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STORIE E RACCONTI EROTICI

VIETATI AI  MINORI DI 18 ANNI

All Right Reserved 2022

Il donatore di sperma.

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LETTURA VIETATA AI MINORI DI 18 ANNI.

 

 

" La vita non è fatta di desideri bensì degli atti di ciascuno." 

Paulo Coelho. 

 

Cap. 3 “Ritorno alla realtà.

 

Quando tornai come d'accordo nel suo studio a farmi rivisitare dopo aver fatto gli esami prescritti, lo specialista urologo dopo averli visionati disse che andavano bene, ma per sicurezza ne prescrisse altri, una serie di esami diagnostici e alcuni me le fece lui direttamente. Dosaggi ormonali, in particolare mi fece ripetere il testosterone e aggiunse la prolattina, dicendomi che possono influire sulla reazione di erezione e fertilità, eco-doppler penieno e non solo del testicolo, arteriografia e cavernosografia, utili a valutare le eventuali disfunzioni vascolari del pene e l'arrivo regolare del sangue. Potenziali evocati sacrali, per valutare l’integrità delle vie nervose implicate nella reazione di erezione, test alla papaverina, ovvero l’iniezione di questa sostanza vasodilatatrice nel pene, utile a valutarne l’arrivo di sangue e il funzionamento.

“Quando avrà fatto tutti questi esami potremmo dire definitivamente se ci sono cause organiche che possano influire sulla sua sessualità e fecondità! A proposito… lo spermio gramma lo faccia per ultimo, pochi giorni prima di incontrarci, così sarà fresco di valutazione.” Feci tutto a pagamento e fu una spesa non indifferente ma me ne fregavo, avrei speso anche il doppiò, il triplo e più, pur di avere tutto funziona.

Durante quella visita ci chiese tra il disagio di Laura:

“Avete già avuto rapporti sessuali?”

“No!” Risposi, e ci invitò a provare.

“Provate, con calma e attenzione, provate e poi sappiatemi dire.”

“Possiamo provare?!” Ripetei tra il felice e il preoccupato.

“Certo, è passato oltre un mese dall'intervento morfologicamente e fisiologicamente è tutto a posto, provate e poi quando mi porterete gli esami la prossima volta ne discuteremo.

 

Salutammo e uscimmo felici, ma io preoccupato di provare. 

Quella sera, dopo aver visto la tv ne parlammo tra di noi, gli chiesi se volesse provare a fare l’amore, per noi fare sesso non esisteva, c’era solo fare l’amore.

“Proviamo Laura?... Vuoi?” Domandai.

Alla mia proposta con un sorriso malizioso esclamò contenta:

“Si proviamo!”

“Ma facciamo piano e con attenzione.” Risposi.

Sentivo lo stimolo di una forma di erezione, ero contento che mi venisse duro, ma allo stesso tempo ne avevo anche timore.

Concordammo di provare ad avere un rapporto sessuale e andammo in camera, a letto restando solo in mutandine, e accarezzandoci e toccandoci avverti la mia rinata consistenza dentro lo slip.

Erano quasi due mesi che non faceva l'amore carnalmente. Iniziai ad accarezzarla e poi baciarla sul collo, sul viso e in bocca ricambiato. Lei era fremente, sentivo la sua pelle calda tremare allo sfiorare delle mie dita. Era vogliosa e piena di desiderio e si eccitò subito quando giunsi con le dita dentro il suo slip, sul sesso, ce lo aveva già bagnato, e avvertivo l’umidità del suo umore vaginale sui polpastrelli accarezzandole i peli sulla vulva mentre ci baciavamo. Oltre che bagnato il suo sesso pulsava, era palpitante, segno che mi voleva carnalmente, mi desiderava, aveva 25 anni e la sentivo vibrare sotto le mie carezze, ed era giusto e logico che fosse così, essendo stata sempre una ragazza calda nell'intimità.

Lo tirai fuori dallo slip semirigido in procinto di diventare duro e nello stesso tempo la accarezzai sul viso e i capelli, e lei timorosa e fremente, incerta me lo accarezzò come se fosse la prima volta che lo faceva, avvertendo io le sue dite affusolate tremanti sull'asta dura.

La vidi impaziente e desiderosa, in attesa di me con i capezzoli turgidi e il sesso sempre più umido al contatto con le mie dita e i miei baci, di sua iniziativa alzò il sedere, e con le mani spinse giù sulle cosce le mutandine, poi piegando le gambe portò le ginocchia verso il suo torace, le spinse ancora giù e le fece passare da esse portandole ai piedi e le tolse. Dischiuse e allargò le gambe mostrandomi il suo sesso voglioso, caldo e palpitate, invitandomi silenziosamente con quel gesto di togliersi lo slip da sola a prenderla e possederla.

Lo inumidii di saliva sulla cappella e mi misi tra le sue cosce, e baciandola in bocca lo appoggiai sulla sua fessura vulvare e spinsi, ma ero agitato, troppo concentrato, in tensione e spaventato come se fosse la prima volta, avevo paura di non farcela, di non riuscirci, forse fui troppo precipitoso, non era duro completamente e il cuore mi batteva forte.

Spinsi ancora con più forza, ma non entrò e si piegò.

Cercai di riprovare, ma oramai ero nel pallone, non riuscivo a trovare nemmeno l’entrata della vagina tra i peli.

Vedevo il suo volto in attesa guardarmi pieno di desiderio, che mi aspettava, mi voleva.

“Non entra! Non ce la faccio!” Esclamai con rabbia dispiaciuto agitandomi di più.

“Calmati … stai calmo Roberto e riprova!” Disse vedendomi inquieto e sudato.

Ma niente, riprovai e si piegava:” Non entra… non riesco! Non ci riesco maledizione!” Balbettai deluso.

“Calmati! “Ripeté accarezzandomi sul viso:” Non ti agitare.”

Ma nonostante la buona volontà, il lungo periodo di astinenza e la partecipazione attiva di entrambi, anche la sua che in genere era sempre passiva, senza iniziativa e in attesa di me che iniziassi, fu un fallimento. Mi bloccavo, mi deconcentravo o concentravo troppo….

“Provaci tu! Toccamelo!” Esclamai d'istinto.

Allungò il braccio, lo prese tra le dita quasi mollo iniziando a muoverlo con disagio su e giù, non avendo mai dovuto farlo prima, non avendomi mai masturbato nemmeno da fidanzati.

Ma oramai ero troppo teso, non mi veniva duro e persi anche quella poca erezione che avevo e così con rabbia lasciai perdere.

Lei mi confortò, era ancora fremente piena di ardore e io più arrabbiato per questo, perché oramai si era scaldata ma non riuscivo a chiavarla. Mi dispiaceva, era piena di voglia ed eccitazione, pronta a farsi penetrare e io l'avevo lasciata così. Mi sentivo impotente. Mi consolò.

” Non prendertela, può capitare … è la prima volta dopo l'intervento, riproveremo con più calma e vedrai che riuscirai, andrà meglio!” Esclamò.

“C'è qualcosa che mi agita, mi blocca!” Risposi.

“Si, sei teso, devi essere più tranquillo!” Replicò.

Mi veniva quasi da piangere:” Ma tu eri pronta?” le domandai. Per non ferirmi non rispose, disse soltanto:” Non importa! Parlane con il medico, magari ti aiuta.”

Mi dispiaceva lasciarla così piena di voglia e desiderio senza chiavarla, la baciai e abbracciai e la penetrai con un dito, facendole un ditalino, facendola godere e venire così tra le mie braccia, con il dito dentro come una ragazzina.

Mi resi conto che soffrivo di disfunzione erettile a solo 26 anni ed ero appena sposato da meno di tre e prima di quel fatto avevo sempre goduto di una sessualità vigorosa e attiva e avevo sempre posseduta e soddisfatta Laura, durando quanto volevo. 

Quando andai in ospedale a fare l'ecocolordoppler penieno mi recai da solo visto che era solo un esame, e una volta fatto quando uscii, decisi di fare un passo nel reparto di urologia a vedere se incontravo lo specialista che mi seguiva. Lo trovai, era in corsia con altri medici, e quando mi vide mi salutò e fece cenno di avvicinarmi dicendomi appena fui da lui:

“Come va?! Ha fatto gli esami che le avevo prescritto.?”

“Si professore ...” Li sto ultimando, sono stato in ecografia a fare l'ecocolordoppler.

“Bene aspettiamo i risultati e quando avrà tutto venga nel mio studio privato con sua moglie.” “Si certo.” Replicai. Sorrisi e ne approfittai.” Senta professore, le posso parlare un attimo?”

“Si, mi dica!” “Ecco si tratta dei rapporti sessuali, ieri sera abbiamo provato, l'erezione un po' c'era, ma mi sento bloccato, non riesco a penetrarla, quando spingo si piega e non riesco a infilarglielo, a farlo entrare, ho paura di non farcela.” Lui mi guardò in silenzio e io prosegui: “Siccome in Grecia l’urologo che mi aveva operato mi aveva detto che se mi capitava questo sarebbe stato probabilmente una cosa psicologica e di rivolgermi a un buon psicologo, vorrei sapere se lei me ne può consigliare uno?”

Mi guardò serio pensando, poi esclamò:

” Lasci stare gli psicologi se no non esce più, per ora non è il caso, proviamo in un altro modo. Venga, le darò io qualcosa, e se non funziona questo allora prenderemo in considerazione lo psicologo.” Fece una pausa e proseguì: “Per iniziare può cominciare con qualche farmaco, venga glielo prescrivo.” E Lo segui dentro il suo studio ospedaliero.

Quando fummo all’interno mi fece accomodare.

“Le prescrivo il cialis …” Disse:” … ne prenda una compressa mezz'ora prima che vuole avere il rapporto sessuale, vedrà che dovrebbe funzionare.” Informandomi: “Il cials è un farmaco per la disfunzione erettile, come il viagra solo che è a rilascio più lento e dura di più il tempo di azione. Sono vasodilatatori attivi sulla disfunzione erettile. Servirà ad aiutarla nei primi momenti, poi vedrà che andrà avanti da solo senza nulla.”

Lo ringraziai e uscito andai in farmacia e l'acquistai.

Lo dissi a mia moglie che sorrise e la a sua risposta fu: “Se serve ben venga!” 

Nei giorni seguenti, ci sforzavamo di vivere una vita normale, nell'attesa che tutto funzionasse come prima.

Una sera come tante, dopo essere usciti con gli amici decidemmo di provare ad avere un rapporto sessuale, sperando che sarebbe successo qualcosa di diverso dalla volta precedente. Assunsi una compressa di cialis appena arrivato a casa, e dopo un'oretta, tra il parlare e curiosare in tv, andammo a letto. Sembravamo davvero due ragazzini innamorati. Scherzavamo e ridavamo come due fidanzatini, lei era pigra, come suo solito passiva e senza iniziative come sempre, com’era il suo carattere e modo di fare sesso.

A letto alle mie carezze iniziò a fare le fusa tra le lenzuola. Le piaceva farsi accarezzare, massaggiare, adorava la sensazione delle mie dita che scivolavano sulla pelle nuda e vellutata come seta dandole fremiti piacevoli ed eccitandola. Erano le prime carezze di quella sera e le accettava tra pigrizia e malizia, sapendo che erano carezze di gioia e desiderio, solitarie e tutte per lei quasi nuda vicino a me. Vedevo i suoi occhi e vidi che mi osservava con desiderio. La guardai e capii che il suo non era un semplice sguardo, ma un invito a prenderla, possederla. Sentivo nel basso ventre una strana sensazione sotto forma di calore e una percezione di erezione più sentita. Sorrisi e avvicinandomi di più la strinsi e la baciai. Con la mano destra spostai il lenzuolo che la copriva e la vidi sensuale, attraente, viva e calda, lì, al suo posto che mi attendeva, girata su un lato a farsi rimirare guardandomi come a provocarmi, a volere dirmi:

” Sono qui, sono tua, prendimi che aspetti?”

Feci scivolare il mio sguardo eccitato dalle caviglie a salire su sino al bordo inferiore delle mutandine colorate, che contrastavano con la pelle bianca delle cosce e feci scorrere le dita lungo la pelle pallida, su, fino al fianco, girando poi le dita sul sedere, sopra il tessuto e provavo una strana sensazione di batticuore e euforia fino a perdermi. Con esaltazione avvertivo degli impulsi sessuali sulla mia asta che si irrigidiva, oltre che il desiderio di lei, e tremante come se fosse la prima volta che facessi sesso, salii ancora più su con le dita e le appoggiai la mano sul seno, con i capezzoli turgidi, accarezzandolo e stringendolo. Era bello, sodo e pallido. E lei era lì come un frutto al ramo che aspettava di essere colta. 

Il farmaco stava facendo effetto, funzionava ed ero contento, eccitato e incoraggiato dagli stimoli sessuali, da quella forma di calore e sensazione sul pene che stava richiamando sangue sulla mia asta irrigidendola sempre più, facendola crescere.

Sorrisi adagiandomi di fianco di fronte a lei. La mia mano le percorse il braccio dalla spalla alla mano, soffermandosi sui fianchi sensuali ed erotici per addentrarsi tra le sue gambe e toccarle ancora il sesso. Mi piaceva solleticarla per verificare anche la mia erezione che si apprestava ad aumentare.

Ero agitato, ansioso e intimorito e soprattutto felice, una felicità che mi procurava tachicardia, il cuore mi batteva forte, tutto stava funzionando. Infilai la mano sotto il bordo del tessuto dello slip e fu l'umido del suo piacere che aveva in mezzo le gambe, tra i peli ad accogliere le mie dita; era già bagnata e mi desiderava.

Lei dal fianco si ruotò e si mise a pancia in su, presi il bordo dell'elastico del suo slip sussurrandole: “Alza il sedere amore!” E come lo fece, con dolcezza le tirai le mutandine a metà coscia, scoprendole il sesso. Il resto fu facile, agevolato da lei con il movimento delle sue gambe in un attimo le tolsi e fu nuda, con il suo sesso rigoglioso di peli umidi e attaccaticci sulla fessura, palpitante assieme al suo respiro.

Desideravo accontentare lei prima di darmi ciò che volevo io, in un certo senso ricompensarla dell'attesa, dare a lei ciò che voleva, farle vedere che ero ancora come prima, un marito virile, capace di farla godere anche se era passato oltre un mese da quella sera in Grecia nella camera dell'hotel, dove lo facemmo con passione. Lei mi guardava passiva e piena di voglia come a dirmi:

“Prendi ciò che vuoi ... È tuo! Tutto tuo!... Sono tua!”

Ebbi l'erezione, non piena ma soddisfacente, più della volta precedente ero più sicuro di me e mi sentivo pronto, avevo paura che l'erezione mi scappasse e dopo averle accarezzato l'addome e la vulva ancora umida decisi di penetrarla. Per introdurlo meglio me lo inumidii con la saliva sul glande e lo stesso feci sulla vulva e con gesti rapidi le allargai le gambe e mi misi tra loro, gliela accarezzai con il dito inumidendola ancora di saliva e penetrandola un poco all’interno mi trovai la via, puntai quasi tremante il glande tra i peli e le grandi labbra, lo appoggiai alla sua fessura dischiusa ed eccitata, tolsi il dito e spinsi con il bacino, come avevo fatto altre migliaia di volte, anche se quella mi sembrava la prima. I suoi muscoli pelvici si rilassarono fino a permettermi di entrare in lei e la penetrai lentamente facendolo scivolare nella sua vagina bagnata e lubrificata dal piacere, con attenzione, lentamente e delicatamente e quando fu dentro, fra i suoi fremiti e sussulti, mi poggiò le braccia attorno al collo e le mani sulla schiena a stringermi forte, e dando il giusto ritmo al mio corpo iniziai a possederla nuovamente.

Quel momento atteso tanto con desiderio, paura e disperazione era arrivato. Non m sembrava vero che la chiavavo di nuovo. Ci incastriamo alla perfezione uno nell'altro e diventammo un tutt'uno, una carne unica calda e fremente. Uniti e fusi i nostri corpi si scaldarono, i respiri si scontrarono, gli aliti amalgamarono, le labbra si unirono e la sua lingua si incrociò con la mia in un lungo bacio passionale mentre ci stringevamo forte e felici di essere ancora lì, carnalmente uniti uno dentro il corpo dell'altro, che ci muovevano e stringevamo abbracciati con amore.

Ero felice, e lo era anche lei. Seppur aiutato farmacologicamente e non con una erezione piena e spontanea, sapevo che non ero impotente, ci riuscivo… riuscivo a chiavarla, ed ero felice. Avvertivo l’ardore della sua vagina bagnata, quel caldo umido piacevole che nel suo condotto d’amore avvolgeva la mia asta contraendosi, e avevo paura... paura che non durasse, che non fosse vero, che fuggisse quella situazione e quel momento così bello, e cercavo di non pensare, non pensare ma amarla, farla godere più che potevo…tanto. E finalmente dopo tanto timore, patire e penare, la possedevo ancora con amore e la mia solita dolcezza, mentre con le dita le accarezzavo la schiena, il collo, le braccia facendola fremere, fino a farle divenire il fiato ansimante. Aveva tanta voglia repressa di godere e la stava liberando ora con me.

Avvertivo le sue dita sulla mia schiena e immaginavo le unghie laccate rosse che correvano sulla pelle rigandola. La sentivo godere, mentre la sua folta chioma era fra le mie dita e le frizionavo il cuoio cappelluto delicatamente. Ero soddisfatto e felice di amarla, anche se non c'era il vigore e la potenza delle volte precedenti, ma riuscivo a darle ciò che anelavo, l’amore carnale. Ci baciammo a lungo in bocca, lingua contro lingua mentre la possedevo e la accarezzavo, e con una mano le infilavo le dita tra i capelli e lei le sue tra i miei. Avvicinai il lobo della sua orecchia alle mie labbra e lo baciai e leccai, morsicandolo e tirandolo dolcemente con i denti mentre come facevo sempre le sussurravo:

“Ti amo! Ti amo!”

Sentendola ansare e rispondere:” Anch’io! Anch'io amore!”

E godere entrambi con la mente e il corpo uniti, come se fossimo una cosa sola.

Seppur non appieno nel vigore e nella sessualità, mentalmente ero eccitato. I suoi baci, il calore della vagina sul mio pene, il timore e la voglia di fare, la contentezza e la palpitazione furono tali che dopo pochi minuti non resistetti, stavo per venire e non riuscivo a trattenermi, e guardandola negli occhi, come se tra di noi si fosse instaurato un tacito accordo, le mormorai:

“Ti vengo dentro!? Proviamo ad aver un figlio? “

“Si!!”

Fu la sua risposta decisa anche se soffocata e accompagnata dal piacere e da un abbraccio più forte. Anche lei desiderava un figlio.

Dopo pochi minuti tra sospiri e abbracci le eiaculai in vagina, liberamente, senza più interrompere come facevo prima, volevamo un figlio, volevo ingravidarla e lei voleva essere fecondata ... basta aspettare! Quel trauma aveva accelerato tutti i nostri desideri e programmi. Tra lo spasmo testicolare a tratti fastidioso delle contrazioni delle vescicole seminali per far risalire lo sperma, eiaculai in vagina a mia moglie mentre lei si stringeva a me.

Al termine, felici, abbandonati e stremati sul letto come se ci fossimo amati per ore invece di pochi minuti, la baci con tenerezza in fronte. Ero contento di essere riuscito a possederla anche se brevemente ed averle eiaculato dentro, ora aveva il mio seme e tutto era possibile. Poco dopo ci alzammo a lavarci e poi in silenzio senza parlare, solo guardandoci negli occhi tornammo a letto e soddisfatti, mano nella mano come gli innamorati ci addormentammo.

 

Quei giorni tra il fare gli esami e il rapporto sessuale avuto furono pieni di apprensione e di gioia, la settimana dopo lo facemmo ancora e meglio, più decisi e tranquilli della prima. 

Avevo pensato di essere impotente sessualmente, ma non lo ero. Ma nonostante il cials secondo i momenti le erezioni erano faticose e a volte parziali, ma tali che mi permettevano di avere una vita sessuale anche se ridotta del 50% di quello che sessualmente riuscivo a fare prima. Nei preliminari, quando le erezioni faticavano a venire nonostante l’aiuto del farmaco, c’era la collaborazione manuale di mia moglie che mi aiutava.

Era inutile mentirmi, quell'incidente con conseguente intervento era stato uno sparti acque tra come ero prima e come ero diventato, con il calo della funzionalità sessuale. E seppur la libido e il desiderio verso mia moglie Laura erano uguali e anzi maggiori di prima, li vivevo con angoscia, perché era terribile desiderarla tanto, accarezzarla, averla nuda a disposizione nella sua bellezza e fascino, sentirla palpitare e fremere di desiderio sessuale e non riuscire a possederla sempre quando volevo; arrivando al punto che per non eccitarla e scaldarla con lo sguardo i baci e le carezze, evitavo di cercarla sessualmente come prima. Benché la volessi e la desideravo. 

Le erezioni c’erano, ma non sempre erano complete nonostante il farmaco e l'aiuto manuale di mia moglie, erano faticose e a volte parziali, con la difficoltà di raggiungere o mantenere l’erezione, ma riuscivo a penetrala, ad avere un rapporto sessuale completo, farla gioire e a eiacularle dentro sperando di metterla incinta e questo ci bastava e ci permettevano di avere una vita sessuale anche se ridotta.

Non so agli altri in situazione simile alla mia come potesse manifestarsi, ma per me si erano instaurate delle problematiche durante i rapporti sessuali. Fisiologicamente si era alterato il funzionamento, le erezioni non erano mai piene e rigide, ma comunque mi permettevano di avere il rapporto sessuale anche se passavo dall’avere poca sensibilità, ad averne troppa nel momento prossimo all'eiaculazione, faticando a contenermi, eiaculandole a volte quasi improvvisamente dentro la vagina.

Praticamente non riuscivo più a trattenermi come facevo prima che allungavo l'amplesso per dare modo anche a lei di godere di più; ora stimolato dal caldo umido della vagina, come avvertivo l’impulso e il testicolo si contraeva non riuscivo a bloccarmi e dovevo avvisarla che venivo, anche se lei non aveva ancora goduto, sia che fossero passati pochi minuti, che di più. Mentre prima mi trattenevo e controllavo l'eiaculazione con facilità, ora mi era venuta una sorta di eiaculazione precoce, bastava che lei iniziasse a godere, che mi eccitavo e sentivo il caldo umido e lo stringere delle pareti eccitate della vagina di Laura sulla mia asta di carne venendo subito, dando modo a lei di non avere o terminare il suo piacere iniziale.

Avevo provato a fermarmi, anche tirarlo fuori e poi riprendere, ma se lo facevo era peggio, perdevo l'erezione e rischiavo che non mi tornasse, con conseguente fine del rapporto sessuale che finiva lì, ed era umiliante per me e per lei lasciarla ancora piena di voglia.

Non so se era soddisfatta dai rapporti sessuali che avevamo, lei diceva di sì per non inferire su di me, ma io ero convinto di no, certo non erano quelli di prima e non godeva più come una volta, sia per la brevità dell'atto, che per la consistenza del vigore della mia asta sessuale, anche se compensavo la carenza di tali limitazioni con baci, carezze e manipolazioni manuali.

 

 Un giorno tornai in ospedale a cercarlo e lo feci presente allo specialista:

“Professore a volte ho un’adeguata erezione anche se non piena, ma la perdo tentando la penetrazione o se riesco a entrare dentro svanisce con il calore della vagina durante il rapporto e le successive spinte. Ma quando riesco ad averla, mi viene da eiaculare quasi subito e mia moglie non ne riceve soddisfazione. E questo mi causa disagio e difficoltà anche con lei e incide sul carattere e l'umore di entrambi.” Feci una pausa e prosegui: “Io ho un mio metodo che ho sentito dire da dei miei amici per durare di più ...” Dissi:” ...per continuare il rapporto sessuale. Esercito una pressione con due dita alla base del pene stringendo forte alla radice e mi resta più gonfio ed eretto e riesco a continuare. Se smetto di esercitare pressione e stringere alla radice ritorna come prima, inconsistente. Con questo modo ritardo di un poco l’eiaculazione, ma non so se faccio bene, se posso farlo?”

“Probabilmente è la fase iniziale dopo il trauma, meccanicamente funziona, ma ci sono delle lacune psicologiche, ma se riesce a penetrarla e dopo le torna rilassato, continui a muoverlo in vagina anche se non è più eretto e rigido, in questo modo da piacere seppure minimo alla sua signora, ma assolutamente non si trattenga con le dita che è controproducente. Se stringe rischia di impedire oltre il ritorno anche l'afflusso di sangue al pene e può avere conseguenze. Come dicevo, più avanti vedremo.

Ora eiaculi liberamente quando arriva lo stimolo, senza trattenere che con il tempo si aggiusterà tutto. L'importante è che adesso ci riesca e abbia rapporti sessuali completi, poi quando si sarà stabilizzato e avremo certezze su tutto, vedremo cosa possiamo fare per ritardare l’eiaculazione, ma per ora non faccia nulla di meccanico, manuale. Piuttosto lo introduca mollo, inconsistente anche se con fatica e la possegga così. “

Uscii e tornai a casa demoralizzato, avrei dovuto chiavarla anche con il cazzo mollo, anche se più piccolo del normale, sarebbe stata una sessualità ridotta, quasi solo mia, ma così feci e provai, e anche se una volta penetrata il mio cazzo sentendo il calore umido della vagina perdeva rigidità e si riduceva, continuavo a chiavarla finché non eiaculavo e saltuariamente andai avanti così, tra momenti che l’avevo rigido e altri no.   

Purtroppo quella della ritrovata sessualità fu una soddisfazione e una felicità effimera che durò poco.

La settimana seguente terminati di fare tutti gli esami, compreso lo spermiogramma in cui dovetti masturbarmi e portare lo sperma in un pitalino al laboratorio analisi cliniche e fu l’ultimo che feci. Ritirai il referto la mattina stessa dell’appuntamento con l’urologo per la visita. Quando lo ebbi, curioso provai a leggerlo, aprii la busta e sul referto c’era scritto:

” Valori di riferimento normozoospermia definiti dall’OMS (organizzazione mondiale della sanità). Provai a decifrarlo, ma era una formula di difficile interpretazione per un profano come me, fatta di numeri, percentuali e parole come “vitalità, mobilità, morfologia, totale, progressiva”, con delle percentuali maggiore o minore affianco.

Non lo capii, comunque non ero ottimista.

Quando nel pomeriggio quando tutte e due Laura ed io ci accomodammo nel suo studio, gli passai i referti degli esami, compreso quello dello spermiogramma, che lesse concentrato per qualche minuto mentre io e mia moglie ci guardavamo negli occhi stringendoci la mano in basso per non farci vedere da lui. Poi tirò su il capo dicendo:

“A parte lo spermiogramma è tutto nella norma, tranne il dosaggio del testosterone che è basso…. Ma vediamo di rimetterlo a posto. A proposito ...” Si interruppe cambiando argomento:” ...come è andata con quelle pastiglie?”

“Come le avevo detto professore non è il massimo ma riesco…” Risposi.

“Bene! L'importante è incominciare, vedrà che poi riuscirà ad andare avanti anche senza e si perfezionerà. Comunque lei prosegua con il Cialis come siamo d’accordo e non si crei condizioni mentali negative. E lei signora lo aiuti in questa fase.” Disse rivolto a mia moglie che annuì con il capo.

“Si finora l’ho preso prima dei rapporti, mi ha agevolato ...” spiegai:” … non ho visto miglioramenti significativi, ma mi ha aiutato ad avere a volte una erezione soddisfacente da permettere la penetrazione, avverto come una sensazione di calore nella zona genitale e maggior desiderio.”

“Comunque riesce ad avere rapporti sessuali completi? ...Intendo con penetrazione ed eiaculazione? ...” Aggiunse.

“Si ...sì ...” Risposi:” … faccio come mi ha detto lei, anche se non è più rigido continuo l’amplesso.” Mentre Laura imbarazzata in silenzio ascoltava:” ... ho le erezioni, ma niente di eccezionale, nulla in confronto a quello che ero prima. “Precisai:” Sono della metà per vigore e consistenza.”

“Bè… prima aveva due testicoli e ora ne ha uno, deve anche accettarsi con una virilità minore e non più come prima, comunque non importa, continui così e continui anche ad eiaculare sempre dentro la vagina di sua moglie.”

Tornò a precisare quello che già facevamo, mentre Laura imbarazzata dell'intimità del discorso girava lo sguardo fingendo di osservare altrove. E lui riprese la conversazione:

“Gli esami diciamo che vanno bene in generale, anche l'ecocolordoppler dimostra un normale flusso sanguigno penieno e testicolare e la morfologia del testicolo si può dire normale, oramai si può definire stabilizzato e quindi guarito dal lato fisico.”

Eravamo trepidi e inquieti e pendevamo dalle sue labbra.

“Purtroppo la trascuratezza di quella sera e il ritardo sono stati fatali, lo spermiogramma non è positivo ci sono pochi spermatozoi mobili. Sono fermi, non muovono il flagello.” Ci informò guardando me e mia moglie.

“Sono diventato sterile'” Chiesi demoralizzato intuendo il senso della sua introduzione.

“Diciamo che in questo momento ha poche possibilità di fecondare anche se eiacula normalmente.” A quelle parole sia io che Laura restammo delusi e ci rattristammo in volto.  E lui proseguì: “La valutazione macroscopica del campione di sperma analizzato ha le caratteristiche fisico-chimiche, come l'aspetto, il volume, il ph, la viscosità e la fluidificazione nella norma. La valutazione microscopica, ha evidenziato una concentrazione e motilità degli spermatozoi bassa, molto inferiore alla norma. “

“Cioè cosa significa?” Domandai apprensivo.

“Significa che sono nella norma come volume e morfologia ma non hanno vitalità o meglio ce l'hanno ma molto bassa da non riuscire a fecondare. “Fece una pausa e aggiunse: “Per farvi capire, il volume di una eiaculata normale e ci circa 2 ml e mezzo più o meno e contiene circa 39 milioni di spermatozoi, pressa poco una concentrazione di 15 milioni/ml, con una motilità minima di almeno il 40% per fecondare, anche se ne basta solo uno. Purtroppo la sua motilità è rilevata sotto il 5%, quindi capisce che...”

“Che non basta!” Lo interruppi.

“Esatto!” E vedendo il mio volto demoralizzato aggiunse:” Ma non si abbatta! Lei non soffre di azoospermia, cioè l'assenza di motilità completa degli spermatozoi, ma di oligospermia anche se severa, cioè bassa o scarsa motilità, in questo caso bassissima concentrazione di spermatozoi attivi, sotto il milione e mezzo nello sperma eiaculato, probabilmente dovuto a una ridotta spermatogenesi che significa produzione di spermatozoi… “ Precisò per farci capire meglio a me e Laura:”…dovuta in primis all'infezione subita che ha originato una ridotta produzione di testosterone, un ormone importante. Si può provare a fare delle cure mediche ormonali per cercare di riattivare sia la motilità che la vitalità degli spermatozoi. “Ci informò. “

E come?” Chiesi, mentre mia moglie affianco a me ascoltava timida e silenziosa non avendo il coraggio di intervenire in quella discussione.

“Come dicevo il suo non è un caso di azoospermia ma oligospermia, che fa diminuire la probabilità che uno degli spermatozoi riesca a fecondare l’ovulo di sua moglie e dare inizio alla gravidanza. Lei per ora è in grado di diventare padre, ha solo delle difficoltà funzionali. Quello che propongo si tratta di un trattamento ormonale combinato con gonadotropine, che permette in una buona parte dei casi la ripresa della spermatogenesi. Tale trattamento tende a migliorare la quantità e la qualità degli spermatozoi, aumentando così la probabilità di fecondazione e gravidanza. In questi casi è associato all’uso di ormoni, sostanze antiossidanti e vitamine.”

Non capivamo molto. Ci fu un discorso di preambolo, dove lui disse di capirmi dal lato psicologico e umano, ma di non stare ad abbattermi che una soluzione l'avremmo trovata, e poi disse guardando anche Laura:

“Capisco la sua apprensione e lo smarrimento signora, ma dovete sapere che in termini medici si parla di sterilità o con la azoospermia o con la oligospermia. In azoospermia quando vi è l’assenza completa di spermatozoi vivi. Di oligospermia se c’è motilità ridotta, come nel suo caso, ma questa incapacità di fecondare viene confermata solo in presenza di una concreta incapacità della coppia di ottenere una gravidanza dopo 12 mesi di rapporti sessuali regolari con eiaculazione in vagina e senza uso di metodi anticoncezionali. Quindi ...” Disse rivolgendosi a me:” ... per lei sono solo alcuni mesi che prova e non riesce a ingravidare sua moglie e non è detto che lei sia completamente sterile, ha una oligospermia marcata e iniziale, che forse si può curare. Proviamo con la terapia ormonale. “Ripeté convinto. E ci spiegò in cosa consisteva la terapia ormonale davanti a entrambi. 

“Gli ormoni vengono utilizzati per combattere l’ipogonadismo che altro non è che una condizione caratterizzata dal deficit di alcuni ormoni e di conseguenza la spermiogenesi, con diminuita produzione degli spermatozoi.”

Pensando di farci piacere o forse solo per allungare il tempo della visita proseguì:

“In genere, la rimozione di un testicolo non compromette la produzione totale di testosterone, in quanto il testicolo rimanente aumenta la propria attività e compensa le mancanze di quello rimosso. In lei la produzione di testosterone, l’ormone che aiuta l’erezione e la fertilità, viene prodotta dall’unico testicolo e come gli ho detto è molto limitata e inferiore al 50%. Non è impotente, ma nemmeno appieno della sua sessualità e capacità riproduttiva.

In genere il testicolo rimanente sopperisce il deficit dell'altro, come la mancanza di un’ovaia in una donna, che può ovulare e far figli lo stesso. Se questo non avviene si ci può aiutare con terapie specifiche. “Fece una pausa e guardando Laura in quei suoi occhioni grandi e scuri chiese:” Mi seguite?”

Lei annuì con il capo e lui proseguì nella sua spiegazione scientifica:

“Come vi ho già detto, ma e sempre meglio ripetersi per capire bene in queste situazioni, in caso di alterazioni degli ormoni, quali l'ipogonadismo è possibile intervenire con una terapia medica a base di ormoni specifici per cercare di ristabilire il delicato equilibrio dei componenti dello sperma. La terapia ormonale sarà associata ad antiossidanti e vitamine e altro.... E si è già dimostrata capace di migliorare alcune condizioni di infertilità e inoltre aiuta anche sessualmente…” Lo interruppi:

” Scusi dottore ma che ormoni sono da prendere?”

“Adesso ci arrivo! “Rispose facendo segno di aspettare con la penna che teneva in mano, e proseguì: “Il ruolo di questi ormoni, che sono il FSH e il testosterone svolgono un’azione sinergica nel maschio, per un perfetto svolgimento della spermatogenesi nell'ipogonadotropismo. La somministrazione a dosi elevate è in grado di mantenere una spermatogenesi attiva. L'ormone follicolo stimolante (FSH), associato al testosterone negli uomini stimola la riproduzione e lo sviluppo degli spermatozoi …”

Parlava, parlava di cose scientifiche e mediche, Laura ascoltava con attenzione, ma io non capivo molto e a me non fregava niente, io volevo vedere solo il risultato.

E proseguì passando a spiegarci la modalità della terapia.

Quando terminò dal mio sguardo dubbioso capì che non ero convinto, guardai mia moglie che mi sorrise con gli occhi.

“Ci rifletta con calma...” Disse:” ...parlatene tra voi, ma non dormiteci sopra e poi se decide ritornate da me che gliela prescrivo io la terapia, ma non aspettate molto e… anzi, per completamento e sicurezza, faccia anche lei signora gli esami sulla fertilità.”  Esortò sorridendo a Laura: “Non vorrei curare il marito, quando poi è la moglie a non ovulare e restare fecondata, è già successo, quindi anche lei per scrupolo faccia questi esami che le prescrivo, e se poi servirà andrà anche da un ginecologo…” Dichiarò sorridendo.

 Vidi Laura annuire e arrossire con una espressione intimorita e vergognosa.

“Cosa tira dentro a questa storia anche mia moglie!” Pensai:” Lei è sana!”

Comunque lo informai che ci avrei pensato, lo salutammo ringraziammo, pagammo e uscimmo.

Sia io che mia moglie ci avviammo lungo la strada camminando abbracciati in una cappa di tristezza e demoralizzazione.

Tornato a casa ci pensavo. Anche se Laura cercava di farmi forza tenendomi su con il morale, sapevo quanto forte fosse il suo desiderio di maternità, di diventare madre e avere dei figli e lo esplicava dicendo:

“Proviamo questa cura che ha detto il dottore! ...Non si sa mai...!”

“Ma dovrai fare anche tu gli esami…” Le mormorai.

“Ebbene li farò, anche se credo di essere sanissima. “

Inutile dire che andai in crisi e in depressione, quale marito non ci sarebbe finito avendo una bellissima moglie che non riesce più a chiavare e a ingravidare?  E comunque in quei giorni mi aiutò molto lei, mia moglie, dicendomi che a lei bastava quello che riuscivo a darle sessualmente e che non voleva altro, si accontentava e mi aiutò spronandomi a provare la cura di cui ci aveva parlato l'urologo.

In quei giorni continuai ad avere spesso sbalzi d'umore e depressione, era un bel dire quello del professore, usava tante parole per addolcire la pillola amara, ma io non riuscivo più a chiavare bene mia moglie e quando ci riuscivo ero precoce nell’eiaculare e lei non aveva il tempo di gioire del rapporto sessuale, ma soprattutto, non riuscivo… non potevo ingravidarla… come avremmo voluto.

 

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