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STORIE E RACCONTI EROTICI

VIETATI AI  MINORI DI 18 ANNI

All Right Reserved 2022

L'AMICIZIA VELENOSA

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VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI.

Note:

 

 “Per giudicare un uomo bisogna almeno conoscere il segreto del suo pensiero, delle sue sventure, delle sue emozioni.”

    Honoré de Balzac.

 

 

CATTIVI PENSIERI (Il baratto)

 

Lucio indossando un paio di guanti monouso di lattice, iniziò a lavorare su di lei spiegandole tutto quello che stava facendo e perché gli avrebbe praticato il tatuaggio proprio in quel punto intimo, e le tirò giù il bordo superiore degli slip fino all’inizio della vulva, che lasciò coperta anche dalla salvietta. E mentre io vicino a Flavia rossa in viso le stringevo la mano per rassicurarla, lui prese un rasoio elettrico e appoggiandolo sul monte di venere le rasò tutti i peli che sporgevano fuori dal limite delle mutandine abbassate e dalla salvietta; facendola arrossire, ancora di più e piegare il capo verso me a quelle vibrazioni del clipper, probabilmente provava piacere.  Poi passò del sapone schiumoso sulla parte rasata per detergere e pulire l’area su cui avrebbe lavorato, provocandole una sensazione strana ma piacevole, che le fece avere i brividi in tutto il corpo facendola probabilmente bagnare la figa. Intanto che procedeva Lucio guardava me negli occhi come se ne fossi stato ancora suo complice come con mia sorella quella sera a Ostia.

Dopo aver deterso per bene la zona, prese un rasoio a zappetta e passò ulteriormente il suo monticello di venere già liscio e le posizionò lo stencil sulla zona che avrebbe tatuato. Capii immediatamente che Lucio sapeva perfettamente dove mettere l’inchiostro nella sua pelle ed ancora una volta avvertii i brividi dell’eccitamento correre dal mio cazzo in tutto il corpo.

Quando fu pronta le disse in modo spiccio e scherzoso anche se non era utile al fine di tatuarla: 

“Ok tesoro, ho bisogno che scivoli sul bordo del lettino e allarghi un poco le gambe verso me.” 

Lei ignara delle sue intenzioni reali fece ciò che gli aveva chiesto, intanto che lui si sedette su uno sgabello vicino alle sue cosce e addome. Notai che Lucio abbassando la salvietta e riprendendo e ripiegando in giù ancora il bordo superiore della mutandina di Flavia, gliel’aveva tesa in alto rendendola aderente alle grandi labbra vaginali, che mostrava sul tessuto. Gli inguini divennero scoperti, liberi e sgambati, con fuoriuscita della sua peluria intima lateralmente che le segnavano ed evidenziavano sulla mutandina la fessura vulvare lunga, profonda e umida probabilmente dall’eccitazione. 

“Ok. La posizione è quella giusta.” Pronunciò Lucio:” Quando tra poco inizierò a tatuare sentirai un po’ vibrare sopra la pelle, piccole punture come fossero di spillo.”  Disse. E subito accese e iniziò il ronzio dolce della penna seriografica per i tatuaggi.

Osservandola e stringendole la mano, nei primi istanti vedi la tensione sul volto di Flavia nell’avvertire le punture, ma erano sopportabili e in seguito lentamente quelle punture divennero piacevoli perché miste alle vibrazioni piacevoli che dava la penna seriografica. In lei quelle sensazioni iniziali di fastidio, apprensione e piacere combinate si concentrarono sul basso pube, sopra il sesso, praticamente sul clitoride, che lei vergognandosi e non dandolo a vedere tollerava eccitandosi. 

Si notava in volto che era a disagio per quel tatuaggio nelle parti intime. E per non imbarazzarla e nascondere l’eccitazione che provavo anch’io a vedere la mia fidanzata tatuata sul pube dalle mani di Lucio, mi misi a chiacchierare con lei del più e del meno, intanto che Lucio continuava a lavorare al tatuaggio. Ma ben presto nella nostra chiacchierata si inserì anche lui chiedendole:” Senti male?”

“No!” Rispose Flavia:” Solo fastidio…”

“Cosa studi?” Le chiese cambiando discorso e incominciando a chiacchierare con lei.

“Giurisprudenza …” Rispose:” … ma sono soltanto al primo anno ed è stressante.”

“Ci sono altri tipi di lavori femminili meno stressanti, più piacevoli e redditizi…” Disse lui con un sorriso e uno sguardo sornione.

Lei non capì il senso della frase e semplicemente le domandò:” Tu fai solo tatuaggi?”

“No… io sono un imprenditore…” Rispose guardandomi negli occhi proseguendo:” Organizzo incontri, appuntamenti…” E non aggiunse altro. E all’improvviso quasi fosse una mossa studiata si levò la camicetta per mostrarle i tatuaggi che le ricoprivano tutto il braccio sinistro, e aveva sul petto e la schiena e dopo averglieli mostrati non si coprì, ma le chiese:” Ti crea disagio se resto così?  Mi sento più a mio agio nel lavoro che sto facendo su di te…”

Flavia stupita e imbarazzata rispose:” Si va bene…” Fievole. 

Passammo un paio di ore conversando e intanto le disegno quell’aquila vista davanti con le ali spiegate, appoggiata sopra di un ramo che osservava in basso. La tamponò e asciugò bene e devo dire che era molto bella e ben disegnata e piacque anche a Flavia che osservandosela nello specchio che le porse davanti, sorrise.

“Ora lasciamo riposare la pelle. La prossima settimana la coloriamo… “Le disse e mise una garza sopra il tatuaggio, tolse la salvietta sulle gambe e io porgendole il braccio e appoggiandole la mano sulla schiena l’aiutai ad alzarsi. 

“Tienilo coperto con la garza, domani te lo puoi lavare, oggi no, ma puoi fare tutto il resto che vuoi, anche fare sesso se ti va…!” Esclamò ridendo stupidamente, imbarazzandola mentre lei si riordinava. Dopo chiacchierammo del più e del meno e in seguito noi uscimmo.

Durante il tragitto per tornare indietro mi domandò stringendomi per il braccio:” Ti piace?!”

“Si è bello!”  Risposi eccitato con l’erezione nei pantaloni, aggiungendo:” Lucio è bravo a tatuare…”

“Che tipo strano però… ma è tanto che esce con tua sorella?” Domandò.

“Un anno circa…”

 Non pensavo che Giulia avesse dei gusti così popolari, mi ricordo quando usciva con Marco che era tutto diverso…”

“Bello stronzo.” Pronunciai:” Ha fatto bene a lasciarlo…”

“Perché l’ha lasciato lei?” Chiese curiosa.

“Si! Era possessivo, la trattava male…” Dichiarai mentendo.

“Allora ha fatto bene…” Mormorò: “Ma questo Lucio mi sembra un tipo popolare da strada... non è neanche bello come ragazzo…”

“Lo è un tipo da strada, ma le vuole bene, non le fa mancare niente, la protegge!” Ribattei:” … e in quanto la bellezza estetica, ha altre qualità…” Sorrise, certamente fraintendendo sulle qualità. E parlando di Lucio andammo a casa mia a fare sesso visto che era ancora accaldata dalla sua manipolazione, sul monte di venere, ben sapendo io che probabilmente avrebbe pensato a lui mentre lo facevamo sesso.

 

Il giorno dopo, Lucio accompagnò mia sorella Giulia a casa nostra, ci incontrammo e mentre mia madre preparava cena. Dopo qualche parola di galanteria nei suoi confronti venne da me ed entrò in camera mia dicendo sorridente:

“Allora è contenta la tua Flavia del lavoretto che le ho fatto?” 

“Si, in questo sei bravo!” Affermai. Mentre studiando al computer leggevo una relazione di psicologia.

“Lo so! …Io sono bravo in tutto.” Rispose superbo e narcisista.

Lo guardai di traverso con una smorfia di sopportazione ma non dissi nulla., sapeva che ero invidioso di lui, delle sue capacità sessuali.

“Hai visto con la penna serigrafica sopra la pelle come le vibrava la figa alla tua ragazza? Era come se le avessi appoggiato un piccolo vibratore esterno. Ce l’aveva bagnata.” Dichiarò, aggiungendo improvvisamente, volgarmente e senza nessun rispetto verso me e i miei sentimenti per lei:” Se sei d’accordo Adriano la settimana prossima le farei una bella chiavatina. Non è che sia una ragazza speciale come Giulia, ma merita una chiavatina di Lucio…” Esclamò parlando di sé in terza persona, proseguendo:” … mi piacerebbe farla un po' godere come si deve, con quell’aria per bene da piccolo borghese che ha, la stessa che aveva tua sorella Giulia prima di mettersi con me.”

“No, questo no!” Risposi subito:” Toglitelo dalla testa...”

“Ma dai Adriano!... Sarebbe solo una chiavatina, un cornino che ti farebbe, non te la porto mica via… E poi a te piace guardare, lo so, me ne sono accorto da come spiavi Giulia nascosto dietro la porta quando l’ho inculata e ti sei anche segato.”

“Con lei è diverso Lucio, è la mia ragazza… non è mia sorella e ho intenzione di viverci...” Affermai imbarazzato.

“Embè, tanto prima o poi le corna te le farà come tutte le ragazze al fidanzato o le mogli al marito, almeno con me lo sai e la guardi… e poi lei non lo saprà mica che tu lo sai…” Rispose ridendo. 

“No, non voglio …” Ribattei sempre meno convinto di quei no…

“Ma dai Adriano è più di un anno che ci conosciamo oramai e siamo amici, quasi cognati, anche se chiavo la tua ragazza non lo saprebbe nessuno e non succederebbe niente.”

“Non mi piace fare queste cose.” Ripetei.

“Ma dai…su! Hai visto chiavare con me tua sorella, anche se vedi lei non succederà niente. Vedrai che piacerà anche a te guardarla mentre te la chiavo e la faccio godere, a te piacerebbe spiare anche tua madre se scopasse con me…” Disse ridendo:” Ti devi accettare, sei fatto così Adriano e a te piace guardare chiavare…” A quella battuta su mia madre mi risentii, ma in quel momento entrò mia sorella Giulia dicendo:” Di cosa state chiacchierando voi due?” E prima che io rispondessi fu lui a ribattere: “Niente, argomenti da uomini, tornatene di là da tua madre e aiutale a preparare cena.” Le ingiunse autoritario.

Giulia abbassò lo sguardo mormorando:” Come sei scorbutico quando fai così… Oh… argomenti da uomini...” Ripeté.

“Si!” Replicò lui:” Argomenti da uomini…” E dandole una manata nel sedere la esortò benevolmente:” Dai su ora fila di là da tua madre e fai la fidanzata, preparami cena che noi uomini dobbiamo parlare di argomenti seri!” 

“Basta che non metti nei guai mio fratello…” Mormorò allontanandosi.

“Ma no! ...” Esclamò divertito.

Lei uscì con un sorriso di sopportazione:” Oh argomenti da uomini…” Mormorò.

Lui chiuse la porta e tornò da me. L’aveva redarguita a farsi gli affari suoi e di andare in cucina a preparargli cena davanti a me e lei non dicendo niente le ubbidì. Capii che Lucio la dominava, probabilmente Giulia ne aveva paura e lui si faceva ubbidire da lei, e intuii che il loro rapporto sentimentale in quei mesi era cambiato....

Tornato a sedersi vicino a me riprese a conversare per convincermi, mentre io ero già quasi per il sì e pensavo tra me mentre parlava:

“Lucio, non solo ha rovinata mia sorella sessualmente facendola poi prostituire per lui, ma ha anche rovinato la mia sessualità, non sono più il ragazzo di prima. Ora mi piace guardare, spiare, ha modificato il mio modo di percepire e approcciarmi al sesso. “E quindi perché devo rifiutare la sua proposta se in fondo mi piace che si realizzasse?” In fin dei conti dopo aver fatto sesso con Giulia avevo scoperto che mi piaceva e ne ero innamorato e verso Flavia provavo si desiderio, ma non sentimenti. Non era più importante come prima per me.

In quelle settimane che avevo riallacciato l’amicizia con Lucio, avevo compreso che mi piaceva più spiare, osservare praticare sesso, che farlo io direttamente. Per questo mi piaceva morbosamente osservare mia sorella quando era con lui sessualmente e ora quel pensiero, quel desiderio si presentava anche su Flavia, la mia ragazza. Ero consapevole di essere diventato quello che psicologicamente si definisce un voyeurista, con una forma di deviazione sessuale dove ricevevo eccitazione e gratificazione nello spiare i corpi nudi o seminudi di persone a me care senza il loro consenso, a loro insaputa, con loro ignare in attività sessuale. A volte questa forma di eccitazione si manifestava anche soltanto con l’ascolto di conversazioni erotiche che facevano tra loro. Il solo pensiero che Lucio avrebbe fatto qualcosa su di esse, sul loro corpo, anche se non direttamente di sessuale, come trasformarle fisicamente, tatuarle, truccarle, vestirle in modo osceno mi eccitava. Ero diventato una sorta di voyeurista feticista…

Non avevo grossi problemi ad avere rapporti sessuali con Flavia almeno in quel periodo, l’unica difficoltà era data dal fatto che quando praticavamo sesso, che non era più amore, dovevo fantasticare di essere con mia sorella Giulia invece che con lei. Oppure io essere Lucio e Flavia posseduta non da me ma da lui, come era accaduto prima con mia sorella e ci fantasticavo sopra. 

Quando le guardavo sia una che l’altra, non mi interessava avere contatti sessuali con loro, no, ora mi piaceva osservarle, vederle o immaginarle godere con lui e di lui e raggiungere l’orgasmo da solo attraverso la masturbazione che mi appagava di più che chiavarle direttamente, o in un secondo momento soddisfarmi attraverso fantasie su ciò che avevo osservato

Come avevo letto nei testi di psicologia e stavo studiando all’università, capii che quella perversione era nata in me in seguito all’osservazione accidentale insieme a lui di mia sorella sotto le gradinate di quella maledetta tribuna, quando lo conobbi e lo sorpresi a spiarla, inconsciamente mi eccitò che lo facesse. E si consolidò quando dopo averla impasticcata e ubriacata la sverginò e la possedette davanti a me sotto il ponte del lido di Ostia. Vederla chiavata e gioire con lui, aveva generato godimento e appagamento sessuale in me, come se fossi stato io stesso a chiavarla. E quel mio compiacimento si rafforzò in seguito alle ripetizioni successive dell’atto carnale tra loro che fantasticavo masturbandomi. Quella attività voyeuristica e fantastica che avevo intrapreso, nel corso del tempo, tese a cronicizzarsi, trasformandosi nella principale forma di soddisfazione sessuale per me. Nel vedere mia sorella o pensare la mia ragazza Flavia, nonché futura moglie chiavata da Lucio mi eccitava più di ogni cosa. 

E mi venivano in mente le parole di Lucio quando ridendo diceva:” Tu spieresti e godresti anche a vedere chiavare tua madre con me …”

Ero turbato, quella condizione era come una malattia, sapevo che non ero normale, ma che ci potevo fare? E pensavo:” Se gli lascio chiavare anche Flavia, ammesso che ci riesca, in fondo non succederebbe niente, lui la chiaverebbe soltanto e poi la lascerebbe a me. Sapevo che il mio comportamento era considerato un disturbo mentale, e la causa era lui, ma era più forte di me lasciare che si manifestasse.

 

In quel periodo vivevo ricorrenti e intense fantasie farei meglio a dire perversioni, anche se sessualmente eccitanti. Avevo idee strane anche su Flavia che mi facevano avvertire impulsi libidinosi, e iniziavo ad apprezzare e accettare il mio comportamento riguardante i pensieri e l’osservazione di lei in procinto di spogliarsi, o impegnata in attività sessuale con Lucio, ignara di essere oggetto della mia attenzione e visione.

Ci provai varie volte a correggermi, ma modificare il mio comportamento voyeuristico mi risultava difficile in quanto non vi era alcun desiderio in me di cambiare il modello di comportamento sessuale che mi dava piacere, ma anzi al contrario, mi soddisfaceva essere così.

Oramai ero consapevole di quello che ero, che ero diventato e mi accettavo. Ciò nonostante mantenevo il mio rapporto sessuale con Flavia, anche se mentre lo praticavo con lei pensavo ad altro, soprattutto a mia sorella di cui mi ero invaghito e forse innamorato anche se era diventata una prostituta. Non ero sessualmente esperto e capace come Lucio, ma lei mi accettava così com’ero, con la mia bassa virilità e le mie défaillance se mai si fossero ripresentate, per amore. 

Cercavo di agire sui pensieri che accompagnavano la mia eccitazione sessuale, per valutare se potevo modificarli e promuovere al loro posto interessi sessuali sani, normali, sia con Giulia, ma soprattutto Flavia che era la mia ragazza.  Ma quando lo facevo all’improvviso mi apparivano quelli che in psicologia si chiamano pensieri intrusivi, non voluti, involontari che prevalevano sugli altri facendomi ricadere in quella eccitazione malata, di vedere anche lei posseduta da Lucio. 

Cercai anche di imparare a gestire l’impulso che mi giungeva all’improvviso di spiare o fantasticare, ma mi veniva difficile. Provai anche a controllarmi contenendo quelle idee, promuovendo mentalmente interessi sessuali differenti e più sani o spostando lo stimolo su altre situazioni che riducevano il rischio di avverare quel desiderio. Ad esempio spostai le mie attenzioni nel momento in cui avvertivo lo stimolo voyeuristico su altro, cercando il modo di riportare quelle idee soltanto sul piano della fantasia, praticando l’autoerotismo soltanto con l’immaginazione e sentire meno la spinta interiore dell’agire, di portare la fantasia nella realtà, di acconsentire a farla chiavare da Lucio.

Ma oramai anche se non lo ammettevo, ero un voyeurista.

Provavo nel momento in cui mi arrivava l’impulso, a spostare il comportamento “compulsivo” in un momento successivo o lontano dai miei cari Giulia e Flavia, per riversarlo su altre persone, sopprimendo quell’impulso attraverso l’autoerotismo. Ma era proprio il pensare a loro a mia sorella, a Flavia che mi eccitava, era quello che avevo dentro di me.

Subito a Lucio dissi di no, anche se non ne ero molto convinto.

“La mia richiesta è sempre valida, fammi sapere se cambi idea prima che glielo finisco.”  E con quel tarlo in testa ci salutammo.

 

Così il giorno dell’incontro che avrei dovuto accompagnare Flavia da Lucio a colorare il tatuaggio, mi lasciai convincere dalla morbosità che avevo in me, pur sapendo che non era normale né corretto quello che facevo, ma anzi perverso. 

Chiamai Lucio dicendogli che accettavo e mi dissi d’accordo con lui. La sua unica risposta con un ghigno trionfante fu:” Lo sapevo che accettavi, è nella tua natura Adriano, non ne potrai più fare a meno di concedere le tue donne.”

Come d’accordo con lui, con Flavia inventai all’improvviso che mia madre non stava bene e l’avrei accompagnata all’Ospedale della Camilluccia per d egli esami. Lei non voleva andare da sola a casa di Lucio.

“Ma dai, vai tu! Ti deve solo colorare il disegno e nient’altro, io non posso a quell’ora lì, se no ci verrei volentieri…”

“Ma io mi sento a disagio sola con lui, già lo sono quando ci sei anche tu figurati da sola.  Non possiamo rimandare a un altro giorno? “Mi chiese.

“Ma no, dai Flavia!  Oramai ha preso il pomeriggio libero per te Lucio, per finirti il tatuaggio. È un ragazzo serio, sai cosa deve fare, ed è anche professionale. Hai visto che con riguardo ti ha coperto le gambe educatamente con l’asciugamano…e poi è questione di un’oretta!” Dichiarai cercando di convincerla.

“Si lo so! Ma mi vergogno.” Ribadì.

“Ma dai Flavia, non ti mangia mica, è il ragazzo di Giulia, mia sorella, figurati se ti mette a disagio sapendo che sei sua amica e la mia fidanzata.” Le risposi.

Alla fine dopo una breve discussione vedendo che tentennava sempre pronunciai seccato:” Guarda, io verrei, ma devo accompagnare mia madre all’ospedale, vedi tu! Se non vuoi andare fatti dare il numero di telefono da Giulia e diglielo tu direttamente di rimandare!” Lei restò in silenzio a pensare e poi esclamò.

“Ma quanto ci stai tu all’ospedale con tua madre?”

“Non lo so!... Un’ora o anche meno, dipende!”

“E lui?”

“Non lo so Flavia! ...Quei lavori lì devono essere fatti bene e non guardando l’orologio… restano per sempre, tutta la vita!” E aggiunsi: “Facciamo così… appena finisco con mia madre ed esco dall’ospedale ti chiamo, se sei ancora lì a casa sua vengo… può darsi che mi sbrigo prima.”

Alla fine si convinse e telefonai a Lucio, e dopo i soliti convenevoli gli dissi: “Guarda che Flavia verrà alle 15.00 ma da sola.”

“Bene, tu vieni mezzora prima, che così facciamo una chiacchierata e ci beviamo una birra…” Rispose e restammo d’accordo così. 

Quel pomeriggio andai prima, chiacchierai e bevvi con lui sottilmente quasi da essere felice se riusciva oltre a Giulia a chiavarsi anche Flavia, la mia ragazza. Non so perché! 

Quando sentimmo suonare il citofono di casa sua, esclamò:” Dai vai di là in cucina e appena si sdraia nel lettino che ti dà le spalle ti metti sulla apertura della porta e guardi che te la lascio socchiusa.

Così feci, andai in cucina, sentii quando aprì la porta d’entrata e la fece entrare:” Vieni! ...” La invitò:” Adriano arriva dopo?” Domandò fingendo di dispiacersi che io non ci fossi.

“Adriano viene dopo, ha accompagnato sua madre in ospedale a fare degli esami … “Rispose lei agitata ad essere li, sola con lui.

“Ah bene, accomodati, vuoi bere qualcosa, una birra?... Qualcos’altro?” Le chiese.

“No grazie!” Rispose Flavia.

“Dai una birretta in due!” Insistette e senza aspettare risposta proseguì: “Aspetta che le vado a prendere. “

Venne in cucina, prese una birra e due bicchieri e metà la versò in quello di Flavia insieme a qualcos’altro.

“Che cos’è?” Domandai sottovoce curioso.

“Niente di particolare, uno stimolante come quello che avevo messo nel bicchiere di Giulia a Ostia, alla sagra della Tellina, quando poi andammo sotto il ponte alla spiaggia.”

Non dissi nulla, prese i bicchieri e ritornò da lei e naturalmente le passò quello con lo stimolante. Bevvero chiacchierando, lui si bevve tutta la mezza birretta e Flavia metà di quella metà che aveva messo nel bicchiere, che serviva per disinibirla.

“Bene ora incominciamo!” Dichiarò:” Togli i pantaloni e sdraiati, io mi giro.” Nel mentre mi avvicinai.

Mi avvicinai alla porta socchiusa della stanza da estetista di sua sorella e nascosto guardai.

Seppur imbarazzata veloce Flavia tolse i Jeans e si sdraiò dicendo:” Sono pronta.”

Lucio si voltò avvicinandosi le spostò giù il bordo superiore delle mutandine sopra il sesso e mise l’asciugamano sulle cosce dicendo. “Vediamo se è cresciuto un po’ il pelo?” Rispondendosi da solo:” Eh sì, punge! gli do un’altra ripassata con il rasoio.” E prendendo un po’ di schiuma gliela passò sulla parte superiore del pube. Abbassando con quella manovra più della volta precedente di quanto c’ero io, ancora un poco lo slip di pizzo bianco e la rasò la zona esposta maggiormente, poi posato il rasoio le tirò più su la maglietta scoprendole l’addome, dicendole che era molto bella e che quella T short la rendeva sexy e non voleva che senza volerlo si sporcasse di inchiostro.

Lei seppur imbarazzata lo lasciò fare.

Subito prese a lavorare sul suo tatuaggio chiedendole tanto per parlare qualcosa: “Quindi va tutto bene con Adriano?”

 “Si!... Perché?” Chiese stupita di quella domanda:” Ci amiamo…” Precisò.

“Ah bene!... Ma l’amore a volte non è tutto nella vita.” Rispose lui.

Sentii con mia soddisfazione che lei ribatté:” Per me lo è!” Senza accorgersi che nelle parole di Lucio c’era il sottointeso, la voglia di sedurla. E lui mentre colorava continuò:

“Veramente? Una ragazza sexy come te oltre l’amore potrebbe avere di più!”

“E cosa?” Gli chiese sorpresa.

“Soldi, begli abiti di marca e decine di ragazzi ai suoi piedi.”

“Ragazzo ce ne ho già uno e mi basta.” Ribatté ridendo.

“Avevo pensato che tu avessi almeno un paio di ragazzi o che convivessi con qualcuno!” Proseguì lui. Lei ascoltava incredula a quelle parole e a quel tipo di discorso che l’imbarazzava.

“Oh, beh! Non frequentavo i ragazzi prima di Adriano, non mi piacevano…” Precisò:” … erano diversi, dei maiali totali che pensavano a una cosa sola. Adriano invece è dolce e buono… Quelli che ho conosciuto volevano solo fare le porcate sessuali…” Affermò.

“Chiavare?” La interruppe volgarmente Lucio aggiungendo:” Certo Adriano è bello, piace a tutte le ragazze. Ci scommetto che è stato il primo con cui hai fatto sesso…” Le domandò facendola sorride in una espressione di ammissione. Proseguendo: “Ma sai Flavia, i ragazzi belli non sono portati a chiavare… sono per una chiavata veloce, chiavatine…. Sono così pienamente consci della loro bellezza che penso preferirebbero fare sesso con sé stessi, figuriamoci se sanno come compiacere e fare godere una donna.”  Affermò mettendola a disagio con quel linguaggio esplicito e quella parola “chiavare” che non faceva parte del linguaggio di Flavia e che lui ripeteva, mentre chinato sul pube senza guardarla in viso continuava a colorare il tatuaggio, cambiando spesso penna con colori differenti.   

Lucio notava che era insofferente e muoveva le gambe dovuto all’inizio dell’effetto dello stimolante che le aveva fatto bere e le chiese sorridendo:” Sei agitata?!”

Flavia portando il braccio con la mano sui capelli rispose:” No, sono solo accaldata…”

E lui pronto pronunciò:” Sarà questo asciugamano sulle gambe che ti porta calore…” E senza dire nulla, né chiederle se poteva farlo, con un colpo di mano lo tolse gettandolo su una sedia vicina, lasciandola a vista con le mutandine abbassate al limite dell’inizio della vulva, chiedendole nuovamente:” Vuoi bere ancora qualcosa di fresco, un’altra mezza birretta…?” Esclamò. 

Lei a disagio subito disse di no…poi alle sue insistenze accettò. Lui sospese un attimo di colorare il tatuaggio e andò a prendere le birrette in cucina, e passando davanti a me sussurrò:” Ci siamo quasi… Tra un po' te la chiavo!”  Facendomi avere un tuffo al cuore a quelle parole volgari, in un misto di piacere e dispiacere che accadesse davvero.

Aprì le birrette e le portò da lei senza bicchiere e tirandola su con il tronco facendola sedere sul lettino diedero qualche sorsata sul collo di bottiglia. Lucio la osservava come lei metteva le labbra in posizione di suzione appoggiandole al margine del vetro in bocca, e dal porco che era per immaginarsi chissà cosa, come se la guardasse fare un pompino. Per poi dire:” Bene, ora torniamo a lavorare…” 

Sembrava attento e premuroso e facendola sdraiare nuovamente si rimisi e a lavorare sul pube.

La penna seriografica pungeva, vibrava dipingendo la pella di Flavia e lui pronto le passava sopra del tessuto chiamato di bellezza mentre lo colorava, per pulire il tatuaggio. Ogni tanto spruzzava un po’ di liquido sul cosiddetto tessuto di bellezza e tamponando lo asciugava rimuovendo l’inchiostro sia dal suo monticello di venere che più in basso all’inizio della vulva. Spiegandole mentre lo faceva: “Te lo tampono con un detergente apposito per la detersione della pelle tatuata. È un sapone delicato a base di pantenolo, aiuta a mantenere il naturale livello di idratazione della pelle e supporta il processo di rigenerazione cutanea colorata. Quello che adopero io è sapone verde. “Le riferì come se a lei interessasse, proseguendo nelle sue informazioni:” Poiché il pigmento del colore ha una certa adesione, il sapone verde pulisce meglio.” Lei ascoltava per educazione e per nascondere quello stato di inquietudine e accaloramento che la stava prendendo, mentre Lucio, con la scusa di tatuare, con la penna tenuta tra il pollice e l’indice, con il mignolo e l’anulare muovendo la penna li comprimeva e li strusciava sul sesso sopra le mutandine, imbarazzandola. Flavia a sentirsi toccare la vulva chiudeva le gambe strette, come a cercare di mantenere serrato dentro sé quel piacere che stava montando e avvertiva aiutato anche dagli stimolanti.

In silenzio osservavo e subito dopo sentii la voce di Lucio che diceva: “Va bene, qui abbiamo finito. Ora resta come sei, non ti muovere!” Appoggiando la penna per tatuare sul tavolino da lavoro alzandosi accanto a lei.

“Questa volta vai in bianco…” Pensai felice:” … Altro che ci siamo… la chiavo…!”

Ero felice, ma anche dispiaciuto che non l’avrei vista chiavare con Lucio, oramai ero accaldato.

Flavia era eccitata dal sentirsi lavorare e manipolare sopra il sesso, imbarazzata si vergognava, si notava sempre sulla mutandina la linea rientrante di essa che mostrava la fessura della sua vulva umida. E mentre lui trafficava sul ripiano, lei dondolava le cosce aprendole leggermente lentamente e richiudendole velocemente in modo continuo, e quella manovra muovendo le grandi e piccole labbra vaginali le dava piacere. Come fanno alcune ragazze a scuola sedute dietro il banco per darsi piacere da sole aprendo e chiudendo le cosce velocemente.

Lucio si voltò porgendole subito uno specchietto per poter osservare il tatuaggio finito.

“Guarda che meraviglia!” Esclamò superbo.

“Wow è fantastico! “Rispose lei stupita e accaldata, eccedendo nei termini e nella confidenza.

“Bene, sono contento che ti piaccia. Ora lascia che ti pulisca bene.” Disse asciugando il tatuaggio tamponandolo delicatamente con un panno morbido anche vicino agli inguini, a filo dei peli rimasti che sporgevano dai margini gambali della mutandina e sopra il clitoride, per assicurarsi che tra le pieghe non ci fosse ancora del sudore o detergente. E subito dopo senza chiedere e dire nulla prendendole il tessuto sui lati gliele abbassò inaspettatamente sulle cosce, scoprendo la vulva facendola sussultare e arrossire in viso, mostrando la figa. Quel sesso mezzo rasato, superiormente liscio come il vetro con il tatuaggio fresco e inferiormente sulle grandi labbra al margine della fessura vulvare con ancora i ciuffi di peli scuri.  Dicendo:

“Ti applico uno strato di crema lenitiva sul tatuaggio per idratare e riparare la cute lesionata. Se senti fresco, è perché l’ho tenuta in frigo. E mise una crema sull’indice e nello spalmargliela continuò a girarle il pollastrello sulla pelle tatuata. Flavia imbarazzata e vergognosa guardava in alto il soffitto, pensando ingenua che per i tatuaggi bisognava fare così, e lui proseguiva, prestando attenzione di metterlo bene anche attorno. 

Io ero eccitato a osservarlo toccare Flavia vicino al sesso, lui con l’indice le accarezzava anche i peli dicendo:” Io tutta questa peluria la toglierei, ti sta male, la raserei completamente… non ti servono a niente se no a sporcarli ogni volta che fai pipì.”

Eccitata Flavia non diceva niente, lasciando che il suo dito scendesse di più, finché iniziò a soffiare forte e il suo respiro divenne affannoso. 

Ero infervorato anch’io come lei e fu in quel momento che arrivò al clitoride già gonfio, e senza dire niente, senza il suo permesso glielo passò sopra accarezzandolo, per scendere ancora senza che lei dicesse nulla e lo impedisse, fino ad arrivare con le sue dita a sfregare lungo la fessura, per poi premere e dischiuderle le grandi labbra vaginali umide ed eccitate, ed entrarle dentro con la falange del dito medio.

“No questo no… non voglio!”  Mormorò con la voce rotta ed emozionata Flavia.

“Sssssshhhhhh!!” Esclamò lui autoritario aggiungendo:” Ce l’hai già tutta bagnata e schiumosa…”

E nel tentativo passivo di tenergli il braccio per fermarlo, lo guardava in faccia, nel suo volto smusso con il naso aquilino e il capo rasato. Era brutto Lucio, ma sono certo come successe a Giulia, che anche su Flavia esercitasse un’impressione di repulsione e purtroppo anche d’attrazione.

E muovendo il dito medio sulla fessura vulvare, lo spingeva facendolo entrare sempre più, procurandole brividi che come scosse le attraversavano il corpo facendole per reazione stringere le gambe. Nel mentre lui con l’altra mano prese il margine inferiore della maglietta e lo tirò su dall’addome fino al reggiseno, e trascinando su anche quello le scoprì le mammelle e subito apparvero i suoi capezzoli turgidi, irrigiditi e sporgenti mentre diventava sempre più eccitata dal toccarli di Lucio. 

Non avvertiva fastidio al suo toccarla, ma anzi, la sua passività denotava che provava piacere ad avvertire le sue dita su di lei, nonostante il tatuaggio frescoMa osservandola passiva e arrendevole a tenerlo per l’avambraccio, avevo la sensazione che Flavia ben sapesse cosa Lucio le stesse facendo e avesse intenzione di compiere.

“Mi sei sempre piaciuta!” Mormorò a voce bassa:” Fin dalla prima volta che ti ho vista con Adriano…” E proseguì a tracciare con il dito il contorno del suo foro vaginale che sembrava chiedere a lei l’elemosina di poterle praticare un ditalino, di poter entrare nel suo anfratto caldo e umido.

Flavia oramai, più eccitata che imbarazzata lo osservava negli occhi turbata, pronunciando flebili tentativi verbali di resistenza: ” No… può arrivare Adriano e …” Non riuscì a terminare la frase che lui sorridendo con il suo ghigno superbo fece scivolare le dita sul clitoride titillandolo e contemporaneamente tranquillizzandola:” Non verrà Adriano, ma anche se fosse, la porta è chiusa a chiave, dovrebbe suonare il campanello e tu avresti il tempo di rimetterti a posto.”

Con quella frase le faceva capire chiaramente che la voleva chiavare e lei restava immobile a farsela toccare a lasciarsi titillare.

Lucio continuò a solleticarle il clitoride e poi abbassando il dito lo porto tra le grandi labbra vaginali, mentre un piccolo lamento di piacere usciva dalle labbra di quella che era la mia fidanzata, intanto che lui proseguiva ad impiegare le dita sul suo sesso.

“È difficile da raccontare e spiegare quella situazione, avreste dovuta vederla, ricordo solo che anch’io ero molto accaldato ed eccitato.

Infilò la mano con il braccio tra la sua schiena e il lettino e di colpo la tirò su con il busto e vidi il capo rasato di Lucio abbassarsi su di lei, sul suo volto e il suo respiro caldo, mentre gli occhi di lei lo osservavano fisso senza dire nulla. Poi si abbassò ancora di più, appoggiando le sue sulle labbra morbide e carnose di Flavia, mentre il dito medio penetrandola la masturbava facendo aumentare il suo piacere. Lucio la baciò dolcemente, continuando simultaneamente a penetrarla con il dito medio e a stuzzicare il clitoride con il pollice e poi senza preavviso, le cacciò la lingua insalivata e calda in bocca e contemporaneamente penetrandola fino in fondo con il dito medio, arrivando con le nocchie della mano contro le grandi labbra e i peli.

Sentii Flavia gemere e per reazione stringerlo sulle braccia e baciarlo anche lei, mentre lui muovendo velocemente la mano iniziò a farle un ditalino intenso, facendola gemere di piacere, finché le gambe di Flavia, la mia ragazza, si allargarono di più per favorire il contatto fino in fondo con il suo dito lungo e ossuto, intanto che la sua lingua calda e bavosa la baciava.

In silenzio dietro la porta osservavo e pensavo:” Si, forse riesce a chiavarla davvero… che troia, è anche lei come le altre…” Anche se potevo giustificarla che era in preda agli eccitanti bevuti.

E vidi Lucio che staccandosi le prese le mammelle, più grandi di quelle di Giulia e gliele accarezzò, poi strisciando le mani su fianchi prese le mutandine dalle cosce e le tirò giù fino a piedi togliendole insieme ai sandali, lasciandola nuda dal reggiseno rialzato in giù.

Si slacciò la cintura dei pantaloni e li spinse in basso assieme allo slip, finché gli caddero per inerzia, tirando fuori da essi la sua asta virile ed eretta. E tirando Flavia più in giù con il sedere sul lettino verso di sé, allargandole bene le gambe si avvicinò tra esse, le accarezzò la figa con le dita e appoggiò la cappella sulla vulva, mentre lei incredula si guardava attorno in preda allo smarrimento e all’eccitazione.

Con la cappella appoggiata alla vulva tra le sue grandi labbra vaginali chinò il capo e si mise a leccare il seno e succhiare e mordicchiare i capezzoli, con lei che confusa gradiva molto ciò che le faceva. Inaspettatamente prendendola per i fianchi spinse il bacino in avanti con un colpo di reni e la cappella, seguita dalla sua asta di carne dura eretta entrò il lei penetrandola, facendola sussultare da quell’intrusione, iniziando a muoversi ritmicamente accarezzandole con una mano il seno e con ‘altra i fianchi. Quel piacere provato dell’addentrarsi del suo cazzo in lei, fecero sì che la figa di Flavia si aprisse maggiormente e si rilassasse, spingendo il suo bacino verso Lucio, lasciandosi penetrare completamente.

“Ce l’ha fatta quel bastardo!” Pensai vedendola penetrata totalmente mentre eccitata e smarrita per reazione al piacere provato si stringeva a lui tirandolo a sé, abbracciandolo. Anche lei come Giulia era una sua e mia vittima… Vivevo sentimenti ed emozioni contrastanti in quel momento a osservarla posseduta da lui, di gelosia e piacere nel vederla tradirmi sessualmente. Odiavo Lucio che mi aveva rovinato la vita ame e mia sorella e ora anche a lei, la mia fidanzata, ma lo invidiavo per la sua virilità, per le sue capacità amatorie che io non avevo.

Flavia sul lettino in posizione ortopnoica, con il tronco leggermente in su appoggiato sui gomiti a gambe larghe, godeva delle sue spinte in vagina a sentire arrivare la cappella a toccarle l’utero. Ed i gemiti di piacere le fuggivano dalle labbra calde e vogliose, intanto che lui si muoveva dentro di lei, nella sua figa, chiavandola e baciandola sul volto. I suoi gemiti di godimento provocavano in me fremiti e stimoli eccitatori nello spiarli, nel vedere come fu per mia sorella, la mia fidanzata chiavata da lui, e nello stesso momento titillandole e tirandole con le dita violentemente i capezzoli, mentre il suo pube le batteva contro il clitoride. E a quella scena fui anch’io pervaso da brividi di godimento in tutto il corpo.

Ero certo che lei così eccitata e godente di Lucio, in quel momento non le sarebbe importato nulla se fosse stata vista.

Flavia era abituata a fare sesso con me in modo diverso, io ero dolce e romantico con il sussurro di paroline dolci e d’amore, ma a vederla sembrava che a fare sesso con lui in quel modo vigoroso le piacesse maggiormente. 

La scrutavo semi seduta sul lettino, a gambe divaricate, con lui che si passava le sue cosce intorno ai fianchi e dietro alla schiena, per tenerla stretta a sé e farglielo sentire di più, afferrandola per i fianchi per guidarla, mentre lei abbandonandosi si lasciava chiavare.

Sentii la voce di Flavia gemere un: “Oh sììì!!!”  Intanto che il suo corpo iniziava a tremare e muoversi insieme al lettino in cui era seduta sopra, e la figa accompagnata dalla pelvi dare spinte contro lui, probabilmente inumidendosi di umori vaginali fino a venire e godere liberamente, baciandolo d’istinto sul volto. Quel suo volto smunto, dal naso aquilino che riteneva brutto. Fu come se fosse impazzita lo abbracciava, godeva e veniva, e io immaginavo il suo godimento e gli umori di piacere che si formavano in vagina come se sgorgassero da una sorgente. Era un fiume di piacere con Lucio in quel tradimento. Li guardavo, lui dritto i piedi tra le sue cosce che la chiavava accarezzandole il seno e i capelli. E lei che sembrava affogare nei gemiti di piacere che provava, tanto che le restavano in gola. D’istinto a quella visione, mi toccai, lo tirai fuori e nascosto dalla porta semichiusa iniziai a masturbarmi. Mi piaceva guardarli chiavare e segarmi… e vedere lei, quella che era la mia fidanzata lasciarsi chiavare e gioire con lui. 

Immaginavo la vagina piena della carne dura che si muoveva in continuazione dondolando dal piacere sul lettino. Il viso della mia Flavia era contratto, sudato, arrossato con espressione estasiata, coperto in continuazione dai baci di Lucio, aggressivi ed appiccicosi con il sudore dal caldo colarle e gocciolare dalla fronte sul mento per cadere sul volto e sul suo petto di Flavia.

Lui continuò a farsi strada sul suo corpo con i baci e leccate sulla pelle e mi resi conto che io non l’avevo mai chiavata in quel modo brutale e passionale e per questo le piaceva.   

Continuava a possederla nella figa mezza depilata baciandola e cacciandole l’alito insieme alla lingua nella sua bocca calda, allungandola e muovendola come una serpe contro la sua. Alternava e la leccava sull’orecchio e sul collo inebriandola, incurante del sudore sulla pelle che leccava anche quello. Era tremendo il modo in cui Lucio la possedeva, ma ero a conoscenza che ci sapeva fare e che era un porco.

E io perversamente ero eccitato nell’osservarli, mi immaginavo il cazzo dentro la figa umida della mia Flavia muoversi su e giù, e la cappella raggiungere battere sulla cervice uterina e ritornare indietro per poi rifarlo di nuovo, facendola godere tantissimo.

Quel bastardo l’accarezzava, baciava e chiavava e lei in preda al godimento ricambiava. Tutto ciò al sottofondo musicale di radio kiss kiss. 

Per me era sconvolgente vedere Flavia, quella che per tutti, anche per mia madre era la mia fidanzata, che avevo sverginato io, chiavare anche lei come mia sorella con Lucio, quel maledetto.    

All’improvviso l’orgasmo fu fortissimo si mise a scuotere tutta e lo abbracciò iniziando a 

Gemere: “Ahhh…!”  Avvinghiandosi a lui muovendo il bacino e accompagnandolo mentre lui le dava colpi profondi e vigorosi.

Le afferrò con entrambe le mani i glutei energicamente e iniziò a dondolarla facendosi seguire nei movimenti del bacino, aiutandola a chiavare più intensamente e profondamente, accompagnandola incontro alle sue spinte. In quel momento sudavo, immaginavo la figa calda e appiccicosa di Flavia che a ogni colpo dei suoi reni si allargava e bagnava maggiormente.

Lei smarrita, apriva e chiudeva gli occhi, incredula si rendeva conto che stava facendo sesso con Lucio, ma senza capire come potesse essere successo che fosse giunta a quello, e nonostante lo stupore e lo smarrimento da come l’abbracciava le piaceva molto. 

Lucio era bravo a chiavare e a lei piaceva molto il modo in cui la possedeva e portava all’orgasmo. Con me non aveva mai avuto due orgasmi consecutivo, ma in quel momento, eccitato non mi ponevo il problema se fosse Lucio a darglieli. 

“Ti piace se ti chiavo come una puttanella, come a Giulia?” Le sussurrava in modo che io sentissi: “Ti fotto forte, come una puttana... ti piace?” Ripeteva esaltato e trionfante!” 

E lei godente e confusa con un flebile rispondeva:” Sì, mi piace!”

Penso che quella frase di chiavarla come una puttana, non certo romantica ma utile in quell’intimità l’abbia eccitata per davvero, perché i suoi occhi si chiusero per godersi quei momenti e quelle parole emettendo rantoli soffocati, fino a quando rompendo la voce capii che aveva un altro piccolo orgasmo.

L’aveva spinta oltre ogni limite raggiunto fino a quel momento.

Io eccitato, tremai quando il mio cazzo duro nell’orgasmo di vedere la mia ragazza chiavata da lui iniziò a spruzzare il liquido seminale caldo e umido facendolo cadere sul pavimento:” Si…sì…sì … “Pensavo mentalmente eiaculando. Erano gli unici pensieri scellerati che avevo in quel momento:” …chiavala… chiavala Lucio… falla godere…” Mi ripetevo. E Flavia mentre veniva lo baciava sul volto, e lui le leccava e mordeva il collo facendola fremere in modo incontrollabile.

Flavia a gambe larghe lasciava che la chiavasse dando spinte intense e veloci.

Certamente aveva la figa bagnata mentre iniziava a tremare per l’orgasmo che le stava ritornando. E Lucio, incurante che dietro la porta ci fossi io continuò a possederla finché all’improvviso gridò un” arghhh” bestiale e venendo, veloce lo tirò fuori iniziando a sborrarle con il suo sperma caldo, latteo e abbondante sulle cosce e non sull’addome, per salvaguardare il tatuaggio.

Erano venuti, lei portò le mani sulla vulva stringendola con le dita come a voler imprigionare il piacere che provava e ancora aveva dentro, e restarono in quella posizione con lui in piedi davanti a lei con la sua asta dura per molti secondi appoggiata sulla coscia. Dopo qualche minuto dall’orgasmo lui le prese le mani e tirandola a sé l’aiutò ad alzarsi dal lettino, ritrovandosi faccia a faccia guardandosi silenziosi e ansimanti negli occhi. Lui prendendole il volto tra le mani lo baciò profondamente e si abbracciarono entrambi sudati, tenendola stretta a sé, accarezzandole in piedi delicatamente il corpo, le cosce e la schiena e appena ripresasi, la baciò dolcemente sulle labbra dicendole “Spero che ti sia piaciuto?”

A quella domanda Flavia sorrise mormorando a bassa voce e guardandolo negli occhi: 

“Si!” Rispose E passandole l’asciugamano che prima aveva sulle gambe, la esortò:” Ora pulisciti dallo sperma senza toccarlo con le dita e mettiti a posto, non dire nulla ad Adriano che abbiamo fatto sesso assieme, che lui non lo saprà mai… come io non lo dirò a Giulia e non lo saprà nemmeno lei. Saranno cornuti!” Esclamò ridendo, non sapendo che Giulia l’aveva già reso cornuto con me. E mentre lei si puliva le cosce lui continuò: “Mi sei piaciuta sai!  Se vuoi lo possiamo rifare, ma la prossima volta nel letto, nudi completamente… “Precisò. Lei lo guardò e non rispose a quell’invito, era frastornata da quello accaduto, aveva tradito me, pur contro la sua volontà si era concessa a lui e ne aveva goduto. E Lucio leggendo il suo imbarazzo in volto aggiunse:” Basta che gli dici che vuoi fare qualche altro tatuaggio o ingrandire quello che hai, così vieni qui quando lui non c’è e chiaviamo. Vedrai sarò ancora più bravo e sarà ancora più bello. “Ridacchiando da solo della sua pessima battuta.

Nel frattempo da dietro la porta continuavo a spiare e vedevo Lucio che mentre la baciava la stringeva per i fianchi tirandola contro il suo cazzo mezzo mollo ma ancora gocciolante. Osservavo la morbidezza delle pliche della figa e delle grandi labbra vaginalidi Flavia, che seppur coperte dalla peluria erano ancora dilatate dal rapporto sessuale, con la turgidezza del clitoride gonfio sopra i peli. Sembrava un’altra, una ragazza avvezza a fare sesso senza remore, anche lei una puttanella, una troietta come tutte le altre… come Giulia. 

“Ora vatti a lavare!” La esortò Lucio. Io mi nascosi nella camera di sua madre a porta chiusa, lei dopo essersi lavata si vestì, Lucio la salutò con un bacio improvviso sulle labbra e frastornata uscì. 

Anch’io uscii fuori dalla camera di sua madre e dopo aver parlato un po' con lui che mi sbandierò il suo trionfo e le sue capacità sessuali, vuoto dentro di me e forse pentito dell’accaduto me ne andai anch’io.

 

Appena fuori la chiamai allo smartphone chiedendole:” Sei ancora lì amore?”

“No… ho finito poco fa, sono uscita. Sono quasi al Gianicolo!” Rispose.

“Allora aspettami lì che arrivo anch’io con mia madre ho finito!” Pronunciai.

Arrivai al Gianicolo che lei era davanti ai giardini.

“Ciao amore!” Le dissi andandole incontro e dandole un bacino sulle labbra.

” Ciao!” Rispose ricambiando il bacio. E passandole il braccio sulle spalle a stringerla a me domandai: “Te lo ha colorato il tatuaggio, è tutto a posto?” 

“Si lo ha colorato ma ora è coperto da una garza.” Disse.

“Be me lo farai vedere appena puoi.”  Replicai abbracciandola e fingendo di non saper nulla. 

La vedevo silenziosa, nervosa e inquieta:” Forse è pentita di quello che ha fatto…” Pensai, ma lei aggiunse subito senza guardarmi:

“Forse dovrà ripassare i margini per evidenziarli di più e dovrò tornare da lui.” 

“Ah bene…Ma come lo ha finito? Ti piace?”

“Si…” Rispose.

“Bè l’importante è che a te è piaciuto e sei soddisfatta.” Affermai e al suo silenzio con una punta di rancore perfidamente e cattivamente ripetei:” Sei soddisfatta tu?”

“Si…sì… son soddisfatta…è bravo.” Rispose quasi balbettando.

Assurdamente anche se ero arrabbiato mi piaceva ed eccitava vivere quella condizione del cornuto ignaro, con lei all’oscuro che sapessi che mi aveva tradito con Lucio.

Ma era inutile che me la prendessi con lei o con Lucio, la causa di tutto quello che avveniva ero io…solo io, con quel mio desiderio malato di vedere i miei cari fare sesso con altri e di volerlo rifare con Giulia.   

Inutile dire che nelle settimane successive andò ancora e fece altri piccoli tatuaggi erotici intorno a quello e in altre parti del corpo, compreso un piercing all’ombelico. Io l’accompagnavo e poi andavo via, adducendo sempre impegni per lasciarla sola con lui, mentre d’accordo con Lucio fingevo di uscire e restavo nascosto a spiarli in camera, intanto che nudi come vermi chiavavano nel letto. Oppure uscivo realmente da casa e morbosamente mi trastullavo con il pensiero di quello che le faceva, facendomi raccontare dopo da lui cosa era successo. La convinse e si lasciò rasare completamente la figa, dicendo a me che l’aveva fatto lei di sua iniziativa, che in quel modo a metà, senza la parte superiore non le piaceva. Ebbe anche rapporti orali con quel porco, le insegnò come a Giulia a fare i pompini e fece anche oltre. Ma mi interessava relativamente, Flavia non la soffrivo più, avevo perso l’interesse e l’attrazione per lei e avevo altre idee in testa.

A oggi che scrivo sono passati sei mesi da quando ho accettato la relazione di Flavia con Lucio, che lei pensa sia segreta. Giulia esce sempre con lui, continua a essere una sua sex work, anche se più di una volta ha provato a lasciarlo, ma oramai è il suo bancomat come diceva lui e non le permetterà mai di piantarlo. Continua studiare all’università e a fare la escort su appuntamento, è cambiata molto, è sempre bellissima ma è diventata fredda, credo che voglia sganciarsi da lui ma non sappia come fare, lui non la molla. E conoscendolo bene non mi stupirei se le avesse già messo le mani addosso e picchiata per toglierle certe idee, di andarsene, di lasciarlo e forse mettersi in proprio. Più di una volta l’ho vista con dei lividi e segni sulle braccia e sul corpo, ma alle mie domande e quelle di mia madre ha sempre risposto che erano gomitate e se li era procurati giocando a basket…. 

Io frequento il terzo anno alla facoltà di psicologia alla Sapienza e esco sempre con Flavia facendo il cornuto ignaro. Mia madre è sempre con quel Sergio, ma pare che anche per loro l’idillio sia finito e ogni tanto litigano. Chi sta bene è mio padre a Verona.

 

In quei giorni nei miei pensieri malati avevo iniziato a pensare e a ragionare in modo perverso:

” Se Flavia continua a farsi chiavare da Lucio pensando a mia insaputa e io la vorrei lasciare, potrei farlo. Avrei la prova della sua infedeltà, anche se l’ho voluta io.  Ma non è quello che mi interessa lasciarla ed essere cornuto…”  Consideravo. E scelleratamente giocando con la mente mi apparivano idee depravanti e continuavo a pensare: “Potrei chiedere a Lucio se me la trasforma come Giulia, se mi fa diventare Flavia anche lei una sex work, una escort come le chiama lui, farla diventare il mio bancomat e io il suo magnaccia…” Pensavo. “Lui è bravo in queste cose, potrebbe riuscirci… come c’è riuscito con Giulia.” E valutando quella possibilità assurda aggiungevo:” Oppure gli potrei chiedere di fare un baratto, lui fa diventare una troietta, una sex work con l’aiuto di sua sorella Claudia anche a Flavia e io gliela lascio in cambio di Giulia. Lui lascerebbe perdere mia sorella e in cambio avrebbe Flavia, sarebbe un baratto…”  E riflettevo:” Ma dovrei avere una richiesta valida per dirgli che Giulia deve lasciarlo, se no, non accetterebbe mai. E io e Giulia potremmo avere la nostra relazione amorosa, andare a vivere lontano da qui, a Verona da mio padre. Studiare la all’università, così non torneremmo più a Roma e Giulia potrebbe continuare a fare la escort solo per sé stessa o per me. La proteggerei e organizzerei il suo lavoro io…In quel modo avrei mia sorella tutta per me… e saremmo liberi di amarci.”  Erano supposizioni mentali, idee malsane che mi venivano e attraevano, al punto che ero tentato di fare a Lucio quella proposta, ma ero diffidente e guardingo, e continuavo a pensare conoscendolo bene:” Se mi dicesse di sì, e con i suoi metodi, quelli di sua sorella e suo cognato Nando riuscissero a fare diventare davvero anche Flavia una sex work, una prostituta e poi invece se le tenesse tutte e due?... Facesse prostituire sia Giulia che Flavia per lui e suo cognato? Sarebbe capace di farlo di tenersele entrambe…” Riflettevo.

Non sapevo a cosa pensare. Certo era un modo per salvare Giulia da lui, in cambio gliene avrei lasciato un'altra, lui non ci avrebbe perso niente, avrebbe sempre avuto sempre il suo bancomat e sarebbe restato contento, anche se era meno bella di Giulia e Flavia avrebbe iniziato a fare la escort per lui… Ma dovevo trovare una motivazione valida e reale perché accettasse che Giulia venisse via da lui e acconsentisse a quel baratto. Riflettei molto e trovai una soluzione.

Alla fine mi decisi e un giorno che eravamo soli ne parlai con lui, cercai di essere più intelligente di lui approcciandomi alla richiesta, dicendole.

“Lucio, verresti via da Roma tu?”

“Via da Roma? Come?  E perché? No mai… per nessun motivo al mondo lascerei la mia città, per niente.”

E allora cercai di essere più esplicito:” Rispondi a una domanda, se dovresti scegliere tra Giulia e Roma, chi sceglieresti?”

“Ma che è un gioco?” Borbottò.

“No, ma rispondi!”

“Manco a dirlo, sceglierei Roma la mia città, mi dispiacerebbe per Giulia ma sceglierei Roma.”

“Sai perché ti ho detto questo? Perché probabilmente tra sei mesi. io e Giulia dovremmo andare a vivere a Verona con nostro padre, ci vuole da lui e quindi andremo ad abitare là, Roma la lasceremo.”

“Ma perché Giulia non può restare qui e tu vai da tuo padre?” Ribatté.

“No, Mio padre è molto legato a Giulia, non l’accetterebbe mai. Non vuole che resti sola… Nostra madre è con Sergio… e vive la sua vita e anche lei vorrebbe che noi vivessimo a Verona con papà…”

“Bisogna vedere se io la lasciò andare…” Replicò superbo.

“Guarda che se non andiamo e mio padre scopre qualcosa vi denuncia a tutti, vi fa arrestare… lui non scherza.”

“Ma non può fare una cosa simile ora che ho trovato il mio bancomat…” Disse serio.

“Un metodo per riuscire a non cambiare niente, solo il soggetto ci sarebbe…” Mormorai.

“Spiegati meglio.”  Mi ingiunse.

“Ecco, tu resteresti sempre con il tuo bancomat, la tua puttanella sex work e saresti sempre magnaccia qui a Roma, ma non più con mia sorella Giulia, ma con la mia fidanzata Flavia, quasi ex… che intanto ti chiavi sempre. Io quando andremo via lascerò, non porterò con me Flavia, resterebbe a Roma, a parte che non so nemmeno se vorrebbe venire a vivere a Verona e se i suoi la lasciassero vivere in un'altra città lontano da Roma. E comunque anche se verrebbe con me, la lascerei lo stesso, chiava più con te che con me.” Esclamai.

Restò in silenzio poi mormorò:” Ma davvero andrete via?”

“Si, te l’ho detto, mio padre ci vuole su da lui, soprattutto a Giulia. La ci sono i nonni, gli zii, anche qui, ma come vedi anche tu, da quando mia madre si è messa con quel Sergio, siamo allo sbando, soli si può dire e mio padre non vuole, non sa di Giulia, per lui a vent’anni e sempre una ragazzina pura.” 

Mi guardò a lungo e poi rispose:” Ti farò sapere!”

C’ero riuscito, il fatto che prendesse in considerazione la mia proposta significava che era possibile che si avverasse e visto che era dubbioso e probabilmente ne voleva parlare con Nando, dimostrava che c’era una probabilità e corsi a casa e informai subito Giulia:” Senti, ti devo parlare…” Le dissi agitato e le spiegai.

“Naturalmente tutto questo se sei d’accordo anche tu, andremo via a vivere a Verona per qualche anno, per i fatti nostri, vicino a papà ma indipendenti, ma soprattutto senza più Lucio e la sua famiglia. Continueremo a studiare e a fare la nostra vita e una volta laureati ritorneremo a Roma. Così non saresti più la puttana di quel bastardo…” Restò in silenzio anche lei e io aggiunsi:” Se vuoi continuare a praticare sex work lo faresti per conto tuo, guadagneresti tu e io sarei con te!”

Riflettendo sorrise:” Faresti tu il mio magnaccetto ?” Mormorò.

“Si!” Risposi subito deciso:” Lo farei io…”

“E Flavia prenderebbe il mio posto? Diventerebbe lei la escort della famiglia…”

“Si sono già informati e Lucio mi deve dare solo una risposta.”

“E Flavia cosa dice?” Domandò mia sorella.

“Niente, lei non lo sa! È già l’amante di Lucio, hanno iniziato a chiavare quando la tatuata la prima volta e ora continuano, ha iniziato anche a impasticcarla, deve solo avviarla con l’aiuto di sua sorella e il tuo se ci stai… Come è successo a te. Pensa saresti libera Giulia, libera di fare quello che vuoi, di non rendere più conto a nessuno. Ma se ti chiede qualcosa devi dirle che è vero, che a ottobre papà vuole che andiamo a vivere con lui a Verona. Intanto per Lucio avere te o un'altra ragazza non gli interessa, l’importante è che le porti i soldi e le faccia da bancomat…”

“Ma mi dispiace per Flavia…” Mormorò.

“Anche a me spiace per lei, ma non c’è scelta Giuly, o te o lei…vittima di Lucio. Farà anche lei la escort a insaputa dei suoi genitori per un paio di anni e poi smetterà vedrai…”

Era un piano perfido quello che avevo elaborato, perverso e odioso, indurre alla prostituzione un’altra ragazza al posto di Giulia per poter essere libera lei… ma non c’erano scelte, non c’era altra soluzione. 

Giulia accettò e alle domande di Lucio confermò quello che gli avevo detto io e un giorno lui venne da me dicendo:” Ho parlato anche con Nando… d’accordo, faremo diventare Flavia una puttanella al posto di tua sorella…anche se nel cambio ci rimetto non essendo bella come lei. Ma meglio Flavia che niente, ma mi dovrai aiutare.”

Accettai tutto, lasciai Flavia che essendone già amante si mise giocoforza con lui anche se non le piaceva e lui le fece credere di lasciare Giulia perché si era innamorato di lei e continuammo a vederci tutti e quattro.

Con Flavia ci frequentiamo sempre ma non è più come prima, è diventata la ragazza di Lucio certamente sessualmente preferisce lui, si incontrano ancora come io sessualmente con mia sorella. Hanno preso confidenza, e con il mio aiuto e quello di Giulia l’ha presentata a sua sorella, che insieme a Nando l’hanno accolta tra loro con un sorriso. Non sa ancora che Claudia è una prostituta e Nando un magnaccia anche se l’ha intuito forse, e stanno cercando di introdurla nel loro ambiente, soprattutto Claudia si dà da fare. Come con Giulia ha preso a truccarla, farle provare lingerie sexy e abiti di marca, anche a prestarle dei soldi per dei suoi acquisti personali e Lucio l’ha iniziata a visionare video porno, a bere e impasticcarsi.

Non so se riusciranno a traviare anche lei, comunque sembra sulla buona strada, tra feste in discoteca e sballature offerte da loro. Naturalmente solo dell’idea che volevamo andare a studiare a Verona ne mettemmo al corrente sia mia madre che mio padre. Mamma anche se dispiaciuta fu felice di restare sola con Sergio e di farlo venire a vivere a casa nostra senza noi tra i piedi e papà fu ben felice di avere i suoi due figli a Verona con lui.

 

A oggi che sono qui a scrivere sono passati pochi mesi e a sua insaputa hanno iniziato la induzione di Flavia, a traviarla sessualmente e pare che ci stanno riuscendo.

Ora sono in attesa degli eventi, che Flavia diventi la prostituta di Lucio e family, per poi partire e andare via io e mia sorella.

Mi dispiace e non mi sento soddisfatto di aver coinvolto Flavia barattandola con Giulia, ma non c’era altra scelta. Io d’altronde sessualmente sono cambiato, non mi piace tanto il rapporto fisico e carnale in sé, ma quello mentale e sto perfezionando una nuova sessualità cerebrale con Giulia.

So che Giulia è molto richiesta, lo vedo dai like sul sito di Nando. Mamma e papà non sanno niente, la credono ancora vergine e anelante di un futuro come è stato il loro, con il matrimonio. Ora aspetto, la mia storia … di tutta l’evoluzione subita da me e Giulia in meno di due anni per ora finisce qui. 

Se tutto andrà bene come spero tra qualche mese vi farò sapere se è riuscito il mio piano, aggiungendo al termine qualche capitolo integrativo.

Per ora insieme a Giulia attendo gli eventi.

Grazie a tutti di avermi seguito fino qui, che so che siete in molti, anche, anche lettrici femminili di ogni età spero di comunicarvi il lieto fine della storia.

 

ADRIANO.

 

 

 

 

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