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STORIE E RACCONTI EROTICI
VIETATI AI MINORI DI 18 ANNI
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METAMORFOSI DI UNA MOGLIE VIRTUOSA
VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI
CAP. 11 A CASA DI CORINNE.
Martedì 19 Luglio 2011
Mancavano ancora 11 giorni alla fine della loro vacanza.
Oramai contavo i giorni che mi separavano dalla fine della nostra vacanza. Undici.
Stefy fu trasferita a casa di Corinne che abitava sopra il caffè le Triangle, una grande casa, con molte stanze, che scoprii poi essere anche vicino a una casa di appuntamenti.
Lì Corinne con il benestare di Antoine la iniziò alla sottomissione, dapprima con dolcezza e piacere, poi con afflizione e sofferenza.
La mattina dopo, mi svegliai di soprassalto verso le 11, avevo la testa pesante, la prima cosa che feci d’istinto, fu quella di cercare Stefy al mio fianco, allungai il braccio, non c’era. Pensai alla sera prima, iniziai a ricordare, non era stato un sogno o meglio un incubo, era tutto vero quello che avevo vissuto purtroppo.
Mi alzai e mi vestii di corsa, senza farmi la barba, pensavo alle parole di Daniele: “Puoi vederla quando vuoi, anche già da domani mattina.”
Uscii in fretta e iniziai a camminare veloce verso il caffè le Triangle. Arrivato, con una certa agitazione entrai nel bar e chiesi al barista a che piano fosse l’appartamento di madame Corinne o di Antoine.
Sorridendo sarcastico mi rispose: “Oui monsieur, l’appartament de madame Corinne est au troisième étage du numéro 12” (Sì signore, l'appartamento della signora Corinne è al terzo piano al numero 12).
Passai dal retro che conoscevo già, entrai nell’atrio della palazzina, sulla mia destra rivedi l’ascensore, quell’ascensore dove Stefy il giorno prima si era spogliata nuda. Non volli prenderlo, mi dava una triste sensazione. Salii le scale a piedi, anche quelle scese da lei nuda il giorno prima. Arrivato su al terzo piano, cercai la porta di Corinne, il numero 12, la trovai, suonai con forza il campanello, tenendo premuto.
Antoine mi aprì con il dito sulle labbra, facendomi segno di stare zitto, mi fece entrare.
Corinne stava preparando la colazione in cucina, la intravvidi dalla porta, era seminuda, formosa con il seno cadente e un sedere grosso, coperto appena da un perizoma. La guardai mentre si muoveva e restai stupito, avevo ragione, aveva altri tatuaggi sul corpo, sulla schiena, sopra il pube, sul un gluteo, dappertutto. Il suo grosso seno, aveva capezzoli grandi e inanellati con due piccoli anelli dorati; mi fecero impressione a osservarli. E sul gluteo aveva tatuato un serpente, che innalzandosi formava il gambo di un’orchidea, da dove, circondata dai petali ne usciva la testa, con le fauci aperte pronte a mordere con il suo veleno.
Antoine vedendomi fissarlo disse:
“È il mio marchio!... Il fiore e il serpente, un simbolo fallico, di purezza e peccato” E divertito mi spiegò il significato.
“Il fiore è la purezza, il serpente il peccato, che penetra e annulla la purezza del fiore, diventandone con la sua testa il pistillo, l’anima di quella bellezza.”
Poi vedendomi silenzioso, pensando che non avevo capito disse volgarmente:
“L’orchidea rappresenta la fica e la testa del serpente il cazzo che l’ha penetrata. “E si mise a ridere da solo. Dicendo: “Non ti piace??” ... “No!” Risposi: “A me i serpenti non piacciono, mi fanno schifo e paura.”
“Bè allora dovrai abituarti!!” Rispose sempre ridendo. Non capii cosa volesse dire.
Giratomi dall’altra parte, intravidi nella stanza affianco con la porta semiaperta Stefy nuda sul letto di Antoine a pancia in giù, che dormiva ancora, sulla spalla le risaltava il tatuaggio del fiore, il suo sedere era bellissimo, aveva ancora il rossore sui glutei delle sculacciate di René. Era passata a vivere nella camera di Antoine, dormiva con lui.
Non avevano preso nulla dalla nostra camera in albergo, né vestiti, né biancheria intima, nemmeno il beauty con le sue creme, non le servivano più, ora aveva un altro look, ci pensavano Antoine e Corinne al suo aspetto.
Alle spalle arrivò Corinne chiedendomi:” Vuole del caffè?”
Risposi di:” Sì!”
Antoine sorridendo, guardando mia moglie sdraiata sul letto a dormire ancora mi disse: “È stanca!... Ieri sera ha avuto l’iniziazione da schiava. Lasciamola riposare, si è comportata bene, te l’ho detto che era predisposta.”
Dalla tensione nervosa mi sfogai quasi piangendo davanti a loro, dicendo: “Basta... basta!! Voglio smettere, ti sei divertito abbastanza, avevi ragione tu, l’hai sottomessa e umiliata, le hai fatto pagare caro il suo orgoglio. È diventata la tua schiava, ma ora basta per favore… Sono pronto anche a darti dei soldi ma finiamo tutto ti prego!”
Corinne mi prese per il braccio e mi portò in soggiorno, dove venne anche Antoine e sorridente, rispose: “Non so che farmene dei soldi! Educare una schiava come ES non ha prezzo. Finirà l’educazione, è una brava candidata, impara in fretta e sa sottomettersi... è predisposta!” Ripeté:” Quando te la consegnerò, alla fine della vacanza, sarà un’altra donna... non più la tua dolce Stefania, ma l’aggressiva Es. Io sono di parola!!”
“Ma io!!” ... Gli dissi quasi supplicando: “Non voglio un’altra, non voglio una schiavaa!!... Voglio Stefy, la mia Stefy, la mia Stefania, com’era prima... quella di prima!!”
“Questo non è più possibile!” Rispose: “Non dovevi incominciare il gioco, oramai non si torna indietro, non si può più anche a volerlo. Dopo quello che ha fatto ieri sera, credi che può tornare ad essere come prima?... E tu anche? …. No!... Sarà un’altra, più docile e più ubbidiente. Ti piacerà vedrai!”
“Tu!... Tuu!” ... Esclamai agitato: “Cambiandola nell’aspetto e nel look l’hai suggestionata, non si riconosce più in Stefy, nella donna e nella moglie che era prima, non solo mentalmente, ma anche fisicamente, l’hai indotta ad accettarsi come... ES, diversa da quella che è… Hai distrutto il suo - IO - per creargliene un altro...”
Arrabbiato Antoine rispose: “Bastaa!!... Con queste cazzate di psicologia!... Io l’ho sottomessa, e adesso lei sente l’appartenenza a me e devo educarla a ubbidire. Quello che ha fatto ieri sera, se voleva, non lo faceva!... Si sta trasformando!!... Anzi!!... Si è già trasformata. Accettalo!! E non voglio più sentire parlare di queste stronzate... sull’Io!!” Fece una pausa e proseguì:
“E poi un’altra cosa... Stefy non c’è più!... Non esiste più!... Ora c’è ES! E anche tu dovrai chiamarla così!... Chiaro!!” Gridò...”
Allarmato dalla sua reazione annuii con la testa.
Dopo, vedendomi spaventato e abbattuto, per tirarmi su il morale disse:
“E poi a lei piace!!!... Te lo assicuro, hai visto come godeva ieri sera??... Le piace essere schiava e troia, essere esibita è nata per questo. Te la consegnerò ubbidiente e sottomessa. Anzi!... Tu sarai parte attiva dell’educazione, la punirai e la umilierai assieme a noi, così non sentirà la differenza e lo smarrimento, quando passerà ad essere solo la tua sottomessa… Vedrai!... Non la tratterai più come moglie, ma come schiava e per lei non sarai più un marito, ma diventerai un padrone. Chiedi a Corinne a Daniele o Stephen... abbiamo educato altre signore alla sottomissione, non è la prima e non sarà l’ultima, alla fine si sono scoperte schiave e puttane e si sono accettate, ritrovate, piaciute. Anche i loro mariti l’hanno accettate e gioito del loro nuovo status... Ne hanno goduto!!”
Poi mi portò a sedermi sul terrazzo e mi offrì il caffè... dicendomi:
” Stai tranquilla, Stefy vivrà a casa di Corinne per via dell’educazione, ma tu potrai venire a trovarla ogni volta che vorrai e per la maggior parte del tempo saremo tutti assieme, andremo al mare, a ballare a divertirci... “Aggiungendo: “Conosco certi locali particolari!!”
Lo guardai preoccupato: “Certo che se sono locali come quello di ieri sera” Pensai e lui aggiunse:” Ti informo che nel pomeriggio, verso le 16, assisterai a un’altra iniziazione di Stefy, una prova, privata.” Continuando:” “E non fare quella faccia da funerale!! Tu stesso sarai un educatore insieme a noi... imparerai! Lei diverrà una buona soumise, ma a te, ti faremo diventare un buon master”. E si mise a ridere assieme a Corinne.
Serio gli chiesi:” Cosa vedrò nel pomeriggio...?”
Rispose solo: “Vedrai!”
Nel frattempo Stefy si era svegliata, alzata e ancora addormentata venne sullo stipite della porta a guardarci, era nuda e bella, non sembrava davvero più lei, ma un’altra donna.
Il viso con quelle labbra gonfie era segnato dal sonno, dalla stanchezza e dal residuo del trucco disfatto. Aveva in testa quei lunghi capelli corvino gonfi, che non occorreva nemmeno pettinare, facendo risaltare di più i suoi splendidi occhi chiari…
Anche il sesso era bellissimo, vederlo da vicino e alla luce naturale, depilato, liscio, era eccitante, spettacolare, meraviglioso, solo le grandi labbra un po’ arrossate dai pizzicotti di Clery.
Non aveva il collare dorato, Antoine si accorse che le guardavo il colo e disse:
“Le ho concesso quando è a casa di non metterlo; il metallo a lungo andare le segnerebbe quel suo collo meraviglioso, lo sfregamento e il sudore, le procurerebbero irritazione e arrossamento. Lo metterà solo alla sera e in particolari occasioni su mio comando, solo a simboleggiare a mostrare e ricordarle la schiavitù, indossandolo anche di cuoio nero borchiato.”
Ci guardammo in silenzio, venne anche lei con noi, vicino ad Antoine che le fece posto nel divanetto al suo fianco e che irriverente disse rivolto a me:
“Ora può sedere!... Prima di riposare ha messo la crema e il ghiaccio...” E rise.
Stefy era in silenzio... la guardai, pensavo che capisse cosa le volessi chiedere. Dentro di me volevo sapere se aveva fatto sesso con lui e glielo domandai spudoratamente.
Rispose Antoine per lei, serio con una battuta: “No!... Non l’ho ancora chiavata!... L’ho solo esplorata, le ho infilato due dita dentro… ma lo farò presto, tela chiaverò!” Facendomi bollire la rabbia dentro.
Poi rivolto a Stefy la informò: “La tua figa è ancora molto stretta... è una fighetta da signora per bene, hai quarant’anni ma c’è l’hai come una ragazzina di quindici, ma presto verrà allargata anche quella.”
Stefy abbassò gli occhi mentre sorseggiava il latte... sentì, ma non disse nulla. Io restai in silenzio.
Poi Corinne le disse: “Ora preparati, devi imparare a truccarti da sola in modo volgare, per ora ti aiuterò io o qualcuna delle mie ragazze, ma dovrai fare tutto da sola.”
Si alzarono e andarono in bagno, le intravidi tutte e due davanti allo specchio, Corinne che le spiegava come “dipingersi il viso”, vidi le loro schiene e i loro sederi, quello di Stefy nudo, bellissimo seppur maturo, in confronto al suo sembrava quello di una ragazzina. Quello di Corinne grosso e mollo con quel tatuaggio schifoso sul gluteo.
Restai con loro, seduto a leggere ed aspettare, poi quando furono pronte verso mezzogiorno uscimmo. Andammo alla spiaggia e passammo qualche ora al mare, con Stefy in topless, le fece mettere solo un mini slip ridottissimo, con gli inguini scoperti e sopra nulla, il seno al vento, quello era il suo costume da spiaggia oramai.
Corinne le insegnò a sedersi da schiava, sempre con le gambe divaricate, mai chiuse, in modo che si potesse vedere in fondo a loro quando indossava la minigonna. Anche quando era in piedi, ferma, doveva tenere le gambe allargate e le labbra della bocca socchiuse e sporgenti sempre in fuori, in posizione erotica, di suzione, anche quando le chiudeva. Non doveva mai guardare un uomo negli occhi, ma lasciare che loro la guardassero. Quando c’era Antoine, se lui non disponeva diversamente, doveva accucciarsi e sedersi ai suoi piedi, come ora, con lui seduto sulla sdraio e lei ai suoi piedi con il sedere sulla sabbia, vicino alle sue gambe e con il suo permesso libera di muoversi.
Eravamo nella nostra spiaggia, la stessa dei giorni prima, lei era senza occhiali da sole, per volontà di Antoine, per meglio essere riconosciuta.
Era indifferente a quella situazione, ora ero io a disagio e imbarazzato. I nostri vicini di sdraio e prendisole ci guardavano in modo strano, meravigliati, osservavano Stefy, truccata volgarmente con i capelli neri e mossi, quasi nuda con il seno allo sguardo di tutti. Seppur a fatica la riconobbero, era quella bella signora bionda e morigerata, educata e gentile che salutava sempre tutti e che il giorno prima era lì a prendere il sole. Sorridendo le fecero un cenno di saluto con la testa a cui lei non rispose. Poi si misero a spettegolare tra loro.
Io mi vergognavo, lei no!... Sembrava felice di mostrarsi, di essere guardata mezza nuda, dai ragazzini, da quelle signore e da quegli uomini. A volte sembrava esaltata, alternava momenti di entusiasmo a passività e apatia.
Si alzò, su ordine di Antoine che le disse di andare a passeggiare in riva al mare, ad esibirsi, lei ubbidì, passeggiò sotto gli occhi dei turisti che la scrutavano meravigliati, ora non aveva più vergogna.
“Mi chiedevo che posso fare?... Niente mi rispondevo! Meno male che non ci conosce nessuno qui!”
Stefy per la sua età, era bellissima, due gambe affusolate e lunghe translucide, liscissime, depilate da poco, con la cavigliera al piede. Antoine guardandola passeggiare, esclamò: “E una bella figa matura, veramente bella, peccato che ha il seno un po’ piccolo in proporzione... Che misura ha?” Chiese a Corinne:
“La terza!!” Rispose: “Non ha mai allattato! … Ma nei prossimi giorni glielo faremo crescere… aumentare almeno di una taglia... Una quarta!!”
“Come?” Chiesi io curioso e spaventato. “Come aumentare?... Che significa??... Non penserete di farle rifare il seno?”
“No!!... Tranquillo!... Ci sono altri metodi naturali e piacevoli per far aumentare il volume delle mammelle”. Rispose Corinne.
“Quali??” Chiesi stupito… Rise!... “Tra qualche giorno lo scoprirai... Vedrai! Piacerà anche a te con una misura in più.” E non mi dissero altro.
Verso le 15.00 Stefy e Corinne si alzarono, si rivestirono, per modo di dire e rientrarono a casa.
Alle 16 rientrammo anche Antoine ed io e con stupore notai che in casa oltre che a Corinne e Stefy, c’era anche Stephen e Daniele.
Ci mettemmo comodi.
Antoine chiese:” È tutto pronto...?
“Sì!” Rispose Corinne.
Mia moglie fu portata al centro della stanza, venne fatta spogliare da sola, nuda e fatta sedere su un tavolinetto in legno, basso da salotto, coperto con dei grandi asciugamani. Antoine le si avvicinò sbottonando i pantaloni e tirando fuori un grosso pene, semi rigido, voleva che glielo prendesse in bocca, Stefy esitò, ma Antoine prendendola per i capelli la tirò su in piedi, facendole anche male. Antoine accarezzandole il collo, glielo baciò, cercando poi di baciarla sulla bocca.
Lei girò la testa di lato, per non farsi baciare sulle labbra, superba lo rifiutava.
Era la sua ultima sfida ad Antoine, lui ne sembrava divertito, con calma tirò giù i pantaloni, la fece risedere e con la mano la spinse indietro, facendola sdraiare con la schiena sul tavolinetto, il sesso sul bordo, le gambe piegate e i piedi al pavimento. Lui si inginocchiò, allargandole le cosce le accarezzò e si portò in mezzo a loro.
Corinne sussurrò a Stephen: “È ancora da domare bene, alterna momenti di sottomissione a momenti di orgoglio”
Stefy non voleva essere penetrata da lui, seppur in quella condizione da schiava aveva ancora delle reazioni istintive, inconsce. Lo odiava. Dalla sua bocca uscì un: “No la prego!!... Non lo faccia!”.
Ma Antoine incurante delle sue parole, la baciò sul sesso, lo leccò, lubrificandolo con la saliva e alzandosi con il tronco su, tirando il bacino a sé, appoggiò il suo grosso glande sul suo sesso rasato tra le grandi e piccole labbra, al centro della fessura vulvare e spinse, e la penetrò, con una spinta lenta ma continua. Lei sussultò, girò la testa di lato, non voleva vederlo in viso mentre provava quella sensazione piacevole, ma lui iniziò a muoversi con maestria, in modo lento ma vigoroso, possedendola sessualmente.
Lei rigida, si sentì nuovamente violata, sentiva quel grosso pene dentro di lei, sentiva che non ero io, suo marito, il suo unico uomo a penetrarla e possederla fino a quel momento... ma era un altro, che odiava e che l’aveva sottomessa.
I suoi movimenti ritmici iniziarono a piacerle, le vennero i capezzoli eretti, iniziò ad eccitarsi.
Ma non voleva cedergli, godere con lui, dargli la soddisfazione di gemere, lo odiava con tutta sé stessa. Per non incontrare i suoi occhi, muoveva la testa guardando in alto, il soffitto o gli angoli delle pareti davanti a lei. Antoine le prese la mammella e iniziò a stringerla sempre più forte, facendole comparire una espressione di dolore in viso, per poi rilasciarla e ristringerla parecchie volte, come se la mungesse. Poi iniziò a muoversi ritmicamente sempre più veloce, offendendola, inveendo contro di lei, esclamando:
“Godi troia!!... Godi!!... Lo sai che sei una puttana e dopo il mio di cazzi ne prenderai altri cento!!!”
Pur sentendosi offesa e umiliata, Stefy iniziò a dondolare la testa. Quel pene enorme e quelle parole oltraggiose, anche se non voleva, la eccitavano.
Lui iniziò a schiaffeggiarle il seno con forza, sempre con maggiore intensità, fino a farglielo diventare rosso, con i capezzoli dritti e gonfi.
“Ti piace vero?... Ti piace essere schiaffeggiata? Dillo!!... Dillo che sei una puttana!... Una troia!!... Dillo!!”
A Stefy dall’espressione del viso si vedeva che le piaceva essere tratta in quel modo anche se non voleva e se ne vergognava, schiaffeggiata sulle mammelle e anche apostrofata con parole volgari mentre la stava possedendo. Pur cercando di trattenersi iniziò a godere... non capì più nulla, perse quelle poche resistenze mentali che ancora aveva, si lasciò andare. Lui insisteva: “Dillo!! Che sei una troia!... Una puttana!!... Dillo!!”
Stefy gemendo, a un certo punto non riuscendo a trattenersi gridò un: “Sì!... Sì!!... La sonoo!!”
Ma non gli bastava...
“Noo!!... Devi dire che sei una puttana! Una troia!!” Ripeté Antoine.
Lei, si portò in avanti per stringerlo, per baciarlo offrendogli la bocca sotto l’effetto del piacere, muovendo anche il sedere verso lui urlando: “Sììì!! Sono una puttanaaaa!! Una troiaaa!... La tua puttanaa e la tua troiaaa! ...”
Ma lui, invece di posare le sue labbra su quelle di mia moglie, iniziò a schiaffeggiarla in viso, sempre più forte e veloce, continuando a dire: “Sei una puttanaa!!... Una troiaa!!... Dì che ti piace chiavare!... Forza dilloo!! ... Dillo fortee.! Gridalooo!!” Urlò.
“Sì!! Sìììì!!... Mi piace chiavare!!... Mi piaceee!!” ... Rispose inebriata, mentre lui le dava colpi violenti con la sua asta di carne rigida dentro la vagina, facendola entrare a fondo dentro lei, contemporaneamente a dei veri e propri schiaffi sul viso, procurandole un primo orgasmo da quella brutalità che riceveva, sentendola io, gemere e gridare dal piacere.
Erano sudati, accaldati. Il sudore dalla fronte di Antoine le colava sul viso.
Stefy godeva, godeva volgarmente, godeva come una puttana ad essere schiaffeggiata, non aveva mai goduto così con me, da gridare di piacere. Cercava la sua bocca che prima non voleva e rifiutava, ora infervorata la cercava per baciarla e lasciarsi baciare, leccarla, succhiarla, ma lui gliela negava non gliela concedeva.
Stefy inarcando la schiena dal godere, con le cosce strinse forte i suoi fianchi, appoggiando i piedi sotto i suoi glutei, tirandoli a sé con forza e incitandolo a penetrarla di più, più a fondo, più forte.
Lo stringeva intensamente a sé abbracciandolo, dimenandosi, dando spinte ritmate del bacino per sentirlo a fondo. Io guardavo eccitato, oramai lei non poneva la minima resistenza se non quella pudica iniziale di non volerlo per istinto e forse per la mia presenza.
Mi sembrava di assistere a un film porno, con protagonista mia moglie.
Ora godeva e a me piaceva guardarla. Osservare che lui la possedesse, scoprii in me una parte che mi era sconosciuta, che mi piaceva ammirarla fare sesso con un altro uomo e nel guardarla ne provavo perversamente piacere... tanto!
Nel frattempo Stephen si avvicinò a loro, si chino vicino mentre Antoine la penetrava, le prese il capezzolo tra le dita, lo strinse e lo rilasciò, ruotandole il dito attorno all’areola per poi di nuovo stringerlo e rilasciarlo, provocando dolore e piacere, mentre lei partecipe e godente muoveva il sedere forte e ritmato…
Era proprio quel miscelare piacere e dolore, senza sapere dove finiva uno e iniziava l’altro che modificavano la sua percezione al godere, associando le due sensazioni, fino al punto che non riusciva più a distinguere quale dei due le dava il godimento e l’orgasmo...
Guardavo quella scena come impietrito, mi eccitava, vedere mia moglie, godere con quell’uomo, che fino alla mattina del giorno prima odiava con tutte le sue forze, non volendo più vedere e nemmeno sentirne parlare di lui, e che fino a pochi minuti prima rifiutava e ora lo stringeva a sé, lo cercava, lo voleva, godendo di lui.
Assurdamente ebbi l’erezione, avevo il pene durissimo che mi scoppiava dentro lo slip.
All’improvviso sentii una mano che mi accarezzava piacevolmente il collo, era Corinne, che mi sussurrava dolcemente all’orecchio:
“Non sono belli?... Guarda!... Guarda comete la chiava bene e come gode lei... tua moglie!... La fa godere più di te... e questo è solo l’inizio!... Vedrai che inseguito sarà più variegato e bello!!” Continuando a mormorare accarezzandomi:
“Antoine è bravo!!... Sa farla godere!!... Lui sa fare godere le donne… Vedrai!!... Piacerà sempre più anche a lei essere chiavata e inculata. Sarà eccitante... vedrai!!”
Nel mentre la sua mano liscia e viscida come un serpente, era passata sul mio petto e infilatasi dentro la camicia stava scendendo giù verso i pantaloni.
Pensai che volesse avere un rapporto sessuale anche lei con me, ma non volevo, non mi piaceva lei, era grassa e sembrava una puttana da strada, ma preso dalla sensazione di benessere non riuscivo a rifiutarla. Mi piaceva sentire la sua mano frugarmi l’addome e le sue dita scorrere sulla mia pelle, inebriandomi del suo profumo intenso, che ora era anche quello di mia moglie. Mi dava i fremiti.
La sua mano arrivò ai miei pantaloni, perversamente passivo la lasciai fare, mi sussurrò: “Rilassati!”
Mi sbottonò i pantaloni e tirò fuori il mio pene duro, dritto, ero eccitatissimo, sembrava che esplodesse. Daniele vedendoci si allontanò, si portò vicino a Stefy, dalla parte opposta a Stephen.
Pensavo che avremmo fatto qualcosa, che avremmo avuto un rapporto sessuale anche noi sul divano, ero tanto eccitato che anche se non mi piaceva avrei detto sì, avrei chiuso gli occhi e l’avrei anche penetrata e chiavata, e invece no!
Iniziò ad accarezzarmelo e a muoverlo sapientemente, dicendomi mentre lo faceva: “Guarda!!... Guarda tua moglie che chiava!!... Come viene chiavata bene!!... Come è bella ES!... Guarda come gode la tua orgogliosa mogliettina, come si dimena dal piacere. Hai sentito??... Ha detto lei stessa che è una puttana, una troia!!... Che le piace chiavare!! ... Vistoo!... Come è cambiata!!” ... Nel frattempo aveva preso il mio pene in mano iniziando a masturbarmi tenendolo stretto in pugno.
Ero eccitatissimo, mi piaceva quello che diceva e faceva.
Mi stava masturbando facendomi guardare Stefy posseduta e schiaffeggiata da Antoine con Stephen che compiva atti di libidine sul suo corpo fremente. E mi piaceva, la guardavo.
Mi stava coinvolgendo in qualcosa di perverso, senza rendermene conto mi ero lasciato andare a Corinne, alla sua mano, alla sua voce e al suo profumo.
Piaceva anche a me quel modo nuovo e perverso di provare piacere, così diverso dal nostro, dal mio e da quello di Stefy.
Mi piaceva guardarla mentre quell’uomo la possedeva e mentre quella donna, Corinne mi masturbava e mi sussurrava quelle parole. Ne godevo con la vista e con il corpo.
Era brava, ci sapeva fare, sentì che si era irrigidito e iniziava a pulsare, quasi a scoppiare mentre io mi lasciavo andare sempre più, capì che stavo per venire e anche lei lo capì e mi obbligò a guardare:
“Guarda!... Guarda! E godi!... Mentre lui si chiava tua moglie!... Mentre la tua bella mogliettina si dimena e freme ad essere chiavata da Antoine. Guarda come se lo stringe!... Lo cerca!... Lo vuole!!... Guarda!! Si dimena proprio come una puttana, una troia... une Salope!!” Pronunciò,
mentre io venivo, iniziavo perversamente a contrarmi nei testicoli dal piacere.
Guardando Stefy godere provavo soddisfazione e benessere, godevo anch’io, avevo l’orgasmo a vederla così fremente e smaniosa ed a essere io stesso così...
“Guardone!... Voyeur!!”
Corinne tenendomelo in pugno, mosse la mano velocemente da farmi eiaculare con tre schizzi potenti di sperma, che finirono sul pavimento. Restai stordito dal piacere.
Mi passò poi un fazzolettino per pulirmi, lei si pulì la mano e con un altro si chinò, allungò il braccio e pulì lo sperma sul pavimento.
Mentre Stefy gemeva ancora di piacere con quell’uomo, fino al punto che la vidi di nuovo inarcarsi e lui, dare colpi forti con la sua asta in vagina, per poi fermarsi, contrarsi in colpetti e venirle dentro.
La bocca di mia moglie dall’orgasmo restò aperta, il capo con i lunghi capelli neri reclinato in alto e fermo, era estasiata. Mentre ai suoi lati Stephen e Daniele masturbandosi le venivano sul suo viso, sugli occhi sulla bocca. Era incredibile…
Era tanto spossata ed estasiata, piena di piacere intenso, che non reagì, passivamente si fece eiaculare dentro in vagina e sul viso.
Io seduto nella poltrona assistevo a quella scena perversa eccitato, con il fazzolettino in mano che stringevo pregno del mio sperma tra le dita.
Non reagii, lasciai che la violassero, la oltraggiassero insozzandola con il loro seme, dentro e fuori.
Antoine, si sdraiò su di lei e si fermò sopra a svuotarsi completamente i testicoli nella sua vagina, non fece nemmeno il gesto di tirarlo fuori, gli eiaculò dentro, tutto il suo sperma. Io non ero preoccupato perché sapevo che Stefy non poteva avere figli, era sterile, ma lui perché lo faceva? Lo sapeva? E se sì, chi gliel’aveva detto? E poi come si permetteva di eiaculare nella vagina a mia moglie? Cosa ne sapeva? Lui non poteva saperlo... Ero alterato da quel gesto di sfregio nei suoi confronti, nei nostri... venirle dentro.
Corinne vedendo il mio volto stupito e preoccupato mi si avvicinò e disse: “Stai tranquillo!!... Ieri sera mentre eravamo dall’estetista, ho fatto una bella chiacchierata con ES e mi ha parlato di lei, le ho chiesto e mi ha detto molte cose... tra cui quella che non può avere figli, lo sa anche Antoine, per questo le ha sborrato dentro.” Fece una pausa e riprese:
“Ma non temere, lui in questa fase essendo il suo padrone è l’unico che può permettersi di sborrarle dentro la figa, a meno che non lo conceda dando il permesso anche a qualche altro di poterlo fare.”
In quel momento Antoine si staccò da lei e si alzò con il pene ancora rigido, si allontanarono anche Stephen e Daniele, mentre Stefy restò sdraiata sul tavolino, inarcata sulla schiena a gambe larghe e braccia penzolanti. Il suo sesso liscio palpitava ancora dal piacere, si vedevano le grosse labbra vaginali congeste contrarsi, la fessura aperta, slargata, dove si affacciava un rivolo bianco di sperma di Antoine, che le contrazioni vaginali spingevano indietro e si portava all’esterno colando lentamente giù verso il perineo.
Antoine la tirò su per i capelli e la fece mettere in ginocchio sul tavolino, mettendosi con il pene davanti a lei per farselo leccare: “Puliscilo troia!... Leccalo!!” La esortò.
Lei ancora estasiata lo fece, le passò la lingua sopra e intorno e poi lo fece anche con Stephen e Daniele. Aveva le grosse labbra protruse in avanti sbavate di rossetto e di sperma di quegli uomini.
Con lei ancora in ginocchio, Antoine le prese la mano destra e gliela mise sul volto premendola e muovendola in modo circolare e le spalmò sul viso lo sperma come fosse una crema. Poi la lasciò in ginocchio sul tavolino.
Corinne avvicinatasi a lei, con un sorriso perfido fece alzare Stefy e la portò nel bagno a fare la doccia, era sudata fradicia, con il viso e la vagina piena di sperma.
Antoine si ricompose. Passò davanti a me guardandomi dall’alto in basso essendo io seduto e mi fece un sorriso malizioso. Lo odiavo, ma ne avevo anche paura.
Ero in uno stato particolare di perversione e depravazione, avevo scoperto una parte di me che non conoscevo, come pensavo Stefy stesse scoprendo le sue nel lasciarsi coinvolgere.
Ci mettemmo in ordine e rinfrescammo.
Dopo un’oretta uscimmo tutti, andando a prendere l’aperitivo giù nel caffè Triangle. Poco dopo Stefy e Corinne ci lasciarono e si allontanarono, dicendo che ci saremmo rivisti più tardi.
Io ero seduto insieme a quegli uomini, così diversi da me, dal mio modo di vivere, di pensare.
Mi chiedevo cosa ci facessi con loro che erano volgari puttanieri e magnaccia.
Rientrammo in casa, verso le 20.00 arrivarono anche Corinne e Stefy che era nuovamente truccata volgarmente in viso, si rinfrescarono ancora e si cambiarono d’abito e andammo in un ristorante a cenare tutti e sei.
Dopo la cena, passeggiammo sulla Promenade, con Stefy in abiti succinti, vestita e truccata oscenamente con i suoi labbroni pieni di rossetto, camminare due metri davanti a lui sui tacchi delle scarpe altissimi e la borsetta a tracolla sulla spalla, sotto gli sguardi di tutti i turisti che incontravamo e che credevano fosse una puttana vera e... Antoine il suo magnaccia. Ma forse era vero, era proprio così, solo che facevo ancora fatica ad accettarlo.
Usciti dal ristorante, passeggiammo ancora, come dei veri turisti, tra la gente. Poi ci sedemmo ancora nel dehors del Triangle, dove passammo un paio di ore a chiacchierare, coinvolgendo me e Stefy con discorsi del tipo:
” Sono sicuro che quando sarete a Brescia continuerete!” Disse Daniele.
“A te ES piacerà di più che a lui vedrai!... Continuerai piacevolmente ad essere schiava e puttana.” Dichiarò Corinne. E rivolgendosi a me: “Sarà la tua schiava!... La tua puttana!... Sarete perversamente felici.”
“Vedrete!... Cercherete anche voi di sottomettere ed educare altre signore... il Bresciano ne è pieno di belle signore borghesi predisposte a loro insaputa alla sottomissione, proprio come la nostra bella ES!” Affermò ridendo Antoine.
Loro bevevano whisky e lo facemmo anche noi, pur non essendo abituati.
Poi Antoine esclamò rivolto a Stefy: “Stasera è tranquilla!... Goditela!... Ma da domani si cambia!”
Io e lei ci guardammo negli occhi, ma restammo in silenzio.
Tornammo su a casa di Corinne verso le 23, ci accomodammo in salotto.
Io prima di sedermi chiesi di andare in bagno, avviatomi, passai davanti alla sua camera, gettai dentro un’occhiata veloce per curiosità e la mia attenzione fu catturata da un ripiano vicino al comò, mi avvicinai allo stipite della porta, infilai la testa e guardai; c’erano molti oggetti sopra, riconobbi il vibratore e vidi anche altri articoli simili che non conoscevo.
Andai in bagno e urinai, nel mentre pensavo a quello che avevo visto. Uscendo curioso, non visto entrai in camera e avvicinandomi osservai quegli oggetti.
Oltre al vibratore, ce n’era più di uno, vidi un collare di cuoio nero, frusta, frustino e manette, delle grosse coppe trasparenti con tubi attaccati che non capivo cosa fossero, palline e cunei anali, pompette e anche delle corde e altri oggetti che non conoscevo l’utilizzo, ma ne avrei capito la funzione in seguito. Mi batteva il cuore sempre più forte vicino a quegli oggetti perversi e sessuali.
Sentii il loro vociare forte e uscii di corsa. Tornai in salotto a sedermi. Corinne mise musica piacevole, ritmata e bella. Poi invitò Stefy a ballare, lei non voleva, ma la tirò per il braccio facendola alzare
Ballarono, musica ritmata, muovendosi a passo di danza, giocando e ridendo, complice il Whisky che non essendo abituata, disinibiva e rendeva allegra Stefy, facendola partecipare attivamente.
Poi Stephen mise un cd di musica lenta, molto sensuale e spense la luce centrale, lasciando il chiarore soffuso delle lampade laterali.
Corinne si avvicinò e abbracciò Stefy come se fosse il suo partner, il suo uomo, o peggio, lei la sua donna, la strinse a sé e iniziarono a ballare, Stefy si lasciò stringere e trasportare da lei, aiutata dalla musica e dal bicchierino di whisky bevuto.
Corinne le mise le mani sulle guance, fissandola negli occhi come un serpente incantatore, all’improvviso la tirò a sé e la baciò in bocca, con la lingua dentro, accarezzandole il viso. Stefy subito cercò di allontanarsi, ma poi si lasciò andare iniziando con lei un bacio saffico, passionale, erotico, che le piaceva; memore di quelli della notte prima con Clery e si lasciò coinvolgere, trascinare, tra le braccia di quella donna, alta e giunonica che aveva oltre che il corpo più formato del suo, almeno 15 anni più di lei.
Corinne iniziò a spogliarsi, sudata si tolse la camicetta, era senza reggiseno e il suo grosso seno uscì fuori penzolante dal torace, era molto più grande di quello di Stefy ed era cadente, le guardai i capezzoli inanellati. Tirò giù anche il vestitino che indossava Stefy, un tubino, lo prese dalle spalle lo portò alla vita e fece uscire anche il suo di seno, più piccolo in confronto al suo, ma più bello e sodo. Iniziando a baciarglielo, leccarlo e succhiarlo.
Nel farlo Corinne si lasciò cadere la gonna ai piedi, anche lei era senza slip, con il sesso completamente depilato, la guardai mentre si muoveva con quei tatuaggi colorati sul corpo, aveva anche qualcosa nel pube che le luccicava, brillava ai riflessi di luce e attirava la mia attenzione.
La guardai bene, aveva le labbra del sesso inanellate e molto pronunciate esteriormente, allungate, addirittura le piccole labbra uscivano fuori dalle grandi in modo evidente con quegli anelli, erano sporgenti in modo abnorme, volgare e per me schifoso.
Il perché le aveva così lo scoprii solo dopo, ma a me non piaceva un sesso conciato in quel modo, era grande e brutto.
“Che schifo!” Pensai: “Si vede che è proprio una puttana!... Una bagascia da bassi fondi, con quel corpo pronunciato, volgare, tatuato e inanellato e la figa conciata in quel modo.”
Baciando Stefy sulla bocca la strinse a sé e l’accarezzò sulla schiena, Stefy stordita rispose al suo bacio abbracciandola, noi seduti sul divano guardavamo eccitati. Poi ballando ruotarono ed ebbi Stefy di schiena.
Mia moglie aveva un bel sedere, che risaltava molto di più in confronto a quello di Corinne, pieno, ma più piccolo e sodo del suo, piacente, slanciato su quei tacchi, ed era più giovane e bella.
Si girò verso noi posteriormente uscendo dalla penombra della lampada e notai con stupore e disappunto che anche lei aveva un tatuaggio uguale a quello di Corinne sul gluteo sinistro, il fiore e il serpente... non potevo crederci. “Ma che aveva fatto??... Si era lasciata tatuare ancora!!”
Daniele mi disse che verso sera quando si erano allontanate, Corinne l’aveva portata dal suo tatuatore e su ordine di Antoine le aveva fatto fare un altro tatuaggio sul gluteo, uguale a quello di Corinne e a decine di altre signore che erano state educate da lui. “Hanno il marchio di scuderia!” Esclamò Daniele ridendo.
Trasecolai, non potevo crederci, la mia Stefy iniziava a diventare come Corinne, tatuata.
Il suo bel corpo, la sua meravigliosa pelle bianca e morbida, pura, veniva volgarizzata e rovinata per sempre da quei segni e da quei colori.
Avevo emozioni contrastanti dentro me a vedere mia moglie tatuata. Ero deluso e dispiaciuto, ma anche perversamente eccitato nel vederla trasformare.
Corinne staccatasi, notò che Stefy le guardava curiosa il luccichio sui capezzoli e nel sesso e tirandosi gli anelli le chiese:
“Ti piacciono questi gioielli?”
E mentre la musica continuava ad andare, le prese la mano la portò sul suo sesso e glieli fece toccare. Stefy, li accarezzò curiosa ed eccitata e rispose penso solo per compiacerla:
“Sì! Sono belli!!”
“Beneee!... Sono contenta che ti piacciono! Vedrai!!... Li porterai pure tu!” Pronunciò Corinne sorridendo.
E io pensai:
“Ci mancava anche questa, ma cosa ha in mente? Già vuole aumentarle il volume del seno!!... Le ha già rovinato la pelle candida che aveva con quelle porcate di tatuaggi osceni e colorati che le ha fatto fare e ora?... Che vuole? Vuole farle fare anche il piercing ai capezzoli e alle labbra vaginali? Inanellare anche lei come sé stessa?... No! Questo non lo permetterò mai!”
Nel frattempo Corinne si abbasso e si mise in ginocchio davanti a lei, la sua bocca aderì alle grandi labbra depilate di mia moglie come una ventosa e iniziò a leccare e poi a succhiare come se fosse un frutto da cui estrarne il succo e contemporaneamente la penetrava con la lingua. Stefy la sentiva entrare in lei. Corinne, giratasi verso di noi con il mento e le labbra, sbavate di saliva e di umori di Stefy, dichiarò: “Ha la fica tutta bagnata, intrisa di piacere. Le piace!!... Gode a essere leccata!!”
Poi, guardandola dal basso verso l’alto, aggiunse: “Però!... Sono buoni sai i tuoi umori sessuali. Li gusterò con piacere.”
Dicendo: “Sei pronta ad urlare?”
Stefy gemette alle sue leccate e suzioni, le si piegavano le gambe, a fatica restava in piedi, si appoggiava per non cadere con le mani sulla testa di Corinne, che in ginocchio frugava con la lingua fuori e dentro il suo sesso. Emise anche un urlo, quando lei dopo essersi staccata per prender fiato, avvicinò di nuovo la bocca alle sue grandi labbra e le diede un morso dolce sul clitoride turgido e congesto, per poi succhiarlo di nuovo avidamente, tenendolo in bocca, leccandolo velocemente e ciucciandolo come un capezzolo. Glielo aveva scappucciato con le labbra, era tutto fuori dalla commensura superiore delle grandi labbra della vulva, gonfio e rosso e con la lingua sapientemente lo colpiva, lo schiaffeggiava e brutalizzava.
Stefy si lasciò andare, godeva, iniziò a gemere e ad ansimare, il suo corpo tremava, quasi avesse le convulsioni; per la violenza dell’orgasmo raggiunto si piegò su di lei.
Era una scena surreale, Corinne ci sapeva fare molto più di Clery, era espertissima, le stava facendo avere orgasmi uno dietro l’altro.
Con le mani le teneva ferma i glutei, impedendole di staccarsi da lei, mentre la succhiava e leccava avidamente fuori e dentro. Stefy era in una fase di orgasmo intermittente ma continuato, diminuiva un poco di intensità, per poi riprendere forte, prepotente e potente come prima.
Avvertiva una sensazione indescrivibile, che lei non aveva mai provato e che la svuotò di ogni resistenza fisica. Non le importava più nulla, di dove era, con chi era e di quello che le stava succedendo, sapeva solo che stava godendo un orgasmo fantastico, bellissimo e lunghissimo.
A un certo punto Corinne si tirò su, introducendole il dito dentro iniziando a masturbarla.
Stefy per reazione l’abbracciò e si lasciò baciare sulla bocca con la lingua, non le importava se Corinne era più vecchia, e formosa, le piaceva quello che le praticava, la stava facendo godere.
Lei sapendo che a Stefy piaceva, la schiaffeggiò in viso e prendendola dietro la nuca per i capelli la baciò dentro la bocca, come se fosse un ragazzo, il suo ragazzo; e mia moglie incredibilmente rispose. Partecipando ricambiava, erano tutte due nude e abbracciate, sudate. Il seno grande, basso e mollo di Corinne si strusciava su il suo, Stefy sentiva gli anelli dei capezzoli sfregarsi contro e sui suoi e le piaceva sentire il metallo su di loro.
Si notava, quando ruotavano, i loro glutei diversi per dimensione e consistenza, ma tatuati uguali nello stesso punto e quando si girarono, le labbra del sesso grosso e slabbrato di Corinne inanellate brillare, mentre quelle di Stefy, aperte, dal piacere e dal ditalino erano lisce e perfette.
Finirono a baciarsi abbracciate, abbassandosi si inginocchiarono e poi si sdraiarono sul pavimento, sotto un ritmo di una musica cubana che aveva messo Stefen, i corpi sudati, con la pelle piena dello stesso profumo forte e intenso, spargevano nell’aria il loro piacere e il loro odore di sesso eccitato.
Restarono abbracciate a baciarsi succhiarsi e leccarsi per qualche minuto. Corinne si alzò e si alzò anche Stefy e andarono in bagno.
Pensai a Stefy a come godeva facilmente, troppo, mi faceva rabbia... probabilmente non la conoscevo affatto sotto l’aspetto sessuale o ero io che non ero mai riuscito a farla godere così tanto. Eppure mi sembrava che quando facevamo l’amore, godesse con me come se fosse il massimo per lei, l’estasi, ma sbagliavo... purtroppo!
Dopo cenato, Daniele mi disse che era tardi ed era meglio che tornassi in albergo, che l’indomani mattina l’avrei rivista. Salutai Stefy, l’abbracciai e baciai sulla guancia contraccambiato... non come marito e moglie, ma come fossimo parenti alla lontana che si salutano quando partono.”
Scesi la scala in silenzio e mi incamminai.
Ero stanco e sfiduciato e perversamente eccitato, ma soprattutto rassegnato, pensavo a come godeva Stefy, sia con gli uomini che con le donne, pensavo a quello che avevo visto nella camera di Corinne, fruste, vibratori, manette. Mi chiesi:
” In che mani siamo capitati?”
L’accettare la situazione di quello che era diventata, mi eccitava. Mi eccitava quello che aveva fatto e visto, e soprattutto cosa ancora sarebbe accaduto.
Giunto in camera dell’albergo, mi feci la doccia e mi sdraiai, non ero agitato, ma triste e pentito... mi stavo abituando alla situazione, anche a dormire solo. In alcuni momenti la pensavo con amore, in altri con odio e disprezzo... Mi rodeva quel suo godere così tanto... non avrebbe dovuto farlo così davanti a me!
Pensavo al giorno dopo, a quali sorprese ci avrebbe riservato?
Mi addormentai!
Gli eventi inarrestabili ci trascinavano...
Ora il gioco si faceva serio. Inizia per Stefy e per me, il nostro cammino, la sua discesa inarrestabile... lungo la strada della perversione e depravazione. Che la condurrà sempre più giù... in un girone infernale. E nell’addormentarmi pensavo ai versi del sommo poeta:
“Per me si va nella città dolente...
per me si va ne l’eterno dolore...
... per me si va tra la perduta gente.”
E mi addormentai.
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