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STORIE E RACCONTI EROTICI

VIETATI AI  MINORI DI 18 ANNI

All Right Reserved 2022

L'AMICIZIA VELENOSA

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VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI

Note:

“Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti.”

Luigi Pirandello.

 

CAP. 10  L’INGANNO, LA FALSITA’, LA CORRUZIONE.

 

Vidi Lucio che si fermò dal penetrarla, chinò il capo e la baciò in bocca sussurrandole qualcosa all’orecchio che non riuscii a capire e senza staccarsi con le labbra sulle sue, vidi il suo sedere indietreggiare e alzarsi un poco e poi spingere avanti deciso dandole un colpo profondo in vagina che la fece sussultare e gridare…” Aaaahhhh!!!!!”

Ero talmente teso e concentrato che non capii a cosa era dovuto quel grido di Giulia e stupidamente pensai:” Le ha fatto male sto scemo… non è tanto bravo a chiavare come dice… speriamo che ora faccia piano. Se le penetra così le ragazze le fa male.” 

In quel momento non immaginando che Giulia fosse ancora vergine e lui con quella manovra decisa l’aveva deflorata davanti a me, suo fratello, quello lo capii in seguito. 

Ma tutto proseguì, lui lentamente glielo introdusse quasi tutto. Giulia a quella fitta e conseguente penetrazione completa lo strinse a sé e baciò in bocca e sul volto di sua iniziativa e probabilmente sentì quell'asta di carne calda e dura di Lucio introdursi con vigore in lei slargandole la vulva, tendendo le grandi e piccole labbra vaginali profanandole per la prima volta la vagina nell’introduzione. 

Ebbe un sussulto tra il dolore e il piacere e si lasciò andare esclamando un:

” Oooohhhhhh!!!!” Reclinando con la bocca semichiusa il capo indietro sulla sabbia e girando gli occhi in alto verso il buio del sottoponte, tenendosi inconsciamente aggrappata alle sue braccia, stringendole forte con le dita, quasi a piantargli le unghie nella carne dal piacere.

Quella visione suscitò in me impressione nel vederla penetrata da lui, risvegliando e accendendo una sensazione di piacere cerebrale di quando mi masturbavo e la fantasticavo con lui.

Lucio iniziò a muoversi, non più come prima da farle male, ma inizialmente piano, poi sempre più veloce ... Li guardavo ero incredulo e sconcertato:

” La sta chiavando… la sta chiavando davvero… “Pensavo dentro di me vedendo il sedere di Lucio muoversi su e giù tra le sue cosce divaricate e non mi sembrava reale che succedesse davvero. Ma la stava chiavando, Lucio stava chiavando davvero mia mia sorella Giulia davanti a me e lei ricambiava baciandolo e stringendolo a sé. Non potevo crederci. La stava possedendo davanti a me senza che avessi detto o fatto qualcosa per impedirlo, senza che intervenissi. La chiavava senza sentimento, con sfogo soltanto, con piacere fisico e carnale, ritenendola lui come le altre ragazze solo una puttanella monteverdina e nient’altro. Non c’era amore in lui in quell’amplesso, ma solo sesso e possesso in quell’atto esclusivamente egoistico e carnale per lui. 

Impassibile lo osservavo silenzioso vedendolo rallentare, fermandosi ogni tanto, credo per farglielo sentire duro e lungo dentro di lei pulsare prepotente, mormorandolo:

“Ti piace eh… di la verità che ti piace Giulia, su dillo!” Quasi scrollandola con le braccia e lei confusa rispondere tra lunghe pause: “Si… sì… mi piace…”

Per poi sorridente ed eccitato, soddisfatto dalla sua risposta riprendere a muoversi e chiavarla, a montarla come una troietta vera di quelle che frequentava lui e non mi veniva a male di pensare che quelle parole che le susurrava all’orecchio e io non capivo per la distanza, non fossero d’amore, ma proprio quelle:” Troietta… puttanella… mignotta…”

Non so se Giulia avesse dei momenti di lucidità come diceva lui e che a tratti poi ricordava come dei flash, ma sicuramente se li aveva non poteva credere che fosse Lucio a chiavarla dicendole quelle parole, apostrofandola con volgarità.

A sentirselo muovere dentro di lei, iniziò a godere... a godere, come può godere una ragazza di 18 anni chiavata da un suo coetaneo poco più grande per la prima volta. Avvolta dal piacere sembrava quasi che belasse. Le sue mani per reazione al piacere salirono piano sulla schiena di Lucio, sui suoi tatuaggi fino ad abbracciarlo sul collo, mentre le sue cosce al godere che avvertiva dentro di lei, si aprivano di più, avvinghiandosi ai suoi fianchi e accompagnando aderente a lui il suo ritmo con i movimenti del bacino su e giù.

Era tremendo, impressionante vederla chiavare e godere con Lucio. Avveniva quello che tante volte avevo fantasticato nelle mie masturbazioni, stava tradendo Marco con Lucio, anche se non era lei in quel momento, la Giulia per bene ed educata fidanzatina di Marco che conoscevo.

Si rilasciava piacevolmente sotto i colpi del suo glande contro l’utero e al godimento che le procurava il cazzo di Lucio nella vagina. Non c'era passività da parte di Giulia, ma concessione e partecipazione mentale e fisica in quei momenti.

Lui la penetrava contento, felice di chiavarla, si vedeva in quel volto smunto, anche brutto con il capo rasato, alla penombra da sembrare senza colore ma in bianco e nero e ogni tanto ridendo perfidamente alzava il capo a guardare me di fronte a lui che allibito e impietrito in preda a sensazioni contrastanti tra loro, come piacere e ansietà, eccitazione e timore osservavo mia sorella posseduta, godere con lui.  La chiavava facendola sussultare dai fremiti e ansimare dal gioire.

Vedevo poi che con le spinte dei reni glielo spingeva tutto dentro, a fondo facendo toccare gli inguini contro i suoi e i peli del suo sesso contro quelli della vulva di Giulia, probabilmente toccandole con la cappella il suo giovane utero, facendola sobbalzare e sgambettare su e giù i piedi sulla sabbia e nell’aria. 

“Le faccio un po' di dun dun con la cappella contro l’utero…” Mormorò ridendo riferendosi alla prima frase che aveva detto su di lei quando l’aveva spiata sotto le gradinate…”  Chiedendole in quel momento mentre la chiavava e godeva:” Ti piace il mio dun dun sull’utero?”

Giulia persa nel piacere amplificato dal bere e dallo stimolante non lo sentiva nemmeno, ma gemeva soltanto e ripeteva sempre con lunghe pause tra una parola e l’altra probabilmente senza capire.

“Si… sì ... dun dun… sull’utero… “In quel momento ormai impotente e davanti al fatto compiuto pensai preoccupato guardando il vigore che ci metteva a chiavarla:” Basta che non gli venga dentro.” 

“Guarda!” Diceva Lucio muovendo il bacino a scatti ritmati verso lei:” Le do tanti colpettini sull’utero come ti dissi al nostro primo incontro…”

Giulia non si rendeva conto che Lucio parlava con me e che c’ero io dietro lei nel buio a guardarla. Era sballata come diceva lui e certamente pensava che Lucio parlasse con lei anche se non capiva cosa diceva e non rispondeva. 

In quei momenti a osservarli in quel chiaro scuro, nella penombra della luce riverberata, scelleratamente eccitato immaginavo davvero la sua cappella che avevo visto penetrarla con vigore e virilità, battere all’interno sul suo utero, provando anch’io una sorta di piacere masochista riflesso, nell’immaginarlo nel vederla realmente godere. 

“Sei la mia puttanella vero Giulia?” Le diceva vicino all’orecchia lui:” Ti piace chiavare vero?” E ai suoi gemiti la sollecitava:” Su Giulia dillo che sei una puttanella e che ti piace chiavare…dillo. Devi dire di sì! Farmi contento…”

“E lei confusa e con il respiro corto rispondeva:” Si…sì…sì! L’ho… sono!”

“Brava Giulia, vedrai che io ti farò chiavare tanto…!”  Esclamò ancora sogghignando.

A ogni colpo Giulia si scuoteva di più e lo abbracciava, con gli occhi semichiusi e il respiro intenso, ansimante e sussultava da quelle spinte profonde e dal piacere che provava ad essere chiavata per la prima volta in vita sua.  Sono certo conoscendolo, che Lucio le sussurrava all’orecchio parole che io non capivo ma immaginavo sporche e oscene. E lei probabilmente in preda a quello stordimento e godimento capiva e non capiva, le accettava e si lasciava andare tra le sue braccia mentre le accarezzava e le palpava entrambe le mammelle, sempre chiavandola.” 

“Guarda che belle mammelle ha la mia troietta bionda…” Mi diceva prendendole in mano e accarezzandole, per poi abbassarsi nuovamente a leccarle e succhiargli i capezzoli.

Da come Giulia lo stringeva e afferrava con le gambe i suoi fianchi, penso che avvertisse il suo cazzo entrare tutto dentro lei, sentendosi aprire, allargare allo spasimo le labbra grandi e piccole e le pareti vaginali. Quando lo muoveva dentro lei, lo sentiva senz’altro battere davvero sull'utero con la cappella, dare colpi forti e intensi contro, che li avvertiva riflessi nell’addome. 

Senz’altro quella di mia sorella era una percezione di piacere che si perdeva vibrando all’interno della pelvi, dandole sensazioni meravigliose.

Come un porco, rovesciandogli la sua saliva tra le labbra sopra la lingua la limonava, e in quella penombra vidi che con una mano prese la mammella sinistra e la strinse forte, come se volesse spremerla, facendole avere gemiti di sofferenza. 

 

Sempre guardandomi la baciò prendendone ancora in bocca il capezzolo rosa sporgente, giocandoci con la lingua e succhiandolo nuovamente, facendola non solo gemere ma gridare e ansimare dal piacere tanto gli erano diventati sensibili dal ciucciare. E intanto mentre lo faceva, continuava a chiavarla, a possederla con padronanza e superiorità. 

Io a osservarli, come frastornato e fuori dalla realtà. estraniato come se non fosse mia sorella, pensavo: “Marco certamente non l’avrebbe mai fatta godere così tanto. Lui non avrà mai leccato un seno e succhiato i capezzoli a una ragazza, è un moralista peggio di me e certamente come me non avrà mai leccato la figa, non avrà mai chiavato e non sarà mai andato a puttane e non sarà nemmeno capace a chiavare. Ed ora è cornuto.” Aggiungendo assurdamente mentalmente in quel paragone scellerato:” Invece Lucio sì che sa chiavare, lui è un porco e anche se giovane sa come fare e far godere una ragazza.” E consideravo:” A parte che Giulia sia su di giri, ma la sta chiavando e facendo godere tanto, come penso Marco non riuscirebbe mai a fare in vita sua.” E inconsciamente lo ammiravo quel balordo mentre si stava chiavando mia sorella. In alcuni momenti avrei voluto essere come lui che sapeva chiavare e far godere le ragazze, ma purtroppo io non ero neppure mai stato con una prostituta. Lucio nonostante la giovane età era bravo, lei lo sentiva talmente tanto dentro di sé, che in pochi minuti le arrivò subito un orgasmo esplosivo.

“Ooooooooooooohhhhhhhhhhhhhhhhhhh!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!... Ssiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!!”

Gemette, ansimando e godendo nel semibuio di quella parte di riva del canale sotto il ponte, avvinghiandosi a lui per riceverlo di più e bene, e stringendolo forte a sé baciandolo sul volto... Stava godendo Giulia! 

All’improvviso sentii il mio smartphone suonare, guardai era mia madre.

“Cazzo!... Le ho detto di non chiamare…” Pensai.

 Veloce mi portai più in su, quasi all’entrata e con le mani tremanti risposi con un messaggio:

“Che c’è mamma…? Ti rispondo con un messaggio perché tra musica e gente c’è un caos che non si capisce niente a parlare; scrivimi!”

Poco dopo mi arrivò un suo messaggio:” Ho chiamato più volte Giulia ma non mi risponde, sono preoccupata è lì con te?”

Non poteva certo rispondere in quello stato e nemmeno lo sentiva suonare e così messaggiando le risposi io:

“Si, stai tranquilla mamma, Giulia e qui con me, si sta divertendo, ha trovato delle amicherà ed è lì che balla con loro. Lo smartphone non lo sentirà di certo con questo caos o ce l’avrà scarico. Stai tranquilla, le devo dire qualcosa?”

“No niente io sono rientrata, vado a dormire, tu quando rientri avvisami se non ti sento!”

“Va bene mamma, stai tranquilla vai a riposarti, tra un oretta arriviamo.” Staccai la suoneria e misi la vibrazione.

Poco dopo mentre rientravo sotto il ponte ne arrivò un altro e si accese il display in quella oscurità del sottoponte da illuminare la zona. Guardai ed era ancora lei, mia madre e lessi:

“Grazie, mi hai tranquillizzato, a dopo. Divertitevi!” Con una faccina ridente. 

Li guardai, loro stavano chiavando ancora e Lucio baciandola e leccandola la faceva godere.

Come misi via lo smartphone all’improvviso vidi il capo di Giulia autonomamente tirarsi su, staccarsi dalla sabbia e cercare la bocca di Lucio, che trovò e iniziò a baciare con fervore con la lingua in preda a esaltazione e godimento. Intravvidi le labbra di Lucio succhiare la sua lingua calda e vischiosa, in un bacio bocca a bocca prepotente, osceno e profondo. 

Io avevo l’erezione, lo sentivo spingere forte dentro i pantaloni e lei in quello stato come folgorata godeva in una specie di delirio continuo, sconvolta da un ennesimo orgasmo osceno che giunse a pochi minuti dal primo.

“Oohhhhhh!!!!!!!!!!! Oooooooooohhhhhhh!!!!!!!!”

Enfatizzò il piacere…in un gemito di gioia passionale e lussuria che si perse nella penombra del sottoponte del canale.

A vederla godere di quel piacere incredibile, nei miei momenti di lucidità e razionalità provavo un senso di grande vergogna e dispiacere. Mi detestavo e disprezzavo per quello che avevo lasciato accadere. Non riuscivo a spiegarmi come potessi essere giunto a quel punto di abbandonarla, cederla a Lucio e a godere della sua visione in quel modo, fra le braccia di quell'essere… un balordo con il padre in galera e la madre e la sorella che facevano le prostitute.

Ma Lucio al di là dei miei pensieri e considerazioni personali continuava a chiavarla… le dava dei colpi decisi e profondi e a volte brutali, arrivando fino in fondo con il cazzo, battendo la sua cappella da puttaniere sull'utero verginale di mia sorella, fermandosi contro e premendo su di esso lentamente, spingendolo indietro e in alto. E lei lo sentiva, lo avvertiva dentro la vagina lungo e duro … e le piaceva, le piaceva… le piaceva chiavare con Lucio, essere chiavata da lui anche se era sotto l’effetto del bere e dello stimolante.

Lucio tirando su la testa e girandosi verso di me con la sua solita irriverenza mormorò:

“E’ proprio una troietta come tutte le altre…” 

Mi sentivo umiliato da lui che mi chiavava la sorella e l’apostrofava con quelle parole, ci offendeva entrambi, ma restavo in silenzio incapace di oppormi. Non mi sarei mai aspettato che Giulia reagisse così, godendo in quel modo sconsiderato e osceno, e nemmeno soprattutto che io stesso mi eccitassi così tanto e provassi piacere a vedere realmente mia sorella chiavata da lui. Mi sentivo un perverso, un incestuoso, come se la chiavassi io indirettamente tramite lui.

Lei gemeva mugolava, muoveva la testa di lato sulla sabbia, non capiva o forse in alcuni momenti sì che era Lucio a possederla, ma lui presuntuoso continuò sarcastico nel suo provocarla chiedendole nel momento del piacere:

“Ti piace Giulia?  Ti piace chiavare eh puttanella ...? Ora hai imparato come si fa! “Le diceva Sorridendosi da solo osservandomi e guardando lei sotto di lui.

Giulia non rispondeva, forse non sentiva nemmeno più quelle parole o forse sì ma non ci faceva caso, ansimava e gemeva dal piacere soltanto. 

Ma non ricevendo risposta, lui presuntuoso e narcisista fermandosi nel chiavarla le domandò nuovamente:" Ti piace chiavare con me Giulia? Essere la mia troietta? Su rispondi…” La esortava con libidine scrollandola con le mani sulle spalle

“Si... si!... mi… piace!... Mi… piace! ...” Farfugliò lei morsicandosi il labbro inferiore dal piacere e facendosi morire quelle parole in bocca.

“Hai visto!!” Esclamò rivolto a me mentre lei si lasciava di nuovo andare nella sua estasi appoggiando il capo sulla sabbia, e lui guardandomi trionfante e contento umiliandomi di più:" Gode!!...La faccio godere!!...”

Non c’era amore in quel rapporto sessuale, ma solo superiorità maschile, non avvertiva nessun sentimento per lei, la chiavava soltanto perché era bella, per bene, ne aveva voglia e le piaceva, forse per disprezzo che era diversa socialmente da lui. Ma il suo vero scopo era un altro che conobbi in seguito.  Non una frase dolce, un bacio o una carezza non sessuale anche se falsa come avevano insegnato a me del tipo:

” Amore… ti desidero… ti voglio…” Ma solo le sue solite considerazioni:” Puttanella bionda...troietta borghese… ti piace chiavare…” E così via. Per lui era solo un rapporto di sesso.

Dentro di me ero eccitato ma sinceramente pentito, gli avevo servito in un piatto d'oro mia sorella Giulia e lei non lo sapeva e non lo meritava. Avevo creato io le condizioni perché tutto accadesse e lo avevo assecondato preso da quella strana ossessione fantastica di carisma su di me. Inconsciamente gliela avevo offerta in cambio della sua amicizia, e quello era il risultato. Ma lui insensibile a tutto quello, continuava a chiavarla…

 

E in quei momenti di rimorso pensavo:

"Ed ora? ...Ha avuto Giulia, finirà qui o ci sarà ancora qualcosa?”

Ma quel pensiero fu interrotto dalla voce di Lucio che mormorò:

“Dai vieni! Toccala, accarezzala anche tu intanto che la chiavo che gode di più!... Dai! Intanto non capisce niente, non sa nemmeno dov’è e con chi… se vuoi puoi chiavarla un po’ anche tu…” Disse sorridendomi sempre pensando di farmi contento.

“No… no… non voglio.” Risposi restando fermo al mio posto.

“Dai! Non l’hai mai toccata una mammella, prova! Dammi la mano!” Mi incitò facendomi segno di allungarla.

Sconvolto da quello che vivevo e morbosamente eccitato ormai anch’io in preda alla sua volontà, mi avvicinai e abbassai da dietro lei. Estendendo il braccio, Lucio prese la mia mano, la tirò a sé e la mise dall’alto sul seno di mia sorella dicendo:

“Guarda come è bello sodo e che capezzoli grandi le sono venuti a succhiarglieli, sono eccitati e sensibili. Li ha turgidi e ritti! Significa che le piace chiavare.”

Me l’appoggiò sopra dicendomi accarezzala, spremila.

Ad avvertire quella mammella calda e gonfia di mia sorella nella mano, dura come il marmo, che si muoveva al suo respiro affannoso ed eccitato, ebbi una scarica di adrenalina per il corpo e una erezione maggiore. E tutti i miei rimorsi e pensieri angosciati scomparvero all’improvviso.

Era così differente da quello grande e morbido che qualche volta avevo visto a mia madre e avvertivo sensazioni nuove al contatto della sua pelle, del capezzolo turgido, insalivato e succhiato e da Lucio, duro e sporgente in fuori come un chiodo, mentre lui sempre con il cazzo nella sua vagina ormai fradicia, muovendosi lentamente continuava a chiavarla.

“Stringilo dai! Non avere paura!" Mi incitava sottovoce. Io sudavo, ero accaldato e spaventato.

“Dai strizzale tutte e due! ...Prendigliele tra le mani e mungila come una vitellina che anche se non vede ed è confusa, sente e le piace!” …

E io sudato e tachicardico eccitato come non mai lo feci, passandole le braccia affianco alla testa mi azzardai e con le mani le presi e le strinsi forte entrambe le mammelle, avvertendo una sensazione meravigliosa, facendo sussultare e chiudere gli occhi a Giulia ogni volta che le stringevo e mungevo. Era la prima volta che toccavo e stringevo il seno a una ragazza e praticavo su di lei atti di libidine e scelleratamente nel farlo ne ero contento, anche se era mia sorella.

 

"Se non vuoi chiavarla dalle almeno un bacio in bocca mentre te la chiavo io e gode! ...” Pronunciò perfido Lucio, aggiungendo: “Dai!... Che a lei piace e non sa che sei tu che la baci con questa penombra, non vedi che è partita, è sballata?!" Continuò perversamente istigandomi.

Avevo caldo, il viso che mi bruciava, mi sentivo come se avessi la febbre, e forse l’avevo davvero, ma sciaguratamente lo feci, diedi ascolto alla sua sollecitazione, segui la sua voce, ed eccitato mi misi quasi di lato alla sua testa, mi abbassai e avvicinai di più. Lucio le mise la mano dietro la nuca, sui capelli e la tirò su con il capo mentre io mi chinavo ancora verso di lei, fino ad avvertire le sue labbra aperte, calde e umide contro le mie e baciarla. Ad avvertire la bocca, lei introdusse subito la sua lingua contro la mia, senza nemmeno sapere di chi fosse quella bocca, pensandola quella di Lucio, muovendola come un serpente e limonandomi, ricambiata morbosamente da me. Provai un godimento immenso a baciarla. Quando dopo una ventina di secondi mi staccai, intravidi il volto di Giulia che con una espressione di piacere si dimenava di godimento sotto i colpi sessuali di Lucio che continuava a darle in vagina, volendo ancora con la lingua fuori la mia bocca, chiavando con lui ma baciando me.

Lui sorrideva perfido: “Piace anche a te tua sorella ehhh!!???” Esclamò: “È proprio una bella puttanella fighetta!” Affermò.

Sotto quel ponte aveva avuto inizio una forma di triangolo perverso, degradante, Lucio mi aveva corrotto, oltre che possedere mia sorella, portandomi sulla strada della degenerazione e dell’incesto. Ma in quel momento esaltato non ci pensavo.

Giulia a quella specie di triangolo vizioso, al distacco delle mie labbra dalle sue ebbe un altro orgasmo fortissimo, il terzo:

“Ooooooooooohhhhhhhhhhhhhh!!!!!!!!!!!!!!!!!” Esclamò.

Ansimava, sudava e si scuoteva con il corpo e il capo sulla sabbia, mentre io oramai inginocchiato quasi di lato della sua testa, avvertivo il suo respiro affannoso e caldo mescolato con i suoi gemiti di piacere, scorgendola irrigidirsi e inarcarsi, stringendo forte Lucio a sé. Prese a baciare in bocca anche lui, accarezzandogli con la mano il cranio rasato, preferendo la sua alla mia bocca e venire, godere, lasciandosi andare completamente nelle braccia di quell’essere depravato.

Era estasiata, provava un piacere meraviglioso, mai avuto prima, mai pensato, che non sapeva che esistesse. Non capiva nulla… sembrava che quella serata sotto il ponte non finisse più.

 

"Scommetto che ce l’hai duro?" Bisbigliò Lucio all’improvviso, esortandomi: “Dai tiralo fuori!... Masturbati!... Dai godi anche tu di Giulia che è una bella figa!... Godiamo tutte e tre assieme ...dai!... Nessuno saprà mai niente!!"

Ai miei cenni di no con il capo, ripeteva istigandomi a fare di più con lei, conscio e perfido che stava portandomi a compiere atti di libidine incestuosi con mia sorella. Ma in quel momento non riuscivo a pensare, non capivo se voleva fare contento me, iniziarmi per la prima volta con una ragazza oppure che compissi qualcosa che mi avrebbe legato per sempre a lui, un terribile segreto con cui avrebbe potuto ricattarmi e mai ne avrei potuto parlare con qualcuno.

“Non succede niente, non se ne accorge, non sa nemmeno che ci sei tu qui… Dai prova! ...Tiralo fuori!”

E io scellerato e oramai perversamente esaltato da quello che stava accadendo, e anche dal bacio dato, lo tirai fuori e iniziai a masturbarmi in silenzio guardando Lucio continuare a chiavare e baciare mia sorella, restando accucciato vicino loro, tornando dietro il capo di mia sorella.

A un certo punto tirando su la testa disse:

“Dai metticelo un po’ dentro … chiavala un po’ anche tu che ce l’ha bella calda e umida. Io mi metto con il volto sul suo e la bacio… così non vede che sei tu a chiavarla. Stai tranquillo!…”

Restai sconvolto da quella richiesta: “No. Non voglio. Ho già fatto fin troppo…” Sussurrai confuso, ma lui perfido sapendomi eccitato e debole, visto che l’avevo già accarezzata e baciata vilmente in bocca, insistette.

“Ma dai che lei ora non capisce nulla, è in una fase di eccitazione e fino a domattina non ricorderà nulla… Almeno chiavi anche tu per la prima volta e con una bella figa… anche se è tua sorella. Anch’io da ragazzo ho chiavato la mia.” Non sapendo se lo diceva solo per istigarmi a farlo o era vero.

“No… non voglio chiavarla… è mia sorella…” Borbottai sottovoce ancora.

“Ma non pensarla come tua sorella. Devi pensarla come una ragazza qualunque, chiavala dai… io mi abbasso con il volto sul suo viso a baciarla e non ti vede, tu vieni qui al mio posto e glielo infili e non saprà nemmeno chi è che la chiava, non ti vede e non lo saprà nessuno, ce l’hai già in mano duro.” Ribatté. Ed era vero, lo tenevo ancora in mano stretto tra le dita, mostrando solo anteriormente la cappella.

“Dai vieni…” Ripeté come un diavolo tentatore facendomi segno con la mano di mettermi dietro di lui:

“…io mi tolgo un attimo, tu passi davanti e glielo metti dentro tu, glielo infili nella figa, mentre io la distraggo e la stringo baciandola in bocca… Non se ne accorgerà nemmeno dai prova!... Dai solo qualche colpo di cazzo dentro e basta… Sentirai com’è il caldo umido della vagina quando le ragazze godono… dai...!” Insisteva parlando sottovoce e con i gesti delle mani e del volto e io rispondevo sempre a bassa voce.

“No… non voglio basta così!” Ripetevo sempre meno convinto di quello che gli dicevo. Ma lui insistette:

“Dai che ora è bella dilatata, tutta bagnata e calda… devi provarla, imparare a chiavare e dove meglio di questa occasione? Ha una fighetta meravigliosa tua sorella, non lo saprà nessuno solo io e te.

A quelle parole allungò il braccio, mi prese la maglia e mi tirò facendomi spostare verso lui, quasi dietro, spostandomi con le ginocchia sulla sabbia, mentre lui lanciandosi in avanti sul suo volto a coprirlo tutto lo sfilava lentamente dalla figa, e muovendosi con le ginocchia indietro e di fianco sulla sabbia, scavalcando la sua gamba piegata mi lasciò il suo posto davanti a Giulia sdraiata a gambe piegate e larghe.

“Mettiti qua!” Disse tirandomi senza nessuna resistenza da parte mia, come se non aspettassi altro che chiavarla davvero.

Come un automa accaldato e confuso mi misi al suo posto, ma esitai. Mentre lui sul viso di Giulia con il suo volto girato verso di me mi esortava:

 

“Dai su infilaglielo! Mettici la cappella dentro è già larga… entrerà bene. Basta che spingi!” Mi sollecitò ancora restando inginocchiato a fianco a me, piegato su lei a baciarla:” Non avere paura anche se non hai mai chiavato, appoggialo sulla figa, dove è socchiusa e premi e spingi lentamente e vedrai che entrerà…” Affermò accostandomi la mano sulla schiena.

Tremante lo appoggiai sui peli della sua figa, al centro e accompagnato dalla sua mano appoggiata alla mia colonna vertebrale lombare spinsi e… Diooo sentii le piccole labbra aprirsi contro la mia cappella e mentre Lucio mi spingeva sempre più dietro su lombi, io davanti lo sentivo per la prima volta in vita mia entrare in vagina. Ero felice e dispiaciuto.

Stavo penetrando una ragazza anche se era mia sorella e quando fu dentro mi sembrò il paradiso in quella bella figa ancora stretta, calda e umida.

Lui mi guardò e sorrise: “Hai visto che glielo hai messo dentro!?” Bisbigliò esortandomi: “Ora muoviti! …Dai, chiavala un po’! Oramai glielo hai infilato dentro e una chiavatina gliela puoi fare…” Mormoro, mentre il viso di Giulia coperto dalla sua testa gemeva.

Mi istigava… era un ragazzo perverso, un diavolo e credo di averlo capito quella sera, quando mi rese complice dei suoi misfatti.

 

Quasi inconsciamente in preda a una strana euforia ed esaltazione parossistica iniziai a muovermi avanti e indietro con il bacino, come preso da un raptus, con lui che spingendomi sulla schiena mi dava il tempo della penetrazione e del ritmo dicendomi: “Dai baciala sul seno, succhiale i capezzoli come facevo io, mentre la chiavi… che lei vuole così, le piace… e piacerà anche a te farlo.” Preoccupandosi di dirmi subito: “…Stai solo attento a non venirle dentro… a sborrarle in figa…”

In preda all’esaltazione le baciai le mammelle e succhiai un capezzolo e la sentivo godere, avvertivo le contrazioni della sua vagina stretta e calda sul mio cazzo… ed era bellissimo, in quel momento ero felice, felice di chiavare, felice di chiavarla… la chiavavo anch’io come Lucio, anche se davanti a me avevo la sua testa e la sua schiena che mi proteggevano visivamente da lei.

"È bello eh chiavare eh…? Specie una bella fighetta come tua sorella… Ma dimmi quando stai per venire.” Mi avvisò ancora Lucio preoccupandosi.

"Ora!!" Sussurrai con il respiro affannoso quasi senza voce, mentre lui spingendomi con la mano sul torace mi mandava indietro e io lo tiravo fuori dalla sua figa eiaculando sulla sabbia, in un orgasmo mai avuto prima, scuotendomi tutto e sentendo i testicoli duri e contratti.

E facendomi spostare di lato pronunciò:

"Accarezzala!... Accarezzale le cosce e la figa dai, anche se ce l’ha bagnata… Ora che le piace!” Sorridendo perfidamente.

 

E l’accarezzai con il cazzo fuori umido, caldo e durissimo le passai le dita sopra e la sentii bagnata… e glielo dissi: “È bagnata di caldo!”

“Certo, gode!... L’ho fatta godere e anche tu prima…” Rispose.

Non sapevo se essere felice o dispiaciuto di quello che diceva, che l’avevo fatta godere anch’io… forse con un’altra ragazza sarei stato gioioso.

Avevo sborrato sulla sabbia, mentre lui facendomi cenno con la mano mi fece ritornare al mio posto iniziale dietro la testa di Giulia in modo che dalla sua visuale seppur al buio e su di giri non mi vedesse e velocemente rimise in vagina il suo ed iniziò a dare dei colpi più forti e profondi, quasi brutali, facendola letteralmente gridare dal piacere, facendole stringere le braccia attorno al collo e baciandole il viso e in bocca.

Giulia godeva intensamente ed incessantemente ed ebbe un altro orgasmo:

“Ooooooooooohhhhhhhhhhhh!!!!!!!…Ooooooooooohhhhhhhh!!!!!!!!!!” Esclamò nell’aria chiusa e calda di quel sottoponte, visibilmente in estasi per il piacere. Mentre lui dandole colpi in vagina e contro l’utero facendola gemere mi informava sottovoce:

“È una ragazza multi orgasmica tua sorella. Di quelle a cui piace chiavare! Lei probabilmente non sa di esserlo, lo scoprirà più avanti chiavando…” Affermò sorridendo: “Diventerà una chiavona vedrai!...” E rise.

Da come parlava ansimando capii che anche lui stava per venire:

“Ora non mi trattengo più!” Disse e dopo averle dato ancora colpi vigorosi mentre io li guardavo esaltato ma affranto, impaurito e ammirato di lui, all’improvviso lo tirò fuori dalla sua figa bagnata e slargata, lasciandola momentaneamente a gambe divaricate al chiaro scuro che entrava dai lampioni da fuori il ponte, con il foro vaginale aperto, circolare dalla dilatazione e con mio stupore che pensavo che eiaculasse sulla sabbia come me, al massimo sulla sua coscia, si mise di fianco a lei, si inginocchiò veloce e prendendola per i capelli glieli tirò con forza portandola ad alzare su la testa e parte del busto fino all’altezza del suo cazzo… dicendole

“Apri la bocca… apri la bocca…!” Dandole schiaffetti sulle guance: “Tira fuori la lingua…” Finché lei per riflesso assieme agli occhi socchiusi aprì la bocca.

 

Lui a quell’atto di mia sorella sussurrò: "Ora le borro in bocca e in faccia…!"

A quelle parole fui preso da un sussulto di dignità, come se mi svegliassi da un torpore morboso:

“No! Questo no!” Esclamai prendendolo per un polso. Ma lui eccitato divincolò il braccio girandolo e con un gesto forte e deciso muovendolo mi cacciò via la mano e me stesso indietro.

“Non provare mai più a dirmi cosa devo fare quando chiavo tua sorella…” Esclamò con voce cattiva.

Restai intimorito da quella reazione e fermo a guardare ansimante, in preda all’incoscienza e alla paura.

Furono pochi secondi, attimi che durarono una eternità, sembrava non finissero mai.

Giulia estasiata dal piacere e dall’ebbrezza di quella euforia, confusa e intimorita, non rendendosi conto si lasciò guidare da Lucio, che glielo appoggio sulla bocca. Lei non aveva mai fatto quelle cose, era una ragazza seria ed era la prima volta.

Pochi secondi e accadde quello che mai avrei voluto e mi sarei aspettato. Lasciando la base del cazzo che stringeva con le dita per ritardare l’eiaculazione, lo sperma di Lucio uscì a getti violenti e si riversò dentro le sue labbra, nella sua bocca, oltrepassando la sua dentatura regolare dai denti bianchi e perfetti. Sentendo lei arrivare per la prima volta sulla lingua, quel seme caldo e denso dal sapore strano e pizzicante. D’istinto cercò di indietreggiare con il capo, ma lui le tenne la testa ferma con i suoi lunghi capelli biondi attorcigliati al pugno della sua mano, riversando abbondantemente tra i suoi denti e sopra la sua lingua, la sborra del suo piacere, insultandola e oltraggiandola con quel gesto osceno. Poi lo spostò in alto, continuando a colpirla con piccoli spruzzi di sperma sul viso, sulle guance, intravvedendo io alla luce smorza del sottoponte il suo bel viso pulito candido e simpatico, di ragazza per bene e borghese di buona famiglia, sfregiato e oltraggiato, sporcarsi dentro e fuori dallo sperma di quel balordo di Lucio.

Lei che probabilmente non aveva mai avuto rapporti orali nemmeno con il suo Marco non se ne rese nemmeno conto di cosa le aveva fatto.

Io scorgendola con gli occhi vitrei e aperti mi portai di più dietro a lei in modo che non mi vedesse, anche se ero in penombra e restai sconvolto da quello che le aveva fatto Lucio.

Lui, dopo averle sborrato in bocca e sul volto le lasciò i capelli e lei cadde indietro sdraiandosi con la nuca sulla sabbia, tossendo e sputando lo sperma che in quella posizione le scendeva in gola. Aveva gli occhi lucidi ed era ancora pervasa da quel piacere perverso.

 

In quel momento dopo che l’avevo vista oltraggiare sessualmente e oralmente fu come se mi risvegliassi da un incubo, ero attonito e incredulo di quello che era accaduto a me ma soprattutto a mia sorella, non potevo crederci che quel brutto tanghero l’avesse chiavata davvero e che io l’avessi seguito complice nell’aiutarlo a praticare la sua sessualità su di lei. Di cosa avevo fatto e come era successo, di essere stato corresponsabile e favoreggiatore di Lucio fino ad acconsentire che la ubriacasse e arrivasse a chiavare Giulia.

Non potevo credere che fosse successo a lei e a me, di essermi lasciato trascinare da quel balordo così tanto da averle fatto chiavare realmente Giulia, fino arrivare al punto di possederla io stesso. Non mi capacitavo di come avevo potuto farlo, di non essere intervenuto a fermarlo prima, lasciandola alla sua merce, anzi partecipando con lui alla sua veemenza carnale.

Giulia era mezza assopita, stordita dall’aver mischiato alcol e birra e stimolanti, e di non essere abituata a bere in quel modo.

A quel punto intimorito mi prese la paura e iniziai a tremare…” Che facciamo adesso Lucio?” Balbettai.

“Niente… stai calmo, ora tu vai a casa e aspettami davanti al portone, l’accompagno io sotto casa tua, se tua madre per caso la vedesse in questo stato e ti dice qualcosa, tu dille che ha bevuto un po’, se invece non ci sono intoppi, l’accompagni su in casa e la metti a letto e vedrai che si addormenterà subito. Capito?” Mi domandò.

“Sì... sì!” Risposi agitato.

“Bene ora vai a casa… e aspettami lì.” In quel momento comandava e decideva lui.

 

Restai quasi fuori al sotto ponte e scrutai Giulia che aiutata da lui si tirò su spossata in piedi, mezza nuda, con lui che l’aiutava a scuotersi la sabbia d’addosso passandole la mano sul sedere, la schiena e i capelli e a mettere le mutandine, mentre lei confusa lo faceva, lui la guardava trionfante.

“Ma ce la fai ad accompagnarla a casa?” Bisbigliai preoccupato vedendola confusa.

“Sì… sì… stai tranquillo, non è la prima volta che riaccompagno a casa una ragazza che ha alzato il gomito.” Rispose.

“Ho paura Lucio se, se ne accorge che facciamo?”

“Non se ne accorge stai tranquillo… lascia fare a me!”

Ogni tanto li guardavo incredulo. L’aveva chiavata!!... C’era riuscito quel bastardo, e mi sentivo in colpa e avvertivo che ora tutto sarebbe cambiato.

Aiutata da Lucio si pulì il viso dallo sperma con un fazzolettino di carta bagnato dalla saliva di Lucio, credo che non si rese conto di essere stata eiaculata in bocca e sul volto da Lucio tanto era smarrita e cercò tra la sabbia poco lontano le mutandine e le scarpe. Giulia li batté forte, per scrollarli dalla sabbia, ma prima piegò il capo verso il basso e si guardò la figa, la sentiva diversa, bagnata, calda, bruciante e la guardò al semibuio, sentendola dilatata come non era mai stata, d’istinto le passò le dita sopra ed era dischiusa dal rapporto sessuale, entravano liberamente le dita, a quella sensazione scoppiò a piangere.

“Piange!” Dissi:” Perché piange Lucio?” Domandai spaventato e preoccupato.

“Non ti preoccupare... si è vista e sentita la figa un po’ larga e bagnata e si è spaventata… Vai a casa ora! Non farti vedere tu…” Ripeté: “Ci vediamo sotto il portone.”

“Sì! Sì!” Risposi atterrito.

Mentre mi allontanavo la vidi di spalle che aiutata da lui si riordinava rimettendosi a posto il reggiseno e coprendo le sue giovani mammelle, rosse e segnate dalle mungiture e dai succhiotti brutali di Lucio. Scorsi lui abbassato davanti a lei che si lasciava pulire con i fazzolettini la figa fuori, passandoli sui peli e gli inguini e alzando un piede per volta, come una bambina si lasciò aiutare a infilare le mutandine da lui e le tirò su assestandole bene e poi giù la gonna, mettendosi subito in ordine i capelli. Gli occhi erano rossi e gonfi, forse umidi di vergogna, e lucidi di pianto. Il trucco disfatto.

Quando uscii dalla calura soffocante sotto il ponte e avvertii l’aria fresca dell’aperto, un forte senso di stordimento mi prese, tra agitazione e paura, come se avessi ecceduto nell’uso di alcool, un senso di stanchezza e di sbandamento con una sensazione piacevole di leggerezza e giramento di testa, avvertendo timore, palpitazioni cardiache, calore interno e sul volto, per cui mi sembrava che il mio corpo compisse piccole oscillazioni, un dondolio come se ci fosse un terremoto dentro di me.

Quello che avevo fatto a Giulia era gravissimo, mi vergognavo, ero pentito, mi disprezzavo.

Solo a pensarlo provavo un forte senso di disgusto e di turbamento, una sensazione di instabilità fisica e mentale, di equilibrio precario; avevo praticato un incesto con mia sorella.

Scappai spaventato, risalii la scaletta attraversai il semaforo e rifeci il marciapiede a ritroso, incontrando gente che veniva via dalla sagra. Arrivato alla piazzetta andai verso lo scooter, lo accesi e tornai a casa…

 

 

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