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STORIE E RACCONTI EROTICI
VIETATI AI MINORI DI 18 ANNI
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METAMORFOSI DI UNA MOGLIE VIRTUOSA
VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI.
CAP. 16 VENDUTA.
Venduta all’asta. Capitolo 16
Pochi giorni alla fine della vacanza.
NOTE:
“Nessun padrone avrà schiava migliore. Nessuna serva avrà mai padrone peggiore.”
Tacito.
Antoine mi infornò che quella sera saremmo andati a Nizza, ci sarebbe stata una festa, con una sfilata particolare in una villa e a sorpresa mi disse che anche Stefy avrebbe partecipato: “Sfilerà anche ES!” Esclamò sorridendo.
Quella sera partimmo, Stefy era molto elegante e bella, non l’avevo mai vista così raggiante, le piaceva l’idea di sfilare, sorrideva anche.
Era la signora in rosso, indossava un vestitino molto leggero di seta, con due spalline strette e il gonnellino svasato e svolazzante, con un disegno di brillantini nella parte centrale e la schiena scoperta a vista. Come al solito sotto niente! Nessun intimo.
Ai piedi un paio di scarpe con decolté e un tacco altissimo dello stesso colore del vestitino, che la faceva apparire slanciata. I capelli, corvini e mossi le davano un’aria da selvaggia, con gli orecchini ad anelli pendenti come cornice al viso. Al braccio il monile a serpente da schiava, la causa di tutto quello che c’era successo, che Antoine le faceva indossare solo in determinate occasioni.
L’aveva vestita Corinne a suo gusto, prima di partire le mise il collare di metallo, quello che aveva indossato la prima volta che fu iniziata, devo dire che ora lo vedevo sotto un altro aspetto, con altri occhi, era molto bello, luccicava assieme agli orecchini e ai suoi occhi chiari truccati di nero, che risaltavano ancora di più. Le stava davvero bene la rendeva molto sexy.
Partimmo con due macchine Stefy era con Antoine e Corinne e Stephen come autista, io nell’altra con Daniele.
Arrivammo in una grande villa sulle alture, con un grande parco e giardino privato, passammo tra un cancello altissimo dove notai ai lati, sui pilastri che lo reggevano, due telecamere.
Giunti davanti all’entrata della villa scendemmo, un ragazzo di colore prese subito la macchina e la spostò. Attendemmo poco, subito dopo arrivò Antoine con Stefy e gli altri.
Scesero anche loro. Antoine girò intorno all’auto e giunse dall’altra parte, Corinne gli passò il guinzaglio che agganciava il collare di Stefy, una lunga catenella dorata, che brillava anch’essa.
Entrammo con Stefy al guinzaglio, altezzosa e compiaciuta, per nulla imbarazzata di essere al guinzaglio, anzi sorridente di trovarsi in quel ruolo.
Le piaceva ora, essere osservata e ammirata da tutti, le era gradito, Antoine la stava esibendo come la sua schiava, la sua cagna e a lei passivamente piaceva.
Era superba, a testa alta, non più timorosa e smarrita con gli occhi impauriti come all’ingresso di quel locale notturno sere prima, ma fiera di mostrarsi sottomessa ed essere ammirata in quella condizione di quel gioco particolare; di essere esibita ancora. Ora si era accettata ed era entrata nel ruolo che le avevano dato e che le spettava, le apparteneva... quello da soumise.
Entrammo all’interno della villa, tutti in gruppo, Antoine al centro con Stefy vicina, che al suo fianco aveva Corinne e Stephen e dall’altro dopo Antoine, c’era Daniele e poi io.
Ci venne incontro il padrone di casa, un signore ben vestito con una signora al suo fianco, notai che erano tutte persone mature, per non dire anziane, eleganti ed educate.
Sentii dire da quell’uomo:
“Ha sempre delle belle schiave lei monsieur Antoine.”
Lui sorrise, poi visto che guardava me non conoscendomi mi presentò come un amico Italiano.
Fatti gli onori di casa, ci fece accomodare all’interno di una grande sala, tra altra gente, c’era su un lato un lungo tavolo a buffet. La sala su un lato era vuota, con tavolini e poltroncine disposte a semicerchio. Ci accomodammo tutti, mentre un cameriere ci portò da bere.
Nella sala c’erano almeno trenta persone. Erano tutte ben vestite e chiacchieravano tranquillamente tra di loro di tutto, mentre sorseggiavano fresche bevande e liquori.
Addossato ad una parete c’era un palchetto di legno ricoperto da moquette rossa, sul quale era steso un bellissimo tappeto persiano, con raffigurata la scena di una carovana di beduini, con al seguito, legate e tirate dai cammelli, delle giovani schiave bianche.
Faretti di luci colorati nei lati e al centro una porta, coperta e nascosta da un grande drappo di velluto, anch’esso rosso a formare una grande tenda.
L’arredamento della sala era di classe e in stile. I mobili pregiati e i quadri splendidi. Tutto molto bello e raffinato.
Notai che molti uomini, ma anche signore presenti, avevano donne o ragazze al guinzaglio, farei meglio a dire loro schiave.
Daniele mi informò: “È una specie di raduno!... Dei Maitre e delle Esclave (dei padroni e delle schiave). Fanno una sfilata, ognuna presenta la sua schiava, ne decanta le capacità e le attinenze e la mette in mostra.”
Notai che le altre donne che dovevano sfilare, una decina in tutto circa, erano più giovani di Stefy, tutte belle ragazze e piuttosto avvenenti, forse la più “vecchia” era proprio mia moglie con i suoi quarantadue anni compiuti, ma comunque per la bellezza e l’aspetto decisamente competitiva.
Mi rendevo conto osservandola che quella novità l’aveva eccitata, essere messa in mostra e competizione, sfilare con delle ventenni e trentenni, le aveva rinnovato la considerazione di sé, della sua bellezza e sensualità. Era esaltata nel suo ruolo da schiava.
Corinne mi fece un cenno e con Stefy entrammo dalla porta sul palco, mentre gli altri restarono a chiacchierare.
All’interno c’era un bancone pieno di biancheria intima e un attaccapanni con vari vestitini appesi, di tutti i tipi. Corinne si mise a frugare sul bancone, mentre Stefy la guardava. Io osservavo attentamente, ero curioso di quello che facevano.
Corinne per lei, scelse un perizoma dorato, facendole cenno di seguirla, la portò in un bagno della villa e dopo averle fatto togliere il vestitino, da un beauty estrasse alcuni accessori e un rasoio; la invitò a depilarsi e a passarsi l’olio sulle gambe, a controllarsi il trucco e restare solo con quel mini perizoma dorato.
Quando tornò e la vidi apparire tra le altre, era sexy ed erotica al massimo con il perizoma, molto provocante, brasiliano puro, con un filo di stoffa in mezzo alle natiche e un triangolino minuscolo a coprirle a malapena le labbra e la fessura del sesso e tenuto su alto sui fianchi da string sempre dorate. I capezzoli sporgevano in fuori, dritti, eccitati da quello che stava avvenendo, in quelle mammelle adulte e gonfie, in quel corpo maturo, con le gambe piene di olio, lisce come il vetro e lucide come lo specchio, che riflettevano la luce e la loro sensualità.
Quando fu pronta, Corinne la mise insieme alle altre ragazze, tutte in monokini e un uomo, dopo averle contate e controllate, le fece uscire sul palco in gruppo, solo per un’apparizione a salutare; e tra un applauso fragoroso dei presenti, rientrarono.
Io rimasi sull’uscio, nascosto a fianco di quel tendone rosso a guardare tutti quei sederi e tette ballanti muoversi e dondolanti, mentre le ragazze passavano davanti a me per rientrare. Erano tutte carine e sicure di sé, felici di mettersi in mostra mentre i loro padroni le attendevano fuori.
Dietro al tendone, un tipo laido e libidinoso, insopportabile di nome Rocco, piccolo e grasso, apparve in qualità di coordinatore dell’evento e iniziò a scrutare e controllare le donne prima dell’apparizione e della presentazione, una alla volta.
Erano arrivate tutte con miniabiti succinti, bellissime, poi si erano spogliate e la prima apparizione l’avevano fatta in gruppo e in monokini, ora dovevano apparire nude.
Quel tizio Rocco, passava vicino a loro ordinando di togliersi il perizoma, toccandole e scherzandoci, per finire a cercare di baciarle a fior di labbra all’improvviso, mentre disattente si preparavano.
Lo fece anche con Stefy... Quel gesto mi dette enormemente fastidio, non lo sopportavo quell’uomo. Non perché la toccasse, ma perché sembrava che ne fosse lui il padrone di mia moglie.
Si avvicinò a Corinne e si misero a parlare, non capivo e non sentivo cosa dicessero, so solo che poco dopo Corinne mi guardò e senza dirmi nulla fece girare Stefy facendola piegare leggermente in avanti e sporgere il sedere in fuori e glielo fece fotografare da Rocco, che mentre scattava, si avvicinava sempre più, fino ad arrivare a passarle una mano sui glutei.
Nel fotografare vide il plug anale, le bijou d’anus brillare e fece i complimenti a Corinne accarezzando il culo a mia moglie.
Non lo sopportavo proprio quel tipo…
Dopo alcuni minuti, ci fecero uscire, restarono solo le schiave da far sfilare. Noi tornammo a sederci… Corinne parlò con Antoine, poi mi si avvicinò e bisbigliò nell’orecchio.
“Ci sarà un’asta!!”
“Come un’asta?” ... Chiesi io stupito.
“Sì!!... Un’asta!... Verranno fatte delle offerte e chi farà la più alta, avrà diritto ad avere la schiava per sé, per 48 ore.”
“Verrà comprata momentaneamente!!... Sarà venduta!!” Disse.
“Ma…!” Esclamai incredulo: “Come comprata e venduta? ... Che significa?”
“Sai cosa vuol dire vendere e comprare??” Mi chiese sarcasticamente.
“Sì, certo!!” Dissi io annuendo con la testa.
“Ecco quello!!” Esclamò ridendo Corinne.
Restai perplesso a quella risposta e d’istinto aggiunsi subito:
“Ma anche mia moglie sarà venduta per 48 ore? “Domandai confuso.
“Sì!!... Anche lei !!” Rispose decisa. “Sarà venduta anche ES!”
Ero impressionato e sbalordito, mi sembrava impossibile quello che accadeva. Se non lo avessi vissuto personalmente non ci avrei creduto.
Smarrito guardandomi attorno mi misi a pensare:
“Ma cos’è questa casa?... Sembra il mercato delle schiave del ventesimo secolo... Quelle donne e ragazze verranno vendute al miglior offerente per 48 ore, che ne diventerà padrone assoluto e ne potrà disporre come vorrà, sessualmente o in altri modi di loro.”
E continuai a guardarmi attorno.
La gente già seduta, mormorava e non vedeva l’ora che tutto iniziasse, anche le signore ingioiellate.
Poi si attenuarono un poco le luci e iniziò un sottofondo di musica classica molto piacevole.
Un faro, con una luce particolare e bianca illuminava il centro del palco e la porta da dove sarebbero uscite le soumise, con uno stupefacente risultato scenografico.
Tra le partecipanti, seppur nel loro stato e nella loro condizione di schiave, vi era una certa apprensione, eccitazione, entusiasmo in attesa dell’evento della serata. Tutte loro, volevano soddisfare e fare felice il proprio padrone. Ma soprattutto volevano essere le migliori delle altre. Anche Stefy fu contagiata da quella esaltazione collettiva, sorrideva, dimenticando per un momento quella che era, una sottomessa.
Finalmente la grande tenda che nascondeva la porta posta alle spalle del palco si aprì e ne uscì una signora vestita in modo elegante.
Tutte cessarono di parlare.
La serata era cominciata e l’eccitazione tra gli ospiti seduti ai tavolini era oramai palpabile.
La signora era molto bella, bionda con i capelli lunghi, come lo era stata Stefy prima della sua trasformazione in ES, aveva circa 40 anni, quasi come lei, ma molto ben portati, era alta 1.70 circa, snella, con belle gambe ed un seno prosperoso.
“L’asta ha inizio!” Annunciò la bella moderatrice nel suo lungo vestito bianco da sera.
“Venga fatto entrare il primo esemplare.” Disse.
“Esemplare?!” Ripetei io…
Aveva un linguaggio particolare, sembrava che non presentasse delle umane, ma degli animali, delle cagne. In fin dei conti pensai:” Per questa gente sono tali queste donne sottomesse...”
La tenda si scostò e sul palco apparvero, un uomo sulla cinquantina ben vestito seguito da una bellissima donna sui trent’anni che era completamente nuda, solo con sandali dal tacco altissimo che la slanciavano in bellezza e in altezza.
Aveva lo sguardo abbassato verso il pavimento. Si vedeva che si vergognava ed era imbarazzata a esibirsi e ad essere venduta. Al collo le era stato posizionato un bellissimo collare di cuoio nero con le borchie luccicanti, al quale era fissato un guinzaglio, la cui estremità opposta era tenuta in mano dall’uomo che l’aveva accompagnata. La portava con superbia, come se esibisse davvero una cagna.
“Avanti!!” Esclamò la presentatrice.
“Si facciano le prime offerte per questa bella schiava!... La base è fissata a 1000 euro con rialzi da 500 euro.” E continuò, iniziando a dare le caratteristiche dell’esemplare, come le chiamava lei a quelle altre donne e così seppi chi fosse:
“Questa bella schiava di razza bianca, ha trent’anni, è alta 1.65 per 55 chili di peso. Di nome è Lucy, è di nazionalità Spagnola. Sposata e senza figli, è qui in vacanza, il marito si trova tra di voi nel pubblico…” Pronunciò seguita dal mormorio della clientela.
“Quindi non sono l’unico marito nella mia condizione, che ha la moglie educata da qualche master …” Pensai quasi contento che altri sventurati avessero la coniuge sottomessa da qualcun’altro come Antoine.
“Osservate il viso, dai bei lineamenti, occhi scuri e timidi, naso regolare e labbra carnose e vermiglie…” Enfatizzò accarezzandole la guancia: “Guardate i capelli…” Riprese, cogliendone una ciocca tra le dita che le cadeva sulla spalla e tirandola su a mostrarla:” Sono neri e lisci originali e le arrivano sulle scapole… bellissimi come lei. Se vi aggrada potrete anche tingerglieli o tagliarglieli…” In sala ci fu un mormorio.
E girandole intorno e toccandola, come se vendesse un prodotto di qualità continuò:
” Guardate! .... Ha un seno splendido e sodo…” Tastandole e soppesando una mammella con una mano.
E facendole alzare le braccia in alto mostrò le ascelle completamente rasate. E indicando con le dita più in basso sul sesso continuò:” Ammirate il pube, depilato completamente da pochi giorni e rasato da poco …” Precisando:” … quando è stata presa in consegna dal suo master era totalmente coperto da una folta foresta di peli neri…tipico delle donne mediterranee. E invece contemplate com’è ora, scoperto da tutta quella peluria scura inestetica. Guardate com’è glabro nella sua nudità e bellezza genitale.”
E toccandoglielo con il dito continuò:” Osservate la vulva, com’è perfetta e bombata esternamente, simmetrica, e la lunga fessura vulvare ancora chiusa che unisce e divide contemporaneamente le grandi labbra carnose...” E afferrandone una tra le dita inanellate con le unghie laccate di rosso la tirò mostrandola.
“E le gambe… guardate che meraviglia, lunghe e affusolate… due colonne di carne.” E prendendola per un braccio facendola ruotare su sé stessa proseguì:” Ha un corpo stupendo ed armonioso, tenuto in forma probabilmente da una intensa attività fisica… “ E facendo segno in basso con la mano dichiarò:” Osservate che culo! Bello perfetto, ancora sodo e alto.” E con la mano lo tastò, soppesò, accarezzò e diede uno schiaffo alla natica producendo un ciak sonoro… seguitando sorridendo:” Sentite come suona bene alle sculacciate.” Ma divenendo dispiaciuta in viso sempre palpeggiandoglielo pronunciò:” Purtroppo da qualche giorno non è più vergine, il suo nuovo master lo ha colto e sodomizzata più volte… “Mentre lei a quelle parole arrossi guardando sempre in basso il pavimento.
E facendola rivoltare e mostrare al pubblico. Aggiunse:” Oggi è molto timida e per questo servizievole e ubbidiente. Mentre nella sua vita coniugale era una donna arrogante e raffinata. Una vera mujer hermosa (bella donna), una bonita de Espagna (Bellezza di Spagna) una vera guapa, una dama… “
E dai gesti e movimenti che faceva, si intuiva che lo era. Era molto bella, più di Stefy, ma anche molto timida…ma più che timida, timorosa, il suo master doveva averla sottomessa bene.
Tutti i presenti furono ben contenti che venisse loro offerta della mercanzia umana femminile così pregiata.
Guardandomi attorno, notai che i primi momenti di vociare quel pubblico li spendeva per studiare quell’esemplare esposto alla loro vista, in tutte le sue parti fisiche.
E nell’attesa che partissero le offerte, la venditrice fece eseguire alla schiava Lucy una giravolta lenta su sé stessa, in modo da consentire ai presenti di valutarla bene da ogni angolazione, segnandole con la mano le parti anatomiche.
Il pelo pubico completamente rasato lasciava ammirare bene le due grandi labbra divise dalla fessura... Le cosce erano belle sode e muscolose. Possedeva un corpo appariscente, che prometteva tanto piacere.
E nell’attesa continuò a descrivere con passione e capacità le sue intimità e le sue attinenze, come se fosse una piazzista televisiva molto brava.
“Madames et Messieurs observèe, ecoutez!! (osservate, ascoltate…) Questa bella schiava, docile e sottomessa ai voleri di chi la possiederà, uomo o donna che sia, sarà vostra serva e potrà soddisfare ogni vostro desiderio sessuale; è stata educata dal suo master per ubbidire e donare piacere”.
Così dicendo prese lei il guinzaglio e la fece scendere dal palco accompagnandola tra i tavoli, per essere meglio ammirata. Mentre il suo accompagnatore restò immobile sul palco sorridente.
Tutti i presenti ammirarono da vicino la sua bellezza e la sua grazia. La schiava Lucy si aggirava tra i tavoli con sensualità ed eleganza. Era davvero molto bella.
Qualcuno approfittò per toccarle le cosce, altri allungando il braccio il seno, rimanendo entusiasti di ciò che ebbe modo di palpare.
La venditrice risalì sul palco, portando dietro di sé per il guinzaglio l’esemplare da vendere, che la seguiva docile e silenziosa.
Tutti i presenti erano eccitatissimi. Ognuno di loro fantasticava sul modo in cui avrebbe potuto godersi un corpo così bello e giovane, come quello che era appena passato davanti ai suoi occhi. Uno dei presenti domandò, esternando un pensiero che sicuramente qualcun altro stava per porre ed era comune a molti.
“La schiava è molto bella, ed il corpo meraviglioso promette di regalare tante ore di passione e piacere. Ma come facciamo a sapere che ubbidirà a tutto e che è anche brava a donare al proprio padrone il giusto divertimento sessuale? Magari ci sta vendendo una donna frigida? ... Che poi farà storie!” Disse.
Ero affascinato da quello che vedevo e sentivo, ascoltavo con curiosità e fascino, quel mercanteggiare era erotico.
Sembrava proprio un mercato di schiave e anche la mia Stefy da lì a poco sarebbe stata messa in vendita, ed ero incuriosito di vedere chi potesse acquistarla e quanto potesse valere.
La venditrice era preparata a quel genere di domande e sapeva come dissipare istantaneamente tutti i dubbi dei presenti.
“Cher monsieur!” Esclamò: “Si accomodi sul palco e la provi!... Potrà così avere modo di spiegare anche agli altri cosa è in grado di fare questa umile e sottomessa schiava che sto per vendere ad un fortunato o a una fortunata tra di voi”.
L’uomo non se lo fece ripetere due volte. Salì sul palco e si avvicinò a Lucy.
La tastò sul seno e sul sedere e in altre parti del corpo e ne sentì la consistenza. Le prese i capelli tra le dita e ne saggiò quanto fossero soffici. Il suo membro era già in erezione e teso sotto i pantaloni. Gli venne consegnato il guinzaglio dalla presentatrice e con un leggero strappo verso il basso costrinse la schiava che gli stava di fronte ad inginocchiarsi, al cospetto di un suo probabile temporaneo padrone.
L’esclave eseguì docilmente. Poi su ordine del potenziale padrone, gli abbassò la cerniera dei pantaloni ed estrasse un pene duro e voglioso. Lo tenne nella sua mano destra e al suo comando cominciò una leggera e lenta masturbazione, mentre con la lingua titillandolo saggiava il glande già umido.
La sua lingua era vellutata, sembrava seta e dava a quel probabile padrone fremiti di piacere. Con la mano sinistra cominciò ad accarezzargli i testicoli già pieni di eccitazione e desiderio. Dopo qualche secondo di quel trattamento il pene era ancora più duro.
La schiava lo infilò in bocca che si riempì e pareva le stesse scoppiando, per nulla imbarazzata dalla presenza in sala di tante altre persone che la osservavano. Mentre massaggiava i testicoli, cominciò a fare uscire dalla bocca il glande, che subito vi rientrava per essere succhiato e titillato dalla lingua neo esperta della nuova soumise Lucy. Fece uscire il sesso completamente dalla bocca per leccarlo per tutta la sua lunghezza e inginocchiata succhiava avidamente quell’asta di cui il glande entrava e usciva dalle sue labbra.
Corinne mi bisbiglio. “È brava questa Lucy a fare pompini!... Ma credo che a ES non la batte nessuno!” E rise.
Ancora qualche minuto di quel trattamento celestiale e l’uomo sarebbe venuto in quella splendida ed umida bocca.
Ma la venditrice se ne accorse. Aspettò il momento giusto e fermò tutto sul più bello. Prima che lui, le eiaculasse in bocca.
“Cher monsieur! Esclamò sorridendo. “Ora avrà sicuramente potuto accertarsi circa l’ubbidienza e le capacità degli esemplari in vendita; se ne vuole ulteriormente approfittare, dovrà acquistarla”.
La mercante era esperta, era un’ottima imbonitrice. Sapeva che quanto era appena successo aveva eccitato allo spasimo tutti i presenti della sala e che ora erano disposti a spendere più di quanto all’inizio della serata avevano preventivato.
L’uomo che aveva potuto giovarsi del trattamento dimostrativo a malincuore tolse la cappella dalle sue labbra e lo rimise dentro i pantaloni. Decise tuttavia che quella schiava doveva essere sua ad ogni costo. Ritornò al suo tavolo e fece la prima offerta.
La schiava Lucy venne lasciata volutamente e scenograficamente in ginocchio sul palco, sotto un faretto che la illuminava maggiormente, mentre la venditrice le teneva in mano il guinzaglio. Quella umile posizione aveva certamente l’effetto di stimolare ulteriormente i presenti.
“Duemila euro!!” Rilanciò deciso il possibile acquirente.
“Duemilacinquecento!!” Esclamò un altro affianco.
Ma durante quelle offerte e rilanci si alzò una signora matura, quasi settantenne accompagnata da un giovane servitore di colore ben vestito, esclamando:
“Abbiamo constatato che questa schiava è brava a fare i pompini agli uomini e probabilmente saprà anche chiavare e farsi inculare soddisfacendoli. Ma sarà in grado di servire sessualmente una donna, una padrona esigente? Chi mi garantisce che è una schiava, oltre che bella, anche esperta di saffo?”
Aggiungendo:” Credo che sia giusto che anche le donne possano accertarsi di quanto viene in questo momento loro offerto.”
“Gentile Dame!!” Esclamò la venditrice: “Venga sul palco ad accertarsi lei stessa; ciò che sto offrendo questa sera è quanto di meglio possiate desiderare. Venga!!” La esortò.
E la donna, appoggiata a un bastone di pregio con il manico lavorato e dorato, accompagnata dal suo giovane servitore di colore, lentamente salì sul palco e si avvicinò alla schiava. Tutti osservarono quella distinta signora quasi settantenne. Un po’ esuberante nelle forme, ma ancora piacente e attraente.
Su sollecitazione della mercante, incurante di quel pubblico depravato come lei e aiutata dal giovane accompagnatore di colore, si alzò la gonna, mostrando che indossava delle culotte eleganti di seta bianca, molto raffinata con pizzi e merletti. E subito il suo assistente chinandosi, con riguardo gliele abbassò alle cosce, lasciando comparire la sua figa grigia e rada di peli lunghi e la offrì alla lingua della schiava Lucy, che inginocchiata la guardò con esitazione dal basso in alto, ma successivamente a un gesto delle dita ingioiellate della mano della vecchia, si avvicinò con le labbra e tirando fuori la lingua la leccò e succhiò avidamente il clitoride assieme alla rada peluria grigia.
Dopo qualche secondo, ritenutasi soddisfatta, ma non contenta, decise di saggiare anche la forza e la resistenza.
Spinse la schiava Lucy a quattro zampe e senza tanti complimenti si sedette con il sedere sopra la sua bella schiena come se fosse una sedia; e da quella comoda posizione tastò il culo e il retro delle cosce, trovandole sode e toniche e con l’altra mano la testa che veniva da quella Lucy tenuta doverosamente china.
Poco dopo si alzò per risedersi a cavalcioni. Ordinò alla schiava di muoversi e di trasportarla.
La schiava Lucy riuscì ad eseguire l’ordine, solo per un paio di metri. Era evidentemente molto in forma e forte, credo che Stefy non ci sarebbe mai riuscita, le avrebbero ceduto le braccia e la schiena, si sarebbe trovata schiacciata sotto il suo generoso sedere.
La signora si alzò soddisfatta e ritornò tra il pubblico.
Anche lei fece un’offerta, tremilacinquecento euro.
Durante la gara la venditrice fece rifare alla schiava, un altro giro tra i tavoli per meglio ingolosire gli offerenti.
Tra offerte e rilanci, se l’aggiudicò la coppia dell’uomo che aveva potuto constatare di persona le sue capacità orali per 6000 euro, per due giorni, 48 ore.
La mercante scese dal palco con la schiava al guinzaglio e la portò direttamente al tavolo dell’acquirente. Giunta vicino a lui, al comando del suo indice, Lucy si inginocchiò e si accucciò sedendosi ai suoi piedi, mentre lui compilando l’assegno al master che l’aveva educata e venduta, vedendola adagiata servilmente ai suoi piedi, come se fosse un cane le accarezzò sulla testa i capelli neri e lisci della sua nuova proprietà e lo stesso sorridendo fece la moglie.
Notai un uomo in piedi e silenzioso vicino al master di quella Lucy e capii subito che era il marito. Era un uomo sui trentacinque anni e come succedeva a me con Antoine e Corinne, restava anche lui fermo con nostalgia e preoccupazione a guardare negli occhi sua moglie; con la speranza simile alla mia, che finisse tutto in fretta. E si fissavano negli occhi sotto lo sguardo divertito della consorte dell’acquirente, al tavolino anch’ella, che li osservava rallegrata del loro amore diviso mentre loro con nostalgia si guardavano negli occhi.
Osservavo anch’io quella bellissima Lucy, ero eccitato da quello che le succedeva, dal distaccamento forzato dal suo uomo, suo marito, dal suo splendore; avevo anch’io il pene in erezione pensando a quello che le stava accadendo, che quella bellissima ragazza sarebbe stata per due giorni di proprietà di quell’uomo perverso e di sua moglie. E ripensavo alla scena precedente, quando sul palco l’avevo vista estrarre dalla sua meravigliosa bocca il glande gonfio e pronto a eiaculare del suo compratore.
Sembrava tutto surreale.
La serata continuò. Sul palco entrò una giovane esemplare di schiava di colore.
A cui seguì la stessa metodica della prima e fu vendita per tremila euro. Dopo di lei passarono, una bionda, una signora e altre, che dopo essere state ammirate e palpate e alcune provate, erano state tutte vendute al rilancio.
La serata e il salone si erano surriscaldati dall’eccitazione e dall’euforia che tra le offerte e il vociare si sentiva nell’aria.
Toccò a Stefy. In un certo senso ero emozionato ed eccitato dalla sua prossima apparizione, mi faceva un certo effetto vedere mia moglie solo con le scarpe dal tacco altissimo nuda su un palco al guinzaglio, come una vera schiava messa in vendita all’asta.
La venditrice la fece entrare e mostrandola al pubblico, esclamò:
“Ora, un esemplare di femmina adulta, italiana, bianca, sposata senza figli e 42 enne, convertita da poco alla sottomissione e alla schiavitù, ma già esperta e capace. Il suo nome da soumise è ES!!”
L’accompagnava sul palco Corinne tenendola al guinzaglio, che si era allontanata poco prima da noi per raggiungerla.
Allungando il braccio, passò il guinzaglio alla mercante e si fece da parte.
Lei la fece ruotare su stessa come le altre, mostrandola completamente nuda agli sguardi di tutti. Esibendo il suo corpo, le sue fattezze da quarantenne.
Subito la venditrice, iniziò a esaltare il suo volto:
” La bella signora italiana qui davanti non è color nero di capelli, ma bionda naturale, difatti ha gli occhi azzurri, la trasformata così il suo master ed educatore in base al suo gusto. E guardate che bel viso, regolare…” Accennò portandole la mano sul volto.
E passandole il dito sopra esclamò:” Ammirate la bocca e queste meravigliose labbra a canotto, gonfiate volutamente con il filler all’acido ialuronico. Ha le labbra, sensuali, erotiche! ...” In quel momento vidi Corinne avvicinarsi all’orecchio della imbonitrice bisbigliarli qualcosa e allontanarsi e subito lei sorridendo dire al pubblico:
“Mi dicono che la signora italiana Es, sappia fare molto bene anche i pompini. Pensate a quando ve lo prenderà in bocca e ve lo leccherà con la sua lingua vellutata e succhierà con le sue labbra morbide, vi farà dei pompini meravigliosi… E per le signore, immaginate la sua bocca baciare la vostra e le sue labbra lambire, leccare e baciarvi sul vostro sesso!”
Ero allibito, stentavo a credere che la donna di cui parlava fosse mia moglie, la mia Stefy, pareva che facesse la descrizione di una attrice hard.
E parlando scese a descrivere le sue parti anatomiche, le tastò il seno con la mano decantando:
“Guardate la pienezza delle sue mammelle, pendenti ma ancora rivolte con i capezzoli in alto… potrete succhiarli, allattarvi se vorrete, hanno latte all’interno…”
Successivamente fece scivolare la mano portandola sul sesso:” Ammirate questa figa depilata! È già inanellata sulle labbra della vulva per i vostri giochini erotici. Bella, grossa, voluminosa e erotica…” E toccandole con l’indice segnalò:” E queste labbra vaginali, gonfie ed eccitate!!... “Aggiungendo:” È solo da pochi giorni che vedono la luce. Prima erano coperte, soffocate e nascoste da un bosco di folta peluria bruna, come si addice alle donne nordiche e bionde e a questa bella signora borghese di buona famiglia, seria e morigerata.”
Posò le dita ingioiellate sugli anelli vaginali, ed enfatizzò: “Guardate come ce l’ha densa e sporgente la vulva…bombata e carnosa …” e gliela tirò aggiungendo:” Pratica l’aspirazione sotto vuoto al seno e alla vulva…” E sorrise proseguendo. “Guardate come sono belle le sue labbra vaginali polpose, grandi che dischiudono la sua bella figa matura. “E abbassando la mano esclamò:” E le cosce? ...Cosce lunghe, piene e seducenti. Osservate la maturità del suo corpo, bello e attraente…” E facendola ruotare ancora su sé stessa la fermò con le spalle verso il pubblico e proseguì:
” Osservate la schiena e il retro cosce senza cellulite…” E appoggiandole la mano sul gluteo esclamò:” Guardate che bel sedere, pieno, alto, rotondo e carnoso…” Battendoci sopra a sculacciarla, elogiandolo e comprimendolo con le dita: “Sembra un cuscino di morbidezza!!... È pieno e denso!!... Guardate la forma adulta e compatta!!... Bella!! Matura per chi ama la sodomia e a sua disposizione.” Poi sempre con la faccia dispiaciuta esclamò:” Anche questo esemplare fino a qualche giorno fa era ancora vergine analmente, ma ora non lo è più, è già stata sodomizzata anche lei durante l’educazione dal suo master…”
Avvicinandosi le sussurrò:” Piegati in avanti Es…” E la fece mettere quasi a novanta gradi con il sedere rivolto al pubblico dicendo:” Guardate qui cosa ha la nostra bella signora italiana … “E con il dito mostrò il bijou d’anus:” Guardate come brilla tra le natiche pallide e polpose.” Chiedendo con un cenno del braccio: “Prego l’addetto alle luci di illuminarlo… “E la luce del faretto colpendolo rifletté bagliori che sembravano uscire dal foro dell’ano di Stefy. Continuando nel suo esaltarla segnandolo con il dito dichiarò:” E ammirate questo splendido tatuaggio dell’orchidea e il serpente sul gluteo, simbolo di sottomissione...” Palpandolo e accarezzandolo, dando anche a lei una pacca sopra il sedere facendo risuonare un ciack dicendo:” Anche questo beau cul (bel culo) si presta alle sculacciate.”
Enfatizzando subito dopo:
“Su!! Acquistate per 48 ore questa meravigliosa borghese italiana per i vostri giochini erotici!”
Proseguendo:
“Osservate bene!!... Non un pelo in tutto il corpo che non siano i capelli in testa, pulita, liscia e curata! Guardate le gambe. sensuali, translucide e piacenti … e i piedi!” E prendendo tra le sue, le mani di lei, le mostrò elogiandole: “E le mani!... osservate le mani… da signora per bene. Notate l’accuratezza!... La bellezza!... la finezza!... Farà tutto quello che le chiederete. Sarà il vostro giocattolo sessuale!”
Stefy probabilmente non rendendosi conto di quello che le accadeva, altezzosa si lasciava mostrare, le piaceva sentirsi elogiata nel corpo e nelle intimità. Superba a testa alta, fiera di concorrere a esibirsi con giovani donne, sorrideva.
Era eccitante vederla così nuda sul palco sotto gli sguardi lascivi e libidinosi di tutti.
Ma ancora più perversamente eccitante, era vedere la propria moglie insieme ad altre venduta all’asta come una schiava.
Dopo averne decantato e fatto ammirare le sue bellezze a quel pubblico vizioso, come aveva fatto con le altre, chiese:” Qualcuno di voi possibili acquirenti, vuole constatare di persona le attinenze e la consistenza dell’esemplare?”
Salì sul palco un signore, che la scrutò da vicino e l’accarezzò nelle sue intimità, la fece ruotare, soffermandosi a guardare la schiena, il fondo schiena e i tatuaggi palpandola.
Poi si girò verso il pubblico e scese dal palco sorridendo, annuendo con la testa in modo positivo e tornò a sedersi.
Intanto dal pubblico iniziavano a prepararsi per l’offerta e averla.
Avevo una forte erezione a quella situazione. Un senso di caldo e di euforia dentro. Sudavo! La osservavo eccitato, era ferma e altezzosa, con i capezzoli lisci e mossi che le scendevano oltre le spalle e il seno gonfio, che ogni tanto chinando la testa fiera si guardava, anche lei elettrizzata da quella circostanza.
Aveva ragione Antoine quando ci siamo conosciuti che diceva che a Stefania le piaceva sentirsi esibita, ammirata e giocata al rilancio. La eccitava. Ma non capiva ancora che la stavano vendendo davvero, pensava facesse parte dell’esibizione il rilancio di quelle cifre dal pubblico, non aveva ancora compreso che stava per essere acquistata. All’asta!
Dal pubblico si sentivano mormorii e dei rilanci.
“Millecinquecento!... Duemila!!” … Offrì una voce femminile. “Duemilacinquecento!!” ... Rilanciò un altro. Finché si sentì una voce maschile alle nostre spalle dire decisa: “Quattromila euro!!...
Tutti si voltarono a guardare.
La banditrice attese che ci fossero altre offerte, non essendocene, batté a voce alta: “Aggiudicata!!... Questa bella borghese italiana se l’aggiudica il signore!” Stefy era stata venduta...
Ci girammo. E con sorpresa notai che era Alain con sua moglie Claudette ad averla comprata, che ci sorrisero.
Mi sembrava impossibile, ma ero perversamente eccitato, era stata venduta, come faceva lei in negozio con un paio di scarpe, nel centro calzaturiero dove lavorava. Ne descriveva la bellezza, la consistenza e la comodità d’uso e poi... le vendeva, così era stato per lei e le altre…
Stava realizzando cosa le era successo, come una vera schiava, come un vestito, come un paio di scarpe era stata venduta.
Il suo viso, non era più superbo e altezzoso, lo sguardo le era tornato cupo.
Si domandava cosa le sarebbe successo ora.
L’avevano acquistata Alain e sua moglie, solo per 48 ore, ma lei non lo sapeva, pensava per sempre.
Guardava in giro confusa nella sala e vedeva le altre soumise vendute, accovacciate ai piedi di uomini e donne che le tenevano al guinzaglio e chiacchieravano tra loro ridendo.
Faceva molto caldo e nell’aria, assieme al sottofondo di musica classica, si respirava anche fumo di sigarette e fragranze di profumi femminili diversi, mischiati tra loro e il sudore.
La venditrice, come aveva fatto con le altre, la prese per il guinzaglio e con uno strattone la portò da loro e con un altro strattone la fece accucciare ai loro piedi sul pavimento; dove Claudette con le sue dita lunghe, magre e nodose le accarezzò i capelli: “Ti abbiamo acquistata!” Le disse sorridendo.
Gli occhi di Stefy erano diventati smarriti e pieni di stupore e ci guardavano come se le dispiacesse lasciare Antoine e Corinne…
Lui compilò l’assegno e glielo consegnò ad Antoine.
La mercante si allontanò e ritornò sul palco a proseguire.
Avrei voluto alzarmi e andare da Stefy, tranquillizzarla e dirle che era stata venduta solo per 48 ore e non per sempre. Che la vendita era solo un gioco. Ma me lo impedirono, mi dissero di non muovermi che l’avremmo incontrata dopo.
Prima della fine della serata, dopo Stefy furono vendute altre schiave, con le stesse modalità delle precedenti.
Al termine dell’asta, tutti gli acquirenti si alzarono e si portarono al buffet, a bere e a gustare alcune specialità gastronomiche appena arrivate. I nuovi padroni con le loro nuove schiave vicine e al guinzaglio.
Alain ci guardò e venne incontro sorridente con sua moglie che teneva Stefy al guinzaglio.
“Bene!!” Esclamò. “Per un paio di giorni sarà da noi. Te la perfezioneremo in alcune specialità”.
Disse ridendo e battendo la mano amichevolmente sulla spalla di Antoine, che ricambiava il sorriso e il buon umore rispondendo: “Ci siete riusciti, per due giorni sarà vostra!!”
Mentre Claudette la teneva al guinzaglio, mi avvicinai a Stefy, le sussurrai:
“È un gioco anche questo amore!!... Non avere paura!!... Sei stata venduta solo per 48 ore. Poi ritornerai ancora con noi. Stai tranquilla!! Non permetterò che ti facciano del male… veglierò sempre su di te.”
Lei mi guardò assente, non rispose, era delusa, non pensava mai che poteva accaderle anche questo nella vita... di essere… venduta come un oggetto!!
Tutta l’enfasi e l’allegria che aveva avuto all’inizio si era spenta, era sparita. L’entusiasmo era diventato delusione.
A vederla così mi scoraggiai anch’io, non potevo credere a quello che era successo.
Ma che strano mondo era mai quello, di gente per bene, di alto livello sociale, professionale, dove si vendevano persone come animali... E mia moglie, la mia Stefy era stata venduta a due vecchi perversi, come una vera schiava.
Tutto ciò era drammaticamente eccitante e perverso, ma frustante, creava in me un groviglio di emozioni e sensazioni contrastanti, dall’eccitazione allo sconforto che, in base al momento, una prevaleva sull’altra.
“Saremo a casa nostra” Comunicò Alain rivolto ad Antoine: “E mercoledì ve la riporteremo.”
“D’accordo!!” Rispose lui, mentre Corinne passava il vestitino rosso e le scarpe di mia moglie a Claudette.
Stefy ascoltava e osservava incredula, aveva realizzato tutto, non avrebbe mai pensato che sarebbe finita in questo modo la sfilata, con un’asta e lei venduta a quella coppia di vecchi depravati.
Dai suoi occhi si capiva che era allibita, non poteva crederci, era stata ceduta. Si chiedeva cosa le avrebbero fatto? Cosa significava quella frase: “Te la perfezioneremo in alcune specialità?” Aveva un brutto presentimento e sembrava tutto un brutto incubo, ma purtroppo era tutto vero.
Anch’io, seppur affascinato ed eccitato da quel mondo e da quelle scene, ero allibito.
Chiesi ad Antoine spiegazioni, ma si voltò dicendomi: “Non posso fare niente!... Fino a mercoledì è lui il padrone di ES!”
Allora mi girai verso di lui, ma Alain, alzando appena il bastone argentato che teneva in mano e gli serviva per un leggero claudicazio, con un sorriso disse “No!!... Lei no!! Non verrà!! Resterà qui... La rivedrà anche lei mercoledì, ora è solo mia!... Nostra!” Esclamò mentre Claudette copriva quasi amorevolmente le nudità e le spalle di Stefy con il suo scialle da sera di seta, accarezzandole i lunghi capelli neri, intanto che lei mi guardava incredula venendo portata via al guinzaglio.
Scoprimmo solo dopo che dietro a tutta quella amorevolezza si nascondeva qualcosa di depravante, di perfido.
La seguii con lo sguardo, finché non entrò in macchina con loro, un’auto di grossa cilindrata nera che partì e si avviò verso il cancello e l’uscita dalla villa. Mi voltai e poco lontano vidi Lucy, quella schiava bellissima portata via anch’ella da quella coppia depravata che l’aveva acquistata. Aveva un vestitino leggero e la moglie la teneva orgogliosa al guinzaglio e lei timorosa, con lo sguardo chino e arrendevole guardava suo marito poco lontano, che come me si vedeva portare via la moglie senza poter fermare tutto.
Al termine, alcuni restarono nella villa a divertirsi, altri uscirono, partirono e si recarono nelle loro case con le loro rispettive nuove schiave, con le quali si sarebbero divertiti sfruttandole sessualmente; per le loro comodità e i loro giochi perversi chi solo e chi in coppia con la moglie.
Avrebbero potuto disporre della loro mente e del loro corpo come meglio credevano, le avrebbero costrette a fare qualsiasi cosa potesse recare loro piacere.
Triste tornai indietro in auto con Daniele, che vedendomi giù di morale, chiacchierando mi spiegò come e perché accadeva tutto quello, rassicurandomi che Stefy sarebbe ritornata da me.
“Stai tranquillo!! ... ES ritornerà, certamente cambiata, ma ritornerà”
“In che modo cambiata?” Chiesi.
“Un po’ più aperta... e umile!” Rispose ridendo:” Ubidiente…!”
Poi proseguì dicendo: “È usanza nel nostro mondo, un ambiente a cui appartengono solamente persone borghesi medio-alte come voi e con una certa tendenza, che una o due volte l’anno si organizzano un party asta con le nuove iniziate!” Continuando: “Dove ogni Master mostra la propria schiava e soumises, vecchia o nuova, bella o brutta che sia, per cederle o venderle giocando ai padroni… divertendosi.” Aggiungendo guidando:
“È un incontro molto esclusivo. Vi partecipano da tutto il sud della Francia, con una iscrizione particolare che avviene tramite un sito internet. Pensa!!...” Esclamò:” Le adesioni sono molte e più di una quindicina di master e mistress non ne fanno partecipare e quindi avviene un sorteggio dei nominativi che saranno invitati con le loro schiave, che come hai visto saranno vendute all’asta per due giorni.
Anche i partecipanti all’acquisto, tutti tra di loro conoscenti e soci del club sono selezionati. Alcuni importanti su invito, altri sorteggiati. Fanno parte di tutte le figure professionali della borghesia, medici, avvocati, notai, militari di alto grado, alti funzionari di polizia, imprenditori, magistrati... ecc. Pensa che qualcuno arriva anche da Parigi. È solo un gioco erotico estremo!!” Esclamò terminando.
Tornai a casa, ma pensavo a Stefy con quella coppia.
Mi lasciò davanti all’albergo, con l’invito che il giorno dopo se avessi voluto avrei potuto andare con lui a distrarmi.
Non risposi, entrai e andai in camera, aprii il frigo e bevvi tutto quello di alcolico che c’era, fino a quasi ubriacarmi, poi mi addormentai pensando:
“Me l’hanno venduta questi bastardi! Me l’hanno venduta… Cosa accadrà ora? Alain e Claudette sono una coppia depravata, mentre Stefy è una schiava timorosa e dolce.”
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