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STORIE E RACCONTI EROTICI

VIETATI AI  MINORI DI 18 ANNI

All Right Reserved 2022

L'AMICIZIA VELENOSA

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VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI.

NOTE

 

“In principio erano le messaline, le concubine e le cortigiane, poi venne il tempo delle donne di strada, di malaffare e di facili costumi, ora il regno è quello delle work sex, delle squillo, delle lucciole e delle escort. Tutte vivono vendendo il proprio corpo al primo che capita. 

In questo dissoluto contesto di mercificazione della carne, ogni madre cresce la propria figlia insegnandole cosa è bene e cosa è male, portandola ad additare tutte le ragazze sopracitate come incarnazioni del peccato e del male. Tuttavia ogni ragazza entrerà in crisi con l’adolescenza: la giovane pura ed innocente si chiederà perché viene apostrofata con gli epiteti più volgari dal fidanzatino che l’ha appena mollata o da qualche coetaneo a cui non ha voluto darla e perderà la sua capacità di discernere tra chi sia sgualdrina e chi no.”

Anonimo.

 

CAP. 17 DA STUDENTESSA AD ESCORT.

 

Continuando a guardarla e ad ascoltale le chiesi:

“E come è avvenuto questo cambiamento che ti sei data sessualmente a un altro? Me lo puoi spiegare?” E subito rispose:

“Una sera a casa sua, la prima volta come sai fu con Nando, quasi non me l’aspettavo ma avvenne, la seconda volta accadde dopo una cena a casa sua che avevamo bevuto, mi sono trovata a letto con un cliente di sua sorella, un commerciante. E poi giorni dopo un pomeriggio mi ha portato con lei in un appartamento e l’ho fatto al suo posto. Ecco ora sai come ho iniziato… praticamente senza accorgermene mi sono trovata a farlo e poco importa come è avvenuto, l’ho fatto e ho scelto di rifarlo.” Affermò.

La guardai sconsolato, era nervosa a raccontarmi la verità su quelle cose:” Posso fumare?” Mi chiese.

“Si certo, intanto le finestre sono aperte… Ma fumi ora?” Le domandai.

“Si!”  Rispose sorridendo toccandosi il nuovo tatuaggio fatto da lui sul braccio. 

A quel punto non so nemmeno io perché glielo chiesi, ma in quella discussione e chiarimento mi sentivo accaldato ad averla vicino, con quel suo nuovo profumo adulto e forte che mi entrava nelle narici e arrivava al cervello le domandai. 

“Ma è vero ti piace fare sesso con Lucio e anche con gli altri uomini?”

“Oddio ti ha detto questo?!” Esclamò imbarazzata quasi arrossendo:” È il solito vanitoso... Sì comunque lui è bravo sessualmente se ti interessa, è stato lui che mi ha iniziata…”

“Lui d’accordo, ma la prima volta che sei andata da sola con un cliente non a casa sua, come è stato?” Domandai.

In quel dialogo tra noi, praticamente senza dire nulla discorrendo con lei, mi trovai ad accettare quello che faceva, che si prostituisse e visto che eravamo entrati senza imbarazzo nella conversazione iniziai a farle domande riguardo alla sua attività.

“E tu? Quando te l’ha proposto che hai fatto?” Domandai. 

“Io accettai…” Rispose abbassando gli occhi.

“Ma dove è avvenuto, dove lo hai fatto la prima volta?” Chiesi morbosamente turbato visto che ora sapeva che ero a conoscenza di quello che faceva.

“La prima volta vera fu nel retro di un negozio di alimentari, nell’orario tra la chiusura e la riapertura pomeridiana. Nel retro c’era una specie di magazzino con una branda dove si riposava quell’uomo, il titolare nell’attesa dell’apertura post prandiale.  Prima di andare su consiglio di Lucio bevvi un whisky tutto di un fiato, per scaldarmi e disinibirmi. Arrivati ci fece passare dal retro. Quando fummo dentro lui ci salutò e mi accarezzo sul viso dicendo:” < Sei bella. Davvero bella…>”

In quel momento, a quelle parole feci una pausa mentale turbato da quello che mi diceva mia sorella Giulia, che dette, raccontate direttamente dalle sue labbra acquisivano un altro valore, forse meno sporco e tragico e per me quasi eccitante e morboso in quel momento. E osservandola mi rendevo conto che era vero, quello che gli aveva detto quel cliente, aveva diciannove anni ed era bellissima e quel bastardo dopo averla plagiata l’aveva venduta e avviata alla prostituzione. E lei continuò:

“Quando fummo nel retro del negozio durante la chiusura post prandiale delle 13.00 alle 15.00 il commerciante esclamò:< Dai facciamo presto però che poi arriva mia moglie.>

<D’accordo! Dove lo vuole fare?> Gli domandò Lucio.

<Sulla branda!> Rispose lui.

Io ero ferma in silenzio che ascoltavo, smarrita in quella penombra.

<Va bene!> Replicò subito Lucio e rivolgendosi mi esortò:< Dai togliti le mutandine e sdraiati...>

< Ma è pulita?> Domandai osservando la branda dove ci si sdraiava quell’uomo panciuto in mutande e canottiera a riposare.

<Certo che lo è?> Ribatté il commerciante indispettito, ci dormo io e rivolgendosi a Lucio esclamò:< Ha delle pretese questa puttanella? Cos’è schizzinosa...?>

<No… tranquillo, l’ho convinta, si lascerà chiavare.> Rispose lui.

Lucio con il capo e portandosi il dito sulle labbra mi fece segno di non dire niente, di non rispondere e così agitata e smarrita feci. Subito ebbi un ripensamento, più per l’ambiente e la persona che per quello che stavo per compiere, ma mi passò subito, oramai c’ero e Lucio prima di continuare si avvicinò mi prese il volto tra le mani e mi baciò sulle labbra dicendo:< Grazie amore… non dimenticherò mai quello che fai per me…Ti amo tanto.>”

“Cane, bastardo, maledetto!” Pensai, mentre il racconto di mia sorella iniziava a turbarmi e a eccitarmi inconsciamente. E proseguì:

“Su sollecitazione di Lucio mi tirai su la gonna, presi per l’elastico le mutandine sui fianchi e le abbassai, e piegandomi in avanti alzando una gamba alla volta me le tolsi, e aiutata da Lucio mi sdraiai sulla brandina e mi posizionò a gambe larghe. Il commerciante mi osservava eccitato, era sudato, abbassò lateralmente le bretelle dei pantaloni e li calò assieme ai boxer facendo uscire da sotto il suo ventre flaccido e voluminoso il suo pene duro e lungo e si mise il preservativo da solo, mormorando tra sé e noi. 

< Meglio mettersi il preservativo, con queste troiette non si sa mai… chiavano con tutti …> Facendomi con quella frase sentire davvero una puttana. Lo mise insalivandolo esternamente sul lattice e allargandomi ancora bene le cosce con il suo pancione si sdraiò tra esse su di me. Io ero come assente, smarrita, sospesa in quel momento, tra la confusione e l’effetto del whisky, lo facevo per amore, per Lucio, ma mi vergognavo a fare sesso con un altro ed ero agitata. Il commerciante appoggiò la sua pancia sul mio addome scarno e incavato e con una mano me l’accarezzò, sentii passare le sue dita grassocce sopra la vulva, e il seguito fu un attimo conseguenziale, avvertii che puntò il glande e premette, spinse forte penetrandomi, facendomi sussultare e inarcare all’introduzione. Iniziando a possedermi muovendo la sua massa flaccida su di me con foga, e tirandomi su la maglietta e reggiseno stringendomi le mammelle e succhiandomi i capezzoli con la sua bocca rivoltante. 

Ma il disgusto che all’inizio avevo di quell’uomo, nell’essere posseduta da lui, alle sue spinte in vagina e al leccare e succhiarmi i capezzoli a un certo punto si trasformò lentamente in una forma di piacere inaspettato.  Si lo ammetto, è la verità Adriano, non so nemmeno io come e perché, ma divenne piacere, una forma di godimento continuo. Forse perché era bravo sessualmente o forse per via della situazione psicologica in cui mi trovavo, non lo so… so solo che godevo.

Lui cercava anche di baciarmi in bocca, ma io non volevo, mi faceva schifo, voltavo il capo di lato, ma alla fine ci riuscì, tenendomi ferma la testa, prendendo le guance tra la mano, mi infilò la sua lingua bavosa in bocca e mi baciò depravatamente e io lo lasciai fare.” 

A quel punto scelleratamente eccitato dalla sua esposizione e avvertendo i sintomi dell’erezione in me, le domandai sfacciato:

“Ti piaceva?” 

Lei era imbarazzata, poi visto ormai il tema della conversazione aperto e sincero che si era instaurato tra noi mormorò:

“Assurdamente in quel momento si Adriano, come ti ho detto non so perché, se per la situazione che vivevo o quello che avevo bevuto prima, non so… so che mi piaceva.”

Fece un’altra pausa e proseguì:” L’amplesso non andò come volevo io, essere rigida e distaccata da lui come mi avevano istruito Lucio e sua sorella Claudia, purtroppo iniziò a piacermi… e incominciai a godere e…

A quel sentire parlarla, mi accesi una sigaretta anch’io e silenzioso ed eccitato l’ascoltai continuare, e lei proseguì.

“Anche se non volevo Adrianocon quell’uomo incominciai a godere contro la mia volontà, con Lucio che guardava che facevo sesso a pagamento con un altro. Quel salumaio nonostante il pancione ci sapeva fare, era dotato … Il resto fu quello che avviene tra una normale coppia che fa sesso… mi possedette e provai piacere… 

E fu così, che nella mia gioia a occhi chiusi abbracciai quella massa di carne flaccida che mi faceva ribrezzo, donandomi a lui completamente, avvinghiandomi stringendolo tra le braccia e le cosce, lasciandomi baciare, leccare, succhiare e possedere da quel cliente. “Fece una pausa e sospirò.

“Tutto avvenne nel silenzio del retro del negozio, tra il cigolio squallido della branda e i miei gemiti di piacere soffocati, arrivando all’orgasmo. Lui eiaculò dentro la vagina, ma nel preservativo. 

Finito tutto quell’uomo sfilò ancora eretto dal mio sesso dilato e umido la sua asta turgida, aveva il preservativo pieno del suo seme latteo che pendeva dal glande e lo guardai tra lo schifato e l’eccitata.” Disse Giulia. 

“Nemmeno il tempo di scemare quel piacere perverso e a pagamento che avevo dato, che sentii Lucio dire: “Mettiti apposto e andiamo…” 

Come stordita mi alzai incredula di quello che avevo fatto, come se realizzassi in quel momento di essermi prostituita per amore, e senza nemmeno lavarmi mi rinfilai le mutandine e mise apposto il gonnellino stirandolo con la mano, non me lo ero nemmeno tolto per far sesso con quell’uomo, proprio come le vere prostitute.

Prima di uscire, Lucio mi prese e mi baciò a lungo sulla bocca con la lingua, da farmi mancare il fiato, dicendomi:< Ti amo Giulia…ti amo tanto amore…>.”

“E tu Giulia?”

“Io cosa Adriano?” Ribatté.

“Come ti sentivi?”

“Ero frastornata dal rapporto sessuale a pagamento, dal suo bacio e le parole dette, ma in un certo senso contenta di averlo fatto. Soprattutto imbarazzata perché avevo goduto con quell’uomo e non ero preparata a quello.

 Mentre mi riordinavo vidi Lucio andare da quell’uomo che aveva il portafoglio in mano e dirgli: < Per questa volta sono duecento euro> Che lui silenzioso gli passò e rivolto al commerciante dirgli:< … Sai come contattarci… >

<Sì sì!> Ripeté lui facendoci uscire e richiudendo la porta del retro. 

Mi sentivo smarrita Adriano, avevo fatto sesso con un cliente quasi senza rendermene conto, per la prima volta m’ero venduta volontariamente… avevo praticato una delle prime prestazione sessuali di sex work come le chiamava sua sorella Claudia e sarebbe stata seguita da altre.

Quando fui fuori mi prese il magone e Lucio vedendomi triste e sull’orlo di piangere, mi abbracciò e baciò ancora ringraziandomi per quello che aveva fatto per lui. Disse ancora che mi amava…. E seppur scossa ci credetti e mi confortò e tornammo al suo scooter. Quando poi fummo soli, al termine gli chiesi del perché avessi provato piacere con quell’uomo anche se non volevo. E Lucio mi rispose: < Te l’aveva detto mia sorella che le prime volte può capitare di godere, è normale Giulia, non ti spaventare. È accaduto perché eri confusa amore, perché ti piace fare queste prestazioni, ti eccitano. Ma se ti capita ancora, anche con altri, non spaventarti, godi liberamente, intanto io ti amo lo stesso.> Precisò.”

Io feci una pausa affranto ed eccitato da quello che diceva mia sorella Giulia e mormorai:” E poi…?”

“Poi cosa?” Ribatté Giulia.

“Lo hai rifatto ancora…!?” Domandai. Scosse le spalle tirando una boccata alla sigaretta.

“Dopo quella volta sembrava che tutto fosse tornato come prima, Lucio mi coccolava e vezzeggiava, ma un giorno quando ci incontrammo mi disse:  

< Sai Giulia quel signore con cui hai fatto sesso l’altra volta?> 

<Chi quello schifoso?> Replicai.

< Si, il commerciante …> Precisò lui

“Embè!? >Esclamai io.

<Embè…> Rispose Lucio sorridendo:< … l’ho rivisto, è stato contento e soddisfatto di chiavarti e mi ha chiesto che vorrebbe rifare sesso con te, gli sei piaciuta molto e questa volta ho alzato il prezzo a 250 euro. E lui ha accettato.> 

A quelle parole subito risposi:< …No Lucio… a parte che a me non è piaciuto…>

< Come non ti è piaciuto? Ma se godevi …> Mi interruppe sorridendo:< …non dire bufale che non ti è piaciuto. Lo sai anche tu che godevi.>

< Che centra! Io dico come persona che non mi piace, è grasso e viscido e poi non mi va di fare sesso e farmi pagare come una prostituta.” Gli risposi in un momento di coraggio.

< Che ti piaccia o no non è rilevante, l’importante è che ti paghi, se godi o no, poco importa, ricorda che sono duecento euro a chiavata.> E aggiunse:< Lo fai per gioco qualche volta, non sempre, per avere un po' di soldi e perché ti piace. Intanto quando vuoi, smetti…! Guadagniamo un po’ e domani dopo che ti ha chiavata ce ne andiamo a passare la giornata al mare a Fregene … Ci metti solo venti minuti, mezz’oretta a farti chiavare, come l’altra volta… nessuno saprà niente e come ti ho detto il rapporto d’amore fra noi due non cambierà, io ti amo lo stesso.>”

“E tu che facesti? “Domandai morbosamente a mia sorella Giulia:” Riandasti di nuovo a farti chiavare da quel commerciante...?” Usando anch’io volgarmente e di proposito il linguaggio di Lucio e la parola chiavare, che mi eccitava dirla in sua presenza. 

“Si!” Rispose:” Non so come mi feci convincere anche se ero tentennante a ritornare con quell’uomo a fare sesso per 250 euro.  Ma lo feci e fui consapevole di farlo a pagamento, di vendere nuovamente per soldi il mio corpo e di prostituirsi.”

“E hai goduto di nuovo?” Domandai sfacciato, eccitato dentro di me senza darglielo a vedere.

“Eh ma quanto sei impertinente Adriano… sei curioso!”

A quella risposta restai in silenzio, ma lei vedendo il mio imbarazzo accarezzandomi la mano pronunciò.” Si, come la prima volta… A volte capita che nell’avere rapporti sessuali a pagamento si goda davvero…” Precisò.

A sentirla parlare, per un attimo assurdamente me la immaginai, sdraiata a gambe larghe, come quella sera che era alla spiaggia con Lucio e quell’uomo, quel commerciante sopra che la penetrava e chiavava. Che con il suo glande ricoperto del lattice del preservativo, le divaricava le grandi e piccole labbra vaginali ed entrava in lei, su, fino in fondo. E fantasticavo nell’immaginarmela muoversi penetrata, mentre Lucio suo magnaccia li guardava chiavare, e quell’uomo la possedeva leccandole le mammelle e succhiandole i capezzoli. Cercai di non mostrare la mia eccitazione, ma a quel pensiero ebbi una vampata di calore nella pelvi su fino in volto, facendomi avere una sensazione inconcepibile e piacevole con erezione, nell’ascoltare e immaginarmela.

Poi riprendendomi da quei pensieri osceni continuai:

“Ma dopo quel commerciante con cui l’hai fatto due volte nel retro del suo negozio, lo hai rifatto ancora?”

“Oh ma quante cose che vuoi sapere Adriano… Si lo rifatto…” Disse sorridendo: “Sei davvero curioso…”

“E solo per sapere Giulia, nient’altro…” Risposi. E lei riprese a conversare.

“Un giorno sua sorella mi portò con lei in un albergo da un suo cliente… è lì che ho iniziato veramente a concedermi su appuntamento come escort, fu lei a introdurmi in quel modo a praticare il sex Word...”

“In due con la stessa persona?” Domandai.

“Si, o meglio doveva farlo solo lei e io osservare come faceva in camera da letto, la malizia e la lussuria che praticava, invece all’ultimo mi ha fatto andare me.”

Restai in silenzio senza chiedere più nulla, ma sapendomi interessato ai particolari fu lei a parlare:

“Un’altra volta fu Nando a chiamarmi allo smartphone, sapeva che lo avevo già fatto con Claudia in albergo e con Lucio nel retro del negozio e quindi ero avviata. Era informato tramite Lucio che mi ero già prostituita due volte con il commerciante, Nando mi disse che mi aveva preso un appuntamento con un tizio in un albergo e mi diede l’indirizzo… Avrei dovuta andare da sola ed ero emozionata, ma lui precisò: 

< Ti accompagnerà Lucio e aspetterà che hai finito, e ti riaccompagnerà a casa, i soldi poi li dai a lui.>

Strada facendo Lucio mi istruì ancora, mi raccomandò di essere calma, mi fece bere un bicchierino di Whisky al bar e mi disse di non parlare mai di me, ma far parlare sempre il cliente. Di toccargli i testicoli mentre chiavava… per farlo venire prima.”  A quella parola < …chiavava…> rise stupidamente, non era un termine del suo linguaggio, ma quello di Lucio e usava anche lei quella definizione che era sempre stata bandita dal nostro vocabolario. E Giulia dando un’altra tirata alla sigaretta continuò: “Lucio mi disse che avrei dovuto concedermi e avere un rapporto sessuale normale con il cliente, come quello avuto con il commerciante, soltanto che quella volta sarebbe stato in una stanza d’albergo e senza di lui, sarei stata da sola.”

“E tu?”

“Io ero agitata.   

Ma segui Lucio, lo amavo… durante il tragitto ebbi un ripensamento, alla sua proposta di concedermi sessualmente a un altro uomo da sola in una camera di un hotel, fui contraria, ma lui insistette:

< Lo devi fare amore, queste prestazioni, questo tipo di lavoro word sex sarà soltanto per un periodo, ci metteremo via un po' di soldi per noi e poi smetterai…. Sarà un atto d’amore nei miei confronti e nulla cambierà tra noi, anche se ti concederai a un altro uomo. Lo sai!> E me lo disse con dolcezza …”

Pensavo alle parole che Lucio aveva detto a mia sorella, era un bastardo, per lui era facile con le sue cazzate circuire e approfittare di una ragazzina innamorata come Giulia.

“Quindi sei andata?” Pronunciai.

“Si, era un turista in vacanza a Roma, sapevo come fare, Lucio mi aspettava giù in macchina fumando, fu praticamente come con il commerciante, solo in camera.”

Non le volli chiedere di più su quel rapporto, temendo che capisse che ero morbosamente eccitato e non volevo che lo sapesse e così le domandai:” “E dopo quella volta?”

“Dopo quella volta lo feci ancora su appuntamento…”

“Ma quanto guadagni?”

“… Quello che guadagno lo mettiamo insieme io e Lucio, abbiamo un conto corrente comune e mi sento a mio agio con me stessa in questa relazione. Ora sono più sicura di me…   gli errori che ho commesso in passato e la sua vicinanza mi hanno aiutata a crescere e ora ho nuove idee e vivo in modo diverso… ho nuove prospettive. Vedi... mi tatuo ogni settimana anche perché mi piace…, voglio disegnarlo tutto questo braccio, come lui” Disse sorridendo mostrandomi il braccio tatuato e disegnato da altri soggetti da colorare sull’avambraccio:” E anche il fianco e altre parti del corpo.” Aggiungendo facendo la saputella e l’adulta:” Non sono mica stupida se avessi pensato che stessi commettendo degli errori mi sarei allontanata da lui e poi come ti ho detto questo lavoro lo faccio per un po' di tempo e poi smetto, ci sono tante ragazze che praticano il sex work che nemmeno te lo immagini. “ 

“E dai con questo sex work…” Pensai: “Le fanno credere che sia un lavoro come un altro e non qualcosa da condannare, di riprovevole e da non accettare.”

Se avevo qualche dubbio, constatai sempre più che le aveva fatto il lavaggio del cervello e seppur turbato piacevolmente da quello che aveva detto le dissi:

 “Ascolta te stessa Giulia e non solo lui o sua sorella…. È molto importante che presti ascolto alle tue sensazioni, alla ragionevolezza all’educazione gli insegnamenti che hai ricevuto da mamma e non al tuo istinto o il tuo amore, devi vedere tutto quanto in rapporto alla situazione. “E domandai:

“Ti senti oppressa, sotto pressione o obbligata a fare per Lucio o per sua sorella e suo cognato degli atti che preferiresti non fare?”

“No assolutamente!” Rispose seccata con superbia:” Chi ti ha detto che preferirei non fare?  Quello che faccio lo voglio io te l’ho detto!” Ma io continuai.

 “Quel Lucio che io penso di conoscere meglio di te, influenza continuamente il tuo comportamento, cosicché tu per amore, in buona fede, pensando di accontentarlo in quello che lui ti dice ti rovini. Senza rendertene conto sei caduta nella sua trappola e lasciamelo dire Giulia, non so quanto di vero o costruito ad arte ci sia nel suo amore.” Aggiungendo:” Con sua sorella e suo cognato, pretende che tu gli garantisca sempre il tuo sostegno ora. Tu non ti rendi conto, non capisci fin dove si spingerà il rapporto con questa persona prostituendoti per lui.” Feci ancora una pausa e ripartii dalle sue reazioni iniziali:

 “Evita il senso di colpa che ti ha portato a questo. devi sfuggire al senso di colpa. Tu non hai colpa di niente per quello che ti è accaduto con lui quella sera e del perché Marco ti ha lasciata. Dimentica, dacci un taglio a queste considerazioni.

Chiediti: < Ti sembra corretto nei tuoi confronti?... Pensi che sia ragionevole farti prostituire se dice che ti ama?>” Poi ascoltando il suo silenzio mi raccomandai: “Non prendere decisioni affrettate Giulia, non accettare quello che ti vogliono fare diventare, il sex work, il lavoro sessuale non esiste, è solo un termine inglese per giustificare chi si prostituisce o fa video porno, ma questo non è un lavoro, è una sottomissione…. Io sono qui per aiutarti Prometti che lo farai?”

Mi guardò in silenzio: "Ci penserò Adriano …” Rispose svogliata più per accontentarmi che convinta di farlo.

Mi resi conto che l’avevano manipolata bene quel bastardo e sua sorella, con una strategia psicologica emotivamente malevole e si era trovata in una relazione tossica con Lucio, solo che la < Sua>, a differenza della precedente mia con lui, non era amichevole ma sessuale. L’aveva fatta prostituire e voleva che continuasse a farlo, che restasse una puttana, il suo bancomat....   come diceva lui.

Ero consapevole che Lucio esercitava un controllo psicologico su di lei, era un manipolatore e agiva sui suoi sentimenti e debolezze. Faceva in modo che Giulia non avesse nessun potere su sé stessa. L’aveva sottomessa, assoggettata, aveva trovato la sua insicurezza e zone vulnerabili della sua psiche e si ci era tuffato sfruttando a suo favore le sue debolezze e influenzandola nelle sue scelte. 

Usava il ricatto emotivo per convincerla a fare ciò che lui voleva, come se fosse una sua burattina, per ottenere tutto ciò che voleva. La convinceva e influenzava usando la sua grande oratoria e il narcisismo, riuscendo a capovolgere le cose a suo piacimento, usando stratagemmi per controllare la volontà di Giulia, fino a diventarne padrone delle sue scelte e della sua vita. Mettendola a disposizione dei suoi bisogni e interessi personali e di altri uomini.

Lei non lo sapeva, ma io lo conoscevo a Lucio, non si faceva troppi scrupoli per ottenere ciò che voleva. Una volta individuato il punto debole di Giulia, che era il suo amore per Marco più che la perdita della verginità a causa sua, aveva raggiunto il suo obiettivo, facendola cadere gradualmente in una dinamica di rinunciare ai propri bisogni e valori, sacrificandosi per anteporne altri, quelli di Lucio che la manipolava. 

“Cosa c’ha nella testa…?”  Mi domandavo.

Più volte mi sono chiesto come abbia potuto, sia riuscito ad accalappiare Giulia e a trasformarla, farla diventare la sua ragazza e soprattutto la sua puttanella come diceva a me, una prostituta, Lei una ragazza così dolce, giudiziosa, educata, che oltre che bella intelligente, era acculturata…

C’ho pensato a lungo, e credo che le tecniche utilizzate con Giulia per indurla alla dipendenza furono la seduzione, il fingere di capirla, l’aiutarla, il comprenderla, l’uso di fascino e l’oratoria che indubbiamente aveva. Oltre a lodi e adulazione al fine di far abbassare le sue difese. 

A quel punto mormorai soltanto:” Quando vuoi smettere io sarò con te Giulia! La prostituzione e quello che di peggiore possa accadere a una ragazza per bene come te…”

Ma subito mi rispose:

“La prostituzione come la chiami tu, non è altro che un modo di vivere, di lavorare…Te l’ho detto, nelle altre nazioni si chiama sex work, le ragazze come me e non puttane, squillo o prostitute come qui, sono solo lavoratrici del sesso. Questo modo di pensare, di vedere la donna solo perché fa sesso come una puttana, e un’idea maschilista. 

“Chiamalo come vuoi, sempre la puttana ti fa fare quel bastardo…!” Esclamai risentito.

Lei scosse le spalle, poi sbottò:

“Io non capisco perché ce l’avete tutti con Lucio, anche mamma mi dice di lasciarlo…ma cosa vi ha fatto di male?”

“A noi niente…” Risposi:” … è quello che fa a te…!” 

“A me non fa proprio niente, quello che faccio lo voglio io, sono maggiorenne e quindi… Io sto bene così, con lui, con quello che faccio.”

La guardavo, mi sentivo impotente, aveva fatto la sua scelta ma non disperavo di riportarla fuori, dovevo solo stare attento io a non farmi risucchiare da quel mondo e quella vita che facevano e che aveva risucchiato anche lei. Ma alla fine acconsentii:

” Se lei vuole fare la puttana, la sex work e prostituirsi che posso fare?” Pensavo:” Ho provato tante volte a persuaderla, ma non accetta altra visione che quella che ha e le ha inculcato lui. Poi smetterà!” Mi dicevo e lentamente era come se entravo in una nuova dimensione anch’io accettando mia sorella escort, da una parte mi eccitava e dall’altra ci fantasticavo. 

“È proprio una troietta…” Mi dicevo, aveva ragione Lucio quando lo diceva.

E in tanto in silenzio la osservavo fumare indifferente delle parole che le avevo detto e a un certo punto pronunciò:

” Senti Adriano, oramai sai tutto, io ti voglio bene, perché non fai amicizia con Lucio, così potremmo stare assieme, incontrarci, chiacchierare anche tutti e tre… Oramai è così!”

Mi chiedeva di accettare la situazione, lei che si prostituisse e Lucio e quell’altro balordo di Nando fossero i suoi magnaccia e amanti… restai in silenzio e poi mormorai:” È difficile accettare quello che mi chiedi Giulia, io ti voglio bene, ci devo pensare, lui non mi piace… Io vorrei che tu smettessi, ritornassi quella di prima…” Ma mi interruppe:

“Io non tornerò più quella di prima Adriano… oramai non posso tornare indietro.”

In quel momento arrivò Flavia, la mia ragazza e smettemmo di parlare di quelle cose e Giulia dopo averla salutata e chiacchierato un po' con lei andò in cucina. Io e Flavia restammo soli un’oretta, poi rientrò mia madre che l’accompagnò a casa in auto.

Quella sera andai a letto e riflettei tutta la notte quasi, mi ponevo il dilemma se accettare o non accettare che Giulia si prostituisse per Lucio, ero combattuto dentro di me, ero tormentato, mi disgustava ma anche eccitava saperlo, pensarlo. E più di una volta nei giorni seguenti ripensai morbosamente a loro insieme, a mia sorella che si vendeva, al punto di toccarmi da solo o quando praticavo sesso con Flavia pensare a loro, e immaginavo che lei fosse mia sorella…. Si, che io chiavassi mia sorella Giulia. 

Mi rendevo conto che ero entrato in una spirale perversa, in alcuni momenti eccitato desideravo che facesse la escort, in altri la condannavo.

 

Alcuni giorni dopo di riflessione, decisi di parlare ancora con Lucio, c’erano ancora degli aspetti che non conoscevo, che Giulia non mi aveva spiegato pienamente, ma solo accennati e ne volevo sapere di più. Lo richiamai allo smartphone e mi diede appuntamento il pomeriggio stesso ancora a casa sua, al serpentone di Corviale.

Quando mi vide sorrise ironicamente: “Ciao…” Gli dissi.

“Ciao Adry…!” Rispose:” Mi fa piacere che sei ritornato, ci hai ripensato? Accetti la situazione di tua sorella?” Chiese arrogante.

“Voglio parlarti.” Risposi io:” No, non ho cambiato idea, ho solo parlato con Giulia.”

“Lo so!” Esclamò: “Vieni entra, siediti, siamo soli! Ci beviamo due birrette come ai vecchi tempi...” E mi fece accomodare in soggiorno prendendo da bere. Quando fummo seduti mi chiese:” Cosa vuoi sapere?”

“Voglio conoscere di più su mia sorella, come l’hai fatta prostituire e come la tratti…” E lui rispose ironico:” È giusto che lo sai, visto che sei il fratello maggiore. E accendendosi una sigaretta, prese a parlare boccheggiando fumo: 

“Oltre quello che ti ho già detto, devo aggiungere che fu mia sorella Claudia a istruirla nei vari giorni che si incontravano e passavano insieme, spiegandole e nel contempo iniziando a organizzarle quella che sarebbe diventata la sua attività futura, rassicurandola sempre e all’inizio esortandola:< Prova a venire con me qualche volta Giulia…> Le diceva:< Se poi non ti piace non sei obbligata a continuare. Ma almeno prova, lo praticano tante ragazze della tua età il sex work, anche universitarie, anch’io ho iniziato così!>

Ma tua sorella Giulia alle sue esortazioni rispondeva:

< Ma io non l’ho mai fatto! Non vorrei.> 

< Ma stai tranquilla…Tu non devi preoccuparti e pensare a niente penserà a tutto Nando. Lui ti troverà i clienti e ti dirà dove avere gli incontri, naturalmente in base alla tua disponibilità di tempo. Lui cercherà clienti su Internet, abbiamo un sito specifico per noi.> La informò. < E poi ogni giorno sarà differente e ogni prestazione anche se praticata allo stesso modo sarà differente e poi l'aspetto conoscitivo sarà interessante e stimolante per te, sempre. Oltre che guadagnare molto, imparerai tanti giochini sessuali. > Le disse proseguendo mentendo: <Tante ragazze fanno questo lavoro sessuale per tre, quattro anni e poi smettono...Puoi fare così anche tu…> 

Claudia era brava a persuaderla e continuava:

< Come ti ho già detto Giulia, tu gli darai solo una percentuale a Nando e queste saranno in base all'incontro che avrai.> Le disse: < Abbiamo un appartamentino ai Parioli, dove riceviamo e a volte ci accompagna lui, Nando. Lui ci porterà e ci verrà a prendere e se non lo farà Nando lo farà Lucio… per questo sarai tranquilla, non sei mica in mezzo alla strada... Con alcuni clienti andremo a casa loro, altri negli alberghi. Questo dipenderà dal tipo di cliente e da quanto vuole spendere.>”

Era sconcertante quello che diceva a Giulia sia Lucio che sua sorella. Con la regia di quel Nando aveva indotto mia sorella alla prostituzione.  

A un certo punto Lucio versando da bere nel bicchiere della birra, esclamò:

 “Vuoi sapere quali erano le preoccupazioni che manifestava la tua a mia sorella ai convincimenti di Claudia?... “Annui con il capo.

Non diceva no, non voglio farlo… ma chiedeva:< Ma che gente sarà? E se mi conosceranno? > E tutte apprensioni di questo tipo. 

Ma Claudia lentamente la tranquillizzava:< Sarà quasi tutta gente facoltosa, avvocati, dottori, commercialisti, commercianti, negozianti che non ti conosceranno Giulia, Roma è grande e poi sarai truccata, se vorrai metterai anche delle parrucche. È quasi tutta gente sposata con figli che magari ha la moglie grassa e brutta oppure acida e fredda e pagheranno bene per passare un’oretta con te. Non correrai nessun rischio e pericolo e vedrai che starai bene… guadagnerai molti soldi e Nando e Lucio ci proteggeranno>.” Le ripeteva.

Poi Claudia le suggerì:

< Per la tua sicurezza Giulia, e anche per farti venire tutto più facile, datti un altro nome e immagina di essere un'altra ragazza, la parte erotica che hai in te, così non sarà Giulia a fare la sex work, ma l’altra parte di te e Giulia resterà sempre la ragazza pulita che tutti pensano sia. Anch’io ho un altro nome sul lavoro sai, un nome d’arte…> le disse: <… i clienti non mi conoscono per Claudia ma per Beatrice. Ed esortandola esclamò: 

< Su dai…datti un nome nuovo… è un gioco, scegline uno, ci sarà qualche nome che avresti voluto avere…che ti piace?> E lei con un mezzo sorriso timido le rispose Sofia…”

< Bene! Sofia è un bel nome, da ora sarà il tuo nome d’arte e di lavoro, si perché sapere fare bene sesso è un’arte…” Le dichiarò sorridendo mia sorella Claudia:” … per tutti sarai Sofia. Sarà Sofia che farà la escort e non Giulia… Ora che hai il nome fai un altro passetto, su prova una volta a venire con me, è come un gioco credimi.>” 

“E Giulia ha accettato i suggerimenti di tua sorella?” Domandai annichilito seduto ad ascoltare, non più con disperazione, ma curiosità e morbosità.

“No non ha accettato subito, era titubante, indecisa ad andare realmente, ma Claudia ogni giorno insisteva:< Dai prova …> Le ripeteva e la sollecitava:< Durerà un’oretta e poi sarà tutto finito e ti sarai guadagnata due o tre cento euro.> 

E così caro Adriano, pur essendo confusa tua sorella, piano piano, alla fine visto che lo aveva già fatto con il commerciante si è lasciata trascinare. “Fece una pausa sorseggiando soddisfatto la birra:

“Per fortuna che Claudia era brava in queste cose e la convinse, ma dovette ripeterglielo più volte come una cantilena: <Dai prova! Prova solo una volta...> Compiendole una sorta di convincimento…”

“O una sorta di lavaggio del cervello… “Lo interruppi io.

“Come preferisci tu!” Ribatté sorridendo:” Comunque alla fine Giulia ha provato.” 

E sorseggiando la birra, alternandole a parole e tirate di sigaretta proseguì.   

“Un pomeriggio mia sorella l’ha vestita un po' in modo elegante, da adulta e non da ragazzina, trucco normale, calze autoreggenti o con reggicalze, non ricordo bene, un suo tubino elasticizzato color oro e scarpe con tacco da otto centimetri. Era uno schianto, dovevi vederla, l’avrebbe fatto venire duro a chiunque.

“L’avevate mai drogata?” Domandai ancora.

“Noi no! Assolutamente. Te l’ho già detto, è lei di sua iniziativa che a volte ci chiede una canna o qualche pasticca di ecstasy o beve qualcosa di alcolico forte, ma all’inizio solo se voleva lei e poi l’accompagnavo dal cliente. Droghe come intendi tu, cocaina e similari mai!... Solo eccitanti, stimolanti…” Rispose Lucio, come se quello fosse normale e legale.

“Comunque quella prima volta con mia sorella Claudia, visto che aveva accettato a provare, per farle vincere le resistenze la portò con lei un giorno ad un suo incontro.” 

“E come è andata quella volta lì…” Chiesi visto che Giulia me l’aveva solo accennato e basta.

“A me l’ha raccontato mia sorella, mi ha detto che si erano spogliate nude e mentre lei era nel letto con il cliente, Giulia era seduta in una poltrona da camera, completamente nuda anche lei per volontà esplicita di mia sorella Claudia, doveva guardare come fare, ed era imbarazzatissima”. Fece una pausa sorseggiando ancora la birra e proseguì.

“Claudia la chiamò per farle vedere come mettere il preservativo, il cliente sorrideva divertito, incredulo di averne due escort, di cui una ragazzina molto bella che osservava e imparava. Il resto fu facile per mia sorella, essendo Giulia timida e intimorita. Ma quando fu vicina a lei che l’aiutò a infilargli il preservativo autolubrificante, Claudia all’improvviso le sussurrò:< Ora sdraiati…>

Lei la osservò stupita e incredula:< …Io?> Borbottò.

< Si, tu, inizi, prova…!>

< Ma io dovevo soltanto guardare…> Farfugliò a disagio.

< Su…su dai…> La esortò mia sorella:” Non fare tante storie adesso.”

Confusa dalla richiesta improvvisa e non aspettata, Claudia approfittò dello smarrimento di Giulia e la fece sdraiare sul letto. Il tempo di parlare e dare il segnale di inizio, il cliente le allargò le gambe e si mise subito tra esse, incredulo di dover chiavare una ragazza così bella e giovane. Fu un attimo, mentre Giulia guardava ancora mia sorella, lui le appoggiò la cappella ricoperta di lattice sulla vulva senza peli, al centro della fessura e lentamente spinse, allargandole le grandi e piccole labbra ed entrando in lei. 

La penetrò… e quando lo ebbe dentro in vagina che quel cliente iniziò a chiavarla, lei incominciò a godere…Il resto puoi immaginartelo, ha iniziato così, e dopo quella prima volta l’ha rifatto ancora e poi ancora fino a diventare davvero una escort… una sex work...” Fece una pausa e sospirò:” Capito Adriano? Mia sorella fece scuola alla tua.” Dichiarò divertito.

Poi mi guardò e continuò: 

“Se ti può consolare Adriano, lei non ha accettato solo per i soldi, ma perché insicura. Pur appartenendo a me ed essendo la mia ragazza, all’inizio pensava ancora a quel finocchietto di Marco, il suo primo amore… Mi diceva che certe volte gli veniva in mente e si sentiva la testa vuota… e il prostituirsi lo ha fatto anche probabilmente per una sfida con sé stessa o con il mondo intero, la società perbenista in cui viveva lei. Con quel vendersi il corpo pensava di dimenticarlo davvero. Si sentiva ingannata e tradita da lui e dalla società. E io ero lì quel momento a sostituirlo e consigliarla. “Aggiungendo:

“Anche Nando le è stato vicino in quei giorni quando ha iniziato a fare la escort. Quando non era a casa con voi o all’università, era con noi agli appuntamenti che le prendevamo con i clienti. Al punto che anche lui è diventato una persona di riferimento per lei, un amico, si confidava sia con lui che mia sorella se aveva un problema.” Dichiarò Lucio proseguendo: 

“Sai Adriano, Giulia a Nando lo teme un po'… ha timore, lui ha quei video girati da mia sorella con lo smartphone di quei primi incontri sessuali a casa nostra, dove ridendo e giocando, impasticcata aveva avuto rapporti sessuali con me, con lui e con quel cliente salumiere. E le fecero intendere chiaramente nei loro discorsi, che eventualmente potevano diffonderli. Lasciandole capire di non fare colpi di testa futuri se non voleva anche prenderle…”

“Prenderle? Picchiarla? L’hanno picchiata anche?” Domandai allarmato.

“No, stai tranquillo, ma Nando sarebbe capace di farlo realmente, ne sa qualcosa mia sorella.” Disse.

“La picchia?”

“A volte quando le fa girare i coglioni…” Rispose ridendo.

“E tu a Giulia l’hai mai picchiata?”

“No.… picchiata no, qualche sberla quando mi fa incazzare …” Rispose sorridendo come se fosse una cosa normale. Era il sistema del bastone e la carota.”

“Dovevo aspettarmelo da questa gente qui che le mettessero anche le mani addosso, lei non me lo direbbe mai. Ma se la toccano davanti a me li ammazzo…” Pensai rancoroso. E lui proseguì: “Pensa che Nando dopo alcune settimane le ha anche chiesto se volesse, girare qualche video hard, che a Roma in via Nomentana ha un amico con uno studio attrezzato che produce video amatoriali da postare dietro pagamento sui siti porno privati ad abbonamento. Ma ha detto di no, ha rifiutato, non è ancora matura per quello, per fare l’attricetta porno, forse tra un anno cambierà idea o gliela farà cambiare Nando, per ora ha preferisce prostituirsi insieme a Claudia. Vanno d’accordo, insieme parlano discutono, si divertono, sono diventate amiche, in fondo la capisco, anche Giulia ora, come è successo a mia sorella ha preso a farlo per scelta. Le piace fare la prostituta, la sex work.” Affermò.

Ma non era proprio così, seppi in seguito continuando a studiare psicologia all’università, che questi soggetti, in questo caso ragazze come mia sorella Giulia, che accettano di prostituirsi e girare video porno, e sembrando consenzienti e contente di farlo, vengono presi dalla sindrome di Mindfulness. Non starò qui a spiegare che cos’è, chi vorrà approfondire potrà ricercare su internet, accennerò solo il significato in parole semplici e comprensibili a tutti. 

La sindrome di Mindfulness, altro non è che la sindrome dell’accettazione. Accettazione delle esperienze negative che capitano a una persona nella vita, soprattutto in giovane età, nel periodo dell’adolescenza e della maturazione, quando non si è ancora formati intellettualmente e si è condizionabili dai fattori esterni. È un costruire psicologico che si basa sulla consapevolezza che un accadimento, un obiettivo, una situazione o una scelta sbagliata non possono essere annullati e quindi vengono accettati e di conseguenza vissuti come meglio si può. La sindrome di Mindfulness o dell’accettazione, consente in determinati soggetti fragili di sviluppare un atteggiamento particolare e non giudicante verso sé stesso e i propri contenuti mentali anche se avversi al loro modo originale di vivere, di pensare e differenti dalla loro educazione e principi.

Quando qualcosa di diverso accade, irrimediabilmente cambia la nostra vita. La nostra mente è chiamata a svolgere un arduo compito, recuperare energie per riorientare e rimodulare la nostra vita sul nuovo accadimento anche se negativo e non lasciarla distruggere, ma ricostruirla con nuove motivazioni anche se sono quelle sbagliate. La nostra mente deve organizzarsi con le risorse intellettive a nostra disposizione per ricostruire la realtà negativa che si è presentata, per il perseguimento e continuare a vivere. Vivendo anche di quello sbagliato che ci ha modificato e stravolto l’esistenza. In una frase: “Accettare la nuova situazione.” 

Nonostante quelle nuove siano emozioni vissute negativamente, la psicologia dice che rabbia, ansia, tristezza, delusione e dolore possono essere tutte quante funzionali e utili ad adeguarsi nuovamente. 

Esempi chiari e lampanti solo per fare capire il significato, sono quelli delle carcerate, che sapendo di dover vivere molti anni in carcere, si adeguano con filosofia e vivono quella loro condizione negativa accettandola con normalità. Oppure un esempio ancora più lampante riguarda le Kapò dei campi di concentramento, dove pur essendo esse stesse parte delle prigioniere del campo e vittime degli accadimenti negativi, accettano di servire i loro carnefici e quindi il loro nuovo padrone, facendo le guardiane delle loro stesse connazionali vittime anche loro. Oppure un esempio più quotidiano, la morte di un coniuge che cambia in negativo la vita e il modo di esistere, per adattarsi a quello che è accaduto e rifarsi una vita nuova con un altro partner…lasciando il precedente in un angolo della mente.

Sono eventi imprevedibili quelli della sindrome di Mindfulness o dell’accettazione, lo stesso nella prostituzione e nel porno, dove molte giovani ragazze messe davanti al fatto che la loro vita e cambiata e non la possono controllare, accettano di viverla anche se negativa.

< L’accettazione> nella sindrome di Mindfulness significa aprirsi all’esperienza di tutte le emozioni e i pensieri negativi, senza cercare di combatterli o scacciarli a forza, ma accettarli come conseguenza del destino e della vita stessa per come sono e iniziare a investire energie per andare nella direzione di quella nuova esistenza negativa, ricca e significativa per loro anche se sbagliata, diversa e priva di valori da quello che le hanno insegnato.”

La sindrome di Mindfulness significa imparare ad accogliere quello che viviamo nel momento, con atteggiamento dinamico, spirito di iniziativa e aperto. Anche di fronte a momenti difficili della vita, per sviluppare un atteggiamento disponibile, per riconnettersi con sé stessi e favorire un maggiore slancio nel cammino della realtà.

Molti si chiedono come facciano molte ragazze, anche bellissime che potrebbero avere mille uomini con i soldi ai loro piedi, ad accettare e continuare a prostituirsi da escort di loro volontà o a girare video porno privati, bene ora come avviene psicologicamente lo sapete. Ma tornando a noi… a quel bastardo narcisista di Lucio che mi parlava di mia sorella Giulia, proseguì:

“Per lei l'esperienza dell’esordio, dell’induzione alla prostituzione grazie ai loro accorgimenti non è stata traumatica, così ha continuato. Una volta che ha iniziato le prime volte poi è andata avanti da sola…” Disse Lucio con la sigaretta tra le dita e quel suo viso scavato dal cranio rasato.

“Probabilmente era vero quello che diceva, che a Giulia la eccitava e le piaceva farlo…” Pensai e nel mentre lui seguitò:

“Questo comportamento, la sua scelta la fece sentire potente con gli uomini. Lo prese proprio come un lavoro di sex work, sesso in cambio di soldi.” Pronunciò sorridendo.” Vedi Adriano, Giulia anche se giovanissima ora è soddisfatta e appagata di quello che fa e non se ne vergogna, pratica prestazioni sessuali da sola, non più con mia sorella Claudia, a meno che non le richiedono in coppia.

Questo per tua sorella Giulia sta diventando un lavoro come un altro, perché non è costretta a farsi pagare in cambio di sesso, ma è una di quelle ragazze che lo fa volontariamente e volentieri, l’ha scelto lei.” E per tranquillizzarmi aggiunse:” E poi è una escort di medio bordo, non lavora mica in mezzo alla strada, nessuno sa e saprà mai niente, per tutti e sempre una borghesuccia, una studentessa universitaria modello. Viene contatta tramite me o Nando, in base alle richieste che le arrivano su internet e lei le prenotazioni le vede sullo smartphone quando si collega al sito. Questo tipo prostituzione è quella del terzo millennio Adriano, è quella del lusso e del comfort. Giulia non è mica una rumena, una albanese o nigeriana che batte in mezzo alla strada sulla Salaria…

Come ti ho già fatto vedere sul profilo internet, ci sono le sue foto sexy e provocanti e quelle di mia sorella dove sono mascherate, le contattano così tramite il sito e il numero di telefono che compare, anche se Giulia è molto più richiesta di Claudia, tanto che abbiamo dovuto alzare il suo prezzo e abbassare quello di mia sorella per farle avere qualche richiesta anche a lei.

Le abbiamo ripetuto tante volte fino alla nausea e glielo ripetiamo sempre, ma almeno ora l’ha capito, che non è prostituzione quella che pratica, lei è una sex work…. che svolge un lavoro sessuale. Come chiamano gli americani le escort, lei è una sex worker, una lavoratrice del sesso e le abbiamo messo in testa questo.”

“E cosa cambia? Se glielo dici in italiano o in inglese, se è una escort o una sex work, sempre puttana è…!” Dichiarai io.

“Non cambia niente…” Rispose:” … ma a livello psicologico la fa stare meglio se lo prende come un lavoro sessuale momentaneo invece che una imposizione duratura e obbligata a prostituirsi.” 

“E dove la portate a prostituire…. Qui a Roma?” Domandai volendo conoscere anche la sua verità. 

“Si qui a Roma, ma un po' dappertutto dove è richiesta, tutto sempre in sicurezza… lo sai, a volte va a qualche festa di professionisti, di uomini d’affari, dove sono richieste belle ragazza giovani che siano disposte a farsi chiavare senza tante storie. Oppure a domicilio o negli alberghi, soprattutto nei pomeriggi, peccato che deve rientrare presto alla sera e non può passare le notti fuori se non qualche volta con me, perché molti l’hanno richiesta per tutta la notte, disposti anche a pagarla mille euro e più…. Ma da ora le cose cambieranno, verrà ad abitare da me e saltuariamente verrà a casa vostra e così potrà fare anche le nottate piene da mille, millecinquecento euro, e sarà una fortuna per tutti…”

“Per voi!” Dissi io…

“Anche per lei… guadagna bene sai…” Ribatte:” A volte viene affittata e usata come <tangente> per rallegrare o corrompere qualcuno, o essere regalata per una sera in cambio di qualcosa negli affari tra clienti. Fornitori che per prendersi un appalto regalano una notte di sesso con una escort giovane, politici, imprenditori che fanno affari o producono qualcosa da vendere e devono fare qualche regalino… un contentino e oltre la mazzetta, aggiungono una escort come Giulia, che è un bel regalino che fanno. " Fece una pausa riaccendendosi un’altra sigaretta, continuando:

“Naturalmente nelle prestazioni non ci sono divieti, le uniche regole devono essere quelle a tutela della sua salute e sicurezza, dunque le precauzioni.

E poi ogni giorno è differente e ogni relazione è diversa e l'aspetto conoscitivo per lei è interessante e stimolante, sempre. Come ti ho già detto tante ragazze fanno questo lavoro sessuale per tre, quattro anni e poi basta...”

Sembrava che volesse indorarmi la pillola su quello che oramai compiva mia sorella Giulia e gli dissi:” Non mi importa un anno, due o tre… anche una sola volta è un dramma per me.”

Ma lui non rispondendo continuò:

“E una miniera tua sorella… È ricercata e la vogliono in molti. In pochi mesi è diventata molto richiesta, quasi tutti… mettono la recensione sul sito per contattarla e incontrarla per una prestazione. Chi l’apostrofa fighetta d’oro, chi culetto d’oro e così via…

All’inizio di maggio si vendeva a un cliente a giorni alterni, ora che siamo a fine giugno sono di più, speriamo che arrivi presto ai livelli di mia sorella, due o tre clienti al giorno… sai quanto guadagna… “Disse con orgoglio. 

“… E vi fa guadagnare a voi…” Lo interruppi con rabbia:” … per il vostro tornaconto sia esso economico che di soddisfacimento della vostra libido sessuale.” Sorrise ma non si scompose e continuò a parlare:

“Per ora, pensa è arrivata a guadagnare 1500 euro in un giorno, 900 per lei seicento per Nando…” Precisò.

“Per lei o per te Lucio…” Domandai serio.

“Per tutti e due…” Rispose:” … abbiamo il conto corrente in comune…” Continuando: “Giulia in due mesi ha superato anche mia sorella, è più richiesta di Claudia, Nando scherzando dice che ha la fighetta d’oro davvero. 

L’ha istruita bene Claudia, come ti ho già detto le ha raccomandato di rispondere alle domande dei clienti il minimo indispensabile, di non parlare mai di lei in quanto Giulia, ma del suo alter ego Sofia. Perché questo è importante.”

Mi faceva rabbia e mi dava il voltastomaco che parlasse in quel modo di mia sorella Giulia, ma volevo conoscere come tutto era accaduto essendone involontariamente io la causa e mi trattenni dallo sfogarmi. Dopo quello che avevo sentito, in quei momenti pensavo di Giulia senza più voglia di piangere e disperarmi.

Quello che mi stupiva di lei era il fatto che lo facesse, non ne riuscivo capire la motivazione se non psicologica come diceva lui e ragionavo:

” Certamente si è lasciata coinvolgere nella sua ingenuità, debolezza e solitudine interiore che io in quei mesi non ho capito né saputo leggerle. Non è stata certo per la prospettiva di guadagni facili, essendo noi di buona famiglia e non ne avendone bisogno, non certo come altre ragazze che si prostituiscono per una vita lussuosa, per denaro facile, vestiti griffati e l'indipendenza economica. Questo lei seppur controllato da mia madre l’aveva già e il suo comportamento mi faceva più rabbia ed era più pericoloso. Che le piacesse davvero farlo come diceva Lucio?  Prostituirsi? A volte le ragazze sono così imprevedibili…” Pensai a voce alta:

“Non si rende pienamente conto di quello che sta compiendo con la distruzione dei suoi valori. L’annuncio su internet, il cambio di immagine, di identità e nome, i primi clienti, i primi soldi come se davvero fosse un divertimento. Forse l’avete esaltata veramente tanto e a preso tutto realmente come un gioco...”

Lui sorrisa dicendo:” Come lo è diventata, per che motivo a noi non interessa…” Rispose:” … l’importante è che lo sia e continui a farlo.

 

 

 

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