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STORIE E RACCONTI EROTICI

VIETATI AI  MINORI DI 18 ANNI

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IX° NON DESIDERARE LA DONNA D'ALTRI

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VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI

CAP. 25 BEATRICE al MACUMBA

 

Beatrice passò giorni e settimane angosciata per quello che era accaduto con suo figlio Carlo, pianse molto, era depressa, ogni volta che lui ignaro la stringeva e abbracciava tornava con la mente a quei momenti, quando nel sexy shop quella megera l’aveva fatta possedere da lui e non contenta leccare il suo sperma dalle dita.

Lui era all'oscuro di aver fatto sesso con sua madre, ma lei no e viveva in uno stato di dolore e sconforto continuo, ci volle qualche settimana prima che si attenuasse quella angoscia e riprendesse lentamente la vita di prima.

 

Ma la trappola che aveva teso Salvatore con l'inganno stava funzionando, a uno a uno entravano tutti nella sua gabbia e lui li chiudeva dentro. Prima Beatrice, poi suo figlio Carlo e Martina, poi Serena e infine Francesca, la presuntuosa e superba dottoressa Francesca, orgoglio della famiglia. E una volta chiusi in gabbia come un buon domatore, li addestrava alla sottomissione e all'ubbidienza. Ora era venuto il turno di suo marito, bisognava neutralizzarlo, se no la parte finale del suo piano non avrebbe potuto essere messa in atto con lui in mezzo.

Dovevano prenderlo per le sue debolezze, il gioco d’azzardo o corromperlo con qualche ragazzina minorenne.

Ci voleva tempo, ma tutto procedeva secondo i piani. Bisognava solo aspettare.

Un giorno Salvatore con molta gentilezza invitò i coniugi Gometti a una serata di “svago” in un

locale notturno. Beatrice era contraria ad andare, giustamente temeva qualche sorpresa, del tipo di quelle che le avevano già fatto e di cui suo marito era all'oscuro.

Ma l'insistenza fu tale che per timore di qualche ritorsione non riuscirono a dire di no ed

accettarono.

Avvisarono i figli che restavano fuori a cena e che sarebbero rientrati tardi.

Clelia diede appuntamento alle 19 e 30 a Beatrice a casa sua e arrivò puntuale.

Entrata in casa non c'erano i figli, erano tutti fuori.

Si accomodò da padrona ed esclamò: “Sai come ti voglio!... Prepararti!!“

"Come mi devo vestire?” ... Chiese con un filo di voce Beatrice, oramai sopraffatta e sottomessa a quella donna.

Clelia la fissò impaziente, prendendola per mano la portò nella sua camera e come se fosse lei la padrona di casa, aprì cassetti e armadio dicendole:

" Spogliati nuda! ... E poi dove hai messo gli indumenti acquistati settimane fa?"

Beatrice aprì l'ultimo cassetto quello più nascosto ed estrasse fuori un pacco e mentre Clelia lo

aprì, lei iniziò a spogliarsi togliendosi tutto, anche lo slip.

Clelia prese un paio di calze autoreggenti di seta rosse e gli e le passò.

“Su! ...Inizia a mettere queste!”

Ubbidiente Beatrice si sedette sul letto e si infilò le calze facendole risalire lungo le gambe

accompagnandone l'assestamento con le mani, che tirò su oltre la metà coscia, poi le passò due giarrettiere nere di pizzo ricamato, che infilò nella gamba su fino sulla fascia delle calze.

Prese un perizoma ridotto e gli e lo diede.

" Questo!" ...Esclamò decisa aprendolo e guardandolo.

Indossò anche quello, era veramente ridotto, un piccolo triangolo trasparente che copriva appena la fessura della vulva, lasciandola intravvedere sotto il tessuto semi trasparente e con un filo risaliva dietro nascosto nel solco intergluteo, dividendo le due natiche mature e grandi, pieni di carne morbida, invitanti con quel tatuaggio di esse rossa cerchiata sopra una di esse, il simbolo di appartenenza a Salvatore.

Poi mise un reggiseno a balconcino che le alzava il grosso seno lasciando fuori i capezzoli.

Le fece indossare un tubino trasparente nero che nell'aderenza, faceva risaltare volgarmente tutte le parti del suo corpo in eccedenza. Una scollatura mostrava la parte superiore del seno e dietro, lasciava la schiena scoperta.

Il ventre leggermente pronunciato dall'età e dalle gravidanze era visibile, ma sexy e invitante.

Il sedere pieno e formoso saliva alto a congiungersi con due fianchi adulti e colmi e scendendo le arriva a metà della fascia ricamata delle giarrettiere, formando una linea orizzontale che divideva il retro coscia dal gluteo colmo.

Mise un paio di scarpe rosse a punta con tacco alto.

“Voltati, adesso, ed alza le braccia” ... Le ordinò Clelia.

Lei eseguì e nel movimento, il vestitino si sollevò mostrando il triangolo di stoffa trasparente che lasciava intravvedere gli inguini e il suo pube depilato.

Si specchiò e pensò che non era mai stata così indecente, a mani in alto, con il vestito tirato su dal gesto, si intravvedeva la fessura del sesso glabro sotto il triangolo di stoffa. Clelia osservandola sorrise ironicamente: “Questo intimo ti valorizza la figa! “

Quei capi sexy, le evidenziavano maliziosamente le sue forme da signora matura.

La truccò lei, sulle palpebre ombretto di tonalità rossa e rimmel nero sulle ciglia, le diede un po' di fard sul viso e rossetto rosso fuoco sulle labbra, orecchini pendenti ai lobi e capelli tirati sulla nuca in uno chignon tenuto da un fermacapelli di strass brillante, esibendo il collo superbo e provocante, che la rendeva molto signora e sofisticata.

Prese una giacca elegante e leggera da indossare quando sarebbe uscita e per completare una stola a scialle da sera nero da appoggiare sulle spalle, la borsetta a pochette con la catenella dorata ed era pronta.

In quel momento arrivò sua figlia Serena, che vedendo Clelia con sua madre conciata in quel modo abbassò gli occhi, mentre lei la salutava:

"Ciao Serena!"

"Buonasera signora Clelia!"... Rispose educata ma imbarazzata e corse subito in cucina.

Serena sapeva chi fosse Clelia, la moglie del signor Salvatore, ne conosceva la reputazione negativa e si chiedeva cosa ci facesse assieme a sua madre.

Beatrice non rendendosi conto di come era vestita la raggiunse:

" Non saluti la mamma?" ...Le chiese.

"Ciao!" …Esclamò dandole le spalle.

“Puoi almeno girarti quando parli con tua madre!” ...La esortò Beatrice, e voltandosi Serena, si

guardarono in viso. Poi lei la squadrò dalla testa ai piedi, era incredibile, non riusciva a credere nel vedere sua mamma conciata in quel modo, truccata pesantemente come non era da lei ... da donna volgare, oscena…vestita come le sgualdrine!

Beatrice seguendo lo sguardo di Serena, abbassò il capo e si osservò, rendendosi conto di com'era abbigliata, imbarazzata con gli occhi lucidi non disse nulla, si guardarono in silenzio, si capirono, quello sguardo fu interrotto dalla voce di Clelia che appoggiata sullo stipite esclamò:

" Andiamo principessa?"

" Si arrivo!" ... Rispose Beatrice imbarazzata.

Baciò sulla guancia Serena che sentì il suo forte profumo intenso, mise la giacca da sera nera e leggera a posto sulle spalle, mentre Clelia le prese la borsetta con la catenella dorata gliela passò esclamano ridendo a Serena:

" Te la porto un pò a ballare!!... Stai tranquilla! ...Te la riporto a casa prima dell'alba e starò attenta che non faccia brutte conoscenze."  E sorridendo uscirono.

Beatrice intuiva che sua figlia Serena sapeva qualcosa di lei.

Conosceva Clelia e poi aveva notato che anche lei era diversa ultimamente, ma non voleva

pensare... dopo quello che era successo con suo figlio, e si sentiva inquieta.

Era timorosa vestita in quel modo, temeva che qualche vicino o conoscente potesse vederla.

Con le dita inanellate e le mani sudate dalla tensione cercava di tenere basso l’orlo della giacca e della gonna in modo da nascondere anche la banda rossa delle autoreggenti e le giarrettiere colorate. 

Non incontrarono nessuno per la scala, la bmw di Clelia era posteggiata proprio davanti al cancello del palazzo in cui abitava, salirono e si avviano verso il negozio.

Erano da poco passate i venti e suo marito stava chiudendo, mentre Nabil si allontanava da solo per tornare a casa.

Con un colpo di clacson Clelia avvisò Roberto che erano lì ad aspettarlo.

Lui arrivò, sali dietro, guardò sua moglie anch'essa seduta posteriormente, restandone stupito da come era truccata e vestita, quasi non la riconosceva, era oscena, ma molto sexy e provocante.

Senti nell'aria subito il forte e gradevole profumo di Beatrice che si spandeva nell'abitacolo,

inebriandolo.

Partirono verso la periferia della città.

Arrivati Clelia parcheggiò l'auto davanti all'entrata di un locale dove l'insegna luminosa

lampeggiante, disegnava un seno nudo con i capezzoli dritti rivolti in su. Sotto, il nome del locale che Roberto lesse ad alta voce:" Macumba."

Un silenzio avvolse l'abitacolo dell'auto a quel nome, Beatrice e Roberto si guardarono in faccia, conoscevano di nome il locale, era molto rinomato in città come locale malfamato, squallido, frequentato da balordi, prostitute, ladri, magnaccia ed extracomunitari, tutta gente poco raccomandabile.

Più volte era finito anche sui giornali locali in modo negativo, per quello che accadeva all'interno e per la gente che lo frequentava e più volte era anche stato chiuso dalla polizia.

Era un locale da evitare per la gente per bene.

 

“Su! ...Scendiamo che ci aspettano!” ...Esclamò Clelia.

Beatrice prima di uscire, osservò furtiva dal finestrino dell'auto l'entrata e il marciapiede

circostante.

Sembra va che non ci fosse nessuno che lei conosceva e che potesse vederla conciata in quel modo. Si preoccupava dei figli, dei loro fidanzati e dei loro amici. Pensava alla figura che avrebbe fatto se l'avrebbero vista vestita come una prostituta entrare in quel locale, lei che era una donna integerrima e per bene.

Aprì la portiera per uscire dall’abitacolo e mettendo fuori la gamba, la gonna del tubino risalì subito fino all’inguine, mostrando la coscia con il ricamo della balza della calza rossa e la giarrettiera, attirando lo sguardo meravigliato e interessato di suo marito.

Quando furono fuori, Roberto la osservò alla luce del lampione e vedendola così, come non l'aveva mai vista, non poté fare a meno di esclamare …” Però… Bea !!... Sei molto sexy e attraente vestita in questo modo.”

"Grazie!" ... Rispose lei con un pizzico di civetteria e provocazione.

“Erano anni che suo marito non le faceva i complimenti per la sua sensualità e le fece piacere

scoprire che anche se vestita in modo indecente, la desiderasse ancora sessualmente.

Anche se ora lo disprezzava per quello che gli aveva lasciato fare da Salvatore, come molte donne borghesi di buona famiglia però lo voleva con sé…era lei la moglie …e il marito nonostante tutto era suo, il padre dei suoi figli.

“Precedimi!... Ci aspettano all’interno e non toccarti la gonna!!” ... Le mormorò Clelia visto che cercava di tirarla sempre giù.

Beatrice con la morte nel cuore, piena di vergogna, con suo marito vicino, divertito e partecipe del suo imbarazzo, andò avanti.

Spinse la porta del locale ed entrò all’interno e dopo un breve corridoio si trovò in una sala

semibuia, con luci colorate diffuse, sottofondo musicale e un vociare ai tavoli.

Stupiti si guardarono attorno.

" Siete nel tempio del peccato!" .... Pronunciò Clelia arrivando dietro di loro sorridendo.

" Qui potrai metterti in mostra come vorrai!" … Disse a Beatrice e voltandosi verso Roberto con un sorriso allusivo lo informò:" Ci sono anche ragazze giovani che si esibiscono!"

Beatrice imbarazzata con gli occhi bassi s’avviò davanti al marito.

Era già passata in queste settimane attraverso molte situazioni degradanti, l'ultima con suo figlio, ma ogni nuova esperienza superava la precedente in sorpresa, sbalordimento, sconcerto e sessualità.

Quale altro orrendo progetto covava la mente malata di quegli esseri perversi e schifosi?

Ora c'era anche suo marito, lui pensava che era stata presa solo una volta nell'ufficio di Salvatore, non sapeva il degrado e le umiliazioni successive che aveva subito con Clelia, il trans, Giovanni, Nabil e ultimo il rapporto del figlio con lei. Gli aveva tenuto tutto nascosto e ora non sapeva se aveva fatto bene.

 

" Il locale è molto grande, dislocato su due piani.” ... L'informò Clelia iniziando a descriverlo:

” Al primo c'è la sala da ballo- discoteca, dove potersi scatenare e divertirsi senza inibizioni con vari tipi di balli, dai classici lenti ai latino-americani. Come osservate è tutto arredato con poltrone rosse di pregio, dove poter fare conoscenza con coppie e singles.” … Proseguendo...

“Sui lati ci sono specchi, gabbie e pali per la lap dance e attrazioni varie. In fondo davanti ai tavoli a completare la sala, racchiusa da quelle pesanti tende rosse simile a quelle usate nei teatri, c'è una pedana semicircolare, sollevata dal suolo di una settantina di centimetri, serve per gli spettacoli serali.

Si aprono le tende a sera tardi, quando avvengono esibizioni particolari.” Esclamò ridendo guardando Beatrice.

"Qui ogni donna può esaudire i propri sogni e desideri proibiti ... anche le signore mature!"

Esclamò forte per sovrastare la musica guardando Beatrice.

" Sopra! " ... Indicò con il dito una scala seminascosta da due tendoni a drappo rosso:" Si trova il privè del Macumba ... con separé a specchio magico; piccole nicchie segrete, per guardare senza essere visti, oltre stanze particolari a tema.

C'è la dark room, le stanze riservata alle sole coppie per incontri sessuali, sono molto accoglienti. C'è anche una sala Sadomaso."

Beatrice era sconcertata da quella spiegazione e da quel locale, non le piaceva, aveva paura, era un ambiente corrotto:

"Ma dove ci ha portato? ...In un postribolo? " ...Sussurrò a bassa voce a suo marito Roberto, mentre lui invece ascoltava e osservava, curioso e interessato la spiegazione e l'ambiente essendo anche lui mai stato in un locale del genere.

"Ricordate che qui la sessualità e la trasgressione sono all'ordine del giorno, fuori dagli schemi

comuni. Il Privè vi coinvolgerà e vi intrigherà oltre ogni aspettativa, vedrete." ... Disse guardando e sorridendo a Roberto.

" Naturalmente voi non siete qui per questo, ma per una cena con sorpresa finale offerta dal signor Salvatore. Vi ho voluto solo dare una descrizione del locale che è il più grande della provincia e il signor Salvatore ne è uno dei soci proprietari.

“Laggiù !!” …Esclamò indicando una zona separata solo da tende, contiguo con la discoteca, c'è il ristorante. E si avviarono verso di esso.

Molti tavolini erano già occupati dalla clientela perversa e balorda che lo frequentava.

" C'è un po' di gente!... Ma ne arriveranno altri, prima dello spettacolo si riempirà!"... L'informò Clelia.

Beatrice osservava la sala da ballo, i tavoli, le poltrone, con sedute coppie, persone mature, anziani e giovani ragazze provocanti vicino a loro o queste sedute sole su gli alti sgabelli al

bancone del bar che attendevano di essere chiamate, sembravano prostitute da come vestivano e si atteggiavano.

Leggendole il pensiero Clelia le comunicò:

" Ci sono anche ragazze giovani che si esibiscono o si accompagnano con i clienti, sia maschili che femminili."... Capì chi fossero.

 

“Buonasera Clelia … Buonasera signora!” ... Sentirono dire all’improvviso dietro loro in un Italiano non perfetto.

Si voltarono e videro un uomo basso di statura, panciuto, che si avvicinò a loro e prendendo la

mano di Beatrice gliela baciò con galanteria.

" Mi chiamo Vlade, sono albanese." Disse e con un cenno della mano chiamò una ragazza dicendo a Beatrice:" Dia la giacca che la mettiamo nel guardaroba!"... Lo stesso fecero Clelia e Roberto e le passarono alla ragazza.

Senza giacca la scrutò dalla testa ai piedi sorridendo, il suo sguardo aveva qualcosa di lascivo e

perverso che metteva a disagio, non smetteva di guardarla sfacciatamente con gli occhi infoiati davanti a suo marito, sfidandola con lo sguardo e questo le dava fastidio, la imbarazzava, ma le piaceva anche.

Clelia glielo presentò!

Beatrice si vergognava da morire, ora era solo con quel vestitino trasparente nero che metteva in evidenza tutte le sue intimità e forme mature, risaltando sotto l'abitino le mammelle e i capezzoli duri fuori dal reggiseno burlesque nero e le calze rosse.

” Lei è un incanto!!...È molto provocante e affascinante nella sua femminilità di signora Italiana!" Si complimentò Vlade guardandola con libidine, incurante di suo marito, come se non ci fosse.

Imbarazzata, lei al suo sguardo assieme al timore e alla vergogna sul viso, sentì un brivido di

piacere correrle sulla schiena e rispose: “Grazie!”

Roberto aveva gli occhi lucidi, gli brillavano da una inconscia eccitazione ad essere in quel locale malfamato, con sua moglie conciata in modo scandaloso e vederla corteggiata da un magnaccia albanese. Non ne era dispiaciuto, anzi lo eccitava. Pensava a quello che era successo nell'ufficio di Salvatore e sentiva vibrare il cazzo dentro i pantaloni.

Poi lui li invitò:" Lasciate che vi accompagni, il signor Salvatore è già arrivato. “

Così dicendo il viscido personaggio extracomunitario, cinse con un braccio Beatrice per la vita

davanti a suo marito che passivo non reagì e con un cenno della mano lo fece procedere davanti a loro avviandosi tutti verso il tavolo di Salvatore nel ristorante. 

Beatrice ebbe un fremito a quell'abbraccio così intimo e pubblico, guardò negli occhi suo marito che restò in silenzio, ancora avrebbe voluto che intervenisse a staccarla da lui, ma non lo fece e lei non si ritrasse per cortesia e paura, lasciandosi abbracciare per il fianco.

Era più alta di lui, ma Vlade non ne era imbarazzato, anzi sembrava orgoglioso che lo fosse e di

mostrarlo.

Passarono tra i tavolini per giungere al loro, accorgendosi Beatrice di essere sotto gli sguardi dei clienti e degli avventori seduti.

Era abbracciata ad un altro che non era suo marito, in un locale pubblico, malfamato, ritrovo di pervertiti e puttane, eppure al passaggio tra quegli sguardi dei clienti, al fianco di quell'uomo, probabilmente un malfattore, un delinquente, un brivido di eccitazione le percorse la pelle.

Il loro tavolo era in fondo alla sala, di lato, diviso solo da una tenda dalla pedana degli spettacoli.

Mentre Beatrice avanzava tra i tavoli, sempre stretta da quel braccio, sentì la mano di Vlade

scendere sulla natica e stringerla forte, tastandola, facendola irrigidire ma non scomporre, arrivando lentamente fino all’orlo della gonna a tubino, tirandogliela su piano fino alla vita scoprendole il gluteo nudo che mostrava quella esse rossa cerchiata.

Diventò rossa in viso, le fermò la mano con la sua, meno male che suo marito era davanti a loro e non poteva vedere, mentre Clelia dietro a loro, come i clienti seduti osservava tutto.

Il suo corpo per reazione venne percorso da una serie di brividi, tremante di timore, umiliazione ed eccitazione, si irrigidì, incapace di credere a quello che le stava succedendo.

Vlade dal basso della sua altezza la fissava negli occhi con una smorfia perversa e avvicinandosi all’orecchio le sussurrò:

“Togli la mano e non ti fermare, continua a camminare, lasciati ammirare da tutti, hai un culo

bellissimo, meraviglioso e sculettante. Non è quello che ti piace fare quando metti gonne o

pantaloni aderenti e giri per la città? .... Farti ammirare il culo? Mostrarti con quell’aria da donna per bene desiderabile e irraggiungibile? L'unica differenza è che ora il culo è nudo.”

Il cuore di Beatrice si mise a battere forte.

Piena di vergogna piegò il capo cercando di nascondersi dagli sguardi viscidi e libidinosi dei

presenti davanti e dietro a loro, che non credevano ai loro occhi alla vista del suo seno con i capezzoli eretti in trasparenza dal vestito. I giochi di luce dei neon e dei faretti, annullavano l'effetto del tessuto trasparente e sembrava che non avesse nulla addosso, i clienti la guardavano sorridenti e piacevolmente soddisfatti.

Cercava di controllare il movimento delle anche, ma invano, perché i tacchi alti, trasmettevano suo malgrado, un ondeggiamento osceno al suo bel culo nudo, alto e pieno, che ancheggiando faceva salire anche la gonna e mostrava le natiche nude fino alle fasce ricamate delle calze e delle giarrettiere in maniera provocante e sulla natica destra quel marchio maledetto, la esse rossa tatuata di Salvatore o di slave o di slut…

La striscia del perizoma scompariva completamente inghiottita nel solco profondo, dei glutei formosi della sua carne bianca, ed era come se lei non portasse mutandine.

Finalmente raggiunse il fondo della sala dove si trovava il loro tavolo, si sentiva agitata con il

sedere scoperto e a camminare con quei tacchi, non ne era capace, perdeva l'equilibrio, tanto che per non scivolare si dovette appoggiare più volte completamente al corpo di Vlade, che per sostenerla le appoggiò la mano piena sul sedere nudo e sul solco gluteo.

In quello stato arrivò al tavolo dove la stava aspettando Salvatore e gli altri.

Al loro arrivo, Salvatore si alzò dal tavolo e salutandoli gli fece cenno di sedersi, mentre Vlade

continuava a sostenere alla vita Beatrice, palpeggiandole viziosamente le natiche, come se fosse la sua donna, ne fosse il padrone.

Beatrice arrossi violentemente agli sguardi di quegli uomini sul suo sedere.

Era in un locale pubblico e la stavano osservando tutti e poteva esserci o arrivare qualcuno che la conosceva…. A quel pensiero, si irrigidì dalla vergogna.

Vlade tolse la mano dal suo culo meraviglioso e dopo averle dato una pacca sul sedere, mentre

Roberto era ancora di spalle, la invitò a voce alta a sedere:

“Si segga signora! …” Esclamò sorridendo.

“Si segga qui vicino a me signora Gometti! “...Precisò Salvatore.

Beatrice rossa di fuoco per la figura fatta, accolse l’invito e si sedette accanto a lui. Nel farlo, il

vestito risalì, lasciando alla vista due cosce lunghe, adulte e formate, fasciate dal nylon rosso delle calze trasparenti. Cercò di tirare più giù possibile il gonnellino, ma senza riuscirvi.

Quell'avere in mostra le cosce, la imbarazzava e assurdamente eccitava contemporaneamente.

Il tavolo era apparecchiato per sei. Vlade da vicino e alla luce chiara, le sembrava ancora più

piccolo, calvo e panciuto. I suoi occhietti neri e viziosi la mettono in imbarazzo, costringendola

quando lui la guarda, ad abbassare i suoi, per timore e disagio.

Si sedettero Vlade al suo fianco e dall'altro Salvatore che continuò a conversare con le persone al tavolo.

“Allora, che cosa volete che il nostro cuoco vi prepari?” ... Esclamò Vlade guardando Beatrice e

Roberto.

“Non so! … Fai tu! …Mi fido! “... Rispose per tutti Salvatore.

Beatrice, quando Roberto suo marito, seduto di fronte a lei la osservava, abbassava lo sguardo, si vergognava per come era, per dove era, per l'abbigliamento e il trucco che portava e che la trattassero così, in quel modo davanti a lui, suo marito, che sembrava indifferente e disinteressato a quelle avances su sua moglie e che in quel momento pareva non le dispiacessero.

“Ok!... Non ti pentirai!" Rispose Vlade … "Ti faccio preparare un’insalata ai tartufi e dei gamberi al vino bianco! … Per festeggiare faccio portare anche dello champagne.”

In quel momento Salvatore si girò con il capo verso l'entrata, seguito d'istinto dallo sguardo di

Beatrice, che impallidì riconoscendo, nell’uomo che stava entrando Giovanni, il suo socio, il

viscido personaggio a cui aveva dovuto fare un pompino.

Avanzava con la sua mole grassa e schifosa, accompagnato dal quell'orribile cagnaccio nero che non si sarebbe potuto fare entrare in un locale pubblico, ma lui lo teneva al guinzaglio a catena, vicino e adeso alla sua grassa gamba. Arrivato si sedette a tavola, assieme a loro, con quella bestiaccia bavosa vicino, che al suo comando, si accucciò subito in silenzio ai suoi piedi come se non ci fosse.

Era una un privilegio che aveva, quello di portare il cane nel locale, essendone un amico di

Salvatore e un piccolo azionista delle quote del locale.

Beatrice era nervosa, al contrario di suo marito Roberto che sembrava rassegnato alla serata e alle novità che proponevano, sapeva di non potere fare niente se non subire e accettare quello che avevano progettato su lei.

Beatrice per distrarsi si mise a contare i commensali .... Lei, Roberto, Clelia, Salvatore, Giovanni, e Vlade l'albanese....

"Dioo!! …Che tavolata di essere perversi. “...Pensò nervosa: " Ci manca solo quello schifoso del suo contabile e quel piccolo scarafaggio marroncino di Nabil, poi la tavola è al completo."

Salvatore chiese a Clelia:" “Hai contattato le persone per questa sera?”

Lei fissò Beatrice con uno strano sorriso all’angolo delle labbra mentre gustava un grissino:

“Tutto organizzato! … La stanno aspettando!... Hai avuto un’ottima idea, penso siano le persone giuste, ho dato loro campo libero... potranno disporre di lei come vorranno.”

Salvatore notando Beatrice angosciata e inquieta e suo marito preoccupato, cercò di rassicurarlo:

"Non abbia paura, non le faremo del male, le daremo solo piacere, stasera ci sarà un piccolo

spettacolo qui e sua moglie sarà la protagonista.” ... Spiegò a Roberto, ignorando volutamente lei, come se non contasse nulla.

Beatrice ascoltò quelle parole trattenendo il respiro, l’angoscia riprese a contrarle il ventre, si trova in uno stato di nervosismo estremo. A chi si riferivano dicendo... “con le persone giuste?”

Che cosa volevano da lei? ... Che cos'altro l'avrebbero costretta ancora a fare? E poi... davanti a

suo marito? ... Al pubblico?

Beatrice rivolse a Salvatore uno sguardo supplichevole, mormorando: “Vi prego!" ...Ma non le diedero nemmeno retta.

Durante la cena parlarono delle cose più disparate, coinvolsero anche Roberto, che si lasciò

attrarre dalla discussione e dal vino buono.

Lei aveva rabbia a vedere suo marito cenare tranquillo chiacchierando con quelle persone disgustevole, di sport, donne e gioco come vecchi amici, come se nulla fosse. Senza rispetto per lei che era presente e soprattutto dimenticando quello che gli avevano fatto quegli uomini.

In fin dei conti era sua moglie e almeno lui doveva rispettarla.

Vlade chiese a Roberto:" Ha una bella donna per moglie!... È ubbidiente? "

Quella frase gelò Beatrice che lo osservava attenta, lui restò in silenzio, ma alle insistenze di Vlade rispose ingenuamente scherzando: " Non tanto!" ... Guardando sua moglie Beatrice   sorridendo, che fredda e irata lo fulminò con lo sguardo, rimproverandolo decisa:

" Hai bevuto? ..... Il vino ti dà alla testa?... Non sei abituato e stai iniziando a straparlare!?... È meglio che stai zitto!!…"  Dichiarò redarguendolo decisa davanti a tutti, facendo capire che a casa era lei che comandava.

“Come si permette di dire quelle cose di me, di sua moglie?... “Pensava Beatrice collerica:” E quell’uomo chiedergli se sono ubbidiente!?... Non sono un cane! …. E lui non doveva rispondergli in quel modo.”

Roberto non replicò sotto lo sguardo divertito dei commensali.

"Lei è un bell'uomo."... Proseguì Giovanni parlando a bocca piena mentre masticava e lasciando intravedere schifosamente tutto il cibo nella cavità bucale.

" Chissà quante belle donne avrà avuto oltre sua moglie! ...E quante ne avrà chiavate?!" ... Lo provocavano.

" Nessuna!" ... Rispose serio guardando Beatrice: " Mi basta mia moglie." Affermò

Beatrice ebbe un momento di orgoglio e fu lusingata dalle parole di Roberto suo marito, si sentiva ancora la sua donna oltre che moglie, nonostante quello che era successo.

" Vedrà! "... Aggiunse Vlade sorridendo, che dopo questa sera le sarà più ubbidiente.”

 

Finalmente la cena e la conversazione sembravano volgere al termine, con il sottofondo musicale e il rumore della bottiglia di champagne stappata.

"Non bere!"... Beatrice riprendeva sottovoce a suo marito..." Non bere che non sei abituato e straparli."

Mentre Giovanni chiacchierando con lui continuava:

" Mi dica!... Che tipo di donne le piacciono? …Mature, trentenne o giovinette?" ... Gli domandò

guardando perfidamente Beatrice con quel suo grasso volto rotondo e cadente.

Prima che potesse rispondere Vlade esclamò:

" Al signor Roberto piacciono le giovinette! ...Ho visto come guardava Anxhela seduta al bancone … "

"Ma no!" ... Rispose lui schernendosi:" La osservavo per curiosità."

Mentre Beatrice ribollendo dentro per il suo atteggiamento lo fissava ingelosita, lo odiava in quel momento, lo disprezzava, ma era suo ...suo marito e non doveva permettersi di guardare con intenzione e desiderio altre donne e soprattutto le ragazzine.

"La guardava come un padre?"... Chiese ridendo Giovanni, aggiungendo già sapendolo perfidamente subito dopo: “Lei ha figlie?"

" Si due … 24 e 22 anni e un maschio di quasi 19." Rispose.

"Anxhela ha 18 anni, è più giovane delle sue figlie allora, che saranno senz'altro belle come la loro mamma. Non le piacerebbe averla un pò vicino?" Domandò.

A sentire parlare dei suoi figli a quella tavola di persone laide, disgustose e perverse, dentro a quel locale malfamato pieno di puttane e magnaccia, Beatrice si indignò. Esclamando avvelenata:

" Già!!... Lui si ricorda dei figli quando vede le ragazzine!"

Roberto restò stupito dalla reazione di sua moglie, che subito dopo si pentì di averla avuta e restò in silenzio.

Intanto Vlade chiamò il cameriere dicendole: " Fai venire qui Anxhela la ragazzina al bancone del bar…”  Che era quella che Roberto fissava con desiderio. Quando arrivò sorridente le fecero spazio e la fecero sedere al suo fianco.

Era Albanese anche lei, parlava in modo stentato l'italiano, era giovane e carina, vestiva in modo sexy ed era mezza nuda, con un seno sodo che si intravvedeva dalla scollatura di lamé e metteva in risalto sotto gli occhi di Roberto, assieme a un culetto da sogno e a un corpo da ninfa.

"Ti piace questo signore? "... Le chiese Vlade, Mentre Salvatore e Giovanni continuavano a

pasteggiare il dolce.

"Si!" Ripose la ragazza con un sorriso solare:” È un bell’uomo…”

" Anche tu piaci molto a lui. Lo sai che è tutta la sera che ti guarda?" ... Lui non diceva nulla, sorrideva mentre Beatrice si stava infiammando, una forma improvvisa di gelosia e invidia che pensava di non avere la stava assalendo, vedere suo marito non reagire a quelle allusioni la sdegnava e irritava.

Stava per esplodere.

 

 

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dressage1@hotmail.it
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