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STORIE E RACCONTI EROTICI
VIETATI AI MINORI DI 18 ANNI
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METAMORFOSI DI UNA MOGLIE VIRTUOSA
VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI
CAP. 15 LA TOILETTE
Venerdì 22 luglio... otto giorni alla fine della vacanza.
Ero andato a dormire nervoso per via dello scherzetto che mi avevano fatto, avevo dormito poco e male, ogni tanto mi svegliavo di soprassalto e pensavo a Stefy, mi chiedevo dove potesse essere, con chi e cosa facesse in quel momento o peggio cosa le stessero facendo quei depravati.
Nelle pause in cui non riuscivo a prendere sonno riflettevo:
“Siamo caduti in un baratro e tutto questo per colpa mia! Per la mia stupidità e voglia di trasgressione, di giocare e ho trascinato dentro anche Stefy, mia moglie. Lei così pulita e dolce, contribuendo inconsapevolmente a farle scoprire nel suo inconscio, una parte di lei che non conosceva. Non lo avessi mai fatto!... “
Mi ero pentito più volte della scelta fatta, anche se a volte mi piaceva il gioco, mi ero rimproverato del mio accettare passivo la sua trasformazione.
“Ma oramai che posso fare?” Mi chiedevo, e mi rispondevo:” Niente!... Nulla!... Lei è diventata succube di Antoine, di quel bastardo e Corinne. Ne è diventata la schiava, la puttana, è diventata ES. Ormai mi resta solo che aspettare che tutto questo finisca, passi. Oramai manca solo una settimana alla fine della vacanza, farei meglio a dire dell’incubo che viviamo, e torneremo a casa nostra, a Brescia.” E pensavo:
“Forse!... Una volta a casa potremmo tentare di ritornare alla normalità, se non come prima... quasi. Forse con l’aiuto di un buon psicologo che seguirà Stefy, riusciremo a far cancellare dalla sua mente tutte questi atti perversi su di lei. Forse!!...” Mi dicevo.
Quanti forse!!... Ma intanto ora eravamo qui! Divisi, lei da una parte e io da un’altra, ma depravatamente vicini nello scoprire, accettare e vivere sensazioni perverse.
Quella notte ero nervoso, agitato. Dormii male e mi alzai angosciato, avevo riposato a tratti, poco e un sonno tormentato.
Vidi sul comodino, nel cellulare il led lampeggiare, segnalava una chiamata, guardai, c’era un sms. Era Stefy, o meglio chi per lei usava il suo cellulare, diceva che ci saremmo incontrati nel tardo pomeriggio a casa di Corinne.
Provai subito a richiamare, ma nulla, dava sempre utente non raggiungibile.
Inviai anche un sms di risposta chiedendo dov’era, ma non risposero.
Guardai l’ora, era stato inviato alle 06.10... all’alba!! Lo avevano mandato probabilmente quando avevano finito la nottata e rientravano a casa.
Avrei voluto andare da loro e sfondare la porta a forza di pugni, ma non ne ero capace e avevo paura di una loro reazione.
Così mi sdraiai furioso, non riuscii più a dormire pensando a loro, a lei, solo a tratti mi prendeva qualche minuto di sonno dovuto alla stanchezza, ma era già mattino e la luce filtrava dalla tapparella.
Mi alzai presto, verso le otto, feci tutte le mie cose con calma, doccia, toilette e uscii, mi diressi sulla promenade a passeggiare e a riflettere.
Pensai tante di quelle cose, che non so come avrei fatto a metterle in atto.
Avrei potuto fuggire con Stefy e ritornare in Italia. Ma lei?... Avrebbe accettato? Era così cambiata e succube di loro, che pensavo:
” Forse potrebbe non darmi ascolto. Oppure se lei non vuole, potrei prenderla, rapirla e portarla con forza in albergo e una volta soli convincerla a rientrare in Italia, a seguirmi! Oppure ancora, potrei inventare qualcosa, dirle che è mancato qualche suo parente stretto, come ho detto il giorno prima a quella signora con la ragazza e dover rientrare urgentemente entrambi a casa.” Ma ragionavo:
“Ma se lei telefona a Brescia davanti a loro e si viene a sapere che non è vero?...
O se loro capiscono che è tutta una finta?... Come reagiranno?... Per punizione mi estrometteranno dal seguire Stefy la settimana restante?”
In fin dei conti pensai:
“Il contratto da schiava che ha firmato, stabilisce che solo lei può decidere per sé stessa o anche reciderlo, annullarlo, ma solo lei. Ma oramai come può farlo?... Se è stata annullata mentalmente e fisicamente, è succube di loro e ne prova piacere in tutto quello che le fanno fare?”
Pensieri, idee strampalate, che come mi erano venute se ne andarono, non ero il tipo da fare queste cose, mi conoscevo ero timoroso e incapace. Se fossi stato un coraggioso, avrei bloccato tutto subito, quando mi dissero di metterle il collare nella sala da the. Invece!...
Camminai, girai per il paese, curiosai per le vie e nei negozi, mi fermai a pranzare con un piccolo spuntino in un bistrot e nel primo pomeriggio andai al mare, nella nostra spiaggia e mi misi sul prendisole a leggere.
I vicini mi guardavano furtivi, probabilmente qualcuna si chiedeva dov’era Stefy, la mia bella moglie bionda.
Qualche altra l’aveva già vista lì, con i capelli corvini, truccata e le labbra gonfie qualche giorno prima con noi, seminuda e trasformata. Forse si domandavano incuriosite, perché non era con me e come mai era cambiata così tanto? Ma nessuna osava chiedermelo.
Tra grida di bambini e rumori vari, passai il pomeriggio.
Uscito dalla spiaggia, mi diressi subito verso casa di Corinne.
Entrai nell’atrio e salii. Mi avrebbero sentito. Questo non l’accettavo, portarmi via la moglie per una notte e un giorno intero.
Arrivato sul pianerottolo suonai, mi aprì Corinne ed entrai, Stefy era seduta sul divano con le mammelle sottovuoto in aspirazione.
Antoine e gli altri non c’erano, erano usciti per “affari”. Dissi deciso che dovevamo parlare, ma Corinne si scusò dovendo andare in bagno di corsa.
Restammo soli io e Stefy dopo tanto... e ne approfittai, mi avvicinai e mi sedetti vicino a lei e le chiesi:” Dove sei stata durante la notte?”
Mi rispose:” All’ultimo momento, mentre Daniele stava venendo da te a prenderti, hanno deciso di accompagnare Alain e Claudette a casa loro e così siamo partiti tutti in auto verso Antibes. Una volta arrivati, ci siamo fermati in un ristorante a cenare e poi siamo andati in un appartamento di loro amici, che festeggiavano un compleanno.”
Era il primo momento che eravamo soli senza quelle persone attorno, d’istinto la presi per le braccia e la baciai con passione in bocca, ricambiato, avvertendo subito le sue labbra gonfie, rifatte, sconosciute e diverse sulle mie e premendo nell’abbraccio sentii quelle coppe di plastica trasparente con le mammelle dentro sul mio torace.
D’impeto esclamai: “Fuggiamo Stefy!”
“Come fuggiamo?” Rispose.
“Scappiamo!! Torniamo in Italia io e te... senza dire niente a nessuno.”
Mi sorrise dicendo:
“Siamo cambiati Luca!... Non siamo più come prima!... Quelli di prima! Ci ho pensato su a lungo, in questi giorni, cosa credi che non abbia pensato a una fuga? Ma oramai dobbiamo accettarci come siamo, non è più possibile fuggire ora, dovevamo farlo subito, quando te lo chiesi io piangendo, all’inizio di questo gioco e non lasciare che ci avvolgesse.” Fece una pausa spingendo volgarmente le sue labbra voluminose in fuori e guardandomi continuò:
“E poi!... Chi ci dice che se anche lo facessimo, una volta a casa ci lascerebbero in pace?...
Ci seguirebbero!!... Non ammetterebbero un affronto simile. Mi punirebbero!... Ci sputtanerebbero, dimentichi le fotografie?... Il contratto da soumise e tutte quelle foto che mi hanno fatto dopo?... No!!... No Luca…Forse non lo farebbero, ma potrebbero vendicarsi sputtanandoci, mettendo tutto su internet, sul sito porno di Daniele, sarebbe la fine della nostra rispettabilità, della nostra vita sociale, dovremmo cambiare città…
No... Meglio di no!!... Ancora una settimana e sarò tua!!... Solo tua!!... E sceglierai tu se riavere la tua Stefy!!... O la tua ES! Io ti voglio sempre bene!!” Esclamò.
“Anch’io!” Risposi: “Che tu sia Stefy o ES per me nulla è cambiato. Ti amo e amerò sempre!!”
Rispose sorridendo con un “Grazie amore!!” E un bacio sulle labbra.
Capii che nonostante tutto, nonostante questa prova perversa, eravamo ancora uniti e ci amavamo, ne ero felice. E pensai:
“No! ...Non è questo il momento di fuggire. Ha ragione, oramai sarebbe azzardato tentare di fuggire, le conseguenze sarebbero imprevedibili e poi, con tutto quello che ha subito. Avrebbe avuto un senso se l’avessimo fatto subito... quando tra le lacrime me lo ha chiesto supplicandomi. Ora no!”
Cambiai discorso, allora le chiesi:” Cosa è successo alla festa che mi hai accennato…?”
Notai che era restia a parlarne, la stimolai con delle domande.
Le chiesi banalmente: “Com’eri vestita!” ...
Rise!... “Com’ero svestita vorrai dire!!... Come al solito!!” Rispose. “Un miniabito, senza slip, oramai non so nemmeno più che effetto fa portarli. Sono fortunata che fa caldo, se no mi farebbero portare anche reggicalze e calze, stivali e abbigliamento di pelle.” E continuò: “Avevo il collare nero borchiato e lui mi portava a guinzaglio, mi esibiva!!... Un po’ lui e un po’ Corinne. Mi presentava ai suoi amici o conoscenti come la sua schiava, la sua puttana, tanto che per dimostrare che lo ero, mi ha ceduta a due suoi amici. Mi fece mostrare gli anelli... e i tatuaggi!”
A quelle parole le chiesi brutalmente: “Hai fatto sesso con loro?”.
Esitò!... Era infastidita da quella domanda, divenne irritata:
“Cambia forse qualcosa?” Rispose.”
“No!” Dissi: “Scusami!... Era solo una mia curiosità.”
Poi abbozzò un sorriso: “Usi ancora un linguaggio infantile a dire... hai fatto sesso? Comunque sì!” Rispose: “Con due uomini!... Due amici di Antoine.”
“Chi erano?” Chiesi…
“Non so chi erano, non li avevo mai visti, uno era anziano, ma ancora attivo e l’altro avrà avuto 40 anni…” Poi mi guardò sorridendo esclamando: “Non dirmi che sei geloso?” ... Aggiungendo: “Oramai!!” …
Aveva ragione! Oramai, non aveva neanche più senso la gelosia, chiederle se lo aveva fatto, con chi o con quanti.
Chiacchierammo un po’, poi Corinne uscì dal bagno. Le reclamai come mai la sera precedente non erano passati a prendermi.
“Perché c’è stato un contrattempo, un cambiamento all’ultimo minuto e si è deciso di andare solo noi da un’altra parte, non c’era tempo per passarti a prendere. Chiedilo anche ad ES!” Mi esortò.
“Potevate passare, io ero già pronto e ho aspettato inutilmente!” Dissi alterato.
“Mi spiace, te l’ho detto, c’è stato un contrattempo, se non ti va bene quello che ti dico io e hai qualche rimostranza, falla ad Antoine quando arriva, è lui che ha deciso tutto.” Rispose seccata. “Comunque queste sono stupidate!!” Aggiunse.
“Sì! ... Per lei forse!” Pensai, comunque lasciai perdere.
Corinne, visto che eravamo solo noi tre, decise di andare qualche oretta alla spiaggia qui vicino, visto il poco tempo a disposizione prima della cena.
Tirai un sospiro di sollievo, non saremmo andati in quella dell’albergo, dove ero stato poco prima, lì, sarei stato imbarazzato con Stefy così, conciata come una puttana. Anche se c’eravamo già stati e qualcuno l’aveva già vista, mi metteva disagio ritornarci con lei mezza nuda; ci avrebbero senz’altro riconosciuti anche i vicini di ombrellone e altra gente.
Stefy tolse l’aspirazione e si stacco le coppe dalle mammelle, che restarono leggermente cerchiate di rosso, ma gonfie e sode con le areole larghe e i capezzoli sporgenti. Ci alzammo, si vestì appena e uscimmo.
Nella spiaggia adiacente, ci sedemmo rilassati sulle sdraio e prendisole, Stefy aveva solo la parte inferiore del costume, uno slip ridottissimo color oro, che lasciava ammirare posteriormente quel tatuaggio con il serpente.
Il seno era al vento e agli sguardi di tutti, ora con il trattamento che faceva giornalmente appariva davvero più bello, sodo e voluminoso. Sembrava più provocante e alto.
Dopo un’oretta circa di sole, Corinne ricevette la telefonata di Antoine, al termine disse:
“Era Antoine, stanno ritornando. Dobbiamo andare a casa a preparaci, stasera vuole andare a cenare fuori.”
E mentre ci avviavamo Corinne mi disse sorridendo:” Vai in albergo a cambiarti anche tu!”
La guardai sospettoso e le domandai: “Non mi farete mica lo scherzetto di ieri sera?”
“No!” Rispose: “Stai tranquillo, hai la mia parola”.
La guardai e mi fidai!
Arrivato in albergo mi preparai e cambiai e tornato giù, aspettai poco, arrivarono subito dopo. Stefy era bellissima, aveva un gonnellino nero, trasparente a tesa larga che le arrivava oltre la metà coscia, con dei brillantini che luccicavano un po’ dappertutto e strisce di strass sui bordi, era molto sexy. Erano miniabiti presi dal guardaroba delle ragazze di Corinne.
Evidenziava le sue belle gambe lunghe e lisce, depilate e oliate da poco, slanciate sui tacchi alti, assieme al suo sedere, che stretto sulla vita, le evidenziava i fianchi, risaltando di più i glutei. L’ombelico era a vista tra il gonnellino e un top con scollatura a cuore e decorazioni con perline multicolore a cuciture incrociate a rombi, di colori in contrasto fra loro, che arrivava a filo dei capezzoli, per proseguire con due spalline strette colorate e con brillantini che lasciavano una scollatura profonda sulla schiena nuda…
Era senza slip, come d’abitudine oramai e a ogni passo allo svolazzare del gonnellino si intravedeva la giunzione erotica tra cosce e glutei.
Era molto seducente e attraente, con quel contrasto di colori e luccichii. Sotto il gonnellino, messi da Corinne, portava due pesi di 100 gr. l’uno, due ciondoli agganciati agli anelli delle labbra vaginali, che le tendevano esternamente, tirandole in basso, costringendola a camminare a gambe leggermente divaricate.
Il trucco volgare e pesante al viso, le sopracciglia alte e strette le davano una espressione fatale, severa, in contrasto con gli occhi chiari, che seppur truccati in modo osceno la rendevano dolce. Le labbra rosso fuoco, come le unghie erano l’unico colore vivo e caldo del suo volto, incorniciato da due lunghi e grossi orecchini da schiava, con grossi anelli pendenti.
E, dulcis in fundo, un collare nero in cuoio, borchiato da metallo e pietre colorate.
Era molto bella e sexy, non sapevo come definirla, una puttana fatale forse, visto il look e tutti i suoi colori che attiravano l’attenzione su lei.
Andammo a cenare in un ristorante orientale, con cibo e bevande che a me non piacevano, ma passammo una bella serata a chiacchierare, ora entravo anch’io nei loro discorsi, seppur con diffidenza, c’era coinvolgimento, mi chiedevano spesso cosa pensassi di una cosa o dell’altra. “Lei cosa ne pensa ingegnere?” Dicevano spesso, riconoscendo il mio ruolo professionale.
Fu una serata normale, sembrava quasi tranquilla. Mi chiedevo se loro, passassero spesso le serate a cenare fuori e a qualche festa, visto che qui in Francia ce n’erano spesso.
La risposta che mi diedi fu sì! D’altronde la Costa Azzurra è rinomata e conosciuta per questo, per il divertimento e le feste, la voglia di vivere e trasgredire.
Al termine uscimmo, passeggiammo un po’ in centro e nella cittadina, tra le vie e i negozi, notando che Stefy era al centro dell’attenzione essendo l’attrazione degli sguardi degli abitanti e dei turisti; quella donna con il collare, così truccata, sexy, così volgare, ma così bella.
Poi sul tardi, andammo in una discoteca a bere qualcosa, era piena di giovani con un fracasso assordante… tutti in centro alla pista a saltare, ci accomodammo a un tavolino e ordinammo da bere.
Intanto la serata passava, ad un certo punto, arrivò un uomo che salutò calorosamente Antoine che lo fece accomodare al nostro tavolino e ce lo presentò.
“Un mio amico!” Esclamò lui precisando: “Un mio amico Albanese, che vive qui in Francia.”
Ci presentammo, Stefy la presentò come ES la sua schiava e puttana, che lui guardo con interesse e attenzione, esclamando: “Una signora molto bella e affascinante la tua schiava.”
E quanto a me, mi presentò come il marito della schiava: “L’ingegnere Luca.”
L’albanese sorrise: “Mi chiamo Vlade!” Disse, e notai che parlava molto bene italiano.
“Siete italiani in vacanza… vero?” Domandò.
“Sì!” Risposi. Probabilmente conosceva il gioco che faceva Antoine con determinate coppie di turisti.
“Io abito qui in Francia, ma vengo spesso in Italia. A Milano”.
Chiese di dove eravamo, esitai, ma prima che potessi dire qualcosa io, Daniele risposte per me: “Di Brescia!!... O di quelle parti lì!”
“Ah!” Esclamò, “Chissà che non capiterà di incontrarci qualche volta.” Rispose guardando Stefy negli occhi.
Poi bevendo con noi, continuò: “ES è una bella donna!... Mora con gli occhi chiari!” Proseguì dicendo: “Ma sono certo che non è mora il suo colore naturale, ma bionda!... È solo tinta e con la permanente!... Vero?” Chiese a Stefy…
“Sì!” Rispose lei sorridente e lusingata.
Probabilmente le piacevano le attenzioni che le rivolgeva quell’uomo.
Poi lui ci presentò una ragazza sui trent’anni dicendoci che era la sua compagna.
“Non è vero!” Mi sussurrò all’orecchio Corinne: “È una delle sue puttane!!... È un magnaccia!!” E rise.
Antoine ordinò ancora da bere, un altro giro che offriva il suo amico Vlade, bevemmo alla sua salute. Poi lo chiamarono al cellulare, si scusò ma doveva andare via. Salutò tutti. Guardò ancora Stefy è la salutò in modo particolare dicendole: “Speriamo di incontrarci in Italia:” E si allontanò, sotto lo sguardo di lei che lo seguiva.
All’improvviso ci trovammo davanti un ragazzo, che sfacciatamente chiese a Stefy di ballare.
Lei restò stupita, si voltò e ci guardò sorridente e lusingata dalla richiesta.
Tra tante ragazze, aveva chiesto a lei. Antoine sorrise e annui: “Vai pure!!... Hai il mio permesso!” Disse.
Quel ragazzo avrà avuto meno di 20 anni, meno della metà di quelli di Stefy, poteva essere suo figlio, se ne avesse avuti.
Era chiaro il suo scopo, lui non sapeva che Stefy era la soumise di Antoine, pensava che fosse una battona e sua intenzione era solo chiavarla.
Difatti ballando ai bordi della pista, sotto quei fasci di luci forti e intermittenti, Stefy lasciava intravedere le sue intimità. Si divertiva, sorrideva e ballava, per un momento era tornata ragazzina.
Quando ci furono i balli lenti, lui si avvicinò, la strinse e le si attaccò aderente davanti, iniziando ad abbracciarla e ad accarezzarle impacciato e insicuro la schiena e i fianchi.
Stefy lasciava fare, durante il ballo ci guardava sorridendo divertita dell’audacia di quel ragazzo che la toccava, voleva accarezzarla, vergognandosene, ma non sapendo come fare.
Noi guardavamo divertiti, era insolito che un ragazzo la corteggiasse, ma quella era una discoteca per giovani... Stettero assieme un po’ al buio, mentre lui la abbracciava.
Stefy guardando noi si lasciò palpare e anche baciare sul collo, vicino al collare.
Era molto erotica quella scena, mi aveva procurato l’erezione, vedere mia moglie, corteggiata e stretta da un ragazzo, senza condizione di schiava e padrone, ma solo come una donna e un ragazzo.
Si notò lui bisbigliarle qualcosa all’orecchio e mentre le stringeva i fianchi, lei indietreggiare con il capo ridendo, fare la faccia stupita e muoverlo a dire no.
Lui continuava a parlarle all’orecchio, per via del frastuono e lei sorridente continuare a dire di no muovendo la testa.
“Chissà cosa le chiede?” Mi domandai curioso.
Finito il ballo Stefy tornò a risedersi con noi e lui tornò attaccato al bancone a bere e a guardarla fissa, probabilmente gli piaceva molto. L’aveva colpito con il fascino volgare della donna matura, del suo corpo, il suo trucco e le sue labbra.
“Cosa ti ha detto!” ... Chiese Antoine... Stefy sorseggiando e ridendo rispose: “Mi ha offerto 50 euro per andare fuori a chiavare... mi deve aver preso per una puttana vera!” Esclamò.
“Ti deve aver preso per una puttana?” … Domandò Antoine ridendo... “Ma tu sei una puttana vera!!” Le disse.
“Vai!!” Esclamò autoritario.
Stefy cambiò espressione sul viso, divenne seria... ma lui ripeté: “Vai… prendi i cinquanta euro e fatti chiavare!!”
“Come?” chiese Stefy fingendo di non capire e aggiungendo. “È solo un ragazzo!”
“Perché?... Ti piacciono solo i vecchi?” Chiese Daniele ironico.
Antoine, mentre gli altri ascoltavano sorridendo disse deciso: “Lo farete nella toilette!... Vai nel bagno con lui, ti fai dare i 50 euro e ti fai chiavare come una puttana.”
Restò in silenzio e zitta da quel comando, voleva rispondere, ma aveva paura di una sua reazione e di una conseguente punizione.
“Ti ridico di andare!!... Vedi quante volte me lo fai ripetere? Sono tre…” Esclamò alterato.
Stefy annuì, si alzò remissiva, bisbigliò: “Va bene!!...Va bene! .... Vado!”
Aggiungendo lui: “Corinne ti accompagnerà!” …
Corinne si alzò, fece un segno di richiamo al ragazzo con il dito indice rivolto in alto, che si avvicinò a lei titubante e sotto quella musica assordante gli parlò all’orecchio, vidi il viso del ragazzo cambiare espressione, sorridere gioioso e annuire con la testa più volte.
Poi disse a Stefy di seguirla.
Ero esterrefatto da quello che stava succedendo, non potevo crederci, mia moglie Stefy prostituirsi nei gabinetti di una discoteca con un ragazzo.
Ero eccitato e accalorato da quello che stava accadendo e impassibile senza intervenire, lasciavo che tutto questo accadesse.
Antoine vedendomi sorpreso mi diede una pacca sulla spalla dicendo: “Vuoi vedere tua moglie che si vende?... Vai!!... Vai anche tu con loro!”.
Mi alzai incuriosito e attratto da quello che avrei potuto vedere là dentro, come un automa nella penombra della sala con quella musica assordante, mi portai dietro loro, li seguii in fila indiana, prima Corinne, poi Stefy, poi quel ragazzo e a seguire io.
Entrammo nella toilette, l’interno era luminoso, la luce era forte, due porte dell’antibagno dividevano i settori... toilettes Monsieurs e toilettes Dames.
Corinne entrò in quello per signori, si portò nell’ultima porta della fila di gabinetti, quello vicino al muro e fece entrare Stefy, le disse di tenere alzato il gonnellino, si abbassò e le sganciò i due pesi dagli anelli delle labbra vaginali, che erano diventate tese e lunghe, restando leggermente slabbrate al rilascio; ponendoli poi nella sua borsetta.
Poi fece entrare il ragazzo, io e lei restammo sulla soglia, con la porta aperta esternamente, essendo in Francia nei locali pubblici; per legge tutte le aperture devono essere esterne…
“Adesso fatti pagare, tira su la gonna e lasciati chiavare!”. Disse Corinne a Stefy.
Il ragazzo aveva già i soldi in mano, li passò a Stefy che li mise nella sua borsetta, poi tirò su il gonnellino fino alla vita, si girò di spalle piegandosi leggermente in avanti, appoggiandosi a un piccolo lavabo; mostrandoci il suo bellissimo sedere nudo.
“Vai è tua!!” Disse Corinne al giovane che guardava curioso quel brillante nel sedere di Stefy.
“Che cos’è? Chiese curioso. Corinne prese con due dita la pietra esterna e tirandola a sé, lo estrasse, facendolo uscire dall’ano assieme ad un rumore sordo, dell’aria e la parte interna del bijou.
“È un dilatatore anale!... Un plug!... Un bijou d’anus! Si porta sia per dilatare l’ano che per bellezza!!” E rise rimettendolo dentro l’ano di Stefy. Era la prima volta che vedeva una cosa del genere quel ragazzo.
“Allora!!” ... Ripeté al ragazzo: “Muoviti!” … Che dietro alla sua sollecitazione tirò fuori il pene dai pantaloni, gonfio, dritto e durissimo, per l’età, molto sviluppato, avvicinandolo al sedere di Stefy. Esitò un attimo, era impacciato e incerto. Corinne gli domandò: “La vuoi chiavare o inculare?”
“Chiavare!!” rispose deciso il ragazzo.
“Allora vai!... Dai!... Non mi dire che non hai mai chiavato?” ... Gli chiese Corinne.
“No!... No!” Rispose lui sorridendo imbarazzato: “Ho anche la ragazza!!… Qualche volta l’ho già fatto, l’ho chiavata, non è la prima volta.”
“Bene!!” Esclamò Corinne: “Allora infilalo!!... Chiavala!!”
Seppur impacciato, timidamente accompagnato dal dito lo infilò, lo pose tra le sue labbra vaginali che apparivano posteriormente in basso fra i suoi glutei rotondi e adulti, spinse ed entrò da solo, senza resistenze; e appoggiando le mani sul suo sedere, iniziò a muoversi avanti e indietro, prendendola poi per i fianchi, spingendo e tirando Stefy a sé, che in posa, si appoggiava con le mani sul lavabo.
La scena, per la parte superiore, veniva riflessa dallo specchio, ogni tanto Stefy tirava su la testa e si guardava riflessa, mentre quel ragazzo la possedeva, per poi riabbassarla facendo scendere i suoi lunghi capelli neri verso il basso. Ed era eccitante vedere il suo viso allo specchio, con dietro quello del ragazzo, che impacciato e sudato la penetrava e la chiavava con slancio; per poi abbassarla nuovamente a osservarsi le mammelle penzolanti, tirate fuori dal top da Corinne, ballare ai movimenti e ai colpi del giovane dietro lei, che la stava possedendo cercando di toccarle.
E tutto questo assurdamente la eccitava.
E anche a me vedere Stefy presa in quel modo da un ragazzo dentro un gabinetto pubblico, era perversamente eccitante, sconvolgente.
Nel frattempo era entrato un altro ragazzo a urinare, che dopo aver fatto, invece di uscire, osservava curioso quello che riusciva a vedere in fondo alla fila dei gabinetti della toilette, me e Corinne sulla porta del wc.
Si avvicinò un po’ guardando, vedendo sempre me e Corinne in fondo, fuori dalla porta, ma intuiva che succedesse qualcosa all’interno, sentendo del trambusto e dei gemiti provenire dall’interno, ascoltava curioso, fermo.
Corinne gli disse: “Vuoi guardare?... C’è un tuo coetaneo che sta chiavando una puttana per 50 euro.”
Il ragazzo timidamente si avvicinò di più, poi si fermò e allungò la testa verso la porta, oltre noi per guardare.
Corinne mi fece spostare e lui vide lo spettacolo.
Restò stupito, era eccitato anche lui a vedere quella scena.
“Quanto vuole?” ... Chiese. “50 euro!” Rispose Corinne: “E puoi scegliere se incularla o chiavarla!”
Il secondo ragazzo era rosso in viso, si frugò nelle tasche, ma non aveva più di 20 euro.
“Peccato!!” Esclamò Corinne: “Non bastano!” …
Poi vedendo il ragazzo dispiaciuto disse: “Se aspetti quando ha finito di farsi chiavare, per quei soldi lì ti può fare un pompino.”
Il ragazzo annui sorridendo: “Sì! Sì!... Aspetto!” Rispose contento, toccandoselo fuori dai pantaloni.
Intanto Stefy veniva letteralmente montata con foga e mancanza di esperienza da parte di quel giovane, che si muoveva maldestramente a volte piano a volte veloce, dando dei colpi e toccandola dappertutto.
Il desiderio, il godimento che provava e il caldo della vagina di Stefy, lo fecero eiaculare quasi subito. Si inarcò, gemette forte e lo tirò fuori quando stava per venire, probabilmente era abituato così con la sua ragazza, a interrompere.
Eiaculò sul sedere, sporcandole tutte le natiche e il tatuaggio con il fiore e il serpente, di sperma.
Poi Stefy si tirò su. Si pulì e asciugò con la carta igienica.
Lasciò cadere il gonnellino a coprire le intimità. Era rossa in viso ed eccitata come lo ero io, nonostante tutto, farsi chiavare da un ragazzino le era perversamente piaciuto.
Una volta terminato uscì il primo ragazzo.
Corinne fece entrare l’altro dicendo ridendo: “Questo è spiantato!... Ha solo 20 euro, per questi soldi, gli fai solo un pompino! Siediti sul water e fatti dare i soldi prima. Impara!! Sempre prima i soldi!... Come una vera puttana quale sei!”
Così fece Stefy. Si fece prima dare i soldi i 20 euro e li aggiunse agli altri nella borsetta, poi si sedette sul water a gambe larghe, con il ragazzo di fronte. Corinne lo spinse verso di lei, tra le sue cosce dicendogli: “Tirati giù i pantaloni!!”
Questo era più impacciato del primo, che contento di averla scopata si era già messo a posto e, fuori dalla porta, stava a guardare.
“Allora!!” Disse Corinne autoritaria: “Tiralo fuori!!” ...
Lui lo fece esitante, timido aveva paura ad avvicinarsi, Corinne lo spinse ancora in mezzo alle gambe larghe di Stefy, in modo che fosse più vicino e Stefy più comoda.
Glielo prese in mano come le aveva insegnato Corinne, che guardava attenta come si comportava. Era già duro, in erezione e iniziò, prima a titillargli il glande con la lingua, poi a leccarlo, infine a prenderlo tutto in bocca aiutandosi con la mano a masturbarlo.
Vederla era uno spettacolo, non potevo credere che era mia moglie, quella donna così brava a fare i pompini, a vendersi e farsi chiavare dentro una toilette, come le peggiori puttane.
“Bagnalo bene tutto!... Con la saliva!!... Esclamò Corinne: “Leccagli la cappella e insalivagli bene il cazzo!... Scendi anche per tutta l’asta, arriva ai coglioni, leccali, baciali, succhiali!”
Stefy ubbidiva.
“Ora prendilo in bocca e lentamente, spingilo in gola. Dai!! Piacerà anche a te! All’inizio ti darà la sensazione di avere conati di vomito; allora lo tirerai un po’ indietro e ti passerà subito e poi lo riprenderai tutto in bocca, insalivandolo bene, fino in gola e all’interno lo accarezzi con la lingua!! Brava!! Cosi!!... Bravissima!!” ... Disse Corinne.
Stefy stava eseguendo i suoi insegnamenti, io ero ipereccitato a quella scena, tanto che mi sentii bagnato a forza di comprimerlo duro contro i pantaloni.
“Insalivalo ancora bene ora! Dai!! Così brava!... Succhialo con la bocca!! Succhialo!! Devi chiavarlo con la bocca... come se la tua bocca fosse una figa che ci entra il cazzo!!!” Le esclamò, continuando: “Su!... Che diventi una brava bocchinara.”
Stefy stava perfezionando il suo modo di fare sesso orale, sotto l’incitazione di Corinne, come in preda a un raptus, lo leccava, baciava, succhiava, portandolo a sfregare il glande sul collo, sul viso, sulle guance e intorno alle grosse labbra, disfacendosi il trucco del rossetto.
“Sì, li sai fare bene i pompini!” Esclamò, osservandola con attenzione, Corinne.
Il ragazzo ipereccitato da quella situazione, da quella lingua e da quella calda bocca, non resistette molto e non controllandosi all’improvviso, le venne in bocca. Irrigidendosi e inarcandosi gemendo, con le mani sui suoi neri capelli.
“Ingoia!! Disse Corinne urlando: “Ingoia!!” ...
Stefy tenne lo sperma in bocca, aveva eiaculato molto il ragazzo, più del primo e poi dietro il comando di Corinne, lo mandò giù deglutendo, aprendo subito la bocca per prendere aria; leccandosi le labbra sporche di sperma, proprio come una vera pompinara.
A volte osservarla in certe situazioni, in certi atteggiamenti, mi dava un eccitante disgusto vederla leccarsi perversamente le labbra e intorno a loro, bagnate dalla saliva e dallo sperma e sbordate dal rossetto disfatto tutto attorno.
Poi abbassò di nuovo il capo, lo riprese in bocca e lo succhiò, ritornando a pulirglielo leccandolo.
Il ragazzo era felice, forse era la prima volta in vita sua che una donna gli faceva un pompino e addirittura con l’ingoio, se ne sarebbe certo vantato con gli amici di questa brava puttana pompinara e ricordato per sempre.
Terminato Corinne disse ai ragazzi di mettersi a posto e di non uscire assieme, ma uno prima, pochi minuti dopo l’altro. Ma soprattutto di non parlare con nessuno. Risposero sì.
Poi già che erano lì disse a Stefy di rimettere in ordine il rossetto sulle labbra e a posto il vestitino, ma prima glielo fece alzare e prendendo dalla borsetta i pesi a ciondolo, li riagganciò agli anelli, mettendole di nuovo in estensione le labbra vaginali.
Stefy fece pipì, in piedi, a gambe larghe sul water, come voleva Corinne, che a seguire lo fece anche lei.
Io andai in quello di fianco, il mio pene era diventato semirigido, mi ero bagnato a quella scena, avevo lo slip sporco di sperma... lo mossi ancora con la mano avanti indietro, una leggera masturbazione che mi piacque molto, facendo uscire gli ultimi residui del mio eiaculato. Poi urinai e mi pulii.
Tornai da loro e mentre Stefy allo specchio come una battona si rifaceva il trucco alle labbra e agli occhi, controllandosi l’aspetto, Corinne mi disse soddisfatta:
“Hai visto?... Tua moglie si è venduta per pochi euro nelle toilette, con dei ragazzi:” E rise. “Hai visto anche tu!!! È diventata davvero una brava pompinara!!”
Poi uscimmo, prima io e, a seguire, Corinne e Stefy e tra la musica assordante e le danze ritornammo al tavolino.
Ci sedemmo e tra suoni e luci che cambiavano di colore, Corinne bisbigliò all’orecchio di Antoine cosa aveva fatto Stefy nella toilette, lui fece segno con le dita due a vu? E poi rise guardando me.
Poi urlò per farsi sentire: “Brava ES!!... Mi ha detto Corinne che sei diventata brava e ti piace fare pompini!!... Brava!!”
Poco dopo intorno incominciarono a gironzolare alcuni ragazzi guardando insistentemente Stefy.
Probabilmente quei due precedenti, avevano parlato subito con qualche loro amico, vantandosi di quello che avevano fatto, perché poco dopo ne arrivarono altri attorno a fissarla.
“Ti stai facendo un nome!!” Esclamò forte Antoine ridendo tra la musica assordante, vedendo gli sguardi dei ragazzi su Stefy.
“Hai molti giovani potenziali clienti che vorrebbero venire con te. Pagando anche! … Bene!!” Esclamò.
“Ma stasera no!” … Disse alzandosi. “Stasera hai già dato, i prossimi giorni forse. Ora sono stanco, torniamo a casa.”
Avviandoci tutti verso l’esterno.
Arrivati a casa salii anche io.
Quando fummo su, Antoine mi guardò negli occhi dandomi una pacca sulla spalla, forse si sentiva magnanimo quella notte, dicendomi: “Se vuoi!... Puoi chiavarla anche tu stanotte, ma dormire con lei no!”
Era un paradosso, lui. mi stava dando il permesso di fare sesso con mia moglie.
“Potete andare in camera mia ma lasciate la porta aperta.” Aggiunse Corinne. “Voglio sentirvi e se occorre vedervi!”
Accettai e io e Stefy andammo in camera, il cuore mi batteva forte, ci abbracciammo, iniziai a stringerla e a baciarla, a dirle che l’amavo ancora, sentivo dopo tanto la sua lingua calda contro la mia e il suo sapore.
Non mi importava se poco prima aveva avuto un rapporto orale con quel ragazzo e il gusto che sentivo forse era del suo sperma, ma la volevo e la baciavo.
Tolse il vestitino e fu già nuda, mi chiese di toglierle il plug anale che le dava fastidio e i ciondoli alle labbra vaginali, lo feci.
Poi si sdraiò sul letto e io vicino e poi sopra lei, la ribaciai e la leccai sul collo, sul seno, sul sesso, che stava diventando diverso da come lo conoscevo e ricordavo io.
Ma non so!... Forse la tensione, lo stress, la porta aperta, loro che potevano vederci e sentirci, la foga che avevo di averla finalmente in modo normale, in intimità, il fatto che ero già venuto un’ora prima... non riuscii a penetrarla, ad avere un rapporto completo con lei, con mia moglie.
E più mi arrabbiavo e concentravo per avere l’erezione e meno ci riuscivo, mi sentivo impotente, umiliato; passai quasi mezzora a baciarla, ad accarezzarla, a leccarla a stringerla, a strusciarmi con il pene semi mollo sul suo corpo, sulle sue cosce, sul suo sesso.
Lo prese anche in bocca, lo leccò, lo baciò e succhiò... ma non riuscii. Non so cosa mi accadesse, ero troppo desideroso di lei forse.
Le chiesi scusa di quello che mi accadeva. Non c’era mai successo prima. Mi sorrise: “Non importa!” Disse accarezzandomi. “Sei Agitato!... È la tensione nervosa, un’altra volta lo faremo bene e completo”.
Mi sentivo mortificato, lo sconforto mi prese, ma lei mi consolò: “Vedrai!!... È questa situazione che ti crea problemi. Vedrai!!... Lo rifaremo ancora con calma, non demoralizzarti.”
Mi consolava.
Restammo a parlare un po’ a bassa voce, come facevamo sempre alla sera prima di addormentarci.
Le ridissi che l’amavo e anche lei rispose che mi amava.
Chiacchierammo. La informai che per me non era cambiato nulla.
Appoggiai la testa sul suo seno gonfio e sodo e lo sentii diverso, le sussurrai che una volta tornati a casa saremmo tornati come prima. Lei rispose sorridendo e accarezzandomi i capelli, che non voleva pensare a quando saremmo ritornati, aveva paura, non sapeva come poteva essere il dopo. Cercai di tranquillizzarla.
“Sarà come prima!! Esclamai.
Sentii la voce di Corinne che mi chiamava dicendomi che dovevo andare, mi rivestii e uscii dalla camera.
“L’hai chiavata?” Domandò ridendo.
Non risposi, baciai Stefy sulle labbra e mi avviai alla porta, sentendo dire alle mie spalle: “Non importa se non riesci più a chiavarla!... Troverà e le troverai sempre qualcuno che lo farà per te!”. Non mi voltai e irato uscii.
Ero arrabbiato con loro per quello che avevano detto e con me stesso, per quello che mi era capitato, non ero riuscito ad averla... a penetrarla... cazzo!! Cosa mi stava accadendo?... La scopavano tutti vecchi e ragazzini e proprio io, suo marito non c’ero riuscito.
Non so cosa mi era successo, non mi era venuta l’erezione... non mi era mai capitato fino ad allora e poi perché proprio con Stefy, mia moglie?
Arrivai in albergo, mi lavai, feci la doccia e andai a letto furioso.
Mi facevo mille domande e mi davo le risposte da solo: “E se non fossi più riuscito a penetrarla?... A chiavarla io?... Se non mi fosse più venuta l’erezione con lei?... Davvero l’avrei portata a chiavare da altri?”
“No!... Non era possibile… quando l’ho frustata c’ero riuscito!” Mi dissi.
Aveva ragione Stefy... era solo stress e tensione.
Pensai ancora:” Ci amiamo ancora nonostante tutto quello che c’è successo, è solo un momento così!”
Mi assopii cercando di pensare al suo corpo, alle sue labbra, ma avevano sempre il sopravvento i pensieri e le immagini di lei nella toilette con i ragazzi o con altri uomini che la possedevano facendola godere.
Cercavo di mandarli via questi pensieri, ma si soprapponevano sempre a qualsiasi cosa immaginassi di Stefy.
Sorridendo chiusi gli occhi e pensandola con altri, mi addormentai.
Oramai non riuscivo più a desiderare Stefy come moglie, ma come ES, come una puttana che si concede a chiunque.
“Non riesce più a possederla normalmente... ma la devo pensare come una schiava e puttana per avere l’erezione.”
Mi addormentai ignaro che il giorno dopo l’avrebbero portata a una sfilata che si sarebbe trasformata in un’asta, dove l’avrebbero venduta per due giorni come ES.
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