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STORIE E RACCONTI EROTICI

VIETATI AI  MINORI DI 18 ANNI

All Right Reserved 2022

L'AMICIZIA VELENOSA

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VIETATO AI  MINORI DI 18 ANNI

Note:

 

    “La tendenza al piacere – la libido, come noi diciamo – sceglie i suoi oggetti senza inibizioni, e di preferenza proprio quelli proibiti. Non solo la donna altrui, ma soprattutto oggetti incestuosi, consacrati dalla convenzione umana, la madre e la sorella per l'uomo, il padre e il fratello per la donna.”

    Sigmund Freud.

 

Cap 20 L’INCESTO

 

Indossò altri mini abiti, l’ultimo era proprio succinto.

Rientrando nello spogliatoio dissi a mia sorella:” Cambia un po' calzature!” E presi uno stivale nero lucido con tacco a spillo.

” Siediti lì sulla panca Giulia che ti aiuto, non sono facili da calzare…E così Giulia si ritrovò seduta sulla panca del camerino seminuda, visto che il completo di lingerie provato era come non ci fosse. E io eccitato, chinandomi davanti alle sue ginocchia mi mettevo ai suoi piedi per infilargli gli stivali, ma che in realtà non facevo altro che guardare in mezzo alle sue cosce socchiuse, la sua fichetta depilata e bagnata sotto il mini abito. Non l’avevo mai vista così vicina, quasi che potessi odorarla.

L’aiutai a infilare prima uno stivale, poi l’altro, per poi chiudere la zip laterale, sfiorandole in quella operazione i piedi e le gambe con le dita, fino sopra il ginocchio, quasi alla coscia eccitandomi maggiormente e tenendo fisso lo sguardo sulla figa lucida di mia sorella, le cui grandi labbra dischiuse lasciavano intravvedere l’inizio dell’interno dal colore corallino… Lei dall’alto mi osservava e non faceva nulla per coprirsela, nascondermela, anzi pareva che volesse mostrarmela.

Una volta indossati la feci alzare e si guardò allo specchio; sembrava una spogliarellista o una battona da strada quasi nuda con quei stivali alti ben sopra il ginocchio.  Guardandosi dall’alto in basso, portando la gamba in avanti e davanti allo specchio non ci si vedeva, si vergognava di sé stessa ad averli, ad essere in quello stato. Rideva stupidamente, si compiaceva ma rideva… guardandosi da tutti i lati... anche attraverso lo specchio.   

Dopo essersi mirata e rimirata rientrò nello spogliatoio, si sedette e l’aiutai a rimuovere gli stivali dalla gamba, per poi alzarsi e togliere gli indumenti provati e io l’aiutai ancora sfilandole il mini abito dalla schiena, facendola restare ancora seminuda in perizoma e reggiseno. Lo sganciai e sfilando le spalline lungo le esili braccia tolse anche quello restando quasi nuda, con il torace scoperto e solo con quel minuscolo perizoma a coprirle il sesso.  Piegandosi e alzando un piede alla volta tolse anche il pezzo di sotto, ritirandosi su mettendosi apposto i capelli che nella manovra le erano caduti in avanti sul volto. Ancora nuovamente era nuda completamente e io osservavo avidamente con desiderio il suo seno splendente, i miei occhi sprofondavano tra i capezzoli rosa eccitati di Giulia, che ammiravo con ingordigia e con forza forse esagerata, quasi non fossero quelli di mia sorella. 

Lei sempre divertita prese dalla scatola un altro indumento, si riabbassò e rimise un perizoma-filo interdentale che dietro come il precedente le spariva tra i glutei non vedendosi nemmeno e subito dopo indossò un mini gonnellino e un top ridotto con brillantini, senza reggiseno. Era veramente sexy, la guardai ancora seduta mentre si rimetteva le scarpe rosse con decolté e tacco da dieci centimetri, e in piedi lentamente piegandosi più volte in avanti per allacciarli mi mostrò ancora il suo bellissimo sedere. Si guardò e riguardò compiaciuta di sé stessa di essere vestita in quel modo osceno di essere sexy.

” Stai bene!” Le dissi, ma lei senza risposta tolse ancora il top e il gonnellino e restò ancora solo con perizoma e reggiseno addosso, Era come se si divertisse a spogliarsi e vestirsi.

intanto, il proprietario curioso, in preda senz’altro alla sua mania di guardone arrivò come un fulmine dietro di me e a ridosso delle mie spalle disse sorridendo maliziosamente, allungando la testa per poter osservare Giulia:” Ho preso altri indumenti sexy da far provare alla sua fidanzata che vi piaceranno senz’altro…” E ce li mostrò nonostante lei non volesse e si sentisse a disagio nell’intrusione di quel commesso.

Io presi gli indumenti e la lingerie dalla mano di quell’uomo, notando che il suo sguardo non era rivolto a me, ma sul corpo di Giulia, le piaceva mia sorella da come la guardava, e seppur nella gelosia che avvertivo, piaceva anche a me e a lei che lui la osservasse e desiderasse.

Passai a mia sorella gli indumenti che ci aveva portato e lo guardai come a dirgli di andarsene, e lui si girò e incamminò verso il bancone. Ma dal suo sguardo voglioso mi parve strano che se tornasse al computer, ero sospettoso che lo facesse e mentre si allontanava sempre voltandomi ogni tanto a guardare dove fosse, notai che si fermò dietro a degli scaffali e con un passo felpato fingendo di mettere in ordine, si avvicinò ancora a noi e si mise a spiare Giulia. Mi accorsi che da dov’era posizionato lui, c’era un piccolo spiraglio tra le varie scatole impilate e lui ci osservava da li, e come io potevo vedere lui, lui poteva guardare mia sorella. 

 

La panca e l’attaccapanni all’interno dello spogliatoio oramai erano riempiti di indumenti hard provati e da provare. Il titolare aveva portato anche corpetti e il babydoll rosso che ci aveva mostrato sul manichino.

Mi sembrava tutto un sognoquella situazione e quello che stavo vivendo con Giulia in quel momento e chiusi le palpebre come per estraniarmi e gustarmi l’attimo. Ma ad un tratto a sentire la sua voce dolce li riapri di scatto, tornando nel mondo reale, e vidi che prese il primo completino di lingerie che ci aveva passato il titolare, iniziando a indossarlo. Mise prima quella specie di perizoma con catenelle e lacci, e se lo lego ai fianchi stretto a cercare di fasciarsi ogni singolo millimetro della sua pelle e della vulva che riusciva a coprire. Con quel perizoma a string e catenelle, la forma della sua vulva leggermente bombata in fuori dalle grandi labbra era ben evidente e il pochissimo tessuto che c’era, aderente si era rientrato tra le grandi labbra separandole ancora di più, lasciando sopra la seta il segno della linea della fessura della figa. Una volta indossato, si girò per prendere il babydoll, ma maldestramente lo fece cadere atterra, cosi la vidi di nuovo piegarsi per raccoglierlo, e stretta da quel perizoma semi coprente era veramente arrapante. Inoltre chinandosi il suo seno si sporse sensualmente in fuori … raccolse il babydoll da terra e rialzandosi incominciò a indossarlo. 

Quando lo ebbe addosso si guardò allo specchio, le copriva a malapena i capezzoli e le arrivava agli inguini, era trasparente lasciando intravvedere il suo esile corpo sotto di esso.

“Ti sta bene Giulia…” pronunciai.

Lei si guardò ancora allo specchio intero ruotando su sé stessa per osservarsi anche di lato e posteriormente, non era convinta, scosse un po' il capo:” Ma non ti sembra un po' troppo classico? Anni sessanta…?” Pronunciò.

Non sapevo che dire, ma subito replicai con la prima cosa che mi venne in mente:” Be devi diversificare Giulia, ogni cliente ha i suoi gusti, questo ti sta bene e sono certo che piacerà.”

“Si forse hai ragione…” Rispose:” … mi fido del tuo giudizio, in fondo ora che non c’è Lucio sei tu il mio magnaccetto…” Esclamò sorridendo e guardandomi attraverso lo specchio, facendomi avere un tutto al cuore e un impulso di erezione maggiore:” …prenderò anche questo!” Disse e lo tolse.

Cambiare capi era diventata ormai un’abitudine e impiegava pochi secondi a spogliarsi e rivestirsi con quei indumenti ridottissimi. Come una modella che prova gli abiti per una sfilata, si spogliò totalmente e rimase in piedi calzando solo le scarpe con il tacco.

Era assurdo, era nuda davanti a me e nonostante la mia educazione moralista non mi vergognavo più come quando a casa la vedevo in mutandine e voltavo per rispetto il capo dall’altra parte e lei lo stesso, non provava l’istinto di ricoprirsi davanti a me. 

Intanto il proprietario fingendo di riordinare gli scaffali la spiava sempre sbavando dietro le sue nudità e gli indumenti che indossava, le piaceva Giulia e quello mi fece sentire veramente bene, era come se Giulia fosse una modella che si preparasse ad andare sul set.

Il titolare non visto fissava ogni parte del suo corpo e quello eccitava anche a me a sapere che era osservata con desiderio da un altro uomo e per aiutarlo nell’ammirarla, quando Giulia fu fuori dallo spogliatoio le feci fare un giro completo su sé stessa, mostrando oltre il corpo nudo, i tatuaggi e il piercing all’ombelico che le aveva fatto Lucio. Ignara lei attirava il suo sguardo e io complice passivo fingendo casualità gliela mostravo con orgoglio.

Era davanti allo specchio ad ammirarsi con il nuovo capo addosso, e si ammirava e riammirava accarezzandosi il corpo. I suoi capezzoli duri spiccavano prepotentemente nella trasparenza dei reggiseni o degli indumenti che indossava, ad un tratto si girò di schiena, piegandosi a novanta gradi e guardando lo specchio con la testa girata, stupidamente e sorridendo con una mano spostò il filo del perizoma mostrando il suo orifizio nello specchio.

“Ma che fai Giulia?” Domandai.

“Niente, volevo vedere come me lo vedono gli altri …” E sorrise e lo rilasciò.

“Ma che cosa? Il buchetto del culo?” Esclamai.

“Si!” Rispose ridendo divertita.   

“È bello …” Pronunciai io, aggiungendo:” … hai un bel forellino dietro, chissà quanto pagherebbero i clienti per poter usare anche quello.” 

Speravo che dicesse di no, che non l’avrebbe mai venduto a nessuno, anche se io sapevo che aveva già praticato la sodomia, ma non rispose e io continuai:” Certamente Lucio non permetterebbe mai che fai queste cose anali…” Pronunciai sperando che mi rispondesse:” Si hai ragione Adriano…” E invece diventando seria in volto, con un sorriso malinconico e infastidito affermò:

” Lucio mi farebbe andare con chiunque… venire anche con te se paghi! Per loro contano solo i soldi.” Restai di stucco a quelle parole così accusatorie e di biasimo che non aveva mai pronunciate nei suoi confronti.

Nel frattempo nel silenzio del mio stupore lei si rivestì con nuovi indumenti e mi domandò:” Come sto?” 

“Stai bene Giulia, sei bella e sexy. Come diceva il titolare quando siamo entrati, qualsiasi cosa che ti metti addosso ti sta bene.”  Risposi.

Fu in quel momento che mi ritornò in mente il proprietario dietro gli scaffali a spiare, ed eccitato esclamai:” Ci vorrebbe un giudizio terzo Giulia, non solo il nostro… Perché non ti lasci osservare dal responsabile?  Lui li vende, ne avrà viste tante, così puoi avere un parere indipendente da un uomo.” Le suggerii con la voce rotta dall’emozione per quella richiesta di mostrarsi ad altri...

Dovremmo chiedere a lui che li vende, ne avrà visti tanti indossati a ragazze, sarà un giudizio imparziale.”

“Dal titolare?!” Replicò.

“Si, cosa c’è di male, ti vedono i clienti in questa condizione quando pratiche le prestazioni sessuali, anche se ti vede lui non c’è niente di male.” Affermai. 

E lei dopo una breve pausa rispose:” Si va bene, basta che non allunga le mani.”

“Non le allungherà le mani stai tranquilla:” Ora lo chiamo.” Dissi. E così feci, lo chiamai e lui dagli scafali dove riparato spiava si avvicinò venendo da noi.

“Mi dica?”  Domando appena fu vicino.

E con il tono della mia voce che non nascondeva per niente la mia eccitazione mormorai:

 “Senta, se non la imbarazza troppo potrebbe darci un parere su come sta la mia ragazza con questo abitino?” 

 “Si ok! Certo che posso...” Rispose.

Non dissi nulla ma guardai la reazione dei proprietari ad ammirare il suo corpo quasi nudo e trasgressivo.

La sua nuova presenza in qualità di consigliere e non da venditore la imbarazzò molto, ma a me eccitava da morire che la osservasse quasi nuda, restando lui sorpreso per il suo corpo perfetto visto da vicino… 

E al suo imbarazzo il titolare commentò:” Due pareri sono meglio di una signorina, ha già quello del suo ragazzo che è di parte, ora avrà il mio. Che ne pensate?”

Io e Giulia ci guardammo della sua battuta e lui continuò guardandomi:

” È già perfetta così la sua fidanzata, ma aggiungerei qualcosa…Prese una collana dalla rastrelliera e avvicinandosi al capo e allargandola gliela mise infilandogliela dalla testa, dicendo guardandola negli occhi:” Complimenti, le sta benissimo! Un uomo pagherebbe per averla. “E lei a quella battuta impropria sorridere stupidamente... 

“Forse è un invito…?” Pensai. 

Io e Giulia sapendo che c’era quell’uomo ci guardavamo negli occhi con una strana luce di eccitazione. L’aria era diventata caldissima ed un forte odore acre di sudore e profumo di mia sorella penetrava nelle mie narici.

Lei più smaliziata di me fingendo indifferenza verso di lui mi chiese: “Allora cosa ne pensi Adriano?” 

Era eccitante in quella condizione, non riuscivo a parlare... solo a balbettai qualcosa... e lei sorridendo mi incalzò.

“Non ti piaccio?... Cosi e meglio?!” Pronunciò girandosi, piegandosi leggermente e tirando su un po’ l’abitino mettendo in mostra il suo culo perfetto e il suo retro coscia davanti al titolare.

“No stai benissimo, sei veramente bella e sexy Giuly…” Replicai con la voce rotta dall’emozione.

“Sarebbe capace di convertire un gay…” Esclamò il titolare osservandola. Lei si voltò guardandomi con malizia e compiacimento e lui aggiunse: “E’ uno spettacolo, la ragazza più sensuale che abbia mai visto.” Affermò accarezzandosi l’avambraccio scoperto. 

Quell’uomo gli faceva ribrezzo, ma allo stesso tempo l’affascinava e le procurava brividi di piacere lungo tutto il corpo.

“Non ci credo! Lo dice per farmi acquistare la lingerie e l’abitino!” Esclamò mia sorella maliziosamente.

 “No…no… è vero...! È veramente bella e se mi posso permettere arrapante!” Ribatté lui. 

Giulia sorrise… e si avvicinò a me per darmi un bacio, tanto intenso da poter sentire il suo respiro sulle labbra e sulla faccia che si dipinse di un’espressione di stupore.

“Beati voi che siete giovani, chiavate e vi divertite…” Sbottò il titolare con un sorriso di invidia per l’età e il bacio sulle labbra. E subito Giulia come se fosse tutto un gioco con sfacciataggine esclamo:

“Senta! Avrebbe anche qualcosa di particolare? Di più trasgressivo?”

Lui la guardò e poi osservò me rispondendo: “Si certo, è giovane ma con le idee chiare la sua fidanzata.”  E guardando anche a me che mi riteneva il suo ragazzo precisò; “La vuole vedere subito, o prima si vuole provare ancora questo capo?” Le chiese.

“No vediamo anche qualcos’altro.” Rispose Giulia:” Questi miniabiti sono più o meno tutti uguali.”

“Se vuole provocare ancora di più il suo fidanzato, ho anche dei costumi che potrebbe usare per qualche serata di giochi particolari… Ad esempio ho qui un costume sexy che lo farebbe impazzire.” Vedendo che restammo in silenzio proseguì: “Se vuole glielo faccio vedere …lo può provare anche…! Può fare parte del vostro gioco, è molto sexy.”

“Vediamo …!” Mormorò Giulia.

Notai che il suo tono di voce era cambiato, aveva perso la decisione che aveva all’inizio. 

“Mah…” Pensai:” … probabilmente è in imbarazzo per quello che le ha detto il titolare. Fa la spavalda ma con me davanti si vergogna della richiesta fatta…” Anche perché aveva le guance leggermente arrossate. E il titolare notandolo, cercò di metterla a suo agio.

 “Non si imbarazzi signorina, la sua richiesta di abitini e lingerie hard particolari non è strana, molte donne e ragazze che vengono qui fanno acquisti specifici ed estremi.” 

Prese una scatola dal ripiano dello scaffale e l’aprì, restammo a bocca aperta, conteneva una tutina piccante, tutta in lattice rossa e il titolare si affrettò a dire:

“La particolarità di questa tutina di latex è che presenta tre aperture, le prime due foderando il seno lasciano scoperte le mammelle e i capezzoli per giocarci. Stessa cosa per la parte pelvica che ha una apertura centrale che lascia fuori la figa per essere manipolata e pronta per il rapporto sessuale, a richiesta si può fare un’apertura posteriore anche per i rapporti anali. C’è anche il cappuccio con i fori per gli occhi e la bocca.” Si affrettò a precisare tirandolo fuori.

Appena stese la tutina sul tavolinetto, Giulia ebbe un’espressione di meraviglia, e subito fu interessa dall’indumento, e prendendolo in mano, curiosa ispezionò con accuratezza le aperture, certamente immaginando come sarebbe apparso aderente al suo corpo quella tutina gommosa.

“È tutta di plastica!?” Mormorò.

“Si!” Rispose il titolare:” Precisamente in latex, in inglese si dice catsuit è una tuta intera molto aderente, realizzata in materiale elastico gommoso come il latex. Dotato di cerniera lampo, è tipicamente un abito in grado di mettere in risalto le forme del corpo di chi lo indossa per giochi estremi. In genere chi inizia questi giochi con le tute di latex e cappuccio poi non ne può fare a meno e non smette più, ne viene risucchiata.” Intanto osservavo Giulia che la scrutava ammirata, quasi interessata…

Parlai io prima che lei affascinata da quell’indumento di lattice perverso e scandaloso decidesse di provarlo e le piacesse…:” No… questo no…non ha qualcos’altro meno estremo…” Mormorai. 

Lui sorrise, ne prese e ne tirò fuori altri dallo scafale e li mise sul tavolino.

Io e Giulia iniziammo a osservarli, erano molto sexy, direi porno…. In quel momento squillò il telefono fisso sul bancone e il proprietario con grande gentilezza vedendo il nostro imbarazzo e tentennamento nella scelta le disse:” Può tranquillamente provare quello che le interessa di più signorina. Vi rilascio nuovamente soli, liberi di curiosare e provare e nel caso avrete ancora bisogno di me chiamatemi. Fate con comodo, io vado torno di là sul bancone a rispondere al telefono, se avete bisogno di me chiamatemi.” 

 “Si grazie!” Rispose Giulia e lui si avviò.

Giulia provò un altro completino di lingerie, dicendomi:

“Cosa ne dici? Questo mi piace, mi fa sentire sexy. Il reggiseno a balconcino evidenzia le mie belle tette e lascia vedere fuori anche i capezzoli.” Disse infantilmente chiamando il suo seno tette come faceva a casa con mamma, e fece un sorriso. Provò anche un vestitino, ma purtroppo era una misura troppo piccola. 

“Questo mi piace ma è piccolo! “Mormorò.

Nonostante stringesse troppo sui suoi fianchi esili riuscivo ad intravedere l’effetto che avrebbe avuto sui suoi clienti con quella scollatura anteriore profonda oltre le mammelle, con il giovane seno ben sostenuto ed i capezzoli che facevano capolino sopra e fuori la stoffa leggera colorata. E quella posteriore che le arrivava giù fino all’osso sacro, mostrandone la convessità e l’inizio dei glutei e del solco intergluteo.

” Non c’è una taglia in più?” Chiese:” Una taglia in più sarebbe perfetta.”

“Tutto bene?” Domandò nello stesso momento la voce del titolare che lasciato il bancone si era avvicinato facendoci trasalire.

“Si…sì...!” Risposi io.

“Tutto bellissimo!” Confermò Giulia nell’uscire dallo spogliatoio porgendo i capi all’uomo che nel frattempo risposto al telefono era ritornato. “Ma serve una taglia in più è un po’ piccolo”.

“Certo, gliela prendo…” Ribatté mettendosi a cercare e leggere sui bordi delle scatole impilate.

“Nell’attesa la osservavo in silenzio, e il pensiero che Lucio la vedesse nuda e la possedesse mi irritava tantissimo, ma allo stesso tempo avvertivo scosse di piacere che mi torturavano fra gli inguini e le cosce, e le gambe quasi non mi reggevano più. Avrei dovuto incazzarmi e urlare a quell’uomo che la consigliava sul look tutta la mia indignazione, invece mi ritrovai ad arrossire imbarazzato e abbassai gli occhi per nascondere a me stesso i pensieri assurdi, irrazionali e sconci su mia sorella che mi riempivano la testa. Uno su tutti mi frullava:” E se fossi davvero io il magnaccio di mia sorella? Perché dovrebbe farlo Lucio?” 

Come temevo mi sentivo risucchiato, non riuscivo a reagire tanta era la confusione che avevo. Avrei voluto mandare tutto a quel paese, pensieri malati in primis, e poi a lui al titolare dirgli di starsene al suo posto e di non farmi più vedere nulla, invece a ogni indumento che presentava annuivo silenzioso.

Intanto che Giulia iniziava a spogliarsi nuovamente seppur con quell’uomo davanti, non preoccupandosi nemmeno di controllare che la tenda fosse chiusa. La sua attenzione era tutta rivolta allo specchio che rifletteva la sua immagine con l’abitino o lingerie che indossava, e che io da dietro la fissavo intensamente, immaginando di guardarla negli occhi e baciarla. Mi stavo rendendo conto che mi stava accadendo qualcosa di assurdo, di scellerato, irrazionale e morboso… che forse mi stavo innamorando di mia sorella.

Nel mentre lei tolto nuovamente un reggiseno e l’abitino, senza dire nulla indossò un corpetto che le stava una meraviglia. Le sue mammelle giovani e minute, erano sospinte in alto in un sensuale decolleté, e i capezzoli turgidi che spuntano da sopra il margine, erano sicuramente un invito irresistibile per chiunque. Immaginavo il maschio che l’avrebbe pagata per possederla, probabilmente un cinquantenne grasso e calvo, padre di famiglia con moglie grassa e figli grandi come noi e che si sarebbe goduto quell’incantato di spettacolo e di corpo e l’avrei fatto anch’io se avessi potuto, l’avrei pagata, avrei pagato mia sorella per possederla.

“Tutto a posto?” Interruppe ancora i miei pensieri la voce incerta del titolare vedendola incantata ad ammirarsi.

“Benissimo!” Rispose a Giulia. “Mi sento proprio sexy con questo vestitino.” Pronunciò.

Era un abitino nero, molto elegante, aperto davanti con pizzi e merletto sulle maniche e i bordi, una gonnellina sempre nera che arrivava a malapena a coprirle il sedere e il sesso, e un corpetto che stringeva in vita e dal quale strabordano le tette a tal punto che i capezzoli come nel precedente reggiseno a balconcino, erano quasi completamente esposti.

Fu in quel frangente che mi accorsi che come quasi tutte le ragazze era vanitosa, le piaceva essere adulata, sentirsi dire che era bella e sexy. 

Giulia scrutandosi nello specchio sorrise dicendo: “Mi sento un po’ ridicola… Anche se so che qualsiasi uomo, sognerebbe di avere una compagna agghindata in modo così provocante.”

Senza slip e reggiseno, nuda completamente indossò anche una stupenda calzamaglia a rete rossa a maglie larghe, con l’apertura solo all'altezza della figa. Praticamente era come se fosse nuda, ogni centimetro del suo corpo imprigionato dalle maglie della rete era esposto e pronto a essere guardato…

“Ma questo no dai…!” Disse guardandosi riflessa sorridendo imbarazzata, come dicevo praticamente era nuda con quella rete rossa e si vergognava anche lei ad essere in quella condizione.

Era l’indumento più sexy in assoluto che avesse messo e ammirandola esclamai: “Direi proprio che stai benissimo. Questo lo metterai quando sarai in camera con il cliente.”  Ero rimasto colpito dall’erotismo che sprigionava in suo corpo giovare con quella calzamaglia a rete, e di Giulia che diceva dubbiosa:” Cosa ne pensi, potrebbe andare secondo te?” Me lo chiedeva come si fa con un normale acquisto di vestito e invece si vedeva tutto.

La invitai a uscire anche in quello stato, praticamente nuda e mentre sulle scarpe rosse anch’esse con i tacchi si rigirava su sé stessa davanti allo specchio grande a muro, era stupenda.

Tolta ancora la calzamaglia a rete, provò ancora un mini abitino rosso che le lasciava la schiena vergognosamente tutta scoperta evidenziando ancora di più il piccolo sedere.

 “Questo ti sta proprio bene Giuly dipende da quale sarà l'occasione che lo indossi.” E lei guardandomi rispose ridendo:

 “Devo fare eccitare al massimo lo sai...”

Poi vedendo che la fissavo e non dicevo nulla mi domandò:” Che hai? Perché mi fissi in questo modo. Sto forse male?”

“No no, sei bellissima, e che guardandoti a volte vorrei essere io Lucio o qualche cliente.”

“Stupido!! Tu hai Flavia.” Mormorò seria.

“Flavia non è niente in confronto a te! È solo un’ombra e tu Giulia sei il sole…” Affermai. Scosse la testa sorridendo:” Sei pazzo e poetico Adriano…” E abbassando lo sguardo, vedendo che mi toccavo sopra i pantaloni, sotto il tessuto vide la mia reazione sessuale, il gonfiore. Mi sorrise aggiungendo:” Vedo che anche tu mi stai apprezzando…?” 

In effetti ero molto eccitato nel vedere Giulia così trasgressiva, peccaminosa e sexy che il gonfiore dovuto all’erezione che avevo nei pantaloni lo evidenziava tutto. La situazione anche se non volevo si stava scaldando.

“Vorrei provare questi ultimi due.” Disse ancora Giulia con la voce che aveva riacquistato il tono originario… ma con le guance arrossate. 

Fu la voce del titolare a dire: “Sapete che siete davvero una bella coppia. Siete belli tutti e due. È raro vedere coppie giovani come voi, entrambi carini qui dentro, e voi poi vi assomigliate e avete lo stesso colore degli occhi e dei capelli.” Sorridemmo.

La serata, le prove e gli acquisti finirono. Al termine prendemmo gli abitini, la lingeria, le scarpe e gli stivali scelti che andavano bene e aiutata da me li portò al bancone. Il proprietario la imbustò e facendo il conto mormorò:” Certo che se tutti i clienti fossero come voi… Avete bisogno d’altro? Qualche sex toy, vibratore anelli penieni…?”

“No…no… grazie!” Ribattei io.

 E battendo alla cassa fece il totale facendoci lo sconto, dicendo:” Sono 280 euro anziché 360 euro. Paga in contanti o con la carta di credito?” E sorrise.

Giulia aprì la borsa e senza dire nulla prese il portafogli e pagò in contante con tre biglietti da cento euro e lui le dette venti euro di resto. Il titolare prendendo due Dvd dal bancone le mise nella busta degli indumenti e lingerie, dicendo:” Questo è un mio regalo…” E sorridendo:” …Guardateli che sono molti erotici, così giocando e osservandoli vi farete delle belle chiavatine.” E sorrise stupidamente da solo, con una smorfia di malizia sul volto di Giulia. “Tornate pure quando volete… “Mentre uscivamo.

È aiutata da me, con quei borsoni anonimi ci avviammo, andammo subito nella mia auto, aprii il portellone dietro e posammo tutto.  Fu a quel punto, tra la serata calda e afosa che Giulia mi disse:   

“Vuoi andare subito a casa Adriano?”

“Tu non vuoi? “Risposi.

“No, vorrei andare a bere qualcosa, non c’è un bar aperto da qualche parte? Se ne hai voglia ci beviamo qualcosa?”

“Si!” Risposi:” Guarda là Giuly c’è un dehors… “A una cinquantina di metri dal sexy shop, c’era un chiosco aperto. Quel giorno e a quell’ora d’estate, le 23.00 a Roma era come se fossimo di pomeriggio. Era il primo caldo torrido di luglio che arrivava e lo sentivamo di più. 

Ci avviammo e Giulia prima di entrare sbuffo:” Uff che caldo…!” Prese i capelli dietro, ne fece una coda, le girò su sé stessi e se li tirò sulla nuca e con un fermaglio che aveva in borsa, li puntò in uno chignon.

La guardai con tutti i capelli tirati su, sul collo lungo e in volto, ed era sorridente e molto bella … e il suo sorriso era contagioso.

Anche vestita normalmente con il suo vestito poco scollato e i capelli raccolti, sulla nuca come li metteva mamma a volte, era attraente, con il corpo da amazzone e le forme sensuali che iniziavano a definirsi.

Ci sedemmo a un tavolino.” Cosa bevi tu?” Domandai.

“Mmmhh qualcosa di forte che mi tiri su di morale dopo quel vestirmi e svestirmi hard e quello che di scandaloso ho visto la dentro ci vuole.” Pronuncio sorridente:” Prendo un Whisky e tu…”

“Un whisky? Bevi alcolici?” Le chiesi.

“Si alla sera…o prima di lavorare…”

“Ma ora non lavori…”

“Oh dai Adriano…” Disse scocciata interrompendomi:” … Non farmi la morale…!”

“No… che morale…” E per non alterarla risposi:” Io non so…” 

Dai fammi compagnia Adry…” Mi sollecitò con il suo sorriso contagioso.

“Va bene!”  Le risposi sorridendo:” Prendo anch’io quello che bevi tu, un whisky…” Dissi, e ordinammo tutti e due felici.  Sorseggiandolo e fumando tra risatine chiacchierammo del più e del meno, del sexy shop che non eravamo mai stati, di tutti quei falli e attrezzi sessuali, degli abitini e della lingerie che a Lucio sarebbe senz’altro piaciuta. Ma soprattutto del fatto che il titolare ci avesse scambiato per fidanzatini non sapendo che eravamo fratello e sorella, ridendo degli auguri di buone chiavate che ci aveva auspicato. Parlammo anche della vacanza che di lì a poco il mese seguente ad agosto avremmo fatto, quella volta da adulti, per la prima volta soli senza i genitori. Mamma sarebbe andata con quel Sergio, Giulia a Fregene con Lucio, sua sorella e suo cognato Nando e io forse con Flavia.

Finito di bere, Giulia ne chiese un altro, o meglio chiese a me di ordinarlo, non volevo, ma vista la sua l’insistenza lo feci e io presi il caffe… Quando ce li portò il cameriere mi disse:” In tutto con i precedenti sono diciotto euro, tre whisky e un caffè, aggiungendo in romanesco:< Ahó… ma che la voi imbriacare sta ragazzina…?>”

Rispose Giulia per me:” Stia tranquillo che non mi ubriaco e rise…”

 

Dopo un’oretta ci alzammo e ci avviammo all’auto fumando, salimmo per tornare a casa. Accesi il motore e partii dicendo:” Senti Giulia questi indumenti momentaneamente li mettiamo in garage, è per mamma sai, se li vedesse in casa le verrebbe un colpo…” Lei sorrise confermando: “Va bene Adry…” E mentre viaggiavamo ero silenzioso ed eccitato per quello vissuto e visto nel camerino del sexy shop e anche lei mi guardava in silenzio.

Facemmo la flaminia nuova senza dire una parola e a un certo punto vedemmo che sui marciapiedi era frequentata da prostitute, battone, bianche, nere e orientali, mezze nude o con i gonnellini mini che mostravano le gambe e il sedere, una addirittura alzando il gonnellino senza mutandine mostrava la figa, e passando oltre le osservavamo. Anche Giulia guardava, ma ovviamente non facevamo commenti a vedere quelle donne e ragazze in attesa di un cliente sul marciapiede nel ciglio della strada, per non parlare di quando vedeva le auto ferme in sosta con il cliente dentro e loro appoggiate al finestrino che contrattavano il prezzo e la prestazione da fare. Io anche a quelle immagini ero sempre più eccitato.

“Per fortuna tu non sei così…” Pronunciai:” …almeno Lucio ti fa fare la sex work, la escort su appuntamento in appartamento.”

“Chissà com’è farlo in auto?” Mormorò lei osservandole attraverso il finestrino aperto che lasciava entrare aria fresca mentre andavamo.

“Ma anche tu l’hai fatto in auto…!” Esclamai ricordando di quell’episodio che mia avevano raccontato sia lei che Lucio in contesti differenti, la prima volta che erano andati a ballare e usciti dalla discoteca.”

“Si, la prima volta con Lucio l’ho fatto in auto… un secolo fa…” Aggiunse.” Ma ero su di giri e fortemente attratta da lui e non me lo ricordo nemmeno più bene...”

“Con Marco non facevate niente?” Osai domandare.

“Uff, con lui ci masturbavamo a vicenda e basta.” Rispose parlando esplicitamente.

Poi smettendo di guardare fuori e girandosi verso di me, osservandomi, mi domandò:

“E tu, l’hai mai fatto?”

“In auto?” Ribattei.

“Si!” Replicò.

“Qualche volta con Flavia… quando in casa ci siete tu e mamma e non posso farlo…” Risposi eccitato e imbarazzato a parlarle di me, della mia vita sessuale.

“Qui su questa auto?” Domandò ancora aggiungendo sorridendo:” Ha i ribaltabili?”

“Ribaltabili non proprio, ma si tirano giù, scendono molto…”

“Solo con lei l’hai fatto?”

“Flavia intendi?” Mormorai disagiato.

“Si!” Ribatté: “L’hai mai fatto con altre ragazze che non fossero Flavia…”

Ero imbarazzato, ma fui sincero e dissi la verità:” No!” Risposi.

“Solo con lei hai fatto sesso? È stata la prima?” Domandò stupita.

“Si!” Affermai.

“E con quelle lì non l’hai mai fatto? Ci vanno tutti i ragazzi…” Chiese intendendo le prostitute sul bordo della strada.

“No, con le prostitute non l’ho mai fatto…”

“Ah... quindi con me non lo faresti perché sono una prostituta…” Ribatté su di giri ridendo scherzosa.

A quelle parole mi bollì il sangue nelle vene, il cuore mi si mise a pompare forte e inizia a sudare, mormorando senza guardarla, osservando la strada davanti:” Si, con te lo farei…  pagherei anche…tu sei speciale Giulia…” E la frase mi morì in gola e deglutii la secchezza delle fauci. 

Dopo quella mia considerazione forse colpita dalla sincerità non parlò più. In silenzio ascoltavamo il sottofondo musicale, mentre io pensavo al modo come poterle dire che la volevo, che la desideravo, come poter fare per provarci anche se era mia sorella.

Dopo svariati chilometri che pensavo e ripensavo e trovandomi in una zona isolata della circonvallazione e convinto di provarci prima di giungere a casa, mi feci coraggio e mormorai: 

“Ci fermiamo a fumare una sigaretta Giulia?”

Pensavo che avrebbe risposto di no, che era tardi o qualcos’altro, ma almeno avrebbe capito la mia intenzione e io ci avrei provato. Invece rispose:” Sì! Va bene!” 

Cosi con il cuore che mi batteva a mille mi fermai in uno slargo, sul ciglio della strada, spensi il motore, presi le sigarette e gliene offrii una e ascoltando la musica a basso volume dallo stereo iniziammo a fumare e chiacchierare o meglio a confidarci.

In auto stavamo comodi sui sedili in pelle nera. Lei come faceva sempre quando saliva in macchina anche in quella di mio padre o mia madre ed era seduta davanti, allungava le gambe nello spazio adiacente, distendendole completamente. Era rilassata e calma, ascoltava la musica dello stereo, e a me a verla così tranquilla, aveva preso una smania che l’avrei chiavata in macchina... Mi parlava in tono gentile ed io ero fiero di me, di essere suo fratello, ma volevo riuscire a dirle la verità di quello che sentivo per lei. 

 Il whisky bevuto con il caldo iniziava a fare effetto maggiormente, dandomi quella sensazione di sospensione fisica e di leggerezza mentale e credo anche a lei.

Parlando e fumando mi chiese ancora di me e di Flavia:” Ti piace? Vi amate?”

“E’ un tipo, ci vogliamo bene, abbiamo anche rapporti sessuali e ho intenzioni serie, però chi amo veramente è un’altra ragazza…” Dissi aiutato da quella sensazione di leggera ebrezza che provavo.

“Ah sì! Chi è?”

“Meglio non dirlo…” Risposi.

“Posso sapere il nome?... Ma la conosco io?” Domandò ancora.

“Si, la conosci bene…” Replicai lasciandomi guidare dall’istinto.

“E’ una del nostro giro?” Domandò.

“Si!” Confermai.   

Poi già che ero in vena di confidarmi e già nel discorso che avevo intenzione di fare io, la informai:” Sai, ieri quando Lucio ti ha dato quello schiaffo e ti ha minacciata di prenderti a sberle, avrei voluto intervenire, difenderti, ma… ma avevo paura che picchiasse anche me e ancora di più a te.”

“Lo so che mi avresti difeso…” Rispose sorridendomi. “Ma non farci caso, lui è così, è il suo carattere, vuole che faccia quello che dice. Qualche mese fa quando l’ho conosciuto non era così, … sette mesi fa era diverso, più amorevole, ora è cambiato e sua sorella Claudia mi ha detto che anche per lei con Nando prima era così.”

“Spero che ora con gli acquisti che hai fatto non ti dica niente! “Esclamai.

“Lo sperò!” Borbotto Giulia.

“Comunque sia gli abitini che la lingerie ti stanno proprio bene, ti rendono più sensuale Giulia… adulta.”

Sorrise e guardandomi esclamò: “Davvero!?” 

“Eh sì! Te l’ho detto mi dispiace che sei mia sorella…” Aggiunsi troncando la frase.

“Perché ti dispiace?” Domandò:” Non sei felice che io sia tua sorella?”

“Si che sono felice, felicissimo…Ma non ti lo dico chi è che mi ha fatto innamorare perché…perché Giulia…! Perché tu mi piaci e io ti desidero.” Pronunciai mentre fumavamo la sigaretta a finestrini aperti. “E sono geloso che Lucio o altri a fare sesso con te.”

“Vorresti essere tu?” Domandò quasi stupita.

La guardai e risposi risoluto:” Si! Vorrei essere io al posto di Lucio…”

“Ma siamo fratello e sorella Adriano… non possiamo…sarebbe un incesto lo sai!” Affermò.

“Lo so purtroppo… sarebbe un incesto, ma con quello che siamo diventati sarebbe il male minore tra noi…”

“Cosa vuoi dire con questo? Che vorresti davvero fare sesso con me, tua sorella?” Domandò sempre maggiormente sorpresa e seria proseguendo: “Adriano, un conto e che mi vedi nuda, in atteggiamenti erotici e che sai quello che faccio con altri uomini, ma un altro e fare sesso insieme io e te…”

“Lo so… lo so...purtroppo Giulia!” Dissi rammaricato e dispiaciuto.

“Cosa vuoi dire con quel purtroppo?”

“Semplice, fai sesso con Lucio e tutte le persone che ti pagano e io che ti voglio veramente bene non posso farlo.”

“Ma te l’ho detto Adriano, io e te siamo fratello e sorella, non possiamo, gli altri non li conosco…”

“Eh sì fratello e sorella… anche Lucio lo ha fatto con sua sorella…” Dissi d’impeto.

E guardandomi meravigliate chiese:” Chi te l’ha detto?  Come fai a saperlo? Te l’ha detto lui?”

Mi resi conto di aver detto troppo e cercai di correre ai ripari.

“No.…non me l’ha detto lui, ma lo immagino, credo di sì, che abbia avuto rapporti sessuali con sua sorella, almeno qualche anno fa… Perché tu non lo credi possibile che Lucio abbia fatto sesso con sua sorella Claudia?” Domandai.

“Non so! Ma sarebbe capace…” Esclamò con un sorriso goffo.

“Eppure vivono la loro vita come se non fosse successo niente tra loro…” Continuai.

A quel punto entrato in quel discorso, non so cosa mi prese, ero eccitato tantissimo, il cuore mi batteva fortissimo e guardandola allungai la mano e aperta l’appoggia sulla sua coscia.

“No Adriano … questo no…” Mormorò subito prendendomela e togliendola dalla coscia, guardandomi. 

Mi sentii vuoto, angosciato, perdente, vinto da quella sua manovra di allontanare la mia mano da lei, era come se avesse allontanato me stesso, mi avesse rifiutato. Ero agitato:” Ho capito … ho capito…” Mormorai, accesi il motore innestai la prima e mi avviai e fatti poco metri nello slargo prima di immettermi nella corsia di scorrimento, appoggiandomi la mano sul braccio esclamò.

“Fermati Adriano…Fermati!”  Mi fermai di nuovo. E subito disse:” Parliamo… non c’è nulla di male a parlare anche di queste cose. E calmati, sei agitato e sudato…!” Dichiarò passandomi la mano sulla fronte, e aprendo la borsetta prese un fazzolettino di carta profumato, di quelli che usava per pulirsi la figa dall’umido dopo aver chiavato con i clienti e me l’asciugò ripetendo:” Parliamone, non c’è nulla di male a parlarne.”

“Parlare di cosa Giulia?  Di sapere che sei la ragazza di quel bastardo? Di quello che fai?  Sai che vederti in quel modo poco fa nello spogliatoio del sexy shop, mi hai incendiato…” Affermai.

“Oh addirittura...” Esclamò lei ridendo.

“Si, è la verità Giulia, l’ha detto anche il proprietario che ci ha scambiato per una coppia di fidanzati e faceva le battute: <vedrà che belle chiavate con questi abitini e lingerie si farà con la sua ragazza.>”

Sorrise...” Ha detto anche che ci assomigliamo molto e abbiamo gli stessi occhi, ci pensi se avesse saputo la verità, che siamo fratello e sorella.” Pronunciò spiritosa.

 

Iniziammo a parlare e Giulia notò che la osservavo con una certa insistenza e con desiderio mal celato di possederla. Le guardavo la poca scollatura e il seno che da sotto il suo vestito a fiorellini color acqua marina, con quell’afa notturna si muoveva affannoso ai respiri. Con il passare dei minuti mentre parlavamo la mia eccitazione aumentava sempre più, ad averla vicino e a sentire il profumo che si era spruzzato poco prima di uscire dal sexy shop, mescolato con il caldo dell’aria nell’abitacolo e della sua pelle calda e sudata. creando un aroma erotico, mi sentivo sempre maggiormente eccitato.  Continuava a venire a galla sempre più prepotentemente il desiderio di averla e cominciai ad avvertire una sensazione di erezione tra le cosce e contro lo slip. Il cuore aveva iniziato a battermi più velocemente, nei pantaloni il mio fallo aveva iniziato a pulsare. Tutto nel giro di pochi attimi. Eravamo in un posto perfetto, non isolato, vicino al centro abitato ma appartato. Dovevo soltanto creare la situazione. Sentivo l’eccitazione montare velocemente, e le farfalle nello stomaco e il mio sesso palpitare.

Come un automa continuando a parlare, le appoggiai di nuovo la mano sulla coscia e lei quella volta, la seconda non la tolse. Aveva capito che la desideravo e volevo fare sesso con lei.

“Sei così contraria a farlo con me?... Solo perché siamo fratello e sorella?” Mormorai.

“Sai cosa significa Adriano farlo tra noi… e poi tu hai Flavia, è una brava ragazza, bella, devi pensare a lei…”

“Flavia… Flavia… io amo te Giulia.” Gridai.

“Sssshhhhhh!! Non dire queste cose…” Pronunciò mettendomi le dita sulla bocca, mentre io muovendo la mano, dalla coscia l’avevo portata sul suo sesso. Non disse più nulla e non la fermò.

Era stupita di quella mia confessione, tra l’essere contenta e il dispiaciuto.

Così mi avvicinai a lei ed iniziai ad accarezzarla sulle braccia e sulle cosce da sopra il vestito e guardandola negli occhi iniziai e spogliarla tirandole su la gonna del vestito e nello stesso tempo con l’altra mano tirai giù la cerniera nella schiena per aprire la parte superiore dell’abito.  Glielo portai in avanti facendolo scorrere sulle braccia fino ad abbassarlo anteriormente scoprendole il torace e iniziai a baciarla sul collo, ad annusarla, a sentire l’aroma del suo profumo e della pelle anch’essa eccitata, entrarmi nelle narici.  Quando la parte superiore fu scoperta e il vestito sceso sulla vita, lasciandoglielo allacciato le tirai su il reggiseno senza toglierlo, scoprendolo, finché non apparvero le giovani mammelle, perfette, con i capezzoli turgidi e rosa, che per un attimo rapirono la mia completa attenzione fatta di ammirazione per quelle due sfere che parevano arance; e che avevano da sempre attirato la mia fantasia quando mi masturbavo pensando a lei. 

Le scrutavo e in quella penombra cercavo di capire i loro lineamenti, quel seno che come l’aveva educata mamma teneva celato sempre sotto i vestiti e che solo in quel sexy shop, mi permise di guardarli e ammirarli nella loro completa bellezza con lei nuda. E ora lo avevo lì davanti a me, spoglio, potevo toccarlo e non me lo avrebbe impedito. E continuai ad eccitarmi.

Senza più parlare, solo con quel sottofondo musicale, tirai indietro lo schienale del sedile del passeggero dove era seduta Giulia, senza che dicesse nulla o lo impedisse, e lo inclinai un po' da renderla quasi sdraiata.

Dopo le prime carezze, con anche lei eccitata mi avvicinai ancor di più tremante, avvertivo forte il suo profumo misto al sudore, ma non mi dava fastidio, anzi mi piaceva, era eccitante. Mi accostai al suo volto e senza dire nulla e che lei lo impedisse, appoggiai le labbra sulle sue e cominciammo a pomiciare, a baciarci come due innamorati. Incredulo della situazione che si stava verificando le infilai la lingua dentro la bocca, iniziando a duellare con la sua ad avvertire la sua saliva calda e viscosa dal gusto di whisky e tabacco contro la mia, mentre le mie mani le esploravano il corpo, il seno con i capezzoli turgidi e la schiena. 

Fino a che la mia mano scesa nuovamente e spostato ancor più su la gonna del vestito, si inserì tra le sue cosce, salendo accarezzandole l’interno della coscia fino alle mutandine e al sesso, sotto di esse. Toccarle la vulva fu come toccare la corrente elettrica, avvertii una scossa piacevole in tutto il corpo da farmi mancare l’aria e vibrare la pelle che mi pervase tutto. Quando toccai le mutandine e il sesso di Giulia sotto esse, fu come se avvenne un’esplosione, la mano iniziò a tremarmi, con le dita stavo toccando la figa di mia sorella… la sentivo umida e calda. 

Anch’ella eccitata e presa dal desiderio di me, in quel momento appoggiò la mano sul mio torace, sbottonandomi la camicia e infilandola sotto il tessuto, cominciando ad accarezzarmi il petto sudato. Poi scese giù toccandomi e massaggiandomi l’erezione che si manifestava sul sesso e aprendo la cerniera dei pantaloni, tirò fuori la mia asta già eretta e me l’accarezzò delicatamente, dolcemente con le sue dita, per poi afferrarla iniziando a masturbarmi lentamente, avvertendo il fallo rigido e caldo nel pugno della sua stretta. E tutto avveniva silenziosamente, senza parlare, con il sottofondo musicale del cd dell’auto.

Pian piano le tirai più su completamente la gonna, le scoprii totalmente le cosce e gliele accarezzai, fu in quel momento che senti la sua voce, calda, dolce, rotta dall’imbarazzo e l’emozione dire:” Aspetta Adriano, tolgo lo slip…”  E a quella affermazione il cuore mi andò in tachicardia e iniziai a tremare, si stava avverando quello che desideravo, che volevo.

E alzandosi su e staccando il sedere dal sedile, tirò più su la gomma del vestito scoprendolo completamente, prese l’elastico delle mutandine sui fianchi e lentamente le tirò giù sulle cosce, poi alle ginocchia e piegando le gambe prima una e poi l’altra quando arrivarono alle caviglie le tolse dai piedi insieme ai sandali bianchi. Restò nuda dall’ombelico in giù e dallo stomaco in su, solo con l’abito color acqua marina arrotolato sulla vita, e prendendomi la mano a occhi semichiusi se la portò appoggiandola sulla vulva sussurrando:” Accarezzamela…”

Era eccitata anche lei e si era tolta da sola le mutandine, segno che mi desiderava, mi voleva ed ero felice.

Senza dire un’altra parola, riprese un lento massaggio sulla mia asta di carne eretta, oramai fuori dalla stoffa dei pantaloni e nella sua mano, e io inizia ad accarezzare e sfiorare le sue mammelle calde e sode. E avvertivo i suoi capezzoli turgidi sotto i polpastrelli delle dita che ai movimenti del respiro, muovendo la cassa toracica e quindi le mammelle stesse, spingevano comprimendomi sulle dita, essendo duri come chiodi.

Dopo quel suo massaggio e manipolarmi il cazzo, la mi eccitazione e anche esaltazione ormai era alle stelle e le mie mani non stavano più ferme, si muovevano su e giù sul suo corpo e si erano posate sulle cosce e sul seno, e come in movimenti sincronizzati le tastavano le mammelle e le sfioravano la cute dell’interno cosce e sulla vulva lungo la fessura tra le grandi labbra.

La mia mano si posò con insistenza sul suo sesso, aveva una vulva veramente bella, tutta depilata, con delle grandi labbra vistose e in evidenza, leggermente bombata e la linea centrale ormai dischiusa dai rapporti sessuali e avevo preso a far scorrere le mie dita alternandole sulla fessura tra le grandi e piccole labbra vaginali...

In quello stato di esaltazione, fremente dedicai alcune dita all’ispezione con il tatto della sua figa interamente liscia, che pareva farle correre sul vetro tanto era levigata, che mi fece impazzire. La sfiorai e risfiorai lungo la fessura e sulle grandi labbra vaginali e poi vista la sua accondiscendenza mi feci coraggio e introdussi spingendo lentamente il dito medio all’interno, avvertendola nell’introduzione calda e umida. Il dito interamente la fece sussultare, sentendola io reagire con ardore a quell’intrusione, e strinse maggiormente il cazzo tra le dita e accaldata ed eccitata incominciò ad agitarlo con disordine e tanta voglia su e giù.

Preso dalla smania di averla sessualmente tolsi il dito medio dall’interno della vagina e le mie mani aperte, larghe le avvolsero nuovamente il seno come a coprirlo interamente per prenderlo o nasconderlo alla vista, e sentivo i suoi capezzoli turgidi premermi nei palmi delle mani e allo stesso tempo iniziai a stuzzicarle i capezzoli procurandole scosse di piacere. Non riuscivo a stare fermo dal desiderio e dalla contentezza che avevo in corpo e riscesi con la mano e introdussi ancora il dito in vagina muovendolo. L’eccitazione aumentava ad entrambi, a tal punto che sentii il dito medio bagnarsi dei suoi umori. Il desiderio di averla, possederla aumentava sempre più, non avevo desiderato mai nessuna ragazza come lei in quel momento, nemmeno Flavia. Giulia non reagiva, socchiudeva leggermente gli occhi, mentre io diventavo sempre più audace, risalendo con le dita dell’altra mano e il mio respiro affannoso fino alle sue spalle, baciandole. La pelle d’oca che si manifestò in lei fu la conferma del suo livello di eccitazione, dopo pochi secondi tornai indietro con le mani massaggiandole nuovamente delicatamente il collo le spalle e il seno, che pareva apprezzasse in modo particolare, scendendo lungo i fianchi e lasciandole il seno scoperto ed eccitato.

Con la mano ritornai ancora sul suo sesso, mi piaceva toccarlo e non riuscivo a stare fermo… e ripresi a sfiorarlo con le dita. Era bello sentirlo, caldo e liscio che quasi mi faceva impressione, non era la fighetta pelosa come quella di Flavia, ma depilata come la sorella di Lucio, Claudia. E quel paragone tra il sacro, Flavia e il profano, Claudio, mi eccitava maggiormente.

Lei stessa tenendomi la mano, faceva scorrere il mio dito medio sulla sua fessura vulvare, tra le grandi labbra che sentivo oltre che lisce, pulsanti e umide. E mi accorsi con soddisfazione che la stavo facendo godere… era bellissimo, stavo facendo godere Giulia e non ci interessava se fossimo fratello e sorella. Era stupendo avvertire il suo respiro caldo e vedere il suo torace alzarsi e abbassarsi alle escursioni respiratorie facendo muovere le mammelle sopra esso, mentre lei toccava la mia asta di carne eretta e muoveva la sua mano su e giù masturbandomi… era incredibile. Mi teneva il cazzo tra le sue dita sentendolo pulsare sempre più duro. 

Insieme al sottofondo musicale, nell’abitacolo dell’auto diventato afoso, si sentivano solo sospiri, mugolii e i rumori tipici dei corpi in calore e movimento. Mi masturbava in maniera deliziosa ed eccitante, lo faceva come probabilmente lo praticava a Marco, il suo ex fidanzato, con le labbra socchiuse verso di me che sembrava porgermele per baciarmi ancora. E io mi chinavo con il capo su di lei e la baciavo, leccandole e succhiandole le labbra, volevo essere più bravo di Lucio a fare l’amore e che lei avesse un bel ricordo di me e del nostro rapporto sessuale.   

Giulia orami dopo sette mesi che frequentava lui e i clienti, aveva acquisito esperienza, capacità e iniziativa e prese a baciarmi sul collo e in volto… La sua lingua, forse come le avevano insegnato a fare con i clienti percorreva la mia pelle in lungo e in largo, e per reazione al piacere che provavo al suo passaggio le mie dita sul suo corpo erano diventate molto più audaci e lambivano sulla vulva. Ogni volta che le sfioravo il bacino fremeva, il dito non si dedicava solo alle sue labbra vaginale, ma giocava anche con la sua fessura vulvare e la clitoride. Sotto il tocco del mio dito, era molto arrendevole mia sorella benché fosse esperta, e ben presto ogni resistenza dovuta al fatto che eravamo fratello e sorella e ogni difesa era stata debellata e il mio dito nel suo antro d’amore si muoveva dentro e fuori dalla vulva penetrandola. 

Lei aveva in mano il mio fallo, lo toccava, lo ispezionava con le dita in ogni suo millimetro, quando con un gesto improvviso si prese della saliva in bocca e me la passò sulla cappella nuda. Il suo gesto di insalivarmi il glande con tanta capacità, come le aveva insegnato Lucio o sua sorella Claudia, mi provocavano delle fitte di piacere.

Iniziai a sentirmi a mio agio con quella mia nuova sessualità morbosa, sentivo un gran caldo in me e allargai le gambe di Giulia al massimo che riuscivo. Sentivo palpitare la vulva e le labbra vaginali aumentare di consistenza e mentre la dilatinavo, la sua mano si muoveva sul mio sesso rigido e svettante come un pennone. Sembravamo due ragazzini innamorati alle prime esperienze masturbatorie e amorose, ma non era così purtroppo. Estraevo il dito per massaggiare con il polpastrello il resto della vulva, ma subito mi trovavo costretta a reinserirlo per riempire quel foro vaginale che pareva diventato vorace e voleva inghiottirselo. 

L’imbarazzo che provavo a che fosse Giulia la ragazza con cui praticavo atti sessuali non mi scuoteva dallo stato d’estasi in cui mi trovavo. Non mi turbava più nemmeno il fatto di sapere che era mia sorella quella a cui stavo praticando un ditalino e mi accingevo a chiavarla e ormai senza pudore la toccavo dappertutto.

Lei masturbandomi mi teneva il cazzo in mano e io insieme al piacere e il benessere consideravo:” Certo sentirà che non è come quello di Lucio…”  In quel momento pensavo a quel bastardo e facevo mentalmente il paragone tra il mio cazzo e il suo, che sapevo fosse più grande in confronto al mio… E a sentirla fremere mi dicevo:” Le sensazioni che prova con me sono più intense di quelle che prova con Lucio o i clienti …” Ma quelle di Giulia erano solo considerazioni di reazioni cerebrali a sapere che era suo fratello a toccarla e a farle un ditalino e non un altro, come per me le emozioni per lo stesso motivo, erano maggiori di come io le provassi con Flavia.

Le massaggiavo il seno, avendo scoperto che era una delle sue parti più sensibili e le piaceva, e il respiro suo e mio si era trasformato diventando affannoso. Lei restava ferma, lasciava fare a me, forse per non mettermi in imbarazzo con la sua esperienza. E per un attimo pur avvolto in quella lussuria incestuosa pensai:” Cosa ci è successo? Cosa siamo diventati? Cosa stiamo facendo?” Ma subito quel pensiero passò e volò via lasciando il posto al desiderio.

Continuai a far correre il dito lungo la fessura bagnata, a giocarci, percorrendola fino al clitoride gonfio. Con le dita le allargai le labbra vaginali, penetrandola con due dita unite in profondità, muovendoli avanti e indietro. Lei mi stringeva l’avambraccio a occhi chiusi, sospirando e quando le apriva vedeva il mio volto o il tettuccio dell’auto. 

Nonostante il senso di colpa che provavo e mi attanagliava lo stomaco a praticare quell’incesto, godevo intensamente e non volevo smettere. Era un godere fisico ma soprattutto cerebrale e certamente anche lei provava le stesse sensazioni, visto che di sua iniziativa allargò di più le gambe. 

Sono sincero, non mi aspettavo tanta audacia da me stesso, ma l’avevo avuta e stava dando i suoi frutti.

Lei solo inizialmente cercò di opporre una resistenza poco convinta, verbale, ma poi si lasciò andare...

Ricordo ancora quei momenti, giocavo con le sue mammelle e con i capezzoli sporgenti che sembravano diventati due punte d’acciaio coralline sul piedistallo dell’areola e sul pallore del seno. E sentivo la sua carne fremere mentre le mie dita scorrevano sulle mammelle e le cosce, cercando di farsi strada sempre più, intanto che il pollice e l’indice dell’altra mano stringevano e tiravano a turno i capezzoli. Giulia era molto sensibile sui capezzoli, ad ogni carezza o stretta delle mie dita, la sua espressione si riempiva sempre più di lussuria, e me lo faceva anche capire dalle strette che dava sul mio fallo eretto la sua mano.

Alla penombra all’interno dell’auto non poteva vederlo il mio fallo, ma mi bastava che lo sentisse come quello di Lucio a cui pur non volendo in quel momento continuavo a paragonarmi sessualmente. 

Altro che con Flavia, avevo la cappella gonfia e turgida e lo scroto che sembrava una sacca di cuoio duro. Mi chinai con il capo e mi misi a leccare e baciarle ancora le labbra riempiendole di saliva, me le portavo a turno in bocca, prima il labbro superiore e poi quello inferiore e li succhiavo tirandoli e allungandoli con le mie, mentre la mano di Giulia andava su e giù sul mio cazzo.  Ero felice che godesse di me e che mi volesse. Poi ricordandomi gli insegnamenti sessuali di Lucio che avevo già messo in pratica con Flavia, risalivo con le labbra e la lingua pian piano le guance scendendo poi sul collo, stordendomi del suo profumo forte e intenso che mi entrava nelle narici. Sentire la sua lingua calda e vischiosa di saliva dal sapore di whisky incrociarsi con la mia era tremendo.  Godevamo entrambi tantissimo, più che altro perché sapevamo che stavamo consumando un incesto e non certo per le mie capacità sessuali o amatorie… e questo cerebralmente ci portava a mille. Lei a sentire il mio cazzo in erezione, quello di suo fratello tra le dita e io a sentire la sua vulva umida, calda e palpitante sotto le mie con le nostre bocche e lingue unite; sapendo che era quella di mia sorella Giulia e lei la mia e impazzivamo entrambi di piacere. Avvertivo i suoi polpastrelli oramai esperti toccarmi il glande, accarezzarlo e lei avvertiva il mio del dito medio all’interno della vagina tra le sue grandi labbra. Eravamo infoiati, non ci interessava del mondo.

Mi resi conto che, così facendo, eccitato com’ero rischiavo di venire subito e mi trattenevo.

A un certo punto accaldati e sudati mi sussurrò con la sua voce calda e dolce:” Vieni sopra di me Adriano…penetrami…”

Si sentiva pronta a ricevermi, e anch’io lo ero nel donarglielo. Non me lo feci ripetere, le allargai maggiormente le cosce scavalcando la sua gamba sinistra e mi posizionai tra di loro, su di lei. “Metti il preservativo Adriano” Mi sussurrò:” Li ho io nella borsetta.”

“No, non serve…” Mormorai orgoglioso:” So come fare e mi so trattenere…” Risposi. E lei continuò:

“Mi raccomando stai attento…”

Sapevo che Giulia aveva lo IUD contraccettivo e prendeva la pillola anticoncezionale, ma non le dissi nulla, volevo farle vedere che sessualmente ero bravo, che sapevo chiavare anch’io e trattenermi dall’eiaculare quando volevo io. E poi mi dicevo:” Lucio la chiava e la incula senza preservativo e io che sono suo fratello non dove? Me lo dovrei mettere? ...No… non esiste…!”

 

 

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