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STORIE E RACCONTI EROTICI

VIETATI AI  MINORI DI 18 ANNI

All Right Reserved 2022

L'AMICIZIA VELENOSA

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VIETATO AI  MINORI DI 18 ANNI

Note:

“Non importa chi sei, non importa cosa hai fatto, non importa da dove vieni né dove vuoi andare, tu puoi sempre cambiare, diventare una versione migliore e allo stesso tempo peggiore di te stessa.

Madonna.

 

CAP  16 TRASFORMAZIONE DI GIULIA.

 

 

“Caro Adriano, ora ti dirò come mia sorella Claudia gliela depilò completamente. Lei è estetista lo sai e anche depilare la figa alle donne fa parte del suo lavoro di copertura.

Un giorno che era qui a casa mia, la fece spogliare completamente e quando tua sorella dopo varie titubanze e imbarazzo fu nuda, Claudia con voce decisa le disse:< Vieni Giulia, ora ti preparo e te la depilo... Non puoi farti ammirare dai clienti con quel boschetto peloso da educanda tra le gambe.>

Giulia arrossì in viso e sorpresa esclamò:< Come depilata?> Poi capendo subito aggiunse: < No! ...Non voglio essere depilata lì.> Ma mia sorella Claudia fu risoluta:

< Ce l’avrai come tutte le altre ragazze che fanno il nostro lavoro e come me! Depilata !!...Senza un pelo!> E prima che lei potesse dire qualcosa, la prese per un braccio e la portò nella sua stanza da lavoro davanti al lettino da estetista.” Proseguendo: “La sua è una stanza apposita che a mia sorella serve per i lavori da estetista alle amiche o conoscenti, avendo l’attestato e soprattutto per dimostrare alla polizia che lavora… e a me e qualche amico serve per tatuare e mettere il piercing, come ho fatto a tua sorella.” 

E continuò: “Claudia preparò l'occorrente per depilarle la figa in modo classico, schiuma, rasoio e una bacinella d'acqua tiepida.

Tua sorella Giulia sdraiata passiva la guardava smarrita e seppur apprensiva si lasciò trascinare mentalmente e fisicamente da lei. Aveva una strana luce negli occhi osservando le manovre di Claudia, di piacere e repulsione verso quello che stava facendo, come se farsi depilare la figa pur non volendo la eccitasse, però non riusciva a reagire e di conseguenza accettava e subiva tutto quello che lei gli diceva.” 

“Per forza non reagiva e subiva… lei è una ragazza timida e voi degli adulti…” Esclamai cercando di giustificare il comportamento passivo di Giulia. Ma lui continuò a spiegarmi:

“Si sdraiò nel lettino aiutata da Claudia, che le allargò bene le gambe, mostrando il suo triangolino peloso, bello, gonfio, soffice e bruno, e si avvicinò prendendo dal cassetto un epilatore intimo rosa, quelli femminili elettrici per estirpare i peli. Giulia lo guardò intimorita, ma mia sorella le disse di stare tranquilla, che era esperta a depilare con quegli strumenti avendo studiato da estetista.”

“Epilatore?” Dissi io:” Cos’è?”

“E’ uno strumento simile al rasoio da barba elettrico che adoperano le donne per togliersi i peli invece di rasarli…” Pronunciò:” Il principio d'azione su cui si basa è la rimozione della peluria in eccesso, è lo stesso della pinzetta. In pratica, i peli vengono estirpati dalla radice, grazie ad una testina rotante che scivola sulla superficie della pelle. Ma le prime volte con il pelo lungo non li toglie tutti.” Affermò:” Va meglio a pelo corto, almeno così dice mia sorella. Comunque lo accese e dopo averle allargato ancora bene le gambe glielo passò sopra più volte, estirpandole e portandole via tutta la sua grossa peluria. Sai Adriano, a lei piaceva avvertire punzecchiare e vibrare sulla figa, aveva i capezzoli turgidi come chiodi.

Una volta estirpato e rimosso il grosso della peluria gliela inumidì con lo spruzzino nebulizzatore con acqua …le schizzò un abbondante getto di schiuma da barba spray con il flacone di Nando sui peli residui e con le dita gliela spalmò bene dappertutto, coprendole il sesso, amalgamandola.

Giulia era tesa e rigida, ma anche eccitata da quello che le stava accadendo a giudicare dai capezzoli duri e dritti che aveva e dallo sguardo che puntava il soffitto. Mia sorella Claudia si avvicinò, prese un rasoio rosa a lama intercambiabile, si portò sopra di lei facendole allargare bene e di più le cosce e abbassandone una sul suo lato e piegando la testa sul suo pube le disse sarcasticamente sorridendo, di restare immobile. 

Poggiò la mano sull'addome e con maestria inizio a rasare con movimenti sapienti e decisi, partendo dal monte di venere in giù, fino a giungere agli inguini, alla vulva e le labbra vaginali, che prese con due dita e tese per rasarla meglio in tutte quelle pieghe e affranti. Mia sorella Claudia si fermava solo per risciacquare e pulire il rasoio dalla schiuma e dai suoi peli recisi nella bacinella dell’acqua...

Ti sembrerà strano Adriano, ma Giulia in silenzio provava piacere a quella manipolazione del suo sesso da parte di mia sorella Claudia, ma non voleva assolutamente mostrarlo. Tratteneva il respiro, muoveva la testa, fingendo di guardare girando gli occhi in tutti gli angoli del soffitto.

I suoi capezzoli erano diventati ancor più turgidi e dritti, segno del piacere che provava mentre Claudia continuava a rasarle la figa, accarezzandole la fessura con le dita, nel gesto di aggiungere o togliere un po' di schiuma.

Dal godimento e dalla vergogna avrebbe voluto stringere le gambe, ma non poteva farlo, aveva paura che ci accorgessimo che stava provando piacere.

Era bagnata oltre che dalla schiuma, dai suoi umori vaginali. Stava godendo in silenzio, vergognandosene.

Ma sia io che mia sorella Claudia lo capimmo lo stesso.... Claudia le aprii di più le cosce, gliele allargò bene, a Giulia le piaceva essere toccata lì, per questo lasciava alle sue gambe prendere la posizione in cui gliele metteva e voleva lei. 

Sentiva passare quella lama doppia sul suo basso ventre, sul suo sesso e a ogni passaggio le portava via la schiuma e tutto il residuo del suo bel pelo pubico. Quei peli rigogliosi, fini e giovani le erano stati portati via tutti.

L'ultima traccia di schiuma, se ne andò via con l'ultima passata di rasoio sulla pelle delle labbra del sesso. Poi le passò una spugna sulla fessura, la allargò con le dita e glie la pulì bene anche dalla schiuma che era penetrata all'interno. Le fece delle spugnature sopra, mentre Giulia in silenzio godeva.

A un certo punto Claudia si fermò e la guardammo con le gambe larghe. L'effetto era sorprendente, bellissimo, la sua figa era liscia come il vetro, completamente depilata, nuda.  Si vedeva la fessura glabra, leggermente dischiusa al centro dalle chiavate che le faccio io…” Disse sorridendo malizioso. Seguitando:

“Claudia le passo sopra ancora la spugna, per lavarla:

< Ecco adesso ce l’hai come me…> Le disse sorridendo, passandole l'asciugamano ad asciugarla; ma all'improvviso le infilò il dito medio dentro e lo spinse fino in fondo nella sua vagina già piena di umori e umida dal godimento silenzioso della depilazione, e iniziò a muoverlo velocemente su e giù.

Tua sorella fu colta di sorpresa, non se l’aspettava, cercò di stringere le gambe per reazione e spalancò la bocca, bisbigliò qualcosa dicendo. < no Claudia… ma che fai…?> ma subito iniziò a godere. Ti sembrerà strano ma mia sorella Claudia, le stava facendo velocemente un ditalino con lei semi seduta sul lettino a gambe divaricate, appoggiata sui gomiti mentre godente se lo lasciava fare.

< Su … lasciati andare Giulia, sfogati che sei eccitatissima, se no dopo stai male. Capita a tante ragazze e signore quando si fanno depilare la figa di venire. Non c’è niente di male…> E intanto che si trovava al suo fianco le passò il braccio sinistro sulla schiena, fino a farlo arrivare con la mano in fondo al sedere, mentre con la destra in mezzo alle sue gambe continuava a masturbarla veloce.

Giulia passiva non reagiva, le piaceva lasciarsi ditalinare, certo non era come essere chiavata da me…” Disse presuntuoso:” … ma le piaceva e si lasciava masturbare seduta a gambe larghe da mia sorella, gemendo, godendo, ansimando, fino a tirare un urlo di piacere e soddisfazione ed avere l'orgasmo contorcendosi tutta. Portando in avanti il petto e le sue giovani mammelle sode e arrotondate dai capezzoli turgidi. 

Claudia mentre glielo praticava mi guardava e rideva divertita. Alla fine tirò fuori il suo dito zuppo, bagnato di umori del piacere di Giulia, mostrandolo sorridente. Giulia arrossì in viso, mi guardò vergognandosi di essersi lasciata andare a farsi praticare un ditalino da un'altra donna, mia sorella e soprattutto di averne goduto. Io ero divertito e sorridevo… “

“Sei un bastardo Lucio…” Pensai:” L’avete manipolata, plagiata…”  Ma quel suo raccontare mi turbava e lui lo sapeva. E proseguì:

“Anche le labbra appena depilate della figa di Giulia erano bagnate dall'orgasmo. Alla luce si vedevano gli umori schiumosi luccicare sulla fessura. Mia sorella prese l'asciugamano e gliela asciugò bene, tutta e poi ...rivolgendosi a lei, le disse:< Ora hai la figa liscia come il vetro.> Raccomandandosi: < Dovrai tenertela sempre così pulita che piace di più ai clienti! Se vuoi le prime volte te la raso io così impari come fare. ma poi lo dovrai fare da sola.>"

Nel frattempo che parlava, le fece alzare le braccia una alla volta e con un po' di schiuma e con lo stesso rasoio che le aveva rasato la figa, le depilò anche le ascelle. < Ora sei senza un pelo. Sei donna> Dichiarò sorridendo.

La rifece sdraiare giù con il tronco e con il rasoio le pinzette e la matita le ritoccò e corresse le sopracciglia, facendogliele più strette, lunghe e più alte e sexy, ad “ala di gabbiano”.

Facendola sedere nuovamente sul lettino la truccò vistosamente in viso e sulle labbra, con colori forti ed evidenti.

Quando fu depilata, bella liscia e truccata, la fece alzare e indossare un suo vestitino sexy, nero, un tubino elasticizzato, che iniziava poco sotto gli inguini e arrivava a coprire a malapena i capezzoli, senza spalline, tenuto su dal seno.  Istruendola: < Naturalmente Giulia dovrai portarlo senza slip sotto. Io non lo porto quasi mai, se non dei mini o perizoma, ma vedrai che ti abituerai anche tu.> Poi sorridendo aggiunse: <Vedrai che piacerà anche a te...  girare tra la gente senza mutandine!>

Le mise, sue calze e reggicalze di seta nero, senza reggiseno, ed era bellissima credimi Adriano, trasformata, sembrava un'altra, desiderabile e piacente. Le fece indossare solo un giubbino leggero e trasparente con strass che le arrivava all'ombelico e lasciava intravvedere il gonfiore del seno e dei capezzoli; che seppur era minimo, sotto il tubino si notavano ancora dritti e sporgenti. Segno che le piaceva quella condizione e trasformazione.”

Assurdamente mi eccitava ascoltare quello che diceva sul trucco e la vestizione… farei meglio a dire quella mutazione di mia sorella, inconcepibilmente ero eccitato e il mio pene era sempre duro all'interno dei pantaloni. E Lucio proseguì:

“Claudia le fece calzare un paio di sue scarpe a punta, rosse, con decolté e tacco alto dieci centimetri, che la rendevano alta quasi più di me, slanciata e molto figa, una vera escort.

Caro Adriano, osservavo in viso le espressioni di Giulia e vedevo che a lei piaceva essere manipolata e trasformata da mia sorella, diventare un’altra, una escort come lei.

Claudia la fece risedere e le ritoccò il trucco, le raccolse i capelli sulla nuca a chignon e le bloccò con dei fermagli, le posizionò una retina che le fasciava e schiacciava tutti i suoi capelli biondi e a seguire, le sistemò una sua parrucca di capelli lunghi color rosso e ondulati.

Era quasi irriconoscibile vestita e truccata in quel modo, sembrava una puttana vera credimi, una di quelle battone da strada.” Disse ridendo:” Ma molto bella…”

Le fece fare un girò su sé stessa e poi mia sorella Claudia prendendola per mano la fece camminare sui tacchi, portandola in giro per la casa mentre lei si scherniva e sorrideva divertita sculettando.

Tua sorella la seguiva, si lasciava condurre passiva e turbata da quella sua nuova condizione.

<Ecco!!...Adesso sei un'altra Giulia!” Esclamò. <Guardati!!> La invitò mettendola davanti allo

specchio a muro dell’entrata. Tua sorella Giulia si osservava sconcertata, non poteva credere che quella puttana che vedeva riflessa nello specchio fosse lei.”

E sempre sarcastico e perfido continuò a dire: 

“Eh sì caro Adriano… Il corpo di tua sorella è perfetto, giovane, piacente, appena sbocciato, assolutamente simmetrico, dalle linee dolci dei fianchi alle cosce affilate, con gambe lunghe e affusolate che facevano di lei quello che normalmente si indica come un corpo raggiante ed eccellente, una bella figa…. 

Mostrava un culo splendido, rotondo e sodo, attraente e invitante, che sapevo essere fonte di intensi desideri negli osservatori, e insegnai a lei stessa a essere vanitosa, ad apprezzare sessualmente la bellezza del suo corpo, del sedere, mostrandolo con orgoglio e farselo ammirare con malizia anche sotto i pantaloni o la gonna aderente. Oppure fare in modo che gli osservatori lo immaginassero all’interno di quelle più ampie. 

Giulia aveva idee strane, buoniste insegnatole da tua madre e dalle suore, dove la bellezza di una ragazza non doveva essere esteriore, fisica, ma interiore e spirituale… Tutte cazzate Adriano, che io e mia sorella pian piano le abbiamo smontato facendole apprezzare i piaceri della vita, del corpo, il valore di essere belle fisicamente, di mostrarsi ed eccitare il prossimo. E di quello che poteva fare con un corpo e un bel viso come il suo, soldi soprattutto…”

“Sei un bastardo Lucio!” Esclamai:” Le hai cambiato modo di pensare, di essere e di rapportarsi…” 

“Si…! E ne sono fiero Adriano, l’ho plasmata io… e con l’aiuto di mia sorella l’ho fatta diventare quella che è ora, non più una troietta e puttanella che si mostra ai ragazzi, ma una puttana vera che vende il suo corpo.”

Ero allibito dalle sue parole…

“Devi ammettere Adriano che non avresti mai immaginato che ci riuscivo…vero?”

Lo guardai ed esclamai sconfortato:” Si è vero non avrei mai creduto che Giulia sarebbe caduta così in basso…”

“Eppure io te lo dicevo quando ci incontravamo, che mi sarebbe piaciuta farla diventare il mio bancomat, come mia sorella lo è di Nando…” Restai in silenzio, purtroppo era vero aveva detto quelle parole, e per inferire di più su di me, colpevolizzarmi e angosciarmi aggiunse:

“Devo ringraziare te se oggi se tua sorella Giulia è la mia puttanella. Ricordi, me l’hai presentata tu e mi hai aiutato a conoscerla… e ti ringrazio, è davvero bella tua sorella.” Evidenziando: “Nuda in lei c’è ingenuità e lussuria insieme, tanto che il suo corpo è pudico ed erotico allo stesso tempo, risveglia desiderio carnale e pensieri erotici a chiunque la osservi.” E quasi parlando da solo andò avanti…:

“Quel giorno mi avvicinai a lei come se fosse la prima volta e con un sorriso di soddisfazione le accarezzai il culo, ammirandolo e congratulandomi per quanto ce l’avesse bello, ora che anche quello è stato profanato da me. Provavo brividi di eccitazione e gelosia a sapere che oramai a sua insaputa era pronta a fare il grande passo, a che qualcuno che non ero io la possedesse a pagamento. Ma non volevo forzarla, assolutamente, doveva essere un qualcosa quasi naturale che lei accettasse come una conseguenza ineluttabile dello stare con me, con noi e fare parte della nostra famiglia. Doveva accettare mentalmente il suo prostituirsi.

In quel periodo quando facevamo sesso, avevo fremiti di piacere a vederla nuda, pronta, con quella sua aria ingenua e altezzosa allo stesso tempo in quel suo corpo perfetto, da ragazza per bene, e che di lì a poco avrebbe iniziato una nuova vita vendendosi.

Ero incredulo io stesso a quello che accadeva, che stesse davvero trasformandosi in una puttana. E che anch’io finalmente avrei avuto la mia escort che lavorava per me, come mia sorella lo era per Nando. Oramai era formata Adriano, quando camminava come le aveva insegnato mia sorella Claudia, ancheggiava sui tacchi, muoveva i fianchi in modo lascivo e provocante, dondolando il sedere. Ero felice Adriano, era pronta anche se lei ancora non lo sapeva e viveva tutto come un gioco amoroso.”

“E come avvenne la prima volta?” Domandai curioso con la voce rotta dall’emozione.

“Come ti ho detto, prima di avviarla alla prostituzione, volevo farla diventare promiscua…”

“Cioè?” Domandai io.   

“Cioè che iniziasse a fare sesso con altri oltre me, consapevole che io lo sapessi e la guardassi, senza che questo le avrebbe portato scompenso morale. La volevo iniziare per gradi. E la prima volta che fece sesso con un altro che non ero io, fu ad aprile, prima di Pasqua andammo io, lei, mia sorella e Nando al ristorante a cenare e poi a ballare in discoteca, bevemmo e ci impasticcammo tutti e quattro. Eravamo sballati tutti e quattro. Giulia era tanto eccitata e alterata quando uscimmo, che giunti a casa e dietro suggerimento di mia sorella Claudia, iniziai a spogliarla e baciarla davanti a lei e Nando per fare l’amore, finché in camera mia nuda in piedi ci siamo messi a giocare. Le toccavo e accarezzavo scaldandola il sedere, il seno, la figa e lei sorrideva e a volte rideva. L’ho seduta nel letto, ma quando lei pronta mi attendeva nuda ed era il momento di chiavare, io mi sono fatto da parte ed è arrivato Nando al mio posto…” Lucio mi guardò e sorrise, ma io eccitato dentro di me non dissi nulla e lo lasciai proseguire.

“Subito tua sorella Giulia anche se allegra restò stupita e sorpresa di trovarselo davanti nudo con il cazzo eretto, sbarrò gli occhi e poi guardò me come se volesse dire qualcosa, che impedissi che lui la toccasse e volesse me. Ma in quel mentre che era eccitata, lui salendo si mise in ginocchio sul letto, iniziando con la sua mano a toccarla e accarezzarle le cosce e più su la figa e lei non diceva niente. E Nando baciandola sulle labbra la spinse indietro con il busto sdraiandola sul letto, e lei lasciandosi andare. Nando le divaricò le gambe e accarezzò ancora la figa e si posizionò tra le cosce di tua sorella intanto che lei era sempre immobile e incredula che fosse lui ad accarezzarla e ad aggiungersi a chiavarla e non io a doverla penetrare. Giulia si lasciò andare, avvertì premere la cappella di Nando sulla sua vulva spingere e sentì allargare le grandi labbra vaginali ed essere penetrata da lui, aprendo per reazione la bocca. E con gli occhi puntati su di me che la osservavo, si abbandonò incominciando a chiavare davanti a noi, mentre Claudia ridendo la riprendeva con lo smartphone.” 

“E tu l’hai fatta chiavare da Nando?” Esclamai.

“Si... Nando è bravo a chiavare, più di me, difatti tua sorella Giulia godeva e lo stringeva a sé baciandolo anche in bocca con la lingua.” Disse.

“Tu sei pazzo…!” Esclamai alzandomi dalla sedia: “Come hai potuto? Come ti sei permesso di fare chiavare mia sorella da quell’uomo…?”

“Guarda Adriano che Nando l’ha fatta godere tantissimo, più di me, dovevi vedere come ansimava e si aggrappava a lui con il cazzo in figa! Le impiantava le unghie nella schiena da tanto che godeva e sentiva il suo cazzo dentro di lei e lui le ha fatto avere più di un orgasmo, fino ad arrivare al termine quando le ha sborrato sopra il suo bel pancino.” Disse proseguendo:” Ma appena finito di chiavarla, Nando si allontanò nell’altra stanza con mia sorella Claudia che sorrideva e io subito sono ritornato a sdraiarmi affianco a Giulia prendendo il posto di Nando e iniziando a baciarla sul volto e in bocca. Ed essendo ancora sorpresa ed estasiata, con la figa dilatata dal rapporto sessuale con mio cognato, mi sono messo sopra, l’ho penetrata anch’io e chiavata dopo di lui, sussurrandole parole dolci, d’amore, stringendola a me incurante di sporcarmi anch’io sull’addome dello sperma di Nando tra di noi. Le sussurravo che era unica per me e che non mi importava se l’avesse posseduta anche un altro uomo, che io l’amavo lo stesso, anzi di più. 

Giulia quando finimmo il nostro rapporto sessuale, tra la gioia, il godimento e l’accaduto subito pianse, ma la consolai:

< Che fai sciocchina, piangi solo perché hai avuto un rapporto sessuale con un altro? Ti ho detto che a me non importa anche se ti chiava un altro, puoi averne anche dieci, cento di partner con cui hai rapporti sessuali, io ti amerò sempre, al di là del sesso. Tu sarai sempre la mia ragazza, il mio amore, non preoccuparti per questo amore.> Le dicevo.

Lei era fragile e insicura in quel momento… e si abbandonava a me… e la tranquillizzai facendole capire che se anche si accoppiava a un altro uomo il mio amore era più grande. E un altro sabato sera visto che le era piaciuto fare sesso con Nando, risuccesse di nuovo…quella volta oltre Nando c’ero anch’io, facemmo un triangolo, ci alternavamo io e lui a chiavarla, baciarla e succhiarle il seno. Quella sera Giulia impazzì dal godimento e tutto mentre mia sorella con il suo smartphone ci riprendeva, e quella volta al termine non pianse più, quando Nando si alzò, lei venne subito da me, tra le mie braccia a farsi stringere e io la coccolai ancora e la feci sentire veramente mia nonostante avesse chiavato con un altro.”

“Sei veramente un essere spregevole Lucio…” Gli dissi guardandolo con disprezzo: “Meriteresti di essere denunciato per istigazione alla prostituzione…” Ma a lui non importava quello che pensavo e dicevo io e che considerazione avessi di lui. 

“Dopo quella sera con Nando, giorni dopo venne anche mia sorella Claudia a praticare sesso con noi.”   

Mi faceva rabbia e mi dava il voltastomaco che parlasse in quel modo di mia sorella Giulia, ma morbosamente e irrazionalmente volevo conoscere come tutto era accaduto essendone involontariamente io la causa, e mi trattenni dallo sfogarmi e lo lasciai continuare.

“Come ti ho detto a tua sorella non potevamo dirgli di punto in bianco prostituisciti per noi, l’avrebbe rifiutato e non volevo fare nemmeno come fanno altri magnaccia qui a Roma, di prenderla a sberle finché non lo avrebbe fatto… No…! Sarebbe stato contro producente. Nando a < fighetta d’oro > come l’aveva soprannominata lui, voleva che lo facesse di sua volontà come mia sorella Claudia, senza avere preoccupazioni, imporle coercizioni e ritrovarsi con eventuali denunce per sfruttamento alla prostituzione. Noi volevamo la sua partecipazione fisica e mentale, il suo assenso e coinvolgimento a che vendesse il suo bel corpo insieme alla sua altrettanto bella fighetta, boccuccia e sederino.” Disse Lucio sorridendo sarcasticamente. E così preparammo un piano, un sotterfugio e un giorno mia sorella portò un conoscente a casa, un commerciante salumiere, che era un suo cliente. Un cinquantenne single con pancia e senza capelli sul capo, solo intorno alla nuca e alle orecchie, dicendogli a insaputa di Giulia: 

< Vieni bamboccione, che se va bene stasera ti farò chiavare una bella ragazzina>. 

Lui accettò subito e quella sera cenammo con cibo da rosticceria, vino buono e musica allegra e dopo cena noi bevemmo e ci impasticcammo, e mia sorella Claudia come concordato precedentemente si mise a giocare facendo la prostituta con quel tizio. 

< Quanto mi daresti se facessi sesso con te? > Gli diceva ridendo. 

Quell’uomo guardandola rispose :< Cento euro!>

 < A me! Ma a lei quanto daresti …?” Facendo segno con la mano a Giulia sorridendole. E lui fissandola.

< Per lei … sarei disposto a pagare trecento euro, anche di più…> Imbarazzando tua sorella e lusingandola allo stesso tempo. 

Claudia fece finta di essere risentita:< E perché a lei daresti di più?> Domandò fingendo di fargli il broncio. 

< Perché lei le vale, è molto bella…> Rispose il cliente: < …  anche più di 300 euro.>

E alzandosi da tavola Claudia, prendendo Giulia per mano e facendo alzare anche lei, si avvicinò mettendosi di fianco a lui, dicendo ancora: < Allora chi sceglieresti?  Io sono più esperta, lei e una novizia…?>

< Lei senz’altro! > Rispose lui senza pensare, sorridendo infervorato.

E mia sorella Claudia all’improvviso fingendo di giocare esclamò:< Allora prendici.> Iniziando a scherzare, lasciandosi alzare su la gonna, toccare e accarezzare le cosce da lui, tirando con la mano e ridendo in quel gioco subdolo anche Giulia, che subito quel tizio le allungò le mani sulla gonna.  Su di giri e quasi ubriache continuarono a giocare, con Giulia ingenuamente coinvolta che evitava di mostrare le cosce e di farsi palpare e ammirare sotto la gonna o il reggiseno da quello sconosciuto per lei. Cercavano di sfuggire ridendo. Finché Claudia con le mutandine abbassate volutamente alle cosce, all’improvviso le abbassò e le tolse del tutto:

< Via questa roba Giulia, questo tessuto che ce le copre …> Disse ridendo: <…teniamocela libera per combattere.> 

Ma tua sorella Giulia non concedeva più di tanto a quel gioco… pur essendo entrambe su di giri, tra le risa, finti inseguimenti e fughe intorno al tavolo. Alla fine in quel gioco finirono tutti in camera da letto, e ridendo trattenendosi a vicenda per gli abiti una con l’altra, finirono per cadere sopra il letto sgambettando, Giulia compresa.   

Sai Adriano, eccitato all’inverosimile quell’uomo cominciò a dare manate con le dita grasse sulla figa e sul seno di entrambe. Finché come in un raptus con il volto congesto e arrossato, riuscì a tirare su la gonna e a prendere per l’elastico le mutandine di Giulia, tirandogliele giù, scoprendole la figa e la sua fessura socchiusa, con noi tutti, lei compresa che ridevamo di quello che aveva fatto quell’uomo.” Disse facendo una pausa e sorseggiando la birra… per riprendere:

“E mia sorella fingendo di giocare le prese e gliele tirò più giù, alle ginocchia, poi alle caviglie e assieme alle scarpe gliele tolse gridando:< Via tutto Giulia… restiamo senza…>. E ridendo diceva al commerciante:< A te ora ti spogliamo noi così impari!>. Iniziando a slacciarle la cintura e la chiusura dei pantaloni. E quel gioco con Giulia ignara del fine ed infervorata dall’esaltazione proseguì, con mia sorella Claudia che fingendo di giocare glieli slacciò quasi senza farsi vedere, mentre io e Nando con delle risate e battiti di mani facevamo il tifo per Giulia, gli parlavamo distraendola e facendole voltare il capo verso di noi. E appena mia sorella Claudia, non vista passò a quel cliente il preservativo già sconfezionato datole da Nando, subito lui come d’accordo, lo appoggiò sulla cappella e lo srotolò giù fino alla radice. E quando fu prontò con il cazzo eretto, Claudia alzandole su la gonna a tua sorella gli disse sorridendo: 

< Guarda come ce l’ha bella la figa la tua preferita!> Mostrandogliela. 

Lui con un guizzo, nonostante la pancia e l’età, le saltò sopra, le allargò le gambe e si sdraiò tra esse quasi immobilizzandola mentre Giulia rideva ancora, iniziando a baciarla sulla fronte e le labbra. Tua sorella non voleva, ebbe l’istinto di togliere e voltare la testa per non farsi baciare, ma Nando gliela fermò mentre mia sorella Claudia da professionista che era, prese il cazzo di quell’uomo, lo strusciò con la cappella coperta dal lattice su e giù, glielo appoggiò tra le grandi labbra dicendogli:< Vai che c’è!> E lui spinse penetrandola. Fu un qualcosa veramente di pochissimi secondi e sconvolgente. 

Giulia sentendolo premere ed entrare aprì la bocca e sospirò e quell’uomo incominciò a muoversi avanti e indietro e a chiavarla, con lei sorpresa di quello che stava avvenendo ma iniziando a godere euforica con lui… Finché eccitato com’era venne dopo un paio di minuti e eiaculò dentro il preservativo.” 

“Siete dei porci, dei bastardi, l’avete ubriacata e abusato di lei…” Urlai ad ascoltare quello che era avvenuto.

Ma Lucio non mi diede retta e con un sorrisino proseguì:

” Poi stessa scena che con mio cognato Nando, mentre Claudia allontanava quell’uomo che si toglieva il preservativo con il davanti pendente pieno di sperma, sono arrivato io, mi sono spogliato e sdraiato affianco di tua sorella e abbiamo rifatto l’amore, con coccole e parole dolci... ripetendole:< Non mi importa amore anche se ti ha chiavato lui…!> Facendole capire che non importava chi la chiavasse, che io l’amavo lo stesso.

Al termine del nostro amplesso mentre eravamo abbracciati e accoccolati e l’accarezzavo teneramente, mia sorella rientrò in camera sorridendo, dicendo ad alta voce rivolta a Giulia: < Il tipo è andato via… Ti ha pagata davvero…guarda cosa ti sei guadagnata con quel tizio!.> Sventolandole quattro biglietti da cento euro che invece le aveva dato Nando d’accordo con quell’uomo per invogliarla a lasciarsi pagare e li lasciò sul letto.

Tua sorella caro Adriano, nuda vicino a me guardava quei soldi ma non li toccava, come se fossero sporchi e osservava me, alche la esortai: < Prendili Giulia…te li sei guadagnata tu… sono tuoi…> Era l’effetto psicologico del farla  sentire puttana a pagamento ed eccitata davvero allo stesso tempo, e farle capire che non c’era niente di male a essersi lasciata chiavare e pagare da un altro per fare sesso e alla fine su mia sollecitazioni li prese in mano, li guardò e mi osservò e io ripetei :< Prendili… sono tuoi, te le sei guadagnati.> E dopo una breve esitazione, li mise via sul comodino. Era fatta… accettando quei soldi accettava il modo con cui l’aveva guadagnati, poi il resto lo ha fatto mia sorella incontrandosi con lei nei giorni seguenti, parlandole e iniziandola saltuariamente istruendola alla prostituzione, dicendole: < Tu Giulia non devi pensare a niente, a tutto quello che ti serve penseranno Nando e Lucio. Però una parte dei soldi che guadagnerai saranno tuoi e una parte di Nando e Lucio, lo stesso come faccio io. E a tutto provvederanno loro per te…> Ecco come ha iniziato a prostituirsi tua sorella.” Disse finendo il discorso.

“Mi fai schifo Lucio, hai approfittato di mia sorella, l’avete ingannata e con il lavaggio del cervello l’avete indotta ad avere rapporti a pagamento con altri e a farglieli accettare come qualcosa di normale …”  Poi dopo quella sfuriata restai in silenzio mentre lui si accendeva la sigaretta. 

Erano più di due ore che parlava con me che l’ascoltavo, a un certo punto mi alzai:” Devo andare via …” Dissi.

“Così presto? Se vuoi facciamo due passi…?”

“No grazie, ero venuto per pregarti di non fare prostituire mia sorella e invece hai già fatto tutto… e mi fai schifo!” Esclamai.

“Dai non prendertela Adriano, in fondo io e lei ci vogliamo bene, accettalo anche tu, vedrai che ne avrai vantaggio e ti piacerà, torneremo amici come prima…”

Allungò il braccio per mettermelo in amicizia sulle spalle, ma lo schivai abbassandomi e mi allontanai. Allora lui diventò serio:” Comunque la realtà è questa Adriano, tua sorella ora è mia, è la mia puttana…” Disse volgarmente:” … non mettermi il bastone tra le ruote se no le prendi te e Giulia e non cambia niente. E se mi fai incazzare invece di farle fare la escort di lusso con mia sorella, la porto a battere in strada sulla flaminia con le prostitute rumene e albanesi…” Aggiunse con uno sguardo cattivo che intimoriva.” E ricorda, io potrei sempre dirle che quella sera alla sagra sotto il ponte di Ostia c’eri anche tu e che insieme a me l’hai chiavata pure tu! Che hai praticato incesto con lei, chissà come la prenderebbe? E tua madre e i tuoi amici che anche tu ti sei chiavata la tua bella sorellina...?”

“Sei un bastardo…” Esclami furioso:” Cosa vuoi Lucio? Il mio consenso per far prostituire mia sorella Giulia?”

“Si!... Non è indispensabile ma mi piacerebbe se anche tu fossi d’accordo e ci frequentassimo tutti e tre…”

“Ma come puoi pretendere che io sia d’accordo a che tu faccia prostituire mia sorella? Ma ti rendi conto di quello che dici? Non avrai mai il mio consenso e se è vero quello che hai detto farò di tutto per aprire gli occhi a Giulia. Ti odio, mi fai schifo Lucio…”

Mi avviai verso la porta e lui dietro di me mi accompagnò e sull’uscio disse:” Se vuoi possiamo riparlarne, puoi venire quando vuoi, cercami, il mio numero di cellulare ce l’hai…” E sorrise e allungando il braccio fece il gesto di darmi la mano, che non gli strinsi e me ne andai mentre lui mi salutava e io non rispondevo.

Scesi quella scala malfamata con il magone, dopo tutto quello che mi aveva detto avrei voluto piangere ma non ci riuscivo, mi sentivo impotente e avevo paura fisica di lui. Tornando verso casa in auto pensavo, ripensavo alle sue parole e mi dicevo: “Forse ha esagerato… si, l’avrà fatta andare con qualcuno perché lui è capace di fare queste cose, ma non certo prostituire come una escort. Lui esagera sempre per farsi bello e mostrarsi. E poi Giulia non avrebbe mai accettato di prostituirsi, comunque questa sera, chiederò direttamente a lei se è vero quello che mi ha detto.”

 

Quella sera a casa, tra occhiate silenziose fra noi, dopo cena e aver sparecchiato la tavola e lavati piatti e stoviglie, aspettai il momento propizio che mia madre uscisse per incontrarsi con quel Sergio. E visto che eravamo soli di nuovo, in uno di quei momenti di intimità famigliare nostra, approfittai per dirle:” Ti devo parlare Giulia…”

“Dimmi!” Risposi subito distogliendo l’attenzione e girando la testa verso me.

“Puoi venire in salotto?” Mi seguì e appena ci sedemmo le dissi:” Oggi ho visto Lucio, ho parlato con lui…”

“Lo so!” Esclamò:” Ci siamo sentiti al telefono e mi ha spiegato che ti ha detto tutto…” A quella sua risposta esclamai: 

” Ma come hai fatto trasformarti così Giulia?  Accettare quello che fai? Se lo sapesse la mamma morirebbe di crepacuore, lei pensa che sei una ragazza giudiziosa, moralmente a posto…”

“Senti Adriano…!” Mi interruppe. “Se vuoi parlare va bene, se vuoi farmi la predica me ne vado…”

Restai stupito da quella reazione, in fin dei conti ero suo fratello più grande, anche se solo di un anno.

“So benissimo che mamma non lo sa e se lo verrebbe a sapere le dispiacerebbe molto, ma non lo verrà a sapere se non glielo dirai tu…”

“No… io non le dirò niente, come puoi pensare una cosa del genere…?”

A quelle mie parole vedendomi dispiaciuto e risentito cambiò tono:” Scusami Adriano, non volevo essere scortese con te, ti voglio bene lo sai...” Esclamò prendendomi la mano e sorridendomi; ma sono nervosa, ora tu sai tutto e mi sento a disagio.” E si sedette vicino a me sul divano come quando parlavamo tra di noi, mi sorrise e accarezzò la mano. La sentivo diversa, e intanto che parlava le guardai le sopracciglia rifatte, assottigliate, rasate sui margini, allungate e appuntite.

“Non devi sentirti a disagio con me Giulia, qualunque cosa accadrà io sarò sempre dalla tua parte…”

Mi guardò con tenerezza, sorrise e prendendomi la mano me la baciò tenendola stretta tra la sua, iniziando a parlare. “Ora ti dirò alcune cose… e tu fammi tutte le domande che vuoi…”  E prese a discutere partendo nuovamente dall’inizio, forse per completezza, aggiungendo particolari e informazioni nuove nella descrizione degli avvenimenti che mi rifaceva.

 “In quel periodo come ti avevo già detto Adriano, ero in crisi, ma non lo dicevo a nessuno, sembravo forte esteriormente e invece ero disperata e fragile. Mi guardavo a lungo allo specchio e non mi piacevo più neanche fisicamente e piangevo, anche per quello che era successo, ma soprattutto per come mi aveva ridotto Marco con le sue parole e il suo abbandono… Dentro di me lo odiavo e mi odiavo, non volevo più essere quella Giulia lì, la sua Giulia, quella di Marco, ma un’altra persona. Mi sentivo a pezzi, lasciandomi mi aveva fatta cadere in un baratro. E all’improvviso tra il pianto, la tristezza e la depressione volli sapere la verità sulla causa di quello che mi era accaduto e così come ti ho già detto, mi venne in mente spontaneamente, l’idea di sentire Lucio. “

Stava raccontando quello che già sapevo, in modo diverso e con particolari nuovi, ma non dissi nulla e la lasciai andare avanti.

“Mi commiseravo Adriano, mi sentivo inadeguata ad essere la Giulia che ero sempre stata, dentro di me volevo cambiare, essere un'altra... avere amicizie nuove e non le solite amiche di liceo che davanti mi sorridevano e dietro mi compativano. Così dopo quel chiarimento con Lucio che sai c’è stato, lui ha iniziato a cercarmi:< Solo per parlare…> Diceva:< …sfogati con me vedrai che poi starai meglio…> Ripeteva. Ed era l’unico con cui potevo parlare liberamente di quelle cose, sfogarmi e quando ero in depressione che iniziavo a stare male con me stessa lo chiamavo allo smartphone. Ero io che lo cercavo per parlargli e lui c’era sempre. Si prendeva cura di me, prendeva atto di ciò che mi stava accadendo e mi metteva al primo posto nei suoi sentimenti. All’inizio mi chiamava o mandava messaggi anche due tre volte al giorno, in seguito di più, divenendo un contatto giornaliero, mattina, pomeriggio e sera, e mi dava sollievo la sua vicinanza. 

“Non so come successe Adriano… Lui mi faceva parlare sempre, mi ascoltava e io sfogavo la mia rabbia nel sentirci o messaggiarci, più che nel vederci, mi diceva quali erano i miei punti di forza e le mie debolezze. Si interessava ame, voleva che esprimessi le mie opinioni personali e i miei sentimenti anche su di lui:< So che non ti piaccio, che sono brutto, ma cosa pensi di me ora?> Mi chiedeva. 

Sorridevo del suo dirsi brutto e replicavo dicendo la verità:< Tu non mi piaci fisicamente Lucio, ma non nego di stare bene a discorrere con te…> E le sue risposte qualunque fossero mi tranquillizzavano, mi confortavano…

Lucio parlava poco di sé, se non lo stretto necessario e le conversazioni si concentravano su di me, i miei problemi, come mi sentivo, come volevo reagire e mi consigliava dicendomi come avrei dovuto comportarmi…”

Mia sorella mi stava dicendo che parlava tranquillamente con lui, che era diventato il suo confidente, ma non sapeva che nelle sue intenzioni di tutta quella disponibilità e educazione nei suoi confronti c’era un secondo fine… un interesse su di lei. 

Quel bastardo approfittava della sua depressione e malinconia e si serviva della sua parlantina adulta ed esperta come aveva fatto con me, per ottenere ciò che voleva. Giulia non sapeva che lo conoscevo bene, che eravamo molto amici prima che si presentasse con il cane, ma la sua amicizia anche nei miei confronti, era fine al suo piano, che consegnassi Giulia a lui. Con lei invece procedeva a passetti per farsi consegnare la sua mente, manipolarla, prenderla psicologicamente, plagiarla fino a farla diventare e sentirsi realmente una prostituta.

Conoscendo personalmente Lucio, so che era carismatico per natura e manipolatore, sfruttava il suo fascino negativo per raggiungere scopi ben precisi, sessuali e mai solo per tenerezza o affetto. All’inizio era tutto complimenti e belle parole, poi la triste realtà, presentava il conto.

Conoscevo bene il suo comportamento coercitivo, era psicologico, convinceva gli altri a fare qualcosa condizionandoli o usando la forza o le minacce, come con me il pomeriggio quando mi chiese il mio consenso a che io accettassi che lui fosse il magnaccia di mia sorella Giulia. Era capace di inveire contro una persona, criticarla o minacciarla, pur di spingerla a fare ciò che voleva. 

“Tutte le persone talvolta assumono dei comportamenti manipolatori, ma i veri manipolatori lo fanno regolarmente. Hanno un secondo fine e sfruttano gli altri intenzionalmente per guadagnare il controllo, il potere e i privilegi a spese altrui.” Pensavo. Come lui voleva fare con me su di Giulia. E mentre compivo quella riflessione, mia sorella continuava a parlare dicendo:

“A volte Adriano, mi sentivo inadeguata o giudicata, Lucio ha iniziato a parlarmi e io ad ascoltare. Altre volte Lucio spariva per qualche giorno, non rispondeva se lo cercavo allo smartphone, ignorava le mie telefonate, i messaggi, e mi sentivo insicura se non mi rispondeva, assurdamente Adriano, era come se mi mancasse.”

Capivo quella sua sensazione che provava, era successa anche le prime settimane che lo frequentavo, Lucio spariva alcuni giorni e mi mancava, e poi ricompariva all’improvviso.

E mia sorella continuò il suo spiegare: 

“Mi sentivo in colpa Adriano, verso tutti e me stessa, Marco, ma anche Lucio. In fin dei conti quello che mi aveva fatto lui era stato anche colpa mia…”

“Ma che dici Giulia?... Perché colpa tua? …” La interruppi: “Che dici?”

“Si, anche colpa mia perché lui si è sentito provocato da me, con il mio comportamento, il mio modo di fare. Lucio dice che con il mio atteggiamento gli ho fatto capire che ci stavo con lui…”

“Ma non è vero Giulia!” Ribadii. Non potendole dire che io sapevo la verità perché avevo visto tutto.

“Tu non c’eri, non puoi saperlo Adriano…Me lo ha detto lui e probabilmente è vero, ero ubriaca e in preda a stimolanti… Quindi mi sentivo responsabile anch’io non solo di quello che era accaduto con lui, della mia verginità perduta, ma anche come conseguenza della rottura con Marco…” Fece un sospiro e continuò:” Ma ora con lui sto bene… mi fa dimenticare il mio fallimento, mi ha dato un incentivo, un nuovo modo di vivere, meno egoista, più libero e indipendente e tutto per il mio bene…”

L’ascoltavo incredulo di quello che diceva e mi rendevo conto che aveva subito una sorta di lavaggio del cervello. 

Mentre Giulia di quello che le era capitato e in parte mi aveva già detto, parlava e si sfogava, io riflettevo su quello che conoscevo, avevo e stavo studiando di psicologia. E cercavo di analizzarla psicologicamente, e consideravo che Lucio aveva messo in atto quello che i paesi anglofoni chiamano il gaslighting. Un atteggiamento del partner abusante, in questo caso di Lucio, per far sì che Giulia dubitasse di tutto, soprattutto di sé stessa e della sua realtà e verità. In modo che, come quando viene lentamente inoculato del veleno, cominciasse a sentirsi confusa, ed a pensare davvero che lui fosse essenziale per lei.

Questo lento processo di avvelenamento psichico che le praticava prende il nome di gaslighting che altro non è una manipolazione della mente altrui in maniera sottile e costante, come la goccia che lentamente buca la pietra. Ed era accompagnato da insicurezze e ansie da parte di Giulia. 

E continuava a parlare convinta di quello che pronunciava:

“Lo stare con lui avere una relazione anche sentimentale mi dava benessere psicologico, autostima e libertà.

<Non ti amerà mai nessuno come ti amo io. Non troverai mai nessuno come me…> Ripeteva: <Che faresti se non ci fossi io che mi preoccupo per te …?> Quelle e altre frasi che mi diceva tutto sommato mi lusingavano mi davano sicurezza a sapere che qualcuno mi amava.” Disse.

“Guarda Giuly…” Mi affrettai a informarla:” … che secondo me lui dice che ti ama, ma lo fa perché gli servi…” Ripetevo.

“Forse… ma anche lui è servito a me per uscire fuori dalla depressione, anche se mi diceva scherzando con il suo modo di essere:< Se mi ami quanto ti amo io, fai come dico.>”

Lei probabilmente non credeva e non avvertiva il mutamento in quello che le stava accadendo, perché attratta e dilettata da lui. Ma l’obiettivo di Lucio era ridurre Giulia ad un totale livello di dipendenza fisica e psichica da lui, da annullare la sua autonomia mentale. Era seduttivo e portava le fasi della manipolazione alla distruzione del passato di mia sorella, della ragazza che era prima e le faceva aumentare ed evidenziare l’odio, non solo per Marco, ma anche verso la famiglia, i genitori, mio padre che ci aveva lasciati, mia madre che si era messa con un altro uomo e me, anche se in misura minore. In quel momento che la vedevo così infervorata a spiegarmi cose che mi aveva già detto essendo ripetitiva, e vedevo che lo faceva con enfasi, capivo che era un suo meccanismo di difesa per la condizione in cui era, una giustificazione più che amore per Lucio e la lasciai parlare. 

E ascoltandola ragionavo osservandola:

“Giulia oramai è plagiata, ridotta in stato di completa dipendenza da quel bastardo, almeno in questa fase della vita, forse tra qualche anno non sarà più così, si sveglierà dal torpore di quello che le fa vivere.” E consideravo: “Lucio è forte di personalità, con una tendenza spiccata al comando e con la capacità di attirare nella sua sfera di influenza più persone, come è successo a me. Al contrario Giulia, in questo momento si trova priva di una figura di riferimento maschile a parte me, ed è incapace di decisioni autonome e ha un forte bisogno di delegare ad altri l’andamento della sua vita, sia in modo positivo che negativo.” E desumevo:” Lui sottopone Giulia al proprio volere, esercitando su di lei, nonostante la sua ignoranza e bassa cultura, un particolare carisma e ascendente intellettuale e morale diverso da quello che ha lei, antagonista del suo modo di vivere, in maniera da ridurla in totale stato di soggezione, annientandone volontà e personalità. 

L’ha portata all’allontanamento affettivo dalla famiglia mettendo in atto una serie di tecniche persuasive a lei sconosciute, soprattutto inizialmente a livello comunicativo e in seguito sessualmente, facendola diventare una persona completamente diversa da quella che era rigida, moralista e rispettosa degli altri e di sé stessa e del suo corpo. Inglobandola totalmente nella nuova situazione e forma di vivere creata da lui, composta da nuove regole, nuovi valori, senza moralità e rispetto per sé stessa. …” 

E ripresi a seguirla intanto che continuava a parlare: 

“In quel momento avevo perdita di interesse e apatia, mancanza del piacere sulle cose e le persone, forte ansia e attacchi di panico, avevo paura di tutto…” Disse continuando: “Sentivo il bisogno di sentirmi amata, ero fragile, ansiosa, stanca nel fisico e nella mente, fino ad arrivare alla depressione dicendomi di meritarmi tutto quello che mi accadeva. Piangevo all’improvviso, avevo sensazione di angoscia e smarrimento. E quando la mia storia con Marco terminò, a confortarmi fu subito lui, Lucio che si mostrò subito amorevole, facendomi capire che ero una bella persona dentro e fuori e importante per lui. E per me in quel momento era fondamentale essere considerata positivamente. Per questi motivi quella sera prima di Natale decisi di andare a ballare con lui e iniziare una relazione innamorandomene. Tanto che durante la nostra storia, soltanto dopo poche uscite iniziò persino a parlare di vivere assieme, mettere un conto in banca comune….  Ero così sollevata di avere trovato una persona così amorevole che in quel momento mi apprezzava per quello che ero, dopo il trauma e la ferita della relazione chiusa con Marco, che all’invito di convivenza con lui, gli dissi che ero favorevole, e che avrei detto a mamma che andavo a vivere con una amica di facoltà.  Accettai subito la sua proposta anche se non sempre ebbe seguito.” 

A quelle parole ebbi conferma di quello che avevo immaginato, che era stato Lucio e non la sua amica a istigarla ad andare a vivere da sola, e che era quello che mi aveva detto mia madre della sua richiesta. 

“Tu Adriano naturalmente potrai venire quando vuoi a trovarmi…” Aggiunse sempre tenendomi la mano tra le sue, continuando a giustificarsi e giustificarlo.

“Io ero molto chiusa e disperata in quel momento e con amore ho iniziato a fidarmi di lui, gli parlavo di me, gli raccontavo tutto di me, di papà, di mamma con quel Sergio e di te!”

“E cosa gli hai detto di me?” Le domandai subito interessato.

“Che sei un ragazzo bravissimo e che ti voglio molto bene.” Pronunciò.

E sempre cercando di convincermi della sua scelta, di discolparsi, avvallare e legittimare quanto faceva, continuò.

“Piano piano Lucio mi ha convinta a confidarmi, e gli dicevo che non ce la facevo più a vivere con mamma che si vedeva con un altro e con me che non c’ero quasi mai, e lui, Lucio mi stava accanto. Continuava a dirmi che mi voleva bene, che mi desiderava sessualmente e tutto quello mi confondeva.”

“Certo…” Pensai:” …  in tutto quello che faceva rivolto a Giulia, c’erano messaggi subliminali che le installava in testa attraverso meccanismi psicologici, come la ripetizione incessante di certe parole chiave o addirittura di poche frasi significative all’interno di lunghi confusi discorsi, che la predisponevano a convincersi e fidarsi sempre più di lui, fino ad amarlo.

Giulia era succube mentalmente e riusciva a manipolarla come voleva, e lei innamorata si rendeva sempre disponibile in tutte le occasioni. Quel rapporto con Lucio l’ha dilaniata nel corpo possedendola e nell'anima stregandola.  

L’ha indotta a ripudiare il suo modo di vivere precedente e tutto quello che le girava attorno definendoli falsi e coercitivi, solo perché ponevano dei limiti a quello che aveva intenzione di fare lui, che passasse i giorni e i fine settimana a istruirla e plagiarla praticando sesso con lui a casa sua. Che non frequentasse più le sue amiche e amici, ma solo persone che aggradivano a lui. E incantata da lui Giulia, perdette la sua identità, autostima ed interessi personali se non erano approvati da lui, diventando una burattina nelle sue mani a tutti gli effetti. È stato così scaltro a manipolarla da indurla a rivoltarsi contro chiunque si frapponesse tra loro due, compresi amici e noi della famiglia.”  E osservandola sconfortato e silenzioso mentre parlava mi dicevo:

” E pensare che fino a Natale era stata una ragazza modello in casa e fuori, di alto rendimento scolastico e sportivo, con una vita relazionale ed amicale molto ricca. Vanto dei nostri genitori e di me, e ad un certo punto improvvisamente si è trasformata. Circuita da quel bastardo ha iniziato a frequentarlo e se ne invaghita, un ragazzo spiantato, narcisista, magnaccia, senza alcun progetto su di lei se non quello di farla prostituire per procuragli soldi e usarla come bancomat.”

In quel momento smesso di pensare mi accorsi che Giulia mi guardava silenziosa, le sorrisi sempre lasciando la mia mano tra le sue e riavendo la mia attenzione proseguì:

“In parte Adriano, mi sento obbligata con Lucio, mi vuole bene, mi aiuta sempre, sono diventata la sua ragazza, mi considera sua …” E si fermò.

“E ti fa prostituire…” Interruppi io, terminando la frase agitato.

“Quella è stata una mia scelta.” Ribatté:” Lui non centra …” Dichiarò quasi difendendolo. “Come ti ho detto in quel periodo avevo un’autostima di me molto bassa… ero insicura e piangevo improvvisamente. Ero intollerante, triste e frustrata… e mi ero innamorata.”

“E lui ha approfittato di te… della tua condizione.” Ribattei.

“No! … Mi trattava con rispetto, educazione…”

 “Con rispetto?... Educazione? Ma se ti fa prostituire…” Replicai io.

“Lui era educato e rispettoso con me… Te l’ho detto, il fatto che ora mi prostituisca non è un obbligo suo, sono io che lo voglio, lui mi ha solo consigliata…” Pronunciò.

” Si, ti ha consigliato, te lo ha messo in testa, ti ha convinta, ha approfittato della tua fragilità e con sua sorella Claudia e quel Nando ti hanno circuita e indotta a venderti…”  Esclamai con rabbia vedendo che continuava a giustificarlo.

“Comunque sia accaduto, in ultimo sono state mie scelte Adriano…”  Affermò lei.

“Si, tue scelte prese in un momento di fragilità, debolezza…” Scosse le spalle, ma io continuai dicendo: “E chi te le ha messe in testa queste idee se non lui!?” 

“Lucio mi ha solo parlato e fatto conoscere un modo alternativo di vivere con lui, mi ha solo chiesto di provare…”

“E tu hai provato, ti sei prostituita…?” Replicai incredulo delle sue risposte e arrabbiato.

“Si!” Ribatté con aria di sfida:” Ho provato e poi riprovato… anche insieme a sua sorella e ho scoperto un nuovo modo di vivere, senza ipocrisie… Dove gli uomini vogliono solo una cosa, non cercano l’amore, ma il sesso pagando e allora come dice Lucio, quella cosa che loro vogliono io gliela vendo… e me la faccio pagare bene.”

Mi veniva voglia di tirale uno schiaffo in faccia, prenderla a sberle, ma mi trattenni, avrei rotto per sempre il rapporto e la fiducia tra noi e mantenendomi calmo pronunciai.

“Ma non puoi ragionare così Giulia…” 

“Perché non posso?  Lo fa anche sua sorella e lo ha fatto sua madre. Te lo detto, con lui non mi sento in colpa di niente, mi capisce…”

Intuii che era inutile parlare, cercare di farla rinsavire, ma tentai ancora: “Sappi che lui continuerà a manipolarti, devi dirgli di no! Basta! O continuerà a sfruttarti finché glielo permetterai. Devi imparare a dirgli di <…no…> tu sei una ragazza seria, per bene, non sei una ragazza di periferia, di Corviale e del serpentone, ai solo diciannove anni, praticamente sei una ragazzina, sei rispettata nel nostro ambiente, lo devi fare per salvaguardare il tuo benessere. E non dirgli sempre si!” Esclamai.

Ci guardavamo in silenzio, faceva caldo in soggiorno e sudavo, lei era con la canotta scollata e grande, quella di mamma e io vedevo sotto di essa le sue mammelle sode muoversi e i capezzoli puntare sul tessuto. Non c’era niente da fare, per rinsavire doveva capirlo da sola che sbagliava, così turbato da quella discussione e da lei che vedevo non più solo come una sorella, ma anche come ragazza sensuale, le domandai:

“Ma come sei arrivata a prostituti Giulia? Come hai potuto fare una scelta così sconsiderata…?”

“L’ho fatta perché lui aveva bisogno di me, lui mi aveva aiutata quando ne avevo bisogno e io ho aiutato lui…” Mormorò.

“Prostituendoti?” Replicai.

“Si! Lucio ha una concezione diversa dell’amore per me, non solo sessuale, ma sentimentale oserei dire spirituale. Lui è geloso di me e mi ama, mi ama anche se mi concedo ad altri uomini. Il suo amore per me non è legato all’apparenza, alla falsa gelosia ai convenzionalismi come Marco, lui no, anche se mi dono ad altri a pagamento mi ama lo stesso, anzi di più. La sua gelosia non è fisica, ma spirituale, sentimentale…. È geloso di me solo se non l’amassi più e lo lasciassi, ed è questo che ci unisce. Lui non è bello, ma nemmeno vuoto come Marco.”

Scossi il capo e la guardai. 

 

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