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STORIE E RACCONTI EROTICI
VIETATI AI MINORI DI 18 ANNI
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IX° NON DESIDERARE LA DONNA D'ALTRI.
VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI
Note:
“…ad assecondare il diavolo si resta bruciati…”
Anonimo.
CAP. 19 L'INTRIGO
(Serena)
Il giorno seguente Beatrice prese Nabil da parte e a quattrocchi, gli fece giurare che non avrebbe parlato con nessuno dell’accaduto.
“Io ti perdono Nabil, ma nessuno dovrà mai sapere niente, quello che è successo!” Disse
risoluta.
“Si, certo signora Beatrice.” Rispose lui.
“Giuralo!... Giuralo sul tuo Dio musulmano, su Allah che non lo dirai nessuno!”
“Noi su Allah non scherziamo …” Rispose Nabil tornando serio e smettendo di sorridere.
“Appunto! Giuralo! … Giuralo su di lui… Che non lo dirai né a Salvatore, né a Clelia, né a nessun’altro…”
Beatrice non sapeva che lui li aveva informati di tutti i particolari già la sera stessa del fatto.
“Va bene lo giuro!” Esclamò:” Però mi promette che lo rifaremo! “Dichiarò guardandola.
Beatrice restò in silenzio per parecchi secondi, non le andava venire a patti con quel marocchino, ma non aveva scelta, finché non sarebbe finito tutto doveva compiacerlo, anche se certa che poi non lo avrebbe fatto. Quella era la sua condizione per il suo silenzio e lei avrebbe fatto e accettato tutto per i suoi figli e avrebbe finto di assecondarlo.
“Va bene Nabil, lo rifaremo ma non adesso, più avanti, ora sono indisposta, tra un mese… ma non di dietro, ce l’hai troppo lungo, davanti, lo faremo davanti tra un mese o due.
Nabil accettò e da musulmano furbo giurò falsamente su Allah che non avrebbe detto più qualcosa di quello che già gli aveva detto, e tutto terminò lì, i rapporti ritornarono distaccati e di lavoro, e continuò a chiamare quella che mentalmente chiamava puttana occidentale, di nuovo signora Beatrice.
Intanto Carlo oramai era succube di Nabil e indirettamente di Salvatore e Clelia, artefici di quello che era accaduto e accadeva a lui e alla sua famiglia, era nelle loro mani e lo muovevano come un burattino....
Nabil aveva un ascendente fortissimo su Carlo, la sua attrazione sessuale per lui, rasentava la passione, ne era segretamente innamorato anche se non lo ammetteva e lo asseconda in tutto, al punto di essere arrivato a concedergli sessualmente su un piatto d'argento la sua fidanzatina Martina.
Ma ora Nabil voleva di più ... volevano di più tutti, lo voleva Clelia, Salvatore e Giovanni e volevano sua sorella Serena.
La dolce e bella Serena dai capelli lunghissimi.
Ma Salvatore e Clelia, perversamente pretendevano che fosse prima lui, Carlo a chiavare sua sorella e poi la concedesse e aiutasse Nabil a sottometterla, come aveva fatto con la sua fidanzata Martina.
Ambiguamente e abilmente, durante le giornate e i loro incontri passionali, Nabil facendo finta di nulla gli chiedeva:
" L'hai mai vista nuda tua sorella Serena?" ... Ingenuamente Carlo rispondeva: " Qualche volta!!...In casa a volte capita!"
" Anche tua sorella Francesca? " Chiedeva perfidamente …" Si tutte e due le mie sorelle. Te lo detto capita... più che altro le ho viste in disabiliè, mezze nude quando girano per casa." Precisò.
"Com'è Serena nuda?... È bella?" ... Domandò lascivamente.
"Si! È bellissima !!" .... Rispose Carlo, non lo dico perché è mia sorella, ma è molto bella con quei capelli lunghissimi che le arrivano quasi al sedere.
" Ti piace?"... Chiese lui.
" Ma che domande Nabil, è una bella ragazza, molto femminile e aggraziata......certo che mi piace, ma è mia sorella."
" Ma a te piace come ragazza se non fosse tua sorella?... Intendo anche sessualmente? " Insistette.
"Be sì! "... Replicò Carlo innocentemente:” Se non fosse mia sorella però…”
" E te la chiaveresti se potessi?"... Pronunciò malignamente.
"Ma che domande Nabil!... Anche se vorrei e potrei non posso, è mia sorella ... anche se mi piace come ragazza, non si fanno queste cose tra fratello e sorella, è incesto." Asserì Carlo.
"Ma rispondi alla mia domanda. Te la chiaveresti se non fosse tua sorella?” ... Ribadì
perversamente e deciso Nabil.
"Be’! ...Penso di si .... certo, se non fosse mia sorella credo di sì, è molto bella e sensuale." Rispose.
" E allora perché non la chiavi!" Esclamò... e prima che Carlo potesse rispondere aggiunse:
"Se vuoi io ti aiuto…"
"Ma no! ...Che dici Nabil, è mia sorella, non posso e soprattutto non voglio." Riaffermò Carlo.
" Dai!... Non saprà niente nessuno." Aggiunse Nabil proseguendo:” Ascolta Carlo, è come uno svago, un passatempo, un gioco tra noi, proviamo, se poi non ci sta non fa niente finisce tutto lì, ma intanto la metteresti alla prova. Può darsi che anche lei pensi come te, che se non fossi suo fratello si farebbe chiavare da te!”
“Ma no… che dici? ...”
“Tu provi!... E intanto vedi se ci sta ... e poi se vuoi continui e la chiavi, se non vuoi lasci perdere tutto, e se non ci sta ... non fai niente, gli dici che scherzavi, che era un gioco, che è tanto bella che se non fosse tua sorella… la baceresti. Vediamo solo come reagisce alle tue avances e poi ci sarei anche io vicino a te. È solo un gioco! Una curiosità!"... Ripeté Nabil accarezzandolo teneramente.
"Ma non so!... Dai Nabil, sono cose che non mi vanno, non mi piacciono, che mi turbano...dai!!... Non mi va questo gioco è mia sorella." Rispose titubante e indeciso:” Ti ho già fatta chiavare Martina che è la mia fidanzata e amo…” Affermò.
" Ma dai!!...Proviamo! “…Ribadì Nabil muovendo la lingua come un serpente tentatore. “Vediamo come reagisce, te l’ho detto ci sono due possibilità…anzi tre!” Si corresse.
“Se ci sta, sarai tu a scegliere se farlo o no, quindi sarai solo tu a decidere. Se non ci starà dirai che è stato tutto uno scherzo, la prendi a ridere, ti crederà e finirà tutto… “
“E la terza?” Chiese Carlo curioso, dimostrando pur senza volerlo un certo interesse per quel che diceva.
“La terza se lei ci sta’ e tu non vuoi chiavarla per qualunque motivo, se vuoi me la puoi fare chiavare a me!"
“Ma figurati! Sapevo che arrivavi a questo!” Esclamò Carlo risentito. “Vuoi chiavare anche Serena, mia sorella, non ti è bastata Martina. Non sai quel che dici!... Dai… come fai a dire certe cose, Serena è fidanzata ufficialmente in casa, deve sposarsi, è sempre stata solo con Paolo il suo futuro marito, si sono conosciuti a scuola e non mi va che vada con altri che non sia lui. E poi lei non ci starebbe… No! ...No!" Ripeté.
" Ma tu!... Io!... Noi due!... Non siamo gli altri... noi siamo una cosa sola. “Continuò Nabil per
Convincerlo:” Siamo amanti…
" Ma non mi va! ...Dai!!"... Ribadì Carlo.” È mia sorella ed è fidanzata.”
"Bravo!!... “Esclamò Nabil sferzante: “La pensi così perché è tua sorella?... Però a Martina me l'hai fatta chiavare e inculare pure! E non ti sei posto problemi etici o morali, eppure è la tua fidanzatina, la tua futura moglie." Come a volerlo colpevolizzare e fare sentire in colpa nei confronti di Martina.
Carlo replicò:” Lo sai che non volevo nemmeno quello!”
Poi restò in silenzio e imbarazzato esclamò: "Ma non so Nabil, con Martina era diverso, lei ora è l’amante di tutte e due."
" Ma guarda che non ne approfitto di tua sorella, non la prenderò prepotentemente come ho fatto con Martina! ...Ti do la mia parola. Te lo giuro. Anzi sai cosa fai? Gli fai mettere i pantaloni stretti, quelli in pelle amaranto che aveva l’altro giorno in negozio, che sono strettissimi e per toglierli ci vuole tempo e il consenso. Più di così!... “Esclamò.” Proviamo solo a vedere cosa succede quando la corteggi, come reagisce. Se ci sta lei. Se no ...non si fa niente... te lo detto! " Ci fu una lunga pausa.
"Dai!!"... Gli disse Nabil cercando di persuaderlo, accarezzandolo e toccandolo sul sedere e in mezzo alle gambe.
"Fammi contento dai Carlo!!...Guarda!!... Ti viene duro solo a pensare di provare a chiavare tua sorella…" Esclamò ridendo.
Effettivamente Carlo aveva avuto una forma d'erezione a quei pensieri.
“Vedi che sei bisex!” ... Affermò falsamente Nabil per incoraggiarlo e farlo contento. “…Che non sei gay come credi… Ami me, ma anche le donne. Stai diventando come me attivo e passivo.” Gli proferì mentendo. Sapeva benissimo che non era vero quello che diceva, che la sua tendenza era ormai di effemminato e il suo futuro da trans, però per giungere al suo scopo lo illudeva.
"Adesso sei così!... Contrario perché è tua sorella, ma immagina che non lo sia, che sia un’altra o Martina e inizia a pensare lentamente che la corteggi e che poi la puoi chiavare, vedrai che ti abitui all'idea e la desidererai e poi io ti aiuto, organizzo e faccio il resto. Senza nessuna coercizione su di lei te lo giuro. Hai la mia parola!” Fece una pausa e sempre accarezzandolo continuò:
“Dimmi la verità, ma la verità Carlo, se lei ci stesse con te, se lei volesse tu la chiaveresti?”
“Ma lei non ci sta Nabil te l’assicuro…”
“Tu rispondi alla mia domanda… Se ci stesse, che lei vorrebbe, la chiaveresti?”
Ci fu un lungo silenzio, poi Carlo borbottò:
“Se ci stesse… forse sì… la chiaverei…. Ma non so!” Ribadì.
“Vedi…! “Esclamò Nabil.” Proviamo questo gioco dai…. Facciamo come con Martina, ma a lei la portiamo in periferia, in un ristorante-dancing a divertirci e se vorrete oltre che cenare si potrà anche ballare, di te si fida, verrà se la inviti; una volta che è lì la fai bere un pò e con un pretesto io vengo al tavolo e gli allungo una bevanda alcolica che la stimoli e renda allegra, il resto viene da solo." Espose Nabil.
"Come hai fatto con Martina?" Chiese Carlo.
" Si più o meno, ma ti ripeto non la sopraffaccio a tua sorella come ho fatto con lei, se ci sta bene...sarai tu a chiavarla, se no ce ne torneremo a casa."
Restò in silenzio mentre lui prese a baciargli il collo e stringere la natica con la mano.
"Ma io non so!!... Dai, è mia sorella Nabil..." Ripeté tentennante.
"Embè!!" Esclamò lui, informandolo:" Sai quante fratelli si chiavano le sorelle?... Molti!... Solo
che non si sa in giro perché non lo dicono."
“Guarda!” … Gli ripeté Nabil:” Ti aiuto io a fartela chiavare, se vuoi e se lei ci sta naturalmente e poi intanto resterebbe tutto in famiglia e nessuno saprebbe niente, né il suo fidanzato Paolo, né la tua fidanzata Martina.” Fece una pausa e proseguì: “Ma io no! ... Non la chiavo! .... Non la tocco neanche con un dito, non come ho fatto con Martina. Te lo prometto, te lo giuro. Io vorrei che fossi tu a chiavarla.”
“Ma perché ci tieni tanto che io provi a chiavare mia sorella Serena? A vedere se ci sta? Cosa ci guadagni tu?” Affermò risentito.
“Io niente… la mia è solo curiosità, perché a vedere da come ti guarda gli piaci, tu sei bello, piaci a tutte le ragazze e penso che ci stia conte…” Disse falsamente:” E poi perché tu proveresti la virilità a te stesso che sei attratto anche con le ragazze. Almeno provaci, corteggiala solo per vedere se ci sta o no! Devi prenderlo come un gioco. Se non vuoi provare dimmelo chiaro, ne trarrò le conseguenze. " Aggiunse sibillino staccandosi da lui, girandosi per andarsene come offeso dal suo comportamento.
"Ma no…dai! Aspetta!! … “Lo richiamò Carlo:” …Dammi almeno qualche giorno per pensarci. Ma poi io non so come fare, ho paura e non voglio chiavarla." Esternò Carlo.
"Non ti preoccupare, organizzerò tutto io, te la porterò in un piatto d'argento, come tu hai portato Martina per me e se poi quando te la darà non vorrai, non la chiaverai." Ribadì per convincerlo.
"Va be ci penserò!" Esclamò Carlo quasi rassegnato.
Quel "Ci penserò!" ...Era già un mezzo si, e dentro di sé Nabil gioiva, la porta della gabbia era di
nuovo aperta ora doveva far entrare la sorella, Serena e poi con il consenso di Salvatore l’avrebbe chiusa.
Si riavvicinò a Carlo e lo accarezzò e poi lo baciò in bocca leccandogli il collo: Si sedettero sul divano e lo spogliò e si spogliò lentamente anche lui, ed ebbero un amplesso, Nabil lo possedette analmente, con lui passivo che si lasciava montare come una donna.
Felice fece subito la sua relazione a Salvatore che le diete alcuni utili consigli e idee nuove.
Essendo Serena più influenzabile di sua sorella Francesca e sua madre e di carattere remissivo, spesso arrendevole, decisero di partire da lei prima che da Francesca più dura e risoluta come sua madre, per proseguire nella corruzione morale di tutta quella bella famiglia per bene invidiata da tutti.
Un pomeriggio, dopo un rapporto intimo anale e dietro le insistenze continue di Nabil, Carlo, seppur controvoglia accettò quella scelleratezza, di provare a sedurre sua sorella, ma lo scopo intenzionale di Nabil era quello di possederla lui la bella Serena.
" Non avere paura! ...È come un gioco! ...Non lo saprà nessuno e probabilmente finirà con un nulla di fatto."
Le ripeteva Nabil per tranquillizzarlo.
" Devi solo provare a vedere se ci riesci, se lei ci sta! ...E basta!"
Non sapeva nemmeno lui perché aveva accettato di accontentarlo, erano cambiate tante cose in pochi mesi nella sua vita, Nabil aveva un ascendente dominante nei suoi confronti, ed era diventato il maschio suo e della sua fidanzata Martina e sciaguratamente per paura lo accettavano.
Nabil gli piaceva, anche se gli aveva sconvolto la vita, gli aveva fatto capire quali erano le sue vere tendenze sessuali e gli piaceva essere così, amato e posseduto da lui come donna.
In fin dei conti sentiva un richiamo verso quel marocchino musulmano suo coetaneo, qualcosa di più oltre l'attrazione fisica e il desiderio sessuale, qualcosa che non osava pensare. Forse si era innamorato di lui... e non voleva perderlo, e per questo accettava ogni sua richiesta.
Lo avrebbe fatto per accontentarlo, visto che Nabil ci teneva tanto.
Ma avrebbe fatto finta, certamente non aveva nessuna intenzione di chiavare davvero sua sorella come voleva lui, che per quanto bella fosse era sempre sua sorella, e nemmeno farla chiavare da lui come aveva fatto con Martina.
Nabil considerava sua sorella, né più né meno che come Martina e l’altra sua sorella Francesca, delle puttanelle infedeli cristiane da convertire all’islam.
Serena era debole di carattere e secondo Nabil che lo sapeva vedendola spesso in negozio, sarebbe stato facile corromperla; e una volta compiuto il fatto ... tutto sarebbe tornato come prima.
" In fondo ci sono tanti fratelli che chiavano la sorella e non è mai successo niente!" ... Gli ripeteva per incoraggiarlo.
Carlo avrebbe finto, quella era la sua intenzione, lo avrebbe assecondato e provato a sedurre sua sorella, poi quando sarebbe stato il momento decisivo, se lei ci stava, si sarebbe tirato indietro con una scusa. Qualcosa avrebbe escogitato, anche se non sapeva ancora cosa…Ma era certissimo che Serena non ci sarebbe mai stata sessualmente e poi a differenza di Martina che aveva la gonna su suo consiglio, Serena avrebbe avuto i pantaloni in pelle strettissimi da togliere, le mutande di ferro, come le chiamava scherzosamente Beatrice tanto erano stretti da levare e questo lo tranquillizzava.
D'accordo con Nabil e su suo consiglio, come avevano fatto con Martina, stabilirono che l'avrebbe invitata a cena una sera che era libera da impegni di studio e sentimentali, nello stesso ristorante dancing sul mare.
Serena quando seppe dell'invito, accettò felice di passare una serata con il suo fratellino.
Una di quelle sere Nabil prima che avvenisse l’incontro con Serena, lo chiamò allo smartphone e gli chiese di passare da lui che doveva dargli gli ultimi ragguagli.
Carlo non vedeva l’ora che sarebbe passata quella serata così Nabil si sarebbe messo il cuore in pace.
Giunto a casa sua, gli spiegò quale sarebbe stato il suo piano, il locale era il ristorante dancing, al centro si poteva danzare volendo, i tavoli erano tutti attorno alla pista e illuminati ognuno da una lampada sopra di essi. Lui sarebbe arrivato dopo, quasi casualmente come la volta precedente con Martina, quando loro sarebbero stati già a tavola e si sarebbe fermato su sua richiesta a bere al loro tavolo.
Gli chiese di farla bere molto, sempre come aveva fatto con Martina, di trovare qualche espediente e che una volta a tavola, al resto e al proseguimento della serata avrebbe pensato lui.
Prima di lasciarsi, perfidamente lo accarezzo sul viso e gli diede un bacio sulle labbra come due innamorati, ricordandogli che era solo un gioco quello che facevano, ed era una prova d'amore che lui gli dava, facendolo contentissimo, dicendogli mentendo per incoraggiarlo, che anche lui l'aveva fatto con sua sorella in Marocco.
I giorni passarono in fretta.
Il pomeriggio della cena Carlo si incontrò con Serena in negozio.
“Allora è per stasera!” Disse Serena.
“Si ci vediamo alle venti!” Rispose lui.
“D’accordo…” Replicò Serena.
“Ahh… stasera se puoi metti quei pantaloni n pelle amaranto che avevi l’altro giorno che mi piacciono molto e ti stanno bene!”
“Quelli di Dolce e Gabbana?” Replicò lei.
“Si… quelle che mamma chiama le mutande di ferro.” Rise….
“D’accordo, piacciono anche a me, l’indosserò.”
La stessa sera dopo che si era salutata da poco da Paolo il suo fidanzato e non immaginava cosa l'aspettasse, Carlo come Giuda le diede un bacino d'affetto sulla guancia per salutarla e dopo i convenevoli partirono felici in auto per il ristorante.
Serena era una bellissima ragazza alta, snella, fiera e orgogliosa di sé, dolce e gentile.
La tipica ragazza di buona famiglia borghese, avvenente e vanitosa, molto appariscente con i suoi capelli lunghissimi biondi color oro come sua madre.
Ma per Nabil era solo una puttanella cristiana miscredente da educare ai precetti dell’islam.
Era molto fine ed educata, anche timida a differenza di sua sorella Francesca che era più risoluta e decisa.
Tutti l'ammiravano, anche le ragazze, che invidiose si rodevano dalla rabbia perché gli sguardi maschili la preferivano a loro.
Occhi grandi color blu del mare, brillanti che sembrava esserci la rugiada dentro, tanto erano
Luminosi che trasmettevano emozioni intense.
Era una ragazza riservata, quello che colpiva era la sua tranquillità, la sua bravura e la sua dolcezza, con quel viso e quelle mani sottili e delicate che sistemavano sempre i lunghi capelli, mossi dolcemente dal vento o dalle sue esili dita dalle unghie lunghe e smaltate, che li mettevano a posto più per abitudine che necessità. Diversa da tutte le altre ragazze, di carattere raffinato con la passione per le arti e la poesia, amava molto l'estetica e la bellezza del corpo.
I capelli d'oro le scendevano lunghissimi, vaporosi e ondulati come il mare quasi fino agli esili fianchi e scivolavano giù sulla schiena, fino quasi al sedere, che portava volutamente sciolti a coprirle la schiena, ed era anche e per questo suo grande splendore che l'avevano soprannominata: “La figa dai capelli d'oro.” Perché i suoi capelli erano più luminosi dell'oro, biondi come il grano e pettinati da incanto. La sua chioma la rendeva unica e invidiabile, distinguendola dalle altre ragazze. Era impossibile osservarla e non restarne almeno invaghiti.
Le labbra erano grandi e scarlatte e risaltavano sulla pelle chiara e liscia.
Denti perfetti, molto curati, dritti e regolari, colore delle perle chiare, con il sorriso che sembrava quello di una ragazzina a cui era stato raccomandato di lavarsi i denti spesso e di bere molto latte.
Come la madre e sua sorella di carnagione diafana, candida come porcellana, che i suoi occhi di cristallo azzurro la facevano sembrare una scultura.
Il lungo collo, da cigno, come quello di Beatrice, era segnato da una catenina d'oro con crocifisso, che finiva sul petto imponente, tra l'incavatura del seno, appena sopra la scollatura della maglietta leggera rosa filata a pelo lungo scalato, con brillantini. Mostrando nella forma, l’evidenza delle giovani mammelle sode spingere il tessuto e la croce d'oro tra loro, coperte in parte dalla lunga chioma.
Serena con l'abbigliamento casual o classico, vestiva sempre in modo ordinato, di marca ed elegante e quella sera indossava i pantaloni in pelle aderenti di Dolce e Gabbana, amaranto, che con la sua sensualità, fasciavano strette le sue cosce e il sedere in modo sexy, evidenziandone la forma e la simmetria perfetta di quel culetto fantastico, con gambe lunghe e affusolate, strette dal tessuto griffato.
Le sue curve, leggermente pronunciate, le conferivano una grande sensualità, ventre piatto e un seno bello e sodo.
La bellezza del suo corpo, come quello di una Dea colpiva, attraeva e spingeva a soffermare lo
sguardo su di lei, senza reprimere un senso di meraviglia, a volte di estasi.
Il suo corpo magnifico si concludeva con due scarpine dal tacco a spillo color creme-rosa che la rendevano quasi più alta di suo fratello e da una borsetta da sera nera con brillantini che portava al braccio, oltre che dai suoi capelli meravigliosi che davano vaporosità e potenza alla sua bellezza.
Aveva l'eleganza di una principessa e il fascino di una dea, e Nabil lo sapeva, una bellezza diversa da quella di Martina che era più irriverente e sbarazzina, Serena invece era sempre posata ed educata, molto femminile e aggraziata.
Il suo candido sorriso, era contagioso, faceva involontariamente spuntare anche quello degli altri quando li guardava sorridendo.
Era uno spettacolo di desiderio per gli occhi.
Fidanzata da qualche anno in modo ufficiale con Paolo, un ragazzo di 25 anni di buona famiglia conosciuto al liceo, da poco laureato in giurisprudenza, erano in attesa della laurea di Serena per sposarsi.
Nell'attesa facevano progetti sul futuro.
Arrivarono verso le 20.30 si accomodarono all’interno e dopo l'ordinazione chiacchierarono del più e del meno.
"Come mai questa serata insolita con la tua sorellona!?"...Gli chiese felice Serena...sorridendo
"Perché è parecchio di tempo che volevo stare un pò con te!" …. Rispose Carlo impacciato. “Ci vediamo sempre di sfuggita.”
Serena lo guardò attenta scrutandolo in viso e allungando il braccio sulla tavola mise la mano sulla sua.
“Hai fatto bene ...!” Disse.” Anche a me fa piacere stare un po' con te.”
Poi guardandolo in viso e vedendolo impacciato domandò:" Hai problemi con Martina?... Avete litigato? ...Me ne vuoi parlare? “… Gli chiese fraintendendo il motivo dell'incontro.
"No! ...No!"…Rispose lui:" Con Martina va tutto bene, benissimo, ci siamo lasciati poco fa.
È che certe volte, non so, mi manchi tu!!"… Riferì Carlo, calatosi divertito nel gioco e nella parte del corteggiatore di sua sorella.
"Oddio Carlo!!" Esclamò Serena sorridendo:" Mi parli come se fossi la tua ragazza!!"
"Be! ...Un pò per me la sei stasera! ... Ti voglio bene lo sai. Mi piace stare con te, non stiamo assieme quasi mai, sei sempre con Paolo o sei a studiare, così questa serata l’ho pensata per noi!"
"Hai fatto bene!" …Esclamò Serena sorridendo e mostrando i suoi bellissimi denti bianchi.
"Anch'io ti voglio bene lo sai! ... Questa sera c'è la pigliamo per noi!"… Affermò, mentre spostando indietro con la mano, faceva passare i suoi lunghi capelli da una parte e dall'altra del collo sulla spalla, come una grossa coda sciolta.
Iniziarono a cenare, dentro di lui inspiegabilmente e perversamente sentì che le piaceva corteggiare sua sorella, stare a quel gioco di Nabil, domandandosi se davvero lei avrebbe accettato le sue avance se fosse stato più audace.
Certo non avrebbe fatto niente perché era sua sorella ed era un incesto e poi lui preferiva i
rapporti sessuali con Nabil, ma giocare ... provare a vedere dove sarebbe arrivato, lo stuzzicava, gli creava un senso di eccitazione nuova, diversa, morbosa.
“Perché non provare!” ...Pensò tra sé cenando…” Non c'è niente di male, al limite finisce tutto con delle scuse e una risata da parte di entrambi.”
Serena sorseggiò più volte assaporando il vino bianco, lei che beveva pochissimo non amando
bere il vino e alcolici in generale, ma quella era una serata particolare, Carlo l'aveva invitata e poi era con il suo fratellino, ed era lui che guidava l'auto e si lasciò andare a qualche sorsata di più, ma niente di particolare.
Parlarono del più e del meno, di Paolo e Martina, Francesca e Giacomo e di mamma e papà, a
metà cena, videro Nabil passare vicino a loro. Lo salutarono per educazione, anche Serena che lo conosceva appena per averlo incontrato qualche volta nel negozio.
“C’è il saraceno…” Disse schernendosi sorridendo.
“Il saraceno? “Domandò Carlo stupito.
“Si! ...Il maomettano che lavora in negozio di mamma… il musulmano, come lo chiami tu…?” Disse ridendo a Carlo.
“Ah…Nabil!” Esclamò lui aggiungendo:” Ma non è mica un saraceno, è un magrebino, un marocchino…”
E Serena sempre sorridendo avvicinandosi gli confidò: ” Io e Francesca nei nostri discorsi lo chiamiamo, il saraceno, il maomettano o il musulmano. Ma lo sai che mi ha detto mamma che nel retro in negozio prega sul tappetino?!...” Fece una pausa deglutendo un boccone aggiungendo:” Mamma è troppo buona io non glielo permetterei nel nostro negozio, noi siamo cattolici, che vada a pregare da un’altra parte…”
Carlo alzò le spalle.
Nabil come aveva fatto con Martina si avvicinò sorridendo e salutò ancora Serena, che non avendogli mai dato confidenza, gli dava del lei, salutandolo con un: "Buonasera Nabil!"
"Buonasera signorina Serena!"…Rispose lui educatamente e sorridente.
"Come mai da queste parti?" Fece finta di chiedere Carlo.
"Ero passato a vedere se c'era il signor Salvatore... un mio conoscente. Di solito viene qui...ma
non c’è! " Rispose.
"E voi?"…Chiese.
" Ho voluto passare una serata con mia sorella, non stiamo mai assieme e mi manca certe volte e poi è un desiderio che avevamo da tempo di cenare insieme da soli io e lei. Ti vuoi accomodare? “... Gli chiese Carlo.
Lui rispose educatamente: “Non voglio disturbare."... Rivolgendosi a Serena pronunciando quella frase, mentre la guardava negli occhi. Serena, capì che era indirizzato a lei quel garbo e seppur contrariata della sua presenza lo tolse dall'imbarazzo dicendogli educatamente:
" Prego! Si accomodi Nabil…"
Lui non se lo fece ripetere due volte, si sedette con loro e ordinarono un secondo anche per lui e notando Serena che lo osservava armeggiare con le posate, esclamò scherzando:
" Stia tranquilla signorina Serena, non mangio con le mani!"... Ridendo poi da solo.
Serena lo guardò spalancando gli occhi e rispose sorridendo:
"Ne sono certa qui siamo tra persone civili!... E poi non l’ho mai pensato!" ...E fini tutto in una risata.
Nabil li informò che non poteva bere vino essendo musulmano, poi conversando iniziò a parlare di loro con sfacciataggine e sfrontatezza:
"Ma lo sapete che se non conoscessi che siete fratello e sorella vi scambiavo per una coppia di innamorati, sembrate due fidanzatini ...! Quando vi ho visto ho riconosciuto subito solo te e non la signorina Serena e mi son detto, Carlo ha lasciato la signorina Martina per un’altra ragazza più bella… e poi guardando bene ho riconosciuto la signorina Serena tua sorella.”
Serena sorrise timida e imbarazzata.
"Quando vi ho visto, subito non vi ho riconosciuto giuro!... Sembravate davvero due innamorati!"
"Addirittura!!... Non esagerare adesso! "... Lo interruppe Carlo con un sorriso amichevole. Aggiungendo sfacciato, stimolato dal gioco e dalla presenza di Nabil:
" Va bè!!...È molto bella e affascinante, ma è mia sorella.... " Lasciando morire la frase così.
Intanto Serena li guardava e ascoltava stupita e divertita.
Perfidamente Nabil la stava coinvolgendo nel discorso che voleva lui, chiedendo irriverente e
curioso davanti a lei:
" Perché se non fosse tua sorella, la corteggeresti? Ci andresti assieme?"
A quelle parole ci fu imbarazzo e silenzio.
"Ma che discorsi fai?" ...Replicò Carlo.
Nabil guardando Serena che era arrossita a quella sua curiosità, impertinente continuò, esclamando ridendo:" Dai... rispondi!!"
Carlo imbarazzato guardò Serena negli occhi scuotendo la testa e dicendo:" Guarda che qui non siamo al tuo paese… Comunque rispondo… Beh certo!... Se non fosse mia sorella e non fossi fidanzato con Martina ci potrei provare, ma lo è mia sorella e non ci provo."
"Giusto e poi tu hai Martina!" Precisò intervenendo Serena con un sorriso impacciato, spostando nervosamente i suoi lunghi capelli da una parte e dall'altra del collo, girandoli in avanti sulla spalla, per poi lanciarli nuovamente dietro, lasciandoli cadere liberi sulla schiena al margine della parte superiore dello schienale della sedia.
"Già! " Rispose Carlo, guardando complicemente Nabil ..." Io ho Martina…"
Non sapendo Serena che Martina la fidanzatina di suo fratello era diventata anche l'amante di quel giovane marocchino.
In un attimo che Nabil si alzò raggiungendo il cameriere dicendogli di non portare rosbif o altro con alcol e prosciutto, Serena infastidita disse a suo fratello:
“Perché ti fai dare del tu da lui?”
“Lui alzò le spalle innocentemente:” Così… siamo coetanei.” Esclamò.
“Così niente… disapprovo Carlo, e anche la mamma disapproverebbe, devi farti dare del lei e non dare confidenza a quella gente lì, anche se lavora in negozio è sempre un musulmano… Non voglio che gli dai del tu! “Disse risoluta.
“Va bene… ma per stasera ormai… da domani glielo dirò!” Mormorò.
La serata si scaldò con discorsi e battute strane tra un bicchiere e l'altro.
"E lei signorina? " Domandò Nabil rivolgendosi a Serena.
"Io cosa?" Chiese lei stupita.
" Se Carlo non fosse suo fratello, lo farebbe un cornino al suo fidanzato con lui?"
Serena sbuffo infastidita da quel discorso, guardando suo fratello con un’espressione seccata, dicendo:
"Ma che dice questo?"
"Straparla!"... Rispose Carlo ridendo." Non farci caso, parla sempre così in modo bizzarro, burlone, irriverente, anche in negozio, mamma lo sa."
"No!... No!! Dai ... mi risponda signorina Serena, è un gioco..." Ripeté mostrandosi falsamente
Ingenuo sorridendo e rivelando il suo incisivo spezzato.
Serena deglutì ancora un sorso di vino, fece un sospiro imbarazzato guardando in alto e sbattendo le palpebre rispose:
" Carlo è un bel ragazzo, piace a tutte le ragazze che le muoiono dietro, lo so! È un pò giovane per me. Certo anch'io se non fosse mio fratello e non fossi già fidanzata …. perché no! …Un pensierino ce lo farei." Disse ridendo imbarazzata.
"Ci andrebbe a letto? " Continuò Nabil sfacciato.
"Oddio che dice?... Sarebbe un incesto!" ...Esclamò scandalizzata. “Sai cos’è un incesto?”
" Si lo so! ...”
Ma dai!!" Replicò Carlo: “Adesso smettila con questi discorsi !!...Non sono belle queste domande a mia sorella e poi qui non siamo in Marocco o nell’Islam e loro non sono donne arabe che ubbidiscono a tutto."
Sentendosi chiamata in causa e osservando Carlo, Serena diede un’altra sorsata al bicchiere
Asserendo forse più per reazione che convinzione. Per scandalizzarlo:
" Perché no!... Se non fosse mio fratello e non fossi fidanzata, potrei anche.... ma non
finì la frase … si interruppe per l’arrivò del cameriere che portava il dolce.
Guardò suo fratello negli occhi e poi osservò Nabil che mangiava di gusto la torta pensando come aveva fatto Martina un mese prima:
" Ma questo adesso si è piazzato qui a rovinarci la serata?"
Irata per l'intrusione e il comportamento di Nabil, senza più nasconderlo lo manifestò educatamente con frasi sibilline e doppi sensi:” Sai questa serata dovevamo passarla soli io e mio fratello…Tu non hai niente da fare? …Magari se giri in qualche altro locale troverai questo Salvatore che cerchi…”
Poi si scusò, dovendo andare alla toilette. Si alzò, prese la sua borsetta a pochette con le sue cose all’interno e si avviò camminando sicura sui tacchi, facendo dondolare il meravigliosa culetto d’oro.
Appena si allontanò dalla tavola, Carlo gli mormorò:
" Ma sei pazzo a dirgli quelle cose? L’hai imbarazzata...e forse offesa! "
"Ma no!" Rispose Nabil ridendo:" L'ho eccitata !!...Sono sicuro che si è eccitata."
" Ma figurati!!...Guarda che mia sorella non è il tipo di ragazza che pensi tu …. Meno male che le ha prese bene le tue insolenze e ha risposto sorridendo."
"Le ha prese bene!" ...Rispose Nabil: " Perché le è piaciuto il discorso e l'idea, anche lei vorrebbe farlo con te!"
"Ma non dire stupidaggini!" ... Esclamò Carlo, è una ragazza seria, virtuosa, timorata da Dio!” aggiunse.
"Si!!...Come lo era Martina ... ricordi?... Adesso è diventata la mia puttanella e le ho fatto anche il culo…! “Aggiungendo: “Sono tutte solo delle puttanelle occidentali, miscredenti e infedeli che bevono alcolici. " ...Affermò Nabil esprimendo il suo giudizio sulle donne bianche e occidentali con disprezzo verso loro, umiliandolo, nel mentre tirò fuori da una tasca una busta con della polvere e senza che nessuno se ne accorgesse ne versò un pò nel bicchiere di Serena.
Io lo vidi:
"Ma che fai!! …Sei pazzo??... Che cos'è quella roba ??...Cosa le hai messo nel bicchiere? Droga?" Chiese Carlo agitato e preoccupato.
" Ma che droga…. Non è niente!! ...Tranquillo!!... È solo uno stimolante come per Martina … lo chiamano il viagra rosa, ho polverizzato una compressa non avere paura che non le succede niente, io non uso quelle cose… con questa diventa solo un pò più allegra, si disinibisce.
Serve solo a farle perdere i freni inibitori e renderla più disponibile per te se vuoi, se no poi lasciamo perdere tutto. Piuttosto!! "Esclamò Nabil rivolgendosi a lui:" Sei pronto?"
"Pronto a cosa?"... Domandò Carlo.
"Lo sai!" ...Replicò Nabil. E sospirando e ridendo sempre dalla tasca tirò fuori un blister e
premendo con le dita ne fece uscire e cadere sulla tovaglia una pastiglietta azzurra di forma romboidale.
" Che ... che cos'è?" … Chiese Carlo stupito guardandola.
" È viagra!!!...È per te!" Lo informò." A scanso di equivoci, per sicurezza, vedrai che ti verrà bello duro."
"Ma io non ne ho bisogno!" Ribadì Carlo.
"Oh sì!! ...Ne hai bisogno, dai prendila così tra un 'oretta c'è l'avrai bello duro come il ferro e
saremo sicuri che la chiavi, perché ultimamente a forza di prenderlo in culo, avrai meno libidine con le donne e quindi ti aiuterà."
"Non è vero!!" ... Esclamò Carlo risentito sentendo che aveva meno libidine con le donne.
" Ah non è vero?" ...Ribatté Nabil ..:" E allora dimmi da quant'è che non chiavi Martina?...Non ti ricordi vero?. Te lo dico io, sono quasi due mesi.".... Aggiungendo:" Se non la chiavassi io povera ragazza !!... Ma io non posso pensare solo a lei, mi sa tanto che dovrò trovare qualche altro che se la chiavi al posto, mio."
“Ma io non voglio chiavare mia sorella!” Disse ancora guardando la pastiglietta azzurra sulla tovaglia.
“Anche se la prendi non devi decidere ora, ma quando sarà il momento e se vorrai non lo farai anche se hai preso il viagra, non sei obbligato.”
Carlo non voleva, ma Nabil insistette tanto e in modo autoritario che gliela fece prendere davanti a lui.
La deglutì quasi costretto, con un pò di acqua, pensando sempre di assecondarlo, ma di non fare niente con Serena. Ma come dice il proverbio, “…ad assecondare il diavolo si resta bruciati…”.
Intanto lei tornò dal bagno e si sedette spostando dietro le spalle la sua lunga chioma.
Era uno spettacolo vederla muovere i capelli, sembrava un campo di grano mosso dal vento.
Assaggiò il dolce, finendo di bere il poco vino restato nel bicchiere, alterato da Nabil .... .
Inconsapevolmente lo bevve tutto, Carlo la osservava apprensivo e preoccupato, mentre Nabil
sorrideva gioioso.
Chiacchierarono ancora un pò. Nabil seduto tra loro allungando la mano, gli toccò il cazzo da sotto la tavola, davanti a sua sorella ignara di quello che faceva, imbarazzandolo ed eccitandolo contemporaneamente, facendogli venire gli impulsi dell’erezione.
Quando Carlo lo ebbe bello duro, al termine della cena, li sollecitò ad andare nel centro del locale dove danzavano alcune coppie in quel ristorante dancing:
"Perché non andate a ballare un pò? … Finirete di chiacchierare ballando. "
Nabil si alzò lasciandoli soli dicendo:" Vediamo se anch’io di là trovo anch'io qualche ragazza.” E non visto da Serena fece l'occhiolino a Carlo.
Lei con un sorriso divertito lo guardò compatendolo, per il modo in cui era vestito e per quello che era, pensando:" Ma chi viene a ballare con te??"
Li esortò ancora alzandosi:
"Allora! ...Avete paura di ballare assieme? … Di là nella saletta è buio intanto."
"Paura?" Rispose Serena risentita…"Figuriamoci se ho pura di ballare con il mio fratellino. Anzi! Ne sono orgogliosa!" ... Sorrise a Carlo dicendogli: "Andiamo!"...Carlo la seguì inquieto, i balli erano lenti.
Nabil fece un giro della sala e tornò a sedersi al tavolo, non fece nemmeno l’azione di cercare una ragazza, sapeva che nessuno di quelle puttanelle cristiane avrebbe ballato con lui.
Tutto stava procedendo come aveva organizzato, Salvatore sarebbe restato contento di lui, ancora poco e il suo stimolante, avrebbero iniziato a fare effetto.
Carlo c'è l'aveva già quasi duro per le manipolazioni sotto tavola di Nabil e danzando la vicinanza di sua sorella lo stimolava. Pur stando attento alla ressa del ballo e non volendo, a volte lo appoggiava sul basso ventre di Serena, che imbarazzata lo sentiva strusciare duro sul pube, facendo finta di non avvertirlo, ma allo stesso tempo era felice della virilità del fratello che molti dicevano che era effeminato.
Dal tavolo Nabil li vedeva ballare e quando Serena le dava le spalle, ammiccando e gesticolando faceva segno a Carlo di stringerla, accarezzarla.
Carlo sentiva Serena irrequieta, agitata, probabilmente lo stimola di Nabil iniziava a fare effetto.
Immersi nella musica e nella penombra, con la testa Serena si appoggiò sulla spalla di suo fratello, mentre lui timidamente, provò a stringerle i fianchi e a strusciarsi premendogli contro il cazzo.
Notò con stupore che non si spostava, ma anzi a un certo punto fu lei che si appoggiò con il basso ventre a quel pacchetto duro di suo fratello, pressandolo involontariamente con il bacino e seppur piccolo le produceva un certo effetto.
Carlo pensò a cosa diavolo aveva messo dentro quella bevanda per renderla così passiva ed eccitata. Lui era accalorato e spaventato dal comportamento di Serena, complici anche i bicchieri di vino.
Sembrava distaccata dalla realtà, da non riconoscere in Carlo suo fratello.
Serena inconsciamente portò le mani che aveva appoggiato sulle sue spalle, intorno al collo e
imbarazzata tra la musica bisbigliò:
"Vedo che prima hai detto la verità? "
"Quale verità?" Domandò Carlo incuriosito ..."Che ti piaccio!... A giudicare dal tuo coso duro."
" Scusami! ...Ma non so cosa mi accade. Forse è il vino che mi fa questo effetto."…. Rispose vergognandosi.
" Anch'io mi sento eccitata!!...Sto sudando e ho caldo e non capisco perché, hai ragione tu, deve essere il vino, non sono abituata." Affermò lei, sbattendo le palpebre e socchiudendo gli occhi di chi come eccitata e confusa sta per lasciarsi andare.
" Meno male che siamo fratello e sorella se no correremmo il rischio di fare qualcosa di spiacevole." Mormorò ridendo.
"Già !!" Rispose ridendo anche lui.
Aggiungendo Serena come a prevenire richieste non volute:" Che non mi chieda di ballare quel saraceno perché non accetto."
Nabil si accorse da come si muovevano e ballavano, che erano pronti, li vedeva allacciati e le
braccia di Serena intorno al collo di Carlo, erano segno che tutte e due erano eccitati e attratti inconsciamente l'uno dall'altro. Il viagra rosa, quella polvere magica che gli aveva dato Salvatore stava facendo il suo effetto, ora dovevano solo appartarsi e l'avrebbero chiavata secondo il programma vero di Nabil.
Fece con la mano un cenno a Carlo di smettere di ballare.
Lui ubbidì, rendendosi conto che il pericolo che si strusciassero era reale, che se ballavano ancora un pò, c'era il rischio che forse si baciavano.
Tornarono al tavolo, lui era in erezione, quella compressa di viagra azzurro glielo aveva fatto diventare duro come il ferro. Era contento di questo, anche se preferiva essere sodomizzato, significava come diceva Nabil che era bisex e poteva anche chiavare le donne ed era tentato di farlo, di provare se Serena non fosse stata sua sorella.
Lei sotto l'effetto dello stimolante di Nabil, si stava disinibendo, era diventata euforica e rideva allegra, rideva.
Era il momento buono.
" Perché prima di rientrare non passate da casa mia. Vi faccio vedere degli oggetti e suppellettili maghrebini, sono molto belli per lei che studia architettura.” Disse verso Serena., “Solo dieci minuti, e poi andate a casa!" Aggiunse Nabil.
"Su dai!! "... Esclamò guardando Carlo e Serena che in piedi, con lei frastornata, poggiata con una mano sul tavolo e la testa contro spalla di suo fratello.
"Vedere cosa… che oggetti?" Chiese curiosa…non avendo capito.
" È una sorpresa signorina Serena." Rispose Nabil.
"Va bene!" ... Esclamò Carlo ormai eccitato anche lui e d'accordo." Ma dieci minuti!!" ...
"Si! Solo dieci…" Aggiunse Serena accaldata e sudata, passandosi le dita allargate a mo’ di pettine tra i lunghi capelli, alzandoli, spostandoli e lasciandoli ricadere come un velo in aria, prima su un seno, poi sull'altro, per poi riportarli con un gesto delle mani e della testa sulla schiena.
"Ha dei bellissimi capelli biondi signorina Serena!" Esclamò Nabil..."E che lunghi che sono!"
"Si lo so! ...Grazie!!"... Rispose fiera e vanitosa di quella chioma che tutti ammiravano.
“Sono veri?”
“Certo! Verissimi!” Rispose stizzita.
Uscirono:” Tu hai l’auto?” Chiese Carlo a Nabil.
“No! Ho preso il pullman per venire qui!” Rispose.
“Allora se vuoi ti portiamo noi indietro!?”
“Si grazie!”
Si incamminarono un poco, salirono sull'auto di Carlo e partirono. Arrivati al centro storico
dovettero lasciare l'auto nel piazzale e proseguire a piedi per le viuzze.
Si inoltrarono nella parte vecchia della città, tra i carruggi semibui e maleodoranti di quelle case vetuste. Serena a braccetto a suo fratello che gli dava sicurezza e avrebbe dovuto proteggerla e Nabil solo.
" Attenti alle cacche dei cani! "...Esclamò ridendo Nabil facendone segno a una davanti a loro
" Uhhh!... Che schifo!! " Esclamò Serena disgustata da quella vista ...esclamando:" Che puzza che c'è qui!! Ma dove abita lei Nabil? ...Nella Casbah?... In un Suk? "
"No… ma quasi! " Rispose Carlo ridendo.
Nabil li ascoltò in silenzio fare quelle battute, soprattutto da quella puttanella cristiana.
Giunti al portone entrarono e salirono la rampa unica della scala ripida, Carlo conosceva già il posto essendoci stato molte volte con Martina, ma non lo diede a capire a Serena.
Quando entrarono nell'appartamento, dopo che Nabil accese le luci, Serena bisbigliò infastidita a Carlo:
" Ma che squallore!!...Che puzza di chiuso! …C'è pulito almeno? " Chiese...
"Certo!! “... Rispose Nabil per nulla offeso da quelle parole, ma anzi sorridente, aggiungendo
provocatoriamente:" Qualche volta in futuro poi mi verrà a fare le pulizie lei signorina Serena!"
" Io? "... Rispose risentita della battuta. "Non scherzi!!...Manteniamo le distanze per favore e il rispetto…Figuriamoci! Lei è pazzo se pensa questo."
L’appartamento era formato da due grandi stanze con grandi persiane sempre chiuse che non
lasciavano entrare la luce esterna, una era la camera da letto e l’altra era divisa tra un piccolo soggiorno, cucina, e un bagno. Nulla di eccezionale.
Si sedettero su un divano coperto da un lenzuolo perché sporco, dove erano già stati Carlo e Martina e che Serena guardò bene prima di posare il sedere.
Nabil accese il lettore CD con musica araba… spense la luce del lampadario e lasciò solo quella laterale soffusa di una lampada accesa.
Serena stordita e con il desiderio di andare via da quella casa maleodorante gli chiese:
" Allora!... Questi oggetti da vedere dove sono?"
Carlo restava in silenzio, eccitato suo malgrado dal viagra e preoccupato non sapeva come uscirne ora da quella situazione, era pentito, pensava che forse si era spinto troppo a portare sua sorella Serena nella casa di Nabil, nella tana del lupo, meno male che aveva i pantaloni in pelle aderenti. E poi adesso si era eccitato anche lui… anche se non voleva.
"Un attimo!... Intanto beviamo qualcosa..." Le rispose Nabil “Poi ti faccio vedere!”
Ci fu una pausa:
"Sigarette?"…Chiese, e intanto andò nella camera a mettere un lungo caftano arabo. Quando uscì esclamò:” Così mi sento a mio agio, io a casa giro sempre così!”
Serena vedendolo rise stupidamente:” Ti sei vestito da musulmano?” Esclamò ridicolizzandolo.
“Si!” Rispose Nabil serio. Quella puttanella occidentale avrebbe pagato seriamente il suo deriderlo.
Carlo si accorse che sua sorella Serena con passare del tempo era diventata euforica, vivace, accaldata e parlava in continuazione, non riusciva a stare ferma, seduta, era iperattiva, muoveva in continuazione le gambe e le braccia, toccandosi e spostandosi continuamente i lunghi capelli, portandoli avanti e subito dopo indietro, pettinandoli con le dita.
Sembrava brilla, ma era l’effetto dell’alcol e di quello che le aveva fatto bere Nabil, quella compressa di viagra rosa in polvere, ed era anche accalorata, il suo sudore si univa al suo profumo e a quello della sua pelle, producendo nell'aria una fragranza buona ed erotica in contrasto a quell’aria viziata e maleodorante.
Oramai i fratelli come amava definirli Salvatore erano entrati nella gabbia, Nabil doveva solo
aspettare per chiuderla e anche lei sarebbe stata sottomessa.
In quella casa stava per accadere qualcosa di sconvolgente e depravante....
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