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STORIE E RACCONTI EROTICI
VIETATI AI MINORI DI 18 ANNI
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L'AMICIZIA VELENOSA
VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI.
NOTE:
“Il momento in cui un uomo o una donna si interroga sul significato e sul valore della vita, egli è malato, dato che oggettivamente non esiste nessuna delle due cose; col porre questa domanda uno sta semplicemente ammettendo di avere una riserva di libido insoddisfatta provocata da qualcos'altro, una specie di fermentazione che ha condotto alla tristezza e alla depressione.”
Sigmund Freud
CAP. 18 OSSERVANDO LA SODOMIA DI GIULIA.
A quella risposta di Lucio che non le interessava come e perché Giulia si fosse prostituita ma che per loro era importante che continuasse a farlo, replicai quasi supplicandolo:
“L’importante che non la metti incinta Lucio e che non resti gravida da qualche cliente.”
Lui sorrise:
“E’ proprio una fissazione la tua Adriano. Stai tranquillo che Giulia non resterà incinta, né da me né di qualche cliente, Claudia l’ha portata del ginecologo e le ha fatto posizionare il contraccettivo IUD come lo ha anche lei. Ora è tranquilla… anche se per disgrazia si romperebbe qualche preservativo e le sborrassero in figa, è sempre protetta. Ogni due mesi faranno i controlli ginecologici.” Mi comunicò per rassicurarmi:” Comunque utilizza anche altri contraccettivi tipo spermicida creme e ovuli vaginali e comunque se succedesse per disgrazia, le facciamo assumere subito la cosiddetta pillola anticoncettiva del giorno dopo. È ben seguita tua sorella Giulia stai tranquillo… Non lasceremo mettere incinta con il rischio che sospenda tutto, la nostra gallinella dalle uova doro.” E sorrise.
Era un bastardo, avevano pensato a tutto… e vedendo il suo sorriso strafottente pronunciai ancora:
“Un'altra cosa che ti voglio chiedere Lucio e di non tatuarla più in quel modo, gli rovini il corpo, la sua bella pelle… la stai disegnando e colorando tutta… “
“Perché non dovrei? ...Vuole anche lei essere tatuata, piace alle ragazze. La tatuerò, lei fa parte di me oramai, mi appartiene.”
La sua risposta fu chiara, difatti lentamente le tatuò tutto il braccio sinistro, dalla spalla al polso, sopra una mammella e sopra il pube, oltre che nella caviglia, sperando io che si fermasse lì.
Durante quella chiacchierata, mi resi conto che oltre Lucio ero l’unico punto di riferimento per mia sorella. O la lasciavo perdere a sé stessa (cosa che non avrei mai fatto) o l’avrei aiutata, accettandola com’era, come si voleva lei in quel momento, una prostituta. Acconsentendo avrei continuato a restare suo punto di riferimento, seguitando a vederla anche in quell’ambiente, ma quello significava approvare che si prostituisse per Lucio e non solo, ma che io e lui dopo l’ultima mia sfuriata, facessimo pace e ritornassimo in amicizia… Solo in quel modo avrei potuto continuare a frequentare e vedere mia sorella Giulia… riconoscendo anche psicologicamente che lui fosse il suo magnaccia. E alla fine accettai, piegai la testa… e acconsentii che praticasse quella professione di meretrice, escort e che lui, Lucio ne fosse il suo protettore.
Così, pur dispiacendomi che Lucio la facesse prostituire decisi che pur di stare vicino a Giulia avrei frequentato anche loro, fingendo che non me ne importasse nulla che si vendesse o facesse la sex work come dicevano loro. Ma accettai con l’intento di farla ritornare sulla retta via e appena avrei potuto portarla via da loro, al limite che l’avesse praticato solo per un paio di anni. Così glielo dissi e lui accettò.
In quel momento che parlavamo ed avevo maturato quella decisione, arrivarono sua sorella Claudia insieme a Giulia, li vidi passare Giulia mi guardò in silenzio e abbassando gli occhi pronunciò un ciao flebile e si allontanò in fretta nella stanza di Claudia e Nando e io non ebbi nemmeno il coraggio di rispondere al suo saluto, chiamarla o seguirla. Notai solo che era vestita normalmente come a casa nostra. Claudia invece dimostrava più dei 23 anni che aveva, e non era niente in paragone a Giulia in fatto di grazia, raffinatezza e bellezza fisica, nonostante fosse truccata e scosciata con rossetto sulle labbra, le unghie lunghe laccate e le scarpe con tacco da dieci centimetri.
Lucio vedendole sparire dietro la porta la chiamò:” Cla… Cla…”
“Che c’è?” Rispose sua sorella Claudia.
“Vieni un po' qui, porta anche Giulia…”
Si aprì la porta e uscirono, lei davanti e mia sorella Giulia dietro, e mi presentò sua sorella.
” Questa è mia sorella Claudia… l’avrai già vista senz’alto.” Dichiarò:” L’altra dietro la conosci già, mi pare che siate parenti…” Aggiunse beffardo sorridendo. Mia sorella mi guardò con uno sguardo misto fra vergogna e contentezza, poi abbasso gli occhi. E rivolgendosi a me pronunciò verso sua sorella:” Lui è Adriano il fratello di Giulia.”
“Ah il fratello di Giulia…!” Ripeté sorridendo Claudia, fingendo stupore e gentilezza:” Ma che bel ragazzo, anche tu sei molto bello sai… che piacere…” Poi voltandosi indietro con il capo aggiunse:” … tua sorella è davvero una bellissima ragazza. Siamo diventate amiche… adesso ci frequentiamo …” E allungò la mano per stringermela, sotto lo sguardo di Lucio e Giulia. A quel gesto esitai, restai in silenzio e fermo qualche secondo, sapevo che stringerle la mano avrebbe significato fare un patto con lei, Lucio e quel Nando del suo compagno, di affidarle mia sorella. Fu un momento che durò pochi attimi. Non avevo la forza, ne la voglia e il coraggio di compierlo, ma poi sotto lo sguardo attento e severo di Lucio e quello ansioso di mia sorella, la strinsi pronunciando un flebile:” Piacere…” Ricambiato da lei.
Subito mia sorella sorrise contenta e soddisfatta di quella stretta di mano, quel sugello e mi guardava felice.
Claudia mi osservò con un sorriso graffiante dicendomi perfidamente:” Vedrai che con noi starà bene tua sorella, le insegnerò molte cose...” E riferendosi a suo fratello gli chiese:”
“Gli hai parlato?”
“Si!” Rispose Lucio:” Sa tutto, anzi da ora fa parte di noi, ci frequenterà qui in casa e fuori e se avete bisogno potete contare anche su di lui.”
“Bene …!” Rispose sua sorella Claudia con un sorriso malizioso:” Lo dirò anche a Nando.” E Lucio rivolgendosi a Giulia e dandole un buffetto sul viso esclamò:” E tu sei contenta ora che tuo fratello sa tutto e ha accetto il tuo modo di vivere?”
Si vedeva in volto senza rispondere che era contenta, annuì con il capo e sorrise ancora di più, si accostò a me accarezzandomi l’avambraccio e all’improvviso avvicinandosi con una espressione felice mi diede un bacio sulla guancia. Era una scena surreale, assurda… che mia sorella fosse felice che io sapessi tutto su di lei e la frequentassi lo stesso. E Lucio rivolgendosi a tutte a due pronunciò:” Su ora andate che io e Adriano chiacchieriamo ancora un poco, dando una patta nel sedere a mia sorella Giulia che sorrise stupidamente, facendomi capire con quell’atto che era di sua proprietà.
“Ciao Adriano.” Esclamarono entrambe e si chiusero nella camera. E Lucio mettendomi la mano sulla spalla dichiarò:
“Vedi Adriano… io ho accettato di vederti e di frequentarti ancora nonostante quello che hai detto di me, solo perché me la chiesto tua sorella Giulia… ti vuole bene sai… davvero, tanto…” E guardandomi negli occhi continuò: “E io ne voglio tanto a lei…e so che è più felice se può rapportarsi con te e tu venire con noi, specialmente dopo quello che è successo ai vostri genitori che si sono separati… Ma voglio mettere bene in chiaro una cosa Adriano se mai ce ne fosse bisogno, lei è mia, Giulia è la mia ragazza, la mia puttana!” Precisò.” Questo che sia ben chiaro e non intrometterti mai tra di noi, anche quando le trovo da dire… Prima di essere tua sorella è la mia ragazza, la mia fidanzata e soprattutto la mia puttana…” Ripeté:” … e voglio che capisci bene la frase e il senso che è la mia puttana… Vuol dire che la faccio chiavare con chi voglio io a pagamento… e che lavora per me…. quindi ho accetti tutto questo oppure puoi girare i tacchi e andartene da dove sei venuto. Non dovrai mai rompere i coglioni, né a lei mettendole idee strane in testa, né a me che la proteggo. Lei risponde a me, solo a me per qualsiasi cosa… se accetti questo saremo amici come prima…” E mi guardò.
Allungò la mano anche lui per stringere la mia, come se facessimo un patto, un accordo, che significava l’accettazione e la consegna di Giulia a lui. Anche con lui esitai, ma poi la strinsi.
Era fatta, avevo accettato la prostituzione di mia sorella e che Lucio ne fosse il magnaccia.
Lo guardai anch’io e irrazionalmente mormorai confuso:” Si accetto Lucio. Accetto che mia sorella sia una tua puttana, ma trattamela bene, non farla soffrire…”
“No.… stai tranquillo, non la faccio mica battere sulla strada… fa la escort con mia sorella…” Ripeté:” … va negli appartamenti, negli alberghi e alle feste… ed è sempre elegante e i soldi non le mancheranno mai. E se vorrai più avanti te la farò chiavare anche a te, come quella sera sotto il ponte, perché ti reputo un amico. Anche se tu mi hai offeso…” Affermò con una strana luce di trionfo negli occhi.
“Ma sai Lucio…” Replicai:” … quella reazione è stata istintiva, è stato un colpo per me io non me lo sarei mai aspettato che tu la facessi prostituire davvero mia sorella…”
“Eppure te lo dicevo Adriano, te l’ho sempre detto che l’avrei fatta diventare una puttanella, che sarebbe andata in giro senza mutandine…” Disse ridendo. “Solo che tu non ci credevi…”
“Si, conoscendola non lo pensavo possibile.” Rispose.
Quando gli lasciai la mano riflettei dispiaciuto per quella condizione in cui era finita Giulia che in parte era colpa mia e che orami mi ci trovavo anch’io, e pensavo a Flavia, la mia ragazza se mai lo avesse saputo.
“Comunque non pensiamoci più ...” affermò passandomi il braccio sulle spalle dietro al collo.
Ma quel consenso per me comportava un problema morale e famigliare, che avrei dovuto assistere Giulia anche quando si prostituiva, nonostante ne fossi il fratello.
Avevo accettato perché volevo continuare a incontrarla e per quello ero disposto a fare pace anche con il diavolo, e quindi con lui ed accettare che ne fosse il magnaccia.
Così lentamente nei giorni seguenti iniziai a frequentare anch’io il loro mondo di prostituzione e ne avevo paura, mi spaventava, non che mi facessero qualcosa loro, no, ma temevo che quell’ambiente risucchiasse dentro anche a me, e che mi piacesse e ne traessi vantaggio dalla prostituzione di mia sorella.
“Ha provato il gusto del proibito e ora le piace." Disse Lucio all’improvviso, visto che dal lato sessuale la conosceva senz’altro più di me.
“E cosa cambia?” Esclamai ragionando forte.
“Niente, ma a livello psicologico la fa stare meglio se lo prende come un divertimento, un lavoro che le piace. “Pronunciò.
“Lavoro per modo di dire… “Ribattei io.
“Sex work…” Mi corresse lui ridendo.
Poi stringendomi il braccio sulle spalle e riportandomi nella sua camera esclamò:” Vieni guarda Adriano, te l’ho già detto ma te lo ripeto... Lo vedi il mio letto sfatto?... Sai quante chiavate abbiamo fatto assieme da Natale a oggi, qui io e la tua bella sorellina?!” ... Ribadì. “Puoi immaginartelo, l’ultima chiavata qui con lei l’ho fatta ieri sera. Questo per dirti che hai fatto bene ad acconsentire Adriano... Il nostro, mio e di Giulia è un amore particolare, come il suo lavoro e la sua scelta e ti conviene accettarlo così com’è, conoscendo e vedendo ma senza dire nulla ai tuoi genitori. Perché se gliene parli, fai scoppiare uno scandalo che vi marchierebbe a tutti per sempre, tanto da dovervi fare andare via da Roma o al limite cambiare casa… e quartiere.” Affermò.
E prendendomi per il braccio mi esortò:
“Vieni Adriano, andiamo fuori a fare due passi e bere qualcosa al bar.” Aggiungendo cambiando discorso:” Come sta la tua ragazza… Fulvia?”
“Flavia…” Lo interruppi precisando, e lui proseguì:
“Pensa a lei, pensa a chiavarla bene, non pensare a tua sorella che a Giulia ci penso io… noi, si corresse, così saremo tutti contenti. “E scendemmo le scale dalla sua abitazione umiliandomi, tenendomi sempre il braccio sulle spalle come vecchi amici, mentre io avevo la morte nel cuore per Giulia che non ero stato capace di salvarla, guardarla negli occhi e parlarle, ma oramai era evidente che avevo accettato tutto, anzi subivo tutto.
Ancora come la prima volta del nostro incontro sotto le gradinate di quel campo sportivo un anno prima e successivamente perché succedesse quello accaduto alla sagra di Ostia, tacitamente non reagendo e dicendo nulla avevo rifatto un altro patto con lui su mia sorella.
Giunti giù ci avviammo lungo la strada con io che gli dicevo sottovoce quasi supplicandolo:” Mi raccomando... io voglio bene a Giulia…”
E lui che rispondeva battendomi la mano sulla spalla:” Lo so! ...Lo so!... Ma non ti preoccupare, non sarà sola, sarà con mia sorella stai tranquillo. E poi ci sarò io a proteggerla e se occorre anche Nando che la seguirà… Andrà solo qualche volta, quando vorrà lei, noi l’aiuteremo… Ma guarda che piace anche a lei fare la escort … Anche per mia sorella è stato così all’inizio… stai tranquillo.” Ripeté.
E camminando ci avviammo verso il bar….
Quella sera tornato a casa quando rividi mia sorella non le dissi nulla, non le parlavo, mentre mia madre conversava con entrambi; notavo che anche durante la cena lei mi guardava imbarazzata e in silenzio, forse contenta che sapessi tutto di lei e avessi accettato la sua scelta e condizione. Domandomi quasi al termine mentre eravamo ancora a tavola e pasteggiavamo e mamma era in cucina, forse per rompere il gelo tra noi:
“Stasera esci con Flavia?”
Avrei voluto non risponderle, ma poi in fondo le volevo bene, tanto, troppo bene, era mia sorella al punto di accettare che tutto quello che era successo quel pomeriggio restasse solo un nostro terribile segreto.
“No resto a casa, uscirò domani.” Risposi. Non disse più nulla.
Dopo cena mentre mamma e Giulia erano in soggiorno a parlottare, andai in camera a trafficare con il computer, poco dopo sentii bussare e aprire la porta:” Posso entrare?” Mi chiese Giulia.
Annui con il capo. Entrò in camera e si sedette vicino a me dicendomi stupidamente:” Cosa fai?”
“Niente, leggo qualcosa su internet…” La sentivo così diversa, adulta, profumata di una fragranza misteriosa e costosa che dava sensazione di erotismo. Poi come faceva sempre lei mi passò la mano sul braccio come ad accarezzarmelo dicendo:” Ti voglio bene Adriano!”
“Anch’io Giulia. “Risposi guardandola negli occhi. E lei subito mormorò:
“Mi ha detto Lucio che hai accettato che io continui…” E si fermò.
“Si ho accettato perché ti voglio bene e non ti voglio lasciare sola con loro, voglio starti vicino…” Risposi osservandola con tenerezza. Lei mi guardò, si avvicinò e mi diede un bacio sulla guancia dicendo:” Grazie!”
Abbozzai un sorriso...
“Ti voglio bene, sei mia sorella…” Aggiungendo subito a bassa voce, quasi sussurrando con il timore assurdo che mamma potesse sentirci: “Ma tu davvero vuoi fare questa vita? “
Lei tirò su le spalle e sorrise: “Si per ora...”
“Però promettimi che appena potrai smetterai!”
“Si te lo prometto!” Esclamò dandomi un altro bacio sulla guancia e sentendo ancora più forte e intenso il suo profumo sensuale, da donna e non da ragazzina. “L’ho farò fin che mi andrà… poi smetterò, me lo hanno detto anche loro… e poi non c’è pericolo e nessuno saprà mai niente a parte tu.” Sussurrò.
“Ricorda… di qualsiasi cosa avrai bisogno io ci sarò sempre, anche tra due anni…” Pronunciai.
Mi sorrise, si avvicinò e baciò ancora sulla guancia dicendomi.” Grazie Adriano! So che potrò contare sempre su di te!” Po si alzò pronunciando, ora vado a prepararmi, stasera esco con Lucio. Ciao.”
Quando fu pronta la salutai con gli occhi e la vidi e sentii allontanare mentre diceva a mia madre ignara:” Mamma esco, vado con Lucio…” E la sua voce materna dolce e amorevole raccomandarle:
“Non fare tardi… e state attenti e resta con lui vicino che c’è tanta delinquenza a Roma…”
“Stai tranquilla mamma!” Rispose e sentii la porta chiudere e uscì.
Quella sera dopo aver sentito Flavia al telefono andai a letto, verso mezzanotte la sentii rientrare e andare in bagno a lavarsi, ero tentato di spiarla, ma poi desistetti e pensai:
“È andata a chiavare e ora se la lava. Chissà quanto ha incassato stasera e fatto guadagnare a quel bastardo…”
E restando nel letto ricomincia a pensare, tormentato tra una forma di eccitazione irrazionale e l’afflizione di quello che faceva, che avevo accettato e consentito.
E in quel dormiveglia mi angosciavo non riuscendo a prendere sonno, cercavo di pensare ad altro, a Flavia, mia madre ma quel pensiero intrusivo mi tornava sempre in mente e rivedevo lei e Lucio e ricordavo cosa mi aveva detto lui riguardo a Giulia. E morbosamente al buio, muovendomi tra le lenzuola, stirando le gambe o alzando le braccia, respirando forte, turbato iniziai ad analizzare la sua situazione, quello che le era accaduto, non nel campo sentimentale che già sapevo, ma sessuale.
“Come ha fatto a indurla alla prostituzione… e lei accettare?” Mi chiedevo. E riflettevo e mi rispondevo:
" Sono certo che Giulia non voleva e Lucio quando mia sorella si ribellò e disse no... perché sono certo che lo fece… al di là di quello che dicono loro…” Mi ripetei:” … avranno iniziato con minacce del tipo psicologico, con il lavaggio e condizionamento del cervello. Un po' il sistema del bastone e la carota che viene usato con molte ragazze avviate alla prostituzione…
< Dai Giulia…> Le avrà detto: <… lo farai solo per un po' di tempo, guadagneremo un po' di soldi anche per noi. Per amarci, divertirci, comprare qualche bell’abito per te, uno scooter nuovo, l’auto… Prenderai anche tu la patente…!> Le avrà ripetuto cercando di convincerla:< Non dovrai più chiedere soldi a tua madre per le tue faccende, i tuoi bisogni… sarai indipendente…> E lei avrà ceduto. E mi rimisi a pensare a quella parola, dicendomi:
“Sex work lo chiamano loro e non prostituzione… E già! Oggi non si dice più fare la puttana, prostituirsi, ma svolgere attività di sex work … Già un lavoro, …” Pensai ancora:” … sono certo che anche se Giulia non me lo ha detto e forse me lo dirà mai, loro oltre ad adottare una terminologia appropriata al convincimento, hanno avuto nei suoi confronti un comportamento particolare alternando maniere forti a premi. Un linguaggio brutale ed esplicito avvicendandolo a tenerezze e amore oppure a minacce e intimidazioni, tutto studiato per aumentare lo stato di soggezione di lei nei loro confronti. E poi l’amore per Lucio… sarà stato anche reale, con lei in cerca di protezione, ma lui quell’amore l’ha saputo trasformare in un assoggettamento per Giulia.” E ragionai ancora:
“L’avranno iniziataa fumare, a bere alcolici e a impasticcarsi per donarsi con piacere e rendere di più nella prestazione sessuale. Almeno se la chiavasse solo lui senza farle fare la puttana, lo accetterei…” Mi dicevo sospirando e tormentandomi tra le lenzuola.
“Chissà con chi andrà a farsi chiavare?... Certamente con uomini attempati che hanno i soldi, non certo ragazzi della sua età, cinquanta sessantenni, commercianti, negozianti o professionisti tutta gente che ha trenta, quarant’anni più di lei!” Riflettevo.
“E poi quegli altri due bastardi, suo cognato e sua sorella che la sfruttano, hanno anche affittato un appartamentino per farle fare le prestazioni… E inoltre un profilo su internet le hanno fatto… dovrò andarlo a vedere domani…” Pensai:” … le hanno anche fatto scegliere un nome d’arte da usare per i clienti, Sofia, un nome che a lei è sempre piaciuto. E ora per i clienti lei è diventata Sofia.”
Meditavo triste a quello che era accaduto e mi aveva detto, e seppur nel disgusto, tutta quella vicenda nel mio malessere turbandomi mi aveva anche eccitato. E nel buio della stanza assurdamente e scelleratamente mi immaginavo mia sorella fare pompini, chiavare e anche prenderlo in culo con uomini diversi. Mi rammaricavo che Giulia insensatamente avesse iniziato la sua vita da prostituta a diciannove anni, accettandosi e assuefacendosi a quella condizione, a quel lavoro che svolge senza protestare.
“Ora beve, fuma e sessualmente pratica di tutto come una vera prostituta.” E continuavo a ragionare:” Sarà vero, non la porta sulla strada a battere, ma solo in case di appuntamento alberghi o alle feste, ma questo non cambia niente, le fa fare sempre la prostituta.”
Di Giulia diceva che guadagnasse molto, ogni prestazione cento euro e a volte anche centocinquanta, duecento, dipendeva da cosa compiva durante la prestazione, e praticando tre- quattro prestazioni al giorno circa, pomeriggio o sera, veniva a guadagnare dai quattro agli ottocento euro, in una media di seicento euro al giorno. Quando veniva affittata a qualcuno o a qualche festa, sempre il pomeriggio o la sera, il suo compenso indipendentemente da quello che faceva era di mille, milleduecento euro… a ogni suo incontro e in ambienti particolari anche di più...
Giulia era una quasi ventenne bellissima, perfetta e piaceva molto agli uomini maturi e anziani. Per lei quei soldi erano tanti, guadagnava e non riusciva nemmeno a spenderli tutti, pur facendo regali a sé stessa, a me e a mamma e soprattutto a Lucio e sua sorella.
Ma Lucio, suo cognato e sua sorella li intascavano quasi tutti, mettendoli in banca.
Sapete cosa significa? Calcolate che Giulia faceva quattro prestazioni al giorno per 600 euro al giorno e lavorasse solo per quattro giorni alla settimana, erano 2400 euro, e in un mese 9600 euro, quasi diecimila euro al mese… Centoventimila euro all’anno, come un dirigente, un direttore generale di qualsiasi azienda… e in prevalenza si intascavano tutto loro, Lucio sua sorella e suo cognato Nando. Capite perché era la gallinella delle uova d’oro?!”
Si giustificava con mamma dicendo che compiva lavori, che la mattina studiava all’ateneo e il pomeriggio saltuariamente con delle sue amiche andava a vendere libri porta a porta … o a dare delle lezioni private ragazzini per guadagnare qualcosa e mia madre stupidamente ci credeva. Era contenta di lei e le diceva solo di stare attenta, di non fidarsi mai della gente, di non entrare nelle case con uomini, ma nulla di più. Mia madre aveva già le sue preoccupazioni con mio padre e con Sergio. Non so se immaginasse qualcosa di simile da Giulia, non penso, ma credo avesse soggezione a chiederle e approfondire, per timore di scoprire una verità o qualcosa che l’avrebbe fatta stare male. In fin dei conti Giulia era felice, frequentava Lucio …. e lo era anche lei.
Mamma era in crisi per i fatti suoi, aveva i suoi problemi coniugali, famigliari ed economici… e tutto sommato le andava bene che non fosse sola e frequentasse il suo ragazzo… e le andava bene così, Giulia era sempre stata una ragazza giudiziosa, che non aveva mai dato problemi.
Io sapevo tutto ma non le dicevo nulla, volevo bene a Giulia e con me spesso si confidava. Quando parlavamo di quello che faceva mi diceva che voleva mettere via dei soldi e poi avrebbe smesso.
E l’ultima riflessione la feci sul mio tentativo di persuaderla quando le dissi:” Giulia non puoi fare questa vita, devi andare all’università, devi studiare… “E ricordando l’episodio rivedevo lei che scrollava le spalle rispondendomi: “Te l’ho detto, lo faccio solo un po', intanto smetto quando voglio. Ora mi va così!” E mi tormentavo considerando:
“Ora è diventa la gallinella dalle uova d’oro per Lucio e i suoi parenti che la trattano come amica e non come una puttana. A lei Lucio da cento euro quando le servono e gli altri li mette nel conto corrente cointestato tra lui e mia sorella, che però gestisce lui…”
Mi angosciavo, sudavo ed eccitavo, finché a quei pensieri malsani e turpi, inspiegabilmente mi venne l’erezione e non resistetti, come in trance mi alzai andai in bagno mentre lei era già a dormire, mi chiusi all’interno, presi le sue mutandine appena tolte e odorose della sua figa e le annusai, fino ad arrivare a masturbarmi con esse ed eiacularci sopra. La odiavo e la desideravo a Giulia in quel momento. La odiavo perché la sentivo responsabile di quello che le era accaduto, dando la colpa a lei di essersi messa con Lucio, e desideravo perché anche se era mia sorella avrei voluto chiavarla anch’io… più che a Flavia la mia ragazza.
I giorni seguenti continuarono come prima, casa, studio e mia sorella che usciva con Lucio con la differenza che sapevo cosa faceva. Passarono le settimane e quando li vedevo assieme non potevo non pensare a loro sessualmente. Mentre prima mi immaginavo Giulia con Lucio che la chiavava, ora era mutato, oltre a quello pensavo a mia sorella con i clienti, cosa faceva…e me la immaginavo che faceva pompini quando le guardavo le labbra che parlava o a tavola che mangiava. La immaginavo che chiavava con qualche cinquantenne, quando la vedevo a casa in mutandine o in costume sul terrazzo o a casa, che le leccava il seno… Oppure quando la vedevo dietro, in mutandine, con quel suo bel culetto sodo e formoso, non potevo fare a meno di immaginarla a farsi inculare da qualche cliente o da Lucio stesso, e mi venivano sempre in mente le sue parole: “Se vuoi Adriano qualche volta di nascosto te la faccio vedere che la inculo…” E ci pensavo spesso a quelle parole. Con loro ci vedevamo quasi giornalmente
E qualche sera mi invitarono a cena in una tavola calda malfrequentata… io ero accompagnato da mia sorella con un mini gonnellino, un top con l’ombelico fuori scarpe con tacchi e la sua borsetta e lui da sua sorella.
“Andiamo a cenare che le nostre sorelle ci aspettano.” Mi disse dopo una breve chiacchierata sorridendo e battendomi la mano sulla spalla. E andammo al tavolino dove Claudia e Giulia erano già sedute.
Giulia vedendomi arrivare con il suo braccio sulla spalla mi sorrise, era contenta che avevo accettato la sua situazione e che fossi ritornato amico di Lucio. Quegli inviti erano quasi settimanali, a volte c’era anche Nando seduto a capotavola, sembrava tutto perfetto. Non volli mai andarci con Flavia, anche se l’avevano invitata, non volevo che li conoscesse, purtroppo a Lucio lo conobbe.
Passarono alcune settimane, forse un mese. Come spesso accadeva quando non uscivo con Flavia io e Lucio ci incontravamo da soli al baretto vicino a Corviale a chiacchierare. Un giorno parlando del più e del meno il discorso finì su Giulia. Io interiormente vivevo una condizione morbosa verso lei, oltre che immaginarla sessualmente fantasticavo anche e la desideravo. E quel giorno e a quel punto della nostra chiacchierata, volutamente, ma fingendo che fosse casuale nel discorso, gli chiesi:” Ma davvero Lucio hai inculato Giulia?”
Sapevo già che era vero, che ne era capace e me l’aveva già detto più volte, ma per me quello era un espediente per inserirmi in quel discorso, mostrando di avere dei dubbi, conoscendo la sua vanità.
Lui mi guardò e ripetette:” Certo Adriano! Ma non solo io, ha già iniziato a incularla anche qualche cliente di gusti particolari, e pagano molto bene per fargli il culo…” E rise stupidamente mentre io mormorai:
“Non pensavo che Giulia facesse queste cose. Chiavare sì! Ma praticare pompini e la sodomia no…”
“E’ come tutte le altre ragazze Adriano…” Rispose lui:” …Te l’ho sempre detto che i tipi come tua sorella, del suo ambiente borghese, fanno tanto le ragazze per bene, che si scandalizzano subito per qualsiasi cosa e poi le piace farsi schiaffeggiare il culo, la figa e le mammelle, come a tua sorella Giulia… e farselo infilare in culo… “Dichiarò, aggiungendo sorridendo maliziosamente:” Sono certo che anche la tua Fabia è dello stesso livello di Giulia.”
“No Fabia, Flavia…” Lo corressi, faceva apposta a sbagliare nome per divertirsi con me. E aggiunsi subito:” No… lei non è così…” Mormorai.
“A Giulia tutto quello che riguarda il sesso la eccita e la porta a farsi chiavare, inculare e anche prostituirsi per me.” Continuando:” Non è stato semplice sai iniziarla alla sodomia, a infilarglielo anche in culo, schizzinosa e moralista com’era, come ti ho raccontato ho dovuto lavorarci. Volevo che fosse una cosa bella per lei, che l’’apprezzasse e le piacesse, dovevo insegnarle bene anche la tecnica di come prenderlo in culo. Ti ho già spiegato come ci sono arrivato tramite i video porno…”
Poi smise di parlare, mi guardò sorridendo, aveva capito la mia intenzione a quel discorso e pronunciò:” Te l’ho già detto, se vuoi ti faccio vedere come la chiavo e la inculo… Ti nascondi o nell’armadio o dietro la porta della camera e io la faccio girare con il culo verso te così non si accorge che ci sei. Vuoi!”
Non risposi. Il cuore mi batteva forte e nuovamente a quella proposta ebbi lo stimolo dell’erezione alla possibilità di vedere mia sorella Giulia inculata da lui. Ero tormentato, volevo e non volevo e restavo in silenzio e lo lasciavo parlare:” Guarda che oltre che bello da vedere è istruttivo per te, impari come si fa…”
Mi vergognavo a dirgli sì la vorrei vedere, perché significava dirgli che ero diventato depravato e mi piaceva mia sorella inculata e che mi sottomettevo a lui, e tutti i miei bei discorsi sull’indignazione che facevo, sarebbero spariti, annullati in un attimo. Avrei fatto la figura del perverso che spia la sorella… ma lui continuò:” Preferisci vedere che la chiavo? ...Che mi fa un pompino? O che glielo infilo nel culo?” E sorrideva superbo.
Restai ancora in silenzio alche lui serio esclamò:” Va bene, se non vuoi…” Solo a quel punto dissi:” E se sene accorge?” Che era come dirgli si in modo indiretto, mascherato.
Fece un sorriso guardandomi:” Non se ne accorge Adriano stai tranquillo, come non se ne è accorta sotto il ponte, fidati di me, ti faccio assistere a una bella messa inculo con inculata di tua sorella… Giulia quando la inculo, pensa solo a godere e non a guardarsi in giro…”
Ero eccitato e silenzioso e lui se ne accorse.
“Facciamo così, un pomeriggio tu ti fai trovare qui a casa mia nascosto, ma non dentro all’armadio, siamo a luglio e scoppieresti dal caldo e rischieresti di fare qualche rumore, sarai fuori. Quando io e lei saremo in camera ti lascio la porta socchiusa e appena l’avrò messa girata alla pecorina con il culo verso te, tu ti metterai dietro alla porta socchiusa al buio a osservare… Va bene?”
Eccitato mormorai soltanto:” Si.”
“Bene se sei d’accordo facciamo domani pomeriggio che è domenica e Giulia non pratica sex work e non studia, mia sorella con Nando saranno al mare a Ostia e oi siamo soli…”
“Va bene!” Ripetei annuendo con il capo.
“Ok allora domani alle tre, tu vieni prima così ti nascondi provvisoriamente nella camera di mia madre e quando accendo la radio esci…Ah… se vuoi porta pure Flavia a guardare così impara anche lei come prenderlo in culo…” Disse sarcastico ridendo stupidamente. Non gli diedi retta.
Il giorno dopo feci come mi aveva detto, arrivai prima e mi fece nascondere nella camera di sua madre, poco dopo sentii arrivare anche Giulia e parlottare:” Ciao!”
“Ciao!” E sbaciucchiarsi.
Li sentii bere qualcosa e dopo alcuni minuti avviarsi nella camera di Lucio. Lui era molto diretto con lei e autoritario. Sentii che le disse mentre le accarezzava la natica: “Dai spogliati e mettiti a pecora sul letto che ho voglia…”
E lei rispondere con la sua voce dolce: “Ma dai Lu…almeno due baci, due carezze…”
E li udii entrare in camera già con la tapparella su, socchiudere la porta della camera e lasciare l’anticamera al buio. Dopo qualche minuto sentii la musica della radio accesa, uscii fuori e mi avvicinai alla porta accostata, guardai dentro ed ebbi una mirabile visione, da non credere, Giulia, mia sorella, nuda a carponi sul letto con il sedere rivolto verso la porta e Lucio in piedi, con la sua asta già eretta e oscillante davanti al suo culo. Mi procurava rabbia la sua virilità sempre pronta e possente, cosa che io purtroppo non avevo.
Guardai il sedere di mia sorella in quella posizione, era bellissimo, meraviglioso tondo, perfetto, con il solco intergluteo dischiuso che lo divideva a metà in due glutei splendidi e simmetrici, rivelando all’interno la rosa del foro anale a vista, e continuando sotto di esso il perineo e subito a seguire le grandi labbra, gonfie, polpose, unite con al centro la fessura vulvare in mostra. Era uno spettacolo incredibile, Giulia era davvero bella, in quel momento capii perché era molto richiesta e la pagavano tanto, e molti desideravano farle il culo.
E guardando l’asta virile di Lucio vicino al suo sedere mi chiedevo come avrebbe potuto farlo entrare in esso, visto che mi sembrava così minuto, e fin dove le sarebbe arrivata all’interno, certamente all’addome.
Lui guardò verso la porta e sorrise, sapeva che io ero lì dietro a spiarli. Iniziò baciandola e accarezzandola sulla schiena e sul collo, con lei che come una gatta il calore a cui si fanno le fusa smaniava. Sempre da dietro a carponi, appoggiandole il glande e premendo la penetrò in vagina, facendola sussultare e inarcare e subito iniziò a possederla tirandole i capelli come redini, facendola gemere e godere in quell’amplesso animale. Sentivo i sospiri e i gemiti piacevoli di mia sorella alla sua monta. Continuò un po' così, poi lo tirò fuori, si alzò e andò a frugare nella sua borsetta sulla sedia, prese un tubicino di crema e ritornò con le ginocchia che gli sprofondavano nel materasso dietro lei e lo posò sul lenzuolo. E visto che nel frattempo Giulia si era mossa le disse: < Mettiti bene!>
Lei accompagnata dalle sue mani sui glutei, si riposizionò nuovamente com’era prima e lui si riportò nuovamente dietro di lei in modo che io potessi vedere bene quello che faceva, e con una mano accarezzandole il sedere e il solco gluteo con le dita, iniziò a schiaffeggiarle il sedere osservando la porta, cioè me, sorridendo di mostrami quello che faceva a Giulia. Colpiva i glutei, alternando schiaffi a carezze al suo sempre più rosso bel sedere. La sua mano rozza picchiando sul sedere contrastava con le natiche pallide di mia sorella che si arrossavano velocemente e lei restava ferma in quella posizione a farsi percuotere. La sculacciava dall’alto in basso con le dita unite e viceversa dal basso verso l’alto producendo lo strano suono fatto dal ritmo della cute schiaffeggiata, come se una mano battesse sulla pelle di un tamburello, ripetendo:” Bello… bello… Meraviglioso…”.
E mentre con una mano la schiaffeggiava sul culo, con l'altra le accarezzava la schiena, procurandole fremiti per il corpo e scendendo nuovamente verso il sedere arrossato, lo accarezzò ancora. Io eccitato e fermo, sudato e silenzioso osservavo quel bastardo che si accingeva a sodomizzare mia sorella.
Giulia in quella posizione canina di attesa, con le braccia tese che le sostenevano il busto e le mani e le ginocchia sprofondate dal peso del corpo sul materasso e sul lenzuolo, attendeva.
All’improvviso prese il tubetto che aveva posato sul lenzuolo, tolse il tappo e lo aprì e ne mise un po' sull’indice dicendo forte in modo che sentissi:
“Ora sentirai un po' di fresco e umido, ti sto mettendo la crema di lubrificante anale. “E come se parlasse da solo continuò:” Te lo lubrifico bene prima di incularti…”
Sentire quelle parole sulla lubrificazione dell’’ano di Giulia prima di sodomizzarla, mi dava le palpitazioni al cuore e mi eccitava e mi venne l’erezione all’interno dei pantaloni.
Vidi lui che strisciando le ginocchia sul lenzuolo si avvicinò ancora e appoggiandole le mani aperte sui glutei arrossati e irritati dalle sculacciate, portando i pollici nel solco intergluteo, iniziò a divaricarle, allargandole le natiche sode e rotonde, fino a far apparire completamente e bene il suo foro anale, roseo, leggermente dilatato dai precedenti rapporti anali con lui e con i clienti. Probabilmente quella manovra l’aveva già praticata diverse volte con altre ragazze, e allungando l’indice nel solco intergluteo le passò il lubrificante sull’ano e attorno ad esso, compiendo poi la lubrificazione su sé stesso. E se lo spalmò con accuratezza sul glande e sulla sua asta di carne diventata lunga e dura che oscillava davanti a lui e dietro allo splendido culo di mia sorella Giulia come un pennone di bandiera sotto il vento.
Era senza preservativo, forse perché in quel modo oltre che più intimo e umiliante, era anche oltraggioso e pensai che lo praticasse così, perché al termine volesse eiacularle dentro.
In quella posizione a carponi Giulia aveva le sue giovani e sode mammelle sotto il torace, belle arrotondate con i capezzoli turgidi, segno che le piaceva la preparazione alla sodomia praticata da Lucio.
Era pronta a ricevere il suo cazzo nel culo, dal suo magnaccia.
Osservavo in silenzio, sudato dalla tensione senza quasi respirare, aveva davvero un bel culo Giulia, sferico e luminoso e pensai: “Quel bastardo di Lucio glielo ha già fatto davvero…e si accinge a incularla ancora davanti ame, per umiliarmi…”
E guardando la porta verso me come ad assicurarsi che osservassi non visto da lei, rivolgendosi a me fingendo di parlare da solo continuò: “Preparati amore mio…”
“Ce l’aveva duro e dritto che aspettava solo di appoggiare la cappella del cazzo nel suo bel buchetto rosa e.… spingere ... ed entrare dentro di lei, nel suo bel culo. E mentre le appoggiava una mano sulla spalla, le puntava il glande del suo lungo cazzo lubrificato dalla crema, nel solco intergluteo di mia sorella Giulia, facendolo scorrere un paio di volte su e giù lungo l’incavo di quello splendido sedere, come aveva fatto sulla figa prima…
Sorridendo appoggiò il glande sulla rosa dell’ano che aveva scoperto allargando i glutei e quando ci fu contro, cominciò a spingere con il bacino. Subito vidi che Giulia reagì muovendo il culo, come se avesse sentito una fitta di dolore, fece una smorfia con il viso e non riuscì a trattenere una esclamazione. Poi quando Lucio spinse ancora e la penetrò, Giulia sussultò e sbarrò gli occhi con una smorfia di fastidio che le vidi sul viso nello specchio dell’armadio affianco a lei. Lucio la teneva ferma per i fianchi e iniziò a colpirla mollandole un ceffone sulla natica, molto più forte dei precedenti e la esortò volgarmente:
“Apri … apri sto buco del culo… Te l’ho detto come devi fare quando lo prendi nel culo, devi spingere come se cagassi…”
Lei restava in silenzio e forse spingeva e a ogni esitazione le arrivava un altro schiaffo sulle natiche più forte del precedente. Giulia esasperata dal bruciore di quegli schiaffi sulla natica, ruotando il busto portando il braccio dietro e restando a carponi appoggiata su uno solo, cercò di spostargli la mano con un gesto energico, ma non ce la fece e Lucio le mollò due ceffoni violenti uno dietro l’altro sul culo per risposta a quella reazione, facendole capire che doveva ubbidire. Finché con il gluteo arrossato cedette e si rilassò.
Lo aveva già fatto, ma evidentemente prenderlo in culo le creava sempre dell’apprensione, in fondo il suo sedere era piccolo e aveva paura del dolore.
Io a vederla maltrattare così da lui ero molto eccitato e sudato e con i miei due occhi lussuriosi osservavo il bel culo di mia sorella che di lì a poco avrebbe ancora posseduto quel bastardo.
Spingendo lentamente la cappella nel suo ano iniziò a penetrarla, aprendole il foro, iniziando a dilatarlo di più a farle entrare lentamente ma inesorabilmente dentro di lei la cappella.
Era impressionante quello che osservavo, vedevo la sua asta entrare e sparire nell’ano di mia Giulia.
Quando fu dentro a metà Lucio lasciò le natiche divaricate che si richiusero serrando l’asta del suo cazzo tra loro, e intanto lentamente la spingeva nell’ano.
Mia sorella al fastidio iniziale non disse nulla, lo sopportò, come dicevo, oramai non era la prima volta.
Assurdamente la sua visione che veniva sodomizzata da Lucio mi eccitava insieme alle sue parole volgare e al suo maltrattamento. Con un colpo deciso glielo infilò tutto e lei per reazione alla penetrazione si inarcò in alto e in avanti con il seno.
La pelle di Giulia tra il caldo e l’afa della camera era imperlata di sudore e al riflesso della luce della lampada brillava, e in quella posizione aveva il culo sempre arrossato. Il suo ano si contraeva per reazione all'intrusione del cazzo di Lucio. Giulia ebbe un brivido spasmodico a sentire che incominciava a incularla.
Lucio spinse ancora e allargandole l’ano scivolò dentro il suo bel culo arrossato dagli schiaffi, centimetro dopo centimetro, dilatando e spingendo la penetrò, finché l’asta non venne inghiottita tra le sue natiche sode. Lucio glielo infilò nel culo fino in fondo, fino ad appoggiare i suoi inguini pelosi, aderenti alle natiche arrossate e consistenti di Giulia e muovendomi lentamente avanti e indietro con una mano sul fianco e l'altra tirandole dolcemente i capelli iniziò a incularla battendo i suoi inguini contro il sedere di Giulia, infilandoglielo completamente.
Era impressionante osservare Giulia che si lasciava inculare da Lucio. Quando lo ebbe tutto dentro, inquieto e turbato pensai:
“E’ proprio una troietta come le altre ragazze! E Lucio l’ha domata! …” È distinto mi portai la mano sopra i pantaloni a toccarmelo.
Lui iniziò a muoversi avanti e indietro e lei lo sentiva dentro, con l’ano che si contraeva per reazione.
A vedere la reazione del suo corpo alla introduzione anale dell’asta di Lucio, mi procurava impulsi da erezione e non smettevo di toccarmelo.
Oramai ce l’aveva dentro le mutandine che si muoveva avanti e indietro e sentivo il respiro di Giulia farsi affannoso...
Io, ero eccitato, era la prima volta che vedevo dal vero una ragazza inculata, e in quel momento non mi importava che fosse mia sorella. Avevo il cazzo durissimo a quella visione e quei gemiti come se non fosse Giulia, come se fossi io per interposta persona al posto di Lucio che la inculasse. Il cuore a vederla in quella posizione mi batteva all'impazzata e lo sentivo in gola.
L’asta di Lucio, sconvolgendomi, iniziò a muoversi nel culo di mia sorella: <Lo senti!? > Le chiese. E a un cenno affermativo di Giulia con il capo, rispose:< Vediamo se così lo senti meno.> E proseguendo ridendo gli diede un'altra spinta energica in fondo, assieme a uno schiaffone forte al gluteo.
Allungò sotto di lei le dita e le stimolò il clitoride per poi batterle forte la mano aperta sulla figa come aveva fatto in spiaggia sotto il ponte a Ostia. Sentii che lei gemette e vidi che per reazione a quella penetrazione profonda, come una cavalla impazzita iniziò a inarcarsi verso l’alto con il busto, aiutandosi davanti sulle braccia dritte e tese, per poi rimettersi a carponi su di esse.
Lucio, ormai padrone di lei e del suo culo avendolo penetrato completamente, cominciò a muovermi velocemente, sodomizzandola … tenendola anche per i capelli, con il viso dritto in avanti e inculandola sembrava che la cavalcasse, a lei così bella, dolce e aggraziata.
In alcuni momenti, più volte per allargarglielo un po’, lo faceva uscire dall'ano per poi rimetterlo immediatamente dentro con forza e continuare a sodomizzarla, per, oltre che possederla analmente, dilatarle maggiormente il suo buchino del culo rosa.
Assurdamente io ero eccitato e soddisfatto di vedere Giulia sodomizzata da lui, che la possedeva e dominava… lo invidiavo, avrei voluto essere virile come lui e al suo posto. Dal suo volto smunto e magro con quel naso aquilino evidente si deduceva piacere e arroganza nel possederla mentre io li guardavo.
Lui continuava a incularla con violenti colpi viziosi fino in fondo a farla dondolare e a volte alzare dal letto spostandole il tronco in avanti e lei iniziò a gemere in preda a una forma di spasmi piacevoli parossistici. Era incredibile... senza più alcun contegno mia sorella all’improvviso si mise a godere, muovendo il culo indietro, iniziando a provare piacere dall’asta di Lucio in culo, dal ritmo del suo movimento, da quella posizione, dalla sodomizzazione. Chiudeva e apriva gli occhi Giulia, dondolando la testa non più tenuta per i capelli dalla sua mano, ma inarcandosi, scuotendo il capo e il corpo e fremendo.
“Brava godi… godi mia puttanella…” Le diceva lui.
Lei continuò a muoversi con godimento sotto le sue spinte, emettendo dalle labbra gemiti ansimanti di piacere:” Ahhhh!!! Ghhhhh!!!” Accompagnandoli muovendo il sedere arrossato dagli schiaffi indietro verso di lui. Le dava colpi emergici e profondi nel retto che sembrava glielo volesse letteralmente sfondare e nel mentre la incitava a godere.
“Quella visione di Lucio su mia sorella era oscena ed eccitante, perversa ma sublime e terribilmente erotica per me che osservavo e ascoltavo la sodomia di Giulia, nuda, in ginocchio a carponi sul letto con la testa dondolante e il viso con una espressione di piacere.
Osservarli, fu come quando fantasticavo di loro due a casa mia che mi masturbavo e immaginai il suo ano stretto e caldo, violato dalla cappella e dall’asta di quel bastardo.
Non chiedetemi il perché, ma la visione di quella smorfia di piacere che aveva sul viso mia sorella, mi eccitò in modo incredibile ed anche in seguito a ricordarla e immaginarla sodomizzata e sottomessa, avrei provato un intenso piacere nel pensarla godente e umiliata sotto la sodomia di lui o qualcun altro. Ero perversamente eccitato dalla scena di sofferenza–piacere di Giulia che scopriva la depravazione del piacere della sodomia con lui. E io li, nascosto che spiavo e ascoltavo eccitato e attento.
A vederli, Lucio dentro di lei e chinato sulla sua schiena era spaventoso, parevano un mostro mitologico, un corpo unico, un ammasso di carne sola, viva ed eccitata che smaniava e godeva con quattro gambe e braccia e con due teste. Avvertivo il rumore del sedere sodo e arrossato di Giulia battere contro gli inguini di lui, facendo scomparire l’asta dentro di sé e lui che le chiedeva arrogante e trionfale sapendo che c’ero io a osservare e ascoltare:” Ti piace ehh!... Né che sei la mia ragazza puttana…”
E lei esclamare eccitata e godente:” Si! Siiiii!!... Lo sono!” Con voce tremante come se non fosse più lei, ma un’altra ragazza a lasciarsi sodomizzare.
Osservando la sodomia di Giulia irrazionalmente ne provavo profondamente piacere e soddisfazione che le facesse il culo.
Ero eccitato avevo l'erezione depravata da quella visione di godimento di mia sorella alla sodomizzazione., tanto che allungai la mano e mi toccai. Ero scelleratamente eccitato, accaldato in viso e aprendo la cerniera lo tirai fuori iniziando a masturbarmi a quella visione dell’inculata di Giulia.
Lucio sorrideva depravatamente eccitato nel sapere che li guardavo, immaginando che provassi piacere anche io nello spiarli.
“Brava Giulia godi! ...Godi come una vera troia. “Le ripeteva mentre io mi masturbavo.
All’improvviso mentre mia sorella dondolante gemeva, Lucio con un colpo di reni secco spingendo la sua asta fino in fondo la fece urlare e sussultare, facendole avere l’orgasmo anale, dirompente e tremendo: “Aaaaaaaaahhhhhhhhhh!!!!!!!” Urlò mia sorella facendo scuotere tutto il corpo e il letto, mentre l’asta di quel bastardo le scorreva nel retto, prendendo Giulia per reazione al piacere immenso che provava, il lenzuolo sotto di lei stringendolo tra le dita e tirandolo forte, con violenza, come a volerlo rompere… strappare, mentre era trattenuta da lui sui fianchi che la guida.
In quella sodomia, con volontà e coscienza si muoveva anche lei, partecipava attivamente spingendo indietro il suo bel sedere, con il viso sudato e sfatto che sgocciolava i colori del trucco che le aveva praticato Claudia sul lenzuolo, facendo brillare i suoi occhi non più di timore, ma di lussuria e depravazione. Quella monta violenta, quegli schiaffi sul sedere e tirate di capelli, quel violare oscenamente il suo ano, il suo retto e il suo culo le piaceva, in fin dei conti Lucio era il suo uomo.
E io come lei ad esserlo, provavo piacere a vederla in quello stato, sottomessa a lui e inculata, in quella posizione particolare ed esclusiva, umiliante e piacevole.
All’improvviso mentre lui la possedeva, Giulia venne scossa da un secondo orgasmo, presumibilmente con spasmi anali sulla sua asta di carne dura e lunga, e quasi nello stesso istante lui la bloccò e restò fermo con il sedere di lei contro a sé, e in quel momento certamente le eiaculava nel retto. Le riversava dentro il suo flutto interminabile di sperma caldo, come avvenne sul suo viso quella sera sotto il ponte di Ostia.
E venni anch’io godendo e masturbandomi velocemente pensando:” Le ha sborrato dentro il culo ... le ha sborrato dentro…” Mi ripetevo eccitato eiaculando pure io sulla mia mano con una sorta di timore e piacere.
Ero impressionato da quello che diceva e vedevo, ma soprattutto da quello che le aveva fatto, eiaculato in culo.
“Quando lo tirò fuori dal suo sedere, fu come togliere il tappo a una bottiglia gasata e sbattuta, dalla compressione del rapporto anale, si sentì uno slop… e dal retto si sentì uscire dell'aria addominale in modo sconnesso e a tratti rumorosa. E mentre lui rideva ai suoi suoni intestinali, lei si vergognava di compierli senza riuscire a trattenerli.
Mettendosi davanti, Lucio la osservava con superbia con il cazzo ancora eretto e la cappella sporca delle sue feci, mostrandogliela e con disappunto e schifo Giulia la osservò vergognandosi, ben sapendo che quel materiale era il suo.
Come detto anch’io ero venuto, ed ero turbato e imbarazzato da quello che stava diventando mia sorella.
Al termine della sodomia, aiutata da Lucio si alzò dal letto, tenendo una mano sull'addome io mi allontanai e tornai nella camera di sua madre, mentre Giulia corse in bagno e la intravvidi che sparì dietro la porta. Era andata in bagno di corsa a defecare, come capita spesso a molte donne non preparate alla sodomia e quindi non pulite internamente. Il rapporto anale procura lo stimolo, per questo era corsa in bagno ad evacuare…
Mentre Giulia era in bagno lui venne da me nella camera di sua madre, pulendosi il glande con dello scottex, dicendo volgarmente:” Tua sorella è in bagno a cagare …” Aggiungendo oscenamente:” E assieme alle feci caga anche il mio sperma.” E rise, di quello detto e del suo stesso ridere falso e beffardo. Seguitando:” Hai visto come te l’ho inculata bene? Peccato che stia diventando un po' selvatica, ma la rimetterò in riga…” Non risposi a quelle parole, non ne capii il senso cosa significasse e cosa volesse dire con quel:” …sta diventando un po' selvatica…” Ma non ci feci caso e ancora turbato gli domandai preoccupato:
“Ma non è pericoloso venirle dentro? Se cola fuori sulle mutandine tocca la figa e può…” Dissi preoccupato.
“Ma no te l’ho già detto Adriano… Giulia ha lo IUD, un dispositivo anticoncezionale intrauterino in vagina, inoltre prende anche la pillola ed è protetta, e in più ha la crema spermicida sulla vulva.
“Prende la pillola e ha lo Jud?” Domandi incredulo.
“Certo, come mia sorella, te l’ho già detto stai tranquillo…” Rispose Lucio sorridendo:” …. gliela messo il suo ginecologo e le ha dato anche la pillola, cosa credi… noi ci teniamo a Giulia, non vogliamo mica che resti incinta di qualche vecchio bavoso e che interrompa il sex work…” Proseguendo:
“Ora io e tua sorella usciamo da casa, tu lascia passare cinque minuti ed esci anche tu, tirati la porta che si chiude da sola.” E sentendo Giulia che tirava lo sciacquone aggiunse: “Poi io e te ci sentiamo, ho dei progetti anche su di te!”
“Su di me?!”
Mi chiedevo che progetti potesse avere, comunque li sentii parlottare e poi uscire e chiudere la porta e dopo cinque minuti feci quanto mi aveva detto.
Quando fui fuori sudato, avvertii l’aria fresca sul mio volto infuocato, mi sentivo sporco, piacevolmente sporco, avevo assistito eccitato alla sodomia di mia sorella.
Quella sera a casa, tutti e tre a cena, la guardavo, era graziosa oltre che bella e aiutava mia madre a preparare cena e mi veniva difficile credere che la ragazza che avevo visto lasciarsi inculare da Lucio fosse lei, mia sorella, ma era la verità.
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