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STORIE E RACCONTI EROTICI
VIETATI AI MINORI DI 18 ANNI
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IL DONATORE DI SPERMA
VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI
CAP 25 LA SODOMIZZAZIONE DI MIA MOGLIE (Laura).
Note:
Un fondoschiena veramente ben fatto è l’unico legame tra Arte e Natura.
(Oscar Wilde).
******
Quando ritornai a casa non dissi niente a Laura dell’incontro, delle intenzioni e del patto che avevo stretto con Ciro, ma più ci pensavo, più mi eccitava l’idea che avrebbe potuto sodomizzarla, “… che le avrebbe fatto il culo…” come diceva volgarmente lui.
Quando fu pronta uscimmo e andammo al mare con il bambino, in spiaggia a passare la giornata. Lei lo faceva giocare, abbassandosi spesso china su di lui, piegandosi e mostrando involontariamente il suo bel culo, mentre io lo guardavo con un sorriso malizioso, sperando e immaginando che anche quello se lo sarebbe preso Ciro, lo avrebbe sverginato e inculata o come si dice nel sud:” Chivata anche in culo…”
“Sei di buonumore oggi!” Mi chiese mia moglie vedendomi assorto piacevolmente con un sorriso sulle labbra.
“Come dovrei essere? … Triste?” Risposi serio.
“No… no… per l’amor di Dio… Ti preferisco così che musone!” Esclamò sorridendo anche lei.
Non sapeva perché ero così di buonumore, se no di certo mi avrebbe preferito musone. Insieme da bravi genitori passammo una bella fine mattinata e un bel pomeriggio, come due coniugi innamorati con il loro figlioletto.
Quella sera invitammo Ciro a cena noi, per ricambiare il suo invito di giorni prima, lo informai telefonicamente e accetto volentieri, dicendomi che aveva deciso di prendere l’occasiona della cena per parlarle della sua sodomia a Laura.
Gli feci presente che conoscendola la cena sarebbe stato il momento meno adatto per parlarle di quello, ma lui insistette:
“A me piace che le donne siano consapevoli di quello che fanno e non prenderle all’improvviso con l’inganno o inaspettatamente a sorpresa senza che loro se lo aspettano. A me piace guardarle negli occhi, leggere nel loro sguardo che sanno che saranno inculate per la prima volta da me, vederle accettare di sottomettersi e attendere il momento in cui si umilieranno, avendo cognizione che lo prenderanno in culo. Questo fa parte del mio piacere mentale al di là del godimento fisico. E poi quando le parlerò a un certo punto entrerai in causa tu e mi aiuterai.” Rispose, aggiungendo:” Mi piace che sappiano che anche i mariti sono d’accordo che le faccia il culo.” E sorrise.
“Mah! ...” Pensai dentro di me:” … non ci riuscirà mai! Non ha mai messo neppure una supposta o fatto un clisterino neanche da bambina per paura e ora figuriamoci se si lascia sodomizzare da lui, farà un buco nell’acqua Ciro. Comunque proviamo.”
Quella sera andammo a cena.
Laura era in forma spettacolare, indossava un abito color nero elettrico portato appositamente da Torino per quando saremmo usciti alla sera a passeggiare o a cenare con lui. Le stava d’incanto, fasciava evidenziando il suo corpo adulto e materno, sensuale e voluttuoso, mostrando il seno procace e il suo bel sedere protrudente.
Anche sul davanti le stava perfettamente. Arriva un po’ sopra le ginocchia e svolazzando per la leggerezza del tessuto ai movimenti faceva notare le belle gambe lunghe e lisce, aiutate dagli zoccoli con un po’ di tacco a slanciarla e renderla più alta e appariscente. La stoffa leggera dell’abito sull’addome, aderiva perfettamente fasciando quella neo rotondità che era il suo pancino dopo la gravidanza, rendendola adulta ed erotica.
Sotto il vestito indossava un intimo sexy leggero, estivo, un tipo di culotte trasparente, sexy, con la parte orizzontale intorno alla vita stretta in balza di pizzo nero traforato a motivi floreali, che si portava dietro con seta triangolare e si stringeva man mano che scendeva fino a diventare una striscia di tessuto ad entrare tra le bellissime natiche e a metà salendo venire fuori e fasciare con il pizzo la parte superiore dei glutei, grossi e pallidi, divenendo un tutt’uno con loro, creando una visione del suo sedere intrigante e erotica. Il seno ingrossato dalla gravidanza e dall’allattamento a stento rimaneva dentro il reggiseno coordinato con la culotte. Li aveva acquistati quel pomeriggio, probabilmente per il suo incontro con Ciro, ma quella sera voleva essere e sentirsi provocante anche per sé stessa, anche se nessuno avrebbe visto l’intimo sul suo corpo al di fuori di me, ma il sapere di averlo sulla pelle e che lui il giorno dopo lo avrebbe visto spogliandola e desiderandola la eccitava.
Il taglio dei capelli era da signora, color castano, ormai corti sul collo a caschetto, leggermente schiariti che la rendevano attraente. Il viso era radioso, appena arrotondato e truccato, dall’espressione sorridente che mostrava i suoi denti perfetti e sprizzava allegria da ogni poro della cute.
Era davvero bella, non più come ragazza, ma come neo mamma, una giovane signora.
Quella sera cenammo di gusto tranquillamente, chiacchierando come vecchi amici.
A fine cena mentre lei era distratta sul bambino, Ciro mi fece segno di allontanarmi e io fingendo di sgranchirmi le gambe mi alzai prendendo dal passeggino in braccio Federico, portandolo a vedere dove facevano le pizze.
Mentre ero dalle parti del pizzaiolo vedevo che si parlavano, ma con in braccio Federico non riuscivo a capire cosa si dicessero, fingevo di seguire lui ma li osservavo.
Potevo vedere le espressioni dei loro volti, soprattutto quello di mia moglie, stupito e incredulo e quello di lui deciso e risoluto. Parlavano fitto ed era soprattutto Ciro che parlava. Mia moglie ascoltava ed ogni tanto scuoteva la testa e il dito con la mano come ad obiettare e dire no.
Dentro di me pensavo:” Lo sapevo… figuriamoci se si fa fare il culo… E poi questa idea di dirglielo prima e non al momento di provare…” La trovavo assurda.
Notai che ogni tanto volgevano lo sguardo verso me come per vedere se li stessi osservando e vedevo Ciro che le chiedeva con insistenza qualcosa, che sapevo cosa fosse. Lei continuava a negare con il movimento della testa, leggevo il labiale di mia moglie che diceva sempre no… no….
Dopo parecchi minuti, rimesso Federico nel passeggino, tornai a sedermi, e facendo finta di nulla Ciro mi disse scherzoso a bassa voce:
“Sai Roberto… ho chiesto a tua moglie se mi donava la sua verginità anale…” Mentre Laura scocciata e disapprovante di quella confidenza che mi faceva, si guardava attorno, imbarazzata che mi informasse.
“Come donare la verginità anale?... Sodomizzare?” Chiesi fingendomi stupito.
“Si!” Rispose lui:” Ma lei non vuole, non è d’accordo, tu che ne pensi a proposito? Saresti contrario?” Mi domandò.
E deludendo mia moglie, lo vidi dal suo volto risposi:
“Mah… non so!... Per me!... Se vuole lei! ...” Proseguendo:” … Orami ti ha fatto di tutto anche un figlio, forse due e vuoi che mi preoccupo se tu le fai il sedere?” Feci una pausa e ripresi mentre lei mi guardava seria e incredula:” L’importante è che non senta male, poi se vuole provare per me può farlo!”
“Vedi che tuo marito la pensa come me.” Ribatté subito lui.
“Io non voglio fare queste cose…” Replicò determinata mia moglie, e poi sottovoce quasi bisbigliando precisò indignata:” … essere sodomizzata. Sono pratiche amorali, contronatura.”
“Bè puoi provare…” Dissi malizioso io guardando in giro che nessuno ascoltasse anche se eravamo in un tavolo esterno appartato:” … se senti male… smettete!” Aggiungendo rivolto a Ciro:” Ma tu sei capace?”
“Capace io? ...” Esclamò con quell’aria altezzosa e presuntuosa, oltre che di superiorità e arroganza, dimostrando tutta la sua napoletanità: ” …Non per vantarmi ma sono un maestro in questo, lo compiuto con molte donne e anche con mia moglie e lo pratico ancora. Comunque se non vuoi non importa.” Dichiarò rivolgendosi e mostrandosi risentito verso mia moglie:” Volevo anch’io un ricordo di te. Essere il primo in qualcosa per te.”
“Tutto ma non questo!” Rispose Laura decisa.
E lui sfidandola e guardandola serio negli occhi rispose:” No??!... Questo è tutto quello che sai dire... No!?... Credi che ti farei male?... Io ... a te? Lo pensi davvero? O non mi ritieni degno?” Esclamò.
“No… non penso queste cose… ma non voglio… cerca di capirmi Ciro è contro i miei valori morali, la mia educazione.”
In quello scontro verbale Laura sapeva che se accettava significava per lei sottomettersi a Ciro. Ma lui in una scena chissà quante volte recitata con le sue femmine del momento o le sue fattrici riceventi del suo sperma innamorate o infatuate di lui come mia moglie tagliò corto:
” Va bene! ... Non mi interessa più… non importa.” Facendo trasparire una forma di offesa sul volto da parte di mia moglie.
Io assistevo a tutto in silenzio e mentre Laura guardava il bambino e gli dava il ciuccio, lui mi guardò negli occhi muovendo i suoi e aprendoli di più, facendomi intendere:
” Intervieni tu!”
E prendendo coraggio e facendo finta di nulla rivolgendomi a mia moglie dissi:
” Guarda Laura che puoi provare se vuoi, io non ho nulla incontrario.”
Ma lei contrariata e infastidita voltandosi verso di me mi gelò in tutto quel caldo estivo:
“Ah lo so che tu non hai nulla incontrario pur di vedermi fare sesso con lui o con qualcuno!”
E mi zittì facendomi restare male, umiliandomi, rendendosi subito conto che era andata sopra le righe anche davanti a Ciro trattandomi in quel modo e si scusò subito per la frase detta in un motto di rabbia.
“Non volevo… Scusami Roberto, sono nervosa…” Mormorò stringendomi la mano, mentre io sorrisi amaramente.
Calò il silenzio. Ciro si accese la sigaretta e si guardò attorno anche lui, io ero silenzioso e mi voltai verso Federico, e a un certo punto lei disse all’improvviso guardando Ciro:
“Va bene proviamo… ma se sento male ti fermi!”
Lui gettando fuori il fumo dalla bocca con aria arrogante replicò:” Certo! … Lo scopo è darti piacere e non sofferenza.” E zittì lei.
Si era piegata alla volontà di Ciro, si vedeva che ne era innamorata… Fui io che perfido anche della risposta data mi introdussi tra loro:
“Quando volete provare? Vi va bene domani sera?” Domandai rassegnandomi alla loro scelta.
“Per me si!” Rispose Ciro sicuro di sé, lei lo guardò negli occhi e non lo contradì. Aveva accettato, aveva vinto Ciro, si era sottomessa piuttosto che litigare con lui.
Finita quella chiacchierata seguita alla proposta e all’accettazione della sua sodomizzazione, tutto riprese normalmente l’andamento di prima. Lui fingendo che io non vedessi le sfiorava la mano sulla tavola e lei sorrideva arrabbiata e con il muso, che in poco tempo le sparì e tornò allegra e scherzosa ai complimenti che le faceva sul look e sulla sua bellezza. Di sodomia non parlammo più.
Mi alzai e andai a pagare mentre lei scherzava e rideva alle sue battute in napoletano, ai suoi sfacimmi… e altro. E dopo una breve passeggiata tornammo a casa.
Quando arrivammo mettemmo subito Federico a dormire e poi da soli nel letto e al buio, eccitato dal suo consenso a Ciro per la sua sodomia, accarezzandola perseverai con voce comprensiva:
“Prova amore! … Oramai hai fatto di tutto con lui, anche un figlio, anzi due… manca solo quello.” E risi continuando ad accarezzarla sulla pelle calda e profumata e si aprì dicendomi la verità:
“Ho paura di sentire male e poi moralmente non mi piace fare queste cose.”
“Ma tu prova amore, secondo me non ce la farà vedrai, proverai soltanto un po’ di dolore quando lo sentirai spingere ma tu le dirai basta… e finirà tutto, si ritirerà!” La informai sorridendo abbracciandola.” Sai come sono i napoletani, se gli dici di no si impuntano e insistono, se invece gli dici di sì va bene prova, come hai fatto stasera… quando provano e vedono che non riescono, lasciano perdere tutto e tornano a chiavare…” Poi ridendo aggiunsi:” Tu credi che davvero abbia fatto il culo a qualche ricevente?” Rispondendomi da solo:” ...Può darsi che qualche coppia come noi sia passata dal fare la donazione a fare sesso… e lo abbia fatto…”
Dentro di me anche se mi mostravo dispiaciuto, ero perversamente eccitato e contento che Ciro l’avrebbe inculata, dopo avermela di nuovo messa incinta per la seconda volta, l’avrebbe sodomizzata, ed era una sorta di riscatto psicologico per me, una sua punizione per il suo invaghimento per lui.
Poi prima di addormentarci accarezzandola precisai:
“Laura!... Noi ci amiamo, quello che avviene qui in questi giorni è solo per dare una sorellina a Federico e non deve incidere sul nostro amore. Anche gli atti sessuali, quello che si è fatto e detto o si farà e dirà durante i nostri incontri dovrà andare nel dimenticatoio, quando torneremo a casa dovrà essere come non fosse mai avvenuto nulla, anche questo tentativo da parte sua di sodomizzarti dovrà finire nell’oblio.”
“Si… certo!” Rispose stanca e assonnata mettendosi a dormire.
La mattina seguente, dopo aver fatto colazione in casa con il bambino andammo in spiaggia. La osservavo quando si muoveva, che andava in riva al mare o tornava, volutamente le guardavo il fondoschiena, quel bellissimo culo che aveva e visto che probabilmente per amore aveva accettato la sodomia, da lì a poche ore Ciro quel terrone l’avrebbe sverginato e inculata. Lei sembrava non pensare più a quello, giocava e scherzava con il bimbo e con me, e rideva. Facemmo anche il bagno in mare tutte e tre assieme, felici, con lei già fecondata ancora da lui. Poi tornammo agli ombrelloni a prendere il sole mentre Federico giocava ricoperto di crema solare sulla sabbia.
Intanto che eravamo sulle sdraio a prendere il sole con il bambino davanti che giocava, guardando in giro le chiesi:
“Vuoi incontrarti di nuovo da sola con lui?”
“No!” Mi disse pronta senza nemmeno guardarmi:” L’altro ieri è stata solo una voglia, una fantasia che volevo togliermi, di provare a fare sesso da sola con un altro uomo senza di te, per vedere cosa si provava, e me la sono tolta, e non c’è molta differenza ad essere sola con lui o con te che guardi in silenzio, è solo più intimo ed emotivamente coinvolgente… “Aggiungendo di seguito:” … Comunque lui preferisce se ci sia anche tu che guardi. Si eccita di più… è un porcello come te!” Esclamò ridendo guardandomi.
Sorrisi anch’io chiedendole:” E a te non piace quando ti guardo che fai sesso con lui…?”
Restò pensosa poi disse:” I primi tempi non mi piaceva, mi vergognavo… ma ora si, non sono indifferente, se piace a te per me va bene… mi sto abituando.” E sorrise ancora quasi in una risata.
Verso sera tornammo a casa, ci facemmo la doccia, cenammo, e dopo una passeggiata e il gelato, con Federico stanco che dormiva già nel passeggino tornammo a casa che da lì a poco sarebbe arrivato lui, Ciro. Ci sarebbe stato il terzo e ultimo incontro del ciclo della donazione di sperma e a seguire la sodomia, e mi chiedevo come avrebbe fatto a praticare tutti e due se non prendeva qualcosa.
Lei era agitata di quello e mi chiedevo cosa sarebbe successo dopo se davvero lui fosse riuscito a incularla.
Una volta in casa Laura si mise comoda, tolse il suo vestito e restò solo in mutandine e canottiera leggerissima, non mise le culotte e il reggiseno nero traforato acquistati e indossati la sera prima, faceva caldo, troppo per metterli. Il reggiseno le pizzicava e irritava la pelle sudata tanto era aderente, mentre le culotte anche se traforate, sul davanti erano a pantaloncino e fastidiose anch’esse, e infilò un normale slip mediocre, non era molto erotica ma più donna di casa e non ci facevamo caso se quando fosse arrivato lui l’avrebbe trovata così, casalinga e mamma. Assurdamente lo consideravamo uno di casa e anche se vedeva Laura in disabiliè mutandine e canotta non ci facevamo caso.
Portammo la culla in soggiorno, abbassò tutte le luci e il volume del televisore e mentre lei metteva a dormire Federico, io feci il giro e accesi le piastrine antizanzare nelle varie stanze e ci accomodammo sul divano con le finestre aperte, con l’antizanzare acceso e il televisore a volume bassissimo.
L’aspettammo guardando la televisione senza volume per non svegliarlo.
Lui ci avvisò con un messaggio sullo smartphone che stava arrivando.
Verso le 23.00 suonò il citofono e andai io a rispondere:
“Chi è? “Domandai.
“Sono io, Ciro!” Esclamò. Era sotto, aprii il portone attendendo sull’uscio che salisse, e venne su, era allegro, più napoletano del solito e lo feci entrare.
Salutò e lo accompagnai ad accomodarsi su divano, mia moglie gli chiese:
“Vuoi qualcosa da bere Ciro?”
“No …” Disse mostrando una bottiglia di vino:” Ho portato io da bere!” Come faceva con le prime donazioni.
“Hai portato da bere?” Ribattei io.
“Si, anche questa è una serata speciale.” Esclamò guardando Laura che le sorrise.
Prendendola in mano mia moglie disse:” È bello fresco…”
“Si l’ho tenuto in frigo, è un ottimo vino da bere leggermente freddo.” Replicò.
Lei si avviò verso la cucina ad aprire la bottiglia dandoci le spalle, ed entrambi non potemmo fare a meno di osservare il suo bel culo dentro quelle mini mutandine di seta, coperto per la metà superiore dalla canottiera di seta sui glutei, che allontanandosi si muovevano e dondolavano eroticamente.
Ci guardammo d’intesa negli occhi capendoci subito, probabilmente con lo stesso pensiero e desiderio sul suo fondo schiena, lui di farglielo e io di vederglielo fare.
Tornò con i bicchieri e sottovoce parlando con noi versò quel vino liquoroso che bevemmo. Laura prese il bicchiere in mano e sorseggiando si sedette a fianco di lui. Chiacchierammo a bassa voce, quasi sussurrando per non svegliare il bambino, tra il caldo e la penombra del televisore. Il vino era buono e fresco e si beveva bene con gusto e desiderio.
Poco dopo lui senza dire nulla si alzò e noi dietro a lui, e andammo in camera, socchiusi la porta e restai sull’uscio a guardare loro in camera e anche la culla di Federico in soggiorno.
Fu un attimo. Li vidi in piedi davanti a me stringersi e baciarsi in bocca con la lingua, limonarono abbracciati come due ragazzini innamorati o amanti adulteri, con mia moglie tutta eccitata, incurante che ci fossi io a guardare, e fu lui a dirle:
” Spogliati nuda… da sola!”
Mentre lui faceva lo stesso togliendosi la maglietta e abbassando i jeans e lo slip.
Laura ansiosa e accaldata tirò su la canottiera e se la tolse alzando le braccia, restando in mutandine a seno nudo.
Era bellissima con le mammelle scoperte, da donna, da mamma, che avevano allattato nostro figlio e che le ballavano sul torace ai movimenti del corpo dondolando ai respiri agitati e inquieti.
“Togli anche le mutandine!” La esortò Ciro.
Non gliele tolse nemmeno lui tra le carezze e i baci come in genere faceva sempre fingendo di mostrare di conquistarla, ma volle che lo facesse lei, per involgarirla di più, per farla sentire partecipe a quello che avrebbe praticato, e fu un atteggiamento anche per guardare completamente mia moglie cedersi a lui, alla sua volontà.
Avvicinai all’uscio la poltroncina da camera e mi sedetti tra la stanza e il soggiorno in modo da poter guardare comodo loro e vedere e sentire eventualmente Federico se si svegliava e piangeva. E mentre io dall’uscio li osservavo, lei sorridente e sensuale che non sembrava nemmeno più la Laura che conoscevo e avevo sposata, nuda lo abbracciava.
Spingendola indietro lui la fece cadere con il sedere sul letto e la sdraiò, e anche lui nudo con il suo pene duro e oscillante davanti, le andò sopra baciandola in bocca e accarezzandola; e mentre lei allargava le gambe sempre più per riceverlo, pronta per essere penetrata e accogliere la sua ultima donazione di sperma, lui sussurrò:
“Non così!”
“Non così? ...E come allora…?”
“Girati… mettiti a carponi…”
La fece posizionare alla pecorina… come si dice volgarmente, e lei lo fece senza esitazione, si inginocchiò e abbassò il tronco con le braccia tese davanti, oramai era accalorata tra la temperatura estiva, la tensione dell’eccitazione e il buon vino bianco e fresco bevuto.
Lui si mise dietro lei inginocchiandosi anch’esso, prese il suo bel culo tra le mani e lo accarezzo in tutta la sua rotondità.
L’altezza era perfetta, inginocchiato sul materasso arrivava bene al bel culo di Laura, era davanti al suo solco gluteo lungo e profondo, tra le natiche ricche e carnose, con sotto di esse dopo il perineo, la fessura della sua figa depilata, una lunga linea umida che Ciro accarezzò e toccò da dietro più volte e lei in quella posizione fremente lo lasciò fare.
Ciro comminando con le ginocchia sul materasso, tra la tensione di tutti si avvicino con il cazzo duro, strusciò sopra il solco intergluteo la cappella, ma invece di allargare le natiche e appoggiare il glande sull’ano, l’appoggiò più in basso, dopo il perineo tra le grandi labbra eccitate e pronte a riceverlo. Lo appoggiò e poi spinge e con il nostro stupore, mio e quello di mia moglie entrò in vagina senza difficoltà, facendola arcuare indietro con il busto cominciando a chiavarla con energia, spingendo il cazzo fino in fondo contro all’utero, facendola gemere di piacere.
Sia io che Laura pensavamo e attendavamo che provasse a sodomizzarla e invece….
“Forse non se la sente più di farle il culo…” Pensai io:” … Anche se prende il Viagra non è facile sverginare il culo a una signora.”
E credo che anche Laura ebbe un pensiero simile mio considerando:” Probabilmente ha ragione Roby, inizia chiavandomi perché al di là delle parole non si sente capace di sodomizzarmi, se no lo avrebbe fatto.” E si rilassò, quasi felice della sua scelta, credendo che avesse cambiato idea.
La penetrazione in quella posizione come la prima volta che praticò la donazione appoggiata al comò, fu molto profonda ed energica, a Laura cedettero le ginocchia sotto i sui colpi profondi e il battere dei suoi inguini sulle sue natiche.
C’era un qualcosa di accoppiamento da animali in calore in loro, erano rabbiosi in quel rapporto, lui quasi che volesse dominarla e sottometterla fisicamente.
Preso dalla frenesia e dall’eccitazione Ciro chiavandola le diede due forti schiaffi sulle natiche da fargliele ondulare e bruciare, arrossando la cute pallida e non abbronzata dal sole.
Laura sussultò. Ondeggiò il culo muovendo le ginocchia in avanti, sprofondandole nel materasso.
Nonostante la poca lunghezza la afferrò per i capelli sulla nuca stringendoli tra le dita e la tirò verso sé, come redini di una cavalla, facendole alzare e portare la schiena contro il suo petto sudato e peloso. In quell’amplesso la strapazzò brutalmente per poi rallentare, preparandola a godere.
Mia moglie era squassata dal piacere che riceveva da lui, dalla sua asta di carne dura contro l’utero, e inerme in quella posizione con la presa ferrea dei suoi capelli, lui la umiliò e sottomise.
“Ti piace?... Ti piace?” Le chiese Ciro.
“Si…siiiiii!” Rispose lei accaldata.
“Ti piace essere domata da me?! … Sottomessa a me!?” Domandò ancora.
“Siii… siiiii…. siiiiiiiii……!!” Urlò lei.
Lui le diede altri due schiaffi forti e brucianti sul gluteo facendoglielo traballare continuando a chiavarla, rallentando e poi muovendosi lentamente in figa.
Le diceva parole sporche, gliele sussurrava vicino all’orecchio ma tanto che io potessi sentirle nel suo dialetto napoletano:
“Si na … zoccola…! Dicillo ca si… na zoccolaaa!!” E si eccitava a offenderla.
Non so se Laura conoscesse il significato della parola zoccola in dialetto napoletano, ma ripeteva:
”Siiiii…. Siiiiii!!!!” Mentre lui continuava:
“Si na puttana… ti piaci fare i corna a tuo marito … ti piaci o cazz… intra a pucchiacca…”
(Sei una puttana… ti piace fare cornuto tuo marito… ti piace il cazzo… dentro la figa.) E via di seguito, offendendola sempre più.
Seppi il motivo del perché si comportasse così il giorno dopo incontrandolo privatamente, alla mia domanda perché la insultasse così, mi rispose:
“Anche le parole sono una forma di sesso che contribuiscono ad eccitare la mente e quindi ad ampliare il piacere.”
Assurdamente Laura era godente sotto quelle frasi volgare e oscene su di lei e ai suoi colpi brutali del cazzo nella figa, sculettava alle sue spinte e lui soddisfatto le mormorava:
“Brava… brava… così la mia zoccola…”
Tra sospiri e presi dalla totale partecipazione reciproca li osservavo.
Laura accompagnava le penetrazioni alzando e abbassando il culo in un atto frenetico, come se le piacesse sentirlo scorrere nella figa.
All’improvviso ebbe un orgasmo che la stravolse, si contrasse in uno spasmo totale e cedendole le braccia ricadde in avanti esausta, liberando lui la presa delle sue dita sui capelli accorciati.
“Ooooohhhhhhhhhhh!!!!!!!!!!!” Esclamò mentre Ciro la teneva con le mani sui fianchi e la chiavava con gusto, come in una danza avanti e indietro, dentro e fuori con la massima velocità stando ben attento ad arrivare in fondo all’utero, strappandole gemiti di piacere.
Mia moglie sotto quell’amplesso iniziò a far sentire il suo piacere:
“ ohhh… ohhhh… si !” Mugolava, mentre io accompagnavo la loro donazione con la mia masturbazione. Una masturbazione piacevole che ormai aveva preso possesso di me e mi dava più piacere nel vederla chiavata, che chiavarla io stesso. E lei e loro… mi vedevano masturbarmi.
Per qualche minuto andarono avanti così con me che osservavo, e Laura ebbe anche un altro piccolo orgasmo.
Ciro con calma e vigore continuò a chiavarla alla pecorina con tutta la lunghezza della sua asta in vagina. La guardavo in silenzio, non era più la mia Laura di tre- quattro anni prima, appena sposati e prima dell’incidente, ora era una moglie libidinosa.
Laura godente, lo incitava a chiavare e a terminare, muoveva il sedere per stimolarlo a concludere e a venire, averlo dentro mentre godeva la faceva gioire, attendeva di essere riempita di sborra napoletana che l’aveva già ingravidata una volta e ora una seconda e lui continuava a muoversi avanti e indietro, a chiavarla.
“Vengo! ...Vengooo!!” Urlò all’improvviso Ciro.
E ansimante si piegò con il torace sudato sulla schiena calda di mia moglie, le prese e strizzò le mammelle e i capezzoli, sborrandole simultaneamente copiosamente in vagina, battendo la sua cappella contro l’utero, tra lo sperma che eiaculava e la cervice uterina che riceveva contro i suoi getti; fermandosi poi in lei eiaculando fino a svuotarsi.
Le aveva sborrato ancora dentro, dando un ulteriore vita al suo grembo.
Restarono adesi… direttamente lui sulla sua schiena e indirettamente lei al suo torace, come due cani in calore che si accoppiavano.
Poi Ciro lo tolse, lo sfilò dalla vagina dilatata dal rapporto sessuale.
Lei si voltò girandosi e sdraiandosi godente sul lenzuolo, avendo il suo cazzo all’altezza del viso, ‘sporco’ di sperma, e lui inginocchiatosi davanti prendendole il capo per i capelli, lo tirò e portò su di esso, facendoglielo leccare e pulire per bene, come era successo anni prima alla spiaggia.
Ero strabiliato da quello che faceva mia moglie in preda all’eccitazione e all’emotività verso lui. Lo baciò e leccò in una sorta di pompino, pulendolo dai residui di sperma e dagli umori del suo stesso godimento.
Dopo che le era venuto in vagina, si sdraiarono uno affianco all’altro ansimanti come due innamorati, con lui che l’abbracciava passandole il braccio dietro al collo, e lei che le accarezzava il torace sudato, con la bocca piena dei suoi residui di sperma e umori vaginali.
Restarono qualche minutò così alla penombra dell’abatjour. Poi lui baciandola il viso si tirò su con l’asta ancora dura che le oscillava davanti. E mi faceva invidia la sua potenza sessuale, la sua energia carnale e virilità, anche se sapevo che era artificiale e senz’altro aveva preso il Viagra, e esortò Laura:
“Mettiti a carponi che proviamo!”
Mia moglie lo guardò stupita: “Proviamo cosa!?”
“Ma... la sodomizzazione, eravamo d’accordo, girati che proviamo.”
“Ma pensavo che non volessi farlo più…” Sibilò.
“No…no…voglio farlo!... Dai girati!” Ripeté sorridendo.
Lei accaldata e ancora godente di lui non lo contraddisse e mormorò:
“Si ma se sento male smettiamo subito…”
“Certo!” Rispose sicuro lui.
Anch’io restai stupito, ma in un certo senso felice, non ero ancora venuto masturbandomi, e l’avrei fatto proseguendo a guardare.
Mi voltai e osservai verso la culla, Federico dormiva e mi rigirai verso loro.
E intanto che mia moglie si tirava su e sprofondava con ginocchia e mani sul materasso mettendosi nuovamente a carponi, lui dalla tasca dei pantaloni prese un lubrificante.
Osservai mia moglie alla pecorina, in quella posizione volgare e animalesca in attesa di essere sodomizzata da lui, a quattro zampe, con il suo bel culo alto e formoso pronto.
Devo dire che era emozionante, stavo assistendo alla deflorazione anale di mia moglie, quella che io non ero mai riuscito a praticare.
Lui muovendosi sulle ginocchia si avvicinò dietro di lei spalmandosi il lubrificante su tutta l’asta, poi appoggiandole mani unte le aprì le natiche pallide e carnose fino a vedere l’ano, e con il dito gliene mise abbondantemente sopra facendoglielo entrare, come stucco per chiudere un buco.
Erano pronti, ed era ridicolo ed eccitante vedere mia moglie in quella posizione, con le mammelle pendenti sotto il torace in attesa della sodomia, quasi ero incredulo che fosse lei, la mia Laura quella donna che attendeva.
In alcuni momenti ero tormentato e per un attimo mi chiesi se facevo bene ad assecondare Ciro, se non era troppo quello che chiedeva, il volere il culo vergine di mia moglie per lui, ma ero anche infervorato, eccitato di vederla sodomizzata e in un certo senso di punirla con quell’atto di cui lei era contraria.
Forse non avrei dovuto e fermare tutto con una scusa, Laura sarebbe stata certamente con me dalla mia parte, avremmo potuto rimandare e poi non fare più niente, ma ero pervaso dalla adrenalina e nei miei ripensamenti seppure a malincuore mi adeguai al volere di Ciro.
Lui nel frattempo si avvicinò maggiormente, lasciò le natiche e le prese il culo nel suo insieme e come se lo posizionasse lo rialzò leggermente.
Lei era ferma in trepidante e timorosa attesa.
Vidi lui che si piegò su quell’opera d’arte pallida e arrotondata che era il sedere di mia moglie e con una mano presa bene la carnosità delle natiche, con le dita le allargò al massimo, fino a far riaffiorare di nuovo l’ano già lubrificato in superfice.
Avvicinandosi con il bacino si mise più vicino dietro lei e con l’altra mano guidò il rigido cazzo verso il suo foro rosa ancora chiuso e inviolato e appoggiò il glande sopra, tra le natiche
piene.
Aveva paura Laura, era tesa e rigida.
“Però non farmi male!” Esclamò timorosa e apprensiva. “Fai piano…”
Ma Ciro non era come me che ubbidiva a tutto quello che diceva. Lui non l’ascoltava.
Lo puntò per bene sull’ano, e come un professionista controllò il posizionamento della cappella e quando sentì che era proprio sulla rosa anale, con i reni spinse il bacino in avanti premendo su di essa.
Spinse lentamente in progressione e inesorabilmente e quando la cappella si assestò bene davanti all’ano e il cazzo puntava da solo senza bisogno dell’aiuto della mano che lo sostenesse e guidasse, la tolse e assieme all’altra le appoggiò larghe sulle natiche e le allargò all’inverosimile, mentre con pollici divaricava l’ano più che poteva permettendo alla cappella che spingeva sempre, di entrare ancora un poco dentro esso.
Laura lo sentì premere, tentare di violare la sua verginità anale e si contrasse, ma lui senza variare e sforzare continuò a spingere. La teneva con le sue mani sui glutei inchiodata al letto mentre lei iniziando ad avvertire il fastidio ripeteva:
” No, no… Ciro… sento male! Ahi… basta!... Smetti non voglio… mi fai male… aaaaaahh.”
Ma lentamente il glande di Ciro entrava lacerando e rompendo gli sfinteri, superando quei pochi centimetri di canale anale affacciandosi quasi all’ampolla rettale.
Lui stava facendo quello che non avevo mai fatto io e che probabilmente per rispetto di lei anche se fossi stato attivo e non avessi avuto l’incidente non avrei mai fatto.
Non la sverginò con un unico violento affondo che l’avrebbe fatta piangere dal dolore e si sarebbe sottratta alla sodomizzazione sentendosi violentata. Entrò lentamente spingendo in accrescimento, creandole un dolore sopportabile ma continuo, anche se sempre di dolore si trattava.
“No… no dai Ciro… smetti!... Basta!... Sento male! Avevi detto che smettevi se sentivo male!” Ripeté forte, ma lui non le dava retta, la rabboniva accarezzandole la schiena, la nuca e i capelli.
Io ascoltavo e guardavo toccandomi. Vedevo la mia signora che stava per essere sodomizzata da lui, che superato lo sfintere con la cappella dopo averlo percorso completamente, era entrato nel retto.
Quando la cappella fu dentro rimase fermo immobile ad abituare l’ampolla rettale alla presenza del cazzo che stava entrando.
Il cazzo non si muoveva. Lui lasciò i glutei e portò le mani appoggiate sui fianchi che la tenevano ferma impedendo di fuggire in avanti. E la rassicurava staccandone una e accarezzandola sulla schiena.
“Ferma! Non muoverti che ti abitui!” Le diceva come se fosse una cavalla pronta per la monta:” Adesso passa il dolore. Ancora un po’ e va via.” La informava mentendo.
Lentamente inginocchiato dietro lei riprese a muoversi in avanti. Non poteva sottrarla al dolore anche se tutto era lubrificato, perché era vergine, ma voleva che fosse una sofferenza leggera, graduale, controllata, in modo che lei potesse sopportarla.
Da dietro portò il braccio in avanti cingendole la vita e mettendo la mano sulla vulva, e con le dita accarezzò il clitoride per distrarla.
“Vedrai ti piacerà prenderlo in culo! Toccati anche tu!” Le sussurrò.
Ma lei non si muoveva, aveva paura a farlo e aspettava.
Ciro attendeva che fosse lei a masturbarsi per sentire un po’ di piacere. Mosse nuovamente il cazzo leggermente in avanti premendo ancora dentro, ma lei si irrigidì, sentiva male davvero.
Allora cambiò tattica, dicendole: “Fai come vuoi tu. Muoviti!”
Ma Laura!” Esclamò con gli occhi lucidi:” No… basta… basta! Fa male …smettiamo!”
Ma lui di rimando, da esperto la sollecitò:
“Prova a venire indietro, a venirmi incontro con il sedere, io non mi muovo, fallo tu!”
Laura aveva le lacrime agli occhi, ma provò. Spinse lentamente indietro prendendo la sua asta maggiormente dentro lei. Ciro a quella sua manovra colse l’attimo e nel contempo spinse anche lui il cazzo in avanti infilandolo tutto in un colpo.
Laura aprì la bocca e inarcandosi in su come un animale ferito urlò dal dolore:
” Aahhhhhhhhhh!!!!!”
Ma era fatta. L’asta di Ciro era entrata tutta dentro al suo retto. Era riuscito a penetrarla completamente, a incularla a fondo.
” È fatta!” Esclamò lui con un sorriso trionfale. “Adesso resta ferma che il dolore passa tutto.
Lei seppur agitata ubbidì e restò ferma.
Dopo qualche decina di secondi lui si tirò un poco indietro con il cazzo e poi spinse in avanti, e la sua asta conquistò altri spazi all’interno del suo retto da potersi muovere con più comodità nell’antro fecale. Ma rallentò la sodomizzazione, avvertendo gli spasmi degli sfinteri e del retto sul suo cazzo aumentare e i suoi movimenti diventarono lenti, ma non uscì da lei, continuò.
Io osservavo incredulo e invidioso, c’era riuscito, quel bastardo lo aveva infilato nel culo a mia moglie. Ero eccitato, ma non sapevo cosa fare, mi era venuto più duro e lo accarezzavo masturbandomi. Per un attimo mi chiesi chi fossimo, mia moglie fecondata nuovamente, con un figlio piccolo di là che dormiva. era a carponi sul letto che si stava facendo inculare dal suo donatore di sperma nonché oramai amante napoletano e io suo marito la guardavo godente.
Che potevo fare? A un certo punto mi dissi perversamente:
“Oramai godiamoci questo momento fino in fondo. “
Ciro riprese a muoversi in lei. Il movimento riportò mia moglie in uno stato di piacere. Guardavo stralunato Laura incapace di reagire, e lo facevo con fastidio e forse con disprezzo per quel cazzo napoletano entrato rigido e duro in culo amia moglie.
Lo vedevo lucido quando si ritraeva un pò e osservavo i glutei di mia moglie aprirsi e chiudersi ad ogni passaggio. Il cazzo andava in fondo per uscire quasi completamente e poi rientrare subito allargando sempre di più l’ano ormai aperto dagli sfinteri lacerati. Il viso di Laura in quel momento era lo specchio della sofferenza e insieme del piacere che provava.
Aveva già goduto poco prima chiavando, ed era sulla strada di un nuovo orgasmo, ma questa volta anale.
Era sul lenzuolo a carponi e lui dietro e quasi sopra di lei, con le mani sui suoi fianchi che la tenevano ferma. Il movimento del corpo di Ciro era esplicativo. Stava iniziando a incularla.
Riflesso nello specchio vedevo il culo di Ciro muoversi avanti e indietro davanti al suo e di lato da dove ero seduto io, il suo cazzo entrava e usciva dall’ano ormai allargato di Laura.
A un certo punto mi spaventai, il cazzo di Ciro la inculava veramente muovendosi veloce e lei iniziò a gemere di piacere.
Abbassandosi e alzandosi con il torace sudato sulla sua schiena, come quando la chiavava alla pecorina la tirò verso sé con il busto eretto e le strinse le mammelle, si attaccò a lei incrementando il ritmo dell’inculata e lei godeva.
Li guardavo, osservavo il suo bel culo, che da giovane prima dell’incidente desideravo tanto e avrei voluto possedere io. Avrei voluto violarlo io e invece…ancora grazie se ogni tanto seppur brevemente riuscivo a chiavarla ancora.
Nei movimenti della sodomia lo tirò quasi completamente fuori dall’ano e poi lo fece rientrare lentamente fino in fondo, seppi poi da gente esperta che quella manovra serviva per dilatarlo di più e allargarglielo, ripetendolo più volte, anche velocemente.
Io quasi di fianco a loro, vedevo l’ano non più vergine di mia moglie che risucchiava il cazzo di Ciro dentro il suo bel foro rosa. Era fantastico osservarli, vederla, oserei dire quasi meraviglioso.
Nelle spinte che dava al bacino lui arriva in fondo fino a urtare e appoggiare i suoi inguini ai glutei pallidi di Laura.
“Ce l’’hai tutto dentro.” Le disse Ciro tenendola sempre sui fianchi:” Come va?... Fa ancora male visto che stringi ancora i denti e piangi?”
“Va un po’ meglio. Sento meno dolore. “Mormorò lei.” Ma è sempre fastidioso.”
A quel punto prese a incularla veramente. Tenendola per i fianchi prendendo il ritmo la sodomizzò. Su e giù per il condotto anale, stava allargandoglielo perbene. La dilatazione dell’ano diminuiva gli spasmi e quindi la resistenza e l’attrito del cazzo sugli sfinteri e con il lubrificante iniziava a muoversi meglio e lei a sentire non più dolore ma fastidio.
Inculandola la masturbava contemporaneamente per farle avere un doppio piacere, anale e clitorideo. Voleva farle ricordare con piacere quella sua prima volta.
Dopo poco che la inculava, lo estrasse tutto dall’ano orma lacerato e dilatato negli sfinteri e glielo osservò come a controllare visivamente la situazione, a vedere il suo foro rosa ormai di forma circolare dello stesso diametro del suo cazzo duro. E si guardava la cappella sporca delle sue feci, senza che lei potesse vederle.
“È aperto bene ora!” Mormorò con un sorriso trionfale e le rinfilò il cazzo dentro e subito la sollecitò a partecipare:
” Muovi il culo ti piacerà di più. Contrai l’ano. Prova a stringere e a rilasciare ora si adatterà, avvertirai che è più bello sentirlo in culo.” Le diceva dandole uno schiaffo sul gluteo.
E lei ignara e ubbidiente mosse il culo indietro verso lui e dall’espressione concentrata del viso che vedevo riflessa nel grande specchio dell’armadio, mi parve come se si impegnasse a gestire l’ano a partecipare e a prenderlo a fondo. E lo spinse indietro, gli andò contro con il sedere sentendoselo tutto dentro, mentre Ciro ruotava gli inguini contro i suoi glutei.
Dilatatosi il condotto anale e non facendo più attrito con il cazzo duro, Il dolore si affievolì presto, non sentì più male, ma solo diverse sensazioni che lentamente diventavano piacevoli.
Ciro si voltò, mi guardò e abbozzò un sorriso vittorioso, la stava inculando, c’era riuscito e esortandola la faceva partecipare con i movimenti alla sodomizzazione, come piaceva a lui e come scoprii in quel momento piacere anche a me.
Glielo fece sentire fino in fondo, lo spinse al massimo per poi estrarlo e rimetterlo dentro con impeto, gli piaceva praticare quella manovra dilatativa dell’ano.
Il bel culo alto e desiderabile di mia moglie ormai sverginato da Ciro, reggeva alle sue spinte come un ammortizzatore di carne e nelle sue pressioni e negli urti degli inguini e dell’addome contro di esso, tutto il corpo si muoveva oscillando avanti e indietro, facendo dondolare sotto di lei le mammelle.
Laura stava godendo, lui lo toglieva e infilava avanti ed indietro, e lei ormai lo accoglieva con facilità. Ora provava piacere e godimento a sentirlo in culo, ad essere inculata, a questo diverso modo immorale di fare sesso e che aveva sempre condannato. Lui accompagnava l’inculata masturbandola con le dita sulla figa e avvertiva dagli umori che aumentavano e bagnavano le sue dita, che le piaceva.
Le dita di Ciro infilando la mano sotto giocavano con la vulva e il clitoride, fino quando anche lei venne. Con un urlo spinse il culo indietro sino ad appoggiarsi con esso al basso addome di Ciro.
Lui si adagiò sulla sua schiena con il torace sudato e le sue mani si impossessarono ancora delle mammelle, accarezzandole, stringendole e mungendole. Le sue dita le stimolarono e torsero gli irti capezzoli, li tirano facendola gemere di dolore e sussultare di piacere, sussurrandole all’orecchio sempre parole oscene.
Quando la vide godente, non si curò più di lei, del suo piacere, pensò a sé stesso, e tenendo le mani sotto il suo torace le strinse ancora più forte le mammelle pendenti e spinse il cazzo a fondo, divertendosi a farlo entrare e uscire più volte con il suono dell’aria compressa del retto che usciva, come se stappasse una bottiglia, poi si fermò e rimase immerso con il cazzo duro nel suo culo completamente a fondo, pronto ad eiacularle nel retto.
Lei si muoveva smaniosa, in preda al piacere e sentì arrivare l’orgasmo anale e mugolò come una gatta in calore:
” Aaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!!!!!!!!!!!!!!!…. Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!!!!!!!!!”
Mentre lui gli venne dentro nel retto, eiaculando internamente per la seconda volta, meno sperma della prima nel suo pancino caldo; procurandole un orgasmo anale violento da scuoterla tutta e spingere più indietro il sedere.
Venne inseminandole il retto e i residui fecali che conteneva.
Vidi mia moglie ansimare, prendere con le dita e le unghie come artigli il lenzuolo sotto lei e dal godimento che avvertiva tirarlo con forza e rabbia quasi volesse strapparlo, stringendo le dita a pugno, tenendolo dentro essi, era chiaro che stava godendo molto.
A quel loro godere venni anch’io, seduto sulla poltroncina con il cazzo in mano, mi masturbai velocemente, finché come un vulcano in attività, eruttai con violenza in alto il mio sperma sterile, sentendolo ricadere e colare caldo su di me, sulla mia piccola asta. Stavo godendo, stavo eiaculando nel vedere mia moglie inculata.
Restarono come attaccati, erano fusi, fermi, stanchi.
Per la prima volta lo splendido culo di mia moglie Laura, desiderato da molti uomini e concesso a nessuno era stato violato e riempito di sperma.
Lui dietro a lei svuotandosi si godeva il successo, poi sempre sdraiato sulla sua schiena le baciò i capelli sulla nuca.
Si risollevò tirando fuori tra le sue chiappe carnose il pene semirigido. Ci pensò un attimo e poi anche se non rigido completamente riuscì a reintrodurlo. Forse per provare qualcosa a sé stesso.
Laura non sentiva più male a essere inculata, godeva e il cazzo di quel napoletano si muoveva agevolmente nel condotto anale non frizionando più le pareti.
Poco dopo lo tirò fuori appoggiandolo sopra al gluteo così com’era, sporco dei residui fecali.
Il sacro e verginale culo di mia moglie era stato definitivamente profanato, aperto, sfondato.
Ciro aveva raggiunto quel che si proponeva, lei rimase immobile godente sul letto, e all’improvviso le cedettero le braccia e si accasciò sul lenzuolo con il torace e il viso e lui dietro l’accompagnò cadendo su di le, ed infine si lasciò andare sdraiandosi al suo fianco.
Vidi il suo cazzo semirigido ancora oscillare, ma che sporco delle feci di mia moglie si stava riducendo. Le vide anche lei voltandosi le feci, le sue, arrossendo violentemente dalla vergogna.
Erano vicini, viso a viso mentre l’ano dilatato di mia moglie, aspirando aria fresca e facendo uscire silenziosamente quella calda interna, lentamente si stava riducendo.
Gli occhi di Laura erano lucidi per il dolore e per quanto era successo, ma godenti di gioia.
Lui la tirò a sé e la baciò sulla fronte, sugli occhi e le labbra mentre le carezzava fianchi e schiena.
“E ‘stato bellissimo. Ti è piaciuto?” Le chiese.
Lei non rispose subito, ma alla sua seconda sollecitazione affermò:” Sii!” Con voce flebile e imbarazzata… abbassando gli occhi, timida e vergognosa. Aggiungendo abbozzando un sorriso:
“All’inizio mi ha fatto male e anche ora un po’. Comunque pensavo fosse peggio…” Precisò.
“Hai visto!” Esclamò Ciro soddisfatto riprendendola a baciare in bocca contento.
“Hai visto?... Lo abbiamo fatto, ci sei riuscita, ora puoi dire che sei una donna completa.” Affermò:” Mi hai dato il culo. Il tuo bellissimo culo.” E sorrise malizioso, continuando, non rendendosi conto che così facendo umiliava me e mia moglie.
“Avvertivo mentre ti sodomizzavo che ti piaceva.” Mormorò.
Lei vergognandosene non disse nulla, ma era un silenzio assenso.
Felice lui, le prese il volto tra le mani e la baciò, sulle labbra, e le lingue si unirono dentro e fuori le bocche. Una mano di lui si staccò dal volto e l’accarezzo.
“Ti piace il cazzo in culo?” Le domandò volgarmente in napoletano Ciro ridendo.
“Stupido!” Rispose lei imbarazzata.
“Dai dimmelo!” Ripeté.
Mia moglie abbassò la testa.
“Rispondi dai!” La esortò lui prendendole il braccio.
“Si!” Rispose:” Mi è piaciuto e quindi ritengo che mi piace…”
E lui continuò la sua opera di umiliazione.
Al termine restarono ancora un poco a letto, poi si alzarono, prima mia moglie che mi passò davanti tenendosi la canottiera a cavallo da davanti a dietro, come se temesse di perdere qualcosa… forse il suo sperma in vagina.
Io controllai Federico nella culla e dormiva. E tanto che mia moglie era in bagno io dall’uscio entrai e mi avvicinai a Ciro.
“Hai visto che se le lasciato fare?” Disse sorridendo.” Ce l’abbiamo fatta!” Come se avessi partecipato al rapporto anale e l’avessi inculata anch’io.
Annui triste.
“Vedrai che ora farà meglio la cacca…” Disse sarcasticamente ridendo perfidamente.
Non risposi, ero contento e dispiaciuto che l’aveva sodomizzata e me lo lesse in faccia, dicendomi:
“Domani mattina vieni da solo ai bagni a fare colazione che parliamo un po’ io e te!”
“Hai bagni?” Ripetei.
“Si dove eravamo l’altra mattina. “
“Ah ho capito, d’accordo!” Risposi pensando:” Chissà cosa mi vuol dire? Se mi vuole riproporre qualcos’altro su Laura non ci sto! Gli dico subito di no!”
In quel momento arrivò mia moglie, che in silenzio senza dire nulla prese dal cassetto uno slip e una canottiera di seta puliti e li indossò davanti a lui e a me come se davvero lui facesse parte della nostra famiglia.
Giunta lei Ciro si avviò lui in bagno, ma fece presto a lavarsi, meno tempo di mia moglie. Quando ritornò dopo alcune frasi di circostanza ma senza parlare dell’accaduto, lo salutammo e appena uscì, prendemmo la culla di Federico dal soggiorno con lui dentro e assieme lentamente la portammo in camera dalla sua parte e andammo a letto, era ormai l’una passata e stanchi ci addormentammo subito.
Non parlammo della sodomia avvenuta quella sera.
La mattina seguente mi alzai presto, loro dormivano ancora, vidi che Federico era vicino a lei, probabilmente nella notte l’aveva preso e se lo era messo di fianco sul letto come una buona mamma. Si svegliò anche lei.
“Vuoi che ti aiuti a preparare qualcosa, la colazione?” Dissi.
“No resto ancora un po’ a letto, mi alzo dopo…” Era stanca e indolenzita nel sedere dopo averlo preso nel culo.
E io approfittai e la informai:” Allora vado a fare un giro e a prendere in giornale. Vuoi che ti porto qualcosa?... Un po’ di focaccia, le brioches?” Chiesi.
“No… no… mi devo mettere a dieta, sto lievitando …” Disse ridendo:” … in questi giorni ho mangiato troppo.”
“Va bene, ci vediamo tra un’oretta allora!” Le comunicai e lei si rimise giù a dormire.
Appena giù nel portone inviai un messaggio a Ciro dicendogli che stavo arrivando.”
“Sto partendo da casa anch’io!” Rispose lui.
Arrivai prima e mi sedetti a un tavolino in disparte e poco dopo arrivò lui e ordinammo il caffè.
All’inizio parlammo del più e del meno, del tempo e poi toccò l’argomento della sodomia di Laura della sera prima.
“Hai visto che le è piaciuta?... Vedrai che lo rifarà… è sempre così, oramai le piace.”
“Con te lo rifarà!?” Chiesi io.
Sorrise. “No!... Io non posso essere sempre a sua disposizione, le donazioni sono finite e anche i nostri incontri.” Precisò e io demoralizzato di come la giudicava gli dissi:
“Sai… prima non era così Laura, era una ragazza per bene, moralista, è cambiata da quando ha iniziato a fare le prime donazioni tre anni fa! Ad avere rapporti sessuali con te.”
Annuì rispondendo:” È sempre così, è capitato anche ad altre. Le donne, sono animali strani, non si conoscono mai abbastanza, almeno adesso sai com’è realmente.” Puntualizzò aggiungendo subito:” Anche tu sei cambiato, sei diventato o ti sei scoperto cuckold…” Mormorò osservandomi:” Ti piace guardarla mentre fa sesso con altri, al di là della donazione.”
Aveva ragione, ero cambiato e avevo scoperto che mi piaceva osservare mia moglie chiavata da un altro, che fosse lui o un altro uomo non importava.
“Hai intenzione di rifarlo con lei?” Domandai.
Scosse la testa e all’improvviso bevendo mi disse:
“Io non posso assecondare lei, cerca di capirmi Roby, ho 46 anni e due figli oramai grandi e a modo mio amo mia moglie e non la lascerei mai per nessun’altra. Senti… non offenderti se te lo dico, ma non so se te ne sei mai accorto, ma tua moglie è una donna che ha voglia di cazzo… “Esclamò:” … <tiene o desiderio da minchia>, come diciamo a Napoli. Tu non le basterai mai e poi è una porcella credimi, senza nessuna offesa per te e per lei te lo dico in amicizia con il cuore perché tu forse sotto questo aspetto non la conosci abbastanza.” Fece una pausa e proseguì:
“Laura è una bella donna, calda anche se non sembra, le piace chiavare, perché quando siete in città, al vostro paese non le trovi un amico che se la fotte!?” Esclamò.
Fece una interruzione e proseguì:” Non dico ora, ma dopo il secondo parto, quando riprenderete la vita normale trovale un amico, qualcuno che se la chiava per te, che la faccia un po' sfogare…”
Restai in silenzio, non gli dissi che avevo già avuto di questi infimi pensieri e riflettei e poi sbottai:
“Eh un amico, mica è facile… la gente parla poi… e non posso fermare uno per strada e dirgli
< Scusate volete chiavare mia moglie?> Anche se lo farebbero volentieri.”
“Ma no…no… che hai capito? Non così!” Ribatté lui:” Rispondete a qualche annuncio sui siti di incontri su internet e vi trovate un amico che te la chiava davanti a te! E credimi ce ne parecchi, avrete solo da fare la scelta.”
“Annuncio?” Ripetei io fingendo di non sapere.
“Si… lo fanno in molti, specialmente coppie con persone come te che non sono molto attive sessualmente e le piace vedere la moglie chiavata da altri. Vai su internet e cerca siti di annunci, di incontri, vedrai quanta gente troverai disposta a chiavarti Laura, di tutte le età, si chiamano bull!” Disse.
“Bull ripetei.”
“Si bull…che vuol dire toro in inglese, persone disposte a chiavartela gratis, e tu la farai sfogare, una volta o due volte al mese te la lascerai chiavare ben bene da uno di loro e vedrai che vivrete meglio e nessuno saprà niente. Cercherete voi il partner.”
Restai in silenzio, pensoso, mi proponeva di fare quello che io già avevo pensato e desiderato, ma che non riuscivo a dire e a convincere mia moglie.
Ma non so… dovrei convincere anche lei, non è facile… lei non accetterà mai una situazione del genere.” Risposi.
“Oh lo è facile stai tranquillo… ora che la preso anche in culo sarà più disponibile. Lasciala qualche mese senza chiavare e poi proponiglielo e vedrai che quando le prospetterai di andare per gioco con uno sconosciuto, accetterà.”
“Ma non credo sai!... Non accetterà!”
In quel momento gli stavo dicendo realmente tutti i miei dubbi su quello che già io avrei voluto fare.
“Non è vero che non accetterà, ci sono già passate altre coppie!” Esclamò per farmi coraggio:” È come il culo, hai visto che alla fine se lo è fatto fare?! Lo stesso con gli annunci e gli incontri, devi iniziare a parlargliene, ci vuole un po’ di tempo, anche molto, ma vedrai che alla fine ci riuscirai. Se vuoi potrai anche dirle che te lo consigliato io, anzi se vuoi, se entriamo nel discorso gliene parlo io direttamente in termini generali.” Fece ancora una pausa e proseguì:
“Vedrai vi troverete bene piacerà a lei, ma anche a te, è un po’ come praticare le donazioni, come abbiamo fatto noi in questi giorni, solo che non dovrà farsi sborrare dentro e dovrà farlo con il preservativo e vedrai, te lo ripeto, piacerà a lei e a te, non siete i primi.”
Mi stava istigando a far sì che io convincessi Laura ad avere rapporti sessuali con altri uomini, anche sconosciuti, a rispondere agli annunci porno su internet.
“Anzi se volete invece di rispondere, fatelo voi un annuncio e vi fate scrivere…”
Alle sue parole restai assorto, poi pronunciai:
“Si proverò, ma tu non parlargliene, non dirle nulla, lo farò io a casa con calma quando avrò il momento giusto.” E gli domandai per curiosità:
“Tu con tua moglie lo hai fatto?”
“Fatto cosa?... Il culo?... Si…” Rispose lui sorseggiando il caffè.
“No gli annunci, se l’hai mai fatta andare con un altro uomo.” Precisai.
“Ma che sei matto!... Mia moglie è una donna seria, ha sempre fatto sesso solo con me, io sono geloso di lei, non permetterei mai a nessuno, per nessun motivo di chiavarmela, non è una donna come Laura.
Quella considerazione che fece di mia moglie, di donna facile e lussuriosa e della sua seria e per bene mi dispiacque.
Dopo quella sodomizzazione e il termine del ciclo delle donazioni in cui mia moglie era ormai feconda per la seconda volta, restammo ancora una settimana, avendo su nostra sollecitazione, mia in particolare per accontentare Laura e lui accettato per farci contenti, ancora altri incontri sessuali, compresa un'altra sodomizzazione. Era vero, la mia Laura dopo che lo aveva preso in culo una volta, come diceva lui lo rifece senza più sentire male, solo fastidio all’introduzione, e si lasciò sodomizzare con lussuria e senza tante storie.
In quella vacanza dopo il nostro incontro a quattrocchi, mi ero calato perfettamente nella parte del cuckold, oramai era la mia natura e di mia volontà non avevo chiavato mia moglie nemmeno una volta durante quei dieci giorni, mi masturbavo lasciandola a Ciro, che la chiavasse solo lui, e inspiegabilmente quel mio atteggiamento, sottomissivo, masochista e umiliante mi eccitava.
Fu una vera e propria vacanza, di giorno alla spiaggia, al sole e al mare con il bambino e alla sera lei tra le braccia di Ciro a cena, a ballare e poi a chiavare e/o a lasciarsi inculare e io a masturbarmi osservandoli.
Era tutto cambiato nei rapporti tra me e mia moglie, non solo quelli sessuali, ma anche quelli intimi e affettuosi.
E intanto mi preparavo mentalmente a una sera, quando dopo la seconda gravidanza, parlando gli avrei tirato ancora fuori il discorso delle coppie e degli annunci ….
Al termine partimmo e tornammo a casa.
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