccolo e lui lasciava fare inerte, gli piaceva.

" Lo so che ti piace!" Gli esclamò Nabil." Se vuoi domani lo rifacciamo!"

Quella frase ruppe il suo piacevole incantamento, e come risvegliatosi da un sogno o incubo,

comprendendo appieno quello che era accaduto, esclamò agitato e pentito:

"No! No! ...Non lo rifaremo mai più… mai più!"

Uscì dalla doccia frastornato e sconcertato di aver scoperto che al suo corpo piaceva essere

accarezzato da Nabil, che provava piacere con lui e ne aveva goduto.

Come sua madre con Salvatore, anche la sua mente rifiutava quel rapporto orale con Nabil, ma il suo corpo aveva reagito differentemente, con piacere ai massaggi di Nabil, la sua mente non gli ubbidiva.

Si asciugò come svegliatosi da un torpore.

"Ehh !!!...Vedrai che lo rifacciamo."... Affermò provocatoriamente Nabil.

"No! No! ...Mai più!!" Rispose sconvolto.

Si vestirono senza parlare e uscendo dal negozio si allontanarono dividendosi. Carlo andò verso casa e Nabil verso l’ufficio di Salvatore a informarlo di tutto.

Quella situazione, aveva inciso profondamente la psiche di Carlo che voleva solo dimenticare, non ricordare.

Però era vero quello che aveva detto Nabil, che gli era piaciuto....

Rifletteva:” Perché mi piace farmi accarezzare e toccare da lui? ...Perché mi è piaciuto

prenderglielo in bocca e pur non volendo e con disgusto sentire la sua sborra calda sulla lingua? ...Io non voglio! ...Non voglio fare queste cose!... Sono un ragazzo normale, sono fidanzato, ho Martina, l'amo e la desidero, mi sposerò e avrò dei figli da lei.” Ripeteva mentalmente.

E urlandosi dentro... come a gridare a sé stesso, si ribadiva:

“Ho una bella ragazza che mi amaaaaa!!!!...L’amo anch’ioooo!!... Non sono gay! ...Sono

normale!!...Normalissimo!! Mi piacciono le donne! Le ragazze! Al diavolo Nabil... maledetto!!!... Non lo voglio più rivedere! ...Non lo rivedrò mai più!”

 

“Ma ci riuscirà?”

 

 

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