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STORIE E RACCONTI EROTICI
VIETATI AI MINORI DI 18 ANNI
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IX° NON DESIDERARE LA DONNA D'ALTRI.
PAGINA VIETATA AI MINORI DI 18 ANNI.
CAP. 4 VERGOGNA E UMILIAZIONE
“Adesso signora Gometti ! Passeggi per la stanza, cammini un po’ come sa fare lei. Su!”
A quelle parole Beatrice iniziò a muoversi per l'ufficio.
Con quella lingerie era ancora più oscena che se fosse stata completamente nuda e lei lo sapeva.
Sostenute dal reggiseno abbassato, le mammelle fuori di esso ondeggiavano come le natiche ad ogni suo passo. Muovendosi per la stanza, i tacchi medio-alti le facevano sporgere i glutei in maniera indecente. La prova a cui veniva sottoposta era umiliante, Clelia con sguardo severo e beffardo assieme la osservava sorridente.
Gli occhi le si riempirono di lacrime mentre sentì su dì sé gli sguardi eccitati di quelle persone,
compreso suo marito.
I suoi movimenti venivano accompagnati da commenti volgari sul suo corpo, le sue forme e la sua lingerie, sulle dimensioni delle sue tette e del suo culo e.… altrettanti insulti sulla forma delle sue labbra.
"Per una signora che usa i collant … non ti sembrano un po’ troppo strette quelle mutandine?
Le stringono la fica in maniera veramente indecente, lasciando uscire tutti i peli sui margini.”
Esclamò il contabile a Salvatore che annuì fissandole morbosamente il sesso.
Ormai eccitati, alzarono il livello dei loro commenti e delle loro allusioni fino a trattarla da puttana.
Beatrice continuò a camminare avanti e indietro coperta di vergogna e piena di apprensione,
reggendosi le mammelle con le mani aperte, come ad offrirle ai suoi spettatori, mentre i peli scuri della figa le debordavano da una parte e dall’altra del tessuto dello slip.
Contrariamente al suo stato d'animo, si sentiva confusa ed eccitata in quella condizione forzata di spogliarellista, ma non voleva darlo a vedere.
All'improvviso esaltati da quella esibizione, le ordinarono di fermarsi davanti a loro, e di togliere le mutandine.
" Si tolga lo slip signora Gometti, ci faccia vedere anche come è fatta sotto." Pronunciò Salvatore.
Umiliata, Beatrice riguardò suo marito, che ora la fissava negli occhi osservandole anche i grossi capezzoli turgidi.
Roberto, avvertiva vergogna e rabbia verso sé stesso, ma non perché non aveva il coraggio di
intervenire in difesa di sua moglie o per il silenzio e l'incapacità a reagire, avvertiva vergogna perché si era accorto che anche lui si eccitava e provava piacere a osservarla soprattutto a vederla osservata da quegli uomini che le scrutavano le intimità, e in quella condizione e rabbia per il suo partecipare eccitato, visivamente allo spettacolo ne avvertiva l’erezione.
Ubbidendo piena di rabbia e di vergogna, Beatrice scollò con le dita la stoffa dello slip attaccata alla sua figa umida di umori e lentamente lo tirò giù portandolo alle ginocchia, abbassandosi poi per sfilarlo dal piede e toglierlo, facendo penzolare le sue mammelle grosse e bianche, e per un attimo piegata mostrò anche il suo splendido culo maturo.
Tolto lo slip... si tirò su e mostrò completamente il suo sesso, grande, splendido e peloso, e con un gesto della mano, gettò le sue mutandine sopra la gonna.
Ora era quasi nuda, solo la collana di perle e i bracciali oltre al reggiseno messo in quel modo
volgare, ornavano il suo corpo.
Anche suo marito silenzioso e in disparte la guardava eccitato, forse non l'aveva mai vista così
erotica o forse piaceva anche a lui che altri gli guardassero la moglie nuda, commentandola
volgarmente sulla figa, il seno o il culo.
Quel pomeriggio si scoprirono molte cose.
Salvatore mise a fuoco stringendo per vedere meglio, i suoi piccoli occhi rotondi da roditore, lo stesso fece il contabile e suo marito, oramai facente parte di quel piccolo pubblico perverso.
Le grandi labbra gonfie e simmetriche della sua figa, sotto i peli formavano al centro una lunga fessura che rimaneva dischiusa dalle gravidanze e dall'eccitazione, da dove si affacciavano le piccole labbra, belle, rosa e armoniose. Intorno coperta dai peli scuri e umidi la pelle chiara evidenziava l’oscenità erotica di quella apertura vaginale. Sopra, il monte di Venere leggermente pronunciato, si perdeva nel rilievo sensuale del ventre maturo.
Era bella. piacente, desiderabile.
Salvatore e il contabile guardavano in silenzio quel corpo nudo, notando con la coda dell'occhio che anche suo marito la osservava in modo nuovo, diverso, con attenzione libidinosa.
" Lei è un uomo fortunato sa signor Gometti ad avere una moglie così bella! Davvero fortunato.
Immagini quanti uomini la desiderano e la vorrebbero chiavare al suo posto e tanti sarebbero disposti anche a pagare, e molto! ...”
Poi perfidamente provocandolo disse:
“Ma la vedo sudato!? Si sta eccitando anche lei vero?... La capisco! ...È capitato ad altri mariti prima di lei, è eccitante vedere la propria moglie esibita e scoprire che si prova piacere a osservarla esposta ad altri sguardi maschili." Affermò Salvatore con quel suo ghigno perfido.
Per Beatrice era troppo. Il sudore cominciava a bagnarle la fronte e il viso, e a colarle sulla schiena.
Malgrado la repulsione per quello che la obbligavano a fare, sentì con orrore che l’interno della figa si stava inumidendo sempre di più.
I peli, a livello delle grandi labbra, erano umettati e la fessura più dischiusa dall'eccitazione.
Non voleva che si notasse, né che si capisse per questo stringeva forte le cosce.
Un misto di vergogna ed eccitazione la pervase, sperando che nessuno se ne accorgesse.
Ma l'occhio attento di Salvatore non perse le sensazioni di Beatrice, che commentò volgarmente con il suo contabile boccheggiando il suo sigaro:
"Guarda! ...Te l'avevo detto che si bagnava anche lì!... Si sta bagnando tutta… le sta venendo la fica fradicia. Gode ad esibirsi... ad essere guardata!"
Il contabile eccitato si alzò e si avvicinò inginocchiandosi davanti alla sua figa pelosa,
ammirandola come se l'adorasse, dal basso verso l'alto.
Lei restò ferma, con il contabile quasi ai suoi piedi che la scrutava da vicino, era un uomo brusco e cafone oltre che orripilante:
" Si! Si! …Si sta bagnando come una troia!... Lo ammetta signora, se non vuole che le strappi
con i denti tutti i peli da quella grossa fica." Esclamò eccitato, mentre lei sconcertata lo ascoltava incredula dire quelle parole.
Poi rivolgendosi a Roberto:
" Sua moglie ha una davvero una bella figa… sa!... Ed è anche eccitata!!... È bagnata!... Venga a
Vedere...Venga!!...Venga qui a toccarla, vedrà che è vero!" Roberto in silenzio ascoltava immobile.
Il contabile scrutandole il sesso continuò annusandola con il suo grosso naso aquilino:" Ha una figa splendida, grande, ben fatta, bombata all'esterno con le grandi labbra gonfie e con tanti bei peli curati e soffici. Quanti figli ha partorito questa meraviglia? Domandò.
“Tre!” Rispose Salvatore.
“Tre!... Numero perfetto, come è perfetta questa figa…” Commentò. E rivolgendosi a Beatrice proseguì:
“Scommetto che non la chiava come vorrebbe?... Oppure la chiava poco?
Credo che lei signor Roberto non la sappia apprezzare?... Vera signora?" Disse a Beatrice, ripetendo nuovamente:" Venga a toccarla!"
Roberto non rispondeva.
Beatrice sperava tanto che non lo facesse, che non desse ascolto a quelle parole viziose, finché la voce fredda di Salvatore esclamò:" Vada! ...Vada signor Gometti! ...Vada a verificare se
quanto dice il mio contabile è vero. Vada!"
Roberto agitato si spostò sulla sedia, ma non si alzò.
Mentre Beatrice era immobile al centro dell'ufficio, sudata, rossa in viso, le gambe strette e le
braccia lungo i fianchi.
"Allora?... Signor Gometti stiamo aspettando!" Incalzò Salvatore.
Beatrice sconvolta per l’oscenità di ciò che stava per accadere vedendo suo marito alzarsi, chiuse gli occhi.
Roberto si mise in piedi davanti a sua moglie, girata con il capo di lato per non vedere il suo viso e i suoi occhi, per non scrutarsi in quel momento imbarazzante e offensivo per lei.
Il contabile tiratosi su infilò la sua mano tra le cosce strette di Beatrice e sforzando gliele fece
dischiudere, battendo poi forte in mezzo a loro a divaricare, dicendo:
" Su signora Gometti !... Allarghi queste belle cosce… su!!" Poi prese la mano di Roberto e
l'accompagno sopra la figa di sua moglie appoggiandola delicatamente …
" Senta lei che la conosce bene questa figa se non è calda e bagnata? La mai vista bagnata così a sua
moglie?"
Beatrice appena sentì la mano di Roberto posarsi sulla sua vulva eccitata, accompagnata da sopra da quella del contabile ad accarezzarle i peli, ebbe una scarica di adrenalina, la sua figa si bagnò di più e i suoi capezzoli diventarono dritti e duri come due chiodi. Un fremito di piacere la pervase in tutto il corpo, facendole venire la pelle d'oca.
"Visto!... Che avevo ragione?" Disse il contabile. “Scommetto che non la mai sentita bagnata così?"
Era bagnata davvero. Roberto, eccitato anche lui suo malgrado da quella situazione con il cazzo in erezione dentro i calzoni sudava, quando il contabile gli lasciò la mano non la tolse, ma la tenne ancora appoggiata sulla figa infuocata di sua moglie, sentendola umida di umori, avvertendo quel suo piacere liquido e caldo sulle dita.
La guardò sul viso, era con il capo girato e gli occhi chiusi ferma, eccitata, il respiro affannoso, con quell'aria superba di chi non vuole cedere e dare soddisfazione.
“Io... ce l’ho durissimo!" Mormorò il contabile.
" E lei signor Gometti?" Roberto non rispose, continuava a tenere la mano sulla calda figa di sua moglie.
"Su!!... Lo dica !!... Se non me ne sincero personalmente!" A quelle parole rispose umiliato:
"Si!... Ce l’ho duro!!" Mentre toglieva la mano dalla sua figa.
"Ahhhh!!! Vede che piace anche a lei vedere sua moglie così!... Guardata da altri uomini, la eccita!!"
Non fece in tempo a rispondere che la voce imperiosa di Salvatore esclamò assieme al fumo del sigaro che gli usciva dalla bocca:
" Allora signor Gometti! È bagnata la figa di sua moglie?" …Ci fu una pausa di silenzio, poi
inaspettatamente replicò:
"Si!... Lo è!" Lasciando con quella risposta scandalizzata e umiliata ancora di più Beatrice, che
aprendo gli occhi si girò a osservarlo con uno sguardo di stupore e disprezzo.
" E che cosa ne deduce di questo signor Gometti?"
Chiese Salvatore sorridendo perfidamente, soddisfatto della partecipazione del marito a quella valutazione.
" Ma! ...Non so!" Rispose Roberto.
Beatrice rigirò la testa di lato, offesa e umiliata che suo marito partecipasse con quei porci a quel dibattito osceno su di lei.
"Non ne deduce che le piace essere guardata, ammirata, mostrata a degli estranei e che tutto questo la eccita da farla bagnare e anche venire?" Chiese Salvatore.
Roberto restò in silenzio e guardò sua moglie sul lato del viso che le mostrava guardando fissa in avanti, tra la tensione, ne sentì il suo profumo forte e denso mischiato al sudore e alla sua indignazione.
" Allora signor Gometti!" Incalzò ancora Salvatore." Ci dica cosa ne deduce lei."
" Si! Penso che è vero quello che ha detto! Che abbia ragione!" Rispose titubante.
"E cosa ho detto?... Me lo ripeta con la sua voce!" Ribadì Salvatore arrogante.
"Penso che goda ad essere ammirata nuda da estranei!" Aggiunse Roberto con la voce rotta e
tremolante dal disagio e dal turbamento di dover parlare a loro in quel modo di sua moglie.
"Bravo!!" Esclamò Salvatore mentre Beatrice ascoltava incredula quelle parole dette da suo
marito su di lei, con un misto di rabbia e turbamento.
Come si permetteva di parlare delle sue intimità con quell'uomo? Irata chiuse gli occhi ancora più forte.
Il contabile mentre Beatrice era voltata si inginocchiò ancora ai suoi piedi e avvicinò il suo grosso naso pendulo quasi a toccarle i peli della figa ...esclamando:
" Mmmmm!!! Diooo che buono odore!... Profumo di eccitazione!... Di godimento!... Di fica
calda! ...Di figa buona!... Non c’è che dire, si sente l'odore buono e pungente della sua fica che entra per le narici e sale estasiandomi."
"A giudicare dalla sua faccia, vedo che fargliela accarezzare da suo marito le ha fatto un bell'effetto signora Beatrice... Non arrossisca! Non c’è nulla di male nel godere e provare piacere ed io mi congratulo con lei per aver reagito così. Mi fa felice, dimostra che è predisposta! Credo proprio che avrà molto successo." Affermò Salvatore.
Beatrice tacque, ormai completamente succube, umiliata, confusa e ferita anche dall'atteggiamento di suo marito.
Non capiva cosa volesse dire Salvatore con quelle parole:" ...Mi fa felice...è predisposta ...
avrà molto successo ... "
Salvatore dalla scrivania la fissava viziosamente eccitato con il suo sguardo lascivo e libidinoso.
Il contabile sotto di lei esclamò improvvisamente:
"Apra bene le gambe signora Gometti, in modo che si possa vedere bene.
Su!... Non faccia la timorosa. Invece di fissarmi come una sciocca, apra bene le gambe e mostri la figa!
Non mi dica che si vergogna signora Gometti , con tutti gli ammiratori che ha in città a cui lascia piacevolmente guardare le gambe fino alle cosce quando va in bicicletta a noi come minimo dovrà farci vedere la figa quando glielo chiederemo."
Beatrice indignata ubbidì, oramai sapeva che non poteva fare diversamente davanti a quei due porci, depravati e perversi che si eccitavano solo ad ammirarla umiliandola.
“Ancora di più! ...Allarghi bene!... Mi faccia vedere tutto... così! Brava! Non si distingue ancora bene in mezzo a tutti questi peli! Uff… che fastidio che danno!”
Beatrice guardando in alto si morse il labbro per non protestare allargando un poco di più le
gambe.
Il contabile ammirava da vicino il suo sesso con le due grosse labbra vaginali gonfie di eccitazione, pulsanti ai due lati della fessura lunga e dischiusa in mezzo alla quale in alto si affacciava il clitoride rosso e duro.
Uno spettacolo osceno, perverso quello che stava facendo, ma anche molto erotico ed eccitante.
Godeva contro la sua volontà a vedere quell'uomo a pochi centimetri dal suo sesso scrutarla, ne sentiva il respiro sulla pelle e sui peli che si muovevano all’aria.
Eccitata e mortificata, Beatrice teneva la testa girata e gli occhi chiusi per non incrociare più lo
sguardo di suo marito e dei suoi ricattatori.
"Bene!... Bene! Ecco il gioiello della signora Gometti a portata di mano. E' molto bello anche se è usato." Pronunciò ridendo il vecchio contabile vizioso, restando lì a guardare quella signora violata con lo sguardo nelle sue parti intime.
Era lì!!.... In piedi quasi nuda, la bella e affascinante signora Gometti, ammirata e desiderata da tutti, sogno di tutti gli uomini della città, simbolo di bellezza e attrazione matura, di desiderio e brama. La splendida e superba signora Beatrice era lì a loro disposizione, quasi nuda a
gambe divaricate a mostrarsi a loro. Quasi non ci credevano loro stessi.
Una carezza improvvisa, all'interno della coscia, la fece sussultare e la costrinse ad aprire gli
occhi, rabbrividendo eccitata.
Vide il loro sorriso di scherno.
"Accidenti, che meraviglia!" Esclamò guardando il clitoride ingrossato il contabile.
" È enorme! Un vero clitoride da maiala! " Esclamò ridendo forte lui e Salvatore. Correggendosi subito:
" Da scrofa!! Mi scusi signora Gometti… deve godere davvero tanto con un clitoride così evidente."
Si sentiva umiliata, aveva gli occhi umidi, dentro di lei un vortice di emozioni contrastanti, di
piacere e ribrezzo, eccitazione e vergogna, umiliazione e benessere si amalgamavano tra di loro, non riuscendo a capire qual era quella prevalente sulle altre.
Le sue cosce tremavano al ribrezzo del tocco di quella mano grande e scarna a quelle dita ossute e viscide. Il suo ventre pulsava veloce dalla tensione.
Dopo un poco il contabile allontanò il volto dalle sue cosce e la fissò in viso con aria divertita.
Beatrice era l’immagine stessa della vergogna e dell’umiliazione, si sarebbe potuto fare un quadro con quel titolo dall’espressione che aveva.
"Adesso si giri!" Le ingiunse Salvatore:" Mostri il culo!... Voglio vederlo bene!"
Beatrice cercò di opporre resistenza:
" Ma non vi basta quello che mi avete già fatto?" Gridò con gli occhi umidi.
" No!!" Rispose Salvatore godente della sua implorazione." Ubbidisca!!"
Sconfortata e arrendevole, eseguì. Oramai l'avevano vista nuda, l'affronto del disonore era già
entrato in lei e il suo corpo oltraggiato dagli sguardi lascivi e libidinosi.
Si girò, restando eretta con le mani lungo i fianchi, Salvatore le precisò con voce decisa:
" Ora pieghi il busto leggermente in avanti e appoggi le mani sulle ginocchia per sorreggersi meglio…” Precisando:” …pieghi appena anche le gambe e sporga dolcemente in fuori il suo bel culo delizioso."
Beatrice restò un attimo disorientata, poi si mise in quella posizione degradante, con il contabile vicino che voleva aiutarla a metterla in posa.
"Lei permette vero ...signora Gometti?" Chiese. Mentre le sue dita nodose gli sfioravano il sedere e la schiena per darle quell'atteggiamento osceno.
"Che fa!!… Non mi tocchi!!... Non si permetta!" Reagì in un momento di orgoglio sentendo il ribrezzo delle sue dita sulla pelle.
Tutto quello che subiva lo faceva per i suoi figli, solo per loro, per permettergli di continuare ad avere, la vita agiata che avevano sempre avuto.
Vide suo marito fermo e impassibile senza dire nulla o fare un gesto per aiutarla. Incrociò lo
sguardo severo di Salvatore.
Avrebbe voluto gridare contro tutti, scappare, rompere tutto fuggire.
Ma invece piegò ubbidiente i fianchi, seguendo le mani appiccicose e ossute del contabile appoggiate su di lei che la posizionavano, protendendo il culo all’indietro, in fuori, ed offrendosi all’indegna carezza di quell'essere viscido e schifoso sul sedere nudo.
Restò in quella posizione inchinata per qualche minuto ai loro sguardi, umiliata, mortificata, oltraggiata con il seno pendente e dondolante verso il pavimento e il ventre per la posizione accentuato di più.
Salvatore da dietro la scrivania la scrutò bene, anche suo marito, silenzioso ed eccitato la guardava in quella posizione oscena.
Poi trafitta dalla vergogna rialzò il capo e Salvatore le diede il permesso di risollevarsi.
"Può rimettersi dritta, mia cara signora Gometti. Inutile restare con il volto in giù. Si volti verso di me... mi guardi in faccia!" Disse.
Odiava quell'essere disgustoso e quel modo di chiamarla sarcasticamente "signora Gometti " come se la rispettassero, mentre invece la trattavano come una puttana.
"Signora!!" Esclamò Beatrice in un momento di orgoglio. " Credo che lei non sappia assolutamente il senso di questa parola, cosa significhi signora. Lei ha una strana idea delle
signore." E si girò a guardare sua moglie Clelia che la fulminò con lo sguardo.
"Sa!!" Rispose Salvatore infastidito dalla sua reazione arrogante e presuntuosa, lei è una donna matura, bella, raffinata, intelligente e molto femminile e anche sexy, lo ha dimostrato nella posizione in cui era prima.
Potrei chiamarla in qualsiasi modo, anche ..."cagna" … se volessi, ma siccome io sono un gentiluomo...anzi!... Noi siamo!! " Aggiunse guardando il contabile.
"Non abbiamo dimenticato che alle signore si dà del… Lei.
In quanto al mio concetto di signora, glielo spiegherò più avanti, avrà modo di appurarlo su sé
stessa. E ora mi ubbidisca!!! Non mi piace essere ripreso.
Lei deve solo ubbidire a quello che le dico e basta …non deve pensare ne commentare né tantomeno polemizzare, solo ubbidire. Ha capitoooo!!! " Disse urlando, spaventando Beatrice.
Era completamente soggiogata da lui, quei piccoli barlumi di orgoglio in lei si stavano
affievolendosi, erano la sua ultima difesa morale. Si sentiva come una cavalla domata e imbrigliata che nitriva senza però osare ribellarsi.
Sempre più sconvolta, Beatrice ubbidiva. Si tirò su, cercando di coprirsi la figa con le mani in un momento di pudore, piena di vergogna e intimorita.
Il volto dei due si illuminò di un sorriso vizioso.
“Ah!!!... Che ne è stato della signora per bene, fiera, piena di superbia, arrogante, che è entrata in questo ufficio non più di un’ora fa? Che ci ha offesi, ingiuriati, minacciato di denunciarci.
Dov'è?... Io vedo solo una svergognata che si mostra nuda a noi come una sgualdrina, davanti a suo marito e che gode a fare questo. Se lei potesse guardarsi ora, mia cara signora, vedrebbe ... com'è indecente e scandalosa."
Beatrice ascoltava in silenzio, umiliata e infangata da quelle parole.
"Via subito le mani da lììì!!... La voglio vedere con la figa a vista!! "Le ordinò urlando Salvatore.
Beatrice in un momento di rabbia, in uno degli ultimi sussulti di orgoglio, con le lacrime agli occhi esclamò ancora:
"Lei! ...Lei!!...Mi disgusta!... È un essere spregevole. " Salvatore le rispose con una risatina di
disprezzo.
"Mi piace sa quando è selvatica!... Ribelle!... Ma io la domerò! Si ricordi sempre che posso cacciarvi sul lastrico, in mezzo alla strada e farvi andare tutti a lavorare figli compresi, e allora addio all’università, bei vestiti e ai fidanzati della buona società…!" Esclamò guardandola fissa negli occhi.
" E tolga anche quel reggiseno ridicolo da sotto le mammelle!... Nuda la voglio!" Gridò.
Beatrice, sapendo vere le sue parole e capace di attuarle, consapevole di non avere scelta gli ubbidì, provò a toglierlo portando le mani dietro, ma agitata e tremante non riusciva a sganciarlo, lo girò sul davanti, portò la chiusura tra le due mammelle e lo sganciò, lo tolse, restando completamente nuda.
Ora era in piedi con le mani lungo i fianchi in esposizione a quella gente come una bestia al
Mercato o peggio una schiava in vendita.
Non pensava a nulla, era rassegnata.
Salvatore si godeva quella situazione che aveva creato pregustando il momento in cui l'avrebbe fatta accoppiare con qualcuno che diceva lui, assaporando boccone dopo boccone la sua degradazione.
Conosceva il disgusto che lui e il suo amico facevano alle donne, per questo gli piaceva partecipare a giochi perversi per umiliare e sottomettere le poverette che finivano sotto di lui.
Beatrice girandosi all'improvviso, vide Clelia con la macchina fotografica che scattava e
sorrideva. Capì subito che l'aveva fotografata.
Ebbe una reazione di rabbia violenta che la fece stare male, le girò la testa e impallidendo barcollò.
Se ne accorsero tutti, Roberto si alzò veloce assieme al contabile e la sostennero per non farla
cadere a terra e battere la testa. Era troppo quello che aveva subito!!
Salvatore fece un cenno a Clelia che subito prendendola sotto braccio la guidò verso la porta.
Sulla soglia Beatrice fece una piccola resistenza, ma senza convinzione.
Clelia aprì la porta e la fece entrare dall'altra parte, nell'ufficio del contabile e come un automa lei ubbidì, scorgendo attraverso i vetri della parete divisoria, il contabile e Salvatore che stavano parlando con suo marito. Vedeva che discutevano in modo accalorato e lui, Roberto, imbarazzato con le mani in tasca ascoltava, gli stavano illustrato cosa avevano in menta di fare con lei.
Clelia la fece sedere e le diede un bicchiere d'acqua, che lei beve tutto di un sorso, accorgendosi solo dopo che il bicchiere era sporco e unto. Clelia aveva ancora a tracolla la grossa macchina fotografica nera della Canon.
Beatrice le chiese timidamente:" Mi ha fotografata?" Sperando in una risposta negativa.
"Certo!!" Rispose lei: “In tutte le pose e in tutti i momenti, ne avrò fatte una cinquantina."
"Ma perchèèè ??" Gridò lei agitata.
" Perché lei possa essere integralmente nostra!" Le rispose seria aggiungendo: “Pensi se queste fotografie le vedessero i vostri futuri consuoceri? O i vostri amici? ...O parenti? ... E i vari commercianti?"
Gli occhi di Beatrice si riempirono di lacrime, capì che non sarebbe più stata in condizione di
rifiutare nulla delle loro richieste, anzi avrebbe dovuto allargare sempre più i confini della sua sottomissione.
Mentre lei piangeva seduta, Clelia guardandola dall'alto soddisfatta, pensando sorridente a quello che avrebbero fatto di lei. Sarebbe stata toccata e accarezzata da molti uomini, chiavata, punita, umiliata, esibita, avrebbero potuto disporre di lei, di quella bella signora a loro piacimento.
L'avrebbero educata alle più sottili perversioni cui si possa sottoporre una persona, fino al punto di annullarla nelle loro mani trasformandola in oggetto di piacere. Era godente di questi pensieri.
Passò un quarto d'ora e Beatrice si riprese, asciugò le lacrime e rientrò con a fianco Clelia
nell'ufficio di Salvatore.
Roberto, non la guardava, teneva lo sguardo fisso sul pavimento e sembrava completamente
assente con un’espressione da cane bastonato.
“Che piacere mi fa, rivederla, signora Gometti!... Sta meglio?" Esclamò Salvatore.
Beatrice pallida fece un cenno con il capo affermativo.
"Abbiamo spiegato a suo marito cosa abbiamo in programma per lei… Venga! ...Si segga!" Disse fingendo di preoccuparsi per lei.
Solo in quel momento passando vicino a Roberto, lui gli rivolse la parola chiedendole come stesse.
Lo guardò fredda e offesa: "Bene!" Rispose indignata." Non vedi?"
Lentamente iniziò a rivestirsi sotto lo sguardo attento di Clelia che la osservava e quando lei la
guardava le sorrideva.
Dopo essersi rimessa la biancheria intima, la camicetta e il tailleur si sistemò un po’.
Intuì che non era finita, che quel vecchio bavoso e schifoso insieme al suo laido compare
scheletrico e sadico avevano in mente qualcosa, anche se non sapeva cosa.
Salutarono con i convenevoli. Beatrice si sentiva oltraggiata da quegli esseri.
È stato un bellissimo e piacevolissimo pomeriggio! " Esclamò Salvatore sorridendo, annuendo dietro di lui quel vecchio porco del contabile.
Beatrice fredda e pallida non rispose, si sentiva sporca, umiliata, infangata da quelle persone, ma anche da suo marito che aveva assistito e partecipato. Aveva le lacrime agli occhi.
Uscirono senza salutare, salirono in macchina e si avviarono verso casa.
Qualcosa in loro si era rotto, non sarebbero più stati la coppia di prima.
Ogni vostro commento ed eventuale suggerimento è gradito.
Inviare a “dressage1@hotmail.it
Grazie.
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