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STORIE E RACCONTI EROTICI
VIETATI AI MINORI DI 18 ANNI
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IL DONATORE DI SPERMA
VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI
CAP. 20 TERZA DONAZIONE DI SPERMA.
Note:
“Ciò che distingue l’amore dalla lussuria è il fatto che l’amore porta con sé un’impressione di eternità, la lussuria di peccato.”
(Søren Kierkegaard)
***********
Quando furono sotto il lungomare, baciandola sul collo e sulla spalla, premendola contro il muro, le abbassò le spalline del vestito assieme a quelle del reggiseno sotto di esse, bloccandole parzialmente le braccia all'altezza dei gomiti, mentre lei pur limitata nei movimenti, lasciandosi baciare il collo cercava di fermarlo prendendogli le braccia. Lui non senza difficoltà tirando assieme tutto giù in uno strattone prepotente della mano, vestito e reggiseno al limite della rottura del tessuto, le scoprì il seno e fece uscire le mammelle, gonfie e pallide come la luna, con i capezzoli turgidi a riprova della sua eccitazione a quella situazione. Restò così, anche lei sorpresa dalla sua impetuosità, con il seno fuori e le coppe del reggiseno e la parte superiore del vestito tirato giù sotto di esso che lo sostenevano spingendolo più in alto e fuori volgarmente; portando subito lui avido e desideroso, la sua bocca vogliosa sul capezzolo rosa e turgido dall'eccitazione e dal desiderio sessuale di mia moglie, iniziando a leccarlo facendole avere brividi di piacere.
Nel frattempo mentre lo baciava, tirò più giù le spalline dell'abito e del reggiseno e le sfilò dagli avambracci lasciandole di nuovo le braccia libere.
Quando le mammelle furono fuori e svincolate dal tessuto, le strinse nelle mani e le guardò pallide e gonfie dal desiderio, con i capezzoli ritti dall’eccitazione, tirò Laura a sé per le braccia e la baciò ancora in bocca, con la lingua dentro. Quando si staccò dalle sue labbra riprendendo fiato, tendendole le braccia ferme, tese le sue e si allontanò un poco dal suo corpo e le guardò ancora le mammelle nell’insieme, superbe che si muovevano sotto i respiri affannati, sostenute e spinte in alto e in fuori eroticamente dal reggiseno e dall’abito e sembrava offrirle a lui.
Lei era ansiosa e imbarazzata, probabilmente con il viso rosso fuoco che mostrava la sua vergogna a lui, che sfacciatamente e indecentemente le scrutava le mammelle e il viso in quel luogo e quella posizione scandalosa.
Chinandosi su di loro con la bocca e la lingua pronta, iniziò ad annusarle e baciarle, le accarezzò e leccò nel loro gonfiore eccitato e le tirò i capezzoli turgidi con le labbra, coinvolgendo la sua eccitazione, stimolandole freneticamente le areole e i capezzoli con la suzione. Quel seno che lei gli aveva mostrato vergognosamente giorni prima, segnato dal pallore della cute che mai aveva preso il sole, ora era tra le sue labbra a disposizione della sua lingua, della sua bocca e delle sue mani, che stringendo le dita, deformava la loro forma e consistenza morbida e lattea, aumentandone il desiderio.
Laura alternava momenti di vergogna a partecipazione passiva, sofferenza nella stretta delle sue dita mai provata con me sulle mammelle, al piacere della lingua che leccava i capezzoli.
Ero incredulo a quello che vedevo, che stava accadendo, che lei si lasciasse coinvolgere in quel luogo dove poteva arrivare chiunque, ma allo stesso tempo era eccitante e non volli né intervenire né impedire. Era tutto reale purtroppo, quell’uomo e quel luogo come a me, anche a lei la eccitavano rendendola disinibita.
Laura ormai si era infervorata e vista la mia non reazione e accettazione di quel luogo e di quello che avveniva, lo assecondò e la notai aggiustare la posizione mettendo bene il sedere contro il muro, incurante che abito di Versace si rovinasse, per poi lasciarsi alzare la gonna dalla sua mano senza opporre resistenza.
“Così brava!” Le mormorò lui sempre con quel sorriso beffardo.
Lei si lasciò alzare il margine inferiore della gonna inarcando la schiena, verso il muro e spingendo la pelvi in fuori per facilitarlo, in modo che lui con la sua mano potesse tirarla su anche dietro, dal sedere, non solo davanti, scoprendola tutta e sistemandogliela sull'addome e i fianchi, mostrando distintamente la sua mutandina nera traforata. Sembrava abbagliare gli occhi in quella penombra illuminate dal lampione, che rifletteva nella trasparenza del tessuto il pallore del suo sesso depilato e della sua pelle chiara sotto di esso; e assieme al candore mostrava il peccato di quella situazione.
Lui risvoltò e inserì bene il tessuto del margine inferiore del vestito dentro al cinturino che aveva alla vita, in modo che la gonna restasse su da sola senza che nessuno la tenesse e venisse giù all’improvviso.
Era eccitata anche lei, me ne accorsi dal suo sguardo e dai suoi gesti accondiscendenti e soprattutto dai capezzoli sempre più turgidi.
La mano di Ciro sfiorò lo slip, lei dischiuse le gambe e lui passò con i polpastrelli sul piccolo rigonfiamento bombato delle grandi labbra che si evidenziava sopra, che segnalava la presenza sotto il tessuto, della vulva, del monte di Venere prominente e della parte inferiore del suo ventre che si univa al sesso.
Sembrava ci giocasse lui… ripassò piano con il dorso della mano su di esso, con un movimento quasi rotatorio, con le nocche delle dita che premevano appena la fessura e lei socchiuse gli occhi, mentre lui ripeteva piano come a istruirla:
“Vedi!... Così, piano ... qui…!!”
E lei a quella pressione sulla vulva della giuntura delle dita, smaniando aprì gli occhi e ansimò… cercando di portare la mano sul suo avambraccio per fermarlo:
“No!!... Ferma, aspetta !!” Sussurrò deciso lui.
Vederla così, appoggiata a quel muro, con lui che le accarezzava e premeva la figa sopra le mutandine, appariva una donna diversa da quella che era, mi pareva una sconosciuta, la mia Laura non avrebbe mai fatto così, non si sarebbe mai comportata in quel modo osceno.
Accarezzandola lievemente, scorrendo sul candore del suo slip di seta traforata, si avventurò tra l’inguine e lo slip stesso. La falange dell’indice indugiò, sul bordo inguinale, al confine della seta in quello strano gioco eccitante che non faceva altro che aumentare il desiderio di Laura. Ci sapeva fare purtroppo quel porco, capii che non sarebbe stata una semplice donazione di sperma diversa o chiavata come la volta precedente, ma qualcosa di più, molto di più trasgressivo e provocatorio.
Metà dell’indice di Ciro scomparve un po’nella penombra e un po’ sotto il bordo inguinale ricamato della mutandina, insistendo a frugare sotto con decisione, risalendo piano sotto il tessuto, con un lieve movimento circolare appena accennato, guardandola in viso ricambiato da lei eccitata.
Vidi che inaspettatamente sorrise e guardandomi come se non sapesse, esclamò all’improvviso:
“Ma… è senza peli… ce l’hai tutta rasata … è depilata!” Muovendo sempre le dita sotto il tessuto.
Laura arrossì, era a disagio, si vergognava che avesse fatto quella scoperta, non era in quel modo così volgare e osceno che avrebbe voluto mostrargliela.
“L’hai rasata tutta?” Le chiese.
“Si!” Annuì lei timida dopo una breve esitazione con un filo di voce flebile, mentre le dita di Ciro si muovevano dentro le mutandine.
Poi borioso, senza dirle niente della confidenza che le avevo fatto precedentemente nella discoteca, baciandola nel collo proseguì sussurrando con un tono forte al punto che io poco dietro lui sentissi:
“Lo hai fatto per me?”
Laura non rispose, restò in silenzio, abbozzò un sorriso e alzò lo sguardo contro il mio mentre con la gonna alzata, la sua lingua sul collo, adesa al muro si lasciava stringere e palpare eccitata.
Ma lui prendendole la figa forte nella mano e stringendola come a volergliela strappare e portargliela via in un brivido di sofferenza e piacere ripeté:
“Lo hai fatto per me!? Te la sei rasata tutta perché sapevi che ci incontravamo e sai che mi piace così?”
Stringendo ancora più forte la sua figa nella mano tra le sue gambe.
“Dimmelo!”
Forse eccitata o forse per fargli lasciare la presa sul suo sesso balbettò:
“Si!... Si… l’ho fatto per te!”
Piano abbassando lo sguardo da me sul suo collo, continuando a lasciarsi stringere in modo piacevole e volgare la figa dalla sua mano.
Pareva che io non ci fossi, che non esistessi in quella situazione se non era per qualche suo sguardo distratto quando si voltava verso me; per lei io non c'ero, non una parola ma solo sguardi sfuggevoli e vergognosi tra noi.
Inaspettatamente tra il mio stupore e quello di Laura, si abbassò quasi inginocchiandosi davanti a lei e la vidi con il capo di lui contro il suo sesso, alzare di più la gonna del vestitino rimboccandola ancora alla cintura e annusarle le mutandine baciandole il sesso sotto di esse.
“Vediamola un po’… questa bella figa che si è rasata completamente per me.” Esclamò.
“No questo no!” Esclamò mia moglie timida vergognandosi, mettendo le mani davanti alla pelvi per impedirle di farlo.
” Te la voglio solo baciare!... Non temere! “Esclamò lui guardando dal basso in alto il viso di mia moglie:” Qui dove ricevi le donazioni e nascerà tuo...vostro figlio con la mia benedizione.” Aggiunse e prendendo il bordo dello slip con un colpo deciso lo tirò giù agli inguini e poi alle cosce, facendo comparire la sua vulva depilata, pallida, senza un pelo, con le grandi labbra carnose e bombate e la lunga fessura dischiusa al centro e umida per l’eccitazione. Avvicinò il capo affondando il volto sulla sua figa iniziandola a baciarla con ardore sopra e sui lati, baci e bacini passionali dove a volte si sentiva lo schiocco nell’aria, dandoglieli sulla fessura, le grandi labbra, il clitoride, ma allargandosi anche sopra il pube, su tutta quella sua bella figa rasata, pallida e perfetta.
Lei si contorceva, con la depilazione, aumentava la sensibilità a sentire le sue labbra sopra e quindi la reattività e il piacere, facendola contorcere e appoggiare le mani sul suo capo, tra i capelli a infiltrarli con le dita.
Ero incapace di intervenire e mi piaceva osservare mia moglie cedere involontariamente alle sue insistenze, in quel luogo pubblico, con la possibilità che arrivasse qualcuno e li vedesse. E questo era eccitante per tutti.
Come un forsennato, senza ritegno e preoccupazione iniziò a baciarla e leccarle la figa, mentre lei ferma lo lasciava fare, probabilmente le piaceva sentire la sua lingua leccarle la fessura tra le grandi labbra lisce e senza peli e lentamente senza quasi accorgersene allargò di più le gambe, permettendogli di leccargliela meglio.
A un certo punto Laura in preda a una gioia forte e inaspettata, appoggiò il capo al muro e rivolse la testa in alto, sospirando, chiudendo gli occhi, e probabilmente godendo del suo leccare …di quel cunnilingus imprevisto e trasgressivo in quel luogo da coppiette estive o donnacce a pagamento e non da signora quale era lei; mentre lei per reazione a quel tipo di piacere nuovo, continuava a infilarle le dita tra i capelli e frizionarli.
“Le tue le labbra vaginali sono già bagnate e profumano di sesso!” Le mormorò lui staccandosi un momento, ritornando subito a baciarla e leccarla tra la levigatezza fresca della vulva. Nonostante i suoi no per quel luogo e i tentativi di allontanarlo e tutti i suoi buoni propositi di non fare cose strane, si era lasciata leccare la figa e questo dimostrava la sua completa disponibilità a lui.
A volte sfuggente mi guardava con il volto dispiaciuto e sconsolato, come a dirmi:
“Io non vorrei Roby… ma mi piace…”
Aveva i fremiti, come delle scosse in tutto il corpo. Tutto avveniva in una sequenza di respiri affannosi e sospiri piacevoli, con il vestito tirato su, la sua schiena e il suo culo nudi contro il muro e le mutandine a mezza coscia.
Qualche volta gliela avevo leccata anch’io, ma non in quel modo e con quella capacità succhiandogliela e soprattutto senza i peli e sensibilissima come le era diventata, che bastava toccargliela per farla sussultare e venire, ma poi smisi perché non mi piaceva e per igiene, non mi era mai piaciuto leccare la figa dove esce l’urina delle donne ed è vicina all’ano, mentre invece lui, senza contegno succhiava e leccava che sembrava un cane che beveva nella ciotola.
Succhiava e leccava le grandi labbra, le piccole che si affacciavano tra di loro e il clitoride con piccoli movimenti rotatori o su e giù, con delicatezza, cominciando con un ritmo lento che cresceva man mano che aumentava il suo stato di eccitazione. Lo faceva in modo complice, facendo capire da come lo praticava, che piaceva anche a lui leccargliela, alternando leccatine con dei succhiotti lievi, alle labbra vaginali, ma anche al clitoride, da farla impazzire e avere piccoli orgasmi.
Lei si eccitava sempre più sentendo la sua lingua calda e umida sulla vulva elettrizzata, con la sua faccia inebriata muoveva il capo guardando in basso lui, sotto di lei leccargliela, gemendo, lasciando venire per la posizione del capo, giù sul volto tutti i suoi capelli; o muovere il capo ansimante guardando in alto o in fondo alla spiaggia buia oppure il mare schiarito dalla luna.
E mentre mia moglie godeva accarezzandogli il capo, lui non si fermava né si staccava dalla vulva e dal clitoride, senza pause, ma anzi aumentando l’intensità e la regolarità del ritmo! E si vedeva che era pratico e capace, che sapeva leccare la figa bene in tutti i suoi affranti, godendosi il suo piacere umido e proseguendo delicatamente a lambirla con le labbra e la lingua.
Era incredibile, in quel momento non provavo gelosia ma vergogna come Laura a quello che facevamo, e avvertivo uno strano calore in me misto a brividi, salirmi dal basso ventre e mi succedeva sempre quando mi eccitavo.
Scuotevo il capo, ma il brivido e la leggerezza alla testa, quasi l’assenza fisica non andavano via, mai ultimamente avevo avvertito questa intensità nell'eccitazione, mi sentivo spettatore involontario di mia moglie che avrebbe chiavato in spiaggia con un altro, non più con il donatore di sperma ma con un napoletano maturo con quasi quindici anni più di lei.
Continuò il cunnilingus leccando e succhiando finché Laura non ebbe un orgasmo prepotente tirandogli i capelli per reazione.
In quel momento deglutii la saliva emozionato e presi tempo e cercai di realizzare, stava accadendo quello che avevo creato io ma che non credevo e volessi che avvenisse davvero, ora.
Mi riportarono alla realtà le parole di lui che staccatosi dalla figa di mia moglie con il mento sbavato della sua stessa saliva e dagli umori del suo piacere, passandosi le dita sopra le labbra e il mento come ad asciugarle, esclamò:
"...Mi ecciti da morire ...mi sei piaciuta subito appena ti ho vista la prima volta ...” Seguito dal silenzio di mia moglie. Per poi sentire solo il rumore delle onde i fruscii dei corpi, sospiri e nuove leccate di figa, e il silenzio di Laura che definirei passivo, compiaciuto e complice.
All'improvviso si tirò su alzandosi in piedi strisciando con il torace su di lei, portando la bocca insalivata e piena dei suoi umori vaginali verso le labbra di mia moglie a baciarla, con lei che passiva lo lasciò fare, assaporando nella bocca di lui, il gusto del suo stesso piacere vaginale.
Non potei fare a meno di vedere la figa di mia moglie tutta leccata, ricoperta di saliva che brillava al riverbero della luce dei lampioni, lucida e riflettente come se fosse un diamante in mezzo alle gambe e per me fino a quella sera lo era stato solo mio.
D’istinto Laura appena lui si staccò dalle sue labbra restando su eretto davanti a lei, tirò su le mutandine ricoprendosi e lasciando cadere la gonna giù.
Ma mentre lo faceva, lui alzò di nuovo del tutto la gonna che essendo svasata le dava gioco facile a infilarci la mano sotto e la tirò nuovamente su fino all’ombelico, mostrando ancora le sue mutandine nere traforate con il pizzo a slip e iniziò ad accarezzarle nuovamente il tessuto sul sesso, premendo le dita.
“Perché le hai tirate su?” Chiese Ciro.
“Così!... Sono a disagio senza o con le mutandine abbassate. Mi vergogno. “Mormorò mia moglie con un mezzo sorriso imbarazzato. Lui sorrise.
Poi provocatoriamente le chiese per rendere tutto più eccitante:
“Facciamo così Laura! Ascolta bene!” Suggerì senza toccarla.” Pratichiamo la donazione senza togliere lo slip, scansalo un po’ di fianco tu con le tue dita … “Aggiungendo irriverente con un sorriso perfido:” … fai come fanno le puttane quando si fanno chiavare in piedi contro le fiancate dell’auto, gli alberi o i muri!”
Restammo sorpresi del suo linguaggio e del paragone di Laura con quelle signore, oltre che dell’atteggiamento irrispettoso che aveva preso nei confronti di mia moglie.
Lei si irrigidì, offesa di quel raffronto, ma lui incurante, con naturalezza come se non avesse detto nulla di strano proseguì:
“Guarda come faccio io!”
Sussurrò, facendole vedere che infilando due dita dentro le mutandine nella zona inguinale lo spostava di lato provocando l'uscita della vulva umida di saliva e della fessura del suo sesso.
” Come facciamo noi uomini per pisciare.” Precisò con un'espressione divertita:” E come fanno alcune donne da strada.”
E d’un fiato senza darci il tempo di riflettere e rispondere, togliendo le dita e facendo ricoprire tutto dal tessuto delle mutandine aggiunse:
“Fallo anche tu! Su!!”
Era incredibile, aveva dato indirettamente della puttana a mia moglie e ne lei ne io non dicevamo nulla in quel silenzio lussurioso. L’unica cosa che riuscì a mormorare Laura fu:
“Fanno così le puttane? “Curiosa e ingenua con un filo di voce imbarazzata e un sorriso distaccato e spento.
“Si! Per fare prima e soddisfare più clienti! …Fallo anche tu come loro! Fai la puttana per me stasera!” Disse ridendo.
Fu una scossa violentissima, quella che provai a sentire quelle parole su mia moglie e vederla trattarla in quel modo, ma soprattutto vedere lei che si lasciava considerare così.
Forse se fossi stato un altro marito sarei intervenuto e avrei detto:” Basta...andiamo via Laura, qui la donazione non c’entra più! Ti sta dando e trattando come una puttana…” Prendendola per mano e tirandola a me.
Invece ero eccitato con l’erezione nei pantaloni e assurdamente mi piaceva che la ritenesse così in quel momento. Era tutto eccitantissimo.
Lei con mio stupore approvò … non potevo crederci, lui le aveva detto di comportarsi come una puttana per gioco e lei lo faceva, seguiva le sue parole, si comportava come gli diceva lui, senza considerare me, il mio giudizio, la mia autorità famigliare e coniugale. E mentre compiva quell'atto io ero tanto eccitato che avrei voluto intervenire, ma non per fermare tutto, ma per strapparle io via lo slip e saltare addosso a mia moglie, ma resistevo. Ero in una erezione altalenante.
Non so! … probabilmente lei subiva la sua volontà perché lo desiderava o perché soggiogata dalla sua età essendo più grande di lei di 15 anni, ne subiva l’influenza e il fascino, o perché la trattava in quel modo osceno e inconsciamente le piaceva; ed eccitata anche lei di sentirsi paragonata a una puttana lo fece.
La vidi abbassare la mano e con due dita prendere il margine dello slip sotto l’inguine e tirarlo di lato nella parte opposta, scoprendosi il sesso, facendo uscire fuori la sua bella figa depilata con la sua fessura già umida dall’eccitazione, dall’attesa e dal piacere della leccata.
“Brava! … Così fanno le puttane... come hai fatto tu…!” Mormorò eccitato nel vederla ubbidirgli, usando un linguaggio non più rispettoso con parole come la “ricevente” verso mia moglie, ma un nuovo linguaggio, volgare e dispregiativo, come se non fosse una semplice ragazza sposata, ma una donnaccia che la dà facilmente, che si fa chiavare in un luogo pubblico davanti al marito, e rise aggiungendo:
” …E stasera per gioco prima della donazione lo sarai un po' anche tu…”
Lei non disse nulla, sembrava annullata, quasi intimorita, sottomessa, plagiata, da escludersi mentalmente davanti a da lui.
Inaspettatamente Laura, come a ripensare il suo comportamento irrispettoso nei suoi confronti e del paragone offensivo che le proponeva, all’improvviso in un sussulto di dignità disse: “No!” Così no! Non voglio!”
E lasciò lo slip che ritornasse non più trattenuto dalle dita al suo posto a ricoprirle la figa e lasciò cadere la gonna giù a coprirle tutto.
“Non mi va farlo in questo modo volgare!” Disse indignata.
“Va bene!” Rispose lui calmo senza scomporsi, dimostrando pazienza ai suoi ripensamenti morali, che lui riteneva solo capricci di una giovane moglie viziata, e con abilità nel trattarla, come se fosse pratico di quelle reazioni e atteggiamenti femminili o forse farei meglio a dire nel domarle, esclamò con un sorriso irriverente:
“Facciamo in altro modo!”
E accarezzò ancora lo slip sopra il sesso ormai umido di umori che bagnavano anche il tessuto.
E come poco prima riprese la gonna per il margine inferiore e lo infilò ancora nel cinturino sulla vita, rimboccandola in modo che restasse ancora su da sola senza doverla tenere o ritirarla su sé scendeva, poi prese le mutandine sui fianchi e abbassandosi un poco, le tirò giù lentamente facendole sfregare sulla parte esterna delle cosce e sul sedere nel muro fino alle ginocchia. Poi tornò su.
Io eccitato assistevo a quel contrattare tra di loro passivo, senza intervenire.
Quando le mutandine furono giù sulle cosce, intravidi nuovamente sull’abbronzatura la sua pelle pallida del segno del costume, al punto in quel chiaro scuro visivo da sembrava un altro slip chiaro, non esibendo più al centro il suo bel triangolo di pelo nero, ma la linea verticale della fica rasata di fresco, dove lui posò ancora la mano.
Quando Laura, l'ebbe ancora volgarmente coperta dal suo palmo, le dita di Ciro sfiorarono a turno il clitoride e lungo la fessura in modo scandaloso, osceno facendola fremere.
Avevo gli occhi fissi sul sesso di mia moglie che umido, depilato, lasciava intravvedere il contorno e l’unione delle grandi labbra dischiuse dall’eccitazione.
Lui guardandola in viso, con la falange dell'indice seguiva i contorni esterni della vulva, ma senza mai penetrarla.
Prima l'accarezzò sulla pelle liscia gustandone la depilazione, sfregandole le dita congiunte sopra la fessura, facendola fremere e agitandola, poi all'improvviso la colpì a mano aperta sulla fica, le diede uno schiaffo sopra sorridendo.
Laura spalancò gli occhi e socchiuse la bocca per quel gesto violento e inusuale tra loro, che sembrava brutale, ed emise un lamento per la sorpresa e per il dolore.
Ma lui l'accarezzò di nuovo sulla vulva lentamente e dolcemente, sussurrandole piano qualcosa che non riuscii a capire, per poi ripetere subito lo schiaffo e colpirla di nuovo forte sul sesso.
Lei aprì la bocca per emettere qualcosa che non uscì. Fu lui a proseguire:
“Allora questa bella figa da sposina… da neo mamma …la vogliamo scaldare un po' prima della donazione ?!”
Pronunciò colpendola di nuovo con forza e poi accarezzandola nuovamente in una sorta di bastone e carota ....
Lei cercò di stringere le gambe con una espressione di fastidio e sofferenza, ma lui accarezzandola, con le dita iniziò a tirarle le grandi labbra carnose, improvvisamente e sempre più forte, pizzicandole, facendole sentire sulla vulva come delle punture di spillo.
“No…così no!... Mi fai male!” Esclamò Laura.
“Allora allarga bene le gambe se non vuoi che ti tiri le labbra fino in fondo” Disse.
Lei aprì le gambe mormorando:” Però non farmi male.”
“No stai tranquilla! Te la schiaffeggerò un po’, vedrai che ti piacerà, è bello!” Ripeté sicuro di sé.
E come le allargò, un altro schiaffo energico più dei precedenti colpì forte la vulva di mia moglie, facendola sobbalzare e avere una smorfia di fastidio e bruciore.
E mentre sul viso e sul collo iniziava a sudare, lui la tranquillizzò:
“Su! … L’inizio è un po’ fastidioso, ma poi quando si scalderà ti piacerà…. tanto come alle altre riceventi fartela schiaffeggiare, vedrai!... È una pratica sessuale sai... un gioco…!” Esclamò a bassa voce ma quel tanto che io a pochi metri da lui sentissi.
“Si arrosserà e gonfierà solo un poco, ma diventerà ancora più sensibile e richiamerà sangue, quindi calore e quindi piacere…” E rise:” … lo si fa anche alle mammelle! ...Vuoi provare?” Mormorò.
“No!... No! ...” Rispose mia moglie.
“Ma che ha in mente?” Mi domandai:” Che vuol fare con quella sorta di spanking vulvare?” Pensavo, dicendomi:” …La già fatto ad altre a sentire lui... “
Ma era tutto così eccitante che restai fermo a osservare senza intervenire.
“No… non mi piace!” Pronunciò lei.” Mi fai male, è brutale!”
Lui alla sua agitazione per quel modo di fare sorrise e rispose:
“Stai tranquilla! ... Non è brutale, dovresti saperlo che sono piuttosto esperto di come si tratta la figa di una donna… o meglio di una gatta in calore come te, perché tu questo sei ora, in calore, hai voglia di prenderlo ... e vedrai che poi ti piacerà e vorrai rifarlo.”
Era come se a lui non le importasse nulla di quello che diceva mia moglie, delle sue proteste, richieste e del fastidio fisico e anche morale che avvertiva.
“Allarga ancora un po' le gambe!” Ripeté mettendo il piede tra i suoi battendo di lato fino a fargliele divaricare, nonostante le mutandine alle ginocchia lo impedissero oltre un certo limite, proseguendo schiaffeggiarla , a colpirla sul sesso a quattro dita piatte e unite, continuando ad alternare carezze a schiaffi forti e umilianti sulla sua bella figa depilata; maltrattata, tirata e pizzicata sulle grandi labbra assieme a improvvisi e energici baci rubati alla sua bocca aperta per l'espressione alla reazione di quella manipolazione vulvare, infilandole la lingua in bocca.”
“No… così non voglio dai!!” Esclamò Laura con l’affanno di chi non si capiva se stesse soffrendo o godendo a quegli atti brutali su di lei.
“Ma dai!... Vedrai che ti piacerà tra poco.” Ripeté lui intuendo il suo piacere in arrivo.
“No! Non voglio!” Replicò lei, timorosa di godere di quella pratica in quella condizione e che poi le piacesse davvero ricevere schiaffi sulla figa, ma lui per risposta continuò a batterla sempre più forte e deciso guardandola dritto negli occhi mentre la colpiva, con quel suo sorriso diverso dai precedenti, che erano di concordia e riguardo, ma in quel momento invece erano di superiorità, osservando l’espressione di mia moglie sofferente e godente allo stesso tempo.
Quello che stava facendo non era nei patti, ma eccitato non dissi nulla, continuai a osservare.
In realtà erano colpi leggeri anche se decisi, uno schiaffeggiarle continuo del sesso con qualche pausa di palpeggiamento e impastamento delle grandi labbra per poi riprendere a schiaffeggiarle la figa, alternandoli a carezze e a sfregamento delle dita sulla vulva e il clitoride per lenire il dolore e bruciore della battitura e provocare piacere.
Il battere di seguito era doloroso, ma la sofferenza era si forte e bruciante, ma sopportabile alternata alle carezze. Ma era l’effetto psicologico di essere percossa sul sesso come una viziosa che la disagiava ed eccitava. E quel percuotere iniziò a funzionare anche su di lei.
A un certo punto dall'espressione del suo volto non capivo se godeva o provava sofferenza o tutte e due assieme.
Lei abbassava lo sguardo per la vergogna, perché quel trattamento rude e brutale, da perverse le stava procurando piacere, iniziava a gradirlo.
“Guardami negli occhi! ...Fammi vedere che ti piace sentirtela schiaffeggiare da un uomo vero, come le donne libertine ed estreme... le viziose…” Esclamò lui continuando a battere e accarezzarla, facendola gemere e contorcere con il busto il avanti verso lui, con il sedere contro il muro e la voglia di stringere le gambe.
Approfittando di quelle contorsioni di mia moglie, lui, si avvicinò per succhiarle le labbra, e con la lingua fuori leccarle oscenamente il viso, mentre lei scandalosamente lo lasciava fare, cercando a bocca aperta di ricevere tra le labbra la sua lingua.
Prese a colpirla sul pube brutalmente e ripetutamente, come se la punisse per qualcosa, dandole schiaffi secchi e precisi uno-due -tre -quattro uno dietro l’altro …. e lei iniziò a piegarsi in avanti verso lui cercando di stringere le gambe, come se dovesse urinare
La sua vulva, allo schiaffeggiare brutale che diventava sempre più intenso e veloce nel battere, attirava sangue e quindi calore e piacere sulla vagina e la vulva, iniziando a contrarsi in spasmi sempre più rapidi e iniziò a godere.
“Ooohhhhhhhhhhh!!!!”
Le uscì dalle labbra, e non era un gemito di sofferenza.
Le grandi labbra sensibilissime, gonfie dal battere, arrossate all’inverosimile, congestionate dal suo percuoterla, continuavano a farla godere contro la sua volontà, non riuscendo a controllarsi. Il clitoride si era gonfiato ed era turgido, evidente e sporgente, e ogni schiaffo le dava vibrazioni e piacere intenso iniziando a farle scuotere anche il corpo.
E intanto che la batteva, con la mano libera alternandole premeva e tirava le mammelle prendendole dalla base, formando un semicerchio tra il pollice e le altre dita, che comprimendo e tirandole avanti le allungava stringendole fino a giungere hai capezzoli e afferrarli tra l’indice e il pollice come a volerli allungare al limite per poi lasciarli andare grossi e turgidi e farli uscire dalle dita. Quando le mammelle al termine del tirare gli sfuggivano di mano, allora le riprendeva alla base e le tirava ancora scorrendoci sopra le dita, mentre con l’altra mano continuava a percuoterla sulla figa.
Non avevo mai visto niente di simile, non sapevo nemmeno che esistesse una pratica sessuale del genere, era esperto in quelle manovre, sarà stata qualche pratica estrema, ma vederla compiere su mia moglie era eccitante e deprimente.
Lei si lasciò andare iniziando a godere…:
“Ooooooooooooohhhhhhhhhhhhhhh!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!”
“Visto? ...Ti piacee?!” Chiese. E alla sua esitazione la sollecitò: “Su rispondi…ti piace?!”
“Si… sì…sì…mi piaceeee!!!” Esclamò lei con voce rotta dall’ansimare, mentre lui riprese a schiaffeggiarla più forte, dandole veri e propri schiaffi secchi e decisi sulla figa…in modo orizzontale e dal basso verso l’alto.
Era tremendo quello a cui assistevo, mia moglie probabilmente aveva già la vulva rossa come il fuoco… e più si arrossava più godeva.
La provocava… anche se non esplicitamente la offendeva e umiliava paragonandola a certi tipi di donne che erano lontane anni luce da lei, dal suo essere donna e moglie e dal suo modo di vivere, eppure lei non diceva nulla accettava passiva quelle ingiurie...come se vivesse una sorta di masochismo cerebrale, di sottomissione a lui.
Continuava a batterla a mano larga sulla figa con brutalità e ritmo di uno o due secondi o di seguito veloce, per poi fermarsi e accarezzarla, impastarla con le dita, per poi riprendere a schiaffeggiarla, mentre mia moglie cercando di resistere e farlo desistere da quella pratica estrema, cedeva e si lasciava andare a godere piena di vergogna.
“Noh...Noh…!” Ripeteva piegandosi in avanti su di lui appoggiando il capo sulla sua spalla e cercando di stringere le gambe per fermare non più lui, ma quel piacere nuovo che dentro si stava impadronendo di lei, stava arrivando e la stava invadendo.
” Non fare così! …Non così! …Non vogliooo!... Non voglio in questo modooooo!!” Ripeteva in preda alla esagitazione.
Non voleva godere in quella maniera che riteneva sporca e immorale, provare piacere con quella pratica da donnacce, perché sapeva che se le fosse piaciuto, l’avrebbe desiderata ancora e avrebbe avuto smania di rifarlo.
Ma lui la provocava e sollecitava:
“Si...invece…. Dai ...lo so che ti piace. Tuo marito non te la batte mai?... È bello vedrai poi a casa te lo farai praticare anche da lui … “Continuando:” ... sento che ti piace, ho le dita bagnate del tuo piacere, ti piace ...vero?? ... Vero??” Ripeteva provocandola ….
Ci fu un altro gemito incontrollato di Laura, subito seguito da un:” Siiii!!!!” Arrabbiato.
“Vedi?!... Brava! … Vedrai che stasera oltre la donazione godrai tanto. Poi ti farai il bidet con l’acqua fredda o metterai su del ghiaccio e passerà tutto il rossore e il dolore.” Mormorò mentre lei si lasciava andare sulle sue spalle iniziando ad ancheggiare dal piacere, sfregando la schiena e il sedere contro il muro, rovinando senza rendersene conto il suo bel vestitino da sera.
“Fammi vedere bene quanto ti piace! ...Quanto ti eccita essere trattata in questo modo... da puttana!” Esclamò, infilandole improvvisamente il dito medio dentro la figa, con prepotenza, quasi con la cattiveria di chi vorrebbe profanare, violare, infrangere e contaminare l’intimità e il modo di essere donna, di vivere la propria sessualità correttamente, convenzionalmente e pulita. Cercava di infrangere e rovinare una sorta di purezza psicologica e moralità interiore e sociale, di perbenismo, che si addiceva solo a determinate signore quale era mia moglie che non aveva mai fatto quelle cose, anzi le condannavano e aberravano.
Il dito medio di lui, continuava a tastare le pareti della sua vagina … umida, bagnata mentre lei era in preda a spasmi di godimento da deformarle l'espressione del volto ....
Era stancante e dolorosa quella posizione in piedi per i muscoli delle gambe che le cedevano e si sforzava di tenere dritte, ma intima ed eccitante farlo guardandosi in viso in quel modo.
Lei a bocca aperta, in una espressione indefinibile, di sorriso, fastidio e sofferenza, si lasciava andare indietro quasi inarcandosi protraendo il avanti il bacino e quindi la figa che veniva colpita dalle sue mani, schiaffeggiata e pizzicata meglio sulle labbra vaginali, adagiando godente le braccia sulle sue spalle osservando dietro a lui, il buio della notte sulla spiaggia e sul mare; mentre il dito di Ciro, alternando gli schiaffi, la masturbava.
Dal piacere di quelle percussioni, godeva roteando il bacino e spingendo il sedere verso il muro strusciandolo sulla pelle nuda; avrebbe voluto scappare ma non poteva e la sua figa ormai incendiata veniva schiaffeggiata brutalmente da Ciro come quella di una sgualdrina che non ubbidisce al suo magnaccia o non vuole farsi chiavare dal cliente, per questo veniva percossa, finché non avrebbe ubbidito e si sarebbe lasciata chiavare da lui… ed era quello che stava facendo a lei assimilandola a una prostituta.
“Basta! Basta! Mi brucia...” Esclamava Laura, facendo in modo che lui smettesse e gliela accarezzasse dolcemente, stimolandole il clitoride, e quando lo faceva, tutto il dolore spariva improvvisamente e si lasciava manipolare, tirare e allargare le grandi e piccole labbra e tutto questo mentre io osservavo e controllavo il lungomare e la spiaggia che non arrivasse qualcuno, sempre guardandoli.
Laura, ormai eccitata ebbe un nuovo soprassalto e i fianchi di nuovo cominciarono a oscillare in tutte le direzioni, avanti contro di lui, indietro contro il muro e lateralmente come in una danza e lui approfittò per baciarla ancora in bocca con la lingua. Baciarla in bocca in quella situazione, significava vincere su di lei, assoggettarla, farla sua.
Quei movimenti spasmodici del sedere contro il muro, per la forza di gravità e poca tensione dell'elastico le fecero cadere le mutandine già lasche, dalle mezze cosce alle ginocchia e in un attimo alle caviglie, mentre lui le teneva la figa con la mano stringendogliela forte, come se gliela volesse strappare e portare via, infilandole il dito dentro, facendola sussultare e inarcare, impedendole di agitarsi più di quello che voleva.
Era eccitante assistere a quella scena.
Mia moglie in piedi, la gonna del vestito tirata malamente su all'ombelico nel cinturino e sui fianchi ripiegata all’interno della cintola di stoffa, le mutandine giù sulle caviglie quasi a coprire le scarpe con le zeppe che calzava.
Era tutto surreale, quello che vedevo, un sogno, peggio… un incubo. Quella non era più una donazione, ci era sfuggito tutto di mano, gestiva tutto lui e ora la stava trattando indecentemente con brutalità come se fosse una donna da strada da chiavare in un luogo pubblico contro a un muro.
Immaginavo la pressione delle sue dita con libidine e desiderio stringere esternamente la vulva di mia moglie, di cui la tensione della stretta si diffondeva all’interno sul dito medio di Ciro e contro le pareti della vagina. Doveva avere una pressione notevole la stretta, da farle quasi male, ma a lei quel dolore sembrava piacere molto, da spingere inconsciamente verso in basso il bacino per farsi stringere ancora di più la figa dalle sue dita e lasciarsi penetrare dal suo medio.
Osservandola scoprii qualcosa di nuovo di lei che non conoscevo, che le piaceva il vigore, la brutalità più che la dolcezza, e provava piacere a farsela schiaffeggiare e stringere il sesso dalla sua mano; le grandi labbra, le piccole il clitoride, tutto, nel classico gesto del cosiddetto “prendere una donna per la figa”.
Mormorò ancora qualcosa di protesta, ma lui la zittì subito:
”Sssssssshhhhh!!!! Tu ora sei solo mia!” Pronunciò leccandole il collo.
La trattava proprio come se fosse sua e non più mia moglie, assoggettandola, forse per il risentimento che aveva verso lei, per la sua altezzosità, signorilità, ma era eccitante vederla dominare e apostrofare con quei termini volgari senza che lei avesse la forza e la capacità di reagire, anzi… dall’arrendevolezza si capiva che le piaceva sottostare a quei comandi con l'obbedienza.
Alla donazione non pensava più nessuno e mi chiedevo se era vero come diceva lui che anche con altre riceventi aveva fatto lo stesso… le aveva poi chiavate in spiaggia contro a un muro davanti ai mariti.
Inaspettatamente esclamò:
“Accarezzati da sola! ...Togliti il vestito, levati tutto che da solo fastidio con questo caldo! Si appiccica alla pelle!” La esortò vedendola eccitata.
A sentire quelle parole mi chiesi se fosse impazzito, togliere il vestito avrebbe significato spogliarla nuda in quella spiaggia, un luogo pubblico anche se era notte.
“No!... Nuda no!!” Mormorai d’istinto io, intervenendo prima che mia moglie rispondesse facendomi avanti qualche passo, ma lui mi zitti con un:
“Sssshhhhhh!!!!” Come dirmi di non disturbare:
” Spetta a tua moglie decidere!” Dichiarò forte:” E non a te!”
E voltandosi ancora verso di lei, manipolandole la figa e masturbandola mentre lei ansimava eccitata e godente, continuò:
“Su dai!... Non c’è nessuno, siamo solo noi ed è notte!” Esortandola a farlo.
Io eccitato mi fermai, ero furioso e curioso di vedere cosa sarebbe successo e come si sarebbe comportata mia moglie, e lui, con la sua voce calda e ferma proseguì:
“Togli il vestito! ...Dai su! ...Togli il resto che pratichiamo questa donazione bene, nudi come l’altra sera. “Mormorò: “Non vedi che la gonna girata sull'ombelico è d'impiccio? Ti dà fastidio e ti fa sudare. Toglilo!... Dai toglilo!” Ripeté convincente ed eccitato anche lui, preso come noi dalla situazione di spogliare nuda una donna per bene come mia moglie in un luogo pubblico.
Per fortuna lei reagì come volevo io:
“Nooo… nuda nooo!! Sei pazzooo!!... Non voglio…!” Esclamò mia moglie.
Ma lui non si perse d’animo e insistette:
“Solo un momento, per eccitarci, per provare l’ebbrezza e l’adrenalina della trasgressione, poi lo rimetti subito!” Sussurrò accarezzandola e baciandola sul volto e sulle labbra.
E senza rispettare la sua risposta, tolse la mano dalla figa e assieme all’altra la portò alla vita e le slacciò il cinturino sopra l’abito, dove era rivoltata la gonna, gettandolo nell’angolo vicino alla pochette, e afferrandole l’indumento leggero senza tenere conto di una sua decisione, lo prese per i lembi superiori e da sotto il seno con forza lo spinse giù per i fianchi, mentre lei ripeteva un flebile no eccitato, più per orgoglio e reazione, che volontà di non essere spogliata, praticando una resistenza passiva, ma lasciandolo fare senza impedirlo.
Era incredula, assente, senza resistenza e lui spingendo tutto portò il vestito sul ventre e con strattoni ancora più giù passando i fianchi e superatoli in un attimo quasi da solo, da lì cadde dalle cosce al pavimento di cemento ai suoi piedi, dov’erano già le mutandine.
Lei cercò di parlare, di dire qualcosa, ma un:” Ssshhhhhhhh!!!!!!!!!!” La zittì ancora.
“Lascia fare a me, stai ferma tu!” Replicò deciso e sicuro e lei si bloccò.
Si abbassò piegando le gambe e nel farlo le baciò ancora la figa gonfia e rossa dalle percosse, e spostandole i piedi prese le mutandine e il vestito in mano rimuovendoli dalle caviglie. Si sollevò subito, tenendoli stretti tra le dita, alzando in alto il braccio con l’abito e l’indumento intimo come con un trofeo, lasciandola completamente nuda, con la figa depilata e con il reggiseno sotto le mammelle come se fosse un sospensorio o un reggiseno a balconcino, sconvolta e adesa a quel muro, piena di vergogna e desiderio, ad attendere lui. Gettandoli con un gesto di disprezzo appesi sulla ringhiera poco lontano.
“Ma solo un momento…” Ripeté mia moglie intimidita, ma ormai in preda a quella smania che lui le creava.
“Si!... Si!... Ma togli anche il reggiseno!” Mormorò con voce sicura.
E lei non so perché e in preda a che cosa, se fosse plagiata o condizionata dal suo dire deciso o anche dall'alcol bevuto, si guardò attorno e ancora senza chiedere nulla a me si staccò con il sedere dal muro, portò le mani dietro la schiena tra le scapole, sganciò la chiusura e tolse il reggiseno non dovendo far scendere le spalline sulle braccia, essendo già fuori. Lui lo prese in mano cacciandolo sulla ringhiera poco distante dal vestitino e le mutandine, mentre lei lo guardava eccitata.
Vedere quella scena sotto il chiarore della luna e dei lampioni, l’arrendevolezza di mia moglie, il suo seno bello, pallido e rotondo con i capezzoli rosa già turgidi e vedere lui accarezzarlo, baciarlo e leccarlo, mi ingelosì ed eccitò.
Era come impazzita ad avergli permesso di spogliarla, eravamo tutti impazziti, mia moglie era nuda in quel momento e se fosse arrivato qualcuno l'avrebbe vista, ma non avevo la forza né la volontà di oppormi, era tutto troppo eccitante e libidinoso e ogni tanto guardavo in giro.
Lui, come aveva fatto con la vulva, accarezzava e sfiorava con il dito l’areola, giocandoci, facendolo in modo circolare con l’indice, premendo e tirando lievemente i capezzoli da farla sussultare.
E con quelle sue parole la spinse di più con il bacino contro il muro.
Ormai eccitato anche lui, si slacciò la cintura, tiro giù la cerniera e lasciò cadere i pantaloni e lo slip, lasciandolo il suo cazzo libero, oscillante, lungo e duro davanti a sé, che strusciava con la cappella sulla pelle morbida dell’addome di mia moglie. Sorridendo quasi trionfalmente della sua virilità.
Con una mano mentre con l'altra seguiva i contorni della vulva si avvicinò appoggiandoglielo e lo strusciò lungo la fessura, dandole brividi di piacere.
Era duro, dritto, tutto scappellato rivolto in su. Bello esteticamente da vedere, potente, vigoroso e virile nella sua erezione; da saggiare.
Mia moglie oramai lo conosceva abbastanza bene avendolo già provato due volte con le donazioni di sperma.
E battendo con la scarpa tra i suoi sandali, le fece allargare ancora le gambe più che poteva, in modo da avere comodità d’accesso alla penetrazione, dischiudendo con quella divaricazione ancora leggermente la sua fessura bagnata. Laura era pronta a riceverlo ma non nel suo ruolo ‘ufficiale’ di ricevente nella donazione di sperma.
Sembrava proprio una prostituta da strada, però in modo elegante e signorile, portata giù in spiaggia a fare la sua prestazione sessuale a ridosso di un muro, senza abiti in un passaggio di cemento di una spiaggetta sporca e maleodorante.
Lui si avvicinò di più baciandola in bocca con la lingua, spingendole il bacino contro fino a fare sbattere il glande sul suo sesso glabro e lucido di umori, si abbassò un poco piegando leggermente le ginocchia e allargando ancora di più le sue per poter penetrarla con facilità. Destino volle che quella sera mia moglie mettesse i sandali con le zeppe da dieci centimetri di tacco, ed era più alta del solito, all'altezza giusta per lui che gli fu facile. E dopo averlo strusciato su e giù sulla fessura umida, si fermò al centro, glielo appoggiò contro premendo con energia e senza problemi e raddrizzando appena le gambe, lo spinse su in alto, deciso e con vigore, introducendolo dentro mia moglie, facendosi strada tra le grandi e piccole labbra penetrandola, con lei che sussultando lo lasciava entrare tutto dentro di se; gettandole per reazione a quella sensazione piacevole di pienezza vaginale le braccia intorno al collo con le mani sulla schiena e dietro le spalle, iniziando a baciarlo sul volto.
Ero stravolto, mi ero umiliato da solo a essermi reso complice di quella situazione e tra il chiaro scuro continuai eccitato ad osservare.
Lui iniziò a chiavarla con foga contro il muro, in piedi, come le puttane da strada e io a pochi metri da loro li osservavo.
Eccitava anche a lei probabilmente essere presa in quel modo osceno, come una donnaccia e con la possibilità di poter essere vista da qualcuno.
Lo sentiva dentro e lo voleva, si capiva dall’espressione del volto, da come stringeva e baciava Ciro, e iniziò a provare piacere e a muoversi lentamente con il bacino, stretta tra il muro e lui.
Intanto che la baciava sul collo, vidi lei alzare una gamba e involontariamente portarla su e dietro a lui, come a stringerlo a sé, appoggiandola attorno alle sue e il piede premere su loro, mentre lui continuava a possederla brutalmente, con colpi decisi e profondi, con vigore tale da toccarle l'utero con il glande, strisciandola con la schiena e il sedere sul muro, staccandola quasi da terra con i piedi, dandole più piacere.
Lei per reazione a quel piacere immenso, osceno e perverso, in preda a un orgasmo iniziale, le affondò le unghie sulle spalle e il collo, graffiandolo e baciandolo in bocca con la lingua…:” Non graffiarmi mi fai male!” Esclamò Ciro.
Ma lei in preda al godimento continuò e lui per reazione al dolore di quelle punture ripeté:”
“No… non graffiarmi!”
Ma vedendo che lei in preda a quella esaltazione continuava a farlo, portò la mano sul suo viso e all’improvviso la schiaffeggiò per reazione con uno, due, tre colpi secchi al volto, anche con il dorso della mano … sulle guance, da farle male e lasciarle l’impronta che arrossì subito.
“Mi fai male…lasci il segno e poi mia moglie se ne accorge! “Ripeté lui per giustificarsi di quel gesto.
Non potevo crederci, l’aveva schiaffeggiata, aveva schiaffeggiato in viso mia moglie e io non facevo e dicevo nulla, non intervenivo, anzi mi eccitavo di più.
Anche lei a quegli schiaffi continuò ad ansimare, come se non l’avesse ricevuti e invece di reagire, staccarsi e andarsene, continuò a baciarlo con più passione e lui spinse più in su e più forte, portando la bocca sul suo capezzolo rosa, turgido dall'eccitazione e dal desiderio, iniziando a succhiarlo facendole avere brividi di dolore e piacere.
Gemeva....
Gli portò le mani dietro e le appoggiò sui suoi glutei prendendoli forte tra le dita stringendoli, facendo eseguire a loro lo stesso movimento delle sue spinte peniene in vagina ... le quali diventarono sempre più profonde e vigorose ... con lei che continuava a godere apertamente, senza pudore e vergogna, incurante che fosse all’aperto e qualcuno potesse sentirla, mentre lui la lasciava gemere, quasi volesse volontariamente attirare l’attenzione di qualcuno su di loro in quel momento.
Mi spostai un po’ sulla sabbia in modo da vedere meglio il loro amplesso. Il cazzo di lui entrava e usciva completamente tra le sue labbra vaginali, mentre gli occhi persi, smarriti e godenti di mia moglie lo fissavano incredula che la trattasse così, non riuscendo a credere che fosse arrivata al punto di comportarsi in quel modo, di tradirmi davvero, fisicamente e mentalmente senza la giustificazione della donazione.
Io eccitato osservavo, iniziando a toccarmi sui pantaloni, mentre lei dal piacere gemeva e sussultava a ogni colpo della sua carne dura in vagina, accarezzandolo sulla camicia e sui capelli sudati.
La mia passività e la non reazione a quella situazione e il consentire a che continuassero a chiavare in quella situazione, la rassegnavano a non reagire. La vedevo intimorita e sconvolta cercare con lo sguardo qualcosa pur di non osservarmi e poi arrendevole chiudere gli occhi tra le sue braccia, sotto i suoi colpi brutali e vigorosi e lasciarsi piacevolmente andare e godere.
Per un attimo fui preso dal panico a vederla così arrendevole, succube, non era da lei, del suo modo di pensare comportarsi così. Salii una rampa della scaletta e guardai sul lungomare, ma c’era poca gente distante che si stava allontanando. Scesi e per osservare meglio e vederli quasi di profilo, mi misi di nuovo nella spiaggia, guardandomi intorno come facevo spesso per sicurezza e preservare la loro privacy, ma tra i due steccati di confine non c'era nulla, solo qualche ombrellone e sdraio chiusa.
Eccitato continuai a guardare mia moglie che veniva chiavata da Ciro quel napoletano donatore di sperma, quando all'improvviso ebbi un palpito al cuore e sobbalzai vedendo con la coda dell’occhio una sagoma scura ferma che dalla spiaggia osservava.
Guardai meglio e vidi praticamente un uomo a pochi metri da me che sfacciatamente dietro un ombrellone osservava mia moglie consumare il rapporto sessuale con il donatore.
M spaventai e mi avvicinai a loro, esclamando subito ad alta voce allarmata:
“Ciro! …Ciro!... C’è qualcuno in spiaggia… che spia!”
Lui si voltò, guardò dove segnavo io con il braccio teso ed esclamò:
“Stai tranquillo sarà qualche guardone, a volte ci sono qui, lascialo stare ...lascia che guardi che chiaviamo, lo notato anch'io prima mentre arrivava, non ti preoccupare, vuole solo guardare e masturbarsi, non fa nulla di male.”
Fu la sua risposta, facendo alzare a mia moglie il capo dalla sua spalla a guardare quell'uomo, attonita e incredula anche lei che uno spettatore guardasse; abbozzando una reazione spaventata a quello che vedeva, ma non riuscì a parlare né a muoversi, visto che sue braccia e il suo corpo la tenevano ferma, nuda contro il muro, con la sua asta di carne dura ed eretta impiantata dentro lei, e il suo abbozzo di voce fu soppresso da lui che mormorò sorridendo come se fosse normale:
“Abbiamo uno spettatore che ci sta osservando.”
Per poi incapace di reagire e rassegnata anche se scandalizzata vidi mia moglie ricacciare indietro il capo e godente lasciarsi osservare come voleva quel Ciro.
Rimasi raggelato dalla sua risposta e dalla non reazione di mia moglie, guardai quell'uomo con timore, tra il sorpreso e lo scandalizzato.
“Forse questo è troppo!” Mi dissi:” Pazienza farlo alla spiaggia in un luogo pubblico, ma mostrarla così, nuda, mentre la chiava a uno sconosciuto nel momento che fanno sesso e praticano la donazione di mio figlio non è nei patti, non è rispettoso verso noi e soprattutto mia moglie e il nascituro.”
A quel guardone avrei voluto dirgli qualcosa, di andarsene via, ma non ne avevo la forza, avevo paura che mi aggredisse e restavo immobile poco distante da lui.
Mi resi conto che ero in una situazione assurda, praticamente non potevo dirgli nulla perché, lui non c’entrava con noi e non lo conoscevamo e dall'altro avrei fatto finire tutto, sarebbe stata la fine di quella donazione strana, tutto sommato più eccitante delle altre che avevamo praticato, anche se quello di mostrarla ad altri nuda e durante l'amplesso mi sembrava troppo volgare e irrispettoso. C'era in me una forma di gelosia e decenza.
Ciro incurante del mio smarrimento e della mia segnalazione, approfittò e proseguì a possederla muovendosi veloce e facendola godere forse di più vista la situazione e lo spettatore, senza neppure voltarsi a guardare quell’uomo, che tornò ad avvicinarsi a me incurante che io lo osservassi con diffidenza.
A un certo punto Ciro voltò il capo e rivolgendosi a me disse: “Vai vicino a lui…”
“Come vicino a lui?” Domandai stupito.
“Si mettiti vicino a lui così lo controlli. Intanto non fa nulla, guarda solo e si masturba, si farà una sega, fattela anche tu se vuoi.... Le spiagge d’estate sono piene di guardoni che vengono a spiare le coppiette innamorate che fanno sesso.”
Restai sbalordito e offeso dal suo suggerimento, mi stava esortando a mettermi vicino a quell’uomo e masturbarmi con lui osservando mia moglie posseduta. Ero incredulo della sua richiesta, ma allo stesso tempo eccitato e spaventato, con una selva di emozioni dentro di me; e mi mossi un poco verso lui, il guardone e quando fui a un paio di metri dalla cabina dov’era, lo vidi per intero al chiarore della luna e dei lampioni e subito ne ebbi paura, era un uomo sui cinquant’anni con la pancia esuberante che li stava spiando e aveva il cazzo in mano che si stava masturbando.
Non capivo perché stessi facendo così io, perché mi comportassi in quel modo invece di mandare tutto al diavolo e andare via con mia moglie, accettassi quelle umiliazioni e lasciassi che tutto proseguisse, ma ancora una volta quella strana perversa e piacevole eccitazione, assieme al timore mi impediva di pensare.
Era una scena indecente, quell'uomo vicino a me mi guardava e sorrideva, tirandoselo in mano e continuando duro ad accarezzarselo.
Mi sentivo umiliato, quella donna era mia moglie, non una di strada e lui non lo sapeva e si masturbava osservandola nuda ad accoppiarsi con il donatore. Ero a disagio avrei voluto essere altrove in quel momento, ero pentito di non aver reagito, ma oramai ero lì.
A un certo punto vidi che mi fece segno con la mano di andare da lui e mi chiamò sottovoce:
” Vieni... vieni qui!”” Con la cadenza toscana.
Lo guardai e lui ripeté:” Vieni!”
Mi avvicinai sospettoso a quello sconosciuto e depravato, e lo guardai. Era sudato e aveva addosso un profumo forte da due soldi da supermercato o bancarella del mercato misto al sudore che dava un fastidio insopportabile, probabilmente era stato in qualche sala da ballo prima o con qualcuna del suo livello.
“Vieni qui se no gli dai fastidio e se ne vanno!” Disse.
Non avendo capito che io ero il marito di quella donna che lui guardava chiavare con quell’uomo.
Non senza timore e diffidenza mi avvicinai di più ad osservare assieme a lui. Era umiliante, mi sentivo come un guardone anch’io, che assieme a un voyeur osservavo mia moglie chiavare.
“La è bellina lei ...ma la è una maialona quella lì!” Sussurrò in toscano: “Giovane e bella topona ...ma una maiala... Ha una voglia di trombare, la è una furia si vede ... queste sono femmine calde… da monta” Pronunciò.
Non risposi e mi limitai a guardare.
Effettivamente Laura era oscena e quell'uomo vicino a me mi guardava e sorrideva pensando che fossi un guardone come lui e non il marito, continuando ad accarezzarselo duro fuori dai pantaloni.
Restai fermo vicino a lui a guardarlo ancora. Aveva una camicia bianca a maniche corte aperta sul pancione e i jeans da dove dalla cerniera usciva il suo cazzo duro che se lo toccava lentamente, continuamente, guardando e commentando mia moglie adagiata al muro a fare sesso con quel napoletano.
E anch’io guardai Laura, vidi la sua fronte sudata contro quella di Ciro, i suoi occhi erano spalancati e si perdevano nei suoi, incredula da quello che stava facendo e dalla presenza di quell’uomo maturo, uno spettatore, uno sconosciuto, un guardone che la osservava fare sesso, ricevere la donazione in quel modo, ed .... entrambi in quell’amplesso indecente oramai ansimavano.
Sentivo il sospiro di mia moglie seguito dai respiri forti di lui e dalle sue parole volgari verso lei…. Ciro le diceva frasi oscene, e lei pareva si eccitasse.
“Ci sa fare quello lì … le un toro!... Se la tromba e se la slingua bene! …Le dà gioia in continuazione.” Disse il guardone ridendo. “La deve essere qualche turista di passaggio. “Poi fece una pausa di silenzio e continuò:” Le proprio una gran maiala lei … vengono qui in vacanza a farsi chiavare, chissà dov'è il biscaro del marito? ...Il povero becco! (cornuto)” Disse sorridendo.
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