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STORIE E RACCONTI EROTICI

VIETATI AI  MINORI DI 18 ANNI

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L'AMICIZIA VELENOSA

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VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI

CAP. 8 IL CERCHIO SI STRINGE INTORNO A GIULIA

 

NOTE:

„Quando il cerchio si stringe, significa che sta per compiersi l’insidia e non c’è più possibilità di fuga. “

Anonimo.

 

 

In quel periodo da giugno quando l’avevo aiutato a conoscere mia sorella, erano passati quasi tre mesi e la situazione aveva subito una evoluzione notevole, erano cambiate molte cose in me e nella mia morbosa sessualità che continuavo a vivere nella masturbazione verso mia sorella e Lucio ma senza più rimorsi, anzi fantasticando che lei tradiva Marco con Lucio. 

Personalmente non mi sentivo normale ad avere quella morbosità particolare, ma mi eccitava sempre più mentalmente fare quei pensieri e li ritenevo solo un gioco, fantasia dell’età della maturazione e quindi passeggeri. D’altronde a forza di pensarli assieme nella mia immaginazione masturbatoria, ero arrivato al punto di distorcere la mia realtà con la fantasia e considerare che anche se fosse accaduto veramente, che Giulia consenziente si accoppiasse con Lucio senza che Marco lo sapesse, e Lucio dopo non l’avrebbe importunata, lo avrei potuto accettare. Pensate a cosa ero arrivato a considerare. 

Ma ero contradditorio dentro di me, in quelle forme di desiderio di < vorrei e non vorrei>. 

A volte mi sentivo un depravato e perverso, altre pensavo come diceva Lucio che fosse tutto solo un gioco dovuto all’età e che passasse crescendo.

Anche nei riguardi di Lucio ero cambiato. Conoscendolo anche tramite il corteggiamento a mia sorella, avevo perso la diffidenza nei suoi confronti o la stavo perdendo, modificando il mio modo di considerarlo, non più pericoloso per lei, ma una sorta di conoscente coatto innocuo, viste le sue scarse possibilità di successo. Con mia sorella con sorpresa e meraviglia aveva un nuovo atteggiamento, era divenuto riguardoso e rispettoso di lei. A parte le battute che faceva con me quando eravamo soli, continuando a chiamarla:< La mia puttanella, la mia troietta o la mia mignottina.>, dove oramai mi ero abituato a sentirglielo dire. Ma a vederlo educato con Giulia i miei timori, nei suoi confronti si affievolirono e anche se l’aveva conosciuta con l’inganno dei cani, non lo ritenevo più un pericolo come all’inizio. 

D’altronde Giulia oramai lo conosceva, anche se sotto un aspetto falso e non vero, e lo sopportava controvoglia e con fastidio, soprattutto da quando aveva iniziato a farle educatamente e velatamente delle avances. Sapevo che lei non aveva la minima intenzione di favorire e assecondare le sue intenzioni e chiacchierando con me a casa me ne aveva dato la certezza che non gli piaceva e che mai sarebbe uscita da sola con lui. E che anche lei nonostante la sua educazione e rispetto per gli altri, lo giudicava un tamarro. 

Quello che avevo sbagliato invece era l’interpretazione che davo a Lucio sulle sue intenzioni nei riguardi di mia sorella, sull’idea nuova che mi ero fatto di lui, che desiderasse passeggiare con lei. Non che mi desse fastidio e contrarietà se lo avesse fatto, anche perché ci sarei stato anch’io, ma non capivo se il suo interessamento per Giulia fosse esclusivamente di natura libidinosa o avesse qualche altro tipo di interesse verso di lei. Io pensavo la prima ipotesi, credevo che si fosse infatuato di Giulia e volesse leccarle la figa o sognare di chiavarla come aveva detto, e mi tranquillizzavo perché sapevo che una volta che ci avrebbe provato e lei gli avrebbe detto di no in faccia, si sarebbe rassegnato e ricreduto sulle sue avances. Invece non lo sapevo allora, ma era la seconda ipotesi quella giusta, quella su cui puntava Lucio. Lui su Giulia non mirava solo al sesso, ma a qualcos’altro che riteneva più importante per sé, aveva altre idee su di lei, ma allora non lo sapevo ero troppo ingenuo, credevo nel valore delle parole. E nella gente.

In quel periodo stavo maturando e avendo una visione diversa della vita.

 

Oramai eravamo giunti in piena estate, ad agosto, e come tutti gli anni in famiglia andammo in vacanza 15 giorni in Sardegna a Stintino, luogo consigliato da amici dei miei genitori. I miei prima di partire avevano litigato per motivi di gelosia, erano stati tre giorni senza parlarsi, si accusavano l’un l’altro di infedeltà, ma poi avevano rifatto pace, anche se erano restati in crisi. Anche Giulia aveva litigato con Marco per via delle vacanze, perché noi andavamo in Sardegna 15 giorni e lui con suoi genitori ma in Calabria, dove si sarebbero fermati un mese, quindi, al nostro rientro a Roma, lei sarebbe restata sola 15 giorni senza Marco. 

Salutai gli amici e Lucio, restando d’accordo che ci saremmo sentiti e messaggiati.

 Giulia in quel periodo in vacanza sembrava una dattilografa con le dita sulla tastiera del display dello smartphone a scrivere con i due pollici a Marco, e lui a lei. Anche loro si erano conciliati e a mia sorella arrivavano sempre messaggi da parte sua, dalle amiche e qualcuno raramente da Lucio che continuava a messaggiarla e riempirla di paroline dolci che con i cani non c’entravano più nulla, ma erano dirette a lei; frasi belle e romantiche che Giulia divertita ridendo faceva vedere anche a me.

“Si è preso una cotta, l’hai fatto innamorare a quel tanghero…” Dissi un giorno ridacchiando a Giulia:” … hai fatto innamorare un ragazzo di 22 anni, se lo sa Marco...”

Lei rideva lusingata di quel corteggiamento adulto per lei, e di quel che le dicevo io, rispondendomi:” Ma figurati se andrei con lui, non mi metterei mai con un tipo simile, non lo prendo neanche in considerazione! Marco non ha nulla da essere gelosa da quello lì…” Affermò e ridendo continuò: “Ma è proprio scemo!... Lo sa che esco con Marco e sono la sua ragazza, cosa insiste a inviarmi messaggi mielosi e a invitarmi a passeggiare quando rientro a Roma ...”

“Be se lo accontenti una volta si mette il cuore in pace…” Le risposi io maliziosamente.

“Vedremo quando rientrerò, ma se passeggio con lui vieni anche tu però Adry, non mi piace farmi vedere sola con lui e che la gente pensi chissà cosa…!! “Ripeté evasiva con indifferenza come mi aveva già detto settimane prima.

Lucio a sua insaputa messaggiava anche con me, ma con tenore diverso da quello che adottava per mia sorella, con me nei suoi riguardi non era dolce e romantico, ma come sempre volgare e osceno, era come se si sdoppiasse.  Un giorno mi scrisse:

“Mandami qualche foto della bella troietta in costume dai…!” Inviando faccine di emoticon sorridente di seguito. 

Sembrava che Lucio mi pregasse perché gli inviassi qualche fotografia in bikini di mia sorella e quel sentirlo farmi quella richiesta e avvertirlo in un certo modo dipendente da me per qualcosa mi esaltava. Così non visto feci delle foto in bikini a Giulia e a una sua coetanea in vacanza conosciuta sul posto con cui aveva negato, nella mitica spiaggia di sabbia bianca e fine detta< la Pelosa> dove il mare era talmente trasparente che si vedevano i pesci attorno alle gambe quando camminavi dentro l’acqua. E gliele inviai.

Non passò molto che messaggiò:” Bella…bella, ha un corpo meraviglioso, è nata per essere chiavata… le bacerei e leccherei la figa alla mia puttanella…” E di seguito emoticon ridenti o con la lingua fuori di lato.

Mentre con lei era dolce e romantico, con me era osceno e volgare nei suoi confronti nei messaggi che mi inviava rivolti a lei. Nel nostro messaggiare mi i informava che andava a chiavare con prostitute bionde e magre pensando che fossero Giulia, quasi ogni giorno… Annunciandomi in uno dei messaggi, che al nostro rientro avrebbe voluto fare “qualcosa” con lei, come diceva lui, di “tangibile”, come di baciarle la figa o leccargliela, spingendosi a scrivere che desiderava chiavarla ma non lo avrebbe mai fatto perché io ero un suo amico. Ma però che gliela voleva leccare, che non resisteva più e visto che lui era restato a Roma per mancanza di risorse finanziarie, avrebbe studiato come procedere per riuscirci. 

Assurdamente quelle sue richieste mi infervoravano, desiderava davvero Giulia al punto di progettare qualcosa per lei, ed io eccitato non gli rispondevo come avrei dovuto fare da fratello: “No…. sei pazzo a pensare queste cose! Toglitele dalla testa… “Ma elettrizzato mi esaltavo e divertito rispondevo ai suoi messaggi facendogli credere di rendermi possibilista alla sua richiesta, ma allontanandola nel tempo…:” Tu studia qualcosa di come riuscire a leccarle la figa, solo quella però…” Puntualizzavo:” … e poi quando rientreremo vedremo se è fattibile…”  E gli messaggiavo provocandolo:” …. guarderemo cosa si può fare quando saremo a casa Lucio… Ma non ora, più avanti e comunque ne parleremo al mio rientro.” E quell’idea che lui studiasse qualcosa su come leccare la figa a Giulia mi eccitava al punto di masturbarmi anche in Sardegna.

Oramai ero preso da quella situazione. Un po' era vero che mi piaceva ed eccitava fantasticare quello che prospettava, di ubriacarla e baciargliela o leccargliela senza che lei se ne accorgesse e soprattutto senza che andasse oltre, ma un po' mi spaventava che lui potesse riuscirci davvero, Comunque per me era un gioco e come tale lo vivevo in quel momento masturbandomi e quando saremmo rientrati probabilmente gli avrei fatto capire che non mi andava più, non mi interessava la sua idea qualunque fosse stata. Ma in quei momenti giocavo ancora con lui visto che moriva dietro mia sorella e a me piaceva vederlo sbavarci dietro. Ero arrivato al punto in quel gioco morboso e mentale di messaggiarlo io di mia iniziativa in preda all’eccitazione, tirare fuori l’argomento per chiedergli:” Ciao Lucio ti è venuto in mente qualcosa su Giulia?  Hai già qualche idea?” 

“Ci sono dietro, ci sto pensando, qualcosa ho in mente, ma vedrai che quando rientrerete qualche idea chiara e fattibile ce l’avrò!” Rispondeva.

Per poi rileggendo il messaggio, masturbarmi intensamente quando lui scriveva che ci stava pensando… e che aveva già qualche idea in testa. 

Io insistevo:” Ma cosa hai pensato? Puoi dirmelo?”

Ma lui era vago… “Lo vedrai quando rientri!” Rispondeva mandando delle faccine ridenti.

“Si ma niente chiavare… solo leccare…” Precisavo scelleratamente sempre divertito da quel comunicare morboso, fino eccitato ad arrivare al punto di toccarmi l’erezione mentre lo messaggiavo. E lui rispondere forse per stimolarmi di più, con una serie di faccine ridenti con la lingua fuori di lato:

“Vedrai!... Sarà qualcosa che soddisferà tutti e tre.” Messaggiava.

 

Quando ritornammo dalla Sardegna, mi chiamò subito e quando il giorno dopo ci incontrammo mi chiese delle vacanze come erano state: “Allora vi siete divertiti?” Domandò.

“Si!” Risposi:” Più che altro riposati e svagati…”

“Ho visto dalle foto che mi hai mandato che anche la mia troietta si divertiva.”

“Si anche lei, è stato bellissimo…” Risposi, non facendo più caso al termine troietta:” … a parte il viaggio sul traghetto Civitavecchia- Porto Torres, ci siamo divertiti e distratti, ma tu eri sempre con noi con i tuoi messaggi…” E proseguii:” Stintino e un bel posto. Eravamo in un tipico villaggio di pescatori dediti alla pesca del tonno, i famosi Rais, non so se ne hai mai sentito parlare?”

“No a me non interessano queste cose. “Rispose scocciato. Ma io continuai:

“Soggiornavamo in Bed and Breakfast, al Vecchio Porto…” Precisai. Ma lui ebbe una reazione stizzosa, come se non gli fregasse niente.

“Avete girato?” Chiese tanto per dire qualcosa.

“Si siamo stati alla spiaggia delle Saline che è stupenda, che si estende per vari chilometri, è formata da un’immensa distesa di piccoli ciottoli bianchi e portarli via, è vietato. Poco lontano ci sono degli stagni con cormorani e i fenicotteri, sembrava di stare in una vera oasi di pace. Il mare cristallino è addirittura tiepido. Abbiamo passati giorni di relax e abbiamo fatto anche un’escursione guidata all’Asinara. L’isola dell’Asinara sorge proprio di fronte al mare di Stintino. …” Gli dissi.

Lui sapeva di cosa parlavo…

“Dove c’era il supercarcere …” Rispose con un sorriso beffardo.

“Si!” Replicai:” Oggi è un’oasi. Abbiamo fatto il giro dell’isola a bordo di un caratteristico trenino.  Prima di tornare l’ultimo giorno siamo stati ad Alghero la città del corallo e mamma ha acquistato piccoli oggetti a prezzi strepitosi. Inoltre abbiamo visitato le grotte di Nettuno e il nuraghe di Palmavera che si trovano a pochi chilometri. È un posto bellissimo, anche a Giulia è piaciuto molto. È stata una vacanza dedicata alla natura, alla cultura e il relax come piacciono a mamma. Tu invece dove sei andato?” Domandai sarcastico.

“Io sono restato qui a Roma, sono stato a Ostia, Fregene e Fiumicino.” Replicò.

“Ma con i tuoi?” Domandai.

“Ma si, qualche volta quando non aveva appuntamenti di lavoro al mare è venuta anche mamma, ma più che altro con mia sorella e Nando. Siamo stati assieme ci siamo divertiti e abbiamo parlato, ma alla sera tornavamo a casa a Roma…”

“Di cosa avete parlato? “Domandai curioso.

“Ma un po' di tutto, anche di te e di Giulia…”

“Di noi?”

“SI… della nostra amicizia…” E probabilmente fingendo di ricordarselo in quel momento esclamò;” Gli ho fatto vedere anche le foto di Giulia in bikini che mi hai mandato…” Quell’atto che avesse fatto vedere le foto di Giulia in bikini ai suoi parenti mi aveva dato fastidio.

“Perché gliel’hai fatte vedere anche a loro?” Domandai.

“Così… si parlava di belle ragazze e io gli ho detto ne conosco una che le supera tutte, una super figa … oh ma hanno detto che è una bellissima ragazza tua sorella, proprio una bella fighetta…pensa che è piaciuta anche a Nado che ha quarant’anni.”

Poi cambiando di nuovo discorso mi comunicò:” Comunque devi essere di parola, io ho preparato tutto… è tutto pronto!”

“Tutto pronto cosa?” Domandai non ricordando più cosa volesse dire.

“Quello che avevamo detto, che mi aiutavi a farmi baciare e dare qualche leccata alla fighetta di Giulia.” Sorrisi:

“Ma vediamo… non so! Non c’è fretta…c’è tempo...” Borbottai.

“Nooo… non incominciare Adriano…!” Esclamò alterato Lucio:” … Oramai hai detto di sì che eri d’accordo e disponibile che gliela leccassi e ora andiamo fino in fondo… Mi incazzo davvero se dici di no. “Aggiungendo serio:” Guarda che ti meno Adriano…Ti meno e a lei la chiavo invece di baciargliela …” 

Aveva l’espressione severa e adirata e quasi mi spaventò, non l’avevo mai visto così.

“Va bene, non ti arrabbiare…” Risposi:” … ho detto sì, ma cos’hai in mente?” Domandai assecondandolo ancora, quella volta non più per gioco ma perché temevo una sua reazione fisica.

“Ho in mente di portala alla sagra della tellina a Ostia, solo io e lei, passeggiare per gli stand e poi portarla alla spiaggia… e baciarle e darle qualche leccata sulla figa.”

Riflettei, ero certo che Giulia non accettava.

“Va bene ma non ti arrabbiare…” Mormorai intimidito:” …ma forse è meglio che glielo dici tu che ci inviti alla sagra.” Aggiungendo:” Ma non so se lei accetterà di uscire te e lei da soli, tu sei più grande di lei la intimidisci, dovrei esserci anch’io per tranquillizzarla...”

“Accetterà… la convinceremo!... La faremo accettare…” Ribatté serio e risoluto. E a quelle parole subito mi affrettai a ribattere serio anch’io:” Si però se dovesse accettare e riusciresti a portarla alla spiaggia, mi devi assicurare che gliela bacerai e leccherai soltanto e basta, nient’altro…l’hai promesso Lucio, me l’hai garantito.” 

“Certo… tranquillo…ti do la mia parola, te lo giuro che non la chiaverò, ma non vedo l’ora di baciargliela e leccargliela un pò, è il mio sogno…” E sorrise. 

Sembrava sincero. Mi aveva dato la sua parola e mi fidavo, d’altronde non potevo fare diversamente, si sarebbe incazzato se mi tiravo indietro e mi avrebbe messo le mani addosso.

Era cambiato, era diverso da quando eravamo partiti per la Sardegna, era diventato più serio e deciso, come se volesse a tutti i costi provarci con Giulia e quello scelleratamente, mentalmente mi eccitava. Ma nonostante la sua parola e promessa mi preoccupava che ci provasse realmente, al punto da dirmi:” Forse è meglio lasciare perdere tutto visto il tipo che è, e la professione che praticano sua madre e sua sorella…” Ero combattuto dentro di me tra eccitazione e timore, una miscela eccitante esplosiva.

E ragionavo:” Non l’ho mai visto così rabbioso. Mi ha avvertito e intimorito, e ha minacciato di menarci tutte e due a me e Giulia e lei inoltre, di chiavarla lo stesso se non l’assecondo.” E riflettevo: “Ha delle pretese su di lei, come se ne fosse il possessore…”

Mi spaventa quel suo modo di considerarla sua… ma allo stesso tempo mi accendeva. 

Come altre volte ero combattuto dentro di me, in alcuni momenti prevaleva la scelta di provare a fare quello che proponeva e garantiva lui, che rassicurava non sarebbe stato pericoloso e dall’altra la mia scelta di bloccare tutto e mandare tutto all’aria e non vederci più.

Nei giorni seguenti parlammo ancora e mi chiese di Marco:” Lui dov’è, il finocchietto…”

“Chi Marco il suo ragazzo?” Ribadii.

“Si…” Replicò.

“E’ ancora in vacanza in Calabria, rientrerà i primi di Settembre.” Lo informai.

“Quindi ora è sola Giulia?” Affermò.

“Si!” Risposi.

“Bene!” Replicò:” Sarà tutto più facile se non c’è lui di mezzo, vedrai.”

 

Il giorno dopo dissi a Giulia che avevo incrociato Lucio per caso in strada e mi aveva manifestato l’intenzione di vederci.  Accettò sempre a condizione che ci fossi io con lei.

Il pomeriggio seguente ci incontrammo tutti e tre in un dehors, con la scusa di rivederci e salutarci dopo le vacanze. Giulia non era tanto propensa a incontrarlo, ma accettò su mia sollecitazione. Subito prima di sederci sorrisi e saluti convenzionali, poi una volta accomodati si parlò dei cani e come procedeva a Roma la falsa associazione di cui faceva parte Lucio e poi di come avessimo passate le vacanze in Sardegna. Era educato e rispettoso, e mentre si chiacchierava, all’improvviso, adducendo il suo compleanno la invitò direttamente per la sera dopo alla sagra settimanale della Tellina al Borghetto dei pescatori al Lido di Ostia, a mangiare, passeggiare e passare una serata diversa. 

Io sapevo già che avrebbe fatto quella richiesta, ma lei restò sorpresa e spiazzata di quell’invito così privato, fatto con tanto ardore, sapendo bene che aveva già il ragazzo. 

“Vai…!” Pronunciai dopo aver ascoltato il suo invito:” Tanto sei sola… la tua amica Valeria è ancora in vacanza con i suoi, Marco non c’è! Chiacchierate un po'… ti distrarrai, passerai una serata diversa.”

Lei non voleva e si capiva dall’espressione del viso che era imbarazzata, ma lui educatamente sorridendo insisteva. 

“Eh ma non so! Devo vedere se sono libera” Rispose dubbiosa facendomi capire subito che non voleva uscire con lui.

“Dai ti passo a prendere con lo scooter…” Dichiarò subito pronto Lucio insistendo.

Giulia non sapendo cosa dire per negarsi, inventò qualcosa sul momento…

“Eh ma non ho il casco… quello di mia madre non posso prenderlo serve a lei…”  Addusse falsamente come scusa guardandomi in viso con l’espressione che io assecondassi la sua bugia.” Le è caduto e si è rotto…” Aggiunse.

“Non importa …ti porto io, quello di mia sorella…” Rispose prontamente Lucio, già preparato alle sue giustificazioni.

Spiazzata e imbarazzata, non sapendo probabilmente più cosa dire tergiversò: 

“Ma non so!... Ti farò sapere, ti manderò un messaggio!” Dichiarò per sbarazzarsi di quella richiesta che non gradiva.

Giulia era restia, ma scelleratamente anche in quella occasione la stimolai io in preda all’adrenalina dell’eccitazione e al timore e piacere in quel momento di vederla davanti a lui titubante alle sue richieste, con Lucio che cercava di predarla e lei che cercava di difendersi. Lei era la selvaggina e lui il cacciatore che le aveva teso una trappola. 

A casa in preda a non so cosa di esaltato con lo stato animo eccitato insistetti:” È il suo compleanno Giuly, ti ha invitato alla sagra poverino, lo sai che le piaci, per lui uscire con te una sera probabilmente è il massimo, devi solo passare un paio di ore a passeggiare con lui … e poi siete a una sagra, con centinaia, migliaia di persone attorno…” 

Da ragazza per bene quale era Giulia lo disse anche a mamma di quell’invito, che rispose:

“Vai Giulia… e anche tu Adriano vai con tua sorella, accompagnala, passerete una serata insieme e sono più tranquilla se ci sei tu. Papà non c’è è fuori Regione per lavoro e io vado a letto presto perché il mattino dopo devo alzarmi prestissimo, alle cinque per essere sul lavoro alle sei che dobbiamo preparare l’incontro con i rappresentanti dell’informatica per un convegno sulle cartelle cliniche.”

Inconsapevolmente anche mia madre ci venne in aiuto, scelleratamente pur di non perdere quella possibilità e dispiacere a Lucio accettai quella soluzione e alla fine acconsentì anche Giulia, precisando quando fummo soli:” Si ma solo un paio di orette e poi basta che non mi va di uscire con lui anche se ci sei tu. E che non si faccia idee strane su di me e torni a frequentare ragazze del suo livello e della sua età…” Pronunciò aggiungendo:” … e non dico niente alle amiche che esco con il coatto, il boro…” Affermò ridendo:” …. se no mi prendono in giro.” 

Si sentiva a disagio a farsi vedere a passeggio assieme a lui. 

Quella sera dopo aver sentito Marco al telefono e avere mezzo litigato, lo messaggiò ancora e rifecero pace tra moine, bacini ed emoticon di cuori che pulsano.  Poi chiamò Lucio, dicendogli che sarebbe venuta alla sacra della tellina, ma che ci sarei stato anch’io e si diedero appuntamento per la sera seguente dalle parti di casa mia.

 

Quando lui lesse il messaggio di affermazione mi chiamò subito al cellulare dicendomi:

“Vuole che ci sia anche tu, ma tu non venire…  non venire, non ci devi essere…”

“Come faccio a non venire Lucio?...  È stata mia madre a deciderlo, già lei non voleva, non le va di uscire sola alla sera senza Marco, se esce lo fa solo con le amiche.” Risposi.

Fece una pausa come a pensare qualcosa e poi rispose:

“Se siamo in tre con te suo fratello poi capisce che sei coinvolto, invece tu con una scusa verrai dopo, inizieremo ad andare io e lei da soli, tu ci sarai ma ci seguirai a distanza, di nascosto e vedrai e controllerai tutto… E poi non si accorgerà di nulla, la farò bere un po'.” Precisandomi:

“Facciamo così…tu dici che vieni, ma quando dobbiamo partire per andare alla sagra inventa una scusa, che ti hanno chiamato al telefono o altro e le dici che non puoi partire immediatamente con noi ma lo fai subito dopo e ci raggiungi la, alla sagra, in modo che iniziamo ad andare io e lei da soli e tu arrivi dopo. “Fece un’altra pausa come se riflettesse per modificare quello che aveva già stabilito precedentemente e aggiunse: “Ma quando arrivi non farti vedere subito da lei, lasciamela lavorare da solo, seguimi a distanza senza mai intervenire, mi vieni dietro e vedi tutto, intanto ci sarà gente...”

Accettai, assurdamente ero esaltato ed eccitato da quel programma a tre con mia sorella, o meglio in due non entrando io subito in prima persona, ma in seguito.

Io pur con dei rimorsi e tentennamenti altalenanti in preda all’inquietudine che restasse davvero sola con lui, ero tranquillo, sarebbero stati alla sagra con centinaia di persone e quindi tra la gente e non da soli in qualche posto isolato. E sarebbe bastata una reazione negativa di Giulia alle sue eventuali avances per farlo desistere e metterlo nell’angolo.  Decisi di proseguire in quello stratagemma individuato da Lucio, anche se quello che facevo, di ingannare mia sorella era contrario ai miei principi e alla mia moralità di giovane ragazzo di famiglia per bene. 

Continuavo a dirmi che non sarebbe successo nulla di sessuale, Giulia non l’avrebbe mai permesso e poi c’era gente, tanta, troppa forse e che l’assecondavo solo per gioco, per vedere fino a dove sarebbe riuscito ad arrivare lui, ma anch’io con la mia eccitazione e lei.  Ma sapevo che non era solo così, per il vedere i nostri limiti in quella situazione, non era vero, dentro di me provavo una sorta di morboso piacere e attrazione in quello che mi accingevo a fare, praticamente consegnando realmente Giulia a lui. Anche se io stesso non capivo perché.

Mi intimoriva l’aver appreso da lui precedentemente che lo aveva già fatto con altre ragazze quel gioco strano, ma avevo la sua parola che non l’avrebbe assolutamente chiavata, me l’aveva promesso. Forse se ci riusciva e la faceva bere le avrebbe soltanto leccato la figa, e chissà perché, ero convinto che non sarebbe mai riuscito nel suo intento con Giulia, sia a baciarla men che meno a leccarle la figa come voleva lui. E quando ci avrebbe provato, oltre no di mia sorella, alle sue insistenze si sarebbe preso qualche schiaffo tra la gente. 

Dovevo provare anch’io, andare fino in fondo, così una volta toltami quell’ossessione fantasiosa di loro, avrei desistito con il mio morboso gioco di masturbazione e a lui avrei potuto dirgli finalmente: 

” Hai visto Lucio? La tua puttanella come la chiami tu non ci sta! Come vedi mia sorella non è una troietta come quelle che frequenti tu! …Hai provato ma non ci sei riuscito ... come ti ho sempre detto Giulia non è il tipo di ragazza per te, rassegnati a non averla mai, ma solo a pensarla quando vai a puttane o a masturbarti con lei con l’immaginazione se vuoi, ma nient’altro!”

E comunque anch’io per sicurezza mi ero preparato, anche se non presente fisicamente, non li avrei mai lasciati soli, li avrei seguiti con lo sguardo, non l’avrei persi di vista, anche se non sarei stato vicino a loro, sarei stato pronto a intervenire a bloccare tutto in qualsiasi momento e per qualsiasi evenienza.

 

Quel pomeriggio io e lui ci incontrammo di persona al bar che frequentava e mi informò sugli ultimi dettagli e complici e in un certo senso infervorati sia io che Lucio preparammo tutto come un gioco, un complotto, una congiura ai danni di mia sorella Giulia e gli chiesi:” Ma che intenzioni hai? ...Come pensi di procedere e soprattutto cosa vuoi fare?”

Sorrise e mi informò:” Alla sagra se riesco la faccio bere un po' qualche bicchiere e poi se lei si rallegra passeggiando l’accompagno al lungomare che è a duecento metri di distanza, e se riesco che la convinco scendiamo giù alla spiaggia, alla foce del canale e lì la stringo e l’accarezzo un po’, sempre se ci sta. Le dirò che mi sono innamorato di lei e proverò a baciarla, se risponde bene, se no ce ne torneremo indietro.  Intanto poi non ricorderà nulla se sarà su di giri. “E sorrise proseguendo:” Speriamo non ci sia gente, perché d’estate e con la festa anche a quell’ora c’è sempre qualcuno, altre coppiette in spiaggia o che passeggiano in riva al mare o che si baciano. “Aggiungendo:” Tu se vuoi stai lì nascosto e guardi, a me non dispiace e non fa nessun effetto se ci spii. Intanto sarà su di giri e con l’oscurità non ti riconoscerà, vedrà solo delle ombre. Ma tu dovrai restare nascosto. Spero se riesco e se si lascia andare un po' sotto l’effetto dell’alcol, di disinibirla e di riuscire a tirarle giù le mutandine e leccarle la figa…”  Aggiungendo ridendo:” … non te la chiavo stai tranquillo! Sei d’accordo?”

“E se non vuole venire alla spiaggia?” Domandai.

“Niente, pace, resteremo a girare gli stand della sagra.”

Mi tranquillizzai a quella sua programmazione e della sua promessa e ribadii nuovamente:

“Si, ma se ci riesci a portarla in spiaggia non farai niente di più… Intendiamoci Lucio, mi hai dato la tua parola. Ci credo e mi fido di te.” Precisai come se quel solo leccarle la figa che gli concedevo fosse una trasgressione minore, quasi nulla su Giulia. Il minimizzare l’atto del cunnilingus come lo chiamava lui, lo sentivo come se limitasse la mia responsabilità e sdrammatizzava il mio comportamento su quello che facevamo di ignobile, come se il solo fargli leccare la figa a mia sorella se ci riusciva, fosse un attenuante al mio comportamento scellerato e morboso e tutto meno ingannevole e dannoso per Giulia. Aggiungendo:

“L’importante che non la fai bere da stare male…” Mi preoccupai.

“No tranquillo, non credo che vendono super alcolici alla sagra, basteranno un paio di bicchieri di vino e birra, mischiare quel tanto che la disinibisce, che si senta accalorata e si renda disponibile. Sarà come se si inebriasse un pò.” Affermò.

Oramai era tutto previsto e deciso, io per gioco, divertimento, eccitazione e anche per paura di qualche reazione fisica su di me di Lucio, che ormai voleva a tutti i costi tentare con lei, accettai. 

Quella sera dicemmo a mamma che saremmo rientrati verso le 23.30. 

“Va bene, ma fate attenzione, papà non c’è e io esco e vado a passeggiare con la mia amica, ma rientro prima e quando arrivate se mi addormento svegliatemi…” Disse:” … così sarò tranquilla.”.  Avevo sempre avuto il dubbio che quell’amica fosse un amico, perché ci usciva sempre quando non c’era il papà, come poi fu, ma allora non davo importanza a quelle cose.

 

Alle 20.30 Lucio arrivò e ci vedemmo sotto casa mia, Giulia non era ancora scesa. Ci guardammo e mi fece un cenno di intesa con il capo come avevamo concordato nel pomeriggio. Poco dopo scese, arrivò dopo aver parlato allo smartphone almeno un quarto d’ora con il suo Marco, dicendogli solo che usciva con me a passeggiare vista la sua gelosia.

Era vestiva in modo casual, un vestitino rosa leggero, con gonna svasata che le arrivava a metà coscia e lasciava vedere le sue bellissime gambe, lunghe e magre, con la parte superiore a spalline strette che mostrava anteriormente il decolté e lasciava intravvedere sotto il tessuto un seno giovane ma formato e sodo, con due mammelle rotonde che sembravano arance. Sotto la gonna avevo intravvisto in casa mentre si preparava per uscire, che portava uno slip bianco di seta traforata coordinato con il reggiseno e ai piedi calzava un paio di sandali con poco tacco ma eleganti con strass sopra. Al collo si evidenziava una catenina d'oro che richiamava il colore dei capelli biondo scuro, lunghi e vaporosi, che le scendevano oltre le spalle e coprivano le spalline dell’abito, facendo da cornice dorata al suo viso. Due piccoli orecchini pendenti a gancio a forma di cuore, ai lobi delle orecchie, che come petali bagnati, brillavano assieme ai suoi occhi chiari e al viso quando sorrideva. Erano il regalo di Marco per l’ultimo San Valentino. Il sorriso delizioso, si apriva ogni volta che muoveva le labbra, aveva una risatina dolce, spontanea e sincera, che mostrava la sua dentatura regolare, bianca e perfetta; e come dicevo precedentemente da apparecchio ortodontico dentale, che metteva ancora durante la notte. Il suo profumo era gradevole, intenso, giovanile, di una fragranza speziata e dolce, molto buona che penetrava nelle narici inebriando. Aveva una piccola borsa con tutti i suoi accessori e lo smartphone dentro.

Era davvero bella, bellissima ed elegante, tutta perfettina da piccolo borghese, come si piaceva lei, e piaceva a noi a mia madre in particolare, anche se quel look la faceva sembrare un po’ snob. Quando la vide arrivare Lucio sorrise:” Ehi… sembra una pariolina!” Mormorò.

Giunta vicino si salutarono:” Ciao Lucio!”

“Ciao Giulia!” Rispose lui, passandole il casco di sua sorella alla mia, mentre io dicevo: 

“Giuly, mi ha chiamato Luciano di passare un attimo da casa sua che mi deve parlare. Voi andate avanti che vi raggiungo subito.”

“Ma non puoi andarci un’altra volta?” Rispose contrariata mia sorella facendomi una faccia delusa e scontenta.

“No.… lo sai che è in crisi e si è lasciato con Flavia…” Risposi:” … vorrà sapere se l’ho vista. Ma voi andate, ti porta Lucio, io vi raggiungo subito, questione di minuti.”

Mi guardò sospirando dicendo:” Va bene, ma fai presto, non fermarti a consolarlo delle pene d’amore.”

“No tranquilla, massimo un quanto d’ora e sono con voi.

Vidi com’era nel suo carattere che Giulia osservò l’interno del casco prima di metterlo, a controllare che fosse pulito e senza qualche capello della sorella di Lucio, lo scrollò con l’apertura verso il basso prima di posizionarselo in testa, 

“Ummmmhhh rosa confetto… “Esclamò derisoria:” … che gusti ha tua sorella….  Mi vedono a cento metri con questo casco …” 

“Non preoccuparti... al massimo penseranno che sei mia sorella Claudia che accompagno al lavoro…” Rispose ridendo anche lui strizzandomi non visto l’occhio.

“Perché che lavoro fa tua sorella?” Chiese curiosa Giulia.

“Mia sorella fa l’estetista a domicilio.” Rispose continuando a ridere:” … al massimo ti chiedono una prestazione al suo posto…” 

Giulia non capì la battuta, salì a cavalcioni sulla moto dietro di lui, come faceva quando era con Marco e tenendosi con un braccio a lui sul fianco e una mano a tenere la gonna giù che non si alzasse con l’aria, partirono. Ma a me quella sua spiritosità, quel paragone con sua sorella e della prestazione non era piaciuto e appena avrei potuto glielo avrei detto.

Li vidi allontanarsi in moto, con lei dietro di lui che si teneva, dirigendosi sulla statale otto per prendere poi la via del mare verso Ostia e portarsi alla sagra del Tellino, nel borghetto dei pescatori, provando nel vederli allontanare assieme una emozione adrenalinica forte di paura e di eccitazione. 

Fingendo di andare da Flavio, li segui subito dopo a distanza con il mio scooter senza farmi notare, pronto a intervenire in qualsiasi momento.           

Giunti alla sagra posteggiai lo scooter, subito li persi di vista, tra la confusione non li individuavo più e fui preso dal panico, avevo timore che mia sorella restasse solo con lui. Ma girando e cercando il colore dei loro abiti tra la gente, li intravvidi dopo una quindicina di minuti, sospirai di sollievo e mi tranquillizzai. Giulia tutta compiuta a gambe unite era seduta a un tavolino che guardava lo smartphone, probabilmente per vedere se c’era qualche messaggio di Marco o mio, mentre Lucio era a fare la fila e a prendere i piatti di telline e i bicchieri di vino bianco. 

Mi sentivo a disagio in quella situazione e quel ruolo, a spiare mia sorella con lui. In alcuni momenti ero allarmato, venivo preso dal panico e volevo fermare tutto, ma contemporaneamente ero invaso dall’eccitazione di quel gioco morboso di cui oramai ero diventato solo spettatore. Ero bordline, ancora una volta tra il fare e il non fare, dubbioso, e decisi di farmi coraggio bevendo in un bar un bicchiere di whisky che mi tirasse su il morale, facesse fuggire le mie apprensioni e mi calmasse. A seguire, nella sagra intanto che cambiavo posizione per non restare sempre nello stesso punto, spostandomi e girando per gli stand presi anche un piatto di telline e due bicchieri di vino bianco dei castelli, volevo stordirmi, darmi quel distaccato psicologico da quello che stava avvenendo e invece quel bere mi esaltò ancora di più.  All’improvviso mi arrivò un messaggio da Giulia che lessi subito:” Dove sei? Vieni! Non lasciarmi sola con lui che sono imbarazzata. Mi sta corteggiando…”

Immediatamente risposi falsamente:” Lascialo dire… assecondalo, io tra un po' arrivo e se riesco porto anche Luciano. Intanto voi incominciate a cenare.”

E mi rispose:” Andiamo bene Adry se porti anche Luciano, sai che bella serata di depressione…” Scrisse con una faccina ridente vicino.

Poi vidi che parlavano, lui che le chiedeva qualcosa e lei guardando lo smartphone e mettendolo via gli rispondeva.

Immaginai che Lucio le avesse chiesto:” Con chi messaggi con Marco?” E lei rispondergli:

“No con Adriano! Ha detto che tra poco arriva, di iniziare pure senza di lui.”

Li osservavo seduti al tavolo distanti dalla folla e io in piedi tra essa quasi dietro uno stand. Cenammo, o meglio mandammo giù qualcosa e bevemmo, io nascosto dalla gente e loro seduti.

Il posto era pieno di stand e gazebo, con bancarelle e tendoni, con sopra e attorno luci di lampadine accese, impianti di illuminazione che garantivano luce soffusa all’interno e fuori anche ai tavoli e le panche. La gente stava arrivando sempre più numerosa, la folla aumentava, in breve diventò tanta che si ci urtava uno all’altro a camminare.

Oltre alle bancarelle, c’era anche la tendostruttura con banconi e cucina con piastre, friggitrici e fornelli e in piazza la pedana per la band per attrazioni musicali e spettacoli.  Anche per Giulia sarebbe stata una discreta alternativa alla cena a casa o in pizzeria o un ristorante.... 

Dopo una certa ora, un mare di gente non trovando posto si adattava a mangiare in piedi come me, loro essendo arrivati prima erano stati fortunati avevano trovato posti a sedere in una tavolata.

Al termine di quel pasto, Giulia non vedendomi ancora arrivare mi chiamò con lo smartphone e risposi mentre li osservavo di nascosto.

“Dove sei?” Mi chiese subito appena sentì la mia voce.

“Sto partendo…” Risposi.

“Ma sei ancora lì?” Esclamò.

“Arrivo, venti minuti e sono da voi…”

“Ancora venti minuti?!” Esclamò.

“Si, appena arrivo ti chiamo, Luciano non viene, non se la sente… voi iniziate pure a cenare.” Ripetei.

“Abbiamo già cenato…” Rispose seccata. 

“Ah, allora appena arrivo mangerò qualcosa io, voi intanto fatevi un giro. Ci vediamo tra poco! “E chiusi.

Assurdamente quel gioco dell’inganno mi eccitava, ero solo a una decina di metri da lei e fingevo di essere ancora a Roma. Lucio la guardava imbarazzata vedevo che parlavano, ma non capivo cosa si dicessero. Seppi solo in seguito in cosa verteva quella discussione, perché me lo disse lui la sera stessa. Lucio le chiese:

“Pensavo che fosse Marco al telefono. È un ragazzo fortunato.” Affermò. Lei sorrise e lui continuò:” È geloso? Vi volete moto bene?”

“Si è geloso … “Rispose lei:” … ci amiamo, siamo innamorati, anche se qualche volta litighiamo.” Disse sorridendo.

“O questo capita a tutte le coppie…” Rispose lui: “Quindi vi sposerete? Avete intenzione di sposarvi?”

“Si, finito di studiare, di frequentare l’università.” Aggiunse sorridendo ancora Giulia, mostrando i suoi denti bianchissimi.

“Siete una coppia a modo...tradizionalista, si vede che vi amate.” Pronunciò ancora Lucio.

“Si, siamo molto tradizionalisti, per noi i valori morali e personali contano molto.”

A un certo punta Giulia gli chiese:” E tu non ce l’hai la ragazza?”

“O no… cioè si se voglio…”

“…Non vuoi avere la ragazza?” Gli domandò sorridendo Giulia.

“Cioè sì la voglio, ma deve essere come dico io…”

“E Cioè come dici tu?” Domandò sorridendo.

“Mi piace appariscente, che tutti la guardano e si lascia osservare da tutti, tatuata e che sia disinibita…”

“A però!” Esclamò Giulia meravigliata, aggiungendo subito:” Allora io non sono il tipo adatto…” E rise scherzosa, e lui di rimando esclamò:” Be non lo sei, ma puoi sempre diventarla…” E risero entrambi. 

Il tempo in quella confusione tra la ressa e il caldo passava veloce, Giulia non aveva fame, ma in compenso era stimolata da lui a bere e chiacchierare, lei stessa non si rese conto che non parlavano più dei cani ma di altro.

“Dai beviamo qualcosa così dimentichiamo tutto.” Gli esclamò Lucio:” … Lascia perdere il tuo fidanzato e tuo fratello ora e pensa a te, a divertirti almeno stasera.”  E alzandosi fece fare lo stesso a lei esortandola a tirarsi su. Erano accaldati e chiacchierando iniziarono a girare per gli stand, non senza imbarazzo di Giulia a farsi vedere con un tipo come lui, anche nei bar della piazza, dove lui di sua iniziativa senza il suo consenso le prendeva da bere.

“Assaggia questo è succo di frutta alla pesca con vodka, buonissimo, in discoteca va per la maggiore.”

Dal muovere le labbra di Giulia, immaginavo di leggere:

“Ma non lo sopporto l’alcol…”

“E dai!... “Insisteva lui sorridente con il bicchiere in mano che glielo porgeva.” Su per una sera almeno dimentichi quello là!  Il tuo fidanzato. Se ti senti accaldata ti appoggi a me e facciamo quattro passi vicino al canale, al fresco. Se preferisci passeggiamo … e poi tra non molto arriverà tuo fratello…”

“Si… se mi vede mio fratello che bevo… te lo dico io! … Non vogliono i nostri genitori che beviamo alcolici.”

“Ma non ti vede e poi sei normalissima anche se lo fai, non se ne accorgono, e anche lui beve sai…” Aggiunse.

“Ah sì!?...  E tu come lo sai?” Gli domandò pronta e sorpresa.

Rendendosi conto che aveva detto qualcosa di troppo si corresse immediatamente: “Non lo so… lo immaginano, tutti i ragazzi e le ragazze bevono. Dai, almeno stasera che è il mio compleanno.”

“A proposito quanti anni compi?”

“Ventitré…”

“Uh come sei grande, hai ventitré anni… e non ho pensato nemmeno a farti un pensiero, un regalino. Sinceramente mi sono dimenticata, scusami Lucio.” Disse sedendosi ancora.

“Ma figurati, va bene così, non fa niente, fammelo brindando con me stasera il regalino…” Lei lo guardò e pronunciò:

Io di solito non bevo, ma stasera per una volta voglio contravvenire alle regole ei miei principi, ma solo stasera…!” Esclamò ridendo. La vedevo già su di giri per l’alcool del vino, ma ancora padrona di sé questo mi rassicurava. E cominciò a sorseggiare il succo di frutta alla pesca con la vodka.

“Brava! Dai... un’ultima sorsata e andiamo a ballare.” La esortò.

E lei sorridendo, quasi ridendo stupidamente mormorò quasi parlando da sola: “Intanto lo so che domani quando, mi chiamerà Marco al telefono dirà:< … ma che voce che hai Giuly? ...> E gli dovrò dire che ho preso freddo alla gola.”  E rise di più.

Vidi Lucio che le fece bere tutto il Succo di pesca con vodka poi presa per la mano la tirò e la fece alzare…” Dai andiamo a ballare...”

“Ma no… non ne ho voglia…” Rispose. E lui pronto disse:

“Non ti vergognerai mica di ballare con me?”

“Ma no… figurati…” E a malincuore lo seguì per dimostragli che non aveva pregiudizi su di lui.

E li vidi assieme in piazza entrare in quella bolgia accaldata di gente che danzava urtandosi.

Lo stato d’animo di Giulia, il caldo e il ballo fecero il resto, fu come una miscela esplosiva.

Vista la confusione smisero di ballare e iniziarono a girare tra la calca di gente, attendendo che arrivassi io. 

Mandai un messaggio a Lucio, scrivendo:” Sono qui dietro lo stand della tellina che vi osservo…”

Lui si girò, mi vide e scrisse subito:” Non farti vedere, non venire ancora che sono a buon punto, se no rovini tutto. Te lo messaggio io quando arrivare.”  E restai nascosto tra la folla, da solo a guardarli. Ogni tanto nella confusione li perdevo di vista, ma poi li trovavo subito.

Nella piazza ripresero a girare, poi si diressero ancora alle bancarelle a curiosare e poi lui, d’improvviso si stacco da lei, andò ancora nel bar di fronte passando tra i ragazzi e le ragazze, colpito dalle luci colorate e dai loro gomiti fra il frastuono della musica, e si avvicinò al bancone ordinando da bere.  Lo segui perché volevo parlargli, ma quando tra la bolgia mi stavano avvicinando, lo vidi con una cartina in mano che non visto in una bottiglietta di birra versava all'interno una polverina, certamente una pastiglia di ecstasy già resa in polvere da lui. 

“Ma che fa? La vuole impasticcare sto bastardo …” Pensai subito.” Questo no!”

Provai a chiamarlo, ma nella confusione non mi sentiva ne poteva rispondermi. Allora lo messaggiai.

“Ma che cazzo hai intenzione di fare? Impasticcare mia sorella...? Ti ho visto cosa facevi.” Gli scrissi.

Subito rispose:” Ma no, gliene ho messo solo un po' nella bottiglietta ma solo per scaldarla e mandarla un po' su di giri, non è nemmeno mezza pasticca, stai tranquillo, fidati che intanto farò quello deciso e lei non si accorgerà di niente.”

Ero turbato ed eccitato della piega che aveva preso la serata e Giulia, che anche se poco l’aveva impasticcata. Non volevo che Giulia si eccitasse, non sapevo che fare, ma poi decisi di attendere e osservare.

Lucio tornò con le due bottigliette di birra aperte da sorseggiare porgendone sorridente una a braccio teso a mia sorella.” 

“No basta…!” Lessi sulle sue labbra in movimento le parole di Giulia.

“Basta bere… non sono abituata.”

 Aveva bevuto un po', ma non era abituata a bere alcolici e a mischiare soprattutto birra, ma dopo qualche parola tra loro sorridendo gli prese la bottiglietta di birra dalle mani, probabilmente facendo una eccezione per il compleanno di Lucio. Accettò di berla in quel contesto di amicizia e festa di compleanno, la prese e iniziò a sorseggiare assieme a lui, mandando giù bocconate, ignara e non rendendosi conto di quello che le stava passando dalla gola e che stava superando la soglia della lucidità. E camminando vicini tra loro, con lui che le stava sempre addosso bevendo, sorseggiando continuarono a girare gli stand, con Lucio che la osservava con attenzione per quanto era bella, perché bevesse tutta la birra e per le sue reazioni a quella sostanza che all’insaputa le aveva somministrata. 

Sorridendo, sollecitata e accaldata la bevvero tutta, poi lui prese le bottiglie vuote posandole educatamente su un tavolino già utilizzato. 

 

Io mimetizzato tra la folla osservavo. Alle 22.00 iniziò lo spettacolo musicale Ostia Summers Festival, in una piazza adiacente, dove subito si diresse un ampio pubblico per vedere, ascoltare e ballare. Loro ripresero a girare con me che li osservavo a distanza nascosto tra la folla.  Vedevo mia sorella che ogni tanto prendeva lo smartphone e osservava sempre il display. Probabilmente visto che non ero ancora arrivato guardava se l’avevo chiamata, e mi mandò un altro massaggio con scritto:” Ma dove sei? Quando arrivi? Mi sto stufando di girare con lui…” Ma non risposi.

Dopo aver girovagato per una ventina di minuti, si fermarono ancora in piazzetta davanti al gruppo musicale a ballare come gli altri con lui che era sempre più addosso a lei. Sapevo che non le piaceva Lucio, e dal suo comportamento che manteneva le distanze capivo che non voleva che lui la toccasse e soprattutto che si avvicinasse così tanto dà essergli quasi addosso. Da come si scostava bruscamente le faceva capire che doveva stare al suo posto, distante da lei almeno una cinquantina di centimetri, per questo ogni volta che si avvicinava, si staccava e distanziava sempre da lui. 

A un certo punto, accaldata e saltellante Giulia prese a ridere e scherzare, era o almeno mi sembrava normale, solo più allegra. Sorrideva e danzava in quella confusione da far girare la testa, sembrava una festa incantevole e spettacolare con quel caldo e tra il caos. 

Passarono altri minuti smettendo di danzare e sorridendo tornarono a girare e camminare per rinfrescarsi un poco dalla calura e dal sudore, quando a un certo punto con sorpresa la vidi con la mano sventolarsi il collo probabilmente accaldata o peggio accalorata. Lentamente la piazzetta e la festa si riempì di tanta gente che c’era il rischio di perdersi, di non vedersi più e mi avvicinai maggiormente a loro, nascosto da altri individui.

All’improvviso tra la ressa lo vidi avvicinarsi a lei e chiederle sorridendo:

“Dammi la mano… altrimenti ci perdiamo e con questo caos non ci troviamo più.”

Vidi lui che allungò il braccio e la prese per mano, senza che lei la rifiutasse, ma con la confusione attorno gliela diede e si misero a continuare a passeggiare mano nella mano come se fossero fidanzatini, come se Lucio fosse Marco. 

Restai allibito di quel atteggiamento, ero sorpreso, capii che c’era qualcosa che non andava in mia sorella, che probabilmente quello che aveva bevuto iniziava a fare effetto. 

 

Lucio ogni tanto gettava uno sguardo attorno a cercarmi avendomi intravvisto che tra la folla li guardavo in silenzio e incrociando il mio sguardo mi sorrideva compiaciuto, fiero di sé.

Mentre loro sudati passeggiavano mano nella mano tra quelle persone, passando tra la confusione e il vociare della gente e le coppie di ragazzi come loro con cui si urtavano, io telefonai a mia madre dicendole:”

“Ciao ma… sei ancora con la tua amica?”

“Si ma tra poco vado a casa…”

“Vai pure a riposarsi tranquilla che io e Giulia siamo assieme alla sagra della tellina e stiamo cenando. A proposito vuoi che te ne porto un piatto o qualcosa quando rientro?”

“No.…no... per l’amor di Dio, con tutto quello che ho mangiato in Sardegna e stasera… anzi mi devo mettere a dieta, anche la mia amica mi ha detto che sto ingrassando…” Disse ridendo e puntualizzando. 

“Comunque voi tutto a posto?

“Si tranquilla mamma tutto bene e all’ora concordata rientreremo. Qui c’è un caos che non si capisce niente.”

“Eh lo sento, comunque quando rientrate se dormo chiamatemi, le poche ore di sonno che faccio voglio dormirle tranquille.”

“Ok, ciao ma…”

“Ciao amore!” Mi disse e chiuse.

Ritornai a osservarli e vidi Lucio che non visto da lei la guardava di profilo, con uno sguardo arrogante, probabilmente la vedeva come la pensava lui. Osservava quella boriosa puttanella borghese che se la tirava. Girarono ancora un po' e danzarono di nuovo nella piazza tra altra gente, poi stanchi e sudati tornarono tra la folla.

Come dicevo Lucio ogni tanto si voltava e si guardava in giro forse a cercarmi, ma io non mi facevo vedere, volevo osservarli di nascosto.

Capivo osservandola, che quella sostanza cominciava la sua azione euforizzante su Giulia in alcuni momenti la vedevo assente osservare distante, alternando momenti di lucidità a momenti di ebrezza, ridere stupidamente allegra e accaldata appoggiandosi con le mani sul braccio e avambraccio tatuato di Lucio. La intravvedevo sudata ogni tanto ridere e comunicando veloce con lui mangiarsi qualche parola o dire qualche frase a sproposito e ridere ancora; probabilmente le girava anche un poco la testa perché appoggiava la mano sul braccio di Lucio per non sbilanciarsi. 

A un certo punto li vidi fermarsi uno difronte all’altro, parlarsi un attimo con lui sorridente e ingannevole guardandola negli occhi come un serpente incantatore e dicendole:

“Vieni Giulia, usciamo da questo caos, andiamo a prendere un po' di aria fresca sul canale.” E all’improvviso tenendola sempre per la mano e incamminandosi la tirò per il braccio, con lei che incredibilmente lo seguì senza alcuna resistenza. 

Camminando e tenendola sempre per mano, quasi tirandola la portò fuori della piazzetta dei pescatori, uscendo dalle bancarelle, dalla gente, dalla confusione e dalla musica… Attraversò via dei pescatori e si portò con lei mano nella mano sul marciapiede lungo il canale dove di giorno navigavano le barche per andare al porticciolo. Si fermarono un attimo a osservare prendendo una boccata di ossigeno e d'aria fresca, visto che lei sventagliandosi sempre con la mano, probabilmente sudata si sentiva vampate di calore al viso… e al corpo.

Lui tirandola ancora per il braccio si incamminò con lei verso il mare, senza che lei lo impedisse o le chiedesse dove andassero.  Era incredibile, sembrava calma, ogni tanto rideva in modo eccessivo e si lasciava guidare. Lui si voltava sempre a guardarsi indietro come una persona losca che sta per compiere un reato e vedendomi dietro loro, trionfale mi sorrideva, incamminandosi verso al mare.

Io dietro sconcertato e disorientato dal comportamento di mia sorella disponibile di mia sorella, impensierito e turbato che davvero la portasse alla spiaggi per leccarle la figa li seguivo, pensando dentro di me:

“Se solo fa qualcosa che non deve, salto fuori subito…”

 

 

 

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