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STORIE E RACCONTI EROTICI

VIETATI AI  MINORI DI 18 ANNI

All Right Reserved 2022

L'AMICIZIA VELENOSA

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VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI.

Note:

 

    “L'incomprensione tra le persone è simile a un percorso in un labirinto: più ci si addentra per trovare la via d'uscita e più ci si ingarbuglia.”

    Emanuela Breda

 

CAP. 12 SCONVOLGENTE SCOPERTA.

 

In quegli ultimi giorni di agosto e le prime settimane di settembre tutto a parte la situazione di Giulia sembrava proseguire normalmente e quello accaduto finire nel dimenticatoio dei ricordi belli o brutti che fossero.

I giorni e le settimane proseguirono e passarono, seppur a fatica riprendemmo la vita normale, la famiglia, l’iscrizione universitaria, lo sport… le amicizie di prima.

Io lasciai perdere per sempre Lucio, non lo cercai più, né lui dopo le prime settimane di chiamate a vuoto e messaggi non risposti cercò più me, forse aveva timore che lo denunciassimo. Anche se devo ammettere che sotto alcuni aspetti mi mancava la sua amicizia, specie in quei momenti morbosi che continuavo a vivere nonostante quello che era accaduto. 

Per me quello accaduto fu un tormento dal punto di vista sessuale!

Voi vi chiederete se nei miei momenti di intimità masturbatoria pensassi ancora a mia sorella con lui? Ebbene la risposta è sì. Era più forte di me, quando mi eccitavo per un qualsiasi motivo, come un pensiero intrusivo compariva con violenza nella mia mente lui e Giulia e non era controllabile e allontanabile. Arrivava con prepotenza e rivedevo quelle scene sotto al ponte, di Lucio che la possedeva e la oltraggiava in viso con il suo sperma e io chiuso dentro il bagno di casa o in camera mia, facevo lo stesso con la fantasia… E mi masturbavo in preda a una esaltazione maggiore di prima, quasi in preda a un raptus. Poi al termine, dopo aver eiaculato e aver goduto fantasticamente nella masturbazione, lo odiavo, lo detestavo perché mi compariva sempre in mente, e perché si era chiavato ma sorella. E mi arrabbiavo con me stesso perché nonostante l’accaduto e ciò che aveva fatto a Giulia, fantasticavo ancora di lui e mia sorella assieme nonostante quello che era successo. 

 Poi, al termine, nella fase post-orgasmica, disprezzavo anche me stesso, mi facevo schifo a dover pensare ancora Giulia con lui per eccitarmi, per avere e completare la mia sessualità ormai di ventenne. Era come una dipendenza sessuale, una idea fissa, una ossessione e dopo, passato quel momento di crisi masturbatoria finiva tutto, tutto tornava come precedentemente alla vita di prima. Ma l’odio verso di lui che detestavo aumentava sempre, non solo per avere abusato di mia sorella, ma anche perché mi aveva tradito nella fiducia, nell’amicizia e incideva nella mia sessualità, perché l’aveva alterata e modificata e continuava a piacermi pensarlo e immaginarlo sessualmente sempre con Giulia. E incolpavo lui, Lucio anche di quello, e della disapprovazione e disistima che provavo per me stesso, che ormai mi reputavo un morboso ad avere certi desideri.

Ma come dicevo, al di là dei pensieri era tutto normale o almeno pareva.

 

A metà settembre avvenne quello che era già nell’aria ma che né io e Giulia mai ci saremmo aspettati, i nostri i genitori litigarono seriamente e si separarono. Papà un pomeriggio rientrò in anticipo da un viaggio di lavoro per delle ordinazioni, mamma ci disse invece che papà aveva fatto finta di partire e andare a svolgere il suo lavoro di rappresentanza fuori regione e invece tornato indietro e la seguì. Comunque sia, fatto sta che la vide andare da questa sua amica, che come supponevamo già io e Giulia, non era un’amica ma un amico, un suo collega di lavoro cinquantenne. Mio padre non aspettava altro per separarsi e tornarsene al nord dove anche lui aveva la sua amica- amante e non fecero niente per riconciliarsi, anzi dopo la lite accettarono di comune accordo di separarsi. Naturalmente io e Giulia pur vedendoli litigare spesso, non eravamo assolutamente preparati alla loro separazione e restammo sconvolti. 

Papà ci chiese se volevamo andare a vivere con lui al nord, cosa che rifiutammo tutti e due e restammo con mia madre, primo per il legame materno che ci avvolgeva a lei, poi perché sia io che Giulia nel loro litigio prendemmo le parti di mia madre e anche perché non volemmo lasciare Roma per Verona. Devo dire che papà ci chiamava ogni giorno e ancora adesso lo fa ogni due e tre giorni e comunque dal punto di vista economico non ci fecero mancare mai nulla, ma da quello affettivo purtroppo sì.

Così iniziammo a vivere in tre, io Giulia e mamma, i mesi più duri furono ottobre e novembre, sia per quello accaduto sessualmente a Giulia che doveva riprendersi dell’abuso e della perdita della sua verginità, sia per il trauma di vedere nostra madre lasciare nostro padre e mettersi con un altro uomo. Lo ammetto, sapere che a mia madre se la chiavava un altro uomo che non era mio padre e godesse con lui, mi mandava in bestia… lo stesso penso a Giulia.

Le prime settimane di settembre tutto si attenuò, si accettò da parte nostra la situazione della separazione, mamma ci parlò di questo suo nuovo compagno e comunque non andò mai a vivere con lui restando con noi. Si chiamava Sergio.

Mamma da brava donna borghese non lo portò mai a casa nostra, o almeno non quando c’eravamo noi. Si vedevano fuori, andavano a cenare assieme, a volte si assentava anche di notte dormendo da lui e in alcuni week end con il nostro accordo, andava con quel Sergio restando fuori due giorni. Ci chiamava sempre al telefono per sapere come stavamo, se ci arrangiavamo, se avevamo bisogno di qualcosa. Quella dii mamma era una relazione distaccata come ce ne sono molte, per le apparenze viveva con noi, con i figli a casa propria, ma per il resto fuori viveva la sua vita, anche sessuale con lui.

Il due settembre quando Marco rientrò dalle ferie, Giulia si rivide con lui... certo, per lei non era più come prima dopo aver perso involontariamente la verginità, ma continuarono a frequentarsi, amarsi a loro modo rispettandosi, uscendo insieme e vivendo la loro vita pulita di fidanzatini, Giulia era molto innamorata di Marco e lui di lei. 

Soltanto mi parve che a novembre, dopo due mesi che erano ritornati insieme lei fosse divenuta più cupa, seria, come distaccata da tutto quello che la circondava. Non era più la Giulia discorsiva con il sorriso sulle labbra come prima, ma era diventata riservata, era meno loquace e allegra, parlava poco e in alcuni momenti era chiusa in sé stessa.

Sia io che mia sorella in quel periodo vivevamo il dramma che vivono molti ragazzi, quando i genitori dopo vent’anni di matrimonio si separano. Giulia soprattutto che era molto legata a papà, oltre al suo dramma personale di quello che le aveva fatto Lucio, associò la delusione di vedere la nostra famiglia disgregarsi. Io per quel che potevo, sapendo il suo segreto le stavo vicino, ma andò in crisi lo stesso, ebbe una forma di esaurimento lieve, che anche mamma pensò fosse causa della sua separazione da papà e dalla frequentazione del suo nuovo compagno Sergio, e quindi qualcosa di passeggero. Invece Giulia viveva un terzo dramma interiore che in seguito narrerò.

Anche a casa con me non parlò più di quello che le era accaduto, sembrava voler dimenticare tutto e forse riuscirci e io per scaramanzia, non le chiesi più nulla per paura di accenderle il ricordo e il suo interesse di conoscere di più di quell’accadimento ignobile di quella sera. Non l’avevamo di certo dimenticato, ma come si dice in psicologia, lasciammo tutto in sonno in un angolo della nostra mente. Ma lei da quel mese di novembre era cambiata, l’avevano percepito anche i genitori parlandone tra loro, non era più la ragazza di prima, era spesso pensierosa e con un velo di tristezza e malinconia sugli occhi, tanto che papà la invitò su al nord con lui per il periodo natalizio. Ma lei non volle andarci, ci andai invece io al suo posto, venti giorni tra il 20 dicembre e il 10 gennaio, lasciandola in quel periodo sola a Roma con mia madre.

Mamma non conoscendo intimamente la causa del suo malessere, pensava che fosse una manifestazione giovanile e si limitava a considerare che fosse nell’età del cambiamento, che stava diventando donna e che inoltre era dovuto anche alla sua separazione e che per questo era così svogliata e chiusa in sé stessa, non conoscendo il suo dramma. E anch’io nelle ultime settimane pensavo a quello. 

Ma seppur incupita, introversa e riservata, vivevamo la nostra vita di tutti i giorni.

 

Come dicevo sopra in alcuni momenti le prime settimane, soprattutto all’inizio, l’intenzione di chiamare Lucio da parte mia e di riparlargli c’era sempre, ma avevo il timore che mi ricattasse per quello che era accaduto con mia sorella e quindi preferii lasciare perdere. 

In quelle settimane e mesi che passarono, indirettamente mi dedicai a Giulia, le volevo molto bene e auspicavo dimenticasse tutto in fretta e non pensasse più né a quello che le era accaduto, né ai nostri genitori, e che dopo la laurea, si sposasse finalmente con Marco il suo amore. Ripresi a frequentare la mia vecchia compagnia e mi feci delle amicizie nuove e presi a frequentare loro, non volli più rivedere Lucio e non lo incontrai mai più.

Mia madre in quel periodo visto il dispiacere per la situazione della separazione, divenne permissiva con noi, soprattutto con me, potevo rientrare tardi a casa la sera, andare anche alle trasferte fuori regione della Roma e continuammo a vivere in quel modo apparentemente felici. In quel periodo aveva iniziato il primo anno accademico di università, nella facoltà di giurisprudenza, il suo sogno era sempre stato quello di diventare magistrato. Io iniziai il secondo anno di psicologia, ma frequentavamo università diverse, io alla Sapienza e lei a Tor Vergata. 

Fino a novembre, e poco prima delle feste natalizie ci frequentammo ancora regolarmente io e Giulia, qualche sera uscimmo insieme a cena o andammo al cinema anche con Marco e con Flavia una ragazza a cui piacevo io e che avevo appena conosciuta presentatami da mia sorella. E nei mesi successivi con l’aiuto indiretto di Giulia diventò la mia ragazza e uscivo con lei. Oppure alcune sere tutti e tre, io mamma e lei andavamo in pizzeria. 

Sì, tra lo studio e le giornate libere in quell’inverno anch’io mi feci una ragazza e solo verso la primavera, seguendo gli insegnamenti e i consigli che mi aveva dato precedentemente Lucio e la sua tattica, riuscii e iniziai ad avere rapporti sessuali completi con lei. Sapevo come fare sesso, ormai ero capace, Lucio nelle sue lezioni mi aveva insegnato bene era stato un buon maestro in quello, anche se non ero alla sua altezza.

 

Oramai mamma pur considerandoci sempre i suoi cuccioli, essendo maggiorenni ci vedeva adulti, capaci di badare a noi stessi. Così accettammo quel suo modo di vivere alternato, tra noi e quel Sergio. 

Come dicevo precedentemente Giulia dal periodo natalizio in poi, quando ritornai giù da Verona cambiò radicalmente umore, ritornò a sorridere e anche a scherzare, ero convinto che la vicinanza e l’amore di Marco l’avevano ritirata su di morale e fattole passare quella forma di depressione. Quando in casa o in camera mia gliene parlavo del miracolo che aveva saputo fare Marco riportandole l’allegria, mi sorrideva e cambiava subito discorso.

Ero stupito del suo cambiamento quasi improvviso, ma felice che avesse dimenticato cosa le aveva fatto quel bastardo di Lucio. Oramai lo chiamavo così, non avevo dimenticato come apostrofava lui mia sorella quando discuteva con me, che la chiamava la mia troietta o la mia puttanella… 

Da gennaio in poi le tornò il sorriso, incominciò a vestirsi in modo meno classico e più giovanile con il permesso di mia madre che oramai impegnata con il suo compagno le concedeva tutto o quasi pur di vederla contenta, anche di dormire a volte qualche notte a casa della sua amica quando il sabato sera tardavano a rientrare dalla discoteca. Però con la condizione e la promessa di Giulia che non avesse bevuto. Cambiò pettinatura e per la prima volta si tinse i capelli di un biondo più chiaro e se li fece mossi, non più lisci e stava molto bene, era ancora più bella, pareva più adulta. 

Con l’anno nuovo non ebbi più modo, né l’occasione di vederla con Marco, ma io in quel periodo ero impegnato a corteggiare e frequentare Flavia, la prima ragazza della mia vita… e quindi non ci facevo caso.

Anche i rapporti tra noi, tra me e Giulia erano cambiati quando ritornai a Roma dopo le vacanze passate con mio padre, si diradarono, diceva che usciva per conto suo, con le amiche e con Marco, ma senza più invitarmi ad andare con loro né a confidarsi con me. E vedendola allegra, tutto sommato mi andava bene così, non volevo turbare l’equilibrio che si era creato e ricostruito con tanta fatica e non le dicevo nulla.

Anche le mie masturbazioni su di lei e Lucio iniziarono a ridursi, non frequentandola più e non incontrando più Lucio persero di esaltazione, e poi oramai avevo la ragazza e i primi tempi me le facevo fare da lei le seghe, ci masturbavamo a vicenda, fino alla primavera quando riuscii dopo parecchi mesi inizia ad avere con lei rapporti sessuali. Anche se devo ammettere che qualche volta, nonostante avessi Flavia a disposizione, mi masturbavo lo stesso su di loro due, Giulia e Lucio, soddisfacendomi di più manualmente a quel pensiero, che a fare sesso reale con Flavia.

Da quel gennaio passarono sei mesi di vita quotidiana e abitudinaria, studio, casa e uscire con la mia ragazza, e a Giulia la pensavo sempre con il suo Marco, scemando il ricordo in me e anche in lei di quel bastardo, visto che di quello che era accaduto non ne parlava più e pareva aver dimenticato tutto davvero. 

Ci abituammo anche a vivere in quel nuovo modo con i genitori separati, solo con mamma, che tutta truccata e in ghingheri si vedeva con un altro uomo che non era mio padre e tutto sommato a un certo punto ci andava bene, eravamo più liberi e meno controllati anche noi.

A parte quel periodo di malinconia e depressione di Giulia sotto le feste Natalizie, dove si era chiusa in sé stessa, nei mesi successivi riprese il sorriso e l’allegria, e scherzava anche. Non parlammo quasi più di niente intravvedendoci solo in casa alla sera.

Eravamo giunti a marzo e ci stavamo avviando ad aprile a Pasqua, alla primavera e al ritorno del caldo.

Lucio era un ricordo pallido oramai in me e né mia sorella mi domandò mai più qualcosa di lui e di quella sera alla sagra di Ostia.

Come facevamo spesso in primavera riprendemmo a uscire in famiglia, ad andare in pizzeria tutti e tre e una sera alla festa del diciannovesimo compleanno di Giulia che era a maggio, mamma ci invitò a cena tutti e quattro, si tutti e quattro, venne anche lui, il suo compagno Sergio che ci presentò ufficialmente. Niente di speciale, sia io che Giulia esteticamente e caratterialmente preferivamo nostro padre anche se lui poverino faceva di tutto per apparirci simpatico. Altre volte nelle prime serate tiepide di maggio uscimmo anche a passeggiare tutti e tre io, Giulia e mamma, come una bella famiglia unita di altri tempi, mancava solo nostro padre.

 

Una sera di inizio giugno, ne mamma ne Giulia avevano voglia di cucinare e andammo in pizzeria tutti e tre. Mentre cenavamo, mamma curiosa parlando di me e della mia ragazza, volendo conoscerla e sapere chi fosse e quando gliela avrei presentata questa bella Flavia che gliene aveva parlato Giulia, facendomi mille domande scherzando mi domandò: 

“L’hai lasciata libera stasera? …Non sei geloso?... Potevi portarla con noi e farle conoscere la mamma…” Pronunciò facendomi sorridere e arrossire e vedendo Giulia di fronte a me che mangiava, mi venne da dire:

“Eh non sono il solo, anche Marco è un periodo che lascia libera a Giulia…” Esclamai sorridente rivolto a mia sorella.

Lei abbozzò un sorriso, mi guardò ma non rispose e fu sempre mamma a continuare informandomi:” “Ma Giulia non esce più con Marco! Si sono lasciati già da qualche mese… siete così uniti tu e tua sorella che pensavo lo sapessi.”

Restai sorpreso e deluso da quelle parole, Giulia non mi aveva mai detto niente a riguardo, che si era lasciata con Marco, nonostante il nostro affiatamento fraterno, la complicità e i segreti che avevamo in comune. La guardai stupito e per nascondere la sorpresa e la delusione minimizzare, ed esclamai solamente: 

“Beh, non importa, ora lo so!” Per smorzare il tono di imbarazzo che si stava creando e che era visibile in me, aggiungendo subito: “Era un bravo ragazzo Marco, un buon partito, ma come mai vi siete lasciati?” Domandai serio rivolto a Giulia.

“Riguardo a cosa...?” Rispose mamma al suo posto addentando la pizza.

“A lui… Marco!” Replicai.

“Probabilmente non era il tipo di ragazzo per lei, Giulia cresce, non è più una bambina, è una signorina, ha altre esigenze e dei pretendenti e qualcuno gli sarà piaciuto più di lui.” Rispose decisa per lei, giustificandola senza dire la motivazione che non conosceva nemmeno lei.

“Ah perché ha già un altro?” Domandai ancora più sorpreso, sorridendo stupidamente della nuova notizia.

“Pare di sì…” Continuò mamma: “…ma come te è riservata e non sappiamo chi sia il ragazzo misterioso. Non ce lo vuole dire, io l’ho solo intravvisto. Vero Giulia?” Esclamò rivolgendosi a lei.

“Dai mamma... quando sarà il momento ve lo presenterò, ora non serve fare tante domande.” Rispose scocciata che si parlasse del suo nuovo lui. E rivolgendomi a me pronunciò:

“Scusami Adriano, appena mi sarei sentita pronta te lo avrei detto io che tra me e Marco era tutto finito… ma non me la sentivo di farlo in questi momenti.” Si giustificò.

“Certo… certo, non ti preoccupare, ti capisco Giuly. Spero solo che il tuo nuovo ragazzo sia quello giusto per te…” Lei non rispose, mi guardò e sorridendo riprese a cenare con la pizza.

“Comunque sono contento per te…” Mormorai rompendo il disagio tra noi guardandola negli occhi. 

“Grazie!” Mi rispose sorridendo, osservandomi in modo indecifrabile.

“Sicuro!... Giulia deve uscire e frequentare chi gli piace!” Aggiunse ancora mamma... facendo l’emancipata.

“Certo!” Affermai anch’io.

E mia madre guardando me e Giulia sorridendo e contenta continuò:” Tra qualche anno vi sposerete, spero soltanto che troviate ragazzi per bene…”

“Ma dai mamma…” Esclamò Giulia: “…non pensare al matrimonio dai…!!”

“Certo c’è tempo… potremmo cambiare ancora partner.” Dissi io ridendo.

Ma l’ultima parola fu ancora per mamma: “Oddio… speriamo di nooo! Tenetevi questi!”

E riprendemmo a cenare parlando d’altro.

Non so perché stranamente mi sentivo sollevato che avesse rotto con Marco, ero quasi contento che fosse avvenuto, perché significava tagliare tutti i ponti con il passato e sarebbe maturata e cresciuta mentalmente e avrebbe fatto nuove conoscenze e amicizie sociali ma anche sessuali e la sua verginità con un ragazzo nuovo non sarebbe più stata importante per lei, per me e per lui e quell’episodio odioso e spiacevole di Ostia lo avrebbe dimenticato per sempre.

Non le volli mai chiedere chi fosse il suo nuovo ragazzo, quando avesse ritenuto il momento adatto, me lo avrebbe detto e presentato lei, non volevo turbarle la sua nuova stabilità mentale e sentimentale che lentamente con impegno si era ricostruita dopo il dramma vissuto e quello che era successo quella sera.

Passarono altri due settimane, giungemmo a metà giugno, verso la fine dell’anno academico universitario, avevamo entrambi un anno di più e si può dire vista la situazione che si era creata con mamma, con una indipendenza famigliare maggiore. E un pomeriggio dopo aver aiutato mia madre a fare delle compere al centro commerciale, mentre camminavamo con le borse degli acquisti vicini, su un marciapiede del centro città diretti alla nostra auto, dietro noi arrivò un grosso scooter che si mise a suonare forte. Ci voltammo e vedemmo una ragazza con un casco rosa dietro a un ragazzo che sventolavano le mani salutandoci… Sorrisi assieme a mamma, riconobbi Giulia dietro anche se si vedeva solo il volto, ma riconobbi anche quel casco rosa e prima che realizzassi dove l’avessi visto, loro passandoci di fianco, sotto quello scuro del ragazzo, identificai il volto del guidatore e quasi mi venne un colpo, lasciai cadere la borsa con gli acquisti a terra. Era Lucio

Lucio quel bastardo, lo distinsi bene, con il suo naso aquilino affilato e i suoi occhi piccoli che mi guardava e sorrideva, con mia sorella dietro che lo teneva stretto alla vita e mia madre che sorridendo rispondeva al saluto sventolando la sua mano in alto come a farsi vedere bene tra la gente.

Ero attonito, incredulo: “Non è possibile!!!” Mi dicevo. Ma fu la voce di mamma a portarmi alla realtà.

“È il suo nuovo ragazzo…” Mi informò sorridendo salutandoli ancora mentre si allontanavano. “E’ già qualche mese che escono assieme. Guarda com’è felice tua sorella con lui… si chiama Lucio…” Disse: “Dev’essere quel Lucio, quel tipo dei cani che avete conosciuto l’anno scorso.

Ero sconvolto, non potevo credere a quello che avevo visto e mi diceva mia madre... lui, Lucio, era il nuovo ragazzo di mia sorella, di Giulia al posto di Marco? Lui che le aveva fatto bere alcolici e lo stimolante alla sagra della tellina a Ostia, approfittato di lei e preso la sua verginità sotto il ponte? Non potevo crederci.

Passati di fianco a noi, continuarono e svanirono tra il traffico caotico di Roma.

“Ma lo conosci tu quel ragazzo?”

 Domandai a mia madre, scandalizzato e sconcertato.

“Sì, me l'ha presentato il mese scorso, quando tu eri su da tuo padre, è venuto anche a casa nostra.” Dichiarò: “Non è che mi piaccia molto di aspetto, nemmeno come veste e poi è sempre rasato quasi a zero… a lei che non sono mai piaciuti i ragazzi calvi o rasati e preferiva i capelloni come Marco… Non è neanche bello, lei certo poteva meritare molto meglio. Ma con lui è allegra, felice, sembra un’altra…” Continuando: “…mi dà l’impressione di un tipo donnaiolo, un ribelle, un’anima torturata… ma lei è innamorata, ha preso una cotta per lui…”

“Non è possibile…” Ripetei dentro di me: “…è innamorata di Lucio… e a maggio quando ero su da mio padre è venuto anche a casa nostra… incredibile…”

Si, era incredibile mia sorella Giulia era diventata la sua ragazza, dopo averla ubriacata e posseduta ora l’aveva fatta diventare la sua ragazza e mi chiedevo;” Ma come ha fatto? Come ha potuto riuscirci?” 

 

Quella sera quando giunse a casa non disse nulla, io la osservavo in silenzio, lei era imbarazzatissima ora che sapevo che usciva con Lucio e a mia insaputa l’aveva portato addirittura a casa nostra a conoscere mamma e si trovava a disagio e io lo trovavo ingiusto e intollerante che non mi avesse detto niente proprio a me, suo fratello che conoscevo il suo segreto. Non sapevo più cosa pensare di Marco, di Lucio, di Giulia. E intanto che la mamma preparava cena mi sedetti in soggiorno vicino a lei.

“Quindi adesso esci con Lucio?” Mormorai sarcastico.

“Si!” Rispose pronta.” Ma non voglio parlarne ora Adry, dopo cena con calma in camera tua ti spiegherò tutto se vuoi!” E mi zittì subito. 

Non aveva mai avuto quel tono con me…e ci rimasi male.

Così dopo cena fingendo di chiacchierare di musica, studio, amici e altro, mentre mia madre si guardavano la tv, venne in camera mia, si sedette vicino a me dicendo:

“Non pensare male Adriano, avrei voluto dirtelo tante volte, ma me ne mancava sempre il coraggio e rimandavo…  ma lo avrei fatto i prossimi giorni te lo giuro. Aspettavo solo il momento propizio perché sapevo che tu saresti stato contrario e invece la casualità ha fatto in modo che tu ci vedessi assieme.”

“Ma proprio con lui dovevi metterti con tutti i ragazzi che ti corrono dietro che ci sono qui a Roma? Che conosciamo… anche di buona famiglia e che vorrebbero uscire con te? … Soprattutto dopo quello che ti ha fatto?” pronunciai. Feci una pausa e ripresi:” Non è il ragazzo giusto per te Giulia…” Mormorai:” Sai che ti ha ubriacata, posseduta e sverginata… ed esci con lui? Ti sei messa a frequentare quel balordo lì e te lo sei portato anche in casa come fidanzato e l’hai presentato a mamma… Ma ti rendi conto Giulia?! Ma cos’è? ...Ti sarai mica innamorata davvero di lui… di quel mezzo delinquente?” Risposi.

La guardai con tenerezza ed esclamai:” Non voglio nemmeno sapere come vi siete messi insieme, ma lascialo, lascialo subito per amor di Dio Giulia… È il diavolo quel ragazzo… ti porta alla rovina…”

“Lui non è come pensi tu Adriano, abbiamo parlato io e Lucio e ha ammesso tutto quello che è successo e mi ha chiesto scusa e perdono di quello che ha fatto e mi ha detto che è innamorato di me e io ora lo sono di lui, ci amiamo ora… e non lo lascio.” Replicò risoluta.

“Dio mio… ma cosa ti ha fatto, come è successo?  Sei mesi fa uscivi felice con Marco, anzi eri fidanzata con lui quasi ufficialmente da sposarvi appena laureati e oggi sei mesi dopo tutto quello che è accaduto, ti ritrovo innamorata di lui….  Ma come sei finita nella rete di quel balordo di Lucio? ...” Chiesi meravigliato.

“Si! Ora ti spiego tutto, ascoltami Adry…” Mormorò sentendosi in colpa, cercando di calmarmi e convincermi che Lucio non era il ragazzo che pensavo io, ma io lo conoscevo bene…sapevo cosa faceva per vivere e alle ragazze e a lei cosa aveva fatto sotto le gradinate quando ci siamo conosciuti. Mentre io silenzioso la seguivo nel suo discorso proseguì:

“Te lo volevo dire subito Adry, appena passate le feste natalizie, volevo informarti che era tutto finito con Marco e che ora uscivo con Lucio, ma avevo paura a che tu non volessi e me lo impedissi. Lui mi rassicurava:” Vedrai che quando tuo fratello saprà che esci con me sarà contento… non dirà nulla…” Ripeteva.

“Certo contento…Quel bastardo…” Pensavo intanto che mi diceva quelle parole.  È Giulia iniziò a spiegarmi:

“Tu sai come mi sentivo in quel periodo. Cercavo di dimenticare tutto ma pativo la mia condizione ed ero disagio verso me stessa e soprattutto verso Marco, mi sembrava di ingannarlo, di averlo tradito volontariamente… anche se così non era.” 

“E allora che hai fatto? Hai detto a Marco cosa ti è successo??” domandai allarmato interrompendola preoccupato. 

“Ma no! Fammi spiegare, stammi ad ascoltare…” Ripeté seduta affianco a me sul bordo del letto appoggiando la sua mano sul dorso della mia in segno di affetto.

“Va bene! Scusa.”  Dissi. Ero inquieto in quel momento a prestarle attenzione, e lei continuò: 

“Marco sapeva che ero illibata, che anche se avevo quasi diciannove anni mi tenevo pura per lui, glielo avevo detto più volte, era un mio vanto. Un valore fisico e morale che gli portavo in dote e lui l’apprezzava molto, era una prova d’amore per noi, forse può sembrare stupido oggi, ma volevo che il primo e l’unico ragazzo della mia vita fosse lui, il mio amato Marco.”

Ascoltavo attento la sua esposizione e mi dispiaceva che quel suo valore fosse stato preso da quel disgraziato, ma la lasciai proseguire.

“Con Marco ci frequentavamo e amavamo sempre, ma dopo l’ultimo litigio non era più come prima… io stessa dopo quello che mi era accaduto e scoprire che non ero più vergine non ero come prima, mi sentivo diversa, indegna nei suoi confronti, mi pareva di ingannarlo e più di una volta fui tentata di raccontargli tutto, ma poi desistetti.”

“Meno male…” Pensai dentro di me.

“Con Marco continuavamo a vederci, ad amarci sentimentalmente e affettuosamente a modo nostro, solo con carezze e baci nell’auto di suo padre, nei giardini o al mare a Fregene, e mi riproponevo che appena la condizione fosse stata favorevole, l’avrei informato di tutto. Lui mi amava, era il mio ragazzo-fidanzato e certamente avrebbe capito la spiegazione che gli avrei data.” Fece una pausa e riprese.

“I nostri discorsi quando eravamo insieme erano centrati sull‘attualità, l’università e il nostro amore, e a volte sui comportamenti e la moralità degli altri.

Una sera a fine novembre, erano passati quasi tre mesi da quel fatto di fine agosto e intanto che cercavo e forse stavo riuscendo a dimenticare tutto, durante un chiacchierando tra noi e senza volerlo, il discorso per caso finì sulla verginità delle ragazze. Discutemmo seriamente su quello, come ti ho detto lui sapeva che ero vergine perché glielo avevo detto io e che mi preservavo tale per lui, per il matrimonio e ne era felice, e puoi immaginare con che spirito e stato d’animo quella sera affrontavo quella discussione sapendo che non lo ero più e lui non ne era ancora a conoscenza, ma mi credeva ancora tale.” Fece un'altra pausa e guardò attorno la mia camera per poi riprendere subito: 

“Nel chiacchierare con Marco pensai che fosse l’occasione propizia per fargli conoscere altri concetti, altri punti di vista e forse iniziare a parlargli di me… e incominciai a dirgli che nell’amore la verginità si è importante, ma relativamente, soprattutto quella fisica…” Gli dissi: “…contano di più i sentimenti, l’appartenersi, l’essere i primi desiderati e amati mentalmente e non solo fisicamente. “Ma lui continuava a insistere il contrario, dicendo soprattutto che l’amore quando riguarda una coppia che si conosce da giovane come noi e vuole sposarsi… la ragazza deve essere vergine fisicamente, o perlomeno, la sua purezza averla già donata prima del matrimonio ma al futuro sposo…” Fece ancora una pausa probabilmente emozionata da quello che mi diceva e proseguì:” … mi diceva che è indispensabile vista la nostra cultura borghese, cattolica e conservatrice, che ragazze del nostro ambiente, come me siano vergini, sia nell’amore fisico che mentale. Soprattutto la donna…” Continuando:” Diverso diverrebbe il rapporto di coppia se ognuno avesse già avuto una storia, una esperienza sessuale precedente o una relazione prima con un altro. “

Lasciai perdere quel discorso per non litigare, non c’era verso di aprirgli la mente. E questo argomento andò avanti varie volte nei nostri incontri e discussioni, io sempre con idee progressiste e opposte alle sue, arrivando al punto che una sera mi disse che voleva sapere perché io avevo cambiato idea a proposito di un valore che precedentemente ritenevamo entrambi importante se non fondamentale per il nostro amore. “

Si fermò ancora dal parlarmi, si vedeva che le dispiaceva ricordare.

 

 

 

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