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STORIE E RACCONTI EROTICI

VIETATI AI  MINORI DI 18 ANNI

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ANALISI DI UN CUCKOLD IN TERAPIA

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VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI

CAP. 9 MIA MOGLIE.

 

NOTE:

 

“Il desiderio di trasgredire sessualmente è l'istinto umano più potente. Spinti da tale desiderio, gli uomini acuiscono la fantasia, corroborano il coraggio, fortificano la volontà, la tenacia e le facoltà creative.”

Napoleon Hill,

 

OTTAVA SEDUTA

 

Quel martedì alle 15.:00 arrivai nello studio della dottoressa, mi fece accomodare e le diedi un acconto.

“Questo è un acconto dottoressa, non le ho ancora dato niente, poi al termine farà il calcolo, ma ora prenda questi.” E le diedi cinquecento euro in contanti.

Lei si imbarazzò, o finse di esserlo, dicendo:

“Oh, ma non doveva, mi fido di lei, stia tranquillo, so che non li perdo…”

Ma io insistetti e ringraziando li prese e li mise via nel cassetto della scrivania.

“Bene ora si accomodi…” Disse: “…si sdrai e si rilassi, conti mentalmente fino a dieci e faccia un bel respiro. Oggi parleremo di lei e di sua moglie… Chiara, mi pare si chiami…” Pronunciò sfogliando indietro di un foglio il block -notes e dopo una pausa leggendo, mormorò:

“Quindi lei ha lasciato la bruna dagli occhi scuri, mi pare si chiamasse Grazia, sì Grazia…” Precisò leggendo: “…per la bionda dagli occhi azzurri!... Chiara, sua moglie.” Dichiarò sorridendo, leggendo negli appunti o facendo finta di farlo.

“Eh sì!... Mi ero innamorato subito la sera stessa che l’ho conosciuta, e lei di me.” Dottoressa.

“Ha detto che l’ha conosciuta ballando, ma che cos’è che l’attraeva di sua moglie più dell’altra?!”

“Beh era una bella ragazza, aveva un bel viso dolce, i capelli biondi erano bellissimi, lunghi e quando faceva lo chignon sulla nuca e si vedeva il collo mi eccitava da impazzire, era bellissima ed erotica e poi aveva gli occhi chiari come me! Non so dire, come si dice… mi è scoppiata dentro…” E sorrisi al ricordo.

“Da quello che mi dice…” Proseguì:”… dalla descrizione che mi ha fatto, come caratteristiche somatiche sua moglie Chiara era un po' simile a sua madre…?”?”

“Sì!... Molto!” Affermai.

“Quindi quella ragazza che le aveva preso il cuore assomigliava a sua madre?” Ripeté.

“Sì, anche se era diversa d’aspetto e caratteristiche. Comunque anche lei come mia madre era una ragazza seria, con dei valori morali come piacevano a me e ci amavamo. Quando eravamo fidanzati che la presentavo a qualche parente mi diceva:

< Eh… te la sei cercata bella come tua madre!> E io ne ero felice, orgoglioso del paragone, perché come le ho detto, nonostante tutto a, mia madre, maternamente l’amavo.”

“Quindi lei era felice che d’aspetto oltre che nei valori assomigliasse a sua mamma…?”

“Sì molto felice!” Risposi, aggiungendo: “Ricordo che quando la presentai a mamma, le piacque subito e si guardarono a lungo negli occhi, come se in loro ci fosse qualcosa di comune, non riuscivo a capirlo, forse il sorriso, gli occhi, l’espressione o il modo di guardarsi, non so! Mamma la trattava come una figlia.”

“I suoi erano felici che si fosse fidanzato con questa Chiara?”

“Sì, anche se era del nord, non una mediterranea come noi, e aveva un’altra mentalità, era emancipata…”

“Certo… e poi?” Domandò ancora:” Come si è evoluta la vostra conoscenza?”

“Niente di particolare, in seguito quando capimmo che eravamo fatti l’uno per l’altra e la feci conoscere ai miei genitori e parenti, lei fece lo stesso e ci fidanzammo ufficialmente.”

La dottoressa dopo una pausa mi guardò chiedendomi:” Con lei ha avuto rapporti sessuali prematrimoniali? Avete fatto sesso prima del matrimonio?”

“Sì…” Ammisi:” …: “…dopo pochi mesi che uscivamo insieme, eravamo talmente innamorati con il desiderio di vivere tutta la vita assieme, che cedemmo alla passione, la feci mia, come si dice da noi, raccolsi il suo fiore.” Aggiungendo con orgoglio: “Era vergine, l’ho sverginata io, sono stato il primo e questo mi ha fatto volerle ancora più bene, amarla di più.”

“Quindi lei sessualmente è stato il primo uomo di sua moglie?” Domandò.

“Sì! …” Risposi proseguendo con rammarico: “…Ma non l’unico poi… purtroppo.”

“Restiamo a quel momento.” Precisò la dottoressa: “In seguito cosa avvenne?”

“Avvenne che dopo qualche anno di fidanzamento ufficiale ci sposammo, ed ero felice perché era la moglie che volevo, era come la desideravo io. L’avevo presa che era ancora vergine, fu la prima ragazza che possedetti sessualmente con amore e non tanto per farci sesso. Fu l’unico e primo amore, come io per lei.” Aggiungendo: “Fu un bel matrimonio, venne su anche mia sorella e mio cognato con i figli piccoli da Roma. Ne aveva già due. Quando la vidi era formosa…”

“Era ingrassata?” Mi domandò interrompendomi.

“Sì! ...” Risposi: “…ma aveva avuto due gravidanze e come era usanza da noi in quegli anni, non curava molto l’aspetto, era più importante la famiglia, i figli e aveva già iniziato a ingrassare, non era più bella magra come prima quando la spiavo. Ma d’altronde ci stava che le nostre donne dopo matrimonio e gravidanze ingrassassero un po', era nella mentalità di quel tempo e non si trattenevano nel mangiare. Anzi durante la gravidanza si diceva che dovessero mangiare per due, per loro e per il figlio che avevano in pancia. “Pronunciai con un sorriso.

“E dopo il matrimonio che ha fatto Mimmo?” Mi chiese.

“E dopo un bellissimo matrimonio iniziammo la nostra vita!” Risposi.

“Avete avuto figli?”

“Sì due, d’accordo entrambi li avemmo subito nei primi tre anni successivi al matrimonio, maschio e femmina, anche loro distanti un anno di età l’uno dall’altro come me e mia sorella, che crescemmo con amore.”

“Li avete avuti presto?!” Esclamò la dottoressa.

“Sì, la prima, la ragazza, mia moglie l’ha avuta a 21 anni, un anno dopo sposati, il maschio a 22 anni…l’anno dopo.” E sorrisi.

“Ma quanti anni aveva sua moglie quando vi siete sposati?”

“Lei 20 anni e io 27 anni. Negli anni ottanta era così, nonostante l’emancipazione le ragazze miravano ancora al matrimonio se amavano davvero, a una vita e un futuro stabile e non come oggi che preferiscono convivere.” Feci una pausa, sospirai a quei bei ricordi che riaffioravano alla mia mente e proseguii: “Eravamo una tipica famiglia italiana, io artigiano geometra con una piccola impresa e lei inizialmente casalinga a crescere i figli e quando hanno incominciato a frequentare l’asilo, si è messa a lavorare…”

“E lei che si è cercata un lavoro?”

“Sì! …È lei che ha voluto andare a lavorare, io ero contrario, le mogli nella mia famiglia e in quelle dei nostri paesani non hanno mai lavorato, si dedicavano alla casa e ai figli, erano casalinghe. Ma lei avendo già lavorato prima di sposarci, volle riprendere a farlo, credo che in un certo senso volesse essere indipendente e così tramite un’amica fu assunta in una grande ditta di pulizie e con gli anni ne è diventata coordinatrice responsabile di un gruppo di ragazze dipendenti.”

“Quindi anche sua moglie lavorava, faceva le pulizie?”

“Sì, ma non era una semplice dipendente che praticava le pulizie, era coordinatrice e responsabile in un settore della ditta e, come le dicevo, sotto di lei aveva trenta dipendenti da coordinare… aveva il suo ufficio e svolgeva mansioni di controllo.” Pronunciai con un pizzico di orgoglio.

“Quindi una forma di impiegata?”

“Sì! Solo che faceva i controlli sul posto, ordinava i materiali, faceva il quadro di lavoro con i turni di servizio e teneva i contatti con la ditta centrale che era in Emilia. Pensi che, se lo riteneva necessario, poteva anche assumere qualche altra ragazza direttamente lei.”

“E dove lavorava?” Chiese curiosa.

“La ditta in cui lavorava prendeva in appalto le pulizie e la ristorazione nelle grandi aziende, gli ospedali, i municipi, e lavori di questo tipo. Ma lei era responsabile di un ospedale, le piaceva il lavoro che svolgeva e vivevamo il nostro matrimonio felici.”

“Normalmente vivevate?” Domandò.

“Sì normalmente!” Ripetei.

“Senza trasgressioni?” Aggiunse.

Abbozzai un sorriso capendo a cosa si riferiva.

“No, nessuna trasgressione dottoressa, quelle vennero dopo, in quel periodo ero molto geloso di mia moglie, era una bella donna e come mia madre piaceva agli uomini…. … E non avevo minimamente quei pensieri che mi sono venuti dopo. Il nostro fu un vivere coniugale normale di coppia, da marito e moglie con gli alti e bassi come tutti, ma nell’insieme felici.”

“Avevate rapporti sessuali normali?” Domandò.

“Sì!... Qualcosa in più i primi anni di matrimonio, ma niente di eccezionale, qualche posizione sessuale diversa, la visione di qualche video cassetta VHS hard che allora erano in commercio la vedemmo, ma a lei non piaceva fare sesso in quel modo.

Chiara di sesso conosceva poco, tutto quello che sapeva glielo avevo insegnato io in base alle mie esperienze e capacità, e anche se il nostro far sesso era semplice e coniugale, per lei andava bene, era il massimo, non conosceva altro, il piacere lo provava con me, come le avevo insegnato io. Ed era felice di quella condizione non conoscendo altro, lo stesso io, la nostra sessualità ci appagava, soddisfaceva e bastava.”

“Quindi niente trasgressioni all’inizio del vostro matrimonio?”

“No… se non quello che ho detto pocanzi. Anzi, poi da quando nacquero i figli non ne volle più sapere, per lei diventarono tutte porcate quegli atti sessuali.”

“Quando è nato il figlio… vostra figlia…” Si corresse “…è cambiata sua moglie nei suoi riguardi?”

“Sì, si è staccata da me anche sessualmente e le sue attenzioni giustamente erano per la figlia e poi il figlio, li ha cresciuti e allattati lei finché non sono andati all’asilo, quando poi ha ripreso a lavorare…”

“Com’era sua moglie prima di iniziare a trasgredire?” Domandò.

“Tranquilla. Lei mi era sempre stata fedele e anch’io sono sempre stato affidabile e fedele come marito.”

“E in tutti quegli anni, quasi venti, avete vissuto una vita abitudinale? Da coniugi normali?”

“Sì!... Lavoravamo entrambi, anche se lei non ne avrebbe avuto bisogno economicamente. Io avevo molto lavoro come artigiano, ho sempre lavorato come un matto e guadagnavo bene e con enormi sacrifici come le dicevo, insieme a mia moglie con il nostro lavoro avevamo comprato una casa, l’auto entrambi, una roulotte per le vacanze e vivevamo discretamente. In casa avevamo tutto il necessario e anche nel vestire, a lei o i figli non le mancava nulla, indossavano anche capi firmati, ed eravamo sempre uniti e volti alla costruzione del nostro sogno di famiglia, dei figli e del nostro futuro… “ Feci una pausa e aggiunsi:” Eravamo e siamo molto stimati e rispettati dalla gente, amici, conoscenti e parenti, nessuno crederebbe mai a cosa abbiamo fatto negli anni passati, che lei su mia sollecitazione, con il mio consenso, ma per sua scelta e volontà era diventata una divoratrice di uomini.”

“Quindi andavate d’amore e d’accordo?” Domandò la dottoressa.

“Sì! ...Ma come tutte le coppie tra noi c’erano anche delle diversità. Lei aveva una cultura più aperta, nordica e ragionava sulle cose, mentre io ero più impulsivo. E in tutti quegli anni, forse a causa del lavoro che faceva, rapportandosi sempre con persone nuove, colleghe e dipendenti, aveva una mentalità più aperta della mia, ma seria.” Precisai subito: “Mentre io anche se aperto mentalmente, ero rimasto fermo al mio modo di pensare meridionale. E come dicevo, dopo aver partorito i figli era cambiata sessualmente…”

“In che senso era cambiata?” Domandò ancora.

“Ma era diventata più seria. Oltre che fare meno sesso, lo voleva fare in modo tradizionalista. Non so perché e se capitava anche alle altre coppie.” Risposi.

“Certo che capitava anche ad altre coppie, ancora ora…” Pronunciò la dottoressa mentre scriveva qualcosa sul block -notes:” … sua moglie Chiara era presa dalla famiglia, i figli, la casa, il lavoro e in più dallo stress, dal tran tran quotidiano che molte mogli e madri vivono. E tutto quello aveva spento parte della sua sessualità, si sentiva stanca e di conseguenza la cercava poco.”

Riflettendo pensai e mormorai: “È vero dottoressa, dovevo sempre cercarla io alla sera. Mia moglie Chiara, era sì calda come donna, ma solo dopo che la stimolavo e l’accendevo con carezze, baci e parole d’amore, mai prima e di sua iniziativa.”

“Sì…” Rispose:” … è comune a molti coniugi. Sua moglie era sempre innamorata di lei Mimmo, come lo sarà senz’altro ora, ma prima di tutto era mamma e poi moglie anche se l’amava, e compensava quella sua carenza intima e sessuale nei suoi confronti con l’affetto. E quindi si può dire che crescendo i figli e negli anni di matrimonio si era raffreddata sessualmente.”

“Sì, l’avevo pensato anch’io… anche se sapevo e mi diceva sempre che ero il suo vero amore, il suo uomo, il suo maschio come dicevamo allora noi…”

“Eravate una comune e semplice coppia coniugale come tante… Non eravate ancora amici, complici, peccatori e trasgressivi?” Affermò la dottoressa.

“No, quello venne dopo. In quel periodo ci capivamo al volo, ci accettavamo con i nostri difetti e i pregi, eravamo assolutamente adattabili affettuosamente e sentimentalmente. Lei era l’unica persona alla quale mostravo il vero me stesso e con la quale riuscivo ad essere rilassato e sicuro, e io per lei lo stesso. Era la persona con cui avrei voluto vivere per sempre.”

La dottoressa guardandomi dichiarò:

“Ha detto che era anche molto geloso di sua moglie…”

“Sì! Eravamo gelosi gli uni dell’altro, io molto di più essendo meridionale.” Feci una pausa e ripresi:

“Pensi che una volta sul lungomare con i bambini piccoli, passò un gruppo di persone, ragazzi, una compagnia che si divertiva, rideva e scherzava, c’erano ragazzi e ragazze. E quando furono vicino a noi uno di questi ragazzi, passando vicino a mia moglie le fece una battuta…”

“Cosa le disse?”

“Ma qualcosa come bella figa… o del genere. Beh io avendolo sentito, iniziai a litigare con quel tipo a dirgli come si permetteva, che lei era mia moglie e non doveva, quasi volevo mettergli le mani addosso…”

“Eh… addirittura?!” Esclamò la dottoressa: “Solo per un complimento?”

“Sì!” Affermai: “Pensi com’ero geloso, solo per una battuta…”

“E sua moglie cosa le disse?”

“Di non fare così, di lasciare perdere che tutti ci guardavano e che in fin dei conti era stata soltanto una battuta.”

“Anche gentile se vogliamo, un apprezzamento a sua moglie!” Aggiunse la dottoressa.

“Sì! E a volte ci penso a com’ero e come sono diventato poi. Comunque tra noi, a livello di chimica, come dicono i ragazzi oggi andavamo d’accordo, il sesso era tradizionale e negli schemi classici coniugali.”

“Niente rapporti orali, anali…?”

“No! All’inizio qualche rapporto orale, più che altro per provare, perché ero io che insistevo di farmelo fare, ma non era capace e anche se le spiegavo non le piaceva. Anale poi nemmeno a parlarne, era contro natura per lei, anche se ci provai e poi la convinsi…”

“Ha provato a sodomizzarla?” Domandò la dottoressa.

“Sì, ma ho fatto una brutta figura, non ci sono riuscito. Ci avevo messo tanto per convincerla che quando lei per amore ha accettato, non sono riuscita a penetrarla, a infilarglielo…”

“Come mai?” Domandò.

“Non so, ero teso, volevo sodomizzarla più che altro per dimostrare a me che ne ero capace e sapevo farlo, sentendo tutti gli amici e conoscenti che dicevano e si vantavano, chi lo faceva alla moglie, chi alla fidanzata e chi all’amante.” 

“E lei per dimostrare a sé stesso che era capace e virile come i suoi amici e conoscenti ha convinto sua moglie?”

“Sì, ci ho messo un po', le dicevo: < Vedrai, è bello farlo anche dietro Chiara, non è contronatura come pensi tu. Molte donne come uomini lo praticano. Non sentirai male, nessun dolore, solo un po' di fastidio subito… > E continuavo con questa cantilena:< Vedrai che poi ti piacerà prenderlo anche dietro, godrai più che davanti… Quasi tutte le donne sposate lo praticano… lo lubrifico bene e vedrai che ti piacerà.>

Ero sicuro di riuscire a sodomizzarla, alla fine si convinse e dopo tutte le raccomandazioni del caso la feci mettere a carponi sul letto e io dietro e provai e riprovai, ma niente, non riuscii… Ci restai tanto male… e anche lei che oramai era pronta a riceverlo e lo attendeva desiderosa di provarlo…”

“Come mai non c’è riuscito?” Chiese la dottoressa.

“Non lo so! Probabilmente perché non ero pratico, non l’avevo mai fatto prima, ma solo sentito dire come si faceva. Poi, lei aveva paura di sentire male e stringeva l’ano, io anche avevo paura di sentire male a infilarglielo e inoltre paura e temevo una volta introdotto nel retto, di restarci attaccato…”

“Come? ...Come? ...Attaccato?... Come attaccato? …Che significa?” Mi domandò curiosa e stupita.

“Ma sì… allora tra ragazzi si diceva che a volte se uno lo infilava dentro il sedere di una donna vergine analmente e poi gli veniva mollo e lei per reazione o paura stringeva l’ano, non sarebbe più riuscito a tirarlo fuori perché si allungava e sentiva male e c’era il rischio di staccarlo… E quindi restava attaccato e si narrava che era successo a una coppia che era dovuta andare all’ospedale per essere divisa…”

“Addirittura…?” Esclamò con un sorriso: “Oh questa non la sapevo!” Mi interruppe: “Ma non è vero!” Disse: “Perché credeva a queste cose? Sono solo leggende metropolitane…”

“Ora lo so, ma allora no e comunque nonostante tutte le mie preoccupazioni ci provai più volte in serate e pomeriggi diversi e quando appoggiavo il glande sul foro rosa dell’ano e spingevo, sembrava che avessi un muro davanti, non entrava e a forza di spingere perdevo l’erezione e si piegava e mi ritornava mollo. Provai vari giorni, poi lasciai perdere. E comunque come dicevo con la nascita dei figli che avvenne quasi subito, non volle più fare niente di particolare, ma solo avere il nostro rapporto sessuale bisettimanale e nella posizione del missionario, lei sotto e io…”

“Sì, conosco! ...” Esclamò interrompendomi.

“Dunque non era riuscito a sodomizzare sua moglie… e avete proseguito a vivere normalmente nella vostra coniugalità, quindi sua moglie è restata vergine dietro?” Domandò un po' curiosa.

“Si era restata vergine analmente, ma ora non lo è più e non per merito mio...!”

“Ah…!” Esclamò stupita, aggiungendo subito: “Ho capito, ma di questo ne parleremo quando sarà il momento. Quindi avete proseguito la vostra vita sessuale normalmente?”

“Sì, continuavamo la nostra vita sessuale ad avere amplessi davanti, in vagina…”

“E quand’è che è nato il tutto, la sua trasformazione. Come è nato in lei il desiderio di vedere sua moglie con un altro uomo sessualmente?” Domandò.

Feci un respiro lungo e socchiusi gli occhi, si entrava nel vivo dei ricordi e pronunciai:

“Tutto è nato lentamente, senza nemmeno rendermene conto, per caso, senza quasi accorgermene. Io ero sempre stato geloso di lei, con la mentalità meridionale e come dicevo, con mia moglie c’era un bellissimo rapporto tradizionale anche sessuale. Allora ero ancora attivo e la possedevo regolarmente bi settimanalmente.

Lei come detto, dopo le gravidanze non era più calda come donna, raramente mi cercava per unirci carnalmente, ma però le piaceva fare sesso, specie una volta iniziato.

In quel periodo quando qualcuno la guardava con desiderio e libidine, mi dava ancora fastidio, ma meno di prima. Mi accorsi che mi turbava vedere negli occhi degli uomini il desiderio sessuale di mia moglie e se da una parte mi dava fastidio, dall’atra incominciavo ad apprezzarlo, ne ero compiaciuto che piacesse e soprattutto pensavo che io potevo averla solo per me, mentre gli altri si dovevano accontentare di guardarla, fantasticare e desiderarla mentalmente. Mi sentivo un privilegiato ad averla mia.

Iniziai quando eravamo a far spese o a passeggio o a fare acquisti in qualche negozio, oppure al mare con lei in bikini a rallegrarmi che la osservassero, ma era tutto un qualcosa di segreto, di interiore a me che in un certo senso sopportavo e non ammettevo nemmeno a me stesso; pensando che fosse qualcosa di passeggero, momentaneo…” Feci un respiro e prosegui:

“E come molti mariti, intrapresi per gioco a immaginare cosa gli avrebbe fatto l’ammiratore del momento che la guardava con tanta insistenza, come l’avrebbe presa sessualmente e  a pensare come avrebbe reagito lei alle sue avances e come si sarebbe comportata se avrebbe dovuto far sesso  con lui o con un altro uomo, visto che era pudica e vergognosa.”

“Quelli erano i primi approcci mentali?” Mi domandò la dottoressa.

 “ Si…” Risposi:”… Ricordo che la prima volta che ebbi quei pensieri, avvenne alla spiaggia. Eravamo al mare con i bambini a prendere il sole e mia moglie a un certo punto li portò in riva al mare a fare il bagnetto. Lei aveva il due pezzi e mentre la piccola giocava in acqua, un

cinquantenne iniziò a girarle attorno, a osservarla in modo libidinoso. Lei non se ne accorse, ma io poco lontano dietro agli occhiali da sole sì, e notai che le guardava in modo insistente il sedere, il seno e soprattutto il pube, dove il costume coprendo il sesso, lasciava intravvedere sotto il tessuto, il gonfiore dei peli pubici e lateralmente a seconda di come Chiara muoveva le gambe per tenere la bambina, lasciava uscire appena un filo di peluria sessuale dall’inguine. Se fosse stato tempo prima sarai andato da lui a dirgli:

< Che cazzo guardi? ...Vai va! .... Vatti a fare un giro e a guardare qualche altra…>

Ma invece, non solo non lo feci, ma mi scoprii turbato dal suo sguardo libidinoso su di lei, che la guardasse e desiderasse carnalmente, che tra tante altre donne in riva al mare più giovani e belle, avesse scelto mia moglie per la sua libidine visiva.

A un certo punto quel tipo, fingendo di osservare anche lui il mare si mise vicino a Chiara, tra la gente e gli schizzi d’acqua facendo finta di nulla. E mentre mia moglie a gambe erette e piegata con il tronco in avanti a novanta gradi sulla bambina, a tenerla per il braccino seduta in riva al mare per farla giocare con l’acqua, sporgeva involontariamente il suo bel sedere arrotondato indietro, quell’uomo si avvicinò mettendosi dietro di lei, come se volesse posargli il gonfiore del sesso probabilmente duro, contro al costume di Chiara, al centro del suo bel sedere pronunciato. Ma non lo fece e restò così dietro a lei nell’atteggiamento di appoggiarglielo alcuni secondi, che mi sembrarono una eternità, poi Chiara prendendo la bambina si tirò su dritta e lui fingendo che avvenisse casualmente, sfregò il suo avambraccio contro quello della mia consorte, guardandola in viso. Chiara non ci fece nemmeno caso impegnata nel tenere i bambini, ma quei gesti che fece, mi eccitarono molto e immaginai che fosse un porco, che si comportava così perché le piacesse mia moglie e volesse possederla … e in seguito si allontanò toccandoselo con la mano da sopra il costume.”

“E lei Mimmo, che fece?”

“Niente, la cosa finì lì, ma in me quell’atteggiamento aveva suscitato qualcosa che non pensavo di avere o che avevo dimenticato dai tempi di mia madre. Mi aveva fatto scoprire che mi piaceva vedere e sapere che mia moglie piacesse e fosse osservata o spiata dagli uomini…

In seguito ci ripensai a quell’episodio, anche a casa e mi eccitavo a farlo durante i rapporti sessuali, con lei ignara dell’origine di quella mia eccitazione insolita e la possedevo con più vigore. E presi a giocarci con quella idea, immaginandola sempre con uomini più grandi di lei…” 

“Come sua madre con Vincenzo?”

“Sì, ma non so se ci fosse un legame.”

“E così in quel modo è iniziato tutto?”

“Sì iniziai a fantasticare saltuariamente da solo in modo soft e lo feci per anni, provando soddisfazione e piacere mentale e da lì a quello fisico il passaggio fu breve. Ma non dissi mai nulla a nessuno, tantomeno mia moglie, mi vergognavo di avere quei pensieri.”

“Quanto durarono?”

“Anni. Avevo preso quel ritmo di pensarla in situazioni particolari tutte le settimane fino a farlo diventare una mia eccitazione sessuale prima dei rapporti.”

“E quando l'ha messa a conoscenza di questi suoi pensieri o fantasie?”

“Dopo anni, i figli erano già grandi, frequentavano il liceo. E un giorno, eccitato dall’idea di dirglielo, l’ho fatto. Feci finta di nulla e che fosse tutto casuale. Eravamo al mare soli, i ragazzi ormai erano ventenni e frequentavano i loro amici, le loro compagnie, la ragazza si può dire che era fidanzata e frequentava un suo coetaneo. Chiara, mia moglie oramai era una bella signora matura e appena formosa, come si dice oggi in gergo una Milf… che sarebbe…”

“So cosa significa Milf, vada avanti Mimmo…” Mi rispose chiedendomi: “Cosa le disse?”

“Siccome lei, come tutte le donne, mogli e mamme quarantenni aveva sempre la preoccupazione di ingrassare, di non essere più bella, di non piacere più e si teneva sempre nel mangiare pur essendo golosa… e allora quel giorno alla spiaggia seduti sull’asciugamano sulla sabbia le dissi:

< Dici che non sei bella, che non ti piaci, ma ti guardano… piaci ancora agli uomini amore, anche se sei quarantenne con qualche chiletto in più. > Lei sorrise:

< Eh sì!... Con tutte quelle più belle che ci sono guardano proprio a me…>Rispose schermendosi ma apprezzando la mia considerazione. E io continuai.

< È vero, tu non te ne accorgi perché appena li guardi, qualcuno per imbarazzo gira la testa, ma è vero, se te lo dico visto che sono tuo marito, puoi credermi…>

Lei in quel periodo era nella fase premenopausa, come dicevo era in una crisi personale, era ingrassata un poco, faceva diete e non si piaceva com’era fisicamente, che invece era molto erotica e pensava di non piacere più, con la sua pancetta da signora per bene evidente, il sedere cresciuto e il seno procace…”

“E sua moglie cosa rispose?” Mi interruppe.

“Quelle parole le fecero piacere, mi sorrise indifferente, ma era felice che gliele avessi dette.

Devo premettere dottoressa che questa fase che sto raccontando, per quanto breve e ravvicinata possa sembrare, è avvenuta in un periodo di due- tre anni dalla mia prima manifestazione a mia moglie. Gli e lo dico perché parlandone sembra che sia accaduto tutto in una settimana o un mese, invece ci volle qualche annetto. Chiara piaceva ad altri uomini ed era guardata, non da un giorno e nemmeno da un mese, e glielo ripetevo spesso, settimanalmente, con suo piacere, sua soddisfazione personale di piacermi e di piacere ancora. In poche parole iniziai ad adularla che era appena quarantenne ed era entrata dalla fase della donna adulta a quella matura che si avvicinava alla menopausa, e il mio adularla è terminato con la sua accettazione a trasgredire che aveva quasi 45 anni ed era, già entrata in menopausa.”

“Quindi quando avete iniziato ad avere rapporti sessuali cuckolding aveva iniziato il climaterio?”

Mi domandò precisando: “Guardi che la menopausa e il climaterio sono la stessa cosa, sono sinonimi, solo che uno è un termine scientifico.”

“Sì, affermai. L’aveva appena iniziata.”

E, sempre seduta di fianco a me, domandò:

“Quindi lentamente gli è nato il desiderio di vedere sua moglie con un altro uomo sessualmente?”

“Sì!” Risposi ancora, mentre lei scriveva sul block notes.

“Quindi si può dire che quando è iniziata la vostra trasformazione e avete iniziato a praticarla realmente eravate già persone mature?” Domandò.

“Si all’incirca la fase iniziale di convincimento e poi di trasgressione, si svolse che io avevo una cinquantina di anni e lei 43 anni circa, quando i figli ormai grandi vivevano la loro vita. La ragazza si era sposata da poco e viveva in un'altra provincia dove era andata per studio, e dove poi ha trovato l’amore, il lavoro e fatto figli. E l’altro, il maschio si era fidanzato ed era andato convivere con quella che poi diventerà sua moglie nella sua città.”

Vidi che scrisse ancora sul block -notes… e continuai:

“Mia moglie Chiara, era una bella donna matura, una bella signora quarantenne, negli anni pur diventando leggermente formosa, si era curata nell’aspetto, ed era ancora attraente e desiderabile. Io invece con gli anni ingrassai, misi su la pancia e iniziai a perdere i capelli e mi stempiai tutto. Non avevo la costanza di mia moglie Chiara di tenermi nel mangiare e fare la cyclette a casa, ero soddisfatto così, avevo una bella moglie a mia disposizione e mi bastava così. Era mia! Nella nostra mentalità era la donna che doveva essere bella e non l’uomo.

E fu in quegli anni, continuando a pensarla mentre facevamo sesso … e…”

“No.… no… un momento. Si fermi. Aspetti. A parte i suoi pensieri iniziali che erano nati al mare, io voglio sapere come nata psicologicamente la fantasia su sua moglie? Quale è stato l’input che l’ha fatta iniziare a pensarla così, diversa da com’era e di vederla e volerla seriamente con un altro a praticare sesso. E non solo per avere lei Mimmo le erezioni più vigorose quando facevate l’amore. Mi interessa conoscere non solo il desiderare, ma anche il vederla realmente accoppiata con un altro?”

Feci memoria su quel periodo, rievocando l’inizio:

“Ma… che ricordo, la prima volta che ci pensai seriamente fu una mattina che entrato per urinare, la vidi nuda in bagno, in piedi dentro la doccia che si lavava e a sua insaputa restai a osservarla, era bella nel suo corpo maturo da quarantenne e mi immaginavo come potesse piacere ad altri. E mi rendevo conto ancora più di prima che io avevo il previlegio di averla tutta per me, di poterla vedere nuda, toccarla, possederla.”

“La spiava come faceva con sua madre e sua sorella?”

“In un certo senso sì, non visto da lei, e mi immaginavo di essere una altra persona a spiarla, un conoscente, uno sconosciuto, uno qualunque che la vedesse nuda per la prima volta e apprezzasse le sue bellezze intime.”

“E continuava a spiarla…”

“Ma, non è che la spiassi, era mia moglie, la guardavo nuda o in atteggiamenti intimi abitudinari mentre si lavava o vestiva, con il suo corpo desiderabile, il sedere, il seno… pensando sempre che fosse un altro a guardarla con libidine. A volte si accorgeva, della mia presenza, si voltava e mi diceva sorridendo:< Che guardi!?>

< Guardo quanto sei bella amore…>… Rispondevo, e lei sorrideva sempre.

Quel pensiero che io fossi un altro che la spiava era eccitante, si intensificò e divenne più forte, finché mi resi conto assurdamente che mi piaceva accostarla sessualmente a un altro uomo, fu un passaggio automatico.”

“Quindi lei si trasferiva nella condizione psicologica di un'altra persona, che la spiava?”

“Sì!... Mi immedesimavo in un estraneo come la potesse vedere e apprezzare in quella situazione che potevo avere solo io da privilegiato, da marito. Ma tra noi non ci fu nulla di particolare oltre alle mie espressioni verbali di apprezzamento del tipo:< Hai quarant’anni, ma sei più bella di tante ragazze e tue conoscenti e amiche…>” Oppure glielo dicevo con parole volgari, per rendere la mia considerazione più reale.”

“Che tipo di parole volgari?” Domandò la dottoressa.

“Più che altro termini come:< Sei una bella figa… gli uomini impazzirebbero per chiavarti…> E quelle parole lì. Figa e chiavare erano popolari, volgari, comuni, ma soprattutto reali.”

“E lei che diceva a quegli apprezzamenti?”

“Niente, sorrideva compiaciuta, capiva il senso.”

“La adulava a sua moglie?”   

“Sì, ma nulla di più all’inizio. A volte si spettegolava di qualche conoscente che aveva lasciato il marito o lui la moglie, o si facevano le corna a vicenda a loro insaputa… oppure uno le faceva all’altra ignara che continuava a vivere credendo tutto il loro rapporto normale. Un po’ queste storie di tradimento, di corna degli altri, che ci avevano sempre affascinato.

E comunque vederla quarantenne nuda, con il corpo maturo e ancora piacente e sensuale, e fuori per strada o al mare osservata e desiderata dagli uomini, all’improvviso inconsapevolmente mi ha eccitato e trasformato e mentre la guardavano con desiderio e libidine continuai a chiedermi:

< «Chissà come se la farebbe quello lì che la guarda? … E poi l’altro? … E lei cosa farebbe con loro…? Ci farebbe sesso? …Godrebbe? >

 Mi facevo di queste domande. E il fatto che potesse essere una potenziale fedifraga nella mia mente, assurdamente invece di intimorirmi e preoccuparmi, mi eccitava di più e questo mi portava anche ad essere più vigoroso sessualmente e ne gioiavamo tutti e due nei rapporti sessuali, lei senza saperne il motivo.”

“Quindi pensare sua moglie che la tradiva con un altro o potenzialmente poteva farlo, la eccitava?” Mi domandò la dottoressa.

“Sì!” Risposi sinceramente.

“Perché? Come mai? Se lo era mai chiesto?”

“Sì, me lo sono chiesto tante volte e non ho mai trovato risposte, per questo sono qui da lei, per capire come lo sono diventato, come mai un tipo tranquillo, con una bella moglie fedele che ama, geloso come me, … all’improvviso desidera che la sua consorte si accoppi con un altro uomo e si eccita nel desiderarlo. Se riesce a dirmelo lei?” Affermai serio.

Lei sorrise dicendo:

“Ci riusciremo stia tranquillo, alla fine del ciclo di psicoterapia, saprà perché è diventato cuckold. Ma ora mi dica, in quei momenti pensava a sua madre quando tradiva suo padre con quel Vincenzo?”

“No.…... no… mia madre mi venne in mente solo all’inizio un paio di volte e poi basta, non ci pensai più, pensavo invece a lei, a mia moglie, a noi… era lei che mi eccitava e non il ricordo dii mia madre.”

“Ma probabilmente la viveva inconsciamente la storia di sua madre…” Affermò la dottoressa.

“Non so! Certamente non con il pensiero attivo del momento e senza il paragone di mia moglie con lei, quella era un’altra cosa.”

“Va bene, prosegua…” Mi esortò mentre prendeva appunti.

“Quando mi resi conto dei desideri che avevo e che si erano impadroniti di me, ne fui spaventato, erano più forte di me, non riuscivo a scacciarli, mi tornavano sempre in mente e il peggio era che mi eccitavano…”

“C’era qualcuno in modo particolare che accostava sessualmente a sua moglie, un amico, conoscente, o sconosciuto?”

“Dipendeva… Sì a volte la immaginavo posseduta da un amico o conoscente, ma più che altro da sconosciuti e alcune volte mi eccitavo tanto da avere il desiderio di masturbarmi.”

“E lo faceva?”

“Qualche volta l’ho fatto, anche perché i nostri rapporti sessuali erano settimanali e non sempre quando avevo voglia io lei era disponibile… e poi in quel periodo aveva ancora le mestruazioni che accorciavano le possibilità.”

“Diceva che quel suo essere così la spaventava, cosa ha fatto per quel timore dopo?”

“In quel periodo, oramai eravamo alla fine degli anni novanta, primi anni del duemila, c’era internet, avevamo il computer lasciato dai nostri figli e io lo sapevo usare. Dovetti conoscerlo un po' forzatamente per lavoro, lei anche per il suo, ma un po' meno. E apprendendone la conoscenza, iniziai poi anche a navigare, la sera da solo anche nel porno, a visionare, a leggere a documentarmi su quello che vivevo, che avevo. E per quel poco che leggevo sul mio comportamento, lessi che ce n’erano molti di mariti con desideri sessuali come me sulla moglie, nel fantasticare o volerla vedere realmente accoppiata sessualmente a un altro uomo e venivano chiamati cuckold e non ero l’unico. E appresi anche che alcuni convincevano la moglie ad averli e assistevano ai loro rapporti sessuali con partner occasionali. Proprio come pensavo e desideravo io.”

“E questa scoperta come la considerò?”

“Mi turbò molto, ma eccitò anche… ma era ancora distante da me come idea reale, era un mondo nuovo che scoprivo di cui io ne ero una parte.”

“Ne parlò con sua moglie di questo suo desiderio?” Domandò.

“Sì certo, poi l’ho fatto, in seguito. Prima ho iniziato a parlargliene nei momenti di intimità di questa mia tendenza... anche se cadde dalle nuvole, era incredula non ci credeva che potessi avere questi tipi di fantasie, di vedere lei con un altro uomo geloso com’ero. E comunque lei era contraria a queste cose. “

“Come reagì?” 

“Reagì male, si offese, non volle sentirne parlare, nemmeno alle mie insistenze che era solo un gioco della fantasia, che non c’era nulla di male, che era e sarebbe stato un nostro segreto e che anche altre coppie coniugate lo praticavano e ci giocavano solo con la fantasia. Ma non ne volle sapere e io per reazione iniziai a parlargliene lo stesso nei nostri rapporti sessuali settimanali.”

“E lei poi accettò di fantasticare?”

“Non è stato facile, ma insistetti, continuai a parlargliene a letto quando praticavamo sesso, lei non voleva che lo facessi…”

“Cosa le diceva a sua moglie?” Mi interruppe la dottoressa.

“Ma frasi del tipo:< … è solo un gioco, una trasgressione mentale…> “

“E lei cosa gli rispondeva?”

“< Ma come ti vengono in mente queste cose? Sono tua moglie…abbiamo dei figli… queste cose le fanno le puttane, le donnacce…> Ma poi ascoltava in silenzio cosa le dicevo e in seguito, questo in parecchi mesi naturalmente, non in una settimana, iniziò per curiosità ad interloquire e abbiamo iniziato a fare l’amore parlando di quelle situazioni trasgressive. E io eccitato e complice la penombra, le ho confidato la mia fantasia, quella di vederla fare sesso con un altro uomo.”

“Glielo disse chiaro?”

“Si!... Ma lei mi diede del matto, del perverso, ma poi insistendo che era solo fantasia, nei mesi successivi, seppur con riserva e una certa ritrosia accettò di fantasticare, più che altro di ascoltare le mie fantasie e stava al gioco, mi lasciava parlare, anche se rispondeva alle mie domande poco o niente.”

“Quindi acconsentì che giocaste mentalmente?”

“Si, ma senza dirmelo chiaramente… All’inizio era infastidita, ma io insistevo e gliene parlavo sempre:

< È solo un gioco amore …>… Le dicevo e lei, seppur contrariata, ascoltava.

Ricordo ancora il giorno che le feci la prima provocazione, dicendole sempre che era un gioco tra noi: < Mi hai mai tradito amore?> le domandai.

Lei nella penombra dell’abatjour mi guardò seria rispondendo subito: < No! Assolutamente, mai! Ti sono sempre stata fedele…>

< Ma lo faresti se ti corteggiasse qualcuno che ti piace, mi tradiresti?... Ci hai mai pensato?>”

“E cosa rispose sua moglie?” Domandò la dottoressa.

“Mia moglie rise, dicendo:< Che cos’è un ritorno di gelosia giovanile?> Sapeva che ero geloso di lei.

< No, è un gioco…> Risposi sorridendo anch’io.

< Vuoi sapere se ti tradirei con qualcuno che mi piace?> Mi domandò schernendosi mentre l’accarezzavo.

< Si!> Pronunciai.

< Eh sì con tutti...> Disse ridendo:< Con i tuoi amici, i tuoi colleghi, i conoscenti…> E rideva.

< No dai! Giochiamo seriamente.> Affermai.

<Dipende? ...> Mormorò ancora ridendo provocatoria, ma stando al gioco.

< Da cosa dipende.> Domandai.

< Se mi piace la persona appunto…> Pronunciò, ma poi come ripensandoci e vergognandosi di quello che diceva si corresse immediatamente affermando: < No! Non ti tradirei mai. E poi, non mi vanno questi discorsi che fai e tu stai tranquillo che non ti tradisco e non ti tradirò mai!>”

“Così la fantasia entrò nel vostro rapporto intimo?!”  Esclamò la dottoressa.

“Sì!” Risposi:” Per gioco anche se lei non voleva.” 

“In seguito, visto che oramai aveva accettato e ne parlavamo, cominciai a dirle:

< Non so perché sono sincero Chiara, mi rendo conto che sono cambiato e che per te è difficile da accettare, ma trovo molto eccitante che gli uomini ti desiderino e per questo ho fantasie in cui tu mi tradisci con altri.>

E continuai a parlarle, ma vista la sua reazione e i suoi no, definitivi a fare sesso con un altro uomo, cambiai tattica…”

“In che modo?” Domandò la dottoressa interrompendomi.

“Non dicendole più che volevo vederla fare sesso con un altro uomo, ma di desiderare di praticare lo scambio di coppia. Dove saremmo stati con un'altra coppia di coniugi come noi.”

“Cambiò strategia per convincerla, e cosa le disse per attuarla?”

“Ma, niente di particolare: < Sai, ci sono coniugi che praticano lo scambio di coppia…> E cercavo di persuaderla”

“E cosa pensava sua moglie?”

“All’inizio pensava che tutto questo derivasse dal mio desiderio di fare sesso con altre donne perché lei non mi piaceva più. E in parte glielo lasciai credere, non le dissi mai che nonostante mi vantassi sessualmente, lei era stata una delle mie prime esperienze sessuali.”

Le dissi anche: < Io non ti ho mai tradita amore…>

< Anch’io…> Rispose subito lei. E continuai a cercare di spiegarle e persuaderla con discorsi seri e filosofici:

< Quello che desidero e voglio praticare assieme a te Chiara, non è contro i nostri principi morali, il matrimonio e il nostro amore, ma anzi lo rafforza, perché sarebbe un amarsi al di sopra del sesso, della gelosia. Sarebbe una fase superiore che vivremmo, un nuovo modo d’amarci… io e te, anche se tu faresti sesso con un altro.>”

“E che diceva sua moglie?”

“Ascoltava e io continuavo:

< Quello che provo ora è solo un desiderio, una trasgressione di complicità e voglio viverla e averla con te e non da solo. E auspico che sia accettata da tutti e due.> Le mormorai, aggiungendo: < Tu devi immaginare che l’idea dello scambio di coppia è un modo consensuale per avere esperienze con altre coppie, senza tradire la fiducia reciproca che abbiamo in noi, ognuno verso l’altro.>”

“E lei reagiva quando parlava?”

“Ascoltava sempre. Le dicevo queste cose nei momenti di intimità sessuale e capii che anche in lei c’era una componente di eccitazione per il fatto che la informavo che mi piaceva pensarla e vederla fare sesso con un altro uomo…>”

“Da cosa lo capiva?”

“Sarà sconveniente dirlo dottoressa, ma lo capivo dalla sua vagina mentre la possedevo, che quando le dicevo quelle cose si inumidiva, si lubrificava di più, segno che si eccitava in silenzio. E anche lei incominciò a chiedermi, a farmi domande, ma solo per curiosità come mi precisò chiedendomi:

< E tu non sei geloso se faccio sesso con un altro uomo?>

< No se è un qualcosa concordato insieme, voluto, fatto di complicità tra noi e consenzienti. Sarebbe solo un’esperienza, una trasgressione e basta, non un tradimento.> Le rispondevo.

Ma tornavo a parlare di lei, a chiederle a convincerla:

< Ma a te piacerebbe provare a farlo con un altro uomo per gioco? …> E lo chiedevo sempre mentre facevamo sesso.”

“E sua moglie cosa le rispondeva?”

“Lei restava vaga sulla risposta, ma come le ho detto sì eccitava, non ne parlava ma sentivo che si umidiva e aumentavano le contrazioni vaginali quando la possedevo, in poche parole in silenzio godeva di più. E quella fantasia diventò una costante durante i nostri rapporti sessuali negli ultimi due anni.”

“Cioè a giocare sessualmente con la fantasia anche con lei?”

“Sì, ma non tutti i giorni, più o meno una volta alla settimana, quando praticavamo sesso o l’amore…”

“Quindi diciamo che nell’intimità parlandone fantasiosamente di un possibile rapporto sessuale con un altro lo accettava?” Domandò ancora la dottoressa.

“Sì e no…” Risposi:”… non proprio pienamente, ma acconsentiva che ne parlassi, perché sapeva che piaceva e eccitava anche me.”

“E quindi…”

“Quindi andai avanti così per due anni, ogni tanto tirando fuori questo discorso e proponendoglielo.

“Lo scambio di coppia?”

“Si!”

“E quand’è che chiese a sua moglie di avere un incontro reale con un'altra coppia?”

“Ma… dopo oltre un anno circa che fantasticavamo a letto… Anche se lei era contraria a quelle cose. Anche quella richiesta come l’iniziare a fantasticare insieme per gioco incominciai a dirgliela nei momenti di intimità. E una sera che ero eccitato e su di giri, parlando le chiesi:

< Perché non proviamo a farlo davvero Chiara?>

< Come farlo davvero?> Ribatté lei forse non capendo bene o facendo finta di non comprendere.

< Sì, a praticare uno scambio di coppia sul serio, a fare sesso con degli altri, un’altra coppia … > E vedendo il suo silenzio aggiunsi:< …. oppure un triangolo io e te con un altro uomo o con un’altra donna… >”

“Non la informò subito direttamente che voleva vederla far sesso con un altro uomo soltanto come nelle fantasie?”

“No… la presi larga, genericamente. Volevo vedere come reagiva.”

“E lei come reagì, che disse?”

“Subito si offese e indignò:< Ma che dici?... Sei impazzito? Farlo davvero! …Fare veramente sesso con un altro che non sei tu!?> E subito staccandosi da me aggiunse risentita capendo che ero serio  e non scherzavo:< Come ti permetti di propormi queste cose? Per chi mi hai preso… sono tua moglie, la madre dei tuoi figli, mi devi rispettare! Certe porcate vai a farle con altre donne, che io non le farò mai!>…”

“Reagì male?” Mi interruppe la dottoressa.

“Sì! E continuò a inveire:< Tu sei pazzo!... Io non sono il tipo di donna che fa queste cose e non le farò mai … un conto è la fantasia giocarci e anche questo lo faccio perché piace a te e non a me… e un altro è farlo nella realtà…>”

“E quindi lei smise di chiederlo?” 

“No, tutt’altro, continuai con maggiore enfasi, in un certo senso la sua resistenza, la sua pudicizia mi eccitava, sapevo e credo lo sapesse anche lei che se accettava, diventava un’altra donna…”

“Un po' come sua madre…” Mi interruppe la dottoressa.

“Si, ma in modo diverso e continuai a persuaderla e lo feci in seguito quasi ogni settimana, tornavo sempre sopra l’argomento informandola e dicendole:< Chiara, è soltanto un’esperienza che molte coppie fanno e che potremmo provare a fare anche noi. Scegli tu…> Le dicevo: < … o lo scambio di coppia o provare a farlo in tre, due donne e io o due uomini e te…> Sapendo bene che timida e riservata com’era, non avrebbe mai accettato il confronto sessuale con un’altra donna, sia nello scambio di coppia che nel rapporto o con due donne. “

“Quindi lei Mimmo sapeva che se sua moglie avesse scelto, avrebbe preferito due uomini e lei?”

“Si, era una donna molto riservata e non le piaceva confrontarsi con altre.”

“E quindi che fece? …”

“Quindi andai avanti così per un altro anno, ogni tanto tirando fuori quei discorsi e proponendoglieli.

“Perché non le disse chiaramente che voleva vederla far sesso con un altro uomo da sola…”

“Perché quando glielo proposi giocando nelle fantasie, capii che era contraria e mi resi conto che non avrebbe mai accettato una proposta del genere, lei con un altro e io che li guardavo fare sesso. Così invece nello scambio di coppia o nel triangolo c’era qualche possibilità che la convincessi, se riteneva che anch’io fossi partecipe attivo con lei. Comunque non è stato facile i primi tempi la prese proprio male…”

“In che senso?”

“Eh incominciò a dire:< Sei sempre stato geloso di me e ora vuoi che andiamo con altri…vuoi che io abbia un rapporto sessuale con un altro e tu con la moglie di lui. Vuoi che diventiamo cornuti? Vuoi essere cornuto? Ti piace diventare cornuto?>Mi domandava irritata.

E io a risponderle: < Ma non sarebbero corna Chiara…ma soltanto una trasgressione, un’esperienza sessuale diversa, consenziente da parte di entrambi…>

< Sempre cornuti saremmo… Se a te piace essere cornuto a me non piace che vai sessualmente con altre donne> Ribatteva, facendomi capire che non voleva che io andassi con altre donne soprattutto e davanti a lei.

Poi com’era suo carattere essendo del nord iniziò a dire:< E l’onore?! Il tuo onore da meridionale, da siciliano dov’è finito? Me l’ho togli da in mezzo alle gambe…>”

“Cosa voleva dire con l’ultima frase?” Chiese la dottoressa.

“Era un modo di dire nostro… perché si diceva che l’onore gli uomini meridionali ce l’avevano in mezzo alle cosce della moglie, nel senso che... guai se facevano sesso con un altro, disonoravano il marito e diventava subito una questione d’onore. E siccome io da giovane scherzando glielo dicevo sempre e ripetevo…”

“Cosa le diceva?” Mi interruppe.

“Ma scemate dottoressa, battute da ragazzi innamorati gelosi, del tipo:” Fammi accarezzare il mio onore.> E le mettevo la mano sul sesso e i peli. Oppure:< Tienilo sempre stretto tra le cosce il mio onore, cose del genere…>

 E Lei rispondeva scherzando: < «Anche tu il mio onore…> E si rideva. Queste cose qui!”

“E andò avanti così, con quei discorsi?” Domandò.

“Subito sì, poi nelle settimane successive si calmò, pur continuando in discussioni più serie:

< Ma come fai a dire e volere queste cose? Come le concili con l’amore tradizionale?> Per ritornare a dire:<Tu sei pazzo! Questa non è una fantasia sessuale, ma solo una porcata, una depravazione…>

< Ma sarebbe appagante... Sarebbe una esperienza…>Rispondevo cercando di convincerla.

Comunque quello che c’era di positivo per me, era che oramai sapeva com’ero diventato e che volevo trasgredire in un modo o in un altro. E quando lei si rese conto che per me era un argomento serio e non più un gioco e che incideva anche sulla nostra vita matrimoniale accetto di fare un discorso serio.”

“Di cosa parlaste?” Domandò la dottoressa.

“Di quello che volevo fare…e iniziai:

< Non sarebbe un tradimento e nemmeno  qualcosa di  sporco Chiara, ma un gioco erotico e trasgressivo tra noi, che praticano molte coppie…> Ripetei: < In quello che dico di  fare, nessuno dei due prevaricherà l’altro, ne discuteremo, l’importante è parlarne.>

< «No-o-o-o-o! Inutile parlarne se non voglio farlo!> Rispondeva determinata.”

“Quali erano le sue aspettative Mimmo a quella richiesta a quella situazione di chiarimenti?”

“Che accettasse, ma ogni qualvolta ne parlavamo seriamente, c’era tensione mista a curiosità da parte di lei, in me invece aumentava il desiderio di provare. Avevo dei dubbi anch’io lo ammetto…”

“Su cosa?” Domandò.

“Sull’attuazione e nostre reazioni seguenti, ma mi dicevo provare non costa niente, al limite se non piace poi non si fa più e comunque io mi sentivo di controllare tutto. Mi sentivo disponibile a provare, anche se lei non era disposta a farlo e far partecipare un’altra persona nella nostra vita sessuale. E questa è in realtà era la mia fantasia, di farlo in tre e ne parlammo spessissimo mentre avevamo rapporti sessuali, non più a fantasticare astrattamente, ma concretamente e io a dirle e a convincerla di farlo realmente o in uno scambio di coppia o un triangolo sessuale.”

“Come si sentiva lei Mimmo in quel periodo?” Mi chiese scrivendo sul block notes.

“La cosa più importante per me era quella di riuscire a spiegare chiaramente a mia moglie, con onestà e distacco cosa ero diventato, cosa erano le mie fantasie e quello che volevo realizzare. Quello era importante, farle capire che per me non erano porcate o depravazioni, ma sesso praticato in modo diverso. Un bisogno fisico e psicologico per me.”

“E sua moglie come si rapportava con lei dopo che era a conoscenza del suo volere diventare realmente cuckold? Di passare dalla teoria alla pratica?”

“La informai onestamente ed esplicitamente:

< Guarda Chiara…> Le dissi:<…  io capisco tutte le tue difficoltà morali, psicologiche, educative e religiose ad accettare quello che ti propongo. Però per me è importante che non mi disprezzi per quello che sono diventato e per quello che ti chiedo di fare, non voglio che tu provi pena o compassione per me e soprattutto non dai a quello che propongo significati che non hanno, come perversione, depravazione. Quello che suggerisco di fare ha un nome specifico e si chiama cuckoldismo…> Dichiarai e le spiegai il significato di cuckoldismo, che naturalmente non accettava lei, ma io continuavo a ripetermi e a spiegarmi.

< Voglio che tu sappia Chiara, che non è una mia volontà per punirti di qualcosa, o farti del male o perché non mi piaci più, tutt’altro, ti amo  più di prima con questi pensieri, il mio è un desiderio sessuale che voglio condividere con te e  ti prego di non giudicarmi male. In fondo i desideri sessuali che ho, sono comuni a migliaia di coppie sposate, basta che vai a leggere su internet.>Dicevo.

“ Sua moglie cosa ha risposto?”

“Mi rispose sinceramente:

< Guarda Mimmo, nonostante tutto quello che hai detto, sulle fantasie che hai su di me e quello che vuoi che facciamo, pur essendo contraria, non ho disistima nei tuoi confronti… non ti odio e ti amo sempre, ma proprio perché c’è rispetto tra di noi voglio che sappi che non accetterò questo cuckoldismo tra di noi, nel nostro ormai ventennale matrimonio. > Fu molto sincera quella sua dichiarazione. E io le risposi:

< Anche da parte mia nei tuoi confronti, proprio perché ti amo te ne parlo e te lo chiedo senza imposizioni o obbligarietà da parte tua, ma solo con una richiesta di partecipazione a questa trasgressione. Io ti amo sempre e ti vedo anche se donna, come essere superiore a me. > Feci una pausa e proseguii:< La mia Chiara… è solo una manifestazione di un desiderio di te in modo diverso, di condivisione con un terzo, ed è ancora più forte del sesso, è un qualcosa che ambisce la nostra unione amorosa e va al di là della corporeità. È il voler provare a mettere in comune il tuo corpo, il tuo piacere, non solo carnale, ma anche psicologico assieme a un altro e non il tuo amore, gli affetti e i sentimenti. Ti sembrerà assurdo ma io questa condivisione la vivo come una forma d’amore.”

“Cosa le disse?”

“Lei mi rispose lealmente e mi esortò:

< Perché non ne parli con un medico, uno psicologo, qualcuno che ti aiuti a capirti dentro di te…>? Ma io sapevo bene cosa desideravo e non volevo rinunciarci.”

“Ma non aveva paura di perderla, di provocare una rottura coniugale e poi anche sentimentale tra voi e di mettere a rischio il suo amore per lei Mimmo, con questa richiesta assidua?”

“No, sentivo il suo amore e il mio, fuso insieme, ed era solidissimo e forte. E quello che continuavo a pensare era:< Se mai dovessimo provare questa trasgressione, significherebbe che lei ha compreso e che mi ama davvero sopra ogni cosa.> E per convincerla ad avere questa esperienza pensai di informarla su quello che sapevo io e come eventualmente avremmo fatto. Così un giorno le dissi:

< Sai come penserei di mettere in pratica la trasgressione? > lei non rispose ma mi guardava:

< Ascolta!... Se tu accettassi risponderemo o metteremo un annuncio nostro su un sito di incontri e vedremmo chi risponde. Avresti modo di vederlo tramite fotografia, di sceglierlo…>”

“E come rispondeva lei?”

“Sempre in modo negativo purtroppo…”

“E lei continuava nella sua richiesta?” Domandò.

“Sì, e la svolta avvenne all’improvviso, quasi per caso… “

“Mi racconti…”

“Come le ho detto io ogni tanto insistevo e provavo a riproporle la mia richiesta anche se ero rassegnato e ormai convinto che non avrebbe mai accettato e non avremmo mai fatto niente di trasgressivo e quel tentativo di persuasione lo feci per anni. Anche se sapevo che diceva di no, lo facevo lo stesso. Un mattino che stavamo andando in montagna a trovare i miei suoceri in vacanza, durante la guida parlammo del più e del meno, dei figli, del lavoro e altre cose che avremmo dovuto fare e come al solito quasi automaticamente ci provai ancora e riportai il discorso lì, sulla trasgressione.

< Però per una volta potremmo trasgredire, lo fanno tante coppie, provare a fare sesso in tre, è solo una prova, un’esperienza, non dobbiamo mica farlo sempre….> Pronunciai, proseguendo: < Lo dico anche per te che sei stata solo con me sessualmente, proveresti anche  come fa sesso un altro uomo e vedresti le differenze, sarebbe un episodio, un’avventura comune, di coppia. Se poi non ci piace non lo facciamo più.> Aggiungendo:< Le tue amiche chi prima di sposarsi chi dopo sono state con altri uomini. Tu no!> E continuai: < E se non vuoi fare uno scambio di coppia e preferisci, si può fare un triangolo due donne e io… o noi con un altro… Lo sceglieresti tu, che piace a te, negli annunci ce n’è tanti…guardi chi ti piace >

Lei non rispondeva pensai che come il solito non le interessava, guardava la strada davanti e io proseguivo con la mia cantilena più per abitudine che per convincerla: <È una esperienza Chiara e poi saremmo tutti e due d’accordo e consenzienti e non sarebbe un tradimento…> Ribadendo ancora:< Un tradimento è quando si pratica sesso di nascosto l’uno dall’altra o l’altra metà non vuole, e non quando entrambi nella coppia sono d’accordo.>

 Continuavo con questo ritornello guidando tra le curve quando mia moglie all’improvviso senza nemmeno guardarmi, ma osservando dal finestrino sulla destra gli alberi sulla strada mormorò:

< Va bene!... Cercane uno che poi ti dirò se andrà bene…>”

“Accettò?” Chiese subito la dottoressa.

“Sì… no… o meglio mi disse di cercare quel qualcuno che proponevo e che poi avremmo veduto, avrebbe deciso. Era un parziale consenso…”

“E lei come ha reagito?”

“Come ho reagito?... Non so!... Restai pietrificato, non me l’aspettavo oramai dopo averci provato tanti anni, non sapevo se essere contento di quella scelta favorevole o essere triste che avesse accettato di andare con un altro uomo. Come posso dire, ero contento e dispiaciuto allo stesso momento. Il fatto che accettasse o avrebbe accettato mi faceva contento ma interiormente mi dispiaceva che lei acconsentisse di darsi a un altro. Qualche morso di gelosia lo sentii.”

< Ma solo io e te e un altro, niente donne…> Precisò immediatamente.

< Certo!  Va bene! > Risposi aggiungendo falsamente: < Ma guarda che se lo trovo, poi non si può dire di no e tirarsi indietro.>

< Tu cercalo e poi vediamo …>… Fu la sua risposta.

Non ne parlammo più, viaggiammo e andammo dai suoceri a pranzare con loro. Solo al ritorno per conferma che non avesse cambiato idea le dissi ancora: < Allora lo cerco?>

<Si!> Rispose: < «Ma prima voglio vedere chi è.>

Approfittai di quel nuovo dialogo tra noi sull’argomento e le domandai: < Tu come lo preferisci?> Si voltò a guardarmi stupita chiedendo:

< In che senso come lo preferisco…? >

< Sì… giovane, maturo, colore capelli…>… E subito puntualizzò:

< Non persone che conosciamo, amici o del posto… e poi lo sai che mi piacciono con i capelli e gli occhi scuri, me lo hai chiesto mille volte nelle fantasie mentre facevamo sesso.> Era vero, ma ero emozionato e prima che rispondessi esclamò sorridendo maliziosa: < Comunque preferirei alto, magro, muscoloso e non più di quarant’anni, la mia età...>”

Fu precisa. Al che replicai quasi eccitato:< Bene… Però dobbiamo conoscere qualcuno fuori della nostra provincia se non regione, non possiamo correre il rischio di essere individuati.> E riflettendo aggiunsi subito:< Lo cercherò fuori regione e te ne parlerò quando l’avrò trovato.>

Così decidemmo di cercare qualcuno del basso Piemonte. E lei fu d’accordo. E venimmo in giù parlammo di altro.”

“Quindi aveva accettato, si può dire che aveva vinto la sua battaglia, l’attesa e la perseveranza l’avevano premiato.”  Mormorò la dottoressa scrivendo sul block notes.

“Si, c’è da dire che io allora non ero molto esperto di quel mondo di incontri erotici, che scoprii con gli anni frequentandolo.”

“Lo ha cercato e poi trovato il partner sessuale per sua moglie?”

“Sì!” Risposi, al di là della prima tristezza perché aveva accettato, fui preso dall’euforia. Ero contento e giunti a casa mentre lei trafficava in cucina andai al computer a navigare sui siti porno, dove c’erano anche gli annunci erotici.”

“E poi?” Domandò la dottoressa.

“Poi preso dall’enfasi e dall’eccitazione cercai il partner, per me fu emozionante farlo, mi eccitavo a dover cercare il maschio che possedesse carnalmente mia moglie e sentivo lo stimolo dell’erezione.”

“Si eccitava a farlo?”

“Sì molto era un momento che mi piaceva e appagava, anche in seguito per me la fase preparatoria fu sempre molto eccitante e lei lo sapeva. Cercai tra gli annunci il tipo con le caratteristiche che piacevano a lei, moro, alto magro, abbastanza muscoloso, dotato sessualmente, si perché io lo volevo tale, dotato e con esperienza e capacità sessuale, che sapesse fare sesso e fare godere una donna.

E navigando per i siti di incontro erotici trovai un ragazzo sulla quarantina che più o meno corrispondeva alle richieste di mia moglie e gli scrissi e aspettai la sua risposta, che arrivò la sera stessa. Così iniziai una corrispondenza con un tipo che aveva le caratteristiche somatiche che piacevano a lei e quelle sessuali che piacevano a me.

“E come si chiamava questo partner?”

“Pino, si chiamava Pino ed era Calabrese, ma abitava al nord in un paese vicino Torino.”

E lei chiudendo il blog notes mi comunicò:

“Bene, il tempo è volato, dopodomani giovedì, parleremo di questo tipo, questo Pino che è stato il primo partner di sua moglie.”

“Sì… ma nell’ambiente in gergo si chiamano bull…” Aggiunsi alzandomi dal lettino.

“Lo so!” Rispose sorridendo la dottoressa. “E vista la precisazione, allora giovedì parleremo del primo bull della signora Chiara, di sua moglie.” Dichiarò sorridendo.

Sorrisi anch’io e mi avviai alla porta. Ci salutammo per ritrovarci due giorni dopo. Ero contento di essere arrivato al punto di dirle tutto di me e mia moglie.

 

 

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