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STORIE E RACCONTI EROTICI
VIETATI AI MINORI DI 18 ANNI
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IX° NON DESIDERARE LA DONNA D'ALTRI.
VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI
CAP. 20 L' INCESTO
In casa di Nabil, Carlo si sedette su quella specie di divano senza schienale e poggia braccia, che poi non era altro che una branda a muro che fungeva da divanetto e iniziò a
parlottare di quanto piacevole fosse stata la serata.
Nabil li osservava sorridendo e ascoltando muovendo la testa la litania musicale araba del cd appena messo e non staccava gli occhi d'addosso a Serena, che sudata continuava a gesticolare frastornata, parlando a voce alta, toccandosi il viso e i capelli incessantemente come se le dessero fastidio; portando le mani sul girocollo e allargando di più la scollatura del maglioncino per il caldo, mostrando il movimento del seno sotto i respiri affannosi, lasciando intravvedere un reggiseno di pizzo amaranto con bordature dorate.
Serena si accomodò vicino a suo fratello e Nabil dopo aver trafficato in cucina portò ancora da bere e si sedette con loro a fianco di Serena.
Porse a Carlo una sigaretta confezionata manualmente da lui e dalla forma strana, che preoccupato dalla situazione che aveva creato per negligenza e desiderio, era agitato anche se lo rassicurava il fatto che sua sorella aveva i pantaloni di pelle, quelli amaranto di Dolce e Gabbana aderentissimi.
Accese la sigaretta e pur non avendo mai fumando su consiglio di Nabil aspirò profondamente qualche boccata, come ad esorcizzare quello che stava per accadere e ancora non sapeva cosa, poi tossendo forte, fece uscire il fumo dalla bocca.
Avrebbe voluto fermare tutto, andare via, ma sapeva che non lo avrebbe fatto.
Nabil le disse di far fare qualche tirata anche a Serena, che confusa ed euforica già dall’eccitante per quello che aveva bevuto al ristorante volle provare, la mise in bocca e tirò forte aspirando e dopo le prime boccate, iniziò a tossire, non avendo mai fumato neppure lei….
Tossendo guardò Nabil, che li informò sorridente:
"E' marijuana, ne bastano poche tirate per iniziare la sua opera ed eccitare la passione sessuale.” Aggiungendo:” Agisce senza distinzioni di colore, razza e sesso…" E Rise.
Gli occhi di Nabil restavano incollati sulla scollatura di Serena, al movimento del seno al suo tossire e ai respiri, sentiva il suo profumo fresco e inebriate, amalgamato al sudore della sua pelle e all'odore dolciastro della marijuana entragli nelle narici, ad un tratto allungò la mano e le accarezzo i lunghi capelli dorati, prendendoli in mano e complimentandosi ancora:
" Sono davvero belli!... Meravigliosi! ... Fantastici! Sembrano oro!... Color del sole! Più belli e lunghi di quelli di Martina!" Esclamò mentre osservava le sue labbra muoversi nel rispondere: "Grazie…! Lo so!"
Seppur infastidita dal suo toccarle la sua bella chioma, non gli diceva nulla.
Giocando con la mano sinistra le accarezzò oltre i capelli anche la schiena, senza che lei reagisse.
Dall'eccitazione di poter toccare i capelli alla bella signorina Serena, come doveva chiamarla lui, Nabil, sentiva fluire il sangue alle tempie e pulsare forte il cazzo....
Ridendo esortò nuovamente Carlo e Serena a ballare.
“Dai ballate… cambio musica metto un cd moderno e non di musica araba…” Disse avvicinandosi vicino al lettore cd.
Lei oramai era distratta mentalmente, distante, si era dimenticata il motivo per cui si trovavano lì, e all’invito di Nabil e a sentire la musica nuova moderna, presi dall'ebbrezza e dall'eccitazione si alzarono.
Nabil spostando il tavolo di lato, fece spazio al centro della stanza sollecitandoli:
“Dai ballate un po’ qui! Ora c’è musica occidentale un cd di musica leggera e non più i suoni etnici mediorientali.
Subito mise musica disco-dance, da discoteca, lasciandoli muovere, sudare e accaldare di più, mentre lui seduto su quella specie di divano con il suo lungo caftano grigio li guardava e sorrideva; poi quando li vidi stanchi, assenti e ridenti soprattutto lei, si alzò e mise un cd di lenti classici, molto romantici e iniziarono a ballare allacciati.
Tra il caldo, l'eccitazione e quel senso euforico che avevano addosso, Carlo le mise infervorato le braccia sulle spalle, vicino al collo, come se fosse stata Martina. Ma era sua sorella, lo sapeva e non voleva, ma l'eccitazione era più forte di lui, lo sentiva pulsare forte e rigido dentro i pantaloni, quella maledetta pastiglia azzurra che gli aveva dato Nabil al ristorante glielo aveva fatto diventare duro come il granito.
E anche Serena, in preda all’alcol bevuto, la polvere bianca del viagra rosa e quelle boccate di marjuana che aveva fatto con suo fratello, in preda all’euforia e all'esultanza del suo stato, non solo si lasciava passivamente accarezzare e strusciare, ma iniziava ad eccitarsi e a partecipare con i movimenti del bacino contro il pene duro di suo fratello.
Qualcosa di perversamente depravante e morboso stava accadendo in quella stanza e Nabil ne era l’artefice e il regista. Ballavano trasportati dai sensi, dai loro desideri e dalle loro voglie inconsce e non più volontarie e razionali, che non riconoscevano né parentela né consanguineità. La loro mente non era guidata dalla ragione e dalla razionalità, ma dall’assurdo e dalla sconsiderazione.
Erano tutte e due sull'orlo del baratro, fratello e sorella e non se ne rendevano conto, guidati e storditi dalla loro stessa passione.
Nabil, come un regista osservava seduto la scena, oramai tranquillo che tutto procedeva come
voleva, come programmato.
All'improvviso si alzò girando intorno loro che continuavano a ballare allacciati, scrutandoli e osservandoli bene, Carlo era distratto e ascoltava la musica forse credendo di essere con Martina, e Serena dopo tutta quella euforia e iperattività era sudata, assente e inattiva, poi da dietro con un gesto della mano sulla nuca di Carlo, lo spinse contro le labbra di lei:
“Baciala!” Sussurrò mettendole una mano sulla nuca e spingendolo.
Carlo sentendosi avanzare e urtare le sue labbra contro quelle di Serena, inerte lo lasciò fare e scontrandosi con esse d’istinto la baciò inserendo all’interno la lingua, subito ricambiato con passione dalla sorella. Si stavano baciandosi con la lingua in bocca, come due amanti, due innamorati, in preda dei sensi, e non alla ragione, non ricordando più che erano fratello e sorella.
Si staccarono sotto il suono della musica per prendere fiato, si guardarono un attimo in viso increduli di quello che avevano fatto, poi Carlo spinto ancora per la nuca da Nabil si sporse ancora verso di lei e la baciò nuovamente in bocca, questa volta ricambiato con più slancio e
Sentimento, assieme ai movimenti del corpo di lei che non rispondevano più alla sua mente ma all’emotività e al turbamento; mandando entrambi in visibilio in quella eccitazione a sentire ognuno la lingua dolce, umida e calda nella bocca dell'altro.
Nabil restava al loro fianco, quasi aderente, pronto a spingerli uno contro l’altro sempre di più, come in un abbraccio a tre con loro in mezzo…
Serena era confusa, non connetteva bene e aveva quegli slanci di passione abbracciando suo fratello spinta da dietro dalla mano di Nabil, Carlo era esaltato e infervorato dalla marijuana e dall’eccitazione, dopo tanto ce l’aveva ancora duro, in erezione e ne era contento, perché significava che non era gay come pensava ma bisex come gli diceva Nabil.
Baciandosi si contorcevano le lingue e succhiavano le labbra smarriti in quel trasporto da delirio, mentre lei in quell’abbaglio erotico oscillava sinuosamente i fianchi per sentire meglio l’asta dura e gonfia di Carlo contro e attraverso i suoi pantaloni di pelle amaranto aderenti. Nabil spostando il capo di lato, da dietro la osservava muovere il culo, quei calzoni di Dolce e Gabbana erano tanto attillati alla forma anatomica del suo sedere che pareva ne fosse senza, mostrando il solco intergluteo profondo e le due natiche arrotondate e perfette che si spostavano. Oramai Serena era elettrizzata, partita mentalmente e si lasciava andare, istintiva e irrazionale, seguiva i suoi impulsi sessuali, non le importava che fosse suo fratello, forse non se ne rendeva nemmeno conto.
Nabil era soddisfatto e godeva di quella situazione e sorridente si avvicinò a Serena, staccandola un poco da Carlo dicendo:
“Intanto qui fa caldo, togliamo questo maglioncino che anche se leggero ti fa sudare. Alza le braccia dritte in alto su! …”
E accompagnandole l’aiutò a sollevarle e lei le alzò, e prendendo veloce il bordo della maglietta dalla base della vita, gliela tirò su sfilandola, facendola scorrere sul tronco e sulle braccia fino a farla uscire dalla testa e dalle mani, seguita dai suoi lunghi capelli biondi, spettinandola. Serena oscillando e ruotando il capo su sé stessa e piegandolo leggermente indietro e di lato se li rimise a posto con le dita abbandonandoli liberi sulla schiena.
La lasciò in pantaloni e reggiseno, e portandosi posteriormente le divise la lunga chioma al centro della schiena, cercò la chiusura, sganciò anche quella spingendo le spalline in avanti sulle braccia, sfilandole e facendole scorrere su di esse, mentre lei lo lasciava fare guardandolo passiva ed eccitata con gli occhi stralunati suo fratello. La stava spogliando con lei incapace di reagire.
Ebbe sola la capacità di pronunciare:
" Che fa’… Nabil? "
Ma lui non le rispose nemmeno, continuò.
La allontanò da Carlo e la ruotò girandola bruscamente verso di sé, apparendogli davanti un seno meraviglioso, pallido e sodo nella sua bellezza giovanile, alto e gonfio dall'eccitazione, con due capezzoli rosa dritti e turgidi come chiodi, che prese tra le dita olivastre e strinse sorridendo, vedendola fremere dal dolore.
Poi mentre lei eccitata e arrendevole, involontariamente glielo porgeva e se lo faceva ammirare, Nabil si spostò, tirò Carlo a se e gli spinse il capo su di esso:
“Bacialo!... Leccalo!... Dai!!” Gli disse.
Portandolo contro con le labbra e facendoglielo baciare e leccare:
“Mordilo!” Lo esortò ridendo:” Succhiale i capezzoli come facevo io con Martina e faccio con te quando ti inculo, che a lei piace. Falle vedere come sai muovere la lingua su di loro, prendili in bocca …” E lui sospinto, chinando il capo su di essi, lo fece, iniziò a leccarli e succhiarli.
Oramai i due fratelli, non appartenevano più a sé stessi, ma ai sensi, alla lussuria, al desiderio e a quella piacevole perversione morbosa che li avvolgeva e si era impossessata di loro.
Serena non parlava, stordita restò con le braccia sulle spalle di Carlo, mentre lui le leccava e
succhiava le giovani mammelle. Nabil senza dire nulla, con modo e fare autoritario, infilò la mano tra di loro, prese la fibbia della cintura di Serena e la slacciò, sganciò il grosso bottone dorato e tirò giù la cerniera dei pantaloni di pelle amaranto allargandoli alla vita. Poi spostatosi dietro di lei, le prese per i fianchi ed a fatica tanto erano aderenti, a strattoni le scoprì il culo, quel sedere meraviglioso e perfetto desiderato da tutti, il famoso e soprannominato culetto d’oro come lo chiamavano i ragazzi in giro in città e proseguendo li tirò giù sulle cosce, riuscendo a sfilarli dal sedere e scoprirlo completamente. E mentre lei con il suo seno era piacevolmente preda della lingua di Carlo, abbassandosi anche lui con altri strattoni le portò giù dalle cosce alle ginocchia e non senza fatica li spinse giù fino alle caviglie.
Si rialzò prendendo in alto il pizzo posteriore dello slip brasiliana che indossava e lo tirò su in alto con forza, in modo che il resto del tessuto anteriore e posteriore, entrasse per bene tra il solco della fessura della vulva e quello intergluteo del culo, lasciandole le natiche completamente scoperte.
Mentre Carlo incurante di quello che faceva lui baciava e leccava il seno di sua sorella,
Nabil da dietro Serena si avvicinò e le bisbigliò forte all'orecchio:
"Quanti uomini hai fatto impazzire muovendo questo bel culetto sodo?... Ehh!! "… E glielo accarezzò sulla pelle con la sua mano grande e olivastra.
Pronunciò quella frase come un diavolo nero, con rabbia mista ad eccitazione. Continuando a mano larga sopra il gluteo stringendolo forte ….
"Quanti ??... Quanti ti sbavano dietro…” Continuò:” … e hanno desiderato di allungare una mano come faccio io adesso? ... Quanti?" Ripeté stringendole più forte la natica tra le dita come se volesse comprimerla e farla scoppiare.
"Lo fai venir duro solo a guardartelo. Non sai come eccita vederlo dondolare sotto la gonna o
fasciato stretto dai pantaloni come prima, muoversi assieme ai fianchi e alle cosce mentre cammini."
Uno schiaffo forte, schioccante con le sue dita lunghe la colpì all'improvviso sulla pelle della natica destra. Una, due, tre volte, forte con rabbia.
"Piccola miscredente alcolizzata e troietta cristiana, a voi occidentali piace bere l’alcol ehh.!... Ti piace essere guardata ...ehhh!!"... Esclamò ridendo, parlando ad alta voce in modo che Carlo sentisse tutto.
” Dillo che ti piace!” … Esclamò continuando a schiaffeggiarle ritmicamente con pause brevi il
gluteo dall'alto verso il basso a dita unite, trasmettendole scosse di piacere e di bruciore, accompagnate dalle parole:” Ti piace…eh!!...Piccola puttanella occidentale!... Ammettilo! ...Dillo che sei una cristiana infedele che le piace farsi guardare il culo dagli uomini!”
Mentre lei ferma in piedi, con la cute della natica che iniziando ad arrossarsi, lasciava spandere lo schiòcchio dello schiaffo del suo culetto d’oro nell'aria insieme alla musica.
Ogni colpo secco sulla pelle candida, schioccava forte e bruciava dandole sofferenza e brividi di piacere. Ogni schiaffo le faceva uscire un dolce lamento seguito dal mordersi le labbra e dallo stringere l'ano e retrarre il sedere in avanti.
“Meriti di essere castigata per il tuo comportamento occidentale. Ammettilo!!...Su troietta!! ... Ammettilo che sei una puttanella o te lo faccio diventare tanto rosso a suon di schiaffi che non potrai sederti per un pò!” ... Le mormorò Nabil attaccato all’orecchio....
” Si! ...Si! ...” Replicò Serena turbata e scombussolata da quella sofferenza in parte anche piacevole.
Nabil continuò per qualche secondo ancora, mentre Serena sussultava agli schiocchii di quelle
sculacciate perverse e la pelle chiara della natica arrossiva velocemente.
Carlo seppur accaldato ed eccitato, non voleva che trattasse così sua sorella e la chiamasse troia, puttana occidentale e miscredente cristiana e le chiese di non parlare così di lei.
" Ma dai!!...Smettila!!" Rispose Nabil..." Le piace sentirsi dire che è una troietta ed essere trattata così. Vedrai in seguito che ho ragione."
Serena era stordita, eccitata e bagnata, avvertiva un piacevole calore dentro la vagina e tra i peli del pube spandersi all'interno delle cosce e diventare umide di umori per causa di quello stimolante rosa preso a sua insaputa al ristorante, e perverso Nabil, prese la mano di Carlo e allargando gliela portò dentro il tessuto del slippino, facendola arrivare in fondo a toccarle i peli e la sua fessura umida con le dita.
“Su dai!... Accarezzagliela un po’ che le piace!”
Carlo anche lui confuso e stordito, su suo sollecito, prima toccò e poi accarezzò la figa di sua sorella, sentendo piacevolmente i suoi peli soffici inumiditi sulle dita, mentre Nabil sempre più perfido gli aprì la cerniera dei pantaloni, e tirandogli giù lo slip glielo prese in mano e tirò fuori dalle mutandine e pantaloni. Era duro, ma non molto grande, poco più che un grosso dito.
Serena in preda ad una libidine che non conosceva, passiva e svampita lo lasciò fare, tutto questo la eccitava da morire, anche se confusa, capiva e non capiva quello che accadeva, sapeva che era suo fratello, ma era eccitata.
Continuando a parlare Nabil le abbassò anche lo slip a Serena, si inginocchiò davanti a lei annusandole la figa, le tolse le scarpe e un piede alla volta tirate giù le mutandine le sfilò prima i pantaloni in pelle di Dolce e Gabbana che le aveva tirato giù poco prima, quelle che Carlo pensava fossero le mutande di ferro… e poi il suo ridotto intimo di marca, mentre lei incapace di reagire, frastornata e impotente lasciava fare ed eseguiva i suoi ordini lasciandosi manipolare il piede, ad alzarlo, abbassarlo, spostarlo.
Era assurdo quello che stava avvenendo, Nabil stava creando le condizioni perché si accoppiassero.
Serena fu nuda, completamente nuda davanti a suo fratello che la osservava eccitato con il cazzo fuori, aveva soltanto la catenina e i bracciali d'oro assieme alla folta chioma bionda che ornavano il suo corpo scendendole sulla schiena e le spalle. Carlo era la prima volta che la vedeva interamente nuda, nemmeno a casa l'aveva mai vista così erotica.
Il sesso peloso ma ben curato, formava un triangolo bruno di desiderio, il ventre piatto e incavato con il seno gonfio e sodo con i capezzoli turgidi e dritti, si muovevano sotto il respiro ansante.
Erano tutti e due eccitati e desiderosi l'uno dell'altro.
Nabil fece spogliare nudo anche Carlo, gli slacciò la cintura dei pantaloni come aveva fatto con Serena, lasciandoglieli cadere i piedi, abbassandogli lo slip alle ginocchia, e lui si tose tutto, via maglia, pantaloni slip e scarpe.
Il momento era giunto, gli eccitanti avevano sortito il loro effetto, ora toccava a Nabil, il maomettano come lo chiamava lei.
Prima li fece abbracciare in piedi, a strusciare il sesso duro di Carlo su quello oramai eccitato di sua sorella, li fece accarezzarsi tra di loro e baciare sempre in piedi con la lingua in bocca.
Vederli in quella posizione, come due amanti, uniti a toccarsi ognuno con il proprio il sesso dell’altro, abbracciarsi e baciarsi con la loro pelle bianca come il latte e i capelli di entrambi biondi come l’oro era qualcosa di veramente morboso.
Stette un po' a guardarli, poi prese per il braccio Serena e spingendola dolcemente l'accompagnò e la fece sedere su quella branda -divano, facendole appoggiare la schiena su dei cuscini a muro coperti da un lerciume di lenzuolo e le divaricò le gambe, allargandole bene le cosce facendo intravvedere sotto la giovane peluria bruna, il brillio della sua fessura già dischiusa e leggermente schiumosa dall’eccitazione.
Serena arrendevole chiuse gli occhi, era stordita, in preda all'eccitazione e all'ebbrezza.
Erano entrambi in attesa di sviluppi, confusi, accaldati, sudati, pieni di voglia e desiderio, non capendo bene quello che stavano per fare, ma desiderandolo tanto fare.
Nabil fece un cenno a Carlo, che sudato si avvicinò, con il piccolo pene duro, oscillante dall'erezione e lo esortò:
" Vai!! ...Chiavala!! … Adesso è pronta! .... È tua! “
Carlo confuso e soggiogato da Nabil, in preda all'esaltazione esitò, ma lui non si perse d’animo, lo prese per un braccio e lo mise davanti a lei dicendole con tono autoritario:
“Su inginocchiati tra le sue cosce e chiavala!”
Spingendolo contemporaneamente con una mano sulla spalla a farlo abbassare, e Carlo come un automa si inginocchiò tra le gambe divaricate di sua sorella seduta su quella specie di divano, guardandole la figa ed esitando ancora.
Pur in quello stato alterato capiva che era sua sorella e non voleva possederla.
Nabil vedendo la sua titubanza glielo prese in mano e con l’altra piegandogli il busto e spingendogli il bacino in avanti appoggiò il suo piccolo pene duro sulla fessura dischiusa e umida di sua sorella, tra le grandi e piccole labbra, e premendo dietro sul sedere con una mano, lo fece penetrare e lo accompagnò un poco, lasciandolo quando fu certo che una parte del suo cazzetto era ormai dentro la figa di sua sorella; spingendolo ancora sul sedere. Carlo si sentì premere dietro e spingere in avanti da Nabil e lentamente quasi passivamente entrò in lei, facendo subito irrigidire con un fremito Serena che sentendosi penetrata da suo fratello, girò indietro il capo osservando in alto dalla sensazione di piacere che provava nel sentirlo entrare, tenendo la bocca semiaperta, in un sussulto di godimento.
“Su! Ora ce l’hai dentro, chiavala come fai con Martina…” Lo incoraggiò Nabil.
Anche se il cazzo di Carlo era piccolo, la situazione era elettrizzante e Serena era talmente
infervorata e carica di adrenalina e dell'attesa, che anche un dito penetrandola l'avrebbe fatta
godere.
Nabil prendendola per i lunghissimi capelli le riportò il capo in avanti dicendole:
" E no puttanella!!...Devi guardare!... Oltre che provare piacere, devi guardare in viso tuo fratello che ti chiava!!... E' tuo fratello quello che ti sta chiavando in questo momento e non il tuo Paolo e questo tu lo sai!"
A quelle parole Serena ebbe un lampo di razionalità, esclamando:
" Carlo!!.... Ma che stiamo facendo ...?"
"Chiavate!" Gli rispose al suo posto Nabil sarcastico.
Ma Carlo oramai infoiato si muoveva avanti e indietro, la stava chiavando davvero, prese le mammelle in mano e come faceva con la sua Martina, iniziò ad accarezzarle e succhiarle, e d'impulso lasciandosi andare di lato si sdraiarono sulla branda.
Il respiro di Serena diventò affannoso, breve e ansimante. Godeva....
Sapeva che era suo fratello che la stava possedendo e le piaceva... ne godeva morbosamente forse avendolo sempre desiderato inconsciamente, Carlo in fin dei conti era bello.
Nabil perversamente, forse per vendicarsi del suo modo di fare nei suoi confronti, gli si avvicinò all'orecchio iniziando a bisbigliare perfidamente:
" Ti fa godere eh Carlo?” ... Serena non rispondeva, ansimava, ma prendendole un capezzolo tra le dita scure e premendolo continuò:
"Ti fa godere Carlo?"... Ripeté.
Rispose con un: "Si!!"… Lungo boccheggiante, peccaminoso….
" Dillo bene! … Ripetilo con calma...” Le chiese stringendole il capezzolo.
" Si! … Si! … Mi fa godere!" Esclamò ansimante.
Nabil eccitato e felice a quelle parole ribadì:
" Lo sai vero che è tuo fratello che ti sta chiavando e facendo godere?... Lo sai vero?" Ripeté.
Ad occhi chiusi, dalle sue labbra uscì un altro: “Si!"... Forzato, affannoso.
" Scommetto che ti fa godere più del tuo fidanzato!?” Gli disse.
La provocava, la istigava, ma lei non rispondeva stordita dal piacere e dall'eccitazione datole da quelle sostanze che Nabil le aveva fatto bere e fumare.
Lui la prese per i suoi lunghi capelli e arrotolandoli sulla mano come una fune li tirò forte
ripetendo: “Allora!!...Rispondi?”
" Si! ...Si! .... Si!!" ... Ripeté Serena, godendo di più dandogli quella conferma.
Poi li lasciò, srotolò i capelli dalla mano mettendoglieli dietro il capo e li lasciò chiavare, e prendendo la testa di Carlo per i capelli, lo portò a mettere la faccia contro quella di sua sorella, dicendo:
“Baciatevi! Limonatevi! Chiavate pure tranquillamente.”
E dette quelle parole lui si allontanò qualche metro e iniziò a scattare fotografie con lo smartphone e il flash da ogni parte e a registrare una clip da tutti i lati, zumando sui particolari e sui visi mentre si baciavano e i loro corpi avvinghiati mentre chiavavano. Oramai la gabbia era chiusa e la preda era dentro, anche Serena era in trappola ed ora era ricattabile.
Quando le avrebbe avute, Salvatore quelle immagini, avrebbe saputo come usare quelle foto e quella clip.
Felice di quello che aveva fatto, Nabil andò dietro Carlo e lo accarezzo nel sedere scoperto mentre si chiavava sua sorella, fino ad accarezzarle l'ano e dopo averlo insalivato, infilò, prima l'indice e poi il medio, mimando la sua asta di carne, muovendo le dita avanti e indietro inculandolo con esse.
Carlo getto un urlo di piacere, si inarco a sentirsi sodomizzato mentre chiavava, stava venendo, sentiva dal piacere che stava per avere l’orgasmo, era la sensazione meravigliosa di prenderlo in culo e darlo nella figa contemporaneamente, era bellissimo, chiavare ed essere inculato.
Serena, stordita ed eccitata non si rese conto di quello che faceva Nabil a Carlo, ma sentendo suo fratello irrigidirsi ed inarcarsi sopra lei e urlare di piacere, prese a dimenarsi tutta e a baciare Carlo in bocca. Godeva anche lei come Martina del cazzetto di suo fratello, si contrasse in preda all'orgasmo:” Siii!! “…Gridò forte venendo Serena.
Fu un istante, una fortuna, che Carlo, con ancora le dita di Nabil dentro di lui, avvinto dal
piacere, gemendo dal godimento, ebbe la forza di spingersi indietro appoggiando le mani sul bacino di sua sorella, tirandolo fuori il suo cazzetto dalla sua figa calda e palpitante, venendogli con poche gocce di sperma sui peli del pube... appena in tempo.
A Nabil non preoccupava minimamente se le fosse venuto dentro e l'avesse messa incinta, non gli interessava.
Tolse le dita dall'ano di Carlo, asciugandole e pulendole con il lenzuolo già lercio della branda, lasciando su quel divano sudicio, attaccati uno sopra l’altro i due... fratello e sorella.
Restarono fermi, abbracciati, sudati e ansimanti, Carlo sopra a lei a gambe larghe, con il cazzetto che si stava afflosciando rapidamente schiacciato dal suo stesso corpo sul ventre di Serena.
Ora si guardavano negli occhi, erano uno di fronte all'altro....
Serena ancora confusa stava realizzando quello che avevano fatto, aveva avuto un rapporto sessuale con suo fratello … un incesto!!.... A quel pensiero, senti salire e unirsi al piacere che ancora la pervadeva, la vergogna e l'umiliazione.
Avrebbe voluto inveire contro Nabil, era stato lui l'artefice di tutto, ma era timorosa, non ne aveva la forza né il coraggio.
Nabil ruppe quella riflessione dicendo: "Brava la sorellona che si è lasciata chiavare dal fratellino!... Allora era vero quello che dicevi a tavola …"
Aveva preso a darle del tu ora. Serena restò in silenzio umiliata, sconfortata e piena di disagio per quello che aveva fatto e anche per essersi mostrata nuda a lui, ricordando seppur vagamente che oltre ad averla spogliata, l'aveva osservata e palpata.
Sapendosi colpevole e partecipe involontariamente di quell’incesto, distinto la prima cosa che le venne da dire a Nabil fu:" La prego! Non dica niente a nessuno quello che è successo ha visto! ...”
“Visto? ...” Ribatté lui:” Vi ho anche fotografato e ripreso…” Disse con un ghigno sarcastico mostrandole lo smartphone in mano.
“Non so nemmeno io come possa essere accaduto?... Sono confusa e mi gira la testa. E'.... è stato un momento di inconsapevolezza, di sconsideratezza…non so! ...Sono ubriaca!" Mormorò muovendo la testa e toccandosi i lunghi capelli…
" E si!!... A voi puttanelle occidentali vi piace bere alcolici e poi questo è il risultato…Altroché momento di inconsapevolezza, di sconsideratezza, di ubriachezza. Intanto però vi siete fatti una bella chiavata tutti e due, altro che! ...Vuoi vedere le fotografie?" Disse Nabil.
"Le fotografie?" Esclamò Serena allarmata....
"Si fotografie!... Mentre voi chiavavate godendo e fregandovene del mondo attorno, io vi fotografavo e ho fatto anche una clip con lo smartphone. “
“Dio miooo!!” Esclamò Serena impallidendo rivolgendosi a Carlo che ascoltava in silenzio vicino a lei:” Ci ha fotografato?”
“Si!” …Ripeté Nabil:” Comunque tranquilla, non lo saprà nessuno, solo noi tre e quando vorrete, potete venire qui a rifarlo, vi impresto il mio appartamento, così tu potrai fare anche un pò di pulizie."… Affermò ridendo rivolgendosi a Serena, aggiungendo:
" Ah scusa dimenticavo... adesso possiamo anche darci del tu vero.... signorina Serena? “
Lei restò ferma e in silenzio era ancora intontita anche se dopo la passione e il piacere tutta l’esaltazione e l’eccitazione stava scemando e aveva mal di testa, ma piegò il capo e annuì sconcertata, pensando a quello che era accaduto.
Carlo sdraiato vicino a lei, fermo e sudato, ansimante ascoltava, in uno stato quasi soporoso,
incapace di reagire.
Serena disse che doveva andare in bagno urgentemente, le scappava la pipì, nel ristorante-dancing era entrata in bagno ma non aveva fatto nulla perché era sporco, ma ora dopo il rapporto sessuale, quello stimolo si era fatto più forte e impellente, non c'è la faceva più a trattenerla, si sentiva scoppiare.
Gli indicò dov'era la toilette, lei si alzò mise la sua maglietta, poi prese quella di Carlo e si
coprì il sesso e il sedere girandola sulla vita come un gonnellino. L’accompagnò, mentre Carlo reclinata la testa all'indietro, estasiato a occhi socchiusi ascoltava la musica che ancora suonava a lasciandosi andare sulla brandina.
Il Bagno come tutto il resto lasciava a desiderare era sporco e disordinato, slip sporchi di urina e feci appesi alla maniglia della porta e sullo specchio, il copri water era pisciato, macchiato di urina fresca e secca di giorni.
Doveva fare pipì da molte ore e non resisteva più.
Vincendo il disgusto e la repulsione, prese una spugna dal lavabo, la bagnò e la passò sopra la
tavola copri water pulendola. Nabil la guardò sorridente:
" Brava!!...Vedo che hai iniziato a fare le pulizie!... Bene pian piano mi pulirai e riordinerai tutta la casa." Esclamò.
Serena lo guardò di storto ma non rispose, le chiese gentilmente di uscire dal bagno che doveva fare il suo bisogno.
Nabil rise... l’invitò a non sentirsi a disagio, che avrebbe potuto benissimo farla dinanzi a lui, che avrebbe chiuso gli occhi.
Quella risposta la rese ancora più imbarazzata, tanto che rimase immobile e irritata, poi lo esortò:
" Su! ...Per favore Nabil esca! Mi dia un po’ di privacy!"
"Esca?... Ma... mi dai ancora del lei?... Guarda che mi offendo." Dichiarò beffardo, ridendo di quella puttanella occidentale che doveva urinare.
"Allora ... su! … Per favore …esci Nabil!!" ...Ripeté con forza Serena correggendosi.
" Ecco così va meglio!" ... Esclamò lui.
Nabil a quella troietta bianca e infedele voleva umiliarla di più, farla sentire piena di vergogna e sottomessa a quello che decideva lui, invitandola a urinare lo stesso con la sua presenza.
La informò che tanto lui era abituato a pisciare dinanzi ad altri, come anche altri lo erano davanti a lui, sia uomini che donne e le rise in faccia, mostrandogli i suoi denti sporchi e il suo incisivo spezzato che lo imbruttiva ancora di più.
Era un ridere solitario il suo, che innervosiva Serena già shoccata da quello che aveva fatto con Carlo.
Provò ancora a farlo uscire, dandole del tu, pensando così di rabbonirlo:
" Per favore Nabil, su esci, sii gentile che devo urinare, non ci riesco se ci sei tu che guardi, mi blocco!" Le chiese, stringendo le gambe e le ginocchia per aiutarsi a trattenere.
Lui rispose in modo autoritario, nel suo dialetto, incomprensibile per lei, arrabbiato, gesticolando con la mano. Poi in Italiano esclamò:" Piscia così!!...Ubbidisci!!"
Serena, non ce la faceva più, aveva capito che non sarebbe uscito quel piccolo scarafaggio scuro e ora si era anche incattivito.
Non sarebbe riuscita a portarsela a casa, era lontana e rischiava di farsela addosso davvero e questo la spaventava molto. Così sotto quel comando e in preda ad un imbarazzo clamoroso, gli chiese almeno di girarsi dall’altra parte o di chiudere gli occhi.
Cosa che Nabil ridendo acconsentì, fingendo di voltarsi.
Lei sitirò su la maglia di Carlo da intorno alla vita e si mise veloce sul wc, con il suo sedere, quello che tutti chiamavano culetto d’oro sporto indietro, in sospensione, per non appoggiare il sedere e le cosce su quella tavola lercia di piscio fresco e secco, cercando di concentrarsi e non pensare alla sua presenza.
Intanto senza che lei se ne accorgesse Nabil si era rigirato e rideva sommessamente in silenzio nel vederla quasi seduta, ma sospesa sulla tazza piegata in avanti, urinando ed emettendo qualche timido rumorino involontario con l’ano.
Per fortuna la maglia di Carlo le copriva il sesso. Cercò di far uscire la pipì, si concentrò spinse, purtroppo era bloccata, non riusciva a farla dinanzi a un estraneo e per di più lui, servetto nel loro negozio.
Nabil si avvicinò ridendo e parlando con un ghigno perfido:
” Sei proprio una signorina!!...Hai paura di appoggiare il culo?” ... Le domandò spingendola giù
per la spalla e facendola sedere sul copri water che aveva pulito con la spugna, ma ancora sporco della sua urina fatta fuori e all'improvviso con una manata le strappò la maglia di Carlo che la copriva... dicendole arrabbiato di farla davanti a lui, che lo eccitava tantissimo, anzi era la cosa che lo eccitava di più in assoluto vedere le troiette bianche pisciare.
Il pallore del viso di Serena si colorò di rosso come la vergogna, a mostrarsi in quella situazione estremamente intima a quello sconosciuto.
Intanto Nabil mentre parlava si sbottonò la chiusura anteriore che si era fatto fare al Caftano, in modo da poter urinare senza tirarlo su, e tirò fuori il suo cazzo dall’apertura, eccitatissimo, duro e lungo molto più di quello di Carlo.
" Guarda il mio cazzo!" ... La esortò. “Vedi come è duro! ...Perché mi eccita vederti pisciare.
Guardalo come è bello grosso e lungo, così ti ecciti e la fai!" Esclamò ridendo.
Serena alla vista di quel pene olivastro che usciva al centro della lunga tunica sussultò sorpresa e sconcertata, restò strabiliata, era lungo davvero il doppio di quello di Carlo e anche di più di quello del suo fidanzato Paolo, e tutto scuro.
Ma era ...era bello! ... Si!... bello da guardare, leggermente curvato in su, sembrava scolpito, tanto era armonioso e perfettamente liscio, esteticamente meraviglioso.
Diventò ancora più rossa e imbarazzata a osservarlo, non immaginava che quel ragazzino potesse avere un pene così grande, da adulto ben dotato e bello anche esteticamente.
" Non ti piace signorina Serena?" ...Le chiese Nabil ironico avvicinandosi….
Lei non rispose e lo guardava sorpresa, non sapeva ancora che quel cazzo così bello, scuro e maghrebino aveva già chiavato Martina e sua madre, e inculato tutte e tre, Carlo per primo, non immaginando che da lì a poco, lo avrebbe preso anche lei, ne sarebbe stata chiavata e inculata provando gioia come il resto della sua famiglia.
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