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STORIE E RACCONTI EROTICI

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IL DONATORE DI SPERMA

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VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI

CAP. 26 SECONDA GRAVIDANZA

 

Nota:

“Spesso i delusi in amore fanno sesso con il primo quasi estraneo che gli capita, sperando che il sesso cancelli la persona amata e il vuoto che ha lasciato.”  

(Marco Trevisan).

 

********

 

 

Dopo un paio di giorni partimmo e tornammo a casa. Quella volta lo salutammo senza scappare e abbracciò mia moglie baciandola sulle guance come se fossero parenti, con lei che gli sorrideva, mentre a me diede una stretta di mano forte e vigorosa, come le chiavate che aveva fatto a Laura per la donazione di sperma e mi batté l’altra mano sul braccio, non so per commiserarmi perché ero diventato un coglione cornuto contento oramai, o per congratularsi di aver messo incinta due volte la moglie e di averla svezzata sessualmente. Poi si chinò sul passeggino e diede un bacino a Federico e lo guardò fiero.

Ero infastidito di tanta calorosità da parte sua alle persone che amavo di più e demoralizzato per l’ultimo incontro solitario che mia moglie aveva avuto con lui, ma non dissi nulla.

Quella volta giungemmo a casa con lei senza succhiotti o altri segni visibili sul volto e sul corpo, ma profondamente cambiati ancora di più della volta precedente.

 

Riprendemmo la nostra vita quotidiana, lei di mamma e io di piccolo imprenditore di provincia, ancora una volta senza entrare nello specifico di quello che avevamo vissuto; e dopo un mese avemmo ancora la bella notizia… Laura era di nuovo incinta di lui, ma per tutti da me.

Ci fu gioia, ripetendo in quei nove mesi il percorso già fatto con la precedente gravidanza. L’esultanza dei genitori, le congratulazioni dei parenti, conoscenti e amici al saperla di nuovo gravida, pensandomi probabilmente come un torello da monta, con alcuni felici, altri invidiosi di me, tutto sommato mi rendevano soddisfatto e orgoglioso.

Quando uscivamo e portavo mia moglie a passeggio con il suo bel pancione in mostra a tutti e l’altro figlio o sul passeggino o in braccio a me, ero appagato, superbo, raggiante di me stesso e di lei, che mi pensassero tutti maschio e virile, anche se io godevo cerebralmente a saperla incinta di un altro.

“Ehh… è la seconda volta che la ingravidi... adesso basta!” Ci disse un amico scherzosamente fermandoci per strada a congratularsi e chiacchierare.

“Lascialo fare!” Rispose la moglie: “Se lui è vigoroso e a loro piace avere figli... che li facciano, i soldi per mantenerli non gli mancano!” Facendo sorridere me e Laura.

“No… amici... dopo questo basta!” Precisavo ridendo e in un certo senso compiaciuto da chi mi consideravano, un maschio virile a tutti gli effetti, capace di ingravidare la moglie più volte, e Laura mi guardava con un sorriso malizioso e uno sguardo complice, approvando il mio gioco di presentarmi e far credere alla gente quello che non ero, e forse ne godeva anche lei.

La seconda gravidanza fu diversa dalla prima, più tribolante e così il parto, che affrontò come una leonessa, e quando uscì dalla sala parto stava ancora ruggendo anche se era provata. Nacque una bellissima bambina, una femminuccia, Gaia, per la gioia di Laura, me... e l’esultanza dei nonni. Una bellissima bambina, felicità di tutti, facendo nuovamente lo stesso percorso della precedente nascita, quella di Federico, con parenti, amici e colleghi che ancora dicevano somigliasse a me negli occhi, nella fronte o dalla bocca in su, compresa mia madre... ma ancora io che lo sapevo, vedevo la sua somiglianza non solo a Federico, il fratellino e a Laura, ma anche a lui, a Ciro, il donatore di sperma.

Con la seconda gravidanza ingrassò ancora un po’, più della prima, e nonostante tutti i tentativi di dieta e palestra, non riuscì a perderli completamente restando un po’ formosa, ma sempre bella e attraente anche se pienotta e, ancora, dovette rivedere il suo guardaroba. Passammo altre notti insonni tra vagiti, strilla e poppate della nuova arrivata, finché non si attaccava ai capezzoli di quelle belle grosse mammelle piene di latte che erano cresciute a mia moglie, sviluppate ancora più della prima volta e allora si calmava.

Scherzosamente le dicevo che sembrava quasi una mucca con quelle sue mammelle piene di latte tutto per quella rompina d’eccezione!

Poi con il tempo riprendemmo la nostra vita normale, io al lavoro che andava abbastanza bene e lei riprendendo oltre il ruolo di moglie anche quello di mamma, restando a casa ad accudire i figli. Ora avevamo due figli, maschio e femmina, eravamo una famiglia borghese e felice. Notavo però che i panni della mamma e della casalinga, tra pannolini, biberon e corredini per l’infanzia... le pesavano, si stancava e lo vedevo io stesso con due figli piccolini da allevare. Così come nella precedente crescita di Federico, prendemmo una baby sitter che l’aiutasse.

 

Dopo qualche mese riprendemmo anche i rapporti sessuali, dapprima dolci e silenziosi scambiandoci tenerezze, poi sempre più partecipi e passionali per quello che riuscivo a fare io con la mia menomazione, avendo un testicolo solo che funzionava sempre meno. La mia virilità e le mie erezioni non erano più il 50% di prima, ma scese al 30- 25% e sapevo come mi aveva detto il professore che con il tempo sarebbero scese sempre maggiormente e probabilmente nel giro di dieci-quindici anni, a quaranta- quarantacinque anni di età, sarei arrivato all’impotenza, con ancora una bella moglie trentottenne giovane e vogliosa, ma Laura queste cose le sapeva e come me le aveva accettate.

Come dicevo riprendemmo i nostri rapporti sessuali, con Ciro che ritornò virtualmente tra noi a fare sesso.

Aspettavamo che Gaia e Federico dormissero profondamente e al buio iniziavamo a scambiarci tenerezze fino a iniziare a giocare e fantasticare in modo energico. Salvo qualche volta che proprio sul più bello Gaia si svegliava e piangeva, destando anche il fratellino e facendoci interrompere quello che avevamo iniziato difficoltosamente.

Sessualmente tornammo come prima, io mi eccitavo a pensarla chiavata e ingravidata da Ciro, da quel napoletano che viveva in toscana, fantasticando quando lo facevamo noi, su quello che avevano fatto sessualmente.

“Lo faresti di nuovo con lui!” Domandavo a bassa voce.

“Sì!” Mi rispondeva ormai determinata sapendo che mi eccitava sentirglielo dire.

“Anche senza donazione di sperma?” Puntualizzavo.

“Sì!” Ripeteva eccitata.

“Solo per farti chiavare… e godere con lui?” Ribadivo.

“Sì… sì!!” Riaffermava eccitata.

E venivamo così entrambi nella nostra nuova sessualità creata da noi a nostra misura, io eiaculando il mio poco seme sterile dentro di lei.

 

Dopo oltre un anno, una sera a letto mentre facevamo l’amore mi disse: “Perché quest’anno non andiamo in vacanza almeno quindici giorni tutti e quattro a Pietrasanta, con i bambini!”

“Da lui ?!” Domandai io eccitato

Non rispose ma sorrise.

“Vuoi farti di nuovo possedere da lui?” Le chiesi.

Annuì provocatoriamente sorridendo di più.

“Ma senza fecondazione però ?!” Precisai io.

“Certo ci mancherebbe altro… due figli bastano, ti riempiono le giornate e la vita.” Ribatté subito lei.

“Però non so se lui metterà il preservativo...” Mormorai perfido. Lei mi guardò dubbiosa...

“Però potresti prendere la pillola anticoncezionale in caso non volesse metterlo, almeno ti abitueresti e saresti sicura.”

“Prendere la pillola anticoncezionale?” Mi domandò.

“Sì! Se non vuoi prendere la pillola che è un ormone, puoi farti mettere la spirale o la Iud, almeno se capitano dei rapporti sessuali all’improvviso e senza precauzione, sei protetta. Vai dalla ginecologa e glielo chiedi.”

“No mettere degli oggetti dentro in vagina no… non mi va, preferisco la pillola.” Affermò.

Acconsentì al mio consiglio solo perché accettavo di andare ancora giù a Pietrasanta a farla chiavare nuovamente da Ciro e siccome non c’era più la donazione di sperma con l’eiaculazione libera in vagina e lei non era più una ricevente, ma ormai solo una moglie che voleva fare sesso con lui, valutò positivo il mio suggerimento.

 

 il giorno dopo andò dal ginecologo e dopo una visita dove risultò a posto, si fece prescrivere la pillola anticoncezionale e iniziò a prenderla regolarmente anche se non ne aveva bisogno, intanto le avrebbe regolato anche il ciclo ormonale come a molte donne. Anch’io ero cambiato… Sapere che mia moglie prendeva la pillola per prevenzione, per poter chiavare senza essere fecondata da Ciro o ipoteticamente da chiunque altro, mi eccitava solo al pensiero, mi dava la sensazione che potesse cornificarmi quando avesse voluto senza restare incinta. Io accettai quella sorta di baratto, di portarla ancora da Ciro a chiavare e lei di prendere la pillola che la proteggesse da qualche eventuale eiaculazione accidentale.

La intrigava sapere di dover di nuovo tornare da lui. Per me invece era solo il primo passo per poterla iniziare a farla trasgredire anche con altri uomini.

Scegliemmo nuovamente il periodo  di  giugno, perché sapevamo che quel periodo sarebbe stato senza moglie, giù in vacanza a Napoli con i  figli  e lui sarebbe stato solo e libero.

“Allora a giugno andiamo giù da lui!” Affermai dopo varie conversazioni tra noi, quando tutto fu deciso: “Bisognerà avvisarlo.”

“No!” Esclamò lei: “No!!... Gli facciamo una sorpresa, lo chiameremo quando saremo arrivati e ci faremo vedere quando saremo tutti e quattro là.”

Pur di vederla felice acconsentii ancora.

“Ma come facciamo? E i bambini?” Domandò riflettendo, ponendosi l’esigenza di loro durante gli incontri.

“Non ti preoccupare, penso a tutto io, vedremo sul posto… se occorre cercherò una ragazza giusta su internet, una studentessa di Pietrasanta che farà da baby sitter a Federico e Giada quando ci apparteremo, e organizzerò tutto per quando ci incontreremo con Ciro. Oppure li lasceremo nell’appartamento con lei qualche ora se ci incontreremo fuori casa, oppure ancora se lo faremo nell’appartamento che affitteremo ne cercheremo uno con una stanza in più dove poterci appartare, troveremo qualcuna che è felice di tenerli. Vedrai troveremo la soluzione.” Esclamai esaltato di poter di nuovo tornare a organizzare e preparare i preparativi per le chiavate di mia moglie. Ma Laura all’idea della baby sitter storse il naso, ma non disse nulla.

Quella preparazione per offrirla a qualcuno era uno dei momenti più eccitanti per me, tanto quasi come il vederla posseduta e masturbarmi, era tutto un piacere mentale.

 

A giugno come avevamo concordato con mia moglie, tornammo in vacanze a Pietrasanta senza avvisarlo, con i figli e per 15 giorni. Erano passati due anni dall’ultimo incontro, oramai eravamo persone cresciute ed emancipate. Prenotai tutto io tramite internet e telefono. Lo contattammo subito appena arrivati, sembrò felice di sentirci e sapere che eravamo lì da lui. Ciro in quel periodo sapendo che c’eravamo noi, non perdeva occasione di liberarsi dagli impegni per incontrarci e avere rapporti sessuali con mia moglie, che le piaceva sempre, anche se un po' ingrassata e più signora; ma senza donazioni di sperma, mentre io aspettavo con i figli in spiaggia o giù ai giardini e lei consumava con Ciro da sola in casa e qualche volta che i bambini dormivano, con me spettatore sull’uscio della camera a osservarli.

Come dicevo Laura era ingrassata ancora un po’, riempiendo e arrotondato le forme, ma era sempre bella, una attraente signora trentenne, certo niente a che vedere con quattro anni prima che era magra e slanciata come una acciuga, ma nonostante le due gravidanze era sempre seducente e affascinante. Anche lui si era appesantito, ma era sempre ammaliante. Accettò in quei primo periodo vacanziero di avere ancora mia moglie  come amante, senza più farci figli, ma solo godendone del corpo e della sua mente, e così come dicevo sopra ci incontravano in casa, oppure veniva in spiaggia e ci vedeva tutti assieme, era come un amico di famiglia, uno zio e restava un po’ con noi e con i bambini, i suoi figli biologici e soprattutto a prendere il  sole e chiacchierare con Laura felice di averci tutti e due vicini, il  marito a cui  voleva bene e l’amante che certamente amava.

Non chiamammo nessuna baby sitter, subito Laura aveva accettato, ma poi scartò l’idea di lasciarli con un’altra persona che non conoscevamo e preferì che restassi io con loro.

Il primo giorno che Ciro venne a casa nostra per chiavare mia moglie, tenni i bambini in un’altra stanza, Federico nel box a giocare e Giada nella culla a dormire, e dopo un po’ di chiacchiere futili, Laura si lasciò abbracciare e baciare in bocca con la lingua davanti a me e spogliare completamente nuda, lasciandosi accarezzare il corpo ormai arrotondato, leggermente giunonico, con il grosso seno e il sesso tornato peloso. Si lasciò baciare e chiavare partecipando attivamente con desiderio e forse amore a quell’amplesso fedifrago; disinteressata che io eccitato la osservassi, ma anzi mentre lui la possedeva lanciandomi sguardi di intesa e complicità, come a dirmi:” Guardami pure visto che ti piace tanto pensarmi chiavata da Ciro… ora sono con lui ed è lui che mi chiava e mi dà piacere…”

Fu un rapporto molto libidinoso e soddisfacente per tutti, con me che sull’uscio guardavo da una parte e dall’altra per osservare i bambini e vedere loro chiavare, e trovavo e provavo piacere a guardarli, masturbandomi, finché lui al contrario delle altre volte, nonostante Laura prendesse la pillola, lo tirò fuori e le venne eiaculando sul ventre abbondantemente il suo sperma caldo, denso e filamentoso come una crema; quello sperma che ci aveva dato due figli.

Quando capitava che lo incontrava da sola, praticava le stesse cose che faceva quando c’ero io, facevano sesso, forse da parte di mia moglie con più sentimento ed emozione anche se in modo lussurioso, con l’anale e l’orale.

Lui conosceva le mie difficoltà sessuali, la mia impotenza parziale e i desideri di Laura, era un paradosso ma sessualmente conosceva mia moglie, sapeva dove toccarla, come amarla e farla godere molto meglio di me.

In seguito, dopo la prima settimana in cui tutti i giorni era sempre disponibile per Laura e non solo sessualmente, cambiò atteggiamento, dicendo che non aveva più tempo di incontrarci, vederci e appartarsi con Laura a fare sesso. Tranne le prime tre o quattro volte iniziali non lo fecero più, temeva che amici o conoscenti lo vedessero con noi al mare o in giro alla sera per la città e qualcuno capisse qualcosa riportandolo a sua moglie; o almeno quella fu la sua motivazione ufficiale che ci disse il giorno che ce lo comunicò.

A lui piaceva molto Laura, molto più giovane di lui e di sua moglie di 15 anni, ed era consapevole di avere moglie e figli, e amava la sua di moglie e non la mia nonostante la differenza di età, e nelle conversazioni che avevamo lo faceva sempre presente. Purtroppo Laura a esserci quasi sempre assieme, al mare, a cena o pranzo con noi tutti e poi i pomeriggi o alla sera per lei a fare l’amore con lui e non sesso, si era davvero innamorata, non me lo aveva mai detto, ma sapeva che lo avevo capito.

Finché una mattina dopo una settimana circa che eravamo lì in vacanza ci incontrammo tutti e cinque in un dehors vicino al chiosco dei nostri bagni e fu molto chiaro Ciro e con il sorriso sulle labbra ci disse:

“Guardate, non prendetevela. Tu Laura sei molto bella e mi piaci molto, ma io amo mia moglie e non la voglio tradire… perché per me questo non essendo più una donazione di sperma, lo vivo come un tradimento fisico ed emotivo nei suoi confronti e mi fa star male. Prima c’era lo scopo della donazione di sperma, ora non più e a me non interessa fare sesso per far sesso, se volessi farlo potrei anche qui a Pietrasanta con colleghe e amiche e turiste.” Aggiunse facendo una pausa e proseguendo: “Non voglio fare sesso con altre donne e quindi nemmeno con te. Se si tratta di donare sperma a qualche coppia sterile va bene, se no preferirei che restassimo amici, ma che non ci incontrassimo più per queste cose.”

Laura come me era sbalordita, la stava scaricando e senza nemmeno tante cautele. Lei credeva di piacergli molto più di sua moglie, di essere un po’ la sua ricevente preferita, che l’amasse un poco avendo avuto da lui due figli, ma evidentemente non era così.

Lo guardava seria e umiliata, praticamente la stava rifiutando come donna che con il consenso del marito si donava a lui. Lei che si offriva carnalmente, completamente e probabilmente emotivamente tutta a lui, amandolo, avendogli donato anche la sua verginità anale, e lui ora che la respingeva, non la voleva più; mentre io dentro di me ero felice... felicissimo, ne godevo di quella situazione, anche se Ciro non sarebbe più stato il nostro giocattolo sessuale; ma certamente a Torino ne avrei trovato un altro per Laura che lo avrebbe sostituito carnalmente.

Visto l’incredulità e l’imbarazzo di mia moglie parlai io:

“Certo Ciro...” Risposi prendendo le parti di mia moglie anche se facevo la figura del cornuto contento: ... “Nemmeno Laura pretende niente da te, era solo per passare alcuni momenti belli di gioia tra noi, tutto qui. Anche a lei non mancherebbero i corteggiatori qui e dalle nostre parti se cercasse un uomo, ma evidentemente non è così.” Feci una pausa e aggiunsi: “Lei e io pensavamo di aver trovato in te un amico particolare, intimo, oltre che un semplice donatore di sperma. Lei cercava solo un compagno da dividere con me, che ne fossi a conoscenza e le desse un po’ di calore sessuale, sentimentale, tenerezza e piacere, da chi è il padre biologico dei nostri figli.” Precisai. “Comunque abbiamo recepito.” Affermai.

“Non me ne vogliate...” Ripeté lui imbarazzato alzandosi.

Fu un momento molto umiliante per lei e fastidioso per me. Laura mi guardò con uno sguardo spento e un viso triste, ma di gratitudine per averla difesa, aveva gli occhi lucidi, non disse nulla, lo guardò solo in silenzio. Fui io a dire a Laura prendendo Federico in braccio: “Vieni andiamo via amore… quest’uomo non ti merita!”

Lei si alzò prendendo il passeggino con Giada e mi segui delusa, umiliata e sdegnata di Ciro, lasciandolo in piedi vicino al tavolino senza salutarlo. Soli, scoppiò a piangere… un pianto vero, da innamorata lasciata.

Partimmo quasi subito il pomeriggio stesso, passai dall’agenzia a pagare tutto e la storia con il donatore di sperma finì così, ancora prima di nascere. Ero soddisfatto di me stesso, di come mi ero comportato, di come l’avevo difesa e reagito davanti a lui, e delle parole dette in risposta alle sue, soprattutto dicendogli che non la meritava. Capivo dai suoi gesti e dai suoi silenzi che Laura le aveva apprezzate.

 

Arrivati in città inventammo una scusa per il rientro anticipato, dicendo che Giada non era stata bene…

Dopo quella delusione, visto che probabilmente ne era innamorata, lei andò in crisi, non si vedeva più bella e attraente come prima, pensava di non piacergli più perché era ingrassata, non si accettava più, mentre io la sollecitavo a reagire:

“Ma se ti guardano tutti!” Le dicevo. “Su dai che sei una bella figa… non vedi come ti guardano con desiderio?!... Se potessero ti salterebbero addosso!”

Lei sorrideva malinconicamente, ma avevamo due figli ora, maschio e femmina, eravamo una famiglia felice e quindi seppur delusa lasciò perdere quella fisima sull’innamoramento di Ciro. Coniugalmente riprendemmo il nostro vivere normale anche se escludemmo Ciro, il donatore di sperma, il suo amante, dal partecipare alla nostra intimità e dai nostri giochi fantasiosi durante i rapporti sessuali.

Purtroppo io, nonostante tutti i miei buoni propositi a non praticare più sesso con Laura come prima, mi eccitavo solamente a pensarla chiavata da altri e glielo dicevo e ricordavo, avendogliene già parlato in più occasioni, e anche a lei tutto sommato piaceva immaginare di un altro uomo che la possedesse vigorosamente. 

Nel tempo, arrivammo al punto che non riuscivamo più ad avere un rapporto sessuale normale solo tra noi, ma sempre fantasticando e anche se non era Ciro, c’era sempre un terzo tra noi per provare piacere, che poteva essere uno sconosciuto o una persona conosciuta.

Su mia richiesta pur tra mille resistenze, la incoraggiai più volte a lasciarsi andare e a immaginarsi con uno sconosciuto, che era il partner che io prediligevo per lei.

Qualche volta acconsentì di pensare a sconosciuti che la possedessero pur non accettandolo moralmente. Sapeva e lo tollerava come una mia mania quel gioco di fantasia, come l’altra che mi era venuta, quella di navigare su internet e di andare a curiosare nei siti porno di annunci o forum specifici di cuckold, dove visionavo anche le fotografie dei partner, dei bull e le loro aste dure e in erezione che le offrivano alle mogli dei cornuti desiderosi come me di vedere la moglie chiavata da altri; belle, fantastiche, virili ed erette, che immaginavo eccitato penetrare mia moglie.

Era contraria che visionassi quei siti, me lo diceva spesso ma non lo impediva.

Pur di riuscire a farla trasgredire, fantasticavo anche su amici e conoscenti comuni e glielo dicevo mentre facevamo sesso e stimolavo anche lei a provare a fantasticare, a dirmi chi avrebbe preferito… e anche lei piaceva immaginare che io fossi un altro, un nostro amico di famiglia o un dipendente della nostra ditta o il marito di qualche sua amica che sapevo le piacesse e forse si sarebbe lasciata chiavare.

Laura mi amava e lo sapevo, mi era stata sempre vicino e fedele durante e dopo l’incidente accadutomi, nei momenti più duri e difficili della mia vita e mi aveva aiutato a superarli, a riprendermi dalla mia depressione e farmi avere ancora fiducia in me stesso, e tenevo conto di queste cose, anche se il pensiero che fosse posseduta da un altro era sempre presente nella mia mente e mi dava palpitazioni e piacere. Quello che aveva praticato con il donatore era stato dettato dall’esigenza di avere un figlio, da una necessità coniugale e famigliare, e seppur moralmente condannabile, interiormente ci giustificava, ma ora, farlo con un altro solo per il piacere della mente e della carne, per il godere e la lussuria, non aveva più nulla di nobile, se non praticare sesso con un nuovo partner; mancava la motivazione che la giustificasse moralmente.

Il pensiero assiduo e continuo nell’eccitarmi a consegnarla sessualmente a qualcun altro dopo che era stata tanti anni solo mia e di Ciro e immaginarla posseduta da un nuovo lui, fosse un estraneo o un amico di famiglia o conoscente, mi procurava piacere e angoscia e mi esaltava fino a farmi entrare in uno stato irrequieto. In quei momenti mi sentivo cambiato, diverso, un altro. Quando ero solo mi vergognavo di me stesso ad avere questi pensieri e queste propensioni, meditavo se lo avessero saputo i miei genitori o i suoi, i conoscenti, i parenti... La vergogna che avrei provato sarebbe stata enorme, sarebbe stato uno scandalo e la delusione data a loro idem, e pensavo alle risa e allo scherno degli amici e conoscenti su di me, stringendo nei loro discorsi il pugno, lasciando liberi e dritti l’indice e il mignolo nel simbolo delle corna, del cornuto che ero e mi reputavano e mi rintristivo.

Ma ciò non mi impediva alla sera quando eravamo a letto, di ritornare in quella situazione e a quel pensiero per eccitarmi, come un drogato che ha bisogno della sua dose giornaliera io avevo bisogno di pensare a mia moglie chiavata da un altro uomo.

Non so se all’inizio le piacesse o subisse quel mio desiderio, so solo che ne godeva assieme a me, la dilettava sempre più spesso giocarci, ma non come lo avevo impostato e desiderato io che ogni volta che praticavamo sesso inserivo sempre qualcuno diverso, non le piaceva la promiscuità. Sapeva che l’amavo più della mia vita e avrei fatto qualsiasi cosa per lei, conosceva le mie limitazioni sessuali e le accettava e sapeva che quel gioco serviva proprio ad eccitarmi e lasciava correre mostrandosi accondiscendente in alcuni momenti della nostra intimità adattandosi alla mia fantasia, ma in linea generale era contraria a rapportarsi con altri uomini. Si può dire che mi assecondasse fantasiosamente perché mi amava.

Fu in quei periodo che ebbi la conferma che era diventata più forte di me di carattere.

Durante quei momenti sessuali di fantasia con il terzo ipotetico, sempre più frequenti e stimolandola sempre più a pensare a un altro al mio posto, vedendomi agitato, eccitato e insistente mi domandò cosa avessi che mi rendesse così trasgressivo nei suoi confronti da pensarla e volerla a fare sesso a tutti i costi con un altro uomo.

“È forse per via delle donazioni e del donatore che ti sono venute queste idee?” Mi chiese. “Con lui lo sai era una cosa diversa ... quello che fantastichiamo ora non solo è trasgressivo, ma vizioso. Non credere che io mi trovi a mio agio a partecipare a questi tipi di amplessi pensando di essere con chissà chi, magari con un amico o conoscente invece che con te! Anch’io mi trovo confusa e disturbata, e anche turbata a farlo. Mi piace in quei momenti immaginarmi con un altro, ma poi mi rendo conto che è traviato quello che facciamo ... siamo sposati, sono una moglie, una madre... abbiamo una famiglia e il lavoro, ma soprattutto ho paura che il tuo gioco e la tua insistenza alterino anche la mia percezione di intimità, di sesso e amore con te. Io voglio tornare a fare l’amore con te Roby e non solo il sesso pensando ad altri!” Mormorò con la sua voce calda e sincera.

Mi sentivo un verme, un approfittatore, la accarezzai sul viso con dolcezza ma non risposi, fui evasivo, non volevo parlarle di quello che mi piaceva sessualmente fare con lei e che desideravo avvenisse davvero. Temevo che non mi avrebbe capito ed ero in preda allo sconforto, alla confusione e alla rabbia per come volevo che fosse e non era, ma ero anche consapevole che era una scelta che dovevo fare e seppur pericolosa e rischiosa avrei dovuto dirglielo, parlarne. In quel periodo, in risposta a quei momenti di mia insistenza, una delle domande che più incessantemente si poneva e mi chiedeva era:

“Perché? … Perché sei così Roby?... Perché sei cambiato così tanto che ti piace pensare e vedermi accoppiata con un altro uomo che mi possiede?” Mi chiedeva.

Ma io non sapevo rispondere, restavo in silenzio era più forte di me, forse non c’era un motivo, comprendevo e avvertivo tutto il disagio di quella domanda e lo capiva anche lei a cui non riuscivo a dare risposta in quei momenti.

Quella situazione, quel vivere costantemente nell’intimità con un terzo fantasioso scuoteva la nostra stabilità coniugale e alla lunga ne risentì la nostra relazione di coppia, la comunicazione, la complicità, il sostegno reciproco, l’intimità sessuale ed emotiva che avevamo.

Ci furono lunghi silenzi tra noi con la frustrazione e l’insoddisfazione al rapporto di coppia che vivevamo, che non si riusciva più ad avere come prima se non pensando a qualcuno con lei. Cercavamo di mantenere una facciata di stabilità e coerenza verso noi stessi, il mondo e la gente che ci viveva attorno, con l’unico drammatico risultato di allontanarci sempre più. Solo i figli ci salvarono e ci tennero uniti in quella forma di crisi di trasformazione che vivevamo. Avevo paura che non mi capisse, che mi pensasse solo un porco, un depravato a vederla con un altro uomo, ma la mia era una esigenza fisica e mentale, qualcosa che oramai era in me e faceva parte di me.

Ne parlammo. Trovai il coraggio e le dissi la verità quasi piangendo:

“Perdonami Laura... so che questi pensieri, i miei pensieri su di te con un altro, che vorrei non avere …” Dissi di un fiato: “... sono in me anche se non voglio. Mi eccitano purtroppo, ma questo non è una mancanza d’amore e di rispetto nei tuoi confronti, tutt’altro, io ti amo! Te lo ripeto… ti amo più di prima e voglio che lo sappi. Purtroppo tutto è iniziato con le donazioni di sperma, con quel Ciro...” Prosegui: “… hai visto anche tu che ci hanno cambiato la vita risvegliando in noi emozioni che mai pensavamo di avere, tu invaghendoti di lui, e in me facendo nascere il desiderio di vedervi fare sesso con un altro uomo più virile e sessualmente più bravo, osservarti godere con lui, risvegliando in me qualcosa che ora prosegue e non riesco più a fermare, a mandare via e continuo a fantasticare anche su altri uomini con te, sconosciuti e conoscenti, non solo su Ciro il donatore ora.” Feci una pausa e continuai:

“L’anno scorso ho acconsentito che andassimo in vacanza di nuovo da lui come volevi tu, che avevi desiderio di rivederlo, capivo la tua attrazione fisica e sessuale per lui, ero disposto ad accettare che diventasse il tuo amante estivo se lui non si fosse tirato indietro, l’importante era che tu non mi lasciassi, che restassi con me… perché io non vivo…non vivrei più senza di te!” Esclamai tutto di un fiato con le lacrime agli occhi.

Era un momento emozionante ed intimo, di sincerità tra noi. Mi accarezzo sul cranio quasi calvo e mi diede un bacio sulle labbra.

“Davvero avresti lasciato che diventasse il mio amante?” Chiese.

“Sì! …” Risposi sincero: “... accettavo che tu avessi pure una relazione con lui, che vi incontraste anche soli, l’importante era che tu non mi lasciassi. Che restassi a vivere con me.  Io ti amo Laura... ti amo davvero… e tanto…” Ripetei con la voce spezzata.

“Non ti lascerò mai amore …” Mormorò stringendomi la testa tra le sue braccia, tirandola verso sé contro il suo seno e baciandomi ripetutamente sul cranio, in modo tenero e affettuoso mentre diceva parole dolci.

Dopo quella confessione che per me fu una liberazione, ancora una volta trovammo una soluzione che andava bene ad entrambi. Lei era più consenziente, quando facevamo sesso stava al gioco di fantasia pur sentendosi turbata nel farlo e giocavamo assurdamente:

“Come vorresti che fosse il tuo amante? ...” Le chiedevo sorridendo eccitato: “…. Alto, basso, robusto, magro, con i capelli, pelato come me? ...”

“No pelato no!... Con i capelli scuri, alto e snello.” Rispondeva.” Pelato ce l’ho già, sei tu…” E rideva…

“Dotato sessualmente o normale?” Le domandavo ancora possedendola per come potevo, facendomi morire le parole in gola dall’eccitazione che provavo, come lei nel farle e nelle sue risposte.

“Dotato...!” Rispondeva sorridendo, precisando: “Non mostruoso ma più grosso del tuo e più duro!”

E io mi eccitavo tanto dando spinte peniene per quanto potessero essere più forti e veloci.

 

Andammo avanti così per quasi un anno, finché io vedendola calda ed eccitata una sera, le chiesi curioso, non riuscendo a resistere al pensiero che mi tormentava da tempo:

“Mi vuoi spiegare cosa è successo l’ultima volta con Ciro prima che dicesse che non voleva più incontrarti?... Cosa avete fatto che io non c’ero?” Sorrise

“Vuoi saperlo?”

“Sì!” Risposi deciso, e mi raccontò.

“Praticamente è stato un rapporto sessuale molto passionale ma niente di speciale se non tanta esaltazione. Forse io credevo che era una persona diversa, che provasse anche lui qualcosa per me e invece come hai visto, non gli importava nulla di me si sfogava solo sessualmente. L’unica cosa bella che ho di lui son i figli che ci ha dato.”

“Comunque durante le donazioni hai unito l’utile al dilettevole?” Domandai provocatoriamente coinvolgendola in un discorso che per me aveva lo scopo di farle accettare un incontro con un altro.

Sorrise ancora “Sì...” Rispose.

E chiesi all’improvviso: “Lo faresti di nuovo? ...” Aggiungendo subito: “Con un altro naturalmente non con lui?”

“Un altro? Chi?” Fu la sua risposta che non disse no.

“Uno qualunque che ti piace! Come facciamo nei nostri giochi, far diventare la fantasia realtà.” Restò ferma in silenzio e mi guardò seria.

“È una proposta la tua?”

“Sì!” Risposi sorridendo seriamente. E dopo una pausa mormorò nel semibuio della stanza:

“Io a modo mio ti amo Roby e non voglio tradirti!” 

“Anch’io ti amo!” Risposi pronto, aggiungendo:” Ma non sarebbe un tradimento, perché io sarei consenziente, sono molti in Italia che lo praticano quello che vorrei fare io sai?!” Asserii, proseguendo tentennando:” Per una volta potremmo provare a farlo, incontrarci con qualcuno e tu fare sesso con lui, ma ripeto, non per farti fecondare, ma solo sessualmente, farti possedere mentre ti guardo, solo per sesso, per il godere, il piacere e basta!” Ripetei. Restò ancora in silenzio e poi esclamò:

“Lo sai che non mi va di farlo realmente con sconosciuti, mi eccita fantasticarlo, sì, lo ammetto, ma a praticarlo davvero ho paura.”

“Paura di cosa?”

“Di tutto… dei ricatti, delle malattie, di quello che vuol fare con me... e poi se si viene a sapere per un qualsiasi motivo? … E soprattutto che non mi piaccia…” Lasciando la frase sospesa.

“E se ti piacesse?” Domandai ancora.

“Sarebbe lo stesso un problema…” Rispose abbozzando un sorriso.

“Sì ma non cambia niente, sei stata l’amante di Ciro e anche se momentaneamente lo diventi per mezz’ora, un’ora di qualcun altro non cambia niente per me.” Restò ancora in silenzio e poi improvvisamente possibilista mormorò:

“E come faremmo?”

Risposi subito: “Ci organizzeremo e non ci saranno problemi su queste cose, cerco io sui siti… persone serie, pulite e sane e lo farai con il preservativo e farai solo quello che vorrai tu e nient’altro, e nessuno lo verrà mai a sapere, come è stato per la donazione.”

Ne discutemmo molto quella sera, ero riuscito a coinvolgerla. Mi eccitava quella conversazione, vederla indecisa e possibilista e io in un tira e molla con lei a cercare di persuaderla ad accettare che si donasse a qualche sconosciuto solo per sesso e avvertivo come una sensazione piacevole di ubriacatura, stordimento, procurandomi stimoli di erezioni momentanee. Subito non volle, declinò la proposta, ma nelle settimane e nei mesi seguenti perseverai, continuai a martellarla mentre praticavamo sesso e giocavamo sessualmente, raccontandole quello che leggevo su internet, di chi lo praticava già e alle mie insistenze divenne prima titubante, poi dubbiosa e curiosa e infine acconsentì di provare una volta:

“Ma solo una volta!” Esclamò, visto che io continuavo a ripeterle che sarebbe piaciuto anche a lei.

“Ma come faremo? E i bambini?” Domandò come se quello fosse l’ostacolo più grande che ci impedisse di poterlo fare, sia moralmente che fisicamente.

Ebbi un tuffo al cuore, con quella domanda capii che aveva praticamente accettato a provare e precisai infervorato: “Non ti preoccupare amore, se mi autorizzerai troverò io la persona giusta su internet e organizzerò tutto, per i bambini, quando ci incontreremo con lui, li lasceremo o dai miei genitori o dai tuoi, loro sono felicissimi di tenerli.”

Dopo quasi due anni dalla nascita di Gaia, arrivammo a fare scelte e prendere decisione che ci portarono a una comune conclusione, quella di incontrare un partner nello stesso modo in cui avevamo conosciuto lui, il donatore di sperma, cioè sugli annunci di internet.

Ma non era ancora convinta pienamente, prima volle la conferma di quello che le dicevo e così una sera come avevamo fatto quasi cinque anni prima quando cercavamo il donatore di sperma, la portai su un sito internet di cuckold, dove le fotografie delle mogli con i bull o loro singoli che svettavano le loro aste di carne nude, dure ed erette non mancavano.

“Non hai che da scegliere quello che ti piace di più!” Le dissi eccitato mentre si sedeva affianco a me al computer.

Guardò curiosa quelle fotografie qualche minuto, era intrigata ma anche turbata di vedere quegli uomini e quei cazzi duri sventolare. Lesse qualcosa e poi puntò il dito sullo schermo dicendo:

“Questo?” Segnandomelo con il dito.

“D’accordo!” Risposi, presi nota e mi misi in contatto con il bull e iniziammo a scriverci, mostrando sempre tutto a lei, una corrispondenza chiara che andò a buon fine e, dopo aver definito e discusso su alcuni aspetti, ci incontrammo.

Il giorno della trasgressione cambiò nuovamente la nostra vita sessuale, la prima volta lo facemmo in una stanza d’albergo nei dintorni di Fossano. E così ci incontrammo, una volta … e tutto sommato fu appagante per entrambi seppur in ruoli diversi.

Dopo quella prima volta passò del tempo, qualche mese e ancora su mia richiesta riprovammo, facendosi pregare meno, molto meno, visto che era piaciuto anche a lei farlo.

E dopo le due volte, ancora ... decidemmo di riprovare ancora e diventarono tre, ma non più con lo stesso uomo delle volte precedenti, ma con un altro, per cambiare e avanti così fino a farlo in un anno cinque volte con due partner diversi, diventando io un cuckold e lei una sweet.

In seguito con il suo assenso iniziai a cercare su internet e fuori provincia partner che le piacessero, con la dotazione sessuale vigorosa, lo volevo dotato, bravo, capace e che sapesse chiavare bene. Dopo che io li contattavo, alla sera su internet nella corrispondenza mostravo a lei le foto dei cosiddetti candidati, e con il suo consenso continuammo saltuariamente e segretamente a trasgredire incontrandoci con altri uomini e giocare sessualmente con loro a possedere mia moglie, la mia Laura in tutti i modi e questi incontri ci diedero poi la carica per praticarlo tra noi fantasticando e amandoci.

In quegli incontri che seppur saltuari durarono oltre un anno, lei trovò piacere carnale e psichico ad eseguire volontariamente anche pratiche che prima la disgustavano, come i rapporti orali, variare le posizioni di penetrazione sessuale e farsi possedere anche in quei modi animaleschi con lei a carponi o seduta sopra di lui.

Con un partner, per il desiderio di trasgredire e provare l’emozione del rischio, con la possibilità che potesse essere vista da qualcuno, lo fece anche in auto, mentre io da fuori il finestrino la osservavo chiavare e godere. In un certo senso quel modo di vivere in alcuni periodi diventò la nostra nuova vita.

L’avevamo accettata ed eravamo felici di essere complici e intimi.

Sembrerà strano ma nonostante le trasgressioni sessuali, ci amavamo più di prima. E questo modo di trasgredire avveniva tre quattro volte, cinque all’anno, con lei che si scaricava bene sessualmente da essere soddisfatta per lungo tempo. E così incominciammo, oramai eravamo trentenni, non più una coppia di sposini ventenni ma una famiglia vera, io avevo 32 anni, lei 31, Federico quasi cinque e Gaia quasi tre, ed eravamo diventati una tipica piccola famiglia borghese torinese.

Ragionandoci quello che ci portò a cambiare entrambi moralmente e intimamente furono le donazioni di sperma che ci sconvolsero sessualmente, a me mostrandomi una sessualità che credevo di non avere, il voyeurismo e cuckoldismo e a lei la scoperta e la conoscenza di un piacere carnale nuovo diverso dal mio, dovuto al vigore fallico del donatore di sperma, di Ciro il napoletano di Pietrasanta.

Come giustificazione etica avevamo il fatto che tutto questo era conseguente al mio incidente in Grecia e ai miei problemi sessuali iniziali di scarsa virilità, di quasi impotenza, ma sapevamo bene entrambi che era solo per il piacere carnale e cerebrale di farlo e di godere.

Ci accettammo in una forma nuova, amandoci sempre con la stessa intensità ma in modo diverso, forse di più, io restando suo marito pur non essendo più il suo maschio e lei mia moglie pur non essendo più la mia amante.

Da una curiosità, una voglia di sperimentare sensazioni nuove con nostre nuove regole sessuali, lentamente senza quasi accorgercene passammo i limiti che ci eravamo imposti, che divennero solo buone intenzioni e gradualmente venimmo trascinati e risucchiati nel vortice della lussuria.

L’inizio non è stato semplice, avevamo paura ad assecondare il nostro cambiamento interiore, ma tutto è avvenuto quasi senza accorgercene. Avevamo timore di raggiungere situazioni e livelli di piacere anche morboso da non poterci controllare e accettare e di andare sempre oltre a quello che c’eravamo preposto come limite, come in alcuni casi e accaduto.

Negli incontri sessuali più di uno dei suoi partner le chiedeva di avere rapporti anali, ma pur avendoli già avuti con Ciro e sapendo che io ero favorevole e avrei acconsentito con eccitazione a tale pratica, non l’accettava, non voleva, pur desiderando di riprovare, resisteva facendo violenza a sé stessa, come se il rapporto anale lo preservasse ancora per quel Ciro. Ma come prevedevo e speravo che accadesse alla lunga durante un rapporto sessuale normale e appassionate, all’ennesima richiesta del partner di girarsi che voleva provare posteriormente a sodomizzarla e dietro alla mia sollecitazione a che si concedesse… non resistette a lungo. Il desiderio di riprovare un piacere diverso ebbe il sopravvento sulle sue opposizioni e prevalsero sulla sua moralità di praticare ancora quell’atto contro natura, perché tale lo considerava lei.

E quel giorno alla sua richiesta e alla mia esortazione, si girò eccitata a carponi, con il culo nudo verso il partner come a offrirglielo sessualmente, come aveva fatto con Ciro e si concesse anche analmente, riprendendo a praticare i rapporti anali, donando a quel quasi sconosciuto la penetrazione anale del suo meraviglioso culo. Riprese la sodomia tra gemiti e fastidio iniziale, per giungere dopo alcuni minuti di inculata da parte di quel bull, da una sensazione di semplice fastidio ad avere a sua asta dura nel retto, a giungere ad ansimi di piacere e iniziare di nuovo a godere analmente lasciandosi inculare, partecipando attivamente con il movimento del sedere verso lui e il dondolio laterale del capo e dei capelli. Finché nel momento dell’orgasmo finale di entrambi, lo tirò fuori, tolse il preservativo sporcato dalle sue feci e mentre io li osservavo masturbandomi, le eiaculò sopra le sue belle natiche pallide; e schizzi di sperma le macchiarono la pelle candida come sputi, insultando la bellezza del sedere con il suo seme.

Anch’io venni con loro, eiaculandomi sulla mano, godendo della ormai trasformazione di mia moglie. Tutto ormai era avvenuto, non eravamo più quelli di prima e nel prossimo e ultimo capitolo vi parlerò di alcuni aspetti morali e psicologici che abbiamo vissuto e viviamo ancora.

 

 

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