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STORIE E RACCONTI EROTICI

VIETATI AI  MINORI DI 18 ANNI

All Right Reserved 2022

L'AMICIZIA VELENOSA

a sodomia di giulia.jpeg

VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI.

 

Note:

 

“L’olio mia cara, sana ogni dolore e risolve ogni durezza; tira a sé tutto l’umore,

trae dal membro la piacevolezza penetrando con dolcezza quanto più forte sospingo.”

 

“Lorenzo il Magnifico alla sua giovane moglie Clarice Orsini.”

 

 

 Cap. 15    LA SODOMIA di GIULIA.

 

 

Dopo la descrizione di quella fellatio, sempre fumando e sorseggiando la birra, perfidamente continuò a informarmi:

“Un giorno, dopo esserci sentiti con lo smartphone, come facciamo di solito, ci vedemmo qui a casa mia, sul mio letto, quello là…” E lo indicò con la mano mostrandomelo nuovamente, come a inferire maggiormente su di me:” ... dove la chiavavo e la chiavo ancora.” Affermò. Visionammo un Dvd nel lettore della Tv della camera, dove una ragazza bionda come Giulia, esile come lei, stessa acconciatura e fattezze, veniva sodomizzata piacevolmente da un adulto maturo e siccome fino a quel momento sessualmente Giulia conosceva solo quello che le avevo insegnato io, visionando sui Dvd porno le mostrai condizioni nuove.

Nei giorni e settimane successive continuai a farle visionare Dvd dove la lei, l’attricetta di turno, veniva sodomizzata in tutte le posizioni, alla pecorina, all’amazzone, alla cow girl seduta sopra, sdraiata di fianco o anche nella posizione del missionario ma che lo prendeva in culo… “Disse volgarmente perfido esortandomi:” Dai bevi questa birretta che è ancora fresca, l’ho presa nel frigo apposta per te.” Continuando a bere sul collo della bottiglia. 

Ero assetato tra il magone e la tristezza di apprendere quelle cose su mia sorella, e diedi due sorsate per schiarirmi la gola. Lui sorrise e riprese a informarmi:

“Quel giorno decisi di fargli il culo, quel suo bel culetto vergine con l’ano ancora stretto...” Pronunciò con un sorriso trionfale, seguitando:

< Giulia… > Le domandai. < Oltre che vederlo qui nei video porno, nella tua compagnia hai mai sentito parlare di ragazze che si fanno fare il culo dai loro ragazzi?> Restò in silenzio e poi rispose ingenuamente: < La sodomia…>

< Si, chiamala come vuoi. Ne hai già sentito parlare oltre che averla vista nei video hard con me?>

Abbozzo un sorriso imbarazzato:< Si qualche volta ne ho sentito parlare dalle amiche più grandi...>

< Qualcheduna di loro se l’è già fatto fare il culo dal ragazzo? >

< Non lo so Lucio, nessuno lo ha mai detto esplicitamente, ma penso… credo di sì!>

<È come nei video che vediamo sai Giulia! È bello prenderlo anche nel culo e io voglio provare con te…> Le dissi.

Restò in silenzio, vedevo che era contrariata e subito mi domandò:< Ma fa male?>

< No, soltanto un po' di fastidio all’inizio quando entra, ma poi ti piace e godi. Le vedi anche tu le ragazze dei video che quando si fanno inculare godono...>

< Si… ma io ho paura…> Rispose.

Sorrisi e l’abbracciai baciandola sulle labbra:< Nessuna paura amore, quando proveremo se sentirai dolore smetteremo subito.>

Si fidava di me, pensava che io fossi un esperto di quella pratica anale. Così Giulia dopo alcuni giorni di esortazione e convincimento accettò la proposta di lasciarsi sodomizzare da me, e quel giorno quando ci incontrammo prima di iniziare le tenni una piccola quasi lezione di sodomia, di come comportarsi.>” Disse superbo fumando e sorseggiando la birra. 

“Ci fu una conversazione dove la istruii bene a prenderlo in culo e le feci un mio discorso costruttivo come quelli che facevo con te.”

Lo guardai e capii, conoscevo i suoi discorsi costruttivi e devo ammettere che erano anche istruttivi. E incominciò:

< Quel pomeriggio dissi a tua sorella, vedi Giulia l'ano serve ad impedire alle feci di uscire quando vogliono loro, ma a farlo solo quando vuoi tu che lo comandi mentalmente. L’ano è sempre ben serrato dai muscoli e quindi qual è il modo di renderlo elastico e rilassato?... Fargli capire che tu vuoi defecare anche quando questo non è vero, perché è l'unico momento in cui lo rilassi e di allarga.> E prosegui sempre osservandola e accendendomi una sigaretta, continuai:< Detto questo ti dico cosa bisogna fare per avere un rapporto anale tranquillo.> E iniziai a spiegarle:< Bisogna ungere bene l'ano e il cazzo eretto in tutte le sue parti, cappella in primis. E questo ha un duplice scopo Giulia, quello di penetrare facilmente nell’ano e quello di proteggere il cazzo dai batteri del retto, in modo che non possano penetrare dalla cute del glande o dell’asta del cazzo. Un mio vecchio amico ...>” Proseguì “<...copriva la cappella di gentalin crema, che aveva azione lubrificante e di protezione ai germi.> “Diede un’altra boccata alla sigaretta e continuò:” < Per una ragazza vergine come te se non si vuole sentire dolore, ti devi mettere a carponi e dopo che la cappella del cazzo sarà appoggiato sul tuo ano, dovrai sempre rimanere ferma, perché diversamente sentirai dolore. E questo lo dovrai fare almeno le prime volte nei rapporti anali o fino a quando tu capirai che lo potrai ricevere e farti inculare senza quello che ti dirò di seguito.> 

Tua sorella Adriano mi guardava e ascoltava attenta e seria come facevi tu quando ci incontravamo che ti spiegavo il sesso, ricordi…?” Domandò.

Annui con il capo, mi ricordavo bene i suoi discorsi narcisisti sulle sue capacità sessuali. E riprese il discorso:

< A questo punto Giulia tu, quando sentirai la cappella appoggiarsi all’ano, dovrai rilassarti al massimo, magari accarezzandoti lentamente l’addome, il seno e se vuoi anche la figa, fino a quando non capirai di essere pronta a riceverlo, perché sentirai l'ano disteso, allentato, anche se hai la cappella appoggiata contro.  Dovrai fare contemporaneamente un bel respiro, inspirare l'aria profondamente, ed espirare, espellerla con forza premendo insieme i muscoli addominali come quando sei a gabinetto per fare la cacca ed espelli le feci, e nello stesso momento con il sedere andare indietro con decisione. Se farai così, vedrai che ti troverai penetrata nell’ano, con la cappella e una buona parte del cazzo dentro, senza aver sentito nessun male. In pratica, non facendolo stringere avrai fregato il buco del culo…>” Disse guardandomi e sorridendo della sua volgarità, riprendendo la narrazione sempre parlando con Giulia” :<… facendogli credere che vuoi andare di corpo ma invece lo scopo non è l’uscita delle feci ma la penetrazione del cazzo. Quindi l’ano con questa manovra si rilasserà e si aprirà anche un po'.>” Fece ancora un sorriso stupido sorseggiando la birra e riprendendo il discorso.

“E le ho detto inoltre alla tua bella sorellina: < Avendo la cappella dentro, devi aspettare tranquillamente finché non ti senti rilassata con il cazzo fermo in culo, poi dovrai pian piano fare avanti e indietro con il sedere, avendo cura che quando vai indietro lo fai entrare sempre un po' più di prima. Non prenderlo in culo tutto in una volta, il mio è troppo lungo e sentiresti male…> La informai con preoccupazione, con lei che attenta apprendeva.”

Io ascoltavo in silenzio quello le aveva fatto Lucio, incredulo di quello che diceva e lui con il suo sorriso da canaglia proseguì:

“Le ho detto: < Guarda Giulia che non è come farsi penetrare in vagina, forse in modo pratico e con comodità potrai praticare la sodomia fra un mesetto, dopo che te l’ho allargato un pò, ma sempre che tu ti senta di farlo, perché l'ano che viene allargato e penetrato e il tuo. Capito?!> Affermai! Quindi te la informai bene prima di farglielo prendere in culo. E visto che annuiva dondolando il capo mi raccomandai ancora:< Un'ultima cosa Giulia, anche al momento dell'introduzione dovrai essere sempre tu a spingertelo dentro, spostando lentamente il culo indietro e non viceversa, io premerò soltanto. Vedrai che se farai così, non sentirai male.> E aggiunsi:< Se dovesse capitare che quando vai indietro senti dolore fermati, ritorna un po' in avanti e riprova a spingere indietro il culo, io ti guiderò con le mani sui fianchi. Al termine del rapporto anale, quando lo toglierò, se ti uscirà aria dall’ano, non spaventarti, è normale, toccatelo e se senti bruciare, ti darò qualche disinfettante o qualche pomata lenitiva che usa anche mia sorella quando pratica i rapporti anali con i clienti. Ma non avere paura, se farai così non proverai sofferenza…> Le ripetei.”

“E lei cosa rispose?” Domandai curioso e turbato a Lucio.

“Provò insieme a me.” Rispose: “La feci spogliare:

< Togli tutto, ti voglio nuda… ma prima ti voglio chiavare…> Le sussurrai.

Lei ansiosa e accaldata tirò su la maglietta e se la tolse alzando le braccia, restando in mutandine a seno nudo.

Era bellissima con le mammelle scoperte, giovani e sode con i capezzoli turgidi che si muovevano sul torace agli spostamenti del corpo, evidenziandosi ai respiri agitati e inquieti.

< Togli anche le mutandine!> La esortai. Non gliele tolsi nemmeno io Adriano.” Dichiarò con un sorriso sarcastico, seguitando:” E spingendola indietro la feci cadere con il sedere sul letto e si sdraiò, e io nudo con il cazzo duro e oscillante davanti a lei, le andai sopra baciandola in bocca e accarezzandola; e mentre lei allargava le gambe sempre di più pensando di riceverlo prima davanti, pronta per essere penetrata alla missionaria in figa le sussurrai:

<Non così Giulia!>

<Non così? ...E come allora…?> Ribatté lei. 

<Girati… mettiti a carponi… prima di mettertelo nel culo ti chiavo alla pecorina.> 

Tua sorella non obiettò Adriano, anche se era agitata, comunque la feci posizionare alla pecorina… e lei lo fece senza esitazione, si inginocchiò e abbassò il tronco in avanti con le braccia tese sul materasso. Oramai era accalorata tra la temperatura estiva e la tensione dell’eccitazione. 

Io mi portai dietro lei inginocchiandomi, presi il suo bel culo splendido tra le mani e lo accarezzai in tutta la sua bellezza e rotondità, come se fosse una sfera perfetta.

L’altezza era giusta, inginocchiato sul materasso arrivavo bene al bel buco del culo di Giulia, ero con la cappella davanti al suo solco gluteo lungo e profondo, tra le natiche sode e bellissime, con sotto di esse dopo il perineo, la fessura della figa, una lunga linea che inumidiva i peli, che accarezzai e toccai da dietro più volte e lei in quella posizione animale e sottomessa fremente mi lasciò fare. 

Con le ginocchia sul materasso, mi avvicinai con il cazzo duro, strusciai la cappella sopra il solco intergluteo ma invece di allargare le natiche e appoggiare il glande sull’ano, l’appoggiai più in basso, sotto il perineo tra le grandi labbra vaginali eccitate e pronte a riceverlo. Lo appoggiai, spinsi ed entrai in vagina senza difficoltà, facendola arcuare indietro con il busto alla penetrazione, e incominciai a chiavarla in quella posizione alla pecorina, spingendo il cazzo fino in fondo contro all’utero, facendola gemere e dondolare di piacere. 

Giulia era in preda all’eccitazione e all’emotività. In quella breve chiavata eravamo ansimanti come due innamorati, con me che l’abbracciavo passandole il braccio sotto sul torace, accarezzandole le mammelle e i capezzoli.  Restammo qualche minutò così, poi baciandola sul viso voltato verso di me e sulla schiena mi tirai su con l’asta ancora dura che mi oscillava davanti, carica di potenza sessuale e virilità, e esortai tua sorella:

<Ora provo a infilartelo in culo!> 

Lei mi guardò meravigliata: <Provi!?>

< Si, girati, mettiti bene che provo a farti il culo.> Pronunciai deciso. 

E vedendo la sua esitazione ripetei sorridendo con benevolenza. < Dai su Giulia, mettiti bene che proviamo.>

Lei accaldata e ancora godente della chiavata non mi contraddisse e mormorò soltanto:

<Si ma se sento male smettiamo subito…> 

<Ma certo amore!> Risposi rassicurandola, dicendole:< Ti ricordi quello che ti ho detto giorni fa, di come devi fare per non sentire male e prenderlo nel culo bene?> 

<si!> Rispose imbarazzata.

< Bene!> Affermai:< Allora iniziamo.>

Si voltò in avanti, e intanto che si riposizionava bene a carponi, sprofondava con ginocchia e mani sul mio materasso. Io sputai sulle dita e mi spalmai la saliva sul cazzo e sulla cappella e lo stesso feci al suo ano, lo riempii di saliva mentre osservavo il suo splendido culo messo alla pecorina, pronto per essere inculato da me. Osservarlo in quella posizione volgare e animalesca a quattro zampe, con il suo bel culo alto, magnifico, incantevole e pronto all’inculata, credimi Adriano, non lo dico perché Giulia è tua sorella, ma è stato davvero emozionante. 

Muovendomi sulle ginocchia mi avvicinai bene dietro di lei e appoggiando le mani umide le allargai le natiche pallide, compatte e sode fino a dischiuderle e apparirmi l’ano rosa, il suo forellino corallino chiuso. Mi sputai ancora sulle dita e con l’indice e il medio le misi nuovamente e abbondantemente altra saliva sopra, spalmandola e facendogliela con la falange entrare un po' all’interno. Ripetendole titillandole l’ano:< Stai rilassata Giulia…rilassati…>

Eravamo pronti, ed era ridicolo ed eccitante vedere tua sorella in quella posizione alla pecorina, in attesa della sodomia.”

Io ero agitato e disgustato del suo racconto, ma anche inspiegabilmente turbato, avvertivo pulsazioni sul pene e ogni tanto senza che lui mi sollecitasse davo una sorsata deglutendo insieme alla birra il turbamento che provavo ascoltandolo, Mi sentivo stordito, alterato, era come se non parlasse di mia sorella Giulia, ma di una ragazza qualsiasi.

Lui si accorse del mio stato d’animo dal mio silenzio e dall’inquietudine che mostravo ad ascoltarlo, spesso abbassando gli occhi quando lui mi guardava. E a un certo punto pronunciò all’improvviso sorridendo perfidamente:

“Se vuoi Adriano, qualche volta ti faccio assistere alla messa in culo di tua sorella…” E rise stupidamente...

“A cosa?” Domandai borbottando non capendo cosa volesse dire e ripetendo: “Come la messa in culo…?” 

“Si!... visto che Giulia l’ha già preso in culo da me e da qualche cliente che paga bene…”

“Da qualche cliente…?” Domandai incredulo.” Ma che dici Lucio…? Che stai dicendo…?”

“Si!... Oltre che io l’ha inculata anche qualche cliente, non lo sapevi?”

“No.… questo no…” Borbottai sconcertato e incredulo tanto da dire:” …non è vero!”

“Oh sì invece! È vero Adriano, la tua bella sorellina, non solo si fa chiavare e inculare da me, ma l’ha preso in culo anche da qualche cliente con gusti particolari e che paga bene, ma a lei piace stai tranquillo.” E sorrise scelleratamente. Ero stupefatto da quello che mi diceva.

” Se vuoi Adriano, qualche volta di nascosto ti faccio assistere mentre la chiavo, o se preferisci mentre le faccio il culo, vedrai che ti piacerà guardarci… oltre che eccitante sarà anche istruttivo per te. Così imparerai anche tu come fare il culo e se un domani volessi farlo alla tua ragazza, quella Flavia, sapresti come fare…” 

Quel bastardo lo odiavo, si lo odiavo ma mi attraeva. Mi prese una rabbia dentro di me che a sentire quello che aveva detto avrei spaccato tutto. Più che altro ero furioso perché per farmi quella proposta significava che Lucio aveva capito che ero eccitato ad ascoltarlo e soprattutto lo ero con me perché alla sua richiesta avrei voluto rispondere di sì. In quel momento ad ascoltare le sue parole ero tormentato e per un attimo assurdamente mi chiesi che forse potevo farlo, avrei potuto assistere davvero, assecondare me stesso e Lucio in quella sua richiesta perversa. Che forse non era troppo quello che mi chiedeva, il volere che assistessi ai rapporti sessuali di lui con Giulia e alla sua sodomizzazione. Certo sarebbe stato umiliante e oltraggioso per me, ma ero anche infervorato, eccitato al pensiero di osservare realmente quello che lui mi stava descrivendo di mia sorella. Vivevo con tormento quel pensiero di vederla sodomizzata da lui, con la giustificazione infantile che in un certo senso sarebbe stata una punizione per lei, visto che si era messa con Lucio, quel bastardo, contro la mia volontà. Sarebbe stato come dire:” Visto che ti sei fatta chiavare e inculare da Lucio! Ora io per dispetto d’accordo con lui a tua insaputa ti guardo mentre ti incula.” In un certo modo volevo punirla con quell’atto di osservarla, spiarla, perché davo solo a lei la colpa di quello che era accaduto e non a me. Ma nello stesso tempo mi dicevo:

” Non lo devo ascoltare! Non devo ascoltare le proposte che mi fa, né eccitarmi alle sue parole. È solo un diavolo tentatore perché conosce le mie debolezze…” Ma ero pervaso dall’adrenalina e comunque nei miei ripensamenti seppure a malincuore risposi con orgoglio:

“No… non faccio queste cose Lucio, io non spio mia sorella nei suoi momenti intimi, non sono un perverso…”

“Strano Adriano… “Rispose:” …quando ti ho conosciuto sotto le gradinate di quel campo sportivo, ti piaceva osservare le gambe e le mutandine di tua madre e tua sorella in piedi e sedute. Anche quella volta sotto il ponte a Ostia, ricordi quando l’ho chiavata e sverginata e anche tu l’hai fatto? … Allora ti piaceva osservarla chiavata da me… ti eccitava. Oggi non più?”

“Si oggi non più!” Esclamai mentendo pieno di ira.

“Peccato, non sai cosa ti perdi… “Rispose:” …ma se ci ripensi, dimmelo.” 

E riprese a esporre:

“Comunque in quella posizione le lasciai le natiche e le presi il culo nel suo insieme e lo posizionai bene rialzandolo leggermente. 

Lei era ferma in trepidante e timorosa nell’ attesa. Mi piegai su quell’opera d’arte pallida e arrotondata che era il culo della tua bella sorellina, la mia puttanella e con le mani ripresi bene la carnosità e consistenza delle natiche, con le dita le allargai ancora al massimo, fino a far riaffiorare di nuovo l’ano, il suo bel forellino rosa già insalivato e lubrificato in superfice.

Avvicinandomi con il bacino mi misi adeso dietro lei, staccai una mano dal gluteo, presi il cazzo lo portai verso il suo foro rosa ancora chiuso e inviolato e gli appoggiai il la cappella sopra, tra le natiche piene e arrotondate.

A sentirselo appoggiare le venne paura a tua sorella, era tesa e rigida.

<Però non farmi male Lucio!> Esclamò timorosa e apprensiva. <Fai piano…> Disse.

< Certo amore…Tu ricordati di quello che ti ho detto, quando devi spingere…> Ripetei. 

Lo puntai bene sull’ano, controllai il posizionamento della cappella e quando sentì che era proprio sulla rosa anale, con i reni spinsi il bacino in avanti adagio premendo su di essa e dicendole:< Ora fai un bel respiro e spingi anche tu amore come se dovessi fare la cacca … Fai, come ti ho spiegato.>  

Premetti lentamente e inesorabilmente in progressione e quando la cappella si assestò bene contro all’ano e il cazzo puntava da solo senza bisogno dell’aiuto della mano che lo sostenesse e guidasse, la tolsi e l’appoggiai assieme all’altra aperta sulle natiche allargandole all’inverosimile, mentre con i pollici divaricavo l’ano più che potevo permettendo alla cappella che spingevo sempre più, di inserirsi ed entrare un poco dentro esso. “Fece una pausa sorseggiando la birra:” Ce l’aveva stretto Adriano tua sorella, chiuso dalla verginità, ma non mi persi d’animo e spinsi tenendola per i fianchi esili.

Giulia lo sentì premere, cercare di violare la sua illibatezza anale e si contrasse, ma io senza variare e sforzare continuai a spingere con la stessa intensità ripetendole:< Su spingi indietro Giulia… fai come ti ho detto che si apre da solo…> E nel mentre la tenevo con le mani inchiodata al letto mentre lei iniziando ad avvertire il fastidio ripeteva:

<No, no… Lucio… sento male! Ahi… basta!...  Smetti non voglio… mi fai male… aaaaaahh.>

Ma non le diedi retta e lentamente il mio glande entrava lacerando e rompendole gli sfinteri anali, superando quei pochi centimetri di canale anale affacciandosi con la cappella nell’ampolla rettale.  Non la sverginai con un unico violento affondo che l’avrebbe fatta piangere dal dolore e si sarebbe sottratta alla sodomizzazione sentendosi violata. Entrai lentamente in lei spingendo in accrescimento, creandole un dolore sopportabile ma continuo, anche se sempre di dolore si trattava.

< No… no dai Lucio… smetti!... Basta!... Sento male! Avevi detto che smettevi se sentivo male!> Ripeteva forte, ma io non le davo retta, ne aveva già quasi metà dentro il buco del suo bel culetto e sapevo che l’avrei inculata comunque, e la rabbonivo accarezzandole la schiena, la nuca e i capelli, come si fa con le puledre sul dorso e sulla criniera, non dando corso alle sue richieste. Lacerato e superato lo sfintere con la cappella, dopo averlo percorso completamente ero entrato nel retto. Spinsi ancora dicendole:

< Ora ce l’hai dentro Giulia…Resta ferma immobile ad abituare l’ampolla rettale alla presenza del cazzo che ti sta riempiendo.>”

E poco dopo iniziai a muovermi con le mani appoggiate sui fianchi che la tenevano ferma impedendole di fuggire in avanti. La rassicurai ancora staccando una mano e accarezzandola sulla schiena. E ripetei.

< Ferma! Non muoverti amore che il retto si sta abituando! Adesso passa il dolore vedrai. Ancora un po’ e va via.> La informai mentendo mentre con i suoi begli occhi lucidi si lamentava. 

Adagio inginocchiato dietro lei, ripresi a muovermi in avanti. Non potevo sottrarla al dolore della deflorazione anale anche se tutto era lubrificato, perché era vergine, ma volevo che fosse una sofferenza leggera, graduale, controllata, in modo che potesse sopportarla e dimenticarla in fretta. Da dietro portai il braccio in avanti cingendole la vita mettendo la mano sulla vulva e con le dita le accarezzai il clitoride per distrarla.

<Vedrai Giulia, ti piacerà prenderlo in culo, come a molte ragazze! Toccati il clitoride anche tu!> Le sussurrai.

Ma lei non si muoveva, aveva paura a farlo e aspettava.

Mossi nuovamente il cazzo leggermente in avanti premendo ancora dentro al suo retto, ma lei si irrigidì, sentiva male davvero. Allora cambiai tattica, dicendole: < Fai come vuoi tu. Muoviti tu!>

Ma Giulia esclamò con gli occhi lucidi: < No… basta… basta Lucio per favore! Fa male …smettiamo!> Mi supplicava…” Precisò Lucio spiegandomi con una smorfia di superiorità, e seguitò:

“La sollecitai a muoversi. < Prova a venire un poco indietro, a venirmi incontro con il sedere, io non mi muovo, fallo tu! Gli ripetei.

Giulia aveva le lacrime agli occhi, ma provò. Spinse lentamente indietro il suo splendido sedere, inserendo la mia asta di carne dura maggiormente dentro lei e a quella sua manovra colsi l’attimo, cambiai tattica, non più dolcemente e nel contempo spinsi anche io il cazzo in avanti infilandolo tutto all’improvviso e inaspettatamente in un colpo.

Tua sorella a riceverlo aprì la bocca inarcandosi in su come e come una cavalla imbizzarrita, un animale ferito e urlò dal dolore:

< Aahhhhhhhhhh!!!!!> 

Ma era fatta. L’asta era entrata tutta dentro al suo bel culo. L’ avevo penetrata completamente, e ora dovevo solo incularla a fondo e bene.

< È fatta!> Esclamai forte, accarezzandole la schiena e i capelli dietro per confortarla. < Adesso resta ferma che il dolore passa>.”

Io lo osservavo disgustato, mentre lui trionfante mi spiegava come aveva fatto il culo a mia sorella, aveva un sorriso vittorioso e a me irrazionalmente eccitava stare ad ascoltarlo. E proseguì:

“Lei seppur agitata ubbidì e restò ferma mentre le accarezzavo i capelli, la schiena, i fianchi e il suo bel culo. Avvertivo gli spasmi degli sfinteri rotti stringere sul mio cazzo, aumentare di intensità, ma continuai. “ 

Io insensatamente ascoltavo incredulo quel bastardo che mi stava raccontando come lo aveva infilato nel culo a mia sorella e lo seguivo nel discorso, ed ero stranamente eccitato e non sapevo cosa fare, all’improvviso e irragionevolmente mi era venuto duro. Lo sentivo pulsare dentro i pantaloni ma restai fermo, cercai di non farglielo capire, anche se lui intuì che quella sua descrizione sulla prima volta della sodomizzazione di mia sorella Giulia, mi eccitava.

Che potevo fare? Era più forte di me ascoltarlo pur sapendo che la protagonista della sua spiegazione era mia sorella Giulia, assurdamente mi eccitava e lo lasciai continuare senza interromperlo. Ero incapace di reagire, e lo ascoltavo con fastidio, con disprezzo ma anche eccitazione e desiderio di sapere. E lui procedette nel narrare:

“E così caro Adriano presi a incularla…ad ogni spinta, il mio cazzo andava in fondo al suo meraviglioso culo per uscire quasi completamente e poi rientrare subito allargandole sempre di più la rosa dell’ano, ormai aperta dagli sfinteri lacerati. Il viso di tua sorella riflesso sullo specchio dell’armadio era di sofferenza insieme al piacere che iniziava a provare.

Aveva già goduto poco prima chiavando, ma a sentirsi contemporaneamente inculare e masturbare sul clitoride dal mio dito era sulla strada di un nuovo orgasmo, ma questa volta anale. 

Sul lenzuolo a carponi e io dietro e quasi sopra di lei, con le mani sui suoi fianchi che la tenevano ferma iniziai a possederla, a sodomizzarla.

Riflessi nello specchio di lato ci vedevamo…  e lei vedeva il mio cazzo nel suo culo muoversi avanti e indietro, che entrava e usciva dall’ano ormai allargato e dalla rotondità perfetta del suo sedere, divertendomi a farlo entrare e uscire più volte con il suono dell’aria compressa del retto che usciva, come se si stappasse una bottiglia

A un certo punto prendendo l’avvio e inculandola sempre più vigorosamente lei iniziò a gemere di piacere.

Abbassandomi e alzandosi con il torace sudato sulla sua schiena, come quando la chiavavo alla pecorina la tirai su verso me con il busto eretto, il dorso contro il mio petto e le strinsi le mammelle, mi attaccai a lei incrementando il ritmo dell’inculata, dandole colpi profondi e rabbiosi facendola saltellare sul cazzo, e lei godeva.

Il bel culo di tua sorella Adriano, desiderato tanto da tutti, l’avevo sverginato e lo possedevo io, sembrava che il suo ano allargandosi sempre più dallo scivolamento della sodomizzazione risucchiasse il cazzo dentro il suo bel foro rosa. Nelle spinte del bacino arrivavo in fondo fino a urtare e appoggiare i miei inguini ai glutei pallidi e sodi di Giulia. Glielo avevo infilato tutto dentro e la informai:

< Ce l’’hai tutto dentro Giulia.> Mormorai tenendola sempre sui fianchi:< Ti piace? ...> Domandai. 

Non rispose, ma si capiva che godeva.  A quel punto eccitato anch’io presi a incularla brutalmente, come piaceva a me, sbattendo gli inguini contro le sue natiche... Tenendola per i fianchi e prendendo il ritmo la sodomizzai completamente su e giù per il condotto anale allargandoglielo perbene. E mentre la dilatazione dell’ano aumentava, diminuivano gli spasmi e quindi la resistenza e l’attrito del cazzo sugli sfinteri ormai rotti e non più doloranti e lei a non sentire più fastidio, ma solo piacere. 

Inculandola contemporaneamente la masturbavo con l’indice per farle avere un doppio piacere, anale e clitorideo. Volevo che ricordasse con piacere quella sua prima volta. 

A un certo punto curioso lo estrassi dall’ano orma lacerato e dilatato negli sfinteri e glielo osservai a controllare visivamente la situazione, a vedere il suo bel foro rosa ormai diventato di forma circolare dello stesso diametro del mio cazzo duro. 

<È aperto bene ora Giulia!> Le dissi e le rinfilai il cazzo dentro e subito la sollecitai a partecipare:

< Muovi il culo Giulia, ora puoi farlo che ti piacerà di più, è bello sentirlo in culo.> Le dicevo dandole uno schiaffo sul gluteo pronunciando sorridendo :< Brava la mia troietta che ora lo prende anche in culo…>

E tua sorella partecipe e ubbidiente mosse il culo indietro verso me e dall’espressione concentrata del viso che vedevo riflessa nel grande specchio dell’armadio, mi parve come se si impegnasse a gestire l’ano a partecipare e a prenderlo in profondità.

Sai Adriano, dilatatosi il condotto anale e non facendo più attrito con il cazzo duro, Il dolore si affievolì presto, non sentì più male, ma solo diverse sensazioni che lentamente diventavano accettabili e piacevoli.”

Mentre lo ascoltavo a parlare di Giulia, Lucio mi guardò e abbozzò un sorriso vittorioso, penso che perfidamente godesse anche lui a raccontarmi e a dirmi come aveva inculata mia sorella.

E distogliendomi dal mio pensiero riprese: 

“Caro Adriano, non offenderti, ma glielo fatto sentire fino in fondo a Giulia, lo spinto al massimo per poi estrarlo e rimetterlo dentro ancora con impeto, e a tua sorella piaceva sentirsi praticare quella manovra dilatativa dell’ano.

Giulia oramai godeva alla sodomia, io lo toglievo e infilavo in continuazione e lei ormai lo accoglieva con facilità. A un certo punto iniziò a provare piacere e godimento a sentirlo in culo e a essere inculata, a questo diverso modo immorale di fare sesso e che nella vostra famiglia Adriano, avevate sempre condannato e mai praticato. Mentre la inculavo le mie dita sotto la pelvi giocavano con la vulva e il clitoride di Giulia, fino quando anche lei venne. Con un urlo spinse il culo indietro sino ad appoggiarsi con esso al mio basso addome. Io mi adagiai alla sua schiena con il torace sudato e le mie mani si impossessarono ancora delle sue giovani e sode mammelle, accarezzandole, stringendole e mungendole. Le mie dita le stimolarono e torsero gli irti capezzoli, li tirano facendola gemere di dolore e sussultare di piacere, sussurrandole all’orecchio sempre parole oscene.

Quando la vidi godente, non mi curai più di lei, del suo piacere, ma pensai al mio e tenendo le mani sotto il suo torace le strinsi ancora più forte le mammelle e spinsi il cazzo a fondo. Poi mi fermai e rimasi immerso con il cazzo duro nel suo culo completamente a fondo, pronto ad eiacularle nel retto. 

Giulia si muoveva smaniosa, in preda al piacere e sentì arrivare l’orgasmo anale assieme alle contrazioni del retto e mugolò come una gatta in calore:

” Aaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!!!!!!!!!!!!!!!…. Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!!!!!!!!!”

Mentre io gli venni dentro all’ampolla rettale, eiaculando internamente nel suo pancino caldo, procurandole un orgasmo anale violento da scuoterla tutta e spingere più indietro il sedere. 

Venni inseminandole il retto e i residui fecali che conteneva. 

Vidi Giulia ansimare come se le mancasse l’aria, prendere con le dita e le unghie come artigli il lenzuolo sotto lei e dal godimento che avvertiva tirarlo con forza e rabbia quasi volesse strapparlo, stringendo le dita a pugno, tenendolo dentro essi, era chiaro che stava godendo molto.

Come ti ho detto, a quel sentirla godere venni anch’io, che come un vulcano in attività, eruttai con violenza il mio sperma dentro di lei. Restammo attaccati, fusi, fermi, stanchi. 

Per la prima volta lo splendido culo di tua sorella Giulia, desiderato da tanti e concesso a nessuno era stato violato e riempito di sperma da me. 

Io dietro, svuotandomi in lei mi godevo il successo, poi sempre sdraiato con il torace sulla sua schiena le baciai i capelli biondi sulla nuca. Mi sollevai tirando fuori tra le sue natiche rotonde e sode il cazzo semirigido, ancora gocciolante di sperma e sporco dei residui fecali di tua sorella. 

Il sacro e verginale culo di Giulia era stato definitivamente profanato, aperto, sfondato da me.”

“Quel bastardo…:” Pensai:” …. ha raggiunto quel che si proponeva con Giulia, l’ha chiavata, inculata, tatuata e la sta facendo prostituire, le sta facendo fare la escort…” Lo odiavo con tutte le mie forze anche se ero incredibilmente eccitato di quello che aveva detto. E seguitò ridendo:

“Sai Adriano, le mostrai il mio cazzo semirigido ancora oscillante, sporco delle sue feci. Le vide anche lei voltandosi, arrossendo violentemente dalla vergogna. 

Eravamo vicini, viso a viso mentre l’ano dilatato di Giulia aspirando aria fresca esterna lasciava uscire silenziosamente quella calda interna, e lentamente il diametro del suo ano lentamente si stava riducendo.

I suoi occhi erano lucidi per quanto era successo, ma godenti di gioia. La tirai su a me e la baciai sulla fronte, sugli occhi e le labbra mentre le carezzavo i fianchi e la schiena. Oramai era sempre più mia, l’avevo sverginata davanti, dietro e in bocca e iniziata a tutto.”

Lucio vedendomi turbato, con un sorriso perfido e malizioso ripeté:

“Come ti ho detto, se vuoi che ti piace Adriano, qualche volta te la faccio vedere mentre mi fa un pompino e subito dopo le faccio il culo… Naturalmente senza che lei lo sappia e se ne accorga, come quella volta in spiaggia sotto il ponte, ma senza farle bere niente, ti nascondi bene in questo armadio…” Disse mostrandomelo e aprendo l’anta…:” E ci spii mentre chiaviamo… Cosa ne dici? Vuoi!? Non ti stare a vergognare di me, intanto oramai ne abbiamo fatte insieme…”

Ripeté ancora con quella richiesta, avrei voluto urlagli subito di no… invece restai in silenzio, ma lui quel silenzio lo capiva, mi conosceva, mi guardava da appoggiato all’anta dell’armadio e disse:” Come vuoi… non c’è niente di male, anch’io da ragazzo spiavo mia sorella Claudia quando chiavava con qualche cliente in casa…o con Nando.  Ma se non vuoi, niente…” E richiuse l’anta.

Ero agitato, turbato da quella proposta, non sapevo che dire, volevo dire sì ma mi vergognavo, quello detto mi disgustava, ma eccitava anche e prima che parlasse di altre cose replicai:” Così poi glielo vai a dire che ho spiato!?”

Mi guardò e sorrise, capì subito che non volevo chiudere quel discorso e disse:” Ma figurati Adriano! Non le ho mica detto successo quella sera in spiaggia a Ostia che l’hai chiavata anche tu… è un segreto tra noi e ora che si può dire che sei quasi mio cognato figurati… Basta che me lo chiedi e ti faccio vedere mentre la chiavo o l’inculo oppure mi fa un pompino se vuoi. Te l’ho detto, così impari come fare, e con quella tua ragazza, come si chiama…?”  Mi domandò. E prima che io rispondessi disse:” A sì!... Flavia… “E riprese a parlare:” …Così a Flavia le fai delle belle chiavatine e impari come insegnarle a farti i pompini e a prenderlo nel culo…” Fece una pausa guardandomi negli occhi:” A meno che non vuoi che glielo insegni io…” Aggiunse perfido e sarcastico sorridendo. 

“Guai a te se ti avvicini a lei!” Esclamai.

“Ma dai Adriano, scherzo, non te la voglio mica chiavare davvero, mi basta Giulia, a meno che non vuoi tu! Comunque se vuoi osservare me e Giulia, sai che sono disponibile. “Proseguendo:

“Dai, non fare l’offeso, lo so che ti piace guardare Giulia mentre la chiavo come quella sera. Qui sul letto sarà più bello.” 

Scelleratamente avrei voluto dirgli di sì a quel bastardo, ma mi vergognavo troppo, mi sentivo oltraggiato e umiliato da lui e prima che io dicessi qualcosa, in quella esitazione aggiunse:” Va bene, facciamo così Adriano, pensaci....  e se deciderai di volerlo fare me lo dirai, tanto credo che oramai io e te ci vedremo spesso.”

Restai in silenzio.

Poi pieno di rabbia cercando di essere ironico verso di lui sbottai:” E così ti sei fatto anche tu la tua puttana che fai prostituire… a mia sorella Giulia…”

Lui mi guardò con un ghigno di trionfo, gli piaceva che ammettessi le sue capacità e bravura e rispose:

“Si, e mi consente di vivere discretamente. Mi sono organizzato bene, non voglio puttane da strada che prima o poi finiscono nelle retate della polizia e poi chissà per quale motivo alla fine di qualche interrogatorio fanno sempre il nome del protettore … Con Nando ci siamo modernizzati, affittiamo Giulia e mia sorella Claudia solo tramite internet, abbiamo un nostro sito dove con la mascherina hanno un loro logo con fotografie e una scheda tecnica vicino di quello che praticano. Bisogna che il cliente sappia cosa paga e le caratteristiche di cosa compra e cosa fanno…. Sono in mostra le nostre sorelle…” Affermò ridendo da solo:” …Il cliente è selezionato e sceglie, e sono solo persone benestanti un po' perversi sì, ma che sono disposti a pagare qualcosa di più senza contrattare…  Sono professionisti, commercianti, bottegai… tutta gente con una vita onesta, sposata e con figli, stanchi della moglie grassa e brutta. Sono persone con le loro manie sessuali e ritornano sempre perché soddisfatti… Per loro alle nostre sorelle non si tratta di fare solo la semplice chiavatina… devono dare di più.” Esclamò.

Lo guardai con sdegno:” Mi fai schifo Lucio!” Gli gridai.

Lui sorrise divertito della mia reazione, prese delle fotografie dal cassetto e le mise sulla tavola verso me. Erano foto di sua sorella e di Giulia nude o in lingerie sexy con la mascherina: “Queste sono quelle sul sito.” Disse:” Glielo fatte io…”

Le guardai, osservai quelle di Giulia, anche se mascherata la riconoscevo, identificavo la sua postura, il suo corpo esile e slanciato con i tatuaggi.

“Ma perché l’hai tatuata così? Le hai rovinato il corpo…” Pronunciai. Che si fosse tatuata mi infastidiva, era così bella e pura senza ed ora sembrava una porno attrice.

A guardare bene la foto e il suo sesso restai sorpreso, tanto che mormorai:” Ma è senza peli!” 

Lucio di fianco a me sorrise:” Si…” Disse:” … un giorno glielo fatta rasare tutta da mia sorella che è anche estetista, mi pare che fosse una domenica e Giulia era qui a casa con noi, fu una sorpresa anche per lei. Era pronta ed era il momento di iniziare la sua trasformazione da ragazzina a escort a sua insaputa.  Dopo qualche tatuaggio su consiglio di Claudia iniziammo con il rasarle quella bella figa, lei non voleva, ma poi sollecitata ha accettato. Nemmeno la striscia di peli le ho fatto tenere, ora ce l’ha bella liscia, più igienica ed eccitante da vedere…”  Mi pareva incredibile sapere che la figa di mia sorella sopra fosse tatuata e senza un pelo.

“Ma perché gliel’hai fatta rasare?” Domandai sorpreso.

“Come perché! Ora ce l’ha come le puttane …” Rispose lui ridendo:” Non lo sai che la maggior parte delle puttane ce l’hanno depilata?... Così anche lei ... anche mia sorella e le altre loro colleghe!” Precisò.” Tutte depilate e senza un pelo e guai se li fanno ricrescere. Se la devono rasare sempre massimo ogni due giorni, come noi la barba…” E rise toccandosi il volto:” … e a ogni prestazione di lavoro devono averla liscia come il vetro, se no punge a leccarla, proprio come la barba …” 

Continuai a guardare le fotografie, ce n’erano anche con lingerie sexy, con lei eretta o in posizione piegata che mostrava il culo, veramente splendido, bello, rotondo, asimmetrico e alto come l’aveva descritto lui, aveva anche qualche tatuaggio sulla spalla sinistra e sopra il coccige e l’osso sacro. Si vedeva che mostrava il corpo, oltre il sesso depilato, esibiva il seno con i capezzoli turgidi, dritti, duri e sporgenti che dimostravano che Giulia era eccitata quando furono scattate. E ridendo e accendendosi un’altra sigaretta Lucio riprese a parlare mentre io scelleratamente, passivo e silenzioso lo stavo ad ascoltare. 

 

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