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STORIE E RACCONTI EROTICI

VIETATI AI  MINORI DI 18 ANNI

All Right Reserved 2022

ANALISI DI UN CUCKOLD IN TERAPIA

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VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI

 CAP 11     FINALMENTE CUCKOLD

 

10 SEDUTA

Note:

 

“Beato vive quel cornuto il quale, conscio della sua sorte, accetta la donna che lo tradisce. Ma oh!  Come conta i minuti della sua dannazione invece chi ama e sospetta; sospetta e si strugge per le corna di lei!”

William Shakespeare, Otello.

 

PROSEGUIMENTO CORRISPONDENZA

Ancora il giovedì, seguente come se fosse un appuntamento fisso, andai nello studio della dottoressa, che facendomi entrare sorridendo mi salutò dicendomi: “Ecco! …Ora proseguiamo!”

Senza dire una parola ormai conoscendoli percorso, sotto il suo sguardo mi portai verso il lettino ad esse per la terapia e per educazione mi fermai. E mentre lei prendeva i suoi appunti mi esortò:

“Prego si accomodi Mimmo, oramai sa come fare.”

In quel momento vedendo la sua gentilezza nei miei confronti pensai: “Chissà che cosa penserò di me e di Chiara? Visto che le sto raccontando tutti i cazzi miei… anzi nostri, se lo sapesse mia moglie che parlo di queste cose con un estraneo guai. A lei importa poco se è psicologa o no, non vuole che dica ad altri le nostre vicende private.

In quel momento mentre pensavo e mi sdraiavo sentii la dottoressa dire: “Si metta comodo e si rilassi.” 

Mi sdraiai e lei proseguì guardando gli appunti del bloc notes.

Quando fui sdraiato esclamò: “Iniziamo dunque! L’altra volta, l’ultima seduta che ha praticato, siamo restati che sua moglie ha avuto un rapporto sessuale anche abbastanza soddisfacente con quel Pino e lei invece ha avuto un momento di dispiacere e gelosia…”

“Sì!” Risposi, e lei continuò a parlare:

 “Poi vi siete risentiti con lui mi pare. Ora mi racconti un po’. Dopo che siete tornati a casa eravate soddisfatti?”

“Sì, tutto sommato sì, anch’io. Di più mia moglie, lei ha provato davvero gioia con Pino e quindi a una mia richiesta di rifarlo, visto che era stata soddisfatta del rapporto sessuale, le era piaciuto, ha accettato nuovamente!” Dissi io.

“Sì, ma mi racconti bene tutto dall’inizio, dopo che ha sentito questo Pino dopo il rapporto sessuale, come ha fatto a convincere sua moglie anche se da quello che mi dice è stato facile.”

“Ma visto che c’era stata quella piccola discussione tra noi, con le dovute maniere perché non si alterasse ancora e dicesse no, c’era anche questa preoccupazione in me. Chiesi a Chiara:

<Senti amore! Pino continua a scrivere, messaggiare e fare telefonate a cui non rispondo sempre. Cerca sempre di te! Vuole rivederti, o meglio rifare sesso con te e sapere se ci rincontriamo ancora?> Dissi: <È sulle spine lui.>”

“Cosa rispose sua moglie alla sua richiesta?”

“Lei mi guardò seria dicendo: <Poi fai scenate?... Incominci di nuovo? Fai il terrone?>

<Non faccio nessuna scenata Chiara, non faccio niente stai tranquilla, l’altro giorno è stato un momento così, proviamo ancora una volta se vuoi.>Le domandai, al ché mi rispose seria:

<Tu lo vuoi fare ancora?>

<Sì!> Replicai: <Per me è stato positivo quell’incontro a tre, te l’ho detto e vorrei rifarlo.>

<Va bene…> Rispose: <…ma tu stai vicino a me, io voglio farlo con te…>” Precisò.

“<Certo amore…> Le dissi accarezzandola eccitato sulla schiena e pensando al pene vigoroso e energico di Pino che sarebbe entrata in lei e l’avrebbe posseduta ancora.”

“E cosa faceste? O meglio cosa ha fatto lei Mimmo?” Domandò.

“Programmai per il sabato successivo, erano passati 15 giorni dalla prima volta ed eravamo a metà giugno. E comunque io e lui in quel periodo ci sentivamo in chat. Lo sentii ancora con Skype e per telefono, qualche volta anche con mia moglie, dove appena sapeva che c’era o sentiva la sua voce iniziava a farle i soliti complimenti che la lusingavano e le piacevano molto. L’incontrò lo organizzò ancora tutto Pino, ma quella volta su mia richiesta cambiò citta, scelse Asti, una pensione verso la periferia est.”

“Dunque l’incomprensione con sua moglie si era risolta? E con quel Pino, di cosa parlavate in quei giorni?”

“In parte con Chiara avevo chiarito, però avevo dovuto cedere io e accettare di non dire più nulla, e mostrare gelosia o insofferenza per alcuni aspetti che non mi piacevano pur di continuare a incontrarci. Ma comunque con Pino visto che parlavamo un po’ di tutto, in una chattata tra noi soli che facemmo una sera senza mia moglie, lo informai.”

“Cosa gli disse?”

“Gli dissi che mi sarebbe piaciuto gestire un po’ di più io la situazione. Fu subito d’accordo.

<Dimmi tu cosa vuoi che faccia a tua moglie che io ti seguo…> Mi rispose. E mi chiese: <Dimmi come mi devo comportare con lei per non farti sentire escluso o isolato?>

<Come la volta precedente…> Replicai: <… però fare qualcosa che piace a me, che ti dirò io o sottovoce o con l’intesa degli occhi, ma senza che lei se ne accorga. Non voglio che sappia che ci siamo accordati sul tuo comportamento…>

<Stai tranquillo…> Replicò: <… basterà che tu mi guardi o mi fai segno con le mani e io farò quello che vorrai.>

 

Dopo esserci messi d’accordo sull’orario, il sabato dopo partimmo.

Quella mia mattina Chiara si vestì casual, un vestito a gonna leggero color vede marino, lingerie bianca a pizzo sotto di esso, sandali con un po’ di tacco, la sua immancabile borsa di tela beige e alcuni monili, bracciali, collane in pendant con il colore del vestito. E il suo solito trucco sobrio. Io mi vestii sportivamente, come la volta precedente, pantaloni chiari, mocassini e maglietta Lacoste.

Il viaggio fu più tranquillo del precedente, senza tensione, anche se lasciava trasparire una sorta di desiderio d’incontrarlo. Anche se appariva seria e come al solito parlava poco.”

“Dunque siete ripartiti per un secondo incontro sessuale?” Mi chiese la dottoressa.

“Sì, appena arrivati ad Asti prendemmo la direzione del locale concordato dove ci saremmo incontrati e con il navigatore satellitare fu facile arrivarci.

Giunti lo vedemmo, era fuori ad attenderci. 

Posteggiammo e ci incontrammo, stretta di mano e per Chiara inoltre bacino sulla guancia. Ci fece accomodare nel bar e andammo in un tavolino in disparte, era davvero felice di incontrarci, che fossimo arrivati. O meglio lo era per mia moglie, che non smetteva di scrutare, imbarazzandola. Comunque c’era più cordialità tra di noi, oramai ci conoscevamo.

Dopo il caffè e una chiacchierata, ci alzammo e passeggiando ci avviammo in questo albergo-pensione, e ci disse: <Sapete qui ad Asti c’è la fiera del gusto in questi giorni e siccome le forze dell’ordine fanno i controlli, il gestore dell’albergo vuole i documenti di tutte le persone che entrano all’interno della pensione.>

Io e mia moglie ci guardammo e comunque demmo a lui le nostre carte d’identità che assieme alla sua ci registrarono.”

“Sua moglie non ha detto niente che veniva registrata in un albergo?”

“Beh, certamente ci seccava, ma la misi sulla convenienza dicendole: <Beh se qualcuno un giorno ci chiederà cosa ci facevamo in questo albergo ad Asti a tale giorno, diremo che siamo venuti a vedere la fiera. E sorrise.>

Registrati Pino ci ridiede i nostri documenti e salimmo, al secondo piano eravamo già inquieti, l’eccitazione era iniziata alla reception.

L’albergo per quello visto dall’atrio era molto bello, si poteva definire semplicemente stupendo. 

Entrati, la camera era altrettanto carina, piccola ma accogliente, e soprattutto pulita, cosa a cui Chiara, schizzinosa com’era, faceva sempre attenzione.

Dalle finestre non filtravano rumori avendo i doppi vetri e il letto pareva ben saldato con la testiera contro il muro.

“Una volta dentro restammo un po’ a chiacchierare, poi lui mi guardò, come ad aspettare la mia conferma che si potesse iniziare e una volta avutala con un cenno del capo, si alzò, la prese per una mano e fece alzare anche lei tirandola a sé e incominciando a baciarla.

Io restai seduto, li guardavo tutti e due in piedi che si baciavano, mia moglie che mi dava le spalle e non era tanto propensa a baciare Pino. Vidi lui che dal davanti allungò il braccio e lo passò dietro, le accarezzò il sedere e abbassando la mano prese il bordo inferiore della gonna e baciandola sul collo, tirò su il tessuto accarezzandole la coscia nuda, alzandolo ancora di più scoprendole le mutandine e la natica, stringendogliela tra le dita.

<Ci spogliamo?> Mi disse. 

Risposi di sì, e come la volta precedente iniziai a spogliarmi, mentre lui non visto strizzandomi l’occhio disse: <A te Patrizia, ti spoglio io.> E dicendo così iniziò a sbottonarle il vestito dietro, tirando giù le maniche corte sulle braccia fino a toglierle e lasciarlo cadere ai suoi piedi, lasciandola solo con le mutandine e il reggiseno. Chiara mi guardava, era imbarazzata che la spogliasse lui, devo dire che a me faceva un effetto positivo vedere mia moglie spogliata da un altro uomo, fino a lasciarla completamente nuda.”

“La eccitava questo?”

“Sì, molto!” Affermai.” E sempre da dietro le sganciò il reggiseno e passando davanti tirò le spalline sulle braccia verso sé, staccando in quel modo le coppe dalle mammelle e togliendoglielo si chinò subito su di loro a baciarle.”

“E sua moglie cosa faceva, non diceva nulla?” Domandò.

“Era compiaciuta da come si comportava, era già eccitata come me e quindi pur nell’imbarazzo lo lasciava fare.

Lui piegandosi sulle gambe si chinò e prendendole le mutandine per l’elastico sui fianchi, gliele tirò giù fino ai piedi, togliendole, facendole alzare un piede alla volta e come un indumento inutile una volta che le ebbe in mano le cacciò sulla sedia.

Subito, ancora accucciato poggiando le mani dietro le cosce, portò la bocca sul suo sesso peloso e iniziò a baciarglielo, annusarglielo, leccarglielo, alzando le mani dietro ai glutei e tirandola a sé, contro il suo viso, a respirare i suoi odori sessuali.”

“E sua moglie che faceva, e lei invece Mimmo?”

“Mia moglie se la lasciava leccare e succhiare, le piaceva, al punto che chiudendo gli occhi posò la mano sui suoi capelli neri tenendolo contro il suo sesso con il volto. Io invece osservavo, era tutto eccitante e lui si stava comportando come avevamo concordato...”

A un certo punto con il mento sbavato di saliva si tirò su dicendo: <Vuoi incominciare tu Andrea?> E nel mentre iniziò a spogliarsi nudo anche lui.

<Forse è meglio che inizi ancora tu che ce l’hai più duro…> Dissi sorridendo, facendo sorridere anche mia moglie.

<D’accordo!> Rispose e prendendo Chiara-Patrizia per la mano andò sul letto. Prima mise in ginocchio che sprofondò nel materasso e dopo l’altro e una volta sopra, tirò mia moglie facendola prima sedere e poi sdraiare.

<Sei pronta?> Le chiese.

Lei annuì ancora sorridendo senza parlare al che lui disse: <Ma non parli mai tu Patrizia? Ce l’hai la lingua o te la mangiata il gatto?> Pronunciò scherzoso.

<Certo che ce l’ho!> Rispose mia moglie ridendo. <Ma io sono un tipo che parla poco?>

<Ah non ci credo che ce l’hai, fammela vedere?”  La esortò Pino. E spiritosa lei la tirò fuori sorridendo, facendole una linguaccia:

<Toh!... Guarda che c’è!> E rise ancora.

<Wow... che bella lingua che hai Patrizia.> Mormorò Pino, e guardandomi continuò: <Veramente bella. Lo sai che con una lingua del genere, come la tua si possono fare tante cose belle e piacevoli?>

Lei capì il sottinteso e sorrise senza parlare, poi aggiunse sostenuta: <Io comunque quelle cose che pensi tu non le faccio.>

<Che hai capito?> Replicò lui: < Che cosa penso io?” Disse, e fingendo di intendere in quel momento aggiunse:” Ah… sei maliziosa Patrizia! Io intendevo che con una lingua come la tua è bellissimo baciarti…>

Lei lo guardò diffidente dicendo: <No!... Tu non pensavi a questo!>

<Come no! Ora ti faccio vedere.> E avvicinatosi la tirò a se e si mise a baciarla con la lingua in bocca con lei che lo lasciava fare e ricambiava.”

“Un siparietto scherzoso…” Disse la dottoressa.

“Sì, che ruppe la poca tensione che c’era e aumentò la confidenza tra noi.”

“Vada avanti Mimmo, prosegua!” Mi sollecitò scrivendo sul bloc notes.

“Poi baciandola la sdraiò, le allargò le gambe e con la mano iniziò ad accarezzarle il sesso, i peli, mentre la sua asta diventata eretta, svettava come un pennone verso il cielo.

Si baciarono e poi lui le allargò ancora le gambe mettendosi tra di loro.”

“Quindi ha iniziato di nuovo lui possedendo sua moglie?”

“Si, si è sdraiato sopra lei tra le sue cosce, mentre il suo fallo virile, pieno di vigore oscillava davanti alla sua vulva. Lo appoggiò al centro della fessura delle grandi labbra e spinse facendo entrare prima il glande e lentamente la sua asta. Mentre lei sentendosi penetrare dalla sua carne dura, cambiò espressione del viso, staccò la schiena dal lenzuolo inarcandola, portando le braccia al suo collo e lui iniziò a baciarla…”

“Quindi quel Pino iniziò di nuovo a possedere sua moglie?”

“Sì, l’accarezzava e baciava intanto che la possedeva, come la volta precedente, iniziando lei a godere. Fu a quel punto che Chiara mi guardò in faccia e mi allungò il braccio tendendomi la mano:

<Vieni! ...Vieni qui!> Mormorò, mi voleva vicino a lei, voleva sentire il contatto fisico con me.”

“Era una forma per tranquillizzarsi e condividere il piacere con lei.” Disse la dottoressa.

“Sì, poco dopo iniziò a godere, a stringermi la mano mentre baciava e veniva posseduta con vigore e capacità da lui. In quel modo Pino andò avanti cinque minuti a possederla e farla godere, con me felice che oltre tenerle la mano, le accarezzavo i capelli contemplandola godente.”

“Si sentiva soddisfatto così?” Mi domandò la psicologa.

“Sì, vederla godere era il mio piacere, era bella in quel momento con gli occhi socchiusi dal piacere, le labbra semichiuse, ansimante che godeva. E a un certo punto Pino disse:

<Ora chiavala un po’ tu!>

Tese le braccia appoggiando le mani sul materasso e si staccò da lei, sfilandolo da dentro la sua vagina e spostandosi. Ma quella volta non si alzò, restò sdraiato dall’altro fianco di Chiara.

Mi misi io tra le sue cosce e presi la mia asta oramai dura ed eretta, ma non grande come la sua. Lo appoggiai al suo foro ancora dischiuso, spinsi, ed entrò subito come inghiottito nel suo antro caldo e umido, essendo già dilatata e lubrificata dagli umori. Lei avvertì la differenza, con me non sussultò, ma mi baciò.

La possedetti un po’, non so quanti minuti, facemmo l’amore, mentre Pino preso il mio posto, l’accarezzava sul volto e i capelli continuando a ripetere: <Bella! Bella! ...Sei bella Patrizia, non si può non chiavarti!>”

“Quindi iniziò a possederla lei, a sua moglie?”

“Sì, ma assurdamente mi accorsi che non mi piaceva far sesso con lei, preferivo osservarla o contemplarla mentre lo faceva con Pino, e poi lei godeva meno con me, forse non godeva nemmeno… e io ero sudato e stanco.”

“E così cosa fece?” Domandò.

“Mi staccai dicendo a Pino: <Continua tu! Che sei più bravo…>. 

Assurdamente mi piace quella inferiorità sessuale che provavo nei suoi confronti e che manifestavo apertamente davanti a mia moglie, era una sorta di stordimento piacevole, di sudditanza sessuale a lui.

Pino annuì, mentre se lo accarezzava in tutta la sua potenza, eretto e virile.

Quando lo sfilai per togliermi, mia moglie mi fermò: <Ma se tu non lo fai non provi piacere! Io voglio che lo provi anche tu Mimmo!> Mormorò.

Fu allora che le dissi: <Stai tranquilla amore che io godo lo stesso. Mi piace più guardarti che farlo io. C’è Pino che è bravo e sa farti godere bene e lo fa anche per me. Io guardo, mi soddisfo così guardandoti!”

Scrivendo nel bloc notes la dottoressa mi interruppe:

“Lo sa che quello che faceva e diceva a sua moglie era una sua sottomissione a Pino, al bull virile della sua consorte? Lei in quel momento riconosceva la sua superiorità sessuale e dicendo che Pino era più bravo di lei a possederla, era come se gliela consegnasse sessualmente. In quel momento lei Mimmo diventava cuckold, lo confidava a sua moglie e si sottometteva sessualmente a lui che diventava il maschio alfa della sua coniuge. In quell’attimo che diceva quelle frase, concretizzava anni di tutti i suoi pensieri, desideri e fantasie su sua moglie. Era come se chinasse il capo davanti a lui e lei. In quel momento era diventato cuckold, il suo inconscio si era realizzato. Lei riconosceva in quei momenti, quelle ore, che sua moglie non appartenesse più a lei, ma all’altro partner, il nuovo maschio per lei. Glielo dico per informazione, poi in seguito approfondiremo. Poi cosa ha fatto?”

“Mi tolsi e si fece avanti Pino, ma non si mise tra le sue cosce, anzi proprio come ha appena detto lei, incominciò a considerarsi e comportarsi come il maschio di mia moglie, e disse:

<Però cambiamo posizione!> Io lo guardai e non risposi nulla e lui proseguì. <Tu Patrizia ti vieni a sedere sopra di me… cambiamo un po’.>

Anche quella di possederla in modo diverso, era stata una mia richiesta chattando.

<Come?> Alle sue parole pronunciò mia moglie stupita.

<Ti faccio vedere!> Esclamò lui sdraiandosi sul lenzuolo e dicendo a Chiara: <Ecco ora tu vieni sopra me, piega le ginocchia… mettiti come se ti inginocchiassi…> E prendendole la mano le mostrò. 

Mia moglie si avvicinò a lui strusciando inginocchiata sul lenzuolo e quando gli fu vicino lui la sollecitò: <Ecco, ora alza la gamba sinistra e passala di là…> Cosa che fece: <Ecco... un attimo…> Prese in mano la sua asta dura e lunga e le appoggiò il glande tra la fessura vulvare già dilatata, dicendole: <Ecco, ora scendi, siediti con il sedere sul mio bacino...> E intanto che lo faceva l’accompagnava con le mani sui fianchi, finché non la penetrò quasi completamente facendola sedere su di esso, sussultare e sospirare. E lentamente e dolcemente, guidandola con le sue mani sulle anche, le fece fare su e giù, iniziando a possederla in quel modo.”

“E lei Mimmo che fece?”

“Io mi sedetti e la guardavo incredulo.”

“Non potevo crederci, era assurdo, la stava possedendo nella posizione dell’amazzone, una posizione sessuale che avevamo praticato sì e no un paio di volte da sposini e ora lei sembrava proprio una amazzone sul suo cavallo che lo cavalcava.

La vedevo sudata e godente con il suo corpo maturo muovere il bacino su e giù sopra di lui e le sue carni morbide ondulare agli spostamenti del corpo, un po’ all’indietro con la schiena o avanti facendo dondolare le grosse mammelle sul torace e il ventre prominente.

Lei agitata, accaldata partecipava a quell’amplesso seduta sopra, e accompagnata con le mani di Pino sui fianchi andava su e giù alzando e abbassando il sedere, muovendosi leggermente in avanti come una cavallerizza sulla sella, con il fallo di Pino in vagina, in un dentro e fuori, mentre le sue mammelle dondolavano eccitate sul torace offerte alle sue mani che le accarezzavano e stringevano. Pino dirigeva il ritmo e lei lo cavalcava, in quella posizione lussuriosa, quasi mai usata da noi, se non qualche volta da giovani.

E con quel ritmo e quella cadenza, pareva che fosse lei a possedere lui, a dirigere il ritmo cavalcandolo con movimenti lenti e cadenzati, godendo appieno del suo fallo in vagina, del suo amante o bull al ritmo che più le piaceva...

E osservavo il sedere di mia moglie, bello, maturo, da mamma seria e signora per bene sporto leggermente in fuori e pallido partecipare a quell’amplesso.

La guardavo, la vedevo come una dea che cavalcava il piacere, con lui che aveva un perfetto controllo sul corpo di Chiara e l’asta eretta dentro di lei, nella sua vagina e che con il glande le premeva sull’utero…”

“Provava piacere sua moglie in quella posizione inusuale per lei?” Mi domandò.

“Sì, sembrava essere sempre sulla soglia dell’orgasmo, pronta a esplodere.

Era una scena incredibile, lussuriosa, lui sotto e lei sopra accovacciata sopra come fanno le donne quando urinano in campagna o nei boschi o durante le escursioni. E in alcuni momenti lui in quella cavalcata oscena, teneva Chiara per le mani per non lasciarla cadere all’indietro. Quell’amplesso sembrava che non finisse mai.

Godevo della visione di lei seduta sopra a Pino a farsi possedere, e di lui che da sotto, come se ne fosse il padrone le puntellava il glande sull’utero gioendo della vista e del tatto del suo seno che sobbalzava e si muoveva sinuoso. E prendendolo con le mani da sotto come fossero coppe di champagne accarezzarlo, per poi tirandosi su con il tronco e il capo, portare i capezzoli sulla bocca e leccarli e stuzzicarli duri ed eccitati. 

Eccitati. Esattamente come lo ero io.”

“Era una situazione eccitante dunque.” Disse la dottoressa.

“Si, l’aria della stanza si era fatta più calda, si sudava in tutto il corpo. In quella strana posizione vedevo che era lei da sopra a dare il ritmo e i tempi al piacere di quell’accoppiamento.

Il suo corpo era traslucido imperlato di sudore e brillava ai riflessi della luce che entrava e filtrava tra le tende della finestra.

La osservavo e notavo dei particolari che mi facevano capire quanto partecipasse e fosse presa da quel rapporto sessuale in quel modo. Il collo sudato le appiccicava i capelli, come il suo ciuffo sulla fronte, bagnato e attaccaticcio alla cute, segno di tensione ed eccitazione.

Era tutto impressionante per me allora quello che vedevo... sconvolgente.

Lei gemeva, mormorando anche dei: < Sssssìììì!!! Ancoraaaaa!!!> Con la voce rotta dall’emozione e piacere.”

“E lei Mimmo che fece?”

“Restai fermo immobile, quasi senza respirare a guardare, non so quanto tempo passò che fecero sesso in quella posizione, se pochi minuti o di più; lei sobbalzando su di lui voltando il viso verso il soffitto o lateralmente, gridando di piacere come un animale…”

“Da quello che mi dice…” Mi interruppe la dottoressa: “…probabilmente in quella posizione aveva il glande appoggiato permanentemente sull’utero e a ogni movimento le procurava gioia...”

“Si. Ormai erano quasi cinque minuti che la prendeva in quel modo e io da spettatore a vedere e ascoltare quella unione e fusione di corpi e di piacere, che anche la mia asta diventò eretta e dura, e l’accarezzavo con la mano sentendola pulsante al tatto.”

“Quindi le piaceva osservare sua moglie, senza più problemi?”

“No, mi accorsi che ancora avevo una sensazione di fastidio insieme al piacere nel vederla godere così tanto con lui.

Cantava, era una esclamazione di godimento continuo che mi turbò molto a sentirla e vederla in quello stato e provai una forma di gran calore sul mio fallo e testicoli, perché non era un grido di dolore, ma di piacere che le procurava Pino… che la possedeva con gusto e passione a giudicare dall’espressione dei loro volti.”

“Lui cosa faceva?”

“Lui la impalava e lei godeva. Le leccava il seno e succhiava i capezzoli. Il sesso di mia moglie si lasciava introdurre dalla carne dura di lui con piacere e cadenza regolare. Le sue mammelle quando non erano strette dalle sue mani perché appoggiate sui fianchi, danzavano, dondolando oscenamente pallide su e giù e di lato all’aria circostante del torace, come in un sabba peccaminoso di una danza erotica.

La sentivo ansimare e lui dirle:

<Va bene così! Ti piace?> Mentre l’accarezzava sulle cosce e sui fianchi.

“E cosa diceva sua moglie quelle attenzioni?”

“Lei non replicava com’era nel suo carattere, mugolava respirando affannosamente annuendo con il capo o a volte rispondeva con la sua voce bassa e dolce con un semplice sì, cavalcandolo sopra e socchiudendo gli occhi guardando in alto. Ma lui continuava a parlarle, come le avevo detto di fare io di coinvolgerla e le diceva guardando prima me e dopo lei: 

<Ti sento godere! Sei tutta bagnata ora!>

E mi piaceva guardarli, continuare a sentire la voce affannosa dal piacere di mia moglie scambiare qualche parola con lui come se ci fosse confidenza, intesa e complicità tra loro.

E lui continuava:

<Sono contento che ti piaccia, sai che io voglio farti solo godere… tanto!> Pronunciava sorridendomi, dandole come alle donnacce una grossa pacca sulla natica facendola ondulare tutta la carne tenera per poi mormorare ansimante: <Vuoi cambiare posizione!?>

Mia moglie scosse il capo negativamente dondolandolo, voleva continuare in quella posizione, le piaceva troppo.

Incominciai a sentirla affannosa e ansimante i suoi mugolii farsi più intensi fin quando un urlo bestiale che non era da lei, le uscì dalle labbra e poi ancora un altro e un altro ancora, lungo e continuo.”

“Provava piacere sua moglie!? “Commentò la dottoressa. 

“Si…. scuotendosi tutta. Stava per raggiungere l’orgasmo e godeva a ripetizione... stava godendo con quel Pino. E sudavo anch’io come loro eccitato a guardarli. 

A quel punto, la vidi muoversi di più, saltellando con il sedere sopra di lui e gemere.

Vedevo il suo culo da dietro che mi pareva più grande di quello che era, alzarsi e abbassarsi veloce ricevendo il suo fallo all’interno della vagina, ondulando la carne morbida e pallida che contrastava con il colore della pelle abbronzata di Pino.

Faceva molto caldo, stava per iniziare l’estate e anche la giornata era molto calda senza un filo di vento e a quella visione e tensione, preso dall’eccitamento e accaloramento pur restando fermo ero completamente sudato ed eccitato.”

“Li osservava sempre senza partecipare?”

“Si! ...La sentivo ansimare e godere, e iniziai a toccarmi tra i suoi mugolii di piacere, mentre la mia eccitazione saliva sempre più, alle stelle, e la mia mano iniziava a muoversi al ritmo dei gemiti che provenivano da loro.

Restavo in silenzio guardando nella loro direzione, lui mi vedeva masturbarmi, ma non diceva nulla, abbozzando solo un sorriso di superiorità mentre faceva godere Chiara-Patrizia.

E nello stesso momento io vedevo le dita pallide di mia moglie sul suo torace muoversi, per poi fermarsi e chinarsi su di lui con il tronco e baciarlo in viso e sulla bocca in un abbraccio sessuale. Per poi ritirarsi su e rivedere ancora le sue dita sul torace muoversi e accarezzarlo.”

“Quindi partecipava anche sua moglie a quell’amplesso con Pino?” Domandò.

“Si, era presa, avvolta dal piacere e anche lei su di lui cavalcandolo sessualmente, voltandosi verso di me vide che mi toccavo e, capì che mi stavo masturbando. A quella visione allungò il braccio con le dita verso di me mormorando godente: <Vieni! Vieni qui!>. Mi voleva vicino e mormorò: <Prendimi un po’ tu ora!>. 

Pino sentì, mi guardò dicendo volgarmente: <Vuoi chiavarla un po’ tu?> pronto a cedermi il posto.

<No!> Risposi dondolando il capo negativamente: <Continuate voi… > E rivolgendomi a mia moglie le sussurrai:< Continua così amore che io sono felice, mi piace guardarti godere con lui...>.

Ecco dottoressa, penso che in quel momento con quella frase sia diventato cuckold realmente, davanti a mia moglie e il suo partner-bull.”

“E sua moglie che fece?”

“Lei allungò il braccio e mettendo la sua mano contro la mia sinistra, palmo contro palmo incrociò le dita con le mie, mentre con la destra, invece di possederla preferivo guardarla masturbandomi.”

“Vi siete incrociate le dita come atto d’amore?”

“Si e lei le stringeva forte, segno che godeva molto.”

“Dopo?” 

“Poi ondulando con il sedere, senza staccarsi da sopra il bacino di Pino mi lasciò le dita e con la mano iniziò ad accarezzarmi, con movimenti lenti e ondulatori sull’addome fino a scendere lentamente sul mio pene, e togliendo la mia mano, lo prese con la sua e lo strinse, facendomi sentire le sue dita.” 

“Cosa pensava lei di quel comportamento di sua moglie?”

“Che con quell’atto, anche lei mi accettava come marito cuckold, anche se non la possedevo io ma Pino e a quel punto con le sue dita iniziò un movimento ritmato, dolce stringendo la mano mentre andando avanti e indietro mi faceva ascoltare il suo mugolio di piacere, intanto che lui con la sua asta vigorosa dentro la vagina bagnata la penetrava facendola godere.

Non so quanto tempo passò in quel triangolo perverso dove lui possedeva mia moglie e lei masturbava me, so solo che a un certo punto mi sentii esplodere dentro e avvertii anche lei aumentare il ritmo del movimento stringendo le dita sulla mia piccola asta. Avvertii i testicoli contrarsi e un calore enorme dentro di essi, lento e prolungato invadermi, e godendo capii che stavo per avere l’orgasmo grazie alla sua mano. E nel momento che lo pensavo venni, avvertii un brivido e esplosi con un mugolio sommesso, ed eiaculai a terra e sul lenzuolo stretto dalla sua mano.” 

“Quindi quel giorno l’ha masturbato e fatto eiaculare sua moglie?”

“Si, per la prima volta, mentre Pino possedendola ci osservava, e fu bellissimo. Dopo che fui venuto, mia moglie mi guardò sorridendo, si allungò con il tronco, il capo e la bocca verso me per baciarmi e ricambiai inserendole la lingua, gustando anch’io la saliva di Pino riversata al suo interno dai precedenti baci, intanto che lui la possedeva sessualmente. Poi si stacco dalle mie labbra, si girò verso lui e riprese l’amplesso alzando e abbassando il sedere sopra la sua asta virile e la sentii ansimare ancora guardandolo negli occhi.” 

“E lei che ha fatto dopo?” Mi chiese la dottoressa.

“Mi resi ancora conto un’altra volta che ora dopo aver eiaculato ero fuori dal gioco, ed erano di nuovo loro due e lei solo sua., Chiara e Pino. E mi sedetti sulla sedia poco distante da loro a osservarli.”

“Restò ad osservare il loro amplesso in quella posizione inconsueta?”

“Si, e poco dopo vidi Chiara come colta da un brivido improvviso, ansimare, fermare il respiro e dimenarsi tutta. Stava per avere l’orgasmo che aveva cercato, aspettato, voluto, che le donava Pino e quando arrivò gridando portò il torace e le mammelle avanti e scosse la testa e i capelli. Vidi il suo piacere crescere intensamente e l’adipe e i muscoli della schiena irrigidirsi non controllandoli più e sembrava che il suo corpo non le appartenesse, ma ne fosse proprietario il piacere, il godimento che provava. L’orgasmo si impadronì di lei facendole perdere il controllo di sé stessa, scuotendola tutta e vocalizzando come una cantante lirica i gemiti che le usciva dalle labbra in lunghi assoli di piacere, che sembrano la voce di canto di una soprano lirica, e ne fu prigioniera assieme agli spasmi del corpo e alle contrazioni vaginali.

Lo stesso Pino, da sotto iniziò a muovere il bacino e darle colpi più vigorosi e profondi toccandole l’utero con in glande, per poi nel momento che sentì che stava per eiaculare, prenderla per i glutei carnosi, alzarla di peso e rovesciarla di fianco ad esso. 

Quando mia moglie alzò la gamba per togliersi da sopra di lui, per un momento vidi il sesso peloso, con la lunga fessura aperta, dilatata e il fallo di Pino dritto lungo che ne usciva puntando verso l’alto. E sorridendo la cacciò a sdraiare al suo fianco, iniziando a eiaculare il suo sprema verso l’alto, che dopo vari schizzi ricadde come neve sul suo addome.  Intanto Chiara ansimando si rannicchiava in posizione fetale tremando dal piacere, continuando a godere dei postumi del suo rapporto sessuale, le diede un bacio sulle labbra e per un attimo mi parve ancora di incrociare il suo sguardo nei miei occhi.

Poi l’ansimare di entrambi finì ed era tutto terminato.”

“E lei che ha fatto Mimmo?”

“Restai a guardarli e anche lui mi guardava dicendo: <Vieni sdraiati con noi… La mettiamo in mezzo…>.

E mi alzai dalla sedia e ancora mi sdraiai a fianco a loro, con mia moglie in mezzo a noi, come se fosse la donna di entrambi. Eravamo tutti sudati che sembravamo bagnati. 

E mentre ero sdraiato affianco a mia moglie, lei mi prese la mano e me la strinse forte e ci abbracciammo, ci tenemmo per mano. Lui vedendoci così, capì che mia moglie era ritornata mia, si tirò su prese una sigaretta dal comodino, l’accese e si mise a fumare.”

“Era tutto finito?” Chiese la dottoressa.

“Si, poi ci alzammo anche noi, io mi avviai verso il balconcino della camera. aprii la porta finestra cercando di far entrare un pò di refrigerio nell’aria fresca, non aveva il condizionatore la camera e purtroppo c’era caldo anche fuori.

Vedere tutti e tre nudi in piedi nella camera a chiacchierare mi dava una piacevole sensazione.

Guardai curioso e vidi che Il fallo di Pino era sempre su dritto e non ne voleva sapere di rilassarsi, al contrario del mio, ormai mollo e pendente.

All’improvviso li sentii ridere e scherzare e poco dopo, con lo sguardo stravolto, sudata fradicia come il suo sesso, la vidi frugare nella sua borsa, prendere qualcosa e andare in bagno, socchiudendo la porta, mentre Pino sdraiato sul letto come un trionfatore, si fumava la sua sigaretta. 

Vedendola entrare in bagno pensai che dovesse andare di corpo, ed ero preoccupato che non stesse bene, spinsi la porta e la vidi nella doccia aprire l’acqua fredda e chiudere gli occhi mentre si infilava sotto e lentamente l’acqua scendere e scorrere sul suo corpo accaldato rinfrescandola, facendole per la reazione dal caldo al freddo correre un brivido lungo la schiena.

Mi vide e sorrise: 

<Sono accaldata e sudata!> Esclamò.

<Hai i bollori?> Dissi nello stesso momento che versò il gel doccia preso dalla borsa in mano, il suo personale, se lo era portato dietro da casa e si insaponò l’addome le mammelle e le cosce, spandendo in aria nel bagno il profumo della schiuma che dall’espressione del viso che aveva e dava una sensazione di benessere. Si insaponò il sesso, i peli e anche in mezzo alle gambe, dove ancora eccitata faceva bella mostra di sé la vulva.

In quel momento mi voltai e vedi Pino sull’uscio sorridente dire:

<Ottima idea!> Avvicinarsi e con mio stupore infilarsi anche lui nudo sotto la doccia, dove in due stavano stretti.

<Non ci stiamo!> Disse mia moglie sorridendo.

Ma lui rispose. <Ci stiamo!... Ci stiamo! Vieni che ti insapono io sulla schiena!> E dicendo così prese il suo bagno doccia, lo mise sulla mano e appoggiandola alla schiena lo spalmò in modo circolare facendo subito uscire dalla pelle bagnata una schiuma bianca e profumata.”

“E lei Mimmo cosa ha fatto?”

Ero strabiliato, incredulo che si prendesse tanta confidenza e soprattutto che mia moglie gliela desse.” Ma non feci nulla e lui continuò:

<Tu non ci stai dentro mi spiace!> Disse mentre da dietro, la teneva per i fianchi ridendo entrambi, sbattendole il suo fallo ormai pendente ma voluminoso nel solco intergluteo. E giocando, muovendo il bacino, glielo sbatteva contro, mimando un rapporto anale. Ero strabiliato, ma se devo essere sincero anche eccitato. Sembravano vecchi amici che scherzavano. Avrei voluto farli uscire, ma non dissi nulla per non avere come la volta prima poi discussioni con mia moglie. In fondo lei a parte che scherzarci non aveva nessuna colpa, era lui che era entrato nella doccia, lei non voleva.”

“Quindi li ha lasciati dentro la doccia a giocare… diciamo?” Domandò la dottoressa.

“Si!

Poi si risciacquarono e uscirono, prima mia moglie e poi lui chiudendo l’acqua, dicendo con un sorriso sarcastico: <Ora è libera se te la vuoi fare tu!>.

Sembrava il padrone di mia moglie e mi dava quella sensazione di sottomissione a lui, che in fondo mi piaceva…”

“Le piaceva che lui disponesse di sua moglie a suo soddisfacimento e non solo sessualmente ma anche scherzandoci?”

“Sì… sembravano due amanti che giocavano. Mia moglie mi guardava sempre come a cercare la mia approvazione a quello che faceva o le faceva lui, anche lei si rendeva conto che si prendeva un po’ troppa confidenza.

Fuori dalla doccia Chiara si fasciò con un asciugamano bianco morbidissimo dell’albergo che le accarezzava la pelle.

Entrò in camera lasciando scivolare giù l’asciugamano restando nuda, ed era bella nel suo corpo maturo.”

“Che faceste poi?” Chiese la dottoressa.

Finito tutto ci vestimmo e uscimmo. Pino andò a parlare alla reception e poi venne verso noi. Io e mia moglie ci guardavamo in silenzio. Per la prima volta non ero venuto possedendola ma masturbandomi, osservando loro che praticavano sesso. A cose finite un po’ di gelosia la provai, ma prevaleva la soddisfazione di quello che avevamo fatto, o meglio che avevano fatto, io mi ero assoggettato a loro, a quel Pino…”

“Come si sentiva lei Mimmo in quella sua nuova trasformazione che stava manifestandosi…?”

“Difficile da spiegare, mi sentivo umiliato ad essere a fianco al partner sessuale di mia moglie, ma anche provavo un piacere assurdo che mi stordiva, drogava, rendeva leggero.

 Lui comunque fuori dall’albergo fu serio. Bevemmo qualcosa in un bar pasteggiando, poi partimmo per tornare a casa. Ci salutammo con lui che guardava Chiara e le faceva complimenti. Quella volta nel salutarla la baciò ancora nella guancia.”

Com’era il rapporto fra voi al ritorno?”

“Normale, ed avemmo una chiacchierata che ci completò e ci fece prendere consapevolezza di cosa eravamo o meglio stavamo diventando… 

“Cosa vi diceste?”

“Ma io la solita frase, le chiesi:” Ti è piaciuto, sei soddisfatta?!”

“Sì, ma tu non l’hai quasi fatto, ho avuto il rapporto sessuale quasi tutto con Pino.> Dichiarò.

<Beh ma è stato bravo, ti ha fatto godere molto e in posizioni nuove, in quella dell’amazzone che non l’avevamo quasi mai fatta e non così…> Le dissi per giustificarmi e subito mi rispose:

<Ma io voglio che godi anche tu Mimmo… non solo io…>

<Ma io godo Chiara, godo di più a guardarti mentre fai sesso con lui che a farlo io stesso con te! Non perché non mi piaci, lo sai che ti amo, ma è bello contemplarti mentre fai sesso e godi.>

<Davvero?> Mormorò guardandomi.

<Ma sì amore, stai tranquilla, se non godessi a guardarti far sesso con lui te lo direi e non te lo farei fare…Tu piuttosto, ti piace, ti soddisfa lui bene?> Domandai.

<Beh sì! Senza offenderti, ma non c’è paragone con te. Mi piace e mi fa godere sì.>

<Ecco, vedi… Questo mi fa felice ed è fonte di piacere per me. Quindi quando ci incontreremo di nuovo, anche se io non lo farò, il mio godimento ci sarà… stai tranquilla. Per me l’importante è che godi tu e io ti guardo godere…> In poche parole ci chiarimmo.”

“E lei accettò quella nuova soluzione che si era creata, di lei Mimmo che guarda soltanto?

“Sì! ...Tutto sommato sì, anche se mi voleva sempre vicino.”

Scrisse sul bloc notes e poi domandò: “Poi in seguito che faceste?”

“Tornati a casa riprendemmo la nostra vita, il nostro lavoro, la famiglia, i figli, gli amici...”

“Chiacchieravate tra di voi di Pino?”

“Sì, io lo sentivo in chat quasi tutte le sere, lei non veniva, non le piaceva la chat, preferiva guardarsi la tv, ma poi io la informavo di tutto e parlavamo.”

“Inseguito, cosa successe?”

“Lo facemmo altre volte, ogni 15 giorni circa, sempre con le stesse modalità.

Alcune sere ci sentivamo su skype io e lui, mia moglie non veniva sempre, preferiva guardarsi qualche programma alla Tv o fare altro in cucina, mentre io e lui chattavamo un’oretta al pc. Fu dopo la seconda volta che ci incontrammo ed ebbe rapporti sessuali con mia moglie, dove praticamente gliela offrivo, che si instaurò una certa simpatia tra lui e mia moglie e di complicità con me.”

“Di cosa parlavate alla sera lei e Pino?”

“Parlavamo di tutto, e lui era più aperto di me, io ero sempre timoroso ad aprirmi completamente.”

“Di cosa le parlava lui?”

“Mi parlò della sua famiglia dicendo la verità, che differiva dalla prima versione che ci aveva dato. Non viveva lì a Torino, ma in Calabria, in un paese in provincia di Cosenza. Non era separato dalla moglie come ci aveva detto, ma viveva con lei e aveva tre figli che vivevano al paese con la mamma e lui era lì al nord con una ditta che costruiva e riparava ponti, a lavorare.”

“Cosa gli disse lei Mimmo in quelle conversazioni.”

“Gli domandai: <Ah… allora non sei separato?>

<No!... Ti dico la verità perché voglio essere onesto e voi mi piacete come persone. Io sono sposato e ho moglie e figli al paese…>

<Ma cosa fai l’emigrato?> Scrissi con una faccina ridente. Rispose di sì.

<E come ti gestisci? >Domandai ancora.

<Le telefono tutte le sere, oramai sono cinque anni che lavoro qui e vado giù d’estate e per le feste di Natale e di Pasqua che passo in famiglia, a volte viene qualche settimana su lei con i figli e poi torna giù al paese. Io resto qui, scendo solo se c’è bisogno di qualcosa oppure nel periodo invernale che si lavora poco per via del brutto tempo e resto un po’ in Calabria.>

<E com’è che ti incontri con le coppie sposate?> Gli domandai.

<Ho iniziato quasi subito appena sono arrivato qui, con il computer portatile. Essendo solo andavo sui siti porno e vedere qualche video per poi per sfogarmi e masturbarmi, ed è così che ho visto gli annunci erotici e ho iniziato a rispondere, qui a Torino e nella provincia. Al nord voi siete più emancipati che al sud, da noi ci sono coppie che lo fanno, ma è più difficile. Ed essendo ben dotato ho iniziato a rispondere agli annunci e ad avere incontri con coppie in tutto il Piemonte… mi sono fatto una esperienza in cinque anni. Sono diventato un bull…> Scrisse.” E mi fermai facendo una pausa. E fu la dottoressa a dirmi:

“Vada avanti Mimmo che è interessante.”

“Così continuai a chattare con lui: <Sei diventato un bull?> Gli chiesi.

<Sì ne ho chiavate tante sai, davanti ai mariti…> Disse.

<Ai cornuti?> Scrissi io scherzando sapendo di farne parte.

<Sì, ai cornuti come te!> Rispose mandandomi un emoticon ridente: <Che amano vedere la moglie godere con un altro.>”

La dottoressa mi interruppe: <Non si sentì offeso Mimmo?> Domandò.

“No! Era la verità e poi in tono scherzoso poteva dirmelo, ma sapeva che non mi piaceva essere chiamato cornuto.

Poi digitai: <Quindi praticamente la tradisci tua moglie?> 

<Sì, ma lei non sa niente.>

<Com’è tua moglie?> …Domandai curioso: <Bella?>

<Non come la tua, Patrizia è bellissima, mia moglie è un tipo, è grassoccia, formosa per costituzione e ha i capelli e gli occhi neri, si chiama Rosa...>

<Bel nome… Beh come descrizione è un po’ il contrario della mia, se è formosa avrà un bel seno e un bel sedere, più di mia moglie.>

<Sì!> Digitò con una emoticon ridente. <Ha un bel sedere pieno…> Aggiungendo: <Comunque ho preso anche quello?>

<In che senso hai preso anche quello?>

<Nel senso che glielo fatto! L’ho inculata anche.” Scrisse.

<Anche il sedere a tua moglie?> Digitai io.

<Sì, l’ho fatto a qualche moglie di coppia che ci siamo incontrati… vuoi che non lo faccia a mia moglie?>” Scrisse.

<L’hai fatto anche nei tuoi incontri?>

<Sì, io con mia moglie sessualmente ho fatto tutto e con le coppie che incontro a volte anche, chiedo, c’è sempre qualcuna a cui piace prenderlo in culo e al marito guardare mentre glielo faccio… con il loro consenso naturalmente.>

<Ma lo fanno anche i mariti con te?> Domandai.

“No!... Ma ce ne sono molti che preferiscono guardare mentre lo faccio alla moglie, i cuckold… > Disse. Aggiungendo: <A quel tipo di coppie lì, ai mariti piace guardare, un po’ come fai tu. >. Effettivamente a me a volte piaceva più guardare che fare e lui se ne era accorto, lo sapeva.

<Con quante coppie sei andato finora?> Domandai.

<Una decina> Rispose: <E le ho soddisfatte tutte più volte.>

<Ma lo fai con tutte senza preservativo?>

<No, con qualcuna che mi piace in modo particolare che sento mia come Patrizia, non con tutte.” Precisò, come se cambiasse qualcosa.”

“E lei Mimmo cosa dedusse lei Mimmo da quella chiacchierata con Pino?”

“Intuii che voleva praticare sesso anale con mia moglie…”

“Cosa glielo fece intuire?”     

“Perché mi chiese: <Voi lo avete mai fatto?... Glielo hai già fatto il culo tu a Patrizia?>

Risposi: <No, Patrizia è ancora vergine dietro. Non abbiamo mai fatto queste cose.>

<E se lo farebbe fare?> Scrisse.

<Non credo, abbiamo appena iniziato a trasgredire… forse in futuro… Chissà! Ma ora penso proprio di no!> E troncai quella discussione sul culo di mia moglie.”

“E la sodomizzò poi in seguito?” Mi domandò la dottoressa.

<No! … Lui no! Glielo fece in seguito un altro, un certo Filippo.”

“Quindi vi siete limitati a fare sesso convenzionale con quel Pino?”

“Sì, ma ci furono anche rapporti orali, benché a lei non piaceva farli.”

“In che modo ci arrivaste?”

“Chattando visto la chiusura sui rapporti anali con Chiara/Patrizia mi domandò:

<Pompini ne fa?>

<Qualche volta da giovane me li ha fatti, ora è molto che non ne fa più e poi non è capace…> Risposi divertito ed eccitato.

<Potrei insegnarle io…> Scrisse.

La faccenda mi intrigava, quindi risposi: < Ma se vuoi quando ci incontriamo provaci. Ma non chiederglielo se no ti dice di no, devi prenderle la testa e portargliela sopra.> E precisai:< Ma non dirle che te lo detto io, che ne abbiamo parlato…>

Mi mandò una emoticon ridente con scritto: < No stai tranquillo… La prossima volta ci provo.>

<D’accordo> Replicai io.

“E ci provò?”

“Sì, un giorno che ci incontrammo in una stanza, non ricordo dove però, se a Cuneo o ad Alba… Prima iniziammo il rapporto sessuale a carponi e quando mia moglie fu bella calda lo tirò fuori dalla vagina dicendole in ginocchio sul letto: <Vieni!> Prendendola per il capo e spingendo la testa verso il suo fallo.”

“E sua moglie?”

Con mia grossa sorpresa, mia moglie non disse di no, mi guardò, e al mio silenzio probabilmente eccitata dal trasgredire forte, come se fosse un consenso, si lasciò guidare.”

“Perché dice trasgredire forte?”

“Perché anche lei era presa da quell’atmosfera e un conto era avere un rapporto sessuale davanti a me, un altro orale, prendere il suo fallo in bocca, leccarlo, succhiarlo, probabilmente la eccitava farlo come a me che lo facesse. Poi, sa dottoressa, in quella atmosfera facilmente gli atti che praticavamo ci scappavano di mano.”

“E poi?”

“Io ero eccitato, ma piacevolmente dispiaciuto da questo suo atteggiamento. Però mi eccitava vederla cambiare <Imputtanirsi> come si diceva allora, lei signora per bene, fare un pompino a quel tizio praticamente uno sconosciuto, in un albergo. Così Pino si avvicinò, e lui accarezzandole i lunghi capelli, con lei un po’ imbarazzata non sapendo in realtà cosa e come fare, non avendolo quasi mai praticato, ma eccitata dal doverlo fare, le spinse la testa in giù.

Lui inginocchiato sul letto, portandosi indietro con il busto si sedette con il suo sedere sui talloni, con l’addome prominente ed il suo fallo duro e lucido di umori vaginali di mia moglie in posizione, porgendoglielo.

A osservarli fui colto da una sorta di strana perversione e di divertita curiosità, mi stavo eccitando a vedere che il suo cazzo puntava alle sue labbra.

Pino mi guardò e io non dissi nulla, sempre con la sua mano appoggiata sui capelli di mia moglie. Sussurrandole educatamente: <L’hai mai fatto Patrizia il sesso orale?> Al suo silenzio continuò: <Hai mai pensato di farlo?> E senza aspettare risposta, chiederle subito: <Vieni lo facciamo, prova.>”

“La eccitava a lei Mimmo, che lo facesse la sua consorte?”

“Sì! Maliziosamente mi ritrovai a pensare che era ben dotato, Aveva un fallo che pareva quello degli attori di video porno, dotato, tutto depilato, lungo proteso con il glande in alto e verso lei, ed era anche bello esteticamente da guardare. Se vogliamo attraente, penso che per questo mia moglie lo ha preso in bocca. Si presentava bene.

“Quindi eravate tutti e tre consenzienti, nessuna forzatura?”

“Sì, inutile negarlo, la situazione cominciava ad eccitarmi non poco. Non so cosa stesse accadendo a mia moglie, ma Chiara si sentiva attratta, non tanto da quell’uomo e dalle sue richieste, ma proprio dall’avere un rapporto orale, di vivere quella situazione che la portava a sentirsi una grande porca, a praticare atti sessuali che condannava; e poi il pensiero di tradire, la trasgressione, fecero il resto e così, sempre più eccitata, si lasciò tirare dalla sua mano sulla nuca verso il glande. 

Lui, visibilmente attratto dalle sue labbra ben visibili, cominciava a toccarsi con sempre maggior insistenza il fallo fino a scappellarlo completamente e lei rimase rapita dalla visione di quel glande, violaceo, duro, non riuscendo a distogliere lo sguardo e intenzionata con desiderio ad andare fino in fondo...

Dal suo sguardo capii che si ritrovò a desiderare fortemente di toccare e addirittura prendere in bocca quell’asta eretta in una camera d’albergo. Mentre a me un vortice di pensieri osceni mi riempiva la mente. Fu in quel momento che capii che ero completamente sottomesso a lui, che mia moglie doveva soddisfare i suoi desideri, ma soprattutto, non volevo tornare indietro.

Lei inginocchiata davanti e lui tirandola a se per la nuca le fece strusciare la cappella sul viso, facendole arrivare alle narici l’odore pungente della sua asta dura e dei suoi stessi umori vaginali di piacere che la impregnavano, e persa completamente, iniziò a leccare dapprima i testicoli da sotto, poi l’intero fallo e la grossa cappella con inesperienza ma passione... E fu lui accarezzandole la nuca a dirle come fare.”

“La istruiva?” Domandò la dottoressa.

“Sì, le insegnava a praticare i rapporti orali.” 

“Passato il primo momento di timidezza a seguire le sue istruzioni, prese a succhiarglielo con passione incredibile.

Dallo specchio dell’armadio, vedevo l’incredibile scena, loro nudi, inginocchiati uno di fronte all’altro, lui con le mani appoggiate ai suoi capelli e il fallo davanti alla sua bocca, con la mano dietro la nuca di mia moglie l’accompagnava nel ritmo del succhiarlo. Lei chinata sul suo fallo a baciarglielo e leccarlo. Pino, da gran porco qual era, le prese la testa con le mani e cominciò a muoverlo in bocca, portandola a sbavare, con rivoli di saliva che le fuoriuscivano dalle labbra colandole sul mento e sul seno. Era, senza respiro, ma mi piaceva.

Sotto la guida della sua voce succhiava e leccava con gli occhi socchiusi e nella sua incapacità lo praticava in maniera indecorosa. Nel tentativo di contenere tutto in bocca, il glande le deformava le guance: 

<Dedicati al glande… leccalo bene, passaci sopra l’intera lingua, e bene…>” Le sussurrava Pino. E mia moglie, Patrizia-Chiara, stringendola tra le labbra la leccava e ciucciava. E mi ritrovai a pensare che probabilmente era attratta da quel glande umido e grosso, idolo del suo piacere orale intenso, e sembrava che lo venerasse e volesse letteralmente ingoiarlo.

E fu in quel momento che decisi di far diventare mia moglie Chiara una adoratrice del fallo…”

“Cioè che significa? “Domandò.

“Significa che vista il proponimento e la passione che ci metteva, mi sarebbe piaciuto fosse diventata un’esperta di sesso orale…” Dissi sinceramente.

“Ah capisco…” Mormorò lei scrivendo sul bloc notes.

“Sempre su suggerimento e istruzione di Pino, continuò ad alternare il succhiare il glande accarezzandogli i grossi testicoli duri.

<Guarda come succhi bene la cappella, ti sta piacendo farlo vero? ...> Mormorò Pino senza avere risposta e accarezzandola sul capo l’accompagnava nei movimenti.

Si capiva che a Pino piaceva farselo leccare e succhiare da mia moglie. Gli dava un senso di dominanza su di lei e me farselo ciucciare mugolando col cazzo che sembrava volesse scoppiare tanto era duro.  

Continuando le sussurrò: <Sei bravissima Patrizia a succhiarlo, diventerai una ottima, succhiacazzi…> sorridendo della sua stessa battuta.

Non so quanti minuti durò quel rapporto orale, Pino quando capiva che stava per venire, si tratteneva per allungarlo appositamente a che mia moglie leccasse di più e tutto sotto la sua incitazione: e mia moglie sotto la sua mano rallentava per poi riprendere.

A un certo punto, vicino all’orgasmo, Pino lo tirò fuori dalla sua bocca, iniziò a praticarsi una masturbazione velocissima dicendole: <Vieni qui!... Vieni vicino, apri la bocca bene che eiaculo!> Mentre io fissandolo negli occhi, in una sorta di intesa e complicità, attendevo avidamente, che mia moglie a bocca spalancata e con la lingua fuori fosse pronta ad accogliere quella enorme ed infinita esplosione di sperma che le inondò la bocca e il viso, con schizzi copiosi e densi che le colpivano il volto, le labbra e si adagiavano sulla lingua... Era impressionante vederla.”

“E lei ha lasciato che quel pino eiaculasse nella bocca di sua moglie?”

“ Si ero troppo eccitato, non ero in me, lo so  che ho  sbagliato…”

È stato disgustevole Mimmo, si è comportato male verso sua moglie…” 

“Lo so! E non è stata l’unica volta, verso di lei a sua insaputa ho fatto di peggio…!”

“Male!!... Vada avanti…!” Mi esortò infastidita.

“All’improvviso una quantità incredibile di sperma caldo arrivò sulla sua lingua, assaporandone il gusto acidulo e mandorlato, mentre lui infoiato ripeteva: <Mandalo giù… deglutisci!>”

“E che fece sua moglie?”

“Alla sua voce ingoiò tutto in un’unica deglutizione, sbavando dalle labbra quel latte filamentoso.

“Era contento, appagato lei Mimmo?”

“Si ero soddisfatto e godente, mentre lui sudatissimo, ansimava ancora dal piacere, fino a che il suo fallo cominciò ad afflosciarsi.”

“E lei Mimmo? Si masturbò osservando la fellatio di sua moglie su quel Pino.”

“Sì, e per me fu più soddisfacente che possederla sessualmente. Quello fu il primo episodio del suo rapporto orale, poi in futuro, ne seguirono altri, anche con persone diverse, perfezionandosi sempre di più, divenendo esperta.”

“I rapporti tra voi e quel Pino come continuarono?”

“Bene! Erano buoni, tra me e lei erano migliorati anche se a volte c’erano alti e bassi come tutte le coppie, ma andavamo d’accordo nonostante si concedesse con il mio consenso a lui. C’erano anche momenti di tenerezza e affettuosità tra di noi… di scherzo!”

“Tipo?” Domandò la dottoressa.

“Non so… per esempio, a volte quando era felice per qualcosa o per me per via di qualche mia attenzione o regalo particolare, si avvicinava giocando e prendendomi la testa per le guance tra le dita, dondolandomene dilato diceva in modo scherzoso e senza offesa:

<Bello!... Bello!... Il mio cornuto…> E mi baciava con lo schiocco sulle labbra o in viso o in fronte…”

“Bello il mio cornuto, le diceva sua moglie?”

“Sì, ma le ripeto, detto così può apparire incomprensibile, ma non lo era. Era senza offesa e cattiveria, era il nostro modo di farci tenerezza.”

“E lei cosa le diceva a sua moglie di scherzoso…”

“Dipende… ma tutto senza offesa personale:”

“A volte le dicevo sei una chiavona… Oppure in dialetto piemontese le dicevo: <…ti pias pielo…eh! >Che in italiano vuol dire …Ti piace prenderlo eh! E poi ridevamo. Questo al di à del parlare tra noi di quello che facevamo o avremmo voluto fare.

“Sua moglie quindi era entrata nella parte della moglie del cuckold?”

“Si!... A volte scherzando le dicevo: <Te l’ha allargata un pochino il calabrese …> E si rideva. o lei quando eravamo in intimità a letto a sbaciucchiarci accarezzandomi la fronte mi diceva sempre spiritosa: <Bravo… bravo… vedo che crescono bene.>

<Si vedono?> Domandavo io stando allo scherzo.

<Si vedono e si sentono…> Rispondeva ridendo.

<E come sono?> Le chiedevo.

<Sono ancora piccole come quelle di una capra, devono crescere ancora…> Pronunciava ridendo: <Te le devo fare diventare lunghe e ramificate come quella di un cervo. Come quelle foto che si vedono su internet, dove i tipi come te le hanno…> E rideva, riferendosi a quelle foto dei siti di cuckoldismo che a volte visionavamo assieme.”

“Strano modo di scambiarvi effusioni e affettuosità.” Disse la dottoressa.

“Sì, ma non c’era niente di personale, offensivo, volgare e umiliante, che era quello che dava più fastidio. Lei mi aveva accetto com’ero e si era accettata anche lei in quel ruolo.”

 

“Quanto durò la vostra storia visto che mi ha detto che vi siete rivisti più volte?”

Tutta l’estate, da giugno a ottobre…”

“Parecchi mesi!”

“Sì, subito ci trovavamo bene e ci vedevamo circa due volte al mese, in tutto sarà stato una decina di volte che ci siamo incontrati.”

“Sempre con lo stesso metodo di incontro? E nei vostri incontri avete praticato qualcosa di più della fellatio?”

“Sempre incontrandoci allo stesso modo negli alberghi delle varie città del basso Piemonte, ed erano tutti rapporti sessuali normali, in vagina, si cambiava solo posizione e qualche volta gli praticava il rapporto orale e niente di più.” Risposi.

“E come mai è finito tutto? Avete deciso voi?”

“Sì! Perché all’ultimo si è comportato male, si era preso troppa confidenza e certe libertà che non ci piacevano, sia con me che con mia moglie.”

“Che tipo di confidenza e libertà?”

“Con me modi di fare da superiore e con lei trattandola da puttana. Tutto precipitò a ottobre, quando telefonò a mia moglie chiedendole di vederla da sola senza di me, pensava che mia moglie si fosse innamorata di lui perché la possedeva e faceva godere. Sì a lei piaceva lui e ne era infatuata, ma non da ingannare me. Mia moglie mi disse tutto e lo pigliammo come un brutto atto, un comportamento scorretto non degno della nostra fiducia e decidemmo di non incontrarlo più.”

“E lui? Che fece?”

“Lui telefonò, scrisse, che voleva continuare, ma gli dicemmo che avevamo deciso di smettere definitivamente e di non continuare più con nessuno. E che se avessimo deciso di riprendere lo avremmo cercato noi. E alla fine si rassegnò…”

“Dunque chiudeste con lui e poi?”

“Passammo l’inverno tra di noi a giocare io e lei, io sempre con l’intenzione di continuare, oramai ero un cuckold a tutti gli effetti e continuavo a navigare sui siti di incontri, chiedendole se lo facevamo con un altro.”

“E lei?”

“Lei disse di no fino alla primavera successiva, poi non ricordo se verso marzo o aprile, alle mie insistenze mi chiese di cercarne un altro, ma che prima avremmo dovuto fare un discorso chiaro io e lei, stabilire delle regole…”

“Regole?” Mi interruppe la dottoressa.

“Sì!”

“E le avete stabilite?”

“Sì, se no non avrebbe iniziato nuovamente e poi conoscemmo Filippo.”

“Filippo?”

“Sì, Filippo era diverso da Pino, innanzi tutto era più grande di età di noi, era un cinquantenne, non bello fisicamente, ma esperto e capace…”

Vidi che scrisse sul bloc notes e disse guardando l’orologio: “Anche per ora abbiamo finito… La prossima seduta mi parlerà delle regole che vi siete imposte e di questo Filippo.”

Mi alzai, chiacchierammo un po’, poi ci salutammo cordialmente, il giovedì seguente le avrei parlato del proseguimento.

 

 

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