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STORIE E RACCONTI EROTICI
VIETATI AI MINORI DI 18 ANNI
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L'AMICIZIA VELENOSA
VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI.
Note:
“Mi sento sensuale quando sono pronta per qualcosa di speciale, quando sono eccitata. Confesso anche che farmi vedere in mutandine e reggiseno da un uomo funziona sempre.”
Demi Moore.
CAP 19 GIULIA al Sexy Shop
Dopo quel pomeriggio della sodomia di Giulia i giorni passarono e io quando studiavo, non andavo con lei e Lucio, mi vedevo con Flavia la mia ragazza, ci appartavamo e se in casa mia non c’era nessuno facevamo l’amore. Il nostro era un amore pulito e tale volevo che restasse, per questo motivo non volevo presentarla a Lucio... A volte se mia sorella non aveva appuntamenti di lavoro come sex work o escort presi da Lucio per lei, mi incontravo anche con loro a chiacchierare a casa di Lucio, a passeggiare, oppure in pizzeria o tavola calda a cenare tutti insieme.
Quando osservavo Giulia, così bella aggraziata e dolce, conoscere che aveva contatto sessuale con tutti quei porci che pagavano per chiavarla mi faceva ribrezzo, ma allo stesso tempo mi attraeva e procura brividi di piacere lungo tutto il corpo..."
“Puttana!” Era diventata una puttana mia sorella, la mia Giulia, per colpa di quel bastardo di Lucio, lei, che i nostri genitori con tanto amore, ed educazione ci avevano cresciuti. Era cambiata, non era più la stessa per causa mia, per le nuove emozioni scoperte, provate e vissute… Prima i problemi morali sul sesso, la perdita della verginità, il litigio e l’abbandono di Marco per quello, poi Lucio quel bastardo, il suo circuirla, farla diventare la sua ragazza e istruirla per plagiarla e farla prostituire, l’avevano cambiata e rovinata.
Mi ero ripromesso di non pensare più a lei, per quanto il suo viso stravolto, quasi deformato dal piacere mi tormentava seguendomi nei pensieri. Li frequentavo senza Flavia, avevo timore, direi quasi paura di quel bastardo, che se la conosceva la rovinava come a Giulia. Flavia era la mia prima ragazza e avevamo entrambi intenzioni serie.
Un pomeriggio dopo un mesetto di vivere in quel modo, mi incontrai con Giulia e Lucio, lui era arrabbiato e disse a mia sorella che un cliente si era lamentato di lei perché in alcuni momenti durante la prestazione sessuale diventata rigida, come se avesse dei ripensamenti su quello che faceva.
“Devi essere più provocante Giulia, più disinibita, pensarti e realizzarti nuova. Basta con questi abitini del cazzo da moralista ed educanda, che ti fanno sembrare comune e vecchia, devi reinventarti, diventare sexy, desiderata solo nel guardarti, che gli uomini dicano quando ti vedono:” ... Io per quella lì pagherei pur di averla… Capisci!” Esclamò continuando serio: “Ti devi pensare in modo nuovo, devi sentirti lusingata, eccitata che gli uomini ti guardano e pur di averti sono disposti a pagare…”
Le stava facendo un ripasso del lavaggio del cervello:” Devi cambiare mentalità Giulia, devi essere provocante, anche oscena, mezza nuda quando fai le prestazioni, indossare lingerie e abitini hard… loro ti pagano… Devi dimenticare il tuo passato di ragazza per bene, il tuo vivere di prima da reclusa e mezza suora ed essere libera di mostrarti, fatti ammirare, guardare e toccare il culo e la figa e farti pagare soprattutto per farli chiavare. Te l’ho già dette mille volte queste cose, però non le fai entrare appieno nella tua testolina.... “E all’improvviso le tirò uno schiaffo forte sul volto davanti a me che non intervenni per paura, aggiungendo:” … In poche parole devi essere un’altra… Hai capito Giulia?!” Ripeté irato.
“Si…si Lucio…” Rispose lei.
Mia sorella sfiorandosi con la mano la guancia per lenire il bruciore lo ascoltava timorosa, sapeva che quando si arrabbiava così era capace anche di suonargliele. “Farò come dici…” Ripeté intimorita.
Poi guardò me, eravamo tutti e due davanti a lui timorosi, anche Giulia mi guardò, ma non ebbi il coraggio di intervenire né di dire nulla, e si rivolse a me: “Anche tu Adriano devi stimolarla ad essere sexy e disinibita… per questo ti faccio venire con noi, per controllarla meglio quando non ci sono io…”
“E ma che vuoi che faccia…?!” Borbottai spaventato, ma lui proseguì.
“Tu devi capire e prendere atto che oramai lei è una puttana, la mia puttana e tu in un certo modo sei mio cognato e quando non ci sono io sei tu il suo protettore e se sbaglia devi trovarle da dire, redarguirla anche tu se non fa quello che le dico io. “
Era assurdo, voleva che quando non ci fosse lui, io facessi il magnaccia a mia sorella… e proseguì:” Ha la figa d’oro tua sorella e porta parecchi soldi, ma ha la testa dura e deve imparare a ubbidire… Hai capito!” Esclamò.
“Si...sì...!” Risposi guardando Giulia.
“Domani sera io sono via con Nando per degli affari e lei non lavora, andrete tutti e due al sexy shop e tu Giulia ti rifarai il guardaroba…” Pronunciò severo a mia sorella: “Hai capito?”
“Si…sì! Rispose lei intimorita. “E ti accompagnerà tuo fratello così prenderete dimestichezza di questo nuovo ambiente che vivete anche tra di voi… E tu Adriano devi controllarla quando non ci sono io, Nando o mia sorella! Devi essere tu il suo magnaccia, ti delego…” E sorrise perfidamente osservandoci entrambi impauriti da lui. E quel comportamento minaccioso nei nostri confronti e quel nostro intimidimento lo facevano sentire forte, superbo e arrogante. Annuimmo con il capo tutti e due.
Quando fummo soli, seppur indignato e disgustato del comportamento di Lucio, dissi a Giulia:”
Perché lo fai arrabbiare? Sai che quando si arrabbia diventa manesco…!”
“Fa sempre così quando è arrabbiato, poi gli passa e mi cerca, mi vuole bene. Non è la prima volta che mi prende a schiaffi… “Mi confidò.
Lo immaginavo che tra loro non fosse tutto un idillio, ma restai in silenzio di quella sua ammissione e di quella imposizione di Lucio che io le facessi anche da magnaccia. Mi tubava, ma eccitava anche se non volevo. Io desideravo avere la mia vita tranquilla con Flavia e non diventare il magnaccia sostituto di mia sorella, come lui a volte era con la sua, Claudia.
Capii di aver sbagliato a voler esser sempre presente con Giulia, perché quello era il risultato, anche se l’intenzione era di proteggerla ed esserle d’aiuto non era così; avevo paura di lui e non intervenivo quando occorreva. Inoltre la mia non era una presenza distaccata, Lucio mi coinvolgeva, mi faceva diventare come lui e non proteggevo più mia sorella come volevo io da lui, ma anzi c’era davvero il rischio che io la controllassi per lui. Ci aveva rovinato tutti e due.
E così la sera dopo che lui non c’era, l’accompagnai nel sexy shop alla periferia di Roma a rifarle il guardaroba, abiti, lingerie e calzature comprese.”
Quella sera alle 21.00, dopo aver cenato con mamma, uscimmo di casa insieme:” Lo sai dov’è questo posto?” Domandai preoccupato a mia sorella.
“Si me l’ha spiegato Lucio…” Rispose lei:” … Mi ha detto che è un sexy shop dove si servono molte escort e anche sua sorella e con Google Maps non sarà difficile da trovare.”
“Ma sarà aperto a quest’ora di sera?” Chiesi.
“Mi ha detto che è aperto fino a mezzanotte…”
“Ma cosa devi prendere di preciso? “Domandai ancora.
“Non lo so nemmeno io, devo acquistare un po' di abiti e lingerie hard. “
“Ma sai cosa prendere?” Richiesi.
“Vedrò quando sarò dentro, mi farò consigliare…”
“Da chi?”
“Da te stupidino!” Rispose sorridendomi.
“Io?” Ribattei stupito.
“Si tu! ...Sei o non sei il mio magnaccetto…? Lo ha detto Lucio che quando non c’è lui mi devi controllare.” Pronunciò con il diminutivo di quella parola volgare in senso quasi affettuoso, imbarazzandomi, sorridendomi ancora con ironia. Restai stupito da quel suo convincimento e dal suffisso vezzeggiativo che aveva usava, come in un gioco prendeva più lei che me in considerazione le parole di Lucio, che quando non ci sarebbe stato lui e i suoi parenti dovevo essere io il protettore, il magnaccetto di mia sorella, come diceva lei scherzosa. E detto da lei seppur sorridendo e scherzando, mi turbava molto avere quel ruolo e subito imbarazzato cambiai discorso.
“Il problema sarà dove nascondere gli indumenti che acquisti, se li vede mamma guai…” Esclamai, aggiungendo per aiutarla: “Ma un posto in camera tua lo troverai, se no mettili nella mia…così se li trova mamma penserà che siano indumenti e lingerie di Flavia…”
“Così mamma prenderà a lei per una troietta…” Mi interruppe ridendo.
Scrollai le spalle, dentro di me ero felice di essere con Giulia, si, di essere un po' il suo magnaccetto in mancanza di Lucio.
Partimmo con la mia utilitaria, e tramite Google Maps nello smartphone di Giulia che ci indicava il tragitto ci avviammo.
Il viaggio continuò nel silenzio per un po’ finché arrivammo al sexy shop poco fuori città, dove avremmo acquistato abitini e lingerie per lei.
“Chissà come cambierò, che aspetto avrò con quel tipo di indumenti e lingerie.” Disse divertita. E io risposi scherzando: “Lucio ti trasformerà da ragazza per bene a donna fatale, sarai bellissima e desiderabile ancora di più.”
“…A prostituta di lusso mi trasformerà!” Aggiunse lei seria.
Mi sentii avvampare di vergogna ma non dissi nulla, decisi di non mentire, mai avrei mentito su quello che volevo da Giulia, oramai era pronta, il cognato di Lucio, Nando l’aveva messa su internet tra le altre prostitute, compresa sua sorella…
Lei arrossì quando le dissi che Lucio l’avrebbe trasformata in una donna fatale. Ascoltava tutto quello che le dicevo e cercavo di essere più preciso possibile. Una volta raggiunta la meta mentre parcheggiavo, stupidamente gli dissi:” Tutto sommato dovresti essere contenta Giulia di fare prestazioni sex work per Lucio, lui non ti crea preoccupazioni e al resto provvedono tutto i suoi parenti.
Scendemmo e ci avviammo, fuori c’era solo l’insegna che si accendeva e spegnava a intermittenza, la porta e le vetrine erano tutte anonime ricoperte di plastica bianca.
Guardavo quella porta con timore e desiderio. Non ero mai stato in un negozio per adulti e la cosa mi creava una piacevole eccitazione, anche Giulia non era mai stata in un sexy shop e anche lei era visibilmente emozionata. Devo dire che il locale si presentava proprio bene, le luci esterne, le vetrine oscurate, sembrava un negozio come tanti altri, con la differenza che sulla porta d’entrata c’era un cartello ben in evidenza che indicava: < Ingresso vietato ai minori di 18 anni.> Con gli orari: < aperto dalle 10 alle 24, orario continuo>.
Tutti e due osservammo il cartello, poi ci guardammo tra noi e sorridemmo, stavamo facendo qualcosa di proibito insieme ed era eccitante per entrambi. Ci sentivamo a disagio davanti a quell’uscio, l’unica cosa da fare era varcare la porta a vetri bianca debitamente oscurata per assicurare la privacy dei clienti.
Sul lato della porta d’entrata c’era un pulsante. Suonai e un delicato suono di citofono scosse l’immobile aria circostante a noi, facendo sobbalzare i nostri cuori, e contemporaneamente si accese una luce fortissima che ci illumino il volto a giorno e notai che era di una telecamera che ci riprendeva. Dopo qualche secondo, sentii il clak dell’apertura della serratura elettrica e con il cuore in gola spinsi la porta a vetri colorati, sobbalzando al tintinnare di un secondo campanello che annunciava il nostro ingresso. Segno evidente che oltre la telecamera per riprendere chi suonava, lo scopo del secondo campanello era quello di avvertire quando fossimo entrati nel negozio, dell’arrivo di un nuovo cliente. Non appena si richiuse la porta dietro di noi, avvertimmo un profumo intenso e una musica inglese di sottofondo dolcissima e sensuale. Appena gli occhi si abituano alla luce diffusa, lasciammo correre lo sguardo ad ispezionare l’ambiente davanti a noi. Giulia era dietro di me.
Sentivo salire l'eccitazione e la curiosità e lo stesso era per Giulia. Era la prima volta che entravamo in un negozio del genere solo per adulti, un sexy shop e con timidezza lo facemmo.
La prima cosa che ci colpì furono le luci non forti ma illuminanti l’ambiente, e l'ordine, tutto era diviso e separato alla perfezione. Dopo l'iniziale smarrimento, dettato più dalla novità di entrare in quel luogo considerato da noi sacrilego, ci guardiamo ancora negli occhi io e Giulia, e d’istinto vergognandoci l’uno dell’altro ci mettemmo a ridere.
Era sera, il locale pareva vuoto, solo qualche figura maschile tra gli scafali che con vergogna furtiva cercava di nascondersi alla vista dell’altro come facevamo noi. Di fronte alla porta di ingresso c’era il bancone al quale era appoggiato il commesso o il proprietario che ci scrutava con aria interessata. Avvicinandoci cercai di inquadrarlo meglio. Era un uomo attorno ai cinquant’anni, un tipo magro nonostante la pancia leggermente prominente, con i capelli grigi, non brutto abbronzato con un paio di baffi e con lo sguardo da pervertito.
Era curato, abbigliato con camicia hawaiana e pantaloni con la riga, con un’aria interessata che mi fece pensare a un attore porno degli anni ’70, il che mi mise un po’ a disagio.
Dal bancone centrale ci guardò con curiosità, vedendo una coppia di ragazzi per bene avvicinarsi, ma non disse nulla.
Avevo il cuore che batteva all’impazzata, mi vergognavo ad essere la con mia sorella in mezzo a tutti quei falli di gomma a vista e lo stesso era per Giulia:” Speriamo che non ci veda nessuno che ci conosce…” Pensai.
Se non fosse stato che intorno a noi c’era tutto quel materiale pornografico, dal nostro stupore e incredulità sembrava che io e mia sorella fossimo entrati nel paese delle meraviglie; il locale era ampio e illuminato quasi a giorno, diviso a settori dagli scafali, e noi ci osservavamo attorno stupiti, sorpresi e soprattutto imbarazzati da quello che vedevamo. Era il luogo dei tabù e delle paranoie mentali fatte per anni dagli uomini e dalle donne… ma era una figata pazzesca.
“Buonasera!” Ci accolse il commesso con una voce profonda e roca, probabilmente graffiata da anni di sigarette. “Come posso aiutarvi?”
Vidi che fissò a lungo Giulia, che accanto a me forse intimidita fece un sospiro dandomi la mano, come facevamo da ragazzini quando eravamo insieme in qualche situazione imbarazzante, solo che ora alla nostra età apparivamo due innamorati.
Considerato l’ambiente mi aspettavo una qualche battuta spinta, da porco consumato, invece i suoi modi furono gentili e quello mi tranquillizzò. Sempre con mia sorella Giulia poco dietro di me, mi feci coraggio ed imbarazzato pronunciai:
“Vorremmo vedere qualche completo sexy e della lingerie per fare un regalo alla mia ragazza…” Mentre Giulia di fianco mi osservava con un sorriso compiaciuto.
“E’ lei la sua ragazza?” Domandò il titolare.
Esitai, non so perché, volevo dirgli di no anche se ci tenevamo per mano, che sarebbe stata una sorpresa per Flavia la mia vera ragazza e che Giulia era solo lì per caso perché mi aveva accompagnato… Ma mentre facevo tutti quei ragionamenti mentali lei rispose:
“Si! ...Sono io la sua ragazza…”
Lui vedendo la nostra tensione sorrise: “Non preoccupatevi, non dovete essere in imbarazzo. Siete nel posto giusto per quello che cercate. Abbiamo dei capi veramente belli e di qualità. “
Poi come a volerci informare aggiunse: “Nei sexy shop non ci sono solo giocattoli sessuali e Dvd, si trova anche roba bella. Vedrete che rimarrete soddisfatti.” E continuando ci esortò:” Fatevi pure un giro, guardate quello che vi interessa e se avete bisogno di me, chiamatemi.”
“D’accordo!” Risposi. Mi voltai e con disagio, precedendo e accompagnando mia sorella ci incamminammo, attraversammo il negozio.
Notai il commesso o proprietario alzare lo sguardo dal computer per posarlo sul culetto ondeggiante di mia sorella, lo guardò con avidità, come un cane che guarda il padrone preparargli la ciotola di cibo quotidiano. I suoi occhi non facevano che scorrere su tutto il suo corpo e per quanto lui mi facesse ribrezzo mi sentii eccitato e affascinato da quel luogo e dal fatto che lui la osservasse con desiderio mia sorella. Ed era una cosa che non mi era mai capitata. Mi resi conto che Giulia pur essendo più giovane di me di un anno, era più spigliata e sicura di sé.
Ci muovemmo a curiosare all’interno sui lati dei vari scaffali tematici, dove al centro si mostrava una gondola con sopra riviste e Dvd porno. Sempre vicini io e Giulia ci guardammo intorno e vedemmo il reparto con dildi, vibratori, palline cinesi e affini, ma decisi che quello era il reparto che mi sembrava il meno adatto per noi da esplorare in quel momento.
La parete destra era coperta da un grande scaffale traboccante di DVD porno di tutti i tipi e soggetti.
“Ma chi compra ancora i Dvd porno nell’era di Internet?” Mi domandai.
Davanti allo scaffale un uomo anziano che non si accorse nemmeno della nostra presenza tanto era impegnato a studiare i Dvd, o almeno a me così sembrò. Con una mano ne prelevò uno e se lo avvicinò alla faccia fissando l’immagine esplicita sulla copertina, di una ragazza che veniva sodomizzata da un uomo, poi lo ripose e ne prelevò un altro. L’altra mano si muove come a giocare con un mazzo di chiavi nella tasca dei pantaloni, ma chiaramente non aveva chiavi in tasca, ma si toccava qualcos’altro in erezione.
Sulla sinistra una serie di scaffali con oggetti di ogni tipo, e ancora falli, vibratori e altri aggeggi di cui come mia sorella, non ne conoscevamo nemmeno la funzione. A destra una serie di manichini lungo la parete indossava la lingerie e i completi intimi che interessano a noi.
Cercammo di muoverci con disinvoltura, ma ancora non ci riuscivamo in modo naturale, eravamo ancora un po’ intimoriti dall’ambiente, oggi guardando a ritroso quel mio comportamento non so dire se era timidezza o vergogna, ma forse semplicemente era dettato da una sorta di finto moralismo di facciata che albergava in noi, in me specialmente da piccolo borghese!
Il tempo di soffermarmi a guardare con curiosità e timore qualche oggetto sugli scafali, che sentimmo il citofono suonare e il clack di apertura della serratura, e vedemmo entrare una donna sulla quarantina, dell’età di mia madre, avvicinarsi al bancone e intrattenersi col commesso che chiamò per nome e a cui si rivolge con benevolenza quasi affettuosa. Mi colpì, più del suo comportamento, l’aspetto e la vaga somiglianza con mia madre e l’eleganza del suo tailleur blu. Gonfio sul seno appariscente e sul sedere, uno dei il più belli che mai avessi visto in una quarantenne. I lunghi e tinti capelli castano scendevano sulla schiena, per condurre l’occhio su quelle rotondità posteriori che attiravano l’attenzione e lo sguardo anche dell’anziano, più dei Dvd che visionava e più di ogni sua fantasia. Capii solo dopo che era una escort anche lei come mia sorella, una sua collega matura in cerca di qualcosa di erotico per deliziare i clienti.
Mentre davamo un’occhiata al negozio ci salutò, e incrociò con lo sguardo, senza far trasparire né emozioni né indifferenza quello di Giulia, non stupendosi affatto che una ragazza così giovane a quell’ora fosse dentro il sexy shop a fare acquisti. Io invece un po’ infantilmente, imbarazzato di essere osservato, distolsi lo sguardo dal suo, mettendo meglio a fuoco alcuni oggetti che avevo preso tra le mani. La guardai a lungo non visto mentre chiedeva:” È arrivata la lingerie che ti ho ordinata!?” Dimostrando una certa conoscenza del titolare.
“Non ancora…” Rispose il venditore e la donna si voltò per guardare qualcosa intorno e curiosare anche lei.
A osservarla tanto per bene in quell’ambiente e sapere che aveva più o meno l’età di mia madre, mi eccitai. A quel paragone mentale con la mia genitrice sentii la vergogna salire e mi aspettavo che da un momento all’altro mi redarguisse facendomi sprofondare, dicendomi…: “Cosa ci fa lei qui? Non si vergogna? E ci ha portato anche sua sorella…!”
Invece avvicinandosi allo scaffale dei dildi e vibratori ne prese uno in mano e con un sorriso che mai dimenticherò mi disse: “Beh, meglio vederli dal vivo! Se non altro fanno un altro effetto…!” E sorrise di più, facendo sorridere anche Giulia. Rimasi decisamente stupito, avendo capito benissimo che cos’era lei, ma la mia educazione e la sincera emozione mi fecero solamente dire: “Scusi?” Come se non avessi capito, mentre Giulia sorrideva del mio imbarazzo.
Oltre ad essere attraente fu anche abile psicologa, avvicinando la bocca al mio orecchio mi sussurrò con fare più che malizioso: “Ma dai…lo sai che parlo dei Dvd e dei dildo…”
La mia sorpresa a quella confidenza e parole sussurrate fu totale. Giulia mi osservava e guardava lei, quella strana donna, una escort, una sex work come lei quarantenne che pareva una impiegata con il suo tailleur, una mamma, una donna qualsiasi. La mia mente era ormai un mix di eccitazione che chiaramente saliva sempre di più a stretto contatto con quell’ambiente erotico, vergogna, indecisione e mille altri sentimenti contrastanti che neanche io capivo. Sorrise e si allontanò e poco dopo la vidi uscire, e poco dopo dietro lei pagando alla cassa e imbustando alcuni Dvd, vidi uscire anche il vecchio con i suoi acquisti.
Noi continuammo a muoverci e avemmo modo di osservare l’esposizione che c’era, ben sistemata e divisa all’interno del negozio, con il bancone a vetri al centro e scaffali a pareti divisori di ambienti a tema tutto attorno, e sulle mensole dominava l’oggettistica sessuale. Praticamente in ogni settore ogni capriccio erotico era stato ben considerato, alcuni con giganteschi dildi di ogni foggia e tipo, cazzi in gomma anali, strapon, palline vaginali, vagine di plastica... Altri settori con frustini, body in latex, manette, collari, palette per sculacciare, e altri ancora con manichini, biancheria intima, bambole gonfiabili, creme, preservativi con creste di gomma, oli profumati, pillole rigeneranti e molto altro ancora. In quell’ambiente io e Giulia eravamo vergognosamente rapiti, intenti ad ammirare quella incredibile gamma di oggetti sessuali creati per dare piacere.
Il titolare ogni tanto alzava il capo e ci osservava e noi continuammo a girare.
Avevamo davanti lo scafale del dildo e partimmo da lì, prima a iniziare a osservarli da distante, poi ci avvicinammo e lo feci con calma e Giulia dietro me, anche lei a disagio e imbarazzata. Ce n’erano veramente di tutte le misure ed alcuni erano così grossi che ebbi un brivido pensando che una donna lo ricevesse in vagina. Lo guardò anche Giulia e fece una faccia stupita e incredula, vicino c’erano manifestini pubblicitari di donne che se lo infilavano nella figa e nel culo. Li guardammo ed esclamai:” Roba da non credere…” Giulia rise. Sembrava un gioco, la guardai e pensai a lei, sperando che mai e che in ogni caso sarebbe andata a finirle così. Dopo aver curiosato, osservato e toccato vidi Giulia dirigersi in un altro settore dicendomi:” Lascia stare queste cose…”
E andammo in quelli degli abiti e della lingerie, dove oltre gli scaffali, manichini mettevano in mostra gli indumenti.
“Hai già qualche idea su quello che vuoi?” Le chiesi.
“Mah, sono indecisa vorrei qualcosa di sexy e sensuale, ma anche qualcosa di trasgressivo che piaccia anche a voi maschietti!” E sulle ultime parole della sua frase, il suo sguardo luccicò… e guardandomi mi fece un sorriso.
Eravamo stupiti e stupefatti del tipo di abitini e lingerie che c’erano.
Subito Giulia, come se fosse in un negozio normale, dopo aver osservati i capi e gli indumenti sui manichini si portò nello scafale vicino, prese una scatola, la aprii e tirò fuori un completino, reggiseno, perizoma, calze e autoreggenti blu notte brillante, e li appoggiò su un tavolino di fianco, messo appositamente per vederli meglio.
“Guarda!” Esclamò:” Questo è veramente bello, adatto per sedurre con classe…” E toccandolo mi esortò:” Senti il tessuto …” E appena lo tastai, ad avvertire quella stoffa così peccaminosa e sensibile tra le dita e in quel luogo mormorai:
“Trasmette brividi alla schiena. Questo dovrebbe starti bene, piacerà senz’altro anche a Lucio. Così eviterai di prenderti qualche altro schiaffo…” Dissi sorridendo.
E lei di risposta pronunciò:” A te piace?... Me lo vedi addosso? “
Era assurdo, mi stava chiedendo se mi piaceva quella lingerie erotica addosso a lei che era mia sorella. Ero sorpreso da quella domanda e borbottai:
“Si certo, sei bella ed erotica… e sexy.” Aggiunsi nel finale.
“Perché mi vedi anche tu sexy ed erotica come gli altri…?” Domandò.
Sudavo, complice quell’ambiente esaltante e quegli articoli e lei che mi faceva quelle domande assurde e provocatorie, non so con quanta malizia o ingenuità lo chiedeva. Il cuore mi batteva fortissimo e risposi dicendo la verità.
“Certo, quando non ti guardo come sorella e ti vedo come ragazza qualunque ti trovo seducente anch’io Giulia, sei bella e il fatto che sei mia sorella, non mi impedisce di apprezzarti eroticamente e sessualmente …” Mi fermai nell’impeto stavo per dire una parola che non volevo sentisse da me. Ma lei maliziosa continuò:” e… dai finisci la frase.” Mi sollecitò sorridendo.
E allora facendomi coraggio finii l’espressione di quella frase:” …e desiderabile…” Pronunciai terminando, forse arrossendo anche in viso che sentivo caldo. Anche lei fu imbarazzata dalla risposta e mi chiese:” Perché anche tu come gli altri mi desideri? “
A quelle parole come se fosse un gioco risposi:” Ti devo dire la verità o mentire?”
“La verità Adriano!” Ribatté.
“Si, a volte ti desidero anch’io quando ti vedo come ragazza qualunque e non come sorella.” Lei restò in silenzio forse sorpresa da quella mia verità, poi mormorò con altrettanta malizia e curiosità:” Ma intendi sessualmente?”
“Si!” Affermai muovendo il capo imbarazzato e vergognandomi di dirglielo.
Lei abbozzò la smorfia di un sorriso. Sembrava che a dire la verità, essere consapevoli di quella realtà fosse calato il gelo su di noi a scoprire la sincerità. Alche io per toglierci dall’imbarazzo allungai la mano e staccai dallo scaffale appeso ad esso con l’appendino la prima cosa che mi venne tra le dita e presi un tanga e glielo allungai con la mano dicendo:” Cosa ne dici di questo?”
Lei mi osservo, strofinò tra l’indice e il pollice il poco tessuto anteriore che aveva dicendo:
“Come tessuto e buono, non è solo nailon c’è del cotone. Ma questo non mi copre neanche la micina.” E sorrise.
Era tutto assurdo, la stavo aiutando a scegliere indumenti sexy per potersi prostituire con più seduzione.
Lei guardò ancora e prese altra lingeria in mostra e disse:” Anche questi sono belli Adriano… guarda questi rifinimenti di pizzo, sono veramente eleganti” Esclamò.
“Ma io di questi particolari non mene intendo Giulia...” Risposi.
Lei continuò a osservare la lingerie con molta cura, ispezionando ogni singolo dettaglio, la vidi soffermarsi sulle calze passandosele diverse volte aperte sulla mano ed anche sul viso per sentire la delicatezza del tessuto e la trasparenza.
“Molto belle, ma le altre scatole cosa nascondono?” Chiese lei guardandole con un pizzico di curiosità.
“Aprile!” La esortai come se fosse un gioco tra di noi.
Lei ne prese una e la aprì e dall’interno tirò fuori indumenti molto più sexy.”
Stavamo osservando il contenuto quando sentimmo una voce dietro che ci spaventò e ci fece soprassalire, era quella del commesso o titolare che venuto via dal bancone era giunto a vedere cosa facevamo. “Posso aiutarvi?”. Domandò.
Io emozionato mi bloccai, non sapevo che dire, fu Giulia che prese in mano la situazione: “Volevamo dare un'occhiata, stavo cercando un completino intimo per me”.
E cercando tra gli scaffali le disse:” Adesso vediamo di trovare quello che le piace signorina!” E voltandosi verso di lei, che stava a sbirciare nel negozio aggiunse: “Preferisce, completini con il reggicalze oppure per le autoreggenti?”
È indifferente, il reggicalze è classico, ma preferisco le autoreggenti che sono giovanili, anche se mi stringono sulle cosce!” Rispose sorridendo nascondendo l’imbarazzo di quel colloquio. Quell’uomo iniziò a cercare tra le scatole giuste e dopo qualche minuto si voltò a lei con tre confezioni di completini intimi:
“ Questi sono gli ultimi arrivi… credo che siamo l’unico store di Roma ad averli.” E fu lui ad aprire la prima dicendo:” Con il corpo che ha, qualsiasi cosa che indossa le starà bene!”
In quel frangente si dimostrò molto professionale anche se non smetteva di sogguardare su Giulia, ci spiegò come erano divisi gli indumenti sullo scafale e dove trovare l'abbigliamento che cercavamo, e inoltre ci disse dov’erano il camerino di prova, quasi difronte allo scafale, con sgabello e specchio interno a muro e una tenda nera per chiusura. La sua disponibilità e gentilezza rese tutto più semplice e i timori che avevamo quando entrammo, scomparvero lentamente lasciando spazio all'eccitazione e al divertimento.
E mentre lui cercava tra altre scatole dello scaffale, sussurrai a Giulia: “Fortuna che hai risposto tu, non sapevo che dire.”
“Ho visto che eri in confusione…” Mormorò ridendo e aggiungendo, “Ci ha scambiati per una coppia di fidanzatini, non sa chi siamo.” E fece un’altra risatina stupida sottovoce.
La seconda scatola che quell’uomo aprì conteneva un babydoll rosso trasparente:” È come questo!” Esclamò mostrandocelo su un manichino. Partiva dall’altezza del seno e poi scendeva giù fino a coprire il perizoma che indossava il manichino, era semi trasparente e presentava delle rose rosse ricamate, sul bordo superiore, inoltre il perizoma era ad allaccio lateralmente.
E rivolgendosi a me il titolare chiese:” Gli piace?”
“Si!” Risposi:” È molto bello e sexy…”
“E di materiali buoni …” Aggiunse lui. E rivolgendosi a Giulia pronunciò:
” A visto!? Al suo ragazzo piace, lo provi se vuole, potrà indossarlo quando andate a letto...”
Mi aveva preso per il ragazzo di mia sorella, come se fossimo una coppia di fidanzatini e sia io che Giulia non gli dicemmo nulla, soprattutto ci guardammo bene dal dirgli che eravamo fratello e sorella.
Poi rivolgendosi a me dandomi del tu e diventando volgare disse sorridendo:
“Questo se glielo vedi addosso te lo fa diventare duro subito...” Proseguendo:” Già la tua ragazza è bella di suo. Con questo indosso diventa una bomba. Vi farete delle chiavate indimenticabili.”
A quelle parole io e Giulia ci guardammo in silenzio sorridendoci con gli occhi. Assurdamente mi faceva piacere quell’equivoco, che considerasse mia sorella la mia ragazza.
Quella condizione di quell’errore di non saperci fratello e sorella, ma di scambiarci per fidanzati, per una coppia, mi eccitava e credo eccitasse anche a Giulia.
Per fortuna tranne il proprietario ipnotizzato dal corpo di Giulia, non c’era nessun altro nel negozio. Ci mostrò i completi più osé, erano veramente belli e c’era l’imbarazzo della scelta.
Il commesso aprendo le scatole ce li illustrò nei minimi particolari, era evidente che aveva esperienza e se ne intendeva di abbigliamento hard. Cercava di capire i gusti di Giulia, le parlava dei tessuti, della vestibilità e di come le sarebbe caduto una volta indossato, le parti del corpo che avrebbe evidenziato e quelle no. Selezionava le taglie e i colori sulle confezioni messe in ordine nei ripiani. Devo ammettere che la sua passione e la sua professionalità mi colpivano e cambiavano i miei pregiudizi nei confronti dei sexy shop, era gentile, non so quanto se per la vendita o per Giulia. Comunque quelli mostrati erano tutti indumenti che lasciavano poco all’immaginazione.
“Vedrai questi le staranno benissimo.” Sussurrò sorridendo porgendogliene alcuni, reggiseno e perizoma.
” Per fortuna non c’è gente Giulia…” Pronunciai io per tranquillizzarla: “Il vecchio e la signora quarantenne sono andati via…”.
Quell’uomo vide l’incertezza di mia sorella alla situazione e il suo interesse agli indumenti e pronunciò: “Su lo provi vedrà che le starà bene, lei ha un bel corpicino …”
Subito gli mise davanti e contro il torace il reggiseno, per misurare le lunghezze, e la dimensione delle coppe, lei come le aveva insegnato mamma quando facevano acquisti di stoffe e indumenti intimi, accarezzò con le dita come aveva fatto con i capi precedenti il tessuto per sentirne le sensazioni che trasmetteva e subito con un po' di imbarazzo rispose: “Si, è di buona fattura!”
“Provi questo!” Esclamò il titolare:” Vada nello spogliatoio con il suo ragazzo…” Giulia prese il primo abitino con un completo di lingerie. Erano un reggiseno e perizoma dello stesso colore. “Li provi!” La esortò.
“Dove?” Rispose lei
“Nel camerino… “E prima che lei chiedesse qualcosa, lui deciso esclamò:” Prego mi segua, è da questa parte.” Facendole strada con la mano.
Prima di entrare nel camerino, togliersi il suo abito e provare gli altri indumenti lanciò un’occhiata verso la tenda per accertarsi che non ci fosse nessuno.
“Ho paura da sola in questo ambiente resta anche tu!” Mi sussurrò all’orecchio avviandosi.
“Va bene!” Risposi e la segui.
Una volta giunti davanti al camerino, conoscendo la psicologia dei clienti che entravano per la prima volta in quell’ambiente, il titolare esclamò:” Vi lascio soli così potrete osservare e fare con calma…” E si allontanò.
Dinanzi allo spogliatoio io aprii la tenda facendo scorrere gli anelli superiori sull’asta di metallo che la teneva. L’interno era di un metro per un metro, ci stava solo una persona, c’era una panca nella parete di fronte e uno specchio a muro lateralmente e nell’altra una riga di attaccapanni per appendere gli indumenti da provare.
Entrò nel camerino con l’abitino e la lingeria in mano e si guardò nello specchio e io mi misi dietro a lei. La luce sul soffitto la colpiva dall’alto donandole un effetto candido ma erotico. La osservai… rimasi esterrefatto, aveva un fisico da ninfa dove risplendeva la folta capigliatura liscia e bionda, mostrando degli occhi profondi. Era vestita normalmente, indossava dei sandali bianchi in un vestito color verde acqua marina a fiorellini a maniche corte, a gomma larga e lunga che le arrivava alle ginocchia coprendole. Le copriva anche il decolté davanti, lasciando intravvedere le forme giovanili, lasciando però tutto solo all’immaginazione. Giulia appoggiando e presentandosi di nuovo il miniabito sul corpo, si osservò nello specchio alla parete con uno sguardo fiero di sé stessa, ammirandosi sembrava che la sua autostima aumentasse. Il vestito lungo color acqua marina a fiorellini le donava veramente molto, un candore e un perbenismo che stonava con quel luogo e inoltre dava un giusto contrasto con la sua pelle dorata dall’abbronzatura. Quello che vedevo riflesso nello specchio era una visione meravigliosa, i lunghi capelli biondi che incorniciano il suo viso giovanile da diciannovenne le scendevano sulle spalle e la schiena, il suo sorriso era smagliante con denti bianchi e perfetti.
“Che misura hai di seno Giulia?” Ebbi il coraggio di domandare osservandola spogliarsi.
“Quasi una terza, e non ne sono tanto orgogliosa spero che cresca ancora… Lucio ha detto che se non aumenta tra qualche anno me lo farà rifare come sua sorella, una quarta abbondante.” Affermò.
“Be non staresti male… quello di sua sorella è un bel seno, le sta bene.” Mormorai assurdamente eccitato che a Giulia la trasformasse anche fisicamente. Poi lei si guardò l’addome incavato…
“No quello no!” Dissi:” Non hai un filo di pancia… è piatta.”
Sorrise compiaciuta:” No questa no…!” Ripeté appoggiandoci la mano sopra.
Sorrisi anch’io e tramite lo specchio ci guardammo negli occhi. E per toglierle l’ansietà ripetei per tranquillizzarla.
“Stai tranquilla Giulia, siamo soli io e te e il commesso che è al bancone, che lo chiamiamo solo se abbiamo bisogno e il vecchio e la signora sono usciti poco fa, li ho visti io…” Ripetei
“Lo so che non ne ho motivo di agitarmi con te Adriano, ma in quest’ambiente ho la sensazione di essere sempre osservata e questo mi mette ansia.” Borbottò.
Si, era vero, quel luogo metteva ansia anche a me, ma allo stesso momento la possibilità di essere spiata la faceva eccitare così come a me.
In quello spogliatoio eravamo tutti e due imbarazzati, io a vedere mia sorella spogliarsi e lei a farlo davanti a me. Era lì, ancora non aveva iniziato a spogliarsi, si stava guardando allo specchio dandosi un’aggiustatina ai capelli. Dopo neanche un minuto, inizio a svestirsi, per prima cosa si sedette sulla panca e tolse i sandali, rimanendo a piedi nudi, e vedendoli senza nessuna calzatura erano ancora più belli, perfetti e ben fatti. Si alzò e girò verso di me e mi fece tirare giù la cerniera del vestito sulla schiena, che appena fu aperta completamente le scivolò dalle braccia e le cadde dai fianchi a terra, restando in mutandine e reggiseno. Io la vedevo sia di dietro che davanti, essendo la parte anteriore riflessa nello specchio e lei vedeva me, suo fratello osservarla nelle sue forme e nudità, imbarazzato ma eccitato.
Era sola con mutandina e reggiseno bianco, circondata dalla sua pelle d’orata... aveva un’abbronzatura perfetta, il suo culo, quel culo che avevo visto sodomizzare da Lucio, era perfetto, ne piccolo ne grande nonostante fosse stata già inculata da lui e a volte praticasse la sodomia anche con alcuni clienti. Era uno di quei culi che quando li vedi davanti ti diventa duro all’istante… e lei era lì davanti a me, allo specchio ad ammirarsi... ed a sua insaputa a farsi ammirare da me sia davanti che dietro, la schiena e il suo magnifico culetto.
In mutandina e reggiseno la guardai e lei fece lo stesso, se ne accorse che osservavo, ma non mi disse di chiudere la tenda, restando girata dandomi le spalle e il sedere, si tolse il reggiseno facendo scorrere le spalline sulle braccia fino a staccare le coppe dalle giovani mammelle, che sobbalzarono fuori sensualmente, ondulando per un paio di secondi per poi fermarsi. Era uno spettacolo, le stavano bene nonostante non fossero molto evidente per la giovane età. I capezzoli e le areole erano ben proporzionati per le sue mammelle.
Si guardava allo specchio sorridendo, soppesando con una mano prima una tetta poi l’altra come se fossero più voluminose, davanti a me riflessa nello specchio. E davanti a quella scena il mio pene inizio a gonfiarsi velocemente.
Giulia vanitosa si soppesava il seno veramente con delle mosse sensuali, come se provasse o si allenasse a farlo davanti ai clienti. Poi passo le dita prima intorno e su un capezzolo e poi l’altro…probabilmente come le aveva insegnato a fare Claudia la sorella di Lucio e a quel tocco le vennero duri come due pietre e sporgenti come chiodi, apparendo riflessa nello specchio senza reggiseno. Aveva i capezzoli turgidi, sapeva che la osservavo e di sfuggita ci scrutavamo negli occhi tutti e due imbarazzati ma senza che nessuno dicesse all’altro, di non guardare o chiudesse la tenda.
Il cuore mi batteva all’impazzata e sentivo il volto accaldato. Prese le mutandine per l’elastico e le tirò giù fino ai piedi, e nel farlo, piegandosi a novanta gradi, spinse il sedere nudo indietro verso me, che lo guardai e osservai nella sua rotondità perfetta. Era lo stesso culo che la settimana prima avevo visto inculare da Lucio… Feci un respiro, che forse era più un sospiro profondo, ero sudato e eccitato e avevo l’erezione dentro i pantaloni.
Lei si tirò su nuda, riflessa nello specchio e per un attimo la vidi nella sua bellezza completa, con la figa depilata, solo la sua fessura dischiusa tra le grandi labbra vaginali. Fu un attimo come una scossa cerebrale, un lampo che illuminava tutto, e lei subito prese il completino di lingerie e abbassandosi si mise il mini perizoma con il triangolino sul sesso e la stringa dietro nel solco intergluteo, tra le sue belle natiche sode, assestandosi fino a farla sparire in esso. E subito si mise il reggiseno a balconcino che le alzava e spingeva in fuori le sue giovani e minute mammelle a vista, sostenute dal tessuto anche se non ne avevano bisogno, con i capezzoli ancora più turgidi di prima. Non riusciva ad agganciarlo dietro e chiese a me:
“Me lo puoi agganciare tu Adriano per favore?”
Non si era mai fatta agganciare un reggiseno da me, nemmeno a casa e non capivo perché voleva che glielo facessi in quella situazione.
Con le mani tremanti presi i due capi e senza volerlo per chiuderli con le dita le toccai la pelle ebbi dei fremiti, ma lo agganciai.
Sapeva che la osservavo anche se facevo finta di non farlo, ero eccitato e credo che lo fosse anche lei a provocarmi vista la turgidità dei capezzoli.
Al termine si avvicino allo specchio riguardandosi con orgoglio e superbia, poi si voltò verso di me dicendo. “Eccomi, cosa ne dici, ti piace?”
Ci guardammo negli occhi prima, e subito dopo abbassai lo sguardo e l’ammirai.
Avevo il cazzo duro e credo che se ne accorse anche lei e balbettai qualcosa dalla reazione che mi fece, o forse farei meglio a dire dall’erezione…:” Sei bellissima Giuly. Mormorai.
Ci guardammo ancora:” Sei emozionato?” Mi domandò.
“Come si fa a non esserlo davanti a te così seducente …” Risposi, e iniziammo a ridere.
“Dai proviamo qualcos’altro.” Dichiarò.
Erano minuti di fuoco per me, anzi quasi una sofferenza. Giulia continuava a cambiare vestitini e lingerie davanti a me che avevo modo di osservarla anche nuda. Era' uno spettacolo incredibile. Non sapevo più come fare. Sentivo tra le gambe il mio pene diventare sempre più duro e premere contro le mutandine e i pantaloni. A quell’ora ci sentivamo completamente a nostro agio, non c’era nessuno nel sexy shop, solo noi e il proprietario era al computer, faceva i conti chiudendo la giornata. Eravamo al punto che nel cambiarsi non chiudevamo nemmeno più la tenda dello spogliatoio e mi potevo godere tutta la sua bellezza ed eroticità...
“Se mamma sapesse che indossi questa biancheria intima guai… le verrebbe un colpo!” Dissi sorridendo.
“Non se ne accorgerà, non lo saprà mai…” Ribatté:” A casa sarò sempre la ragazza seria che conosce… a meno che qualcuno non glielo dica…” Mormorò con un sorriso.
“Da parte mia puoi stare tranquilla Giulia, sai che io sono sempre dalla tua parte…” E sorridemmo entrambi.
Era scalza e mi chiese:” I sandali dove sono? Dovrei provarli assieme ai vestiti.”
“Aspetta!” Risposi:” Facciamoci portare anche qualche calzatura.” Chiamai il proprietario di mia iniziatica che alzò la testa, gli feci cenno e lui si avvicinò:
” Avete bisogno? “Domandò, mentre guardava Giulia che in un sussulto di pudore era entrata nel camerino rivolta a noi, coprendosi per la vergogna con la tenda nera dal seno fino alle gambe, non pensando che la parte posteriore, la schiena, il suo bel culetto e il retro cosce affusolate erano riflesse nude sullo specchio interno e il titolare le vedeva benissimo ammirandole.
“I sandali?” Domandò il proprietario.
“Si.” Risposi io.
“Abbiamo sandali, scarpe e stivali. Che numero ha signorina?” Le chiese
“Trentasette…” Rispose Giulia sicura di essere protetta dalla tenda che anteriormente nascondeva le sue nudità, ma non posteriormente, e il proprietario si allontanò.
Tornò poco dopo con varie scatole impilate guardò l’etichetta a lato, ne aprì una e tirò fuori un paio di scarpe rosse lucide con tacco a spillo.
“Queste dovrebbe andare bene, intonarsi con l’abitino. Lo provi signorina!” Le disse.
Lei guardò me che annui con il capo. Il proprietario allora si avvicinò dicendo:” Ora gliele metto si sieda…”
Ma lei non volendo farsi toccare da lui che non gli piaceva, esclamò:” No me li mette mio f…” E si fermo subito a quella effe, stava per dire fratello. Ma il proprietario capendo e interpretando male rispose:” Ho capito preferisce che gliele metta il suo fidanzato.”
“Si!” Affermò Giulia guardandomi.
“Si glieli metto io.” Esclamai avvicinandomi, mentre lui forse deluso rispondeva:
” Va bene…va bene…!” Allontanandosi e tornando al bancone.
Impazzii quando si provò un micro perizoma a perle. Mi immaginai quelle perline infilarsi nella sua figa, dentro la fessura vulvare. Oppure quando indossò una minigonna in pelle cortissima, talmente mini che le copriva appena gli inguini e dietro rendeva ancora più fantastico il suo splendido culo. Era così corta che nei movimenti camminando le saliva su fino a permettermi di vedere le mutandine o la sua figa se non le aveva.
Ormai ero in preda all'eccitazione più completa. La desideravo, la volevo, bramavo a chiavarla anche se era mia sorella. Avevo il cazzo che esplodeva. Il tempo passava ed era già da oltre un’ora che provava e riprovava vestiti, lingerie e scarpe senza sentirsi affaticata.
Le passai un capo, era un vestitino di pizzo bianco, cortissimo ma molto carino…se lo infilò e si guardò allo specchio: “Davvero niente male!” Mormorò. Era aperto dietro lasciando la schiena nuda, arrivava sui lombi e lasciava scoperta la parte superiore del sedere, sul davanti era poco più giù degli inguini, lasciandole le gambe completamente scoperte. E aveva una scollatura super, che lasciava fuori la parte superiore delle mammelle… gli stava proprio bene, era molto sexy.
“Guardati come sei bella e provocante… sembri un’altra …Con questo i tuoi clienti impazziranno.” La adulai.
Lei sorrise compiaciuta segno che le aggradava il mio giudizio.
La feci uscire dal camerino e camminò su quelle scarpe rosse sculettando con il proprietario sempre al bancone, dietro il monitore che se la mangiava con gli occhi, dopo aver guardato bene il suo corpo, con l’intimo in trasparenza dal vestito, disse solo:” È un incanto la tua ragazza… “
Ma Giulia esclamò: “Vediamo anche gli altri prima di decidere.”
Così rientrata nello spogliatoio e tolto l’abitino guardammo cos’era l’altro indumento…un corsetto in seta tutto ricamato rosso. Ricordo che pensai:” niente male…”
Aiutata da me tolse anche il reggiseno a balconcino e cambiò il perizoma con uno più sexy e se lo infilò con qualche difficoltà in quanto era davvero stretto… ma era come se non l’avesse.
Era un filo in mezzo al sedere e poco più largo sul davanti, e a stento conteneva la sua vulva depilata, mormorando lei:” Meno male che non ho i peli, se no fuoriuscirebbero da tutte le parti.” Si guardò il pube e toccò la pelle liscia mormorando: “Se ci fossero i peli guai!”
“Si Giulia…! Oramai dovrai sempre rasartela completamente e se non lo vorrai fare tu te lo farà la sorella di Lucio che oltre una escort, è una brava estetista, senza peli è anche più igienico…” Affermai. Nessuno dei due disse qualcosa.
Mentre sopra, quel corpetto a body sosteneva il seno ma lo lasciava completamente scoperto, cambiò anche scarpe, ne mise un paio bianche con tacco da dieci e uscì dal camerino a provare a camminare, con quell’uomo che dal bancone la guardava insistentemente, diventando suo malgrado rossa in viso come un peperone.
“Girati su te stessa Giulia…” La sollecitai. E lei divertita, come al gioco della modella, sorridendo fece una piroetta per farmi vedere bene, con il sedere quasi nudo e le tette libere, che per l’eccitazione di indossare quella lingerie e quegli abiti, avevano due capezzoli sempre più duri e lunghi come matite che uscivano fuori.
La guardai pensando:” Piace anche a lei mostrarsi, esibirsi…” E sorrisi.
Adesso prova l’altro…” La sollecitai
Così rientrammo in camerino e mentre lei toglieva il corpetto e il perizoma, io presi in mano un altro indumento era un due pezzi! Avrebbe dato un bello spettacolo, e sinceramente non vedevo l’ora che lo indossasse!
Ero certo che in quel gioco di spogliarsi e vestirsi con quegli abitini hard fosse eccitata anche lei e me la immaginavo con le labbra della vagina umide, e all’interno calda e bagnata con il clitoride già gonfio.
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