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STORIE E RACCONTI EROTICI
VIETATI AI MINORI DI 18 ANNI
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IX° NON DESIDERARE LA DONNA D'ALTRI.
PAGINA VIETATA AI MINORI DI 18 ANNI.
CAP. 5 IL LITIGIO e LA CONSAPEVOLEZZA
Triste Realtà...” l’accettazione.”
Usciti dall'ufficio di Salvatore i coniugi Gometti scesero le scale, attraversarono in silenzio in
cortile e salirono in auto avviandosi verso casa.
Roberto guardava fisso la strada cercando di non pensare a quello che era successo. Il silenzio
avvolgeva l’abitacolo con loro all'interno, ciascuno immerso nei propri pensieri.
Beatrice con gli occhi umidi proseguiva a piangere silenziosamente, continuando a pensare a come si era dovuta umiliare mostrandosi davanti a quei due essere schifosi e riprovevoli, e a quella puttana della moglie che l'aveva fotografata anche nuda a sua insaputa.
Mentre l'auto correva veloce, Beatrice non riusciva a scollarsi di dosso una sensazione di sporcizia, di schifezza, che pareva essersi attaccata alla sua pelle con gli sguardi viscidi di quegli uomini.
Disperata, all'improvviso scoppiò in singhiozzi, portandosi le mani sul volto e piegandosi in avanti.
Pensava a quello che era accaduto a cosa ancora doveva succedere a cosa altro volevano quegli uomini, oltre lo spettacolo osceno che aveva dovuto eseguire?
Ora venivano a galla tutti i dissapori.
Nei fatti, sarebbe stata lei a dover pagare con il proprio corpo gli errori anche di suo marito.
Era da anni che lo spronava a trovare un’altra sistemazione più sicura, un lavoro alternativo invece di stare in negozio a non fare niente tutto il giorno, quando ancora i sentori della crisi economica erano all’inizio.
Poteva tornare a fare l'impiegato in qualche ente o ufficio come da giovane e prendersi uno
stipendio fisso. Lui per convenienza e per abitudine non l'aveva mai ascoltata.
Poi quel vizio del gioco, schedine, enalotto, il giocare alle carte e tutte quelle stupidaggini che
portavano via soldi da casa.
Beatrice tirò su la testa, i suoi occhi erano rossi e gonfi dal pianto e bagnati dalle lacrime, si voltò verso il marito in preda ad una rabbia interiore a stento trattenuta gridandole:
"Sei rimasto li fermo senza fare niente!!… Senza reagire mentre venivo violentata dagli sguardi di quei bruti, di quegli essere ignobili e schifosi!!"
Tra loro solo un lungo silenzio e il rumore del traffico esterno. Roberto evita di guardarla in viso fissando la strada davanti a sé.
Anche lui era pieno di rabbia e di rimorso perché costretto ad assistere, senza poter far nulla a
quello spettacolo… lo strip tese di sua moglie per quei signori.
Ma quello che le faceva più rabbia era il fatto che si era eccitato a vederla così, nuda sotto i loro sguardi libidinosi che la scrutavano nelle sue intimità e la comandavano a bacchetta e lei suo malgrado costretta ad ubbidire, gli era piaciuto osservarla docile e ubbidiente spogliarsi.
All'improvviso esclamò giustificandosi:
" Cosa potevo fare??…. Sai anche tu che persona è Salvatore, un usuraio, un delinquente.
Con gli affari che gestisce in città ci avrebbe distrutti, pensa anche a nostre figlie...!"
Beatrice sostenne irata:
"Sei stato lì fermo senza fare niente!... Senza intervenire, anzi!... Hai partecipato.
Bel marito che sei!... Hai lasciato che quegli esseri schifosi guardassero tua moglie nuda!!.... E
l'umiliazione dello spogliarello?... I loro lerci commenti? ...E la tua verifica!!!" Urlò.
"Ma che potevo fare? Intervenire? ...Volevi che intervenissi? Che facevo li picchiavo? Ci
provavo?... Poi? …Poi cosa sarebbe successo? "Rispose Roberto per spiegare il suo non intervento.
"Già cosa sarebbe successo? Avresti difeso il mio onore, il nostro onoreee!! " Esclamò alzando la voce. "La nostra dignità!" Invece sei restato fermo a guardare assieme a loro e magari ti è anche piaciuto." Aggiunse stizzita... dicendogli:" Sei ignobile!"
"Non ti permetto di parlarmi così!" Rispose Roberto risentito, continuando a guidare.
"Ti ripeto… che potevo fare? Litigare? mandare tutto all'aria? Ci tiene in pugno!”
E in un impeto di rabbia e gelosia alzò la voce quasi urlando:
" E allora tu?... Che avevi i capezzoli duri come quando sei eccitata!"
"Non ti permettere di parlarmi così sai!!... Di fare allusioni!!... Avevo!... Avevo freddo!" Rispose
sdegnata per motivare quella reazione. "Per questo erano così induriti ed eretti."
" Ma se eri anche bagnata!! Cosa mi vieni a dire... cosa vuoi raccontarmi!" Aggiunse Roberto
ironico.
"Non è vero!... Non è vero! ...Non dire queste cose! Dai retta a quegli schifosi?" Gridò Beatrice.
"Lo sentito io con la mano, eri bagnata e i capezzoli erano dritti!" Continuò Roberto,
provocandola per discolparsi dell’atteggiamento tenuto.
"Ti ho detto che era il freddo! Avevo freddo! E poi mi scappava la pipì, non c'è la facevo più a
trattenerla, ho perso qualche goccia. " Controbatté Beatrice come a discolparsi dalla reazione
piacevole che aveva avuto.
" E poi smettila!! Non fare queste insinuazioni su di me, non te lo permetto!! Sono tua moglie io e non una donna da strada!" Gridò irata e piena di vergogna per sé stessa:" Non mi piacciono queste tue insinuazioni. Io sono una donna seria, una signora e se lo vuoi sapere non ti ho mai tradito, anche se ho avuto mille opportunità per farlo!... Sei stato il primo e l'unico uomo della mia vita e fino a stamattina eri l'unico che mi avesse vista anche nuda."
Un "Mah!!" Scappò a Roberto involontariamente, che fece alterare Beatrice.
"Come ti permetti di dubitare di me?" Reagì girandosi verso di lui in uno scatto di rabbia isterico, colpendolo sulla spalla e sul collo con la mano per picchiarlo, piangendo e urlando:
" Come osi dubitare di me! Della mia fedeltà verso te! Porco!!... Sei solo un porco!!... Anche tu sei come loro! ...Bastardoo!!"
Rigirandosi poi per rimettersi come prima, piegare il capo sulle gambe e continuare a piangere.
"Stai ferma con le mani che mi fai sbandare!" L'avvertì Roberto spostandosi da lei con il tronco verso il finestrino per evitare gli schiaffi, dando un piccolo deviamento all'auto per reazione.
Il silenzio ritornò ad avvolgere l'abitacolo.
Beatrice si asciugò le lacrime e in silenzio con gli occhi chiusi, vide ripassare, nella mente
Sconvolta tutte le orribili angherie che aveva dovuto subire e quell'uomo accucciato ai suoi piedi che la scrutava intimamente.
Pensava alla famiglia per distrarsi e assentarsi da quello che pativa, alla sua vita passata. fin da giovane aveva cercato di rendersi indipendente dai genitori per poter rimanere in città, mentre loro, dopo la pensione, si ritirarono nel loro paese in campagna. Amava Roberto alla follia, per questo aveva voluto con tutte le forze sposarlo e dargli tre figli, si era creata qualcosa di suo, di rispettabile, era una donna ammirata e stimata. Era bella, sapeva di esserlo e lo evidenziava con abiti e trucco sobri. Era invidiata dalle altre donne e desiderata dai loro uomini, e i figli fidanzati con famiglie bene della stessa città.
E ora tutto le stava crollando sotto i piedi come un castello di sabbia travolto dalla marea.
Con Roberto, negli ultimi anni quel sentimento d'amore si era affievolito, ma ora dopo quello che era successo, quello che insinuava e dubitava di lei, della sua onestà morale e coniugale, della sua fedeltà... in certi momenti lo odiava.
Era vero però, quello a cui aveva alluso, che era bagnata dal piacere, ma non poteva accettarlo,
era immorale ammetterlo, sia per lui, che per se stessa.
Un profondo senso di nausea e di vergogna la stava invadendo ripensando all’orribile piacere che era stata costretta a provare contro la sua volontà.
Di tutto ciò che le era accaduto quella era la cosa peggiore, il fatto che il suo corpo aveva ceduto contro la sua volontà costringendola ad umiliarsi davanti a quei maiali, che l'avevano usata e derisa a loro piacimento. Era vero, aveva provato piacere in quel momento e questa era la cosa più grave che la scioccava.
Nel frattempo erano arrivati, posteggiarono l'auto, scesero veloci andando verso il portone,
entrarono e salirono in ascensore senza proferire parola. Una volta dentro casa dopo aver chiuso la porta e toltasi la giacca, era così angosciata che andò subito in bagno ad aprire i rubinetti della vasca e si spogliò. Voleva subito farsi un bagno per cercare di cancellare dal suo corpo i segni della sua resa.
Beatrice mentre preparava il bagno, esclamò quasi parlando sola a voce alta:
" Eppure ci deve essere qualcosa da fare!! E impossibile che siamo in balia di quegli animali senza poter fare niente."
"Già ma che possiamo fare?" Rispose Roberto giunto in bagno dietro lei, che l'ascoltava appoggiato allo stipite della porta.
"Hanno tutto intestato a loro, i muri di casa e negozio, metà licenza e gli dobbiamo anche 10.000 euro e se Serena dovrà fare il master universitario e si fermerà ancora nel capoluogo, per pagare l'affitto dell'appartamentino dove alloggia dovremmo chiedergli un altro prestito!
Capisci in che situazione siamo?"
Non voleva rispondergli, si sentiva offesa da lui.
Aspettando che la vasca si riempisse d'acqua, si spogliò si sedette sul water iniziando a urinare, mentre si guardava il seno e i capezzoli, ora normali. Quando pensava a quella situazione, un brivido le percorreva la schiena, non distinguendo se era di ribrezzo o di piacere.
Scoraggiata, si mise a maledire Salvatore ad alta voce, era tesa ed agitata dentro. Poi entrò nella vasca lasciandosi avvolgere dall’acqua, calda e profumata, che detergeva il suo corpo, mentre la fragranza del vapore entrando nelle sue narici purificava il suo spirito dalle tracce immonde di quello che era accaduto.
Come per decontaminarsi da quegli sguardi viscidi e libidinosi, si fregò a lungo, si insaponò la vulva e l’interno delle cosce. Ma la sensazione di sporcizia morale non svanì, le restò attaccata sotto la pelle, spiacevole e disgustosa.
Uscì dalla vasca, avvolta in un accappatoio rosa, andò in camera e si sede sul bordo del letto
iniziando a piangere sola, ma sapeva che le lacrime non mutavano la situazione.
Comprese, che per lei le cose non sarebbero più state come prima ed a confermare a se stessa questa sensazione, quasi inconsapevolmente si scostò i bordi dell'accappatoio di spugna e si toccò i peli umidi del pube e poi la vulva e inconsciamente passò e ripassò leggermente il dito fra le labbra vaginali rosa, lungo la fessura, trattenendo il respiro.
Chiuse gli occhi e le immagini oscene appena vissute le tornavano alla mente e come una ragazzina ripensava a quella scena a quando l'avevano costretta a spogliarsi, a girarsi e a mostrare il sedere.
Pensava a i suoi grossi seni che oscillavano sul torace. Alla voce padronale di Salvatore che le ordinava:" Lì!... Lì! …Si metta lì!!” Facendole segno con l’indice, oppure ferma e tagliente che le diceva: “Ubbidiscaa!!...Allarghi le gambe!!...Mostri il culo!!"
Non voleva aver dovuto provare piacevolezza seppur inconscia a quella situazione. Chiuse gli occhi e le immagini oscene appena vissute le tornano alla mente.
Come da una grande onda, venne invasa dal ricordo lancinante delle carezze e attenzioni del
contabile, delle umiliazioni, del disonore che aveva subito davanti a suo marito. Quello che più
detestava era la reazione incontrollata del suo corpo, il piacere ignobile che aveva avvertito in
silenzio ....
Avrebbe voluto punirsi per ciò che aveva fatto e provato.
Rifletteva.
Come aveva potuto accettare di sottomettersi alle sporche richieste di quelle persone così perverse? Mentre si faceva questi rimproveri, involontariamente per prurito, continuava a toccarsi la vulva provandone benessere che alterava il suo pensare.
Ritornando alla realtà si sentì ancora umida, vergognandosene.
Si alzò, prese un tubo di crema ammorbidente e profumata dal cassetto del comodino e la spalmò sul corpo sfregandolo, poi si pulì le dita, prese un altro tipo anti age e nutriente e la passò sul viso, come faceva sempre dopo il bagno.
Fisicamente e moralmente era a pezzi, anche per quelle emozioni contrastanti che provava, si
ributtò sul letto e ricominciò a piangere disperatamente.
Passarono molti minuti, si alzò, si asciugò gli occhi, uscì dalla camera e andò in soggiorno.
Vide Roberto da solo seduto di spalle sul divano con la tv accesa. Si avvicinò e silenziosa si sedette vicino a lui, impaurita voleva protezione, nonostante quello che era accaduto era sempre suo marito, si accorse che non stava guardando la tv, anche lui era assorto nei pensieri.
Beatrice era tesa, ansimante dal nervoso:
"Eppure ci deve essere una via di fuga!" Esclamò sottovoce prendendo il braccio del marito in
modo affettuoso e appoggiandovi la testa.
"Non c'è né!" Rispose duro Roberto.
" Ho pensato a tutto. Restiamo nella realtà Bea, con i piedi per terra, le soluzioni a questo ricatto sono due.
Ho mandiamo tutti al diavolo e ci tolgono tutto, casa, negozio e lavoro e adiamo a vivere sotto i ponti ...Oppure!!" E si fermò…"Oppure cosa?"... Chiese Beatrice ..."
Oppure lo sai!! Ci hanno in pugno! Non possiamo ribellarci. L’unica cosa che possiamo fare è assecondarli, fare quello che chiedono, cercando di far venire un momento propizio a noi. Ma per ora dobbiamo fare quello che dicono loro. Ho anch’io la morte nel cuore sai amore!” Disse abbracciandola.
Fosse solo per noi due, potremmo anche mandare tutto al diavolo e andare a vivere da qualche parte, ma te senti di rinunciare alla casa? ... Al tenore di vita benestante che abbiamo?
Vuoi finire ad acquistare le mutandine sulle bancarelle dei mercati......perché costano poco?
Oppure smettere di andare dal parrucchiere due volte alla settimana? … È questo che vuoi?
E i ragazzi chi li mantiene all'università?... Sai bene quanto costa."
Continuando:
"E Francesca!!... Ha appena finito l'università e se tra qualche mese si sposa? Il matrimonio, il
pranzo, e tutto il resto, come lo paghiamo?... Che figura facciamo?
Siamo impotenti...!!" Esclamò.
Beatrice si lasciò cadere in avanti nel divano e portando le mani al volto iniziò di nuovo un pianto dirotto. Roberto si alzò e l'accarezzò sui capelli, si chinò e si abbracciarono.
"Dobbiamo fare quello che ci chiedono." Disse impotente Roberto.
"Poi chissà!!... Forse si vogliono solo divertire un po’, vederti nuda, umiliarti un po’ perché anni fa lo hai umiliato, offeso. Vorranno giocare con te perché sei la più bella e desiderata del paese, poi magari ti lasceranno perdere."
"Ma cosa ti hanno detto quando io ero di la con la signora Clelia che sono stata male. Vedevo che parlavi con loro." Domandò singhiozzando.
"Mi hanno messo bene in chiaro la situazione. O loro per un periodo avranno te, oppure
chiederanno l'incasso di tutto e ci cacceranno in mezzo alla strada.
Di fare quello che vogliamo, ma ogni cosa che faremo contro di loro, si ritorcerà su noi….
In poche parole mi hanno detto che tu dovrai essere a loro disposizione... non so per quanto, per una settimana o un mese... ma non penso molto, così mi hanno fatto capire.
E poi sinceramente penso che più che atti di libidine non riescano a fare, non vedi, sono due
vecchi bavosi con una vecchia puttana che si divertono così, probabilmente Salvatore sarà
impotente, non gli verrà nemmeno duro e si soddisferà così, a guardare. Hai visto? Non ti ha fatto nemmeno toccata o fatto una carezza lui!
Quanto al contabile idem, non ci credo che c'è l'avesse duro, sono solo dei provocatori, dei
viziosi, dei libidinosi.
Chissà quante nostre colleghe commercianti in difficoltà che hanno avuto la sventura di andare da lui per un prestito, hanno avuto lo stesso trattamento." Pronunciò.
“Ti ricordi quella coppia giovane che aveva il negozio di abbigliamento in fondo alla strada un paio di anni fa? Che poi lo hanno venduto ai cinesi?”
“Si ricordo! Lei era una bella signora. Erano sposati da poco mi pare? “
“Si!... A lui lo avevo visto più di una volta parlare con Salvatore e lei una volta lo vista in giro anche con quella Clelia.” Fece una pausa e proseguì:” Ebbene si dice che anche loro in difficoltà si fossero rivolti per un prestito a Salvatore, e senz’altro non potendo rientrare avranno subito lo stesso trattamento come noi, lei come te! Le avranno praticato atti di libidine.”
“Poverina! Era tanto carina, ma che fine hanno fatto poi?”
“Si saranno stancati, venduto tutto e saranno tornati dalle loro parti, mi pare che fossero veneti!”
Non sapendo che quella coppia aveva subito tutt’altra sorte, alla fine di quelle angherie si era separata e lei era andata a lavorare al sud per amici di Salvatore.
Ci fu un attimo di silenzio, smise di piangere.
" Ma mi hanno anche fotografata! " Obiettò Beatrice... .
Roberto scrollò le spalle replicando:"Questa è la cosa minore, le terranno per loro, per quando si masturberanno. Avranno l’album delle signore che hanno ricattate."
Beatrice si alzò dal divano e si girò verso il marito esclamando con voce rauca dal pianto:
"Non so Roberto... Ho paura!... Che facciamo!?"
"Vedrai !!..Supereremo anche questa !" Rispose lui abbracciandola.
"Ma non possiamo parlare con qualcuno? Con qualche altra banca che ci garantisca e rileva il
prestito da loro?"
Roberto scosse la testa:" Non lo faranno mai, siamo già stati protestati e poi loro non sono
obbligati a cedere le loro quote."
"Ma qualcuno che conosciamo, che possa aiutarci, garantire per noi, non c'è? " Chiese Beatrice
speranzosa.
"E chi?" Rispose Roberto. "Sono tanti i soldi che gli dobbiamo per uscirne fuori."
"E se andassimo alla polizia? E gli raccontassimo tutto? "Replicò lei.
"Tutto cosa?... Che le banche hanno ceduto alla loro finanziaria il debito e l'ipoteca con il nostro consenso, anche se non era vincolante?
Che è diventato nostro socio nel negozio legalmente, con un atto societario stipulato davanti a un notaio…e che ci ha dato anche dei soldi per questo?
Cosa possiamo dirgli, che abbiamo dei debiti e non abbiamo i soldi per pagarli?
Quegli uomini sono capaci di mettere tutto all'incasso e di rovinarci, è gente senza scrupoli, che non scherza e poi è tutto legale quello che fanno." Sentenziò Roberto.
"Ma se diciamo quello che mi hanno costretto a fare?... Che ci ricattano?... Se lo sapesse la polizia interverrebbe, farebbe qualcosa."
"La polizia e meglio per noi che non sappia niente di questa storia." La interruppe Roberto. "Quello che fanno a livello finanziario è tutto legale e ci resteremmo invischiati anche noi.
Quello che invece ti hanno costretta a fare non ha nessun valore legale, ma morale, significa solo che tu, noi, consapevolmente abbiamo accettato quello che ci hanno chiesto di fare.
Siamo tutti maggiorenne.
Nessuno ti ha obbligata a spogliarti, non ti hanno strappato i vestiti da addosso, sei stata tu a
Toglierli, spogliarti per loro.
Non ne risolveremo niente, ci riempiremmo solo di vergogna e basta..." Proseguendo…
"Meglio che nessuno sappia di questa storia, ci pensi se lo venissero a sapere i nostri futuri
consuoceri e i fidanzati delle nostre figlie?... Per non parlare dei nostri stessi figli e della gente.
No! meglio di no! .... Sarebbe un danno maggiore. Oltre che a venire a conoscenza di questa storia, scoprirebbero che siamo pieni di debiti e non abbiamo i soldi per pagarli, che facciamo i signori senza soldi.
Purtroppo per ora l’unica cosa da fare è compiacerli, ci tocca stare al loro gioco, ne possiamo uscire solo... assecondandoli!
Intanto prendiamo tempo e avremo modo di studiare qualche soluzione per venirne fuori."
Beatrice abbassò il capo sconfitta, se suo marito diceva così, doveva essere vero.
Nel frattempo era rientrata Serena che vedendo Beatrice con gli occhi rossi e bagnati, preoccupata si precipitò di corsa da lei chiedendole:
" Cosa c'è mamma?... Non stai bene? C'è qualcosa che non va?"
"No! ..No!.. Stai tranquillo tesoro!" Le Rispose Beatrice dolcemente accarezzandola sul viso:
" Sono solo stanca e un po’ depressa, ma passerà."
"Ma tu stai piangendo mamma!"
"Sì!... Perché sono molto stanca. Non c'è altro! ...Stai tranquilla è solo questo, sono giù di morale e a volte mi prende la malinconia, non è la prima volta e poi si ci mette anche questo tempo piovoso. Per fortuna che c’è papà che mi sostiene! "
Esclamò sorridendo forzatamente appoggiandosi a Roberto. Chiedendole:
" E tu? .... Ci sono novità?"
" Oh mamma!"... Esclamò interrompendosi felice:" Oggi mi hanno accettata al master, al nuovo
corso, dovrò portargli 2500 euro per l'iscrizione e a fine mese iniziamo."
"Quando dovrai portarli? " Chiese Beatrice asciugandosi gli occhi.
" Giovedì della prossima settimana!" Rispose Serena.
"Bene! Allora giovedì prossimo li avrai!" Affermò guardando Roberto nel volto, sapendo entrambi questo cosa significava per lei.
Serena l'abbracciò felice esclamando: "Ohh…! Grazie mamma! Sei la mamma più bella e più buona del mondo!"
Solo loro due sapevano cosa significasse quel ... “domani li avrai”.
Poi abbracciò anche suo padre e andò in cucina a scaldare le vivande preparate dalla colf, da li a poco sarebbero arrivati anche gli altri figli, Francesca e Carlo.
Quella notte Beatrice fece una grande fatica ad addormentarsi mentre continuava a pensare alle umiliazioni che Salvatore le aveva inflitto e a quello che ancora avrebbe subito. Aveva pianto talmente tanto che le sue palpebre erano gonfie ed arrossate e le pareva di avere la sabbia negli occhi. Si chiedeva che cos’altro quel depravato potesse volere da lei.
Al mattino presto del giorno seguente sentì Roberto dargli un bacino in fronte, alzarsi, farsi la
doccia e dopo essersi vestito, uscire per andare ad aprire il negozio.
Sepolta sotto le coperte, ancora sfinita e in colpa per quanto accaduto, non aveva alcuna voglia di alzarsi per salutarlo e decise di cercare di dormire ancora un po’.
Ogni commento e suggerimento è gradito.
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Grazie.
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