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STORIE E RACCONTI EROTICI

VIETATI AI  MINORI DI 18 ANNI

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IX° NON DESIDERARE LA DONNA D'ALTRI.

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Vietato ai minori di 18 anni

CAP. 23 IL PIANO WHORE (Colloquio con Salvatore)

 

 

Perfidamente Salvatore portava avanti il suo piano perverso, fatto di inganni e ricatti velati contro la famiglia Gometti che odiava. Voleva rovinarla.

Era deciso a distruggere moralmente ed economicamente quella bella famiglia con qualsiasi mezzo, odiava la bella Beatrice e i suoi bei figli, li odiava dal profondo dell'anima, perché lui era zoppo e brutto e schivato da tutti a meno che non avessero bisogno di lui, come la bella Beatrice che anni prima lo aveva umiliato pubblicamente e ora gli aveva chiesto un prestito per il negozio.

A uno a uno erano caduti tutti, Beatrice in primis posseduta e ricattata, Carlo il figlio maschio, poi la bella Martina sua fidanzata, a seguire la bella e affascinante Serena e ora il giunto il momento di accerchiare il gioiello della famiglia Gometti, la giovane dottoressa Francesca Gometti , il fiore all’occhiello della famiglia, presuntuosa e altezzosa come la madre, bisognava farla entrare nella gabbia e poi chiudere anche lei e iniziare ad addomesticarla alla depravazione e alla lussuria come avevano fatto con gli altri...

Francesca era una bella ragazza di 24 anni, appena laureata, molto femminile, bella e intelligente e anche molto signora, cosce lunghe e affusolate, mani curate e viso dai bei lineamenti con un trucco sobrio. I capelli le arrivavano sulle spalle, molto più corti e più scuri di sua sorella Serena, color castano dorato. Gli occhi chiari tendenti sul blu come tutta la famiglia. Assomigliava molto a sua madre Beatrice, non solo di carattere ma anche d’aspetto e come lei prediligeva l’eleganza, abiti firmati e gioie da mettere alle dita ai polsi e al collo da mostrare alla gente. Di estrazione piccolo borghese in genere vestiva classica con tailleur moderni e giovanili nel taglio e nei colori. Come sua madre e sua sorella piaceva molto anche lei agli uomini. Aveva sempre avuto una vita agiata e non le era mai mancato nulla.

Lei era una ragazza diversa dai fratelli, perché intelligente, acculturata e laureata in Giurisprudenza da pochi mesi, sveglia e sicura di sé, ed era imprevedibile. Per questo l'avevano tenuta per ultima.

L'avevano studiata attentamente, sapevano che era fidanzata con Giacomo, giovane di buona famiglia ed era prossima al matrimonio anche lei, prima di sua sorella Serena, ed era in cerca di un posto di lavoro in qualche studio legale della città.

Sapevano che di lei non poteva occuparsi certamente quel ragazzino di Nabil, che non era all’altezza di un compito simile, ne era preparato culturalmente e nemmeno perfido quanto loro. E conoscendo la personalità della dottoressa che era determinata, superba e orgogliosa di sé stessa e rispettosa dei suoi principi morali, certamente alle avances e ai trucchetti di quel giovane marocchino musulmano sarebbe stata capace di rigirarsi e tirargli due schiaffi, denunciarlo e far saltare tutto. Per questo bisognava andarci con i piedi di piombo, ci voleva un progetto su misura per lei e le persone giuste di alto livello per attuarlo e metterlo in pratica per farla cadere in trappola. E quelle persone come con sua madre sarebbero state loro, Salvatore in persona e i suoi soci e collaboratori, non il giovane Nabil.

Ora sarebbe iniziato il “Piano  Whore ", come lo aveva chiamato Salvatore, ed era stato studiato appositamente per lei, per la dottoressa Francesca Gometti  in ogni particolare.

A Salvatore piaceva giocare con le persone, manipolarne il corpo e i pensieri e dare dei nomi alle sue sfide, per questo aveva chiamato il suo progetto Piano Whore ...” Puttana “, perché era il proposito finale di quello che si era prefisso, di quello che voleva far diventare la bella dottoressa Francesca ...una puttana!... Ma una puttana vera di professione, che si prostituisse per loro a pagamento verso altri uomini, vendendo il suo corpo, la sua figa, il suo culo e la sua bocca deliziosa per poche decine di euro.  

Con un espediente e in modo riservato Salvatore la mandò a chiamare dal contabile, invitandola nel suo ufficio che aveva fatto ripulire e mettere in ordine per l'occasione, informandola che doveva farle comunicazioni importanti e private che riguardavano i suoi famigliari e di non informarli assolutamente di quell'incontro.

Francesca, preoccupata, all'insaputa dei genitori e dei fratelli si presentò nell'ufficio di Salvatore al giorno e all'ora stabilita.

Sapeva che il signor Salvatore era il titolare della finanziaria a cui si erano rivolti per il prestito i suoi genitori, ma non sapeva a quanto ammontasse il debito, né tutto quello che era successo e quelle persone avevano fatto alla sua famiglia.

Era a conoscenza anche lei che per i suoi genitori non era un momento economico-commerciale ottimale e quindi curiosa e interessata decise di incontrarlo.

A Salvatore lo conosceva solo di vista, avendolo incrociato solo qualche volta per strada, sapeva che era claudicante e aveva un aspetto disgustoso, orripilante e solo questo come alle altre ragazze le bastava per evitarlo.

Quando si presentò nell'ufficio, Salvatore la ricevette con una cortesia e gentilezza insolita, si alzò e le andò incontro e cortesemente e calorosamente, la fece accomodare con rispetto e compostezza sulla poltroncina messa di fronte alla sua scrivania, dove mesi prima si era seduta sua madre per chiedergli un prestito.

Stringendogli la mano sudacchia, Francesca provò un senso di viscido, di schifo, come se toccasse un serpente e la lasciò subito.  Lui le presentò la sua collaboratrice nonché moglie signora Clelia, che le sorrise perfidamente allontanandosi, mettendosi dietro lei, in piedi in fondo alla stanza. La guardò, era trasandata anche se si era pettinata e con il rossetto.

Lui facendo il giro dietro la scrivania tornò a sedersi con un falso sorriso dispiaciuto per averla convocata.

Si era anche cambiato d’abito e profumato di lavanda per apparire gradevole.

Ma nonostante questo Francesca trovandoselo davanti e guardandolo ebbe una sensazione di repulsione e ribrezzo, che mascherò con garbo ed educazione.

Osservandolo, si chiese come potesse una donna andare con quell'uomo orribile, non sapendo lei che era stato più volte l’abusatore-amante di sua madre e averla fatta godere con lui fino ad arrivare ad esserne padrone.

Lei, per riguardo, pur avendo davanti quell'uomo laido e nauseante, si controllò non dando a vedere il suo disagio. E questo eccitava ancora di più Salvatore, che iniziò a parlare. Aprì il discorso dicendo umilmente:

"Mi scusi dottoressa Gometti se mi sono permesso di chiederle un incontro privato e riservato con lei nel mio ufficio."

Erano le prime volte che Francesca interloquiva con persone che la chiamavano dottoressa e provava un effetto piacevole a sentirselo dire, la facevano sentire importante e rispettata, e lui conoscendo la psicologia femminile e giovanile lo faceva di proposito, adulandola e dandogli più importanza di quella che aveva e a lei neolaureata, lusingava molto quella forma riguardosa nei suoi confronti e la gradiva.

“Come lei sa dottoressa, la società che rappresento ha rilevato i debiti ed elargito nuovi prestiti ai suoi bravi e onesti genitori, ma purtroppo finora non ha avuto ancora nessun rientro.

So anche per certo e mi sono fatto garante per loro con i miei soci, che non ci saranno problemi ad estinguere il debito e che pagheranno fino all'ultima euro. Ho garantito personalmente che sono persone buone e oneste e anche il fatto che abbiano preso con

loro quel ragazzino marocchino che gli ho segnalato io, dimostra che sono persone aperte, tolleranti e di cuore.”

Francesca ascoltava attenta, la sua camicetta aperta fino al solco del seno, lasciava intravvedere il pizzo del reggiseno di buona fattura e la sua gonna sopra al ginocchio, piegando le gambe, le metteva in mostra bellissime. Ma questo ora non interessava a Salvatore, non voleva dare a vedere che era così meschino da guardarle le gambe o il seno. Lo avrebbe fatto al momento opportuno, come piaceva a lui.

Sapeva che Francesca, se pur giovane e bella era una ragazza intelligente e sveglia e che

certamente i suoi sguardi su di lei avrebbero generato sensazioni e reazioni negative su di lui.

Fece sapientemente un sospiro di preoccupazione dicendo a Clelia " Porti qualcosa da bere alla dottoressa … per favore!"... Dandole del lei.

“Cosa preferisce, un caffè?... Una bibita... dottoressa?! “...Chiese Clelia avvicinandosi sorridendo falsamente.

Francesca non volle nulla e ringrazio per l’interessamento e la premura, ma lui cordialmente insistette e la sua gentilezza ed educazione fu tale, che non seppe rifiutare ed accettò:

" Un caffè allora, grazie!" Disse con la sua voce dolce. 

Clelia si allontanò e andò subito a preparare la caffettiera.

Torno dopo qualche minuto con un vassoio lucido, addirittura con un centrino bianco ricamato sotto la zuccheriera e i piattini e le porse garbatamente sorridendo la tazzina del caffè, lanciando un'occhiata d'intesa, falsa e traditrice a Salvatore.

Mentre Francesca lo sorseggiava lentamente perché molto caldo, Clelia al suo fianco, scrutava quelle labbra giovani e sensuali mettersi in posizione di suzione sul bordo della tazzina per aspirare il caffè e al termine passare la punta della lingua, sopra il labbro superiore come a gustarselo tutto.

Visto con attenzione, era molto erotico quel gesto e si immaginava già, come fece con sua madre quando le avrebbe insegnato a fare i pompini.

Quell'atto innocente e inconsapevole di Francesca fu seguito con attenzione anche da Salvatore, che osservò subdolo Clelia sorridere.

I loro pensieri su quelle splendide labbra erano comuni e li avrebbero esplicati in seguito.

“Grazie!” Rispose Francesca passando la tazzina a Clelia: " Complimenti era veramente buono!"

" Si!... La mia moglie-segretaria sa fare molte cose buone."... Aggiunse Salvatore.

Francesca sorrise simpaticamente, mostrando i suoi bellissimi denti bianchi, perfetti e regolari, e per ricambiare la gentilezza di Clelia e rompere l'apprensione dell'incontro, per farle piacere disse scherzando:

" Mi deve insegnare a farlo così buono!"

"Ohh certo!! Certo dottoressa!!...Con molto piacere."... Rispose Clelia ambigua. "Saranno molte le cose che le insegnerò se ne avremo modo. Vedrà!" ... Pronunciò guardandola in quei splendidi occhi blu e abbozzando appena un sorriso sul suo volto rugoso e cadente.

Poi Salvatore proseguì:

" Come le dicevo dottoressa ... personalmente conosco la sua famiglia poco, ma per serietà, onestà e senso morale e come se la conoscessi da molti anni e per questo, oltre ad espormi in prima persona con i prestiti, mi sono fatto garante del rientro delle loro somme. Però lei non sa alcune cose che ora sento il dovere di metterla a conoscenza." La trattava con molta importanza, educazione e rispetto.

Il viso di Francesca a quelle parole si fece serio e Salvatore proseguì :

" La società finanziaria che rappresento è titolare dell'ipoteca sul vostro appartamento dove vivete e del vostro negozio, più una somma liquida erogata per un totale di 12000 euro.

L'ultima di 5000 euro, sono stati chiesti da sua mamma, la signora Beatrice, qualche mese fa per le necessità di sua sorella Serena, che ... non so bene dove dovesse iscriversi." La informò falsamente.

Francesca capì che erano i soldi per l'iscrizione al master universitario di Serena ed Esclamò preoccupata e curiosa:

" Ma a quanto ammonta il rientro del finanziamento e delle spese dei miei genitori?"

Salvatore prese tempo, con calma calcolata prese una cartellina, la aprì prese dei fogli e fingendo di leggerli dopo una pausa studiata esclamò:

“Il tutto ammonta tra le ipoteche, i prestiti e gli interessi a una cifra di circa 340.000 euro, che se non vanno all'incasso entro un tempo prestabilito avviene il sequestro dei beni; appartamento e negozio in primis e la messa in asta per fallimento degli immobili."

" Ohh....Dio mio!!!" ...Esclamò Francesca sbarrando gli occhi impallidendo e aprendo la bocca dalla sorpresa, mostrando ancora i suoi splendidi denti, e impallidita si appoggiò shoccata da quella informazione allo schienale della poltroncina, passandosi una mano sulla gola ripetendo:"340.000 euro!?”

“Ma è una cifra enorme!... Non avremo mai quei soldi!!” ...Esclamò.

Perfidamente con i suoi occhi rotondi da roditore Salvatore si inserì nella sua inaspettata sorpresa, in quella notizia ricevuta che le procurava malessere, cercando di carpire la sua fiducia.

“Naturalmente dottoressa!... La prego di non dire assolutamente nulla ai suoi genitori di questo nostro colloquio. Non ne sono a conoscenza. Vi hanno nascosto la situazione reale per proteggervi, ne soffrirebbero moltissimo se sapessero che ne siete venuti al corrente,

soprattutto la sua cara mamma, che mi ha pregato di non dire nulla.”

Fece una pausa, ed ebbe l’istinto di accendersi mezzo sigaro toscano, ma non lo fece, avrebbe puzzato l’aria e ci teneva a fare bella figura con Francesca, la bella figlia di Beatrice. E riprese a parlare:

“Ma ora l’invitata qui dottoressa, non per informarla semplicemente, ma per cercare con lei una soluzione ai miei soci della finanziaria… per mostrare a loro la vostra volontà ad estingue il debito. Per darvi un ulteriore aiuto."

Francesca era incredula e sconcertata, era una cifra enorme. Era rimasta senza parole, bloccata dalla sorpresa...

Riuscì solo a dire dopo una breve riflessione:

"Ma non possono chiedere l'incasso, ci rovinerebbero! Finiremmo in mezzo alla strada!"

"Lo so!!" …Replicò perfido Salvatore con una falsa espressione dispiaciuta e di tristezza, pensando che la preda ora era davanti alla gabbia e doveva solo farcela entrare.

"E non lo faranno se io continuerò ad essere garante dei vostri genitori. Io sono contrario che

avvenga questo, che mettano all’incasso i debiti, perché sono certo che i suoi genitori passato questo momento di difficoltà restituiranno tutto, fino all'ultimo centesimo con gli interessi.

Hanno solo bisogno di tempo, che passi questa crisi.... Siete gente onesta e seria voi.

Per questo l’ho invitata dottoressa, per dirle che forse ci sarebbe una soluzione per far cambiare idea ad alcuni soci, ad uno in particolare che è il più deciso a chiedere l’incasso." ...Comunicò.

"Dica!!" Esclamò Francesca trepida, interessata e curiosa " Di cosa si tratta?... Io però non ho soldi disponibili, ho solo poche migliaia di euro sul mio conto in banca! “... Lo informò, iniziando inconsapevolmente a confidarsi con quelle persone.

“Ci mancherebbe! … Non prenderemo mai un centesimo dei suoi soldi, dei suoi risparmi dottoressa, glielo giuro sul mio onore!!” ...Esclamò serio e pomposo, suggestionando Francesca.

"Ecco vede!” ... Affermò guardando per un attimo negli occhi Clelia dietro lei ....

"Lei potrebbe aiutarli, non tanto economicamente, ma solo dimostrando che tutta la famiglia

partecipa a questo sforzo di risanamento.

Vede, qualcuno maligno, ha messo in giro la voce che i figli della signora Beatrice, non lavorano, si fanno mantenere, fanno la bella vita, creando dubbi e sfiducia tra i creditori.

Io so che questo non è vero. Che assolutamente voi avete sempre aiutato nel negozio i vostri

genitori e che studiate. So anche che lei si è laureata da poco ed è in cerca di una occupazione a livello del suo dottorato ed è anche in attesa del matrimonio. E qui le anticipo i miei auguri e le felicitazioni."

" Grazie!" Esclamò Francesca sedotta dal modo di fare e dalle parole gentili di quell'uomo che seppur viscido la stava ingannando, pensando che era tanto brutto fuori, ma tanto buono dentro, mettendolo al corrente:

" Ho cercato in studi legali e notarili ma per ora sono al completo, devo attendere che facciano qualche concorso pubblico per parteciparvi, a me piacerebbe in magistratura, ma qualsiasi cosa va bene ora … sono in attesa di un posto di lavoro."

"Non avevo dubbi che lei cercasse un'occupazione. Ma nel frattempo ...!" Esclamò Salvatore fingendo di pensarlo in quel momento portando le dita a stringere il mento e a guardare in alto e lontano:

“Si potrebbe…  Sempre che lei voglia dottoressa! Potrebbe… provvisoriamente professare nell'ufficio di uno dei miei soci della finanziaria, come segretaria.” ... Aggiungendo subito:

" Anche part-time. Sarebbe ben retribuita, messa in regola e si farebbe notare da questo mio socio, facendogli capire che tutta la famiglia partecipa alla restituzione del prestito... che quello che sente dire in giro sono solo voci e nient'altro.

Naturalmente non c'è nessun obbligo di accettare, la mia è un’idea che mi è venuta ora parlando con lei che cerca una occupazione all’altezza del suo dottorato. Ma se lo facesse! ...” Disse sibillino interrompendosi, lasciando intendere che sarebbe andato a favore suo e della sua famiglia. Aggiungendo pronto: “E smetterebbe nel momento che vorrà o quando troverà un impiego consono al suo status professionale ... Sarebbe un bel segnale!" Esclamò scrutandola con i suoi occhi piccoli e rotondi da sorcio che aveva annusato il formaggio e che evidenziavano di più il suo grosso naso aquilino.

Aggiungendo sorridendo scherzosamente:” Anche per il nostro ufficio sarà sempre disponibile per lei, dottoressa...!”

"Ma ...non so!"...Rispose Francesca imbarazzata, colta dalla richiesta improvvisa...” Non era nelle mie previsioni un lavoro di segretaria.”

"Veda lei dottoressa! ...Sarebbe solo per qualche mese e anche saltuariamente, quando potrebbe, senza obblighi di orario e giornate."

Lei rifletté alcuni secondi.

“E dove sarebbe l’ufficio del suo socio?” Domandò all'improvviso curiosa.

"Sarebbe in un ufficio nell'altra città vicina e come detto con un orario che le metterebbe comodo.”  Continuando:” È l'ufficio di una ditta edile. Il titolare e il signor Giovanni Bilini è un nostro socio, ascoltato e seguito nella finanziaria. Io se vuole gliene posso parlare ... farei da garante anche per lei oltre che per i suoi genitori. Le devo premettere, che fisicamente non si presenta molto bene d'aspetto, è robusto con un po’ di pancia, è un uomo che è sempre stato abituato a lavorare sodo e si è fatto dal niente, per lui il lavoro è tutto. Lavora anche 20 ore al giorno, non ha famiglia, l'unico suo compagno di affettuosità è un cane di aspetto burbero ma dolce d'animo e giocherellone, che porta quasi sempre con sé.

Gli dico questo per non giudicarlo dall'aspetto, è un uomo buono!"

"Senti chi parla!" ... Pensò Francesca sorridendo dentro di sé: " Non sarà certo mai orripilante quanto lei e la sua segretaria-moglie…" Considerò.

E subito, facendosi serio e protettivo esclamò:

"Naturalmente la sua cara mamma, la sua famiglia non sanno e non dovranno mai sapere che quel signore fa parte della società, se no immaginano tutto e capiranno che lei è venuta a conoscenza della loro situazione, sentendosi umiliati e falliti.”

“Certo!” Rispose lei seria mentre Salvatore continuava:

“Lei potrebbe dire che ha trovato una occupazione momentanea part time nell'attesa di trovare un lavoro stabile. Che vuole lavorare!... Fare qualcosa e non stare ferma nell'attesa del suo matrimonio.” E sorrise perfidamente pronunciando matrimonio.

“Al suo fidanzato può dirlo!!... Anzi!! … Sarà apprezzata per questo anche da lui...futuro marito e dai futuri suoceri.” Aggiungendo ancora: “Anzi!... Approfitto di nuovo per farle le mie congratulazioni, sapendo che a settembre probabilmente si sposerà. È un uomo fortunato il suo fidanzato a cogliere un fiore bello e fresco come lei dottoressa. “Dichiarò.

“Grazie del complimento...sì!” ... Rispose Francesca sorridendo in un attimo di felicità:” È un ragazzo meraviglioso e lo amo molto…” Tornando subito seria alla realtà.

Il serpente incantatore con il suono dei sonagli la stava incantando, stava ipnotizzando la sua

vittima con le parole, era bravo in questo, era un maestro insuperabile.

“Povera mamma e papà!! ... Esclamò Francesca:"Ci tengono all'oscuro di tutto per non darci

apprensione e dispiaceri, mentre loro sono pieni di preoccupazioni e problemi per noi."

"Si è vero!"... Rispose Salvatore:" Sua madre è veramente una donna amorevole verso i figli e

seria e onesta verso il prossimo, sono certo che è disposta a.... tutto .... per voi!

E poi se penso come ha preso a cuore la situazione di quel piccolo ragazzo marocchino, di Nabil. La definirei senza offesa alcuna alla religione ... una santa donna!".... Riguardando Clelia negli occhi pronunciando quella frase.

Insistendo:

“Naturalmente dottoressa lei può non accettare e non cambierebbe il mio impegno e l'aiuto verso i suoi genitori e tutto quello che le ho detto. Continuerò ad essere il loro garante nella società tutelandoli con tutte le mie forze. Anzi! … Mi propongo di fare di più. "

Proseguendo affettuosamente:

"Capisce dottoressa!... Non ho potuto parlarne con sua sorella e suo fratello. Sono giovani e

spensierati.... e poi studiano, hanno altre cose per la testa, e poi che potrebbero mai fare?...

Gli avrei creato solo preoccupazione e un senso di umiliazione a sapere queste cose, non potendo loro fare niente per risolverle. Gli avrei solo fatto del male e fatti soffrire e io non voglio fare del male a nessuno, sono un uomo buono.”

"Si!!" ... Rispose Francesca:" La ringrazio della sua attenzione e della sua sensibilità...verso di

loro…verso noi tutti!!...Grazie!!!…Grazie davvero di cuore!!... Lo dico sinceramente signor Salvatore, grazie per tutto quello che sta facendo per noi. Ed è' giusto che loro non sappiano niente.”

Poi all'improvviso come per senso di gratitudine verso il suo interesse e la benevolenza

Disinteressata che mostrava, esclamò:

“Seguirò il suo consiglio. Accetterò la proposta per il posto di lavoro che mi ha segnalato.”

Aggiungendo:

“Lei lo faccia presente al suo socio che accetto e contribuirò nel mio piccolo a d aiutare a risolvere questa situazione. "... Affermò Francesca con voce emozionata.

"Ma certamente dottoressa!" …Rispose Salvatore con un sorriso ipocrita, felice che la sua preda era entrata nella gabbia ed ora doveva solo chiuderla.

"Come faccio a mettermi in contatto con questa persona. Quando dovrei iniziare?” Chiese

Francesca interessata.

“Quando le mette bene dottoressa.... anche domani se vuole, veda lei!"

“No domani no! ... Mi dia due giorni di tempo… glielo dica intanto!"

"Va benissimo!... Nel frattempo lo avviserò e naturalmente... la informerò: " Dovrà firmare un piccolo contratto di assunzione part-time, una formalità, come sa certamente dottoressa per essere in regola. Sa! ... Fanno i controlli, la finanza e i sindacati e deve essere tutto in regola.

Francesca mentre si alzava annuì con la testa rispondendo:" Si certamente! ...Un contratto di lavoro, l’ho studiato!"

Lei lasci il suo numero di smartphone a mia moglie che mi fa anche da segretaria, così sarà Clelia a tenere i rapporti con lei e a informarla di tutto."

“Certo, lo lascio volentieri, ha da scrivere.” Disse.

“Dica dottoressa!” Esclamò Clelia prendendo un foglio e una penna dalla scrivania del marito.”

“Il numero è il seguente 1234567890...”

E riconoscente di quel falso aiuto e disponibilità che credeva che gli davano pronunciò:” Così se avremo modo di sentirci signora Clelia, mi dirà come fare il caffè così buono come lo fa lei… cosi imparo anch’io…” Disse abbozzando un sorriso.

“Eh lei ha voglia di imparare…” Si intromise Salvatore:” … ma è fortunata ha trovato la persona giusta, mia moglie le insegnerà tutto… Quand’era più giovane ha avuto parecchie ragazze che lavoravano per lei e le ha insegnato bene e tutto, pensi che ancora oggi che si sono messe in proprio praticano i suoi insegnamenti…”

“Oh bene!” Esclamò non capendo il senso di quelle frasi:” Allora spero che insegnerà anche a me qualcosa…” Rispose cortesemente sorridendole ancora.

“Stia tranquilla dottoressa, le insegnerò tutto quello che so!” E sorrise anche lei voltandosi e guadandosi negli occhi da ratto di suo marito.

"Il primo giorno che andrà l'accompagnerà Clelia, così vedrà dov'è!” Poi alzandosi esclamò:

“Bene dottoressa! Sono veramente felice di aver fatto la sua conoscenza e che abbia accettato di aiutare la sua famiglia."

Si salutarono cordialmente con una stretta di mano veloce da parte di Francesca. Informandola mentre usciva:

“Ah dottoressa!!... Per qualsiasi cosa o contatto che deve avere con me, si rivolga pure alla mia segretaria, la signora Clelia …Aggiungendo sorridendo: "Presto diventerete colleghe!!"

Francesca sorrise annuendo con il capo, non sapendo che stava alludendo alla professione di

prostituta svolta da Clelia negli anni precedenti.

Poi salutò Clelia stringendo la mano anche a lei che dichiarò:

“Bene! … Allora se saremo colleghe e avremo modo di incontrarci le insegnerò molte cose vedrà!”

Francesca ingenua sorrise pensando al caffè o qualcos’altro di utile in famiglia. Ringraziò e uscì dall’ufficio.

Subito dopo, appena furono soli i due si guardarono negli occhi e risero.

" Adesso dobbiamo solo chiudere la gabbia al momento giusto, ed è fatta!"... Esclamò Salvatore

sedendosi di nuovo sulla poltrona girevole, accendendo il suo sigaro puzzolente e iniziando a

gettare in aria boccate di fumo denso e chiaro, con una espressione di soddisfazione e piacevolezza.

Il suo “Piano Wohore” era iniziato e proseguiva bene.

E fumando e dondolandosi sulla poltrona, pensando, si gustava mentalmente il momento quando anche a lei, la bella Francesca, la dottoressa, l'avrebbe mostrata nuda o a gambe larghe a esibire la figa a qualche suo amico e a dei clienti sconosciuti che avrebbero pagato per chiavarsela, ma per lei aveva in mente qualcosa di particolare e si mise a dondolare di più sulla poltrona.

 

Francesca due giorni dopo, accompagnata da Clelia si presentò al lavoro come d'accordo con

Salvatore, nell'ufficio del signor Giovanni anche quello ripulito e profumato velocemente di lavanda. Lei vide per la prima volta quell'essere repellente del suo datore di lavoro, solo l'aspetto le creava disagio, ma era stata educata a non giudicare le persone per la loro esteriorità, ma per i contenuti, per quello che erano dentro e quello che facevano.

Anche il signor Salvatore e sua moglie a vederli davano un senso di disgusto, ma si erano rivelate persone buone e gentili ai suoi occhi, disposti ad aiutarla.

Giovanni era un uomo sulla sessantina quasi, molto grasso e sempre sudato, era accompagnato sempre dal rottweiler nero, che perdeva bava dalla bocca e come lui faceva paura solo a guardarlo e questo la inquietava, avendo lei come sua madre paura dei cani.

"Ben venuta dottoressa !!”

Esclamò il signor Giovanni già d'accordo e istruito da Salvatore e Clelia e quella mattina anche lui insolitamente in ordine con un paio di pantaloni e una camicia pulita.

"Il signor Salvatore mi ha parlato molto bene di lei. Mi ha spiegato le motivazioni e io apprezzo

molto il suo comportamento, ne terremo conto al momento dovuto, vedrà!" Le disse.

Francesca sorrise a quella palla di lardo maleodorante.

"Il suo compito sarà, quello di compilare i moduli dei dipendenti, come sa questa è anche un

impresa edile. Intanto questo è il suo contratto da firmare in tre parti, se lo legga attentamente e poi me lo riconsegni firmato, se preferisce consultarsi con qualcuno, qualche legale faccia pure, me lo riporterà anche nel pomeriggio o domani.” Disse volutamente.

“Non serve che mi consulti signor Giovanni. Sono dottore in legge!” Precisò con orgoglio Francesca.

“Oh mi scusi ... la prego dottoressa! Non sapevo! Pensavo che fosse dottore in economia e commercio.” Replicò falsamente Giovanni.

“No in giurisprudenza, e prima di andare via glielo riconsegnerò letto e firmato!”

“Bene … e mi scusi ancora!”

“Ci mancherebbe… non sapeva!”

Vedendo il suo sguardo di diffidenza verso Buck si premurò a tranquillizzarla:

"Non abbia paura di Buck, è un cane affettuoso, buono è solo l'aspetto che intimorisce come me, ma dentro siamo docili, si lasci annusare senza paura ... farà amicizia!"

Il cane difatti le si avvicinò e iniziò ad annusarle le gambe, dandole una leccata sul polpaccio,

facendo ritrarre Francesca che piegò e alzò d'istinto la gamba leccata.

"No!!...Non abbia pura dottoressa, sono solo affettuosità, vuol fare amicizia, lo accarezzi."

Francesca guidata da lui lo accarezzo sul capo, provando vicino a loro una strana sensazione e

sentendo un odore nauseabondo di urina, che non sapeva se lo emanava il cane o il signor Giovanni.

Buck le leccò la mano, sbavandola, che lei retrasse schifata, e poi si abbassò di nuovo a odorare e leccare le gambe. Francesca impaurita si allontanò, distanziandosi dal cane.

Giovanni sgridò il cane, che mostrava di essere stato educato anche ad annusare e leccare le gambe femminili.

"Cattivo Buck!!... Non si fa così! ... Non spaventare la dottoressa, non è mica una cagnetta sai...!!" Esclamò sorridendo e accarezzandogli il capo.

Gli mise il guinzaglio al collare di cuoi nero borchiato e mentre lo allontanava, accarezzandolo sul manto, chinandosi vicino all'orecchio pendente glielo tirò su e gli mormorò come a fargli una confidenza:

" Stai tranquillo Buck!!!... Avrai tempo!!... Ti piacciono eh... le belle signorine profumate!"

E portato fuori Buck, rientrando si rivolse a Francesca dicendole:" Bene Dottoressa! … Le faccio vedere il suo ufficio, la sua scrivania e il suo pc, così potrà iniziare il lavoro.

 

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