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STORIE E RACCONTI EROTICI
VIETATI AI MINORI DI 18 ANNI
All Right Reserved 2022
METAMORFOSI DI UNA MOGLIE VIRTUOSA
VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI.
NOTE:
Lo spettacolo è nello spettatore.
(Alphonse de Lamartine)
CAP. 10 LO SPETTACOLO CONTINUA.
Stefy, oramai annullata, era al centro della sala... ancora a carponi con la coda e le orecchie canine. Anche in quella situazione e posizione era sempre bellissima e il suo sguardo pieno di timore e lacrime sprigionava una lussuria unica, mentre quel corpo che amavo e avevo fatto vibrare fino al giorno prima, mi ipnotizzava ancora, anche se adesso era una cagna perfetta, sembrava un animale.
Io ero frastornato e allibito da quello che avevo visto, ma anche perversamente eccitato.
Alle sue spalle ad un suono di piatti musicali che vibrò nell’aria, comparve di nuovo Clery, nuda, bellissima, che girandole intorno l’accarezzo e baciò nuovamente sulla schiena.
Le passò le mani sulle spalle sfiorandola, scendendo lentamente lungo il suo corpo. I capezzoli di Stefy erano turgidi in due mammelle penzolanti. La sua pelle, sudata, profumata, al riflesso delle luci sembrava che vibrasse oltre che brillare.
Clery si fece largo con la mano tra le grandi labbra, intrise di umori, penetrandola nuovamente con le dita, regalandole sensazioni di piacere che vedemmo tutti comparire sul viso di mia moglie, mentre con l’altra cingendola per i fianchi, la strinse, la fece gemere, poi l’accarezzò ancora.
Alzandosi e portandosi vicino al pubblico con voce gentile, chiese se qualcuno in sala volesse partecipare alla prosecuzione dello spettacolo.
Alzò la mano e si avvicinò un uomo, che mi parve aver già visto, Clery, gli andò incontro, lo prese per mano e lo portò al centro della sala. Sotto le luci lo riconobbi e lo riconobbe anche Stefy a giudicare dal suo sguardo sbalordito … era il negoziante!
Quello che qualche sera prima ci aveva venduto quel maledetto completino intimo e il bracciale con la medaglia di Triskale, la causa di tutto questo.
Clery, avvicinatasi al suo orecchio, gli sussurrò qualcosa e lui sorridente iniziò ad abbassare i pantaloni, facendo uscire fuori il suo pene semi rigido, avvicinandosi al volto di Stefy, che spaventata cercò di ritrarsi, dicendo sarcasticamente: “Bonsoir madame comment allez-vous!” (Buongiorno signora, come sta!?).
In quel momento i nostri sguardi si incrociarono ancora.
Il negoziante la guardò soddisfatto del suo stato, dall’alto al basso, come se fosse un essere inferiore, probabilmente aveva assistito a tutto lo show e le fece un sorriso beffardo, come a ricordarle che era lui la causa della sua condizione.
Poi si portò davanti a lei e le porse il pene appoggiandolo alle sue labbra gonfie e chiuse. Lei cercò di ritrarsi ancora con la testa, ma Antoine dalla poltroncina le ordinò di leccarlo … Restò immobile e mi guardò.
Ci furono alcuni secondi di pausa che sembrarono una eternità... capii l’indecisione che manifestò Stefy a prendere in bocca quel pene, capii la meraviglia che probabilmente provava a vedere quanto fosse diverso e più grande del mio.
Dai suoi occhi, guardandolo, traspariva anche il suo desiderio inconscio a volerlo fare.
Mi venne un impeto di gelosia.
Pensai:” Lei ha fatto sesso solo con me, passi il rapporto con Clery, che era una donna e egoisticamente non mi aveva ingelosito, ma anzi, le loro effusioni eccitato molto, passi la coda da cagna che ha voluto tenersi, ma con un uomo no!... Un rapporto orale con un uomo no! ...” Non potevo permetterlo e per giunta con un vecchio. E vedendola tentennante mi dissi:
” O adesso o mai più!” Mi alzai di scatto e gridai forte: “Nooo!!... Non farlo Stefy!!”
Lei, girandosi, mi guardò... ma subito si rivoltò verso il glande di quell’uomo e iniziò a leccarlo, facendomi morire un “Nooo!!” In gola.
Daniele rideva e Stephen mi guardava scuotendo la testa.
Corinne mi disse: “Su!!... Non fare così!... Vedrai!... Ne riceverai giovamento pure tu, da tutto quello che impara.”
Mi risedetti vinto, in silenzio.
Antoine rivolto alla gente, che si era voltata verso di me, sorpresa dall’urlo della mia voce disse ridendo: “Scusatelo!... È il marito.” E ci fu una risata e un applauso di scherno nei miei confronti, mentre lei iniziava a leccarlo...
Mi sentivo umiliato anch’io. Non potevo credere che fosse mia moglie quella donna...
L’inesperienza di Stefy si notava, non era pratica, ma la ragazza sopperendo a questo, le andò in aiuto chinandosi al suo fianco e accarezzandole il viso e i capelli, prese in mano il pene del negoziante che iniziava a gonfiare sotto la lingua di Stefy e glielo spinse in bocca, dentro, dicendole di succhiarlo. “Suce!... Suce!”
Lei senza opporre la minima resistenza si lasciò penetrare la bocca.
Iniziò succhiando, prima leggermente poi in modo intenso. Clery china al suo fianco, la guidava a leccare, a prenderlo in bocca, lasciando che le sue grosse labbra e la sua saliva avvolgessero completamente il glande gonfio di quell’uomo. Sussurrandole all’orecchio consigli sul come fare… come se fosse la sua maitresse.
Il pene del negoziante aumentava sempre più di volume e rigidità tra le sue labbra.
Corinne guardava soddisfatta, incrociando spesso lo sguardo di Clery, che la osservava come a cercarne approvazione.
Tenendola per i capelli, mentre il pene del negoziante era dritto in bocca di Stefy, Clery, sapientemente stimolava l’uomo con la mano, sfiorandole e accarezzandogli i testicoli. Stefy inesperta e inconsapevole succhiava, finché lui si irrigidì, la prese per la testa e la spinse verso di sé per poi tenerla ferma tra le mani e guardando in alto con delle forti contrazioni le venne in bocca.
Stefy cercò di staccarsi, ma lui la teneva ferma e quando glielo permise, lei aveva la bocca piena di sperma che le sbordava anche ai margini delle labbra sul mento come una novizia.
Cercò di chinare la testa per sputare tutto... ma Clery con abilità, guardando Corinne, la prese per i capelli tirandole indietro il capo e di conseguenza in alto la bocca, tenendola ferma così per alcuni istanti…
Stefy a carponi, in quella posizione obbligata, sentendo tutto in gola, per riuscire a prendere aria, di riflesso deglutì, ingoiando lo sperma di quell’uomo.
Quando Clery sorridendo le lasciò i capelli e lei abbassò il capo, il seme del negoziante oramai era dentro di lei. Aveva ingoiato tutto, per la prima volta aveva ingoiato lo sperma e non il mio che si era sempre rifiutata di fare, ma quello di un altro uomo, un vecchio.
Aveva fatto un pompino ad un estraneo, in mia presenza e davanti a decine di persone, ubbidendo a un ordine di Antoine; nuda a quattro zampe, lo aveva fatto venire dentro la sua bocca come una vera puttana, per poi lasciarsi tirare su la testa ingurgitando tutto, senza impedire che tutto questo avvenisse.
“Perché non si era fermata al mio grido? Le piaceva?... Aveva ragione Corinne ed Antoine le piaceva!?”
In certi momenti la odiavo... ero io la vittima di quel gioco e non lei. Lei partecipava.
Corinne guardandomi e sorridendo disse:” Ti preoccupavi tanto delle labbra gonfiate di tua moglie… adesso hai visto a cosa servono?” E come rispondendosi da sola con un sorriso più sarcastico aggiunse:” A fare bene i pompini, a prenderlo bene la bocca e a fasciarlo con le labbra carnose…” E rise, facendo sorridere Daniele e Stephan.
Tornai a osservare mia moglie, in quel momento l negoziante soddisfatto la guardò negli occhi, poi mentre si rimetteva a posto i pantaloni, si girò a guardare me, mi fissò alcuni istanti e sorridendo divertito si allontanò salutando Antoine e dicendo rivolto a Stefy: “Au revoir madame ES, je suis sûr que nous nous reverrons! Bonne continuation!” (Sono certo che ci incontreremo ancora. Buon proseguimento!)
I clienti applaudirono, si sentì un bisbiglio tra le poltroncine in penombra.
Il sottofondo musicale cambiò ancora diventando più erotico, le luci colorate illuminarono il centro della sala, dove Stefy era ancora ferma, con le orecchie e la coda da cagna.
Da un angolo al suono di un gong, uscì un uomo nudo danzando al ritmo musicale, restai sbalordito, era impressionante, un fisico giovane atletico, muscoloso con il volto coperto da una maschera di cuoio nero, da cane a muso lungo, con le sembianze lupoidi.
Una maschera canina, con le orecchie dritte e due aperture sugli occhi.
Faceva quasi impressione a vederlo, era attraente e sconvolgente. Sembrava il Dio mitologico dell’antico Egitto “Anubi”.
Dal pubblico salì una esclamazione di stupore... un:” Oooohhhhhhhh!!!!!!...” E un applauso. Daniele, ridendo beffardamente mi sfotteva:
“Stai tranquillo, non è un cane vero, è solo Renè con la maschera, è il compagno di Clery” … Mi prendeva anche in giro... quello stronzo!
Lui le ruotava attorno a mia moglie danzando, lo vide anche Stefy, che spaventata lo guardò stupita, con un sussulto e gli occhi sbarrati.
E a suon di musica iniziò lo spettacolo.
Come un cane vero, le andò dietro la coda e l’annusò, le accarezzò i seni gonfi e pendenti sotto il torace e le tirò i capezzoli turgidi, coinvolgendo con maestria il pubblico a quello show, che applaudì più volte.
Stefy era passiva, rigida, ma eccitata, lui la schiaffeggiò sul viso, facendole dondolare il capo e poi il seno, fino a girare dietro e sculacciarla forte, intensamente, da farle diventare i glutei rossi come le sue labbra e le unghie. Le alzò la coda e guardando il pubblico come a giocare con loro, osservò cosa c’era sotto, mostrando la sua vulva rasata con la lunga fessura vaginale che si mostrava e la annusò nuovamente... Stefy alternava momenti di vergogna a partecipazione, sofferenza a piacere.
Poi con il piede le allargò le ginocchia, divaricando di più le gambe in quella posizione canina, le rialzò la coda e, infilandole la mano sotto, la batté sul sesso, sempre più forte, alternando la battitura alle tirature delle labbra vaginali e del clitoride… Ci sapeva fare quel bastardo, più di Clery. Stefy godeva... si vedeva in viso e da come muoveva il sedere… se ne accorse anche Daniele che esclamò: “Guarda!... Gode!!”
Capii che come Clery, anche lui era un professionista del sesso, forse anche più di lei.
Renè con il pene eretto, strabiliante, bello da vedere e anatomicamente perfetto, con il glande rivolto in su a passo di danza lo mostrava oscillante al pubblico, facendo schermire falsamente le signore alla sua vista, che invece lo guardavano con piacere e con desiderio.
Si riportò dietro Stefy, il pene lungo e duro ondeggiava davanti a lui nell’aria, era grande. O almeno, molto più del mio.
Clery gli passò un lubrificante, che lui spalmò sul glande e sull’asta.
Si inginocchiò dietro, alternando schiaffi a carezze al suo ormai rosso sedere. Anche Clery si avvicinò a Stefy, con la mano le accarezzò la schiena, procurandole dei fremiti di piacere e poi scendendo verso il sedere, lo accarezzò, prese la coda in mano, la guardò, guardò Renè e il pubblico e poi alzandosi la tirò, la rimosse e la portò via con sé stretta nel suo pugno e come un trofeo la alzò in alto e la fece volteggiare in aria verso il pubblico.
Il sottofondo musicale cambiò ancora, diventando lento ed erotico, come il tamburellare delle gocce di pioggia sulla lamiera, il pubblico applaudì nuovamente sorridendo.
Stefy fece un guizzo in avanti, quando Renè alle sue spalle, appoggiò le sue grandi mani aperte sui glutei rossi e morbidi, iniziando con i pollici a divaricare il solco fino a far apparire il suo ano roseo, ancora dilatato dal cuneo della coda. Sistemò il suo grosso pene eretto nel solco, lo fece scorrere un paio di volte su e giù, per poi appoggiare il glande lubrificato sul suo ano. Si fermò un attimo e poi incominciò a premere lentamente, a iniziare a penetrarla, trovando resistenza e nel procedere dilatandolo maggiormente per entrare.
Stefy ebbe un sussulto, Capì quello che stava cercando di fare!... Sbarrò gli occhi... Questa volta non era una fredda plastica che voleva entrare in lei, ma una calda asta di carne viva, che sentì pulsare appoggiata al suo ano. Una smorfia di dolore le corse sul viso, era ancora vergine analmente, d’istinto si portò in avanti camminando a carponi come una vera cagna per fuggire. Si voltò, lo guardò, vide il suo viso mostruoso e animalesco di cuoio nero, da lupo, con dentro due occhi lussuriosi che la osservavano, si sentì preda, animale anche lei, si sentì davvero cagna e quell’uomo, quel cane lupo umano, la voleva montare analmente.
Anche lei nonostante fosse spaventata, era perversamente eccitata dalla scena, da quell’accoppiamento innaturale, aveva paura, cercò d’istinto di fuggire, ma lui la riprese e tenendola forte con le mani sui fianchi, spinse di più il pene dentro di lei, allargando il foro rosa, iniziando a farlo entrare lentamente ma inesorabilmente.
Stefy sentì male. Gridò!
Clery si chinò vicino lei e accarezzandola le fece piegare e incrociare le braccia in avanti, portandola con il viso appoggiato tra esse sul pavimento e il sedere ben esposto alto in aria, semiaperto, in una posizione più comoda e meno dolorosa per essere sodomizzata.
L’accarezzò e le mise una mano sulla bocca per impedire di lamentarsi, mentre lui continuava a spingere.
Dapprima piano, poi sempre con più decisione. Lei sentiva male, iniziò a piangere, cercò di ritrarsi, ma Renè la teneva bloccata, non cedeva, voleva entrare sempre più in lei.
La loro pelle alle luci era tesa e imperlata di sudore.
Io ero agitato, sudavo, sentivo il pene durissimo a quella scena di sodomizzazione, anche se era mia moglie a riceverla, il cuore mi pompava all’impazzata. Vedevo che la penetrava lentamente, un poco per volta. La vedevo che cercava di divincolarsi, ma era trattenuta da loro. Immaginai il suo ano vergine, mai concesso a me, stretto e caldo violato.
La stava sverginando.
Quando l’apice dell’asta, del suo glande aprì un varco, Stefy ebbe un sobbalzo, sentì male, si lamentò, mentre il pene entrava sempre più.
Si dibatté, svincolò le sue labbra dalla mano di Clery, si tirò su e appoggiò sui gomiti e gridò, mentre il suo corpo agitato, cercava di liberarsi dalle mani di Renè e nel farlo sentiva più male.
Ebbe un sussulto, senti dolore e le uscì un lamento.
Ma il pene di Renè non si fermava, entrava sempre più nel suo retto.
Quell’uomo la stava sverginando dietro, lo capiva anche lei, lo sentiva. Alzava, abbassava e scuoteva lateralmente la testa, sbattendo i lunghi capelli e gli orecchini dondolanti sul viso... Avvertiva dolore, si lamentava, il suo ano spasimava per reazione cercando di stringersi per non farlo entrare, procurandole più sofferenza. Ebbe un brivido e cercò di svincolarsi, ma lui la tenne ferma e forte; finché il suo glande sparì all’interno della mia Stefy, continuando a entrare, spingendo con delicatezza il suo pene, che proseguì la sua lenta discesa nel retto, finché non fu tutto dentro di lei.
Il suo sedere fu aderente ai suoi inguini. Renè alzò le mani in segno di vittoria e ci fu lo scroscio di un lungo applauso, e muovendosi lentamente avanti e indietro, rimise tutte e due le mani sui fianchi, iniziando a sodomizzarla.
Quella visione, era oscena, sconcia, depravante, ma assurdamente mi piaceva osservare, la trovavo terribilmente eccitante e perversa; mia moglie nuda, in ginocchio con la testa dondolante, e le orecchie canine, sverginata e montata analmente da un uomo-cane con la maschera, sembrava proprio una monta animalesca, mitologica.
Il viso di Stefy era teso... coperto da una espressione di dolore, gli occhi le lacrimavano, sciogliendo il rimmel e l’ombretto, segnandole il viso con due lacrime rosso-nero che le scendevano sulle guance per poi cadere sul pavimento.
Ero perversamente eccitato dalla scena di sofferenza/piacere di Stefy, scoprire nel mio tormento, nella mia gelosia, la depravazione del piacere.
Quell’uomo stava sodomizzando Stefy, la mia Stefy, mia moglie, l’aveva sverginata analmente davanti a me e a decine di persone che guardavano eccitate e attente e ora iniziava a possederla.
Io, ne provavo profondamente piacere, soddisfazione. Quello che non aveva mai concesso a me per integrità morale, educazione o timore, lo concedeva ora indecentemente ad Antoine, tramite quell’uomo, Renè.
Non avevo più compassione. Mi eccitava quello che vedevo, dentro i miei pantaloni subivo l’erezione depravata e immorale del mio pene a quella scena e alla sua sofferenza. Non sentivo rimorso a quello che subiva la mia fedele moglie, il mio amore... ma piacere!
Daniele disse rivolto a Stephen: “La sta inculando guarda!”
“Oui l’enculè!” (Si la incula) Rispose lui.
Renè iniziò a muoversi velocemente dentro lei, sculacciando i glutei, fino a farli diventare ancora più rossi di quello che erano. Il viso di Stefy iniziò a cambiare espressione sospinto in avanti dal movimento dondolante di quei colpi, non più dolorante, era diventato inespressivo, fermo, passivo. Anche il pianto si era interrotto, poi da teso, iniziò a diventare quieto.
Clery si chinò sotto di lei e le tirò e girò i capezzoli con forza, per poi battere nuovamente forte la mano sul sesso e sul clitoride di Stefy, che iniziò a inarcarsi verso l’alto, appoggiandosi sulle braccia dritte, rimettendosi a quattro zampe come una cagna che ulula.
Renè iniziò a muoversi velocemente… tenendola ora per il collare, con il viso dritto e in avanti a guardare il pubblico, sembrava che la cavalcasse. In alcuni momenti, più volte, lo faceva uscire da lei, mostrandolo al pubblico, per poi rimetterlo immediatamente dentro e continuare a sodomizzarla, come a voler oltre che esibirlo alle signore presenti, dilatare maggiormente il suo ano.
Antoine seduto guardava compiaciuto e soddisfatto la sua schiava sodomizzata.
Corinne vicino a me sorrideva.
Stefy iniziò gradualmente a provare piacere da quel ritmo, da quella posizione dalla sodomizzazione... Chiudeva e apriva gli occhi, muovendo la testa su e giù e di lato, inarcandosi, scuotendo il capo, facendo ballare forte gli orecchini e le orecchie canine. Poi iniziò a muoversi con godimento sotto i colpi di Renè, l’uomo-cane.
Muoveva il sedere bianco e maturo verso di lui, incrociando lo sguardo di Antoine, seduto e soddisfatto.
Iniziò a pizzicarsi e tirare le gonfie labbra con i denti per quel godimento strano, fatto di dolore e piacere, che aveva scoperto in quella situazione e non aveva mai provato prima, ma si rendeva conto che ora le piaceva essere sodomizzata e avvertirlo duro nel sedere dentro di lei.
Era sotto i colpi decisi e profondi di Renè e iniziò a dimenarsi, non più per fuggire, ma per riceverlo e sentirlo in lei con piacevole sofferenza... il viso era diventato rilassato e godente, iniziava a provare piacere… forte.
“Gode!... Gode! come una vera troia”. Pensavo.” Si sta facendo inculare da quel giovane e le piace…!”
Ora la moglie modello tutta casa, chiesa e lavoro, era diventata una troia. L’angelo era diventato il mio diavolo, il mio tormento perverso.
Ora con volontà e coscienza si muoveva anche lei, il viso sfatto dai colori del trucco faceva brillare i suoi occhi seppur umidi, di lussuria e depravazione. Quella monta brutale, quel sentirsi violare oscenamente il suo bel sedere adulto le piaceva, stava partecipando attivamente, con il viso sudato che sgocciolava i colori del trucco sul pavimento.
Ero eccitato, tutti eravamo eccitati, anche Corinne, tutti accalorati …
Mi chiedevo:” Perché, invece di prenderla in vagina, com’è più logico, hanno voluto farla sodomizzare?” E mi risposi da solo: “Probabilmente perché sanno che è vergine e la vogliono iniziare e umiliarla di più.”
La guardavo in silenzio, tra il vociare sentii ancora Daniele dire a Stephen:
“Guarda!!... Ora gode!!!... Visto!!... Partecipa!! Le piace essere inculata.”
Ero sudato e tormentato ma depravatamente eccitato e accaldato anch’io nel vedere la mia Stefy sodomizzata, scoprire che ne provava piacere e lo aveva dipinto sul suo volto; come una ragazzina alle prime esperienze sessuali che scopre il sesso e ne viene travolta dal piacere, godendo e fremendo, così era lei.
Non avrei mai pensato un finale così... Fino alla mattina eravamo in spiaggia insieme, che diceva di amarmi... ancora seria e morigerata e ora era in quel locale, trasformata fisicamente, dissoluta e traviata. Ora era una puttana corvina con quei lunghi capelli neri e il trucco sfatto dal pianto e dal sudore, con il rossetto sbordato dalle labbra sotto i baci di Clery e del rapporto orale... sembrava davvero una cagna…
La gelosia mi rodeva a vedere mia moglie in quello stato, ma nello stesso tempo mi eccitavo al pensiero di quello che mi dicevano Stephen e Daniele:
“Vedrai!... Le renderemo il buco del culo elastico e dilatato come una figa!” E ridevano.
Mi tormentava e piaceva sentirlo dire. In quel locale la guardavo con altri occhi, anche per me in quel momento era un puro oggetto di piacere da possedere.
La odiavo, faceva cose con quel Renè che noi non avevamo mai fatto, una parte di lei che non conoscevo era uscita fuori e lo capivo, lo sentivo e vedevo da come si dimenava e gemeva. Si stavano avverando le parole di Antoine e Corinne, che sarebbe cambiata e tutto le sarebbe piaciuto.
Fu tremendo e impressionante il finale… I suoi gemiti diventati un grido di piacere, l’orgasmo anale che incredibilmente la travolgeva, vedere il suo culo che si dimenava, spingendo indietro verso il pube di Renè, per riceverne la sua asta in profondità. La sua asta dura e lunga che entrava e usciva da dentro il suo sedere ormai senza resistenza e dolore.
Il suo orifizio anale, oramai dilatato irreversibilmente assorbiva lo scorrere del pene al suo interno e introduceva in lei il ritmo dei suoi colpi. Sudava, godeva, tremava e ansimava e sentimmo chiaramente un ansante: “Ancoraaa!”
Oramai era in preda alla perversione e alla lussuria, era stata contaminata da loro. Ci fu un altro applauso alla sua esclamazione.
Clery nel frattempo, si mise davanti a Stefy anche lei eccitata, riportò il sesso contro le sue labbra, non dovendo più tenerla per i capelli, perché partecipe e se la lasciò ribaciare e leccare, cosa che Stefy fece di sua iniziativa quando se la trovò davanti…
Clery ad un cenno di Renè mentre sodomizzava Stefy, si allontanò...
Lui le passò un braccio sotto l’addome tenendola stretta e tirandola a sé e con l’altra mano su il collare... inizio a dare colpi fortissimi, veloci, brutali, spostando Stefy di peso in avanti, come se la spingesse, sollevandola anche da terra.
Sentii Daniele ridere dicendo: “Le sta sfondando quel suo bel culo da signora per bene con quei colpi.” Poi voltandosi verso di me aggiunse:” Puoi dire addio a quel bel culo vergine di tua moglie!”
Era una scena allucinante, sembrava davvero che la demolisse.
All’improvviso Renè sudato gettò nell’aria un gemito di piacere animalesco, portando la testa canina verso l’alto, inarcandosi, stava venendo anche lui assieme a mia moglie, e anche lei gridò di sofferenza e godimento in preda all’orgasmo anale e a quei colpi furiosi che le demolivano il suo avvenente culo non più vergine, mentre l’uomo-cane stava eiaculando violentemente dentro di lei.
Renè spinse il pene fino in fondo, restando fermo aderente a i suoi glutei, per svuotarsi ancora del suo seme.
Ci fu uno scroscio di applausi dalle poltroncine, che invase la sala, qualcuno si era alzato anche in piedi, avvicinandosi per vedere meglio la monta, anche qualche signora più audace…
Tutto il locale era eccitato a quella scena...
E quando anch’io sentì che l’eccitazione mi stava esplodendo dentro i pantaloni, fu come se avessi avuto una scarica di adrenalina. Anch’io in erezione, toccandomi con la mano i pantaloni sotto il tavolo, venni.
Renè tirò fuori la sua asta eretta dall’ano di mia moglie Stefy ancora gocciolante di sperma e sporca di feci... era enorme e rosso, si alzò tra gli applausi a braccia alte, sfilò davanti i clienti in segno di trionfo, per poi scomparire con il pene ancora oscillante assieme a Clery.
Sentii dire Daniele a Stephen: “Le ha sborrato dentro, l’ha riempita tutta!” Lui annuì sorridendo.
Stefy restò sdraiata a terra, spossata … stordita da quell’amplesso anale, brutale e animalesco, di sofferenza e piacere, con il godimento in sperma di Renè dentro al suo ventre. Era sudata, fremente, il suo maquillage disordinato e disfatto, non si dimenava più, ansimava sdraiata in posizione fetale con il suo bellissimo sedere maturo martoriato.
Antoine si avvicinò, accarezzandole i capelli le agganciò nuovamente il guinzaglio all’occhiello e l’aiutò ad alzarsi. Lei sorreggendosi a lui, prima alla sua gamba e poi al suo braccio, si alzò a fatica, sotto l’applauso dei clienti. Il seno era gonfio e rosso è indolenzito, come il sedere con la pelle scarlatta dalle sculacciate e l’ano infuocato e rovente dall’accoppiamento. Si appoggiò ad Antoine che la sorresse nuda e barcollante. Camminando sui tacchi alti, ritornarono al nostro tavolino.
Clery, portò il vestitino di Stefy e l’aiutò ad indossarlo, poi con un fazzolettino bagnato, cercò di pulirle il viso dai segni delle lacrime, dal rimmel e dal rossetto slabbrato e dopo aver salutato reverenzialmente Corinne si allontanò.
Stefy non si sedette per il dolore, restò in piedi accaldata, bevve qualcosa passatole da Corinne e si rinfrescò. Ci guardammo negli occhi ma non ci dicemmo nulla, non parlammo, oramai ci accettavamo, sapevamo entrambi che avremmo proseguito il gioco fino alla fine.
Daniele ridendo le fece i complimenti per lo spettacolo, anche Stephen e Corinne si complimentarono, l’unico che non lo fece fui io.
Nell’essermi eccitato a quella scena di mia moglie, mi sentivo un depravato un perverso, come lei che aveva provato piacere nell’esibirsi e lasciarsi per la prima volta sodomizzare in quel modo.
Era tardi, quasi l’alba... sì tornò in albergo. Usciti fuori io e Stefy ci guardammo negli occhi, poi lui le fece un cenno e lei ubbidiente entrò a testa bassa nella sua auto. La guardai in macchina con Antoine, al guinzaglio, con il suo padrone che partivano. Io salii in auto con Daniele che mi portò in albergo.
Giunti gli chiesi:” Come mai non è ancora arrivata mia moglie essendo partita prima di noi?” Mi guardai attorno e domandai agitato: “Dov’è?”
Mi rispose calmo: “Stefy resterà da Corinne sopra le Triangle, finché non avrà finito l’educazione, vivrà lì, tu comunque potrai vederla quando vuoi, già domani mattina”.
Alle mie obiezioni rispose con volgarità: “Hai paura che Antoine te la chiava??” Canzonandomi e ridendo, aggiungendo: “Tranquillo!!... Forse lo farà ma a lui interessa altro.”
Poi proseguì a parlare:
“ES è una quarantenne, ma è una gran bella fica. Verrà il momento che sarà chiavata da qualcuno in tua presenza e lo farà per ubbidire ad Antoine, ma anche per il solo gusto di prenderlo nella figa. Abituati! Lei da stasera è cambiata e ti conviene cambiare anche te, se no la perderai per sempre…” ... Poi ridendo aggiunse: “Le verrà il buco del culo più largo e dilatato di quello della figa ... anche se sono sicuro che a chiavare solo con te ce l’avrà ancora stretto.”
Scesi dall’auto rassegnato e guardandomi. mentre mi allontanavo verso l’albergo, chiuse la portiera e ripartì, mentre io lo seguii con lo sguardo.
Dentro di me ero teso angosciato, con le lacrime agli occhi, avevo perso mia moglie, ma non disperavo di riconquistarla e pensavo delle sue battute: “Lo picchierei se potessi, ma ho paura e non ne sono capace.”
Tornai in camera mia. Mi chiusi dentro pensando a tutto quello che era accaduto, al giorno prima, mi portai le mani sul viso e iniziai a piangere in silenzio, non sapevo se per rabbia o per disperazione... Stefy non era più mia… ero stato uno stupido... Piangevo per aver goduto nel vederla in quella condizione, per aver provato piacere ed essermi quasi masturbato. Piangevo per aver veduto lei godere nell’essere umiliata e sodomizzata da un altro.
Mi sdraiai sul letto pensando al giorno dopo, avrei fatto di certo qualcosa per cambiare la situazione, anche se non sapevo cosa. Mi chiedevo:” Che altro ancora dovrà subire Stefy nel suo ruolo di Es?”
All’improvviso mi prese il sonno e la stanchezza e mi addormentai.
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dressage1@hotmail.it
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