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STORIE E RACCONTI EROTICI

VIETATI AI  MINORI DI 18 ANNI

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METAMORFOSI DI UNA MOGLIE VIRTUOSA

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VIETATO AI  MINORI DI 18 ANNI.

CAP.17 OGGETTIFICAZIONE.

 

 

27 Luglio; quattro giorni alla fine della vacanza.

 

Per 48 ore, per due giorni, non seppi più nulla di Stefy e nemmeno loro a giudicare quello che mi disse Daniele.

Quei giorni furono un tormento per me. Mi mancava la mia Stefy, mi prendeva lo sconforto, il rimorso e mi veniva voglia di piangere, mi chiedevo:”

“Cosa mai le avrebbero faranno?”

Sapendo che lui era un vecchio master e lei una mistress come Corinne.

Mi passavano per la mente mille pensieri, che cercavo di allontanare senza riuscirci.

Passai quei due giorni gironzolando per la spiaggia e per la città. Nei momenti di sconforto correvo a casa di Corinne, dove trovavo sempre qualcuno che deridendomi mi confortava.

“Stasera andrai con Daniele!” Disse Corinne sorridendo. “Vedrai che te la farà dimenticare lui per un po’ di ore ES!”

“Dove andiamo?” Domandai triste:” Mi porti da lei, da mia moglie?”

“Ma che da tua moglie, lei la vedrai domani ...” Rispose Corinne:” Non so! Vedrà lui dove portarti… sarà una sorpresa!” E sorrise.

Quella sera uscii con lui, mi porto in un locale, dove facevano anche spogliarelli, ma non mi provocavano nessun effetto, ero con la testa da un’altra parte, da Stefy.

Bevemmo qualcosa e iniziammo a chiacchierare delle ragazze, delle entraineuse del locale e delle ballerine dello spettacolo, per finire io a parlare di Stefy.

“Stai tranquillo!!... Alain è uomo importante e di parola, te la riporterà. Forse un po’ modificata, ma te la porterà!” Esclamò ridendo.

 “Ma come modificata? Che significa? È la seconda volta che lo dici!” Chiesi io spaventato...

“Non nel corpo.” Rispose lui: “Ma dentro, nell’anima e nella mente, lui è un perfezionista, le farà compiere atti e la farà sentire una vera schiava. Ma più che lui sarà sua moglie Claudette, è lei la vera dominatrice.”

Poi discutendo, senza accorgermene passai a parlare di loro; chiesi perché facevano tutto questo?

Chi era Antoine e Corinne perché erano così?

Sorrise: “Vuoi sapere troppe cose!” ... Esclamò. “Può essere pericoloso! Ma te ne dirò solo alcune visto che mi sei simpatico.” ... E iniziò a parlarmi di loro.

Mi raccontò che “Antoine era un ragazzo benestante, da giovane aveva avuto molte donne, era un playboy della costa azzurra e di una ragazza si era innamorato perdutamente, ma lei lo lasciò per un altro. Andò in crisi, ebbe una forma di depressione amorosa che lo cambiò interiormente, si arruolò volontario nella legione straniera e decise che non avrebbe mai più amato e nessuna donna sarebbe più entrata nel suo cuore. Non avrebbe più avuto donne, ma solo schiave e sottomesse. È così è stato.” Fece una pausa accendendosi la sigaretta e sorseggiando il suo whisky continuò:

“È amico di molta gente, gente rispettabile, ma anche malavitosi, personaggi pubblici, professionisti, politici e altro. Prima di trasferirsi qui in Costa Azzurra, ha vissuto un periodo a Parigi e poi a Marsiglia.” Aggiungendo; “Antoine è un uomo di parola e quasi sempre riesce in quello che vuole. Sa essere generoso, ma a volte anche violento, crudele... spietato!... Non conosce la compassione.

Vive di rendita con gli investimenti e le quote nelle società turistiche che ha. L’albergo dove sei alloggiato, una parte è sua, essendo socio con un gruppo di imprenditori turistici.

Per questo la prima volta che vi vide, che notò ES, allora ancora Stefy tua moglie nella hall dell’albergo, decise che sarebbe stata sua e di sottometterla, e gli fu facile avere la camera e il posto in spiaggia a fianco al vostro.”

Diede una boccata alla sigaretta gettando fuori il fumo e continuò:

“E anche il negoziante fece la sua parte d’accordo con lui, è un dipendente dell’albergo che gestisce il negozio. Antoine conosce molto bene le donne e sa che la curiosità delle signore è tanta e non possono esimersi da entrare a curiosare in quel negozio così vistoso, invitante e ricco di tutto. Da lì poi nacque tutto il seguito del gioco, il completino intimo sul bancone, il regalo del bracciale in cambio dell’accettare anche il completino, ecc.…” Sorrise malizioso:

“E poi in genere il resto lo fanno i mariti o i compagni che hanno sempre voglia di trasgredire, stimolando le mogli ad indossarlo e a giocarci... E poi c’è l’approccio in modo irruente e osceno che fa sempre colpo sulle coppie, e il seguito lo sai! ...” E continuò:

“Lui si diverte! È la sua passione trasformare delle coppie di turisti per bene in vacanza in succubi, rendere le loro mogli schiave, sottomesse e puttane, specie con quelle come tua moglie, tutte per benino e scandalizzate di ogni cosa che sia differente da come la pensano loro.” Aggiungendo:

“In vacanza, tutti voi perbenisti morigerati, siete più vulnerabili e propensi alla trasgressione, per questo è più facile corrompervi moralmente e coinvolgervi fisicamente.

Voi siete stati scelti e non è stato un caso, prima di voi altre coppie sono state introdotte in questo gioco che ha fatto apprezzare il piacere della sottomissione alle mogli e il godimento della loro situazione ai loro mariti; che al termine della vacanza, ne diventavano non più coniugi, ma padroni soddisfatti.

Si inizia sempre il gioco con una trasgressione sessuale e si finisce con uno struggimento perverso.

Ci sono state altre coppie francesi, tedesche, inglesi anche spagnole e voi! Voi siete la seconda coppia Italiana., la prima fu alcuni anni fa, era di Roma. In tutto, che ricordo io, sono state educate una decina di coppie. Tutte quasi tra i 40 e 50 anni, l’età migliore per essere fuorviate e pervertite... Solo una tedesca era più giovane, aveva 35 anni.”

Continuando a parlare: “Ma nessuna quarantenne era bella e affascinante come ES.”

Curioso chiesi: “Ma avete fatto a loro tutto quello che avete fatto a mia moglie, ad ES?” Mi corressi.

“Certo!” Rispose determinato: “Tutto!!... Naturalmente, non nello stesso modo e negli stessi tempi, ma il trattamento, l’educazione è stata uguale per tutte.”

Aggiungendo:

“E devo dire che le donne, più sono moraliste e morigerate, più alla fine diventano sottomesse, perverse e puttane!” Esclamò ridendo.

Sempre più incuriosito chiesi: “Ma le avete fatto anche il clistere davanti a tutti voi?”

Si mise a ridere... “Vuoi sapere se le abbiamo fatte cagare davanti a noi come con ES?... Sì!!”

Rispose sarcastico.

“Clistere ed evacuazione come ES con il wc portatile al centro della stanza. Ad alcune è piaciuto di più, ad altre meno si vergognavano e cagavano coprendosi la faccia con le mani, ma alla fine del ciclo, tutte contente e soddisfatte, mariti compresi.”

Seguitò a parlare con un sorriso di compiacimento perfido sulle labbra:

“Si!... Tutte sono state sedute, davanti a noi a cagare!... L’umiliazione massima!... Le altre umiliazioni subite, non entrano nell’intimo come questa... Questa è la più vergognosa!... Dovevi vedere la faccia della señora española mentre cagava e scorreggiava senza riuscire a trattenersi ... se la copriva con le mani, sprofondava dalla vergogna piangeva, era molto più rumorosa e volgare di Es, e non solo si ascoltava!... Si odorava anche!!” Esclamò ridendo. “Ma al marito eccitava la scena. Ma lo scopo di quello non era di umiliarle e farle cagare davanti a noi, quello veniva secondario, lo  scopo  principale era  quello di farle apprezzare il  clistere, di  sentirne l’acqua  calda di  esso in pancia, di  goderne…” Ero allibito da quello che ascoltavo.

Domandai inoltre: “Ma anche alle altre signore avete cambiato il look?... Le avete trasformate anche fisicamente, nell’aspetto?” …

“Sì!!” Rispose: “Chi era bionda diventava nera o rossa, dipendeva dai gusti di Antoine in quel momento, viceversa, chi era scura, diventava biondo platino o castana; poi sceglievamo lo stile, se ricci, lisci, mossi, ondulati, se li avevano lunghi come tua moglie li accorciavamo... oppure a chi li aveva corti mettevano le extension o le parrucche.” ... Disse ridendo:

“Serve a cambiare l’immagine di sé stesse, a non riconoscersi più nella donna che si era prima, ma in un’altra nuova, diversa. Cambiare non solo il modo di pensare, ma anche quello di apparire... è molto efficace fa parte delle condizioni di assoggettamento. La modifica dell’aspetto è un fenomeno fisico, che assieme a quello psicologico, influenza in modo determinante e incontrastabile il comportamento e la personalità. Modifica anche la percezione di sé stessi, avviene quasi una sostituzione definitiva dei propri pensieri con altri, diversi, che altrimenti non farebbero parte della sfera emotiva e personale dell’individuo.

Ci si accetta nel nuovo ruolo e si crede proprio di essere un’altra persona. È un processo che, se non viene interrotto in un tempo breve, diventa irreversibile. Come è capitato ad ES. e a quelle prima di lei. Oramai tua moglie non pensa e non crede più di essere Stefania o Stefy come la chiami tu!... Ma è convinta ed è diventata davvero ES!! E lo sarà per sempre vedrai!”

Aggiungendo boccheggiando fumo e sorseggiando il whisky come un maestro che fa la lezione a uno studente: “Anche l’asta e l’esser venduta è capitata alle altre. E anche tutto quello che verrà dopo…”

“Cosa verrà dopo?” Chiesi preoccupato e curioso.

“Lo vedrai nei prossimi giorni quando ritornerà ES. Non le mancherà niente... Una volta tornata a casa, alla vostra città Bresia…”

“Brescia!” Lo corressi.

Lui sorrise e proseguì:” Non avrà più modo di dire... Questo non l’ho mai fatto!” ... E rise perfido... Continuando: “Mancano pochi giorni alla fine della vostra vacanza e rientrerete in Italia, gli ultimi giorni sono sempre i più belli, quelli in cui si impara di più. I più sconvolgenti! I più perversi!”

Chiesi ancora:” Cosa intendi con più belli, sconvolgenti e perversi?”

Ma sorrise e non rispose, pronunciando solo: “Lo vedrai nei prossimi giorni.”

Visto che non riuscivo a farmi dire nient’altro di Antoine e di quello che facevano, provai a cambiare personaggio chiedendogli di Corinne: “E lei, Corinne?” Chiesi.

A quella domanda si fece serio in viso:

“Corinne è di Parigi, è una parigina.” Disse proseguendo: “È stata una delle donne più belle di Parigi negli anni 70 e 80, ha fatto perdere la testa a molti uomini... e anche donne!... Ha avuto ai suoi piedi i più importanti uomini parigini di quel periodo.”

“È stata anche la schiava di Antoine, prima che si mettesse con Stephen. Poi come si suole dire, ha imparato bene e l’allieva ha superato il maestro, è diventata una mistress!... Da slave a mistress!... Da soumise a dominatrice!... Conquistandosi un ruolo di padrona. Ha educato molti uomini, donne e coppie... sottomettendoli.” Fece una pausa guardandosi attorno nel locale come se quello di cui parlava a lui non interessava e seguitò:

“Poi si sono trasferiti qui in Costa Azzurra, oggi è la segretaria particolare di Antoine...” E rise.

“Una segretaria molto particolare! Lo aiuta a corrompere anche con il ricatto le coppie ingenue, anche gli sposini in viaggio di nozze, come ha fatto con voi. A volte addirittura, è lei che le adesca.” Precisò.

“Ora viviamo qui in costa azzurra, tutti alla sua corte, re Antoine mantiene anche noi, ognuno con il proprio ruolo e si interessa di qualcosa in particolare, io degli affari turistici, Stephen di quelli edilizi, Corinne delle ragazze…” Sorrise ancora, aggiungendo:”…ha una specie di bordello ed è prestanome in alcuni locali notturni dove rifornisce danzatrici …”

Poi come realizzando di essersi lasciato andare esclamò:

“Ora basta!! Ti ho detto troppo!!... Tienile per te queste cose se non vuoi passare guai, fai conto di non saperle, che non ti ho detto niente. E non chiedermi nient’altro.”

Restammo ancora un po' nel locale, poi uscimmo e tornammo io in albergo e lui a casa di Corinne. 

Passai il giorno successivo girovagando per la cittadina e andando al mare, ma il pensiero era sempre per Stefy.

Quella sera prima mi presentarono una ragazza, una prostituta probabilmente, molto bella e giovane. Era a mia disposizione, come Stefy lo era di quella coppia.

Mi appartai con lei nella stanza di Corinne, la spogliai e mi spogliai nudo e cercai di avere un amplesso con lei, ma non ci riuscivo, non riuscivo ad avere l’erezione, il mio pensiero era altrove.

La sua pelle era vellutata e abbronzata, la baciai tutta, un seno sodo e rotondo, il sesso tutto rasato, come la mia Stefy, con un sedere più piccolo e denso. Seppur eccitato non riuscivo ad avere l’erezione. Eppure era bellissima!!

Ero ansioso! Agitato! Non riuscivo a rilassarmi.

Mi arrabbiavo con me stesso. Ma cosa mi stava succedendo? Non riuscivo più ad avere erezioni normalmente da un po’ di giorni a questa parte! Eppure ero un tipo a cui bastava poco per eccitarsi. Stava accadendo qualcosa anche in me, lo sentivo, stavo cambiando.

Non mi piaceva più scopare normalmente, con dolcezza, mi servivano emozioni forti... perverse.

Anche con lei! Mi misi sopra, la baciai e l’abbracciai, strusciai il mio sesso contro il suo, lo sfregai sulla sua pelle soffice e morbida, ma niente!

Lo strisciai sulle sue labbra vaginali, dalla rabbia lo avrei anche introdotto mollo se avessi potuto, ma non lo feci, non provai, invece fu lei che me lo prese in bocca, dicendomi di calmarmi, rilassarmi e non agitarmi.

Ero arrabbiato con me stesso, deluso, mi stava succedendo la stessa cosa che mi era capitata due giorni prima con Stefy … che non ero riuscito a penetrarla! Non avevo l’erezione! Ma perché?...

< Tutta questa storia mi sta forse facendo diventare impotente?> Mi chiedevo.

Lei lo succhiò e lo leccò. Pur mettendoci tutta la sua capacità ed esperienza professionale più che farlo diventare semirigido, non riuscì.

Capì il mio stato d’animo, la mia tensione, era preparata anche a queste cose o era stata informata da Corinne e iniziò a masturbarmi con la sua mano piccola, liscia e calda, parlando prima di me e poi di Stefy, chiedendomi:

“Pensi a tua moglie?”

“Sì!!” Risposi.

“Mi hanno detto che è con altri, che la stanno educando...”

“Sì! È vero:” Replicai.

Poi dopo una breve pausa mi chiese sfacciatamente come intuendo o sapendo qualcosa: “Ti piace vederla chiavare da altri uomini?”

Esitai, era una domanda impertinente e insolente, ma risposi sinceramente: “Sì!! Mi piace!”

Lei sapientemente continuava a masturbarmi sorridendo e a parlarmi di Stefy, stimolandomi, provocandomi, dicendomi:

“Chissà come godrà!... Come la faranno godere gli altri uomini! ...” Aggiungendo maliziosa e con malevolenza, pratica di queste situazioni o perfidamente istruita: Senz’altro più di te... ce l’avranno molto più grosso e duro del tuo. E a lei piacerà senz’altro il cazzo grosso e virile!”

L’ascoltavo in silenzio e lei dal mio silenzio si sentiva autorizzata a continuare e a dire di più, proseguendo a parlare maliziosamente; nel mentre, mi masturbava sempre, iniziando a farmi sentire impulsi di erezione.

Seguitando:

“Prova a pensarla abbracciata con qualcuno!... A un altro uomo che la stia chiavando!” Mi esclamò.

“Pensa che la stia baciando sul collo, leccando in bocca e chiavando con il suo cazzo durissimo in figa e che la stia facendo godere…tanto…tanto… tanto!...  E lei gode!... Gode! ...Gode tanto più che a farlo con te.”

Mentre mi masturbava e mi bisbigliava all’orecchio quelle parole, quella prostituta prese a baciarmi il viso e il collo. E a quelle frasi su Stefy chiavata da altri uomini, lo sentii gonfiare tra le sue dita e ad ascoltare lei che mi provocava facendomi immaginare la scena, ebbi l’erezione.

Mi era venuto duro, lo sentì anche lei nella mano ingrossare veloce, tanto che esclamò: “Olalà monsieur !!... Ti piace sentire queste cose di tua moglie. Sei un cuckold!!”

“Che significa?” domandai io…

“Significa che ti piace vederla, saperla e sentire discorsi che parlino di tua moglie mentre la chiava un altro!...

“Ah!” Esclamai sorridendo, comunque contento che mi era venuta l’erezione e dissi: “Una volta ci chiamavano cornuti, ora tutto è cambiato.”

E lei continuò sfrontata a parlarmi di Stefy, con quella sua voce calda e giovanile e mi piaceva sentire quello che diceva e lei lo sapeva e continuava stimolandomi.

Poco dopo lo ebbi bello duro, mi girai verso lei, salii sopra il suo corpo e con foga, con il timore che mi ritornasse mollo, senza preservativo la presi lì, sul letto, mentre già pronta mi aspettava. Allargò le gambe e mi inserii tra le sue cosce e tirandomi leggermente in su, lei me lo prese con la mano e se lo appoggiò e lo introdusse dentro il suo sesso…  Felice iniziai a muovermi avanti e indietro, abbracciandola e baciandola, mentre lei assecondandomi, baciandomi anch’ella, mi accompagnava muovendo a ritmo il bacino.

Ero contento! Per un attimo tra quelle braccia calde e morbide e quelle sue labbra vellutate contro le mie e sulla pelle, dimenticai Stefy.

Mi era venuto duro e stavo riuscendo a scopare, avevo un rapporto sessuale con lei, ma avevo dovuto pensare a mia moglie chiavata da altri per riuscirci. Ma in quel momento non mi importava, mi interessava solo scoparla… e lo feci, ci riuscii e fui contento…

Durò poco quell’amplesso, pochi colpi dentro quella vagina calda e stavo per venire, ma lei. da professionista sentendomi irrigidire e muovermi più velocemente lo capì e me lo fece tirare fuori e lo prese in bocca, lasciandomi eiaculare tra le sue splendide labbra... in quella bocca giovane e calda... fu bellissimo!

Ebbi momenti di gioia e felicità nella perversione.

Poco mi importava in quel momento come fossi riuscito chiavarla, che avevo dovuto pensare a Stefy con altri … mi importava aver avuto l’erezione e che avevo goduto.

 

Passarono i due giorni, e quel pomeriggio arrivò Stefy. Le andai incontro e la baciai, ma notai che era fredda, superficiale. La freddezza e la superficialità nell’avere emozioni di tenerezza e affettuosità oramai facevano parte del suo carattere, della sua trasformazione.

Era diversa, distaccata, disinteressata al mio entusiasmo nel rivederla a quello che dicevo e chiedevo, era indifferente. Le domandai cosa era successo in quei due giorni... e quando lo feci, eravamo momentaneamente soli sul divano a casa di Corinne, e lei stanca si era sdraiata a letto a riposare. Solo dopo sarebbe giunta da noi...

E restammo soli.

Era restia a parlare, tergiversava su altre cose, non rispondeva alle mie domande, non voleva discutere, poi su mia insistenza iniziò quel suo racconto allucinante: “Quell’uomo Luca… quell’Alain è un sadico!!” Esclamò.

“Tutti e due sono dei sadici, perversi e depravati. Ma sua moglie Claudette è peggio!... Quello che ho provato e subito con Corinne e Antoine, è niente in confronto all’umiliazione di quello che mi hanno fatto subire loro.”

“Ma cosa ti hanno fatto?” Chiesi curioso e preoccupato dal suo tono di voce e da quella frase iniziale...

“Cosa mi hanno fatto?” Rispose. “Mi hanno fatta sentire psicologicamente una vera schiava, una puttana, un animale e un oggetto. “Seguitando a bassa voce.

“Con Corinne e Antoine pensavo di aver provato tutto o quasi. L’umiliazione e la sottomissione con loro era intesa più sotto l’aspetto sessuale. Con quella coppia l’ho provata sotto l’aspetto fisico, psicologico e in modo depravante. Quando mi ha portata via, sai cosa ha detto in auto Claudette?”

“No!” Risposi.

“< Dimentica tutto quello che hai fatto con Antoine, perché con noi sarà diverso, sarai una vera schiava, da adesso inizierai una serie di prove e penitenze che raffineranno le tue attinenze.>

La seguivo con attenzione e interesse.

Capii che era scossa, e non le faceva piacere parlarne, ma la curiosità e la voglia di sapere mi fecero insistere. Intuii che anche lei voleva liberarsi di qualcosa che aveva dentro e la stimolai a proseguire.

Allora, mi raccontò brevemente cosa le era successo e cosa le avevano fatto subire in quei due giorni.

“Appena giunta a casa loro, un appartamento bellissimo e grande, Alain mi fece mettere nuda sull’attenti davanti a lui. E mi chiese: <Sai qual è il compito di un dominante?>”

< No monsieur!> Risposi

<Addestrare!... Addestrare!... Addestrare!> Ripeté tre volte.

“Aveva una voce fredda quando parlava.”

< Il nostro compito> Esclamò, facendo anche segno a Claudette: <È quello di sottomettere e cambiare il comportamento di una persona, farla diventare schiava, puttana, animale... e oggetto.  Soprattutto.>

“Non riuscivo a capire cosa volesse dire con l’ultima parola - oggetto -, ma lo capii subito dopo.”

Continuò dicendo:

< Vedo che Antoine e Corinne hanno già fatto molto e bene!... E tu hai imparato subito e sei predisposta e ubbidiente.> … Esclamò forte: < Noi ti perfezioneremo!! E sarà mia moglie, Claudette la tua educatrice ora.>

“Io ascoltavo silenziosa e sull’attenti”.

< Tutto si svolgerà in tre fasi, racchiuse in tre parole. Dire!... Mostrare!... Fare! ...> Aggiunse Claudette sorridendomi:

< Personalmente addestro le mie schiave, ad assumere oltre che un nuovo comportamento anche varie posizioni dinamiche e statiche.>

“Non capivo! Ma non mi preoccupai subito!!... In un certo senso ero tranquilla.

< Una settimana di educazione con Antoine e Corinne, mi avevano già fatto provare e imparare queste cose.> Pensai.

Credevo che non avrei visto niente di nuovo. Ma mi sbagliavo!... Eccome!!... Quello che avrei provato con Claudette, sarebbe stato mostruoso.”

Il suo racconto mi interessava sempre più, in silenzio la ascoltavo curioso.

< La tua volontà si dissolverà nella mia!> Mi sibilò Claudette sorridente. <Tu non sei più una persona, ma una cosa!!... Un oggetto!!... Non sei più un individuo. Non possiedi più identità, né morale, né sessuale, se non quella attribuitati da me, la tua nuova padrona… Capisci cosa dico ES?> Mi chiese con voce fredda bisbigliandomi vicino all’orecchio.”

< Oui madame Claudette!> Risposi subito.

“Non so perché, mi incutevano timore quelle due persone.”

< Bene!> Esclamò continuando: < Sei stata umiliata più volte e lo sarai ancora!... Ma come a una cucciola di cagna, l’umiliazione serve per ubbidire meglio al padrone; lo stesso sarà per te, servirà alla tua crescita, al tuo sviluppo di sottomessa., alla tua educazione.>”

Stefy proseguì:

“Quei due giorni sono stati terribili, mi hanno fatto comportare come se fossi un oggetto, mi hanno fatta fare l’attaccapanni, restare ferma e nuda per ore in quella posizione, con le braccia aperte e rivolte in alto, mentre loro appendevano i loro abiti su di me … anche sulla testa, lasciandomi al buio, senza potermi muovere, se lo facevo, Claudette, con un frustino da cavallerizza me lo faceva sentire sulle natiche. Prima ascoltavo il sibilo dell’aria al suo movimento veloce e poi me lo faceva vedere. Lo usava come deterrente psicologico perché non mi muovessi.”

Si fermò, fece un sospiro e andò avanti. “Una sera mi hanno fatto fare il tavolino!” ...

“Il tavolino?” Chiesi curioso.

“Sì! Il tavolino, so che sembra impossibile, ma è vero! Ferma a carponi davanti a loro seduti sul divano e mentre guardavano la tv, posavano oggetti sulla mia schiena nuda, bicchieri e piattini, dovevo stare immobile, guai se li rovesciavo. Una sofferenza enorme, terribile restare statica, senza muoversi per ore, se lo facevo mi punivano… Non potevo nemmeno grattarmi, credimi, era una tortura, mi trattavano proprio come un oggetto, un mobile.”

“Ti credo amore!... Stai tranquilla!” Le dissi.

Raccontando il suo viso assumeva espressioni differenti, da disgustata a compiaciuta. Continuò:

“Mi impedivano di andare in bagno per ore, mi facevano indossare un paio di slip di Claudette e mi davano da bere molto, per poi farmi urinare dove mi trovavo, in piedi e nelle mutandine, davanti a loro o accovacciata come le cagnette sul pavimento. Per poi farmi pulire bene l’urina che avevo fatto. Chiedendomi se mi piaceva farlo!”

“E tu?” Domandai incuriosito. “Ti piaceva?”.

Esitò! Poi rispose: “Era un atto disgustoso, ma una sensazione piacevole sentire quell’urina calda che non riusciva a zampillare fuori per via dello slip aderente davanti; forzare il tessuto e invaderti, spandendosi caldissima esternamente la figa, gli inguini e sentirla calda colare sulle cosce. Era piacevole. Certo! Le rispondevo che mi piaceva.” Disse.

Poi riprese la sua esposizione dell’accaduto:

“Ho fatto la cagna... mi hanno fatta camminare a quattro zampe, con collare e guinzaglio, portandomi in giro per la casa, davanti alle coppie di loro amici, invitati per l’occasione.

Mi hanno esibita come un animale, come una vera cagna; dovevo stare inginocchiata ai suoi piedi durante le colazioni e mangiare i bocconi dalla sua mano, leccare quelle sue lunghe dita nodose. Sentivo accarezzare la testa, come una vera cagna genuflessa al suo fianco... ai suoi piedi. Ho mangiato con le mani seduta per terra, senza posate o in ginocchio bere in una ciotola con la lingua. Altro che depravazione e sadismo!” Esclamò.

“Mi accarezzavano come se fossi la loro cagnetta!”

“Ma tu non hai provato a ribellarti!” Domandai. “Non hai cercato di reagire... hai subito tutto passivamente?”

“Ribellarmi?... Reagire?... Facile a dire a parole per te che stai qui, ma io ero rassegnata e annullata in loro! E poi in quel momento erano i miei padroni, mi avevano acquistata, pagata!

E dovevo!... Anzi ho voluto fare quello che mi hanno chiesto!”

Cercai di accarezzarle il capo con la mano, ma lei la schivò in segno di fastidio, non le faceva piacere in quel momento, non voleva compassione, ma comprensione per aver accettato e in alcuni momenti anche gioito di quello che aveva fatto.”

“Vuoi che continui?” Chiese guardandomi negli occhi. “Certo!!” Risposi

“Allora ascolta:”

“Dovevo masturbarmi forzatamente davanti a loro, con oggetti, sex toy, ortaggi o con le dita come una ragazzina. Subire le ispezioni corporali di Claudette davanti ai suoi amici...

Le sue dita frugare nei miei fori, compresa la bocca e le orecchie... mentre ridevano.

Mi hanno messo delle mollette metalliche dorate sui capezzoli, con agganciate delle catenelle e dei pesi per tirarli in fuori a tenerli in tensione, tra sofferenza e piacere.

Per poi giocare con la mia figa, portarmi quasi all’orgasmo da impazzire con uno stimolatore vaginale esterno e poi all’improvviso negarmelo, smettere sul più bello. È terribile credimi!!” Mi disse seria: “È una tortura!”

“Ti credo!!” Risposi accarezzandole i capelli, questa volta senza fuggire alla mano, nel frattempo arrivò Corinne che si sedette poco lontano da noi.

Presa dall’impulso e dall’impeto di liberarsi di quello che aveva subito e sopportato e di comunicare a qualcuno quello che aveva dentro, continuò:

“Si divertivano a farmi fare il gioco della mosca cieca. Bendata con le mani legate dietro la schiena, in ginocchio, facevo pompini ai loro amici, mentre le loro signore, compagne o mogli partecipavano giocando con il mio corpo, scrivendo con il pennarello o il rossetto, frasi oscene, volgari; come, puttana, cagna, soumise e altre!”

Poi presa dallo slancio del racconto con trasporto dichiarò:

“Ma quello che mi ha sconvolta a cui non ero preparata e che ancora adesso mi turba se ci penso, è stato quello di sentirmi urinare addosso, sentire la loro urina calda invadermi piacevolmente sulla pelle, spandersi su di me, in ginocchio o sdraiata a terra, bagnarmi con la loro perversione il corpo e il viso e provarne involontario piacere, ordinandomi poi di aprire la bocca e riceverla anche dentro...”

“Ti è piaciuto?” Chiese Corinne all’improvviso intromettendosi prima che Stefy potesse continuare la frase.

“Che significa?... Ti è piaciuto?” Chiesi io serio.

“Stai zitto tu!!...” Mi rimproverò.

“Rispondi ES!... Ti è piaciuto? Ti è piaciuto sentire il caldo perverso dell’urina sulla la tua pelle? Quella pioggia dorata?”

Stefy restò in silenzio, fece una pausa, Corinne la guardava attenta e austera e poi rispose:

“Oui madame! Se devo essere sincera alcuni atti per quanto perversi mi sono piaciuti, altre no. Questa mi è piaciuta.” Affermò.

“Sapevo che ti sarebbe piaciuto farti pisciare addosso.” Esclamò Corinne sorridendo.

“L’ho provata anch’io!... È una sensazione indescrivibile, meravigliosa!”

“Come?” Chiesi io stupito rivolto a Stefy. “Ti è piaciuto farti urinare addosso? Come è possibile?”

Stefy non parlava, mi rispose Corinne per lei accarezzandola in viso:

“La nostra ES si sta perfezionando, sta scoprendo nuove sensazioni ed emozioni perversamente piacevoli.” E rise.

La stimolai a proseguire il racconto e stupidamente le domandai, quello che secondo me, da buon marito maschilista ritenevo più grave, sbagliandomi invece e le chiesi: “Ti hanno presa sessualmente?”

“Sessualmente?... Cosa intendi con... se mi hanno presa sessualmente? ... Se mi hanno chiavata?!” Esclamò volgarmente. “No!!... Lui personalmente, non mi ha chiavata, è un vecchio impotente, ha giocato con me come se fossi un oggetto. Nessuno mi ha chiavata fisicamente, ma è stato peggio. Sono stata chiavata da vibratori, dildo e ortaggi e dalle loro dita… Hanno giocato con me anche i suoi amici, ho dovuto succhiarglielo a tutte e quattro, spompinarli per farglielo diventare duro e poi sono venuti tutti masturbandosi in un bicchiere che porgeva sotto i loro cazzi Claudette, davanti alle loro mogli o compagne e lei poi, con un cucchiaino, come una bambina mi imboccava facendomi ingoiare il loro sperma, come se fosse uno yogurt, tutto, fino a leccare il cucchiaino e anche il bicchiere. E se non lo facevo, Alain dietro me, iniziava a dare colpi di frustino nel sedere o sul seno, che facevano anche male; mentre i suoi ospiti ridevano divertendosi...Ho dovuto leccare la loro figa grigia e puzzolente a quelle vecchie, succhiarle il clitoride fino a farle godere. E tu ti preoccupi solo se mi hanno preso sessualmente?”

“No… io chiedevo…” Balbettai.

“Il piacere lo provavo tramite altre cose, oltre che con i suoi amici e con Claudette. Non nego che alcune cose mi sono piaciute.” Disse guardando Corinne. “Ma altre no!!”

“Certo!!” Intervenne Corinne: “Tu oramai preferisci chiavare, fare pompini o essere inculata, questo è per te sottomissione, il giocare sessualmente. Ma adesso hai scoperto inconsapevolmente qualcosa di nuovo che ti piace anche di più, essere pisciata addosso e ne hai provato piacere, soddisfazione; anche questo è un nuovo gioco sessuale e ne imparerai degli altri... La perversione è fatta di tante cose! Atti riprovevoli, disgustosi, che diventano sensazioni belle ed eccitanti, piacevoli e inebrianti.” Disse.

Stefy continuò a narrare la sua vicissitudine con quelle persone.

“Lei si masturbava e voleva che glielo facessi anch’io, con oggetti e giochi. Poi si avvicinava, si faceva leccare e baciare i piedi, la fica e anche l’ano; si metteva in piedi sporgendo in sedere in fuori e allargava le natiche con le mani e io dietro inginocchiata, con Alain che guardava, dovevo leccarglielo.

Si faceva adorare da me, come una Dea!!... Mi faceva annusare e leccare le sue mutandine sporche, me le metteva in bocca alcuni minuti, per poi toglierle e nasconderle; e io come una vera cagna, annusando a carponi dovevo girare la casa per cercarle e se le trovavo, prenderle con la bocca e portargliele e loro mi davano uno zuccherino, una carezza. Un gioco perverso! Umiliante!” Esclamò.

Presa dalla foga del parlare, continuò, mentre io e Corinne ascoltavamo in silenzio.

“Senza calcolare i colpi di frustino che ho preso sul mio sedere e in altre parti del corpo. Ce l’ho di nuovo tutto rosso e a righe, ho rimesso la crema di Corinne.” Disse guardandola e lei annuì... E continuò:

“E dopo che lei veniva masturbandosi, dovevo pulirla, lavarla con la lingua e a volte all’improvviso mentre le leccavo la fica, faceva partire lo zampillo caldo dell’urina dentro la mia bocca, sul mio viso, sul seno.

Sentivo quel gusto particolare, pizzicante sulla lingua e quella sensazione di calore piacevole invadermi il viso e il seno, darmi i fremiti...

Claudette è una donna perfida!! Depravata!!... Perversa!! Mi ha rovinata!!” Esclamò...

“Come rovinata?” Chiesi io.

“Sì!!... Mi ha rovinata!” Ripeté Stefy. “Mi ha traviata psicologicamente!... Mi ha fatto provare piacere a subire questi atti disgustosi, perversi. L’urina in viso, in bocca... Essere pisciata addosso! Mi ha fatto gioire con lo schifo sul mio corpo.”

“E te lo faresti rifare?” Esclamò Corinne divertita.

Stefy non rispose, ma quel suo silenzio fu come un assenso a quello che le aveva chiesto. Ma Corinne non contenta, ripeté la frase in modo autoritario e Stefy affermò: “Oui madame!... Me lo farei rifare.” Rispose subito. E proseguì:

“Poi quel piacere perverso, che sentivo entrare in me, che mi prendeva all’improvviso nel praticare quegli atti, volevo cacciarlo, ma non ci riuscivo, lo ricevevo, lo accettavo e mi piaceva. Allora ubbidivo! Ho fatto tutto quello che mi hanno chiesto.”

“Tutto?” Chiesi io...

“Sì!!” Rispose...

“Tirai un sospiro di rabbia, questo era troppo!”

Corinne, ascoltò buona parte del racconto, poi disse minimizzando: “Su! Su!... Quante storie! Ti ha perfezionata!... Ora saprai fare molte cose, dovresti esserne contenta. Hai anche scoperto che ti piace farti pisciare addosso!... Cosa vuoi di più!” Esclamò sarcastica sorridendo.

“Vedrai che lo rifarai ancora! Ti farai pisciare addosso nuovamente e piscerai sopra a qualcuno anche tu. Chi prova … lo rifà!” Esclamò felice.

“Anzi!!” Proseguì guardandomi: “Dovresti farlo provare a tuo marito... Vedrai che piacerà anche a lui farsi pisciare addosso! È un gioco molto bello e praticato dalle coppie più di quello che pensiate. Si chiama pissing, il gioco della pioggia d’oro!” E si allontanò dicendo: “Io l’ho praticato e ricevuto molte volte. Mi è sempre piaciuto!” Aggiungendo:

“Domani ES andremo a trovare un nostro caro amico… Te lo presenteremo!... Vedrai ti piacerà! Ti troverai bene con lui! È un tipo speciale, anche con lui proverai qualcosa di nuovo.” …

“Che amico?” Chiesi io. “E che sensazioni nuove proverà?” Domandai. Ma non mi rispose, non mi diede nemmeno retta e non chiesi più nulla.

 

Passammo la serata a casa di Corinne, poi sul tardi io ritornai in albergo a riposare. In quella stanza al buio, pensai a tutto quello che mi aveva detto Stefy. Certo che quella coppia di depravati le avevano fatto provare proprio di tutto!...

Altro che perfezionamento! Aveva assaporato come un alimento, lo sperma di quattro uomini. Le avevano pisciato addosso e la cosa che mi stupiva è che in parte assurdamente le era piaciuto, lei così schizzinosa da non sedersi su una tavola di water che non fosse sua o se prima non la fasciava come una mummia di carta igienica o la disinfettava. E ora si era fatta addirittura urinare addosso e in bocca da sconosciuti anziani.

Tutto questo mi scandalizzava, ma mi eccitava anche tantissimo.

Mi masturbai in silenzio e al buio al pensiero di vederla urinata addosso. Immaginandola bagnata da quella pioggia d’oro e a bocca aperta.

Poi mi addormentai felice.

Ma le sorprese non erano finite. Non si può mai dire di avere provato tutto nella vita … tanto meno poteva dirlo Stefy.

…E poi arrivò Marcel

“Dove preferisce prenderlo una schiava?” Chiese. “In fica!... In culo!... Oppure in bocca?”

“Direi in tutte e tre!” Rispose Corinne sorridendo.

 

 

 

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