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STORIE E RACCONTI EROTICI

VIETATI AI  MINORI DI 18 ANNI

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Cap. 2     L'INCIDENTE

               Il donatore di  sperma

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PAGINA VIETATA AI MINORI DI ANNI 18

Cap. 2 L’INCIDENTE.

 

Continuammo in quella nostra vacanza meravigliosa, sempre più innamorati. Conoscemmo anche gente del posto, giovani e meno giovani, residenti e altre coppie di turisti come noi in vacanza.

La sera il centro della vita notturna sull'isola si concentrava nella città di Kos, dove c'erano ristoranti, locali per l'aperitivo e discoteche che frequentavamo da soli o con coppie di conoscenti occasionali, sia del luogo o vacanzieri come noi, anche stranieri.

Come capita spesso da noi in Italia, anche lì durante le vacanze i vari stabilimenti balneari, bar e Hotel della città organizzarono un torneo di calcetto a sei giocatori a squadre, una specie di gara tra bar, Hotel e bagni marini con coppa ai vincitori.

Quando lo venni a sapere casualmente, mentre chiacchieravo con un dipendente nella hall dell'Hotel e dopo averne parlato con Laura, decisi di partecipare e lo feci presente al personale, vantando la mia bravura italiana con il calcio, facendo parte di una nazione, l’Italia che aveva vinto più volte i mondiali di calcio. Accettarono volentieri e fui accolto con calore in squadra con loro. Partecipai con sommo piacere, esortato anche da mia moglie che era la mia prima tifosa e si divertiva a che io fossi al centro delle curiosità, attenzioni e delle aspettative degli altri.

Il torneo si giocava in un campo sportivo della periferia di Kos e ci diedero in dotazione scarpe e maglie improvvisate, senza numero, con fasce colorate al braccio o pettorine per distinguerci in squadra e dalle altre avversarie.

Le squadre erano composte dai residenti, dipendenti e da qualche turista come me.

 

Il torneo iniziò. La prima partita andò bene, vincemmo noi grazie a me che segnai, ricordo che quella sera diventai un idolo e festeggiammo tutti ragazzi e ragazze a cena in un ristorante, bevendo e mangiando, poi a ballare e al ritorno in hotel celebrai la vittoria con mia moglie, nudi nel letto, abbracciati, caldi, vittoriosi e pieni d'amore e di passione, e facemmo sesso in modo lussurioso e passionale e fu una notte intensa e ardente.

Due sere dopo si disputò un'altra partita, stessa formazione la nostra contro un’altra squadra di bagni marini. Quella serata era calda e umida, i bordi del campo erano affollati di residenti e turisti di ogni nazionalità, e lei, mia moglie era la davanti a tutti a fare tifo per me tra le donne e gli uomini che mi osservava, ed era guardata da loro perché affascinante, abbronzata, elegante, la più bella... e con mio piacere la più osservata tra le ragazze presenti, e come i bambini sorridendomi mi salutava con la manina e con la stessa mandandomi baci facendo tifo per me. L'amavo.

 

Probabilmente vedendo che giocavo bene, venni marcato stretto, la prima mezz'oretta passò bene, segnarono loro e noi e finimmo il primo tempo in pareggio. Iniziato il secondo dopo dieci minuti segnai il goal e passammo in vantaggio con il tripudio dei tifosi della nostra parte e di Laura che seduta su una sedia sul bordo campo, mi mandava dei baci soffiando sul palmo della mano. Ero marcato stretto e questo per me era motivo d'onore, come lo era per Laura che mi guardava sempre sorridendo, fiera ed orgogliosa di me.

 

All'improvviso il pallone lanciato da un calcio avversario, cadde sulla destra del campo, mi misi a correre veloce sull'erba per prenderlo cercando di arrivare prima e contemporaneamente superare l'antagonista di  fianco a me, ma ci venne incontro anche un altro mio compagno di squadra, il quale per provare a rubargli il pallone e prenderlo prima di lui, entrò in scivolata a gamba tesa, mancò il pallone e cercando di riprenderlo e dargli un calcio con l'altra gamba, alzò il piede in mezzo alle mie e senza volerlo in quel groviglio a tre, ci fu uno scontro e ricevetti un calcio che mi colpì l'inguine sinistro o il  testicolo. Tutto avvenne velocemente quasi senza che ce ne rendessimo conto.

Dal colpo caddi a terra dolorante, tenendomi i testicoli con le mani, mentre gli altri proseguirono a giocare incuranti di me e la gente probabilmente continuava a guardare la partita.

Solo Laura in apprensione e con l'espressione preoccupata assieme a qualche altro dal bordo campo mi guardavano cercando di capire se stavo male e se doveva correre da me.

Rimasi qualche secondo a terra dolorante per il trauma testicolare dovuto a quel calcio ai ‘coglioni’ come si suole dire. Mi faceva malissimo, finché mi si avvicinò un mio compagno di squadra che tendendomi il braccio prese il mio e tirando con forza mi aiutò ad alzarmi, e visto che dal dolore non potevo riprendere a giocare, camminando zoppicante appoggiato a lui mi accompagnò sul bordo campo, dove Laura preoccupata e in ansia mi aspettava, abbracciandomi subito e baciandomi il viso sudato e dolorante appena fui da lei.

“Ti fa male amore?” Chiese.

“Si!” Risposi.

Il mio compagno di squadra tornò a giocare lasciandomi con mia moglie.

In quel momento si avvicinò un Greco che in italiano stentato mi invitò:

“Venga, andiamo in infermeria, negli spogliatoi.”

E appoggiato a lui e a mia moglie a fatica e zoppicando camminai un po' passando dietro la gente che disinteressata di me continuava a gridare e tifare guardando la partita, con me probabilmente già sostituito.

Entrai nello spogliatoio zoppicando, quando mi sedetti sembrò che si attenuasse il dolore e con un sorriso stringendole la mano feci cenno a Laura agitata e spaventata di calmarsi:

“Stai tranquilla amore!” Dissi.

“Ma ti fa male? “Domandò lei preoccupata del mio dolore come se fosse il suo.

“Se cammino sì! Ma ora che sono seduto un po' meno.”

“Ma ti ha dato un calcio? “

“Si ma senza volerlo, in una azione del gioco. Probabilmente ha colpito l'inguine e il testicolo.” Precisai.

Ed era vero, il dolore persisteva ma non era più acuto come prima, ma stava diventando un intorpidimento, il cosiddetto avere le formiche, una strana sensazione mai provata prima.

Nel frattempo ritornò quel tizio insieme a un altro che era l’addetto dell’infermeria del campo, così disse lui. Mi fece tirare giù i pantaloncini e lo slip, mise i guanti monouso di lattice e mi guardò i testicoli e l'inguine. Sia io che mia moglie pensavamo che fosse un medico, ma sapemmo in seguito che non lo era, mi visitò guardando il testicolo e toccandolo e disse che non era nulla, solo un colpo all'inguine e di riflesso sul testicolo, e che il dolore sarebbe passato in poche ore e mi disse di metterci del ghiaccio.

“No!... I testicoli sono a posto ...” Mi informò tastandoli tutte e due e guardandoli. “Questo che ha preso il colpo è solo un po' rosso!

“Ma a me fa male!” Ribadii sofferente:” Ora meno, non forte come prima, ma se mi muovo lo sento dolorante.”

“E ‘il colpo...” Rispose in un italiano stentato gesticolando con le mani per farmi capire:” ... vedrà che domani non avrà più niente. Ci metta sopra del ghiaccio stasera e prenda un analgesico per il dolore e un antinfiammatorio e vedrai che passa e domani mattina starà meglio. Però ora vada in albergo e si metta a riposo.”  Mi esortò. 

Mi salutarono e uscirono.

Non riuscivo più a giocare e non me la sentivo di stare a guardare la partita, così aiutato da Laura mi vestii e una volta pronto camminando con una gamba dura e tesa trascinando il piede sul pavimento, accompagnato e appoggiato a mia moglie, riprendemmo lo scooter e con mio tormento a guidare tornammo in Hotel.

 

Laura dalla reception riuscì a farsi dare una bustina di Aulin e la borsa del ghiaccio, dicendo che avevo preso un colpo all’inguine, mi sdraiai sul letto mettendola sopra e sotto i testicoli.

L’antidolorifico e il freddo probabilmente li anestetizzarono un po’, ed effettivamente sembrava che mi passasse il male, il dolore diminuì e anche se si erano gonfiati un poco riuscii a camminare nella stanza zoppicando meno e andare in bagno.

Era tardi, le 23.00 passate e quella sera andammo a letto senza cena e ci abbracciammo, la strinsi a me, era spaventata, ma la rassicurai e le prime ore riuscii a dormire. Ma durante la notte le conseguenze furono drammatiche, il dolore ritornò più forte e i testicoli gonfiarono da sembrare due arance, doloranti e scuri al tatto, tanto che poche ore dopo, al mattino presto oltre i testicoli gonfi, avevo la febbre alta oltre 39 °C. .

Provai ad alzarmi per andare in bagno ma non ci riuscii, scottavo e sudavo. Laura era spaventata e anch'io, non solo non riuscivo a camminare, ma nemmeno a stare in piedi dal dolore, dovevo sdraiarmi e avevo voglia di urinare, tanto che mia moglie me la fece fare a letto in una bacinella di plastica.

Sempre più allarmata ed esortata anche da me, chiamò la reception spiegando cosa avevo e l'hotel mandò un medico che mi visitò, dicendo poi guardandoci:

“E' una situazione seria, il testicolo è gonfio e duro, bisogna andare in ospedale!”

“Ma cosa ho?!” Chiesi preoccupato.

“Il trauma probabilmente ha provocato una infiammazione, ed è meglio che la veda in ospedale un urologo.” Basta, non disse altro e dispose subito il mio trasferimento in pronto soccorso, ed essendo un turista mi mandarono al MedHome Hippocrates che è un ospedale specializzato in cure mediche di alta qualità al servizio dei residenti e soprattutto dei visitatori e turisti dell’isola.

Il dottore mise gli strumenti nella sua borsa, lo pagammo, salutò, strinse la mano a Laura e se ne andò.

 

Dall’albergo fecero arrivare un'ambulanza e Laura sempre più spaventata prese alcune cose personali e venne con me. Giunti in Ospedale, fui visitato subito, e mentre ero sul lettino, vidi il medico poco lontano parlare con mia moglie, mentre una infermiera mi metteva un ago nella vena del braccio facendomi dei prelievi di sangue, lasciandomi l'ago e mettendomi la flebo e subito degli antibiotici. Vedevo Laura fuori dalla stanza dei codici che mi guardava abbozzando un sorriso forzato con gli occhi lucidi, era spaventata ma pareva non volesse dimostrarmelo e sembrava che volesse piangere.

Quando ritornò l'urologo chiesi:”

“Ma cos'ho dottore!?”

“Aspetti, faccio ancora un esame con l'ecocolordoppler e poi gli dico tutto …” Rispose. E portarono un apparecchio, un ecografo con monitor e tastiera su delle ruote, mise del gel sui testicoli e con una sonda me li esplorò all’interno.

Al termine chiamò mia moglie e vennero vicino a me dicendo:

“La diagnosi non è bella, né positiva, a causa del colpo ricevuto e della trascuratezza gli è venuta una infezione, con conseguente orchite bilaterale, che significa il rigonfiamento del testicolo con interessamento per contiguità anche dell’altro controlaterale.” Fece una pausa e un mezzo sospiro mentre Laura continuava a guardarmi e stringermi la mano, proseguendo:

“Ha un testicolo in necrosi e se non interveniamo subito chirurgicamente ci andrà anche l’altro.” Restai sorpreso e confuso.

“Come?... Cioè che significa dottore?” Domandai mentre mia moglie con gli occhi lucidi mi stringeva sempre forte la mano.

“Significa che deve essere operato d’urgenza e togliere il testicolo in necrosi.”

“Togliere il testicolo!? “Esclamai allarmato.

“Si è l'unica cosa da fare e bisogna agire in fretta!” Affermò.

Ero sconvolto, traumatizzato da quelle parole, vedevo il viso di Laura solcato sulle guance da due lunghe lacrime. E il medico proseguì:

“L'intervento non durerà molto, è un intervento cosiddetto demolitivo e non ricostruttivo e si esegue relativamente in fretta, una mezz'oretta, ora l'infermiera le farà firmare tutti i consensi informati.... “

Ero incredulo e seppur dolorante chiesi: “Ma come è possibile?”

E il medico, un cinquantenne, spiegò ancora a me e Laura forse vedendoci giovani sposi:

“Purtroppo quel calcio ha fatto ruotare sul proprio asse il testicolo nello scroto, procurando una torsione del testicolo e del funicolo spermatico, che è quello dove passano il dotto deferente, i vasi sanguigni e i nervi, e torcendosi si è ostruito in tutti questi passaggi…” E mentre spiegava in un italiano stentato, faceva segno con le mani alla torsione per meglio farci comprendere quello che diceva e che era accaduto, continuando:” ... e come conseguenza di questa torsione si ha avuto l’avvolgimento su sé stessi dei vasi sanguigni, con l’ostruzione venosa e arteriosa non arrivando più sangue al testicolo, procurando edema ed emorragia secondaria intratesticolare, lo dimostra lo scroto diventando scuro e in conseguenza di tutto questo si ha avuta l'occlusione arteriosa. Non arrivando più sangue ha portato il testicolo in necrosi.”

E mentre osservava un po' me e un po' mia moglie, entrambi spaventati e smarriti continuò:

” I sintomi sono chiari e parlano da soli, il dolore acuto, improvviso, il testicolo richiamato verso l’alto a livello inguinale, cosiddetto testicolo in ascensore, l'aumentato volume e gonfiore e l’ecocolordoppler testicolare lo ha confermato, non arriva più sangue. Ed inoltre si è instaurata una infezione che ha contagiato per contiguità anche l'altro testicolo e gli annessi ...” Dichiarò:” Per questo dobbiamo intervenire tempestivamente.”

Spaventato e dolorante sempre con la mia mano stretta in quella di mia moglie chiesi:

“Cosa succede ora?”

“Come detto la prima cosa da fare in questo caso è togliere il testicolo e pulire quello sofferente. “

Non riuscivo a capacitarmi, a darmi pace.

“Ma non si può fare altro?! “Esclamai disperato quasi piangendo.

 “Purtroppo no! ... Non si può più sbrigliare o de torcere e stendere lineare come prima, ormai sono passate 12 ore e il tempo limite per queste manovre è sei ore, poi il testicolo senza sangue muore.”

Guardai mia moglie con le lacrime agli occhi e chiesi ancora:

“Ma bisogna per forza toglierlo, non c'è un’altra soluzione?”

“No mi spiace! Come detto e ripeto non si può sbrigliare e c'è il rischio che se non si agisce in fretta il danno dell'infezione danneggi anche l'altro, che è già sofferente e gonfio.”

Oltre al dolore a quelle parole per la tensione nervosa e l'agitazione che avevo in corpo, iniziai ad avere nausea e conati di vomito e Laura spaventata come me mi abbracciò piangendo accarezzandomi con la mano sul viso. Ci guardavamo in silenzio, non potevamo credere a quello che accadeva, di lì a poco sarei andato in sala operatoria per un intervento come chiamavano loro di orchiectomia destra, mi toglievano un testicolo.

Una vacanza meravigliosa e da sogno si era trasformata in disperazione e incubo.

 

In quel momento ero tanto abbattuto che non pensai alle consegue, che riguardavano le capacità sessuali.

Ero arrivato alle otto del mattino circa in ospedale e dopo tutti i preparativi e l’intervento alle dieci dopo avermi operato mi riportavano in camera senza un testicolo e con l’altro sofferente, con mia moglie al mio fianco che mi stava sempre vicina e mi teneva la mano... guardandoci negli occhi senza parlare.

Poco dopo venne il chirurgo urologo che mi aveva operato e ci spiegò:

“Siamo giunti in tempo. L’intervento di per sé non è stato complicato, è durato poco più di mezz’ora. Ho dovuto praticare l’orchiectomia monolaterale e rimuovere il testicolo destro, ma l'altro siamo riusciti a salvarlo.” Disse con soddisfazione e un abbozzo di sorriso sulle labbra che si riverberò anche sulle nostre.

“Ho praticato dei lavaggi con disinfettanti e antibiotici all'interno di entrambi gli scroti e abbiamo posizionato una protesi testicolare, uguale di forma e peso a quello controlaterale, da far apparire esteticamente gli scroti entrambi pieni. Quindi da fuori esternamente non si vedrà nulla.” Fece una pausa e proseguì:

“All’altro, quello buono per farvi capire, abbiamo praticato solo la scrototomia, abbiamo tagliato e aperto lo scroto, e visto che il testicolo era sano, solo un po' edematoso e gonfio, abbiamo praticato vari lavaggi in situ con disinfettanti e antibiotici, richiudendo tutto e mettendola sotto terapia endovena antibiotica.”

Guardandomi in giro e davanti a mia moglie, la prima cosa che gli chiesi fu:

“Scusi dottore, ma sessualmente...?”

“Sorrise, mise la mano sul lenzuolo sopra la mia gamba e disse:

“Ora è presto per parlare di questo, ma mi sento di dirgli che le capacità sessuali non dovrebbero essere intaccate, si ha una buona sessualità anche con un testicolo solo, ma vedremo nei prossimi giorni come sarà il decorso post operatorio. Ora le farò dare un calmante così si riposerà un poco.” Espresse, e salutando me e mia moglie si allontanò.

Sia io che Laura eravamo demoralizzati e preoccupati dell’accaduto, del fatto che mi avessero dovuto togliere un testicolo. Le raccomandai di non dire nulla a mia madre o la sua che l'avrebbero senz'altro chiamata come ogni giorno al cellulare.

“Quando ti chiameranno i nostri genitori non dire nulla, inventarle qualcosa senza preoccuparli, digli che li chiamerò poi io domani con il mio smartphone, che oggi non mi sento. “

Le parole del dottore nel danno che avevo subito mi avevano rincuorato un po’, anche a Laura e fatto sperare che tutto fosse tornato come prima.

L'infermiera arrivò con una siringa, e mise qualcosa in una flebina già in infusione e poco dopo mentre parlavo con Laura, mi assopii senza accorgermene.

 

Dopo una lunga dormita pomeridiana indotta probabilmente dal farmaco verso sera mi svegliai, la prima cosa che vidi furono gli occhi e il viso sorridente di mia moglie al capezzale, mi accarezzo la fronte e i capelli sussurrando con un sorriso:

“Ciao amore, come stai ?!”

Sorrisi: “Meglio!”

“Non hai più la febbre sai!” Mormorò felice toccandomi la fronte e accarezzandomi la mano:

“Sei sfebbrato, il dottore ha detto che è un buon segno, che procede tutto bene!”

Ero senza febbre e stavo meglio, sembravo un altro, a detta di mia moglie e delle infermiere avevo cambiato faccia, non più l'espressione della tipica facies sofferente, ma rilassata. Secondo il medico che mi visitò quel tardi pomeriggio, avrei potuto essere dimesso quella sera stessa, ma aspettarono ancora 24 ore per sicurezza, preferendo dimettermi il giorno seguente a quello dell’intervento. Chiesi al medico se mia moglie poteva restare vicino a me a farmi assistenza durante la notte e acconsentì. Mi preoccupava che restasse in hotel tutta la notte da sola senza di me.

“Hai mangiato qualcosa?” le domandai impensierito.” E' da ieri sera questa che non mangi nulla, non hai neppure pranzato. Vai fuori, comprati qualcosa ...” Dissi prendendo la sua mano nella mia.

“No.… ci sono le macchinette distributrice qui fuori, ho preso qualcosa li quando tu dormivi, stai tranquillo per me.” Mi rasserenò.

“Hai sentito qualcuno?” Domandai.

“No.… ne dall'hotel e nessuno di quelli che giocavano, non si è fatto vivo, nessuno.”

“Quegli stronzi del campo, è colpa loro se sono così! “Esclamai arrabbiato. “Sarebbero da denunciare, ma va a sapere chi sono? … Ma non è detto che non lo faccia…  mi dispiace solo che finirei sui giornali locali ripreso da quelli italiani. Già vedo il titolo:

<Turista italiano durante una partita di calcio per un trauma in incidente di gioco perde un testicolo. > E lo saprebbero tutti anche i nostri parenti e conoscenti a Torino e non voglio. Vedremo più avanti il da farsi per il comportamento di quei due, se il campo è assicurato. Piuttosto ai sentito qualcuno dei nostri genitori?” Domandai cambiando discorso.

“Si, ha chiamato mia madre e poi la tua che non riusciva a mettersi in contatto con te perché il cellulare le dava sempre non raggiungibile.”

“Hai detto qualcosa?”

“No, ho fatto come mi hai detto tu, a mia madre ho detto che era tutto normale e che ci divertivamo, alla tua che andava tutto bene solo che a volte manca il segnale e non si può comunicare, di stare tranquilla che appena lo avresti avuto, la chiamavi.”

“Hai fatto bene, domani la chiamerò io!” Risposi accarezzandola sul braccio.

 

Quella notte dormii poco, osservavo e accarezzavo il capo di Laura, i suoi folti capelli lunghi e sciolti, che stanca, seduta sulla sedia a fianco a me, si era piegata in avanti appoggiando le braccia conserte sul bordo del letto e il capo su di esse e dormiva profondamente vicino a me. Dormiva. Era bella, l'amavo e dimostrava in quei momenti con la sua vicinanza di amarmi anche lei tanto, mi voleva bene e io anche, ma quella notte dormii poco, non potei fare a meno di pensare alla mia sessualità, al testicolo rimosso.

“Se resto impotente, incapace di avere erezione di penetrarla? Se non avrò più possibilità di amare Laura possedendola fisicamente …?” Pensavo.

Solo il pensiero mi faceva impazzire e rendeva inquieto. Non lo manifestavo a lei, ma dentro di me il timore e la preoccupazione c'era ed era forte ... che avrei fatto? Pregavo che fosse tutto come aveva detto il dottore, che anche con un testicolo solo avessi avuto la mia sessualità, la mia vita, e devo dire che fui ascoltato nelle mie preghiere e in quelle di Laura, perché così fu. Ma il problema divenne un altro e lo esporrò di seguito.

 

La mattina presto quando si svegliò Laura, vidi il suo viso assonnato, dolce, tenero, con gli occhi ancora pieni di sonno. La feci avvicinare a me e la strinsi e la baciai.

“Buongiorno amore!” Le dissi.

“Buongiorno! ...” Rispose ricambiando il bacio sul viso.

Si vedeva però che era oltre che stanca era triste.

 Mi metto in ordine!”

Mormorò passandosi le mani sui capelli cercando di racconciarli, alzandosi intorpidita e dolorante della posizione notturna sulla sedia, prendendo alcuni accessori in borsa e avvicinandosi al lavandino si sciacquò il viso e pettinandosi si riordinò.

“Vai a prenderti qualcosa da mettere nello stomaco.” La esortai.

Probabilmente aveva fame perché si voltò prendendo il portafogli dicendomi:

“Vado alla macchinetta distributrice. Vuoi qualcosa anche tu amore?”

“No… non so nemmeno se posso mangiare o sono ancora a digiuno, comunque tra poco qui daranno la colazione, pensa a te, ci vediamo dopo.”

Quando tornò aspettammo, stavo meglio, scherzammo e mi sorrideva. Quando entrarono i medici lei uscì dalla stanza.

 Dopo avermi visitato e medicato l'urologo mi dissi che andava meglio, molto meglio, il testicolo rimasto si stava sgonfiando velocemente e che la terapia antibiotica aveva effetto. Fui dimesso con la condizione e la promessa che sarei restato in hotel a riposarmi in camera almeno tre giorni prima di uscire, e ci invitò nel suo studio per le dimissioni, informazioni e modalità del caso.

Prima che mi alzassi, arrivò una infermiera con una strana mutandina a perizoma, era un sospensorio testicolare, che tra il mio imbarazzo davanti a mia moglie mi aiutò a metterlo con i testicoli fasciati dentro. Mi vestii e in piedi camminando zoppicando appoggiato a Laura, andammo nello studio medico. Lui ci aspettava, ci fece accomodare e iniziò a spiegare:

“Va meglio! ...” Disse:” ... In questa condizione la convalescenza può passarla benissimo in hotel e non qui dentro in una camera di ospedale. Nei prossimi giorni sarà normale avvertire dolore allo scroto e all’inguine, anche per via della presenza dei punti di sutura che gli possono dare fastidio e comunque oltre alla terapia antibiotica che proseguirà per bocca per almeno sei giorni, dovrà prendere una compressa ogni otto ore e degli antidolorifici e antiinfiammatori che ora gli prescrivo.” Disse abbozzando un sorriso e proseguendo:

 “Mi raccomando di bere molti liquidi, per aiutare l'allontanamento dal sangue dei farmaci e degli anestetici usati nel corso dell'operazione, non alzare pesi e non praticare attività o movimenti faticosi e durante le prime 24-48 ore applicare del ghiaccio sull'area operata. Indossi indumenti intimi comodi e usi il sospensorio, per almeno un paio di settimane. “

E mentre scriveva parlava:

“Deve stare a riposo, non camminare molto e ci vediamo qui tra cinque giorni alle nove di venerdì mattina, la prenoto già, togliamo i punti e faremo un controllo e ricordi...” Disse guardando anche Laura:” ... in qualsiasi momento per qualunque motivo può fare riferimento alla struttura ospedaliera.” Proseguendo con le raccomandazioni:” Ripeto i primi giorni dovrà fare attenzione a non affaticarsi, poi lentamente con attenzione potrà tornare a svolgere tutte le normali attività, compreso il lavoro…”

“Quanto tempo ci vorrà?” Domandai.

“Penso un paio di settimane e dovrà portare un sospensorio. Uniche eccezioni, dovrà astenersi dallo sport e dal sesso. Astensione dall’attività fisica intensa per almeno un mese e oltre. Per la ripresa dell’attività sessuale, l’aspetto più importante da tenere in considerazione è la completa guarigione della ferita chirurgica: in genere occorrono 15-20 giorni. “

“Quindi sessualmente ritorno come prima?” Domandai trepidante:” Non è cambiato nulla?”.

“Vediamo il decorso post operatorio, io penso di sì, come le ho detto si ha una attività sessuale soddisfacente anche con un testicolo solo, lei è giovane, ma questo si vedrà più avanti e lo scoprirà lei stesso.” Affermò.” Per le spese se ha una assicurazione privata le saranno rimborsate, siamo convenzionati con molte compagnie, se no guardi di rintracciare gli organizzatori della partita e vedete un po'. “

Si perché questo perché l'Ospedale era privato e non pubblico, ma non feci rimborsi assicurativi né ricerche degli organizzatori, non volevo che si sapesse quello che mi era accaduto, volevo dimenticare in fretta....

“Si... si! Va bene!” Risposi.

Lo salutammo stringendogli la mano. Quel pomeriggio fui dimesso, passammo dalla reception a pagare. Mi ero trovato bene e mi avevano ispirato fiducia, pagai con la carta di credito e chiesi anche la fotocopia della mia cartella clinica. La segretaria mi informò che sarebbe stata preparata e consegnata quando sarei ritornato a fare la medicazione e la visita di controllo il giorno che avrei rimosso i punti.

Presi a regola i suoi consigli.

Salutammo, ci chiamarono un taxi e con il nostro borsone e appoggiato a Laura zoppicando uscimmo.

 

Appena in hotel telefonai ai miei dicendo che era tutto a posto che era ritornato il segnale, che stavamo bene e avremmo finito la vacanza.

Malgrado tutto, finché non fossi stato meglio decidemmo di restare e finire la vacanza fino al termine del periodo prenotato.

In convalescenza all'hotel qualche dolore lo ebbi, ma si risolsero in pochi giorni ricorrendo anche agli antidolorifici prescritti. Il testicolo lo sentivo meno gonfio e fastidioso.

 

In quei giorni in Hotel migliorai lentamente e ripresi a camminare. In camera o sul terrazzino con Laura parlammo di tutto, evitando di entrare nel merito delle conseguenze, solo frasi sporadiche e di circostanza durante gli abbracci e i baci, indirizzate più alla guarigione che agli effetti dell’accaduto, era difficile per noi accettare quello che era successo.  A volte i suoi occhi grandi mi guardavano con tristezza come a voler parlare, a cercare conforto e io la stringevo e baciavo dicendo:

“Vedrai che tutto sarà come prima!”

 

In quei giorni nel nostro parlare affrontammo anche il motivo perché io non volevo che si sapesse.

“Non voglio che si sappia! Nessuno deve sapere niente in Italia di quello che è successo, nemmeno i miei genitori e i tuoi, sarà un nostro segreto.”

“Perché? “Domandò nella sua innocenza non comprendendo il mio comportamento.

“Perché non voglio essere commiserato e sparlato dietro le spalle da amici, conoscenti e parenti, vedere i loro sguardi e sentire mormorii e parole di compatimento verso me e te del tipo: < Sai in Grecia ha avuto un incidente poverino, ora ha un testicolo solo …>E qualche altro o altra dire: < Oh poveretto chissà come fa ora, se ci riesce, se sarà ancora buono a.…> E magari farci il risolino dietro. Sentire dire o immaginare:

< Eh...poveretta anche lei, una così giovane e una bella ragazza, con un marito così senza un testicolo …. > E poi sentirli o immaginarli mormorare con il sorriso di scherno sulle labbra:

< Ci riuscirà a possederla? ...oppure no!?... Poverina!>”

Erano tutte battute, sottointesi e stupidità quelle che pensavo e mi impedivano di essere aperto, che noi del sud quando accadono certi fatti della sfera sessuale non vogliamo che si sappiano.

“Le cose nostre in casa nostra...” Esclami a Laura pronunciando il proverbio siciliano e proseguendo: “Non voglio che si sappia che ho un testicolo solo, verrei considerato un mezzo uomo…”

Lei mi guardava in silenzio quasi a non capirmi e io continuai:

“Saranno questi i commenti che faranno.” Precisai spiegandole bene:” Ci compatiranno e non voglio.”

Era una posizione da mentalità meridionale che veniva fuori in me, e di riflesso anche in lei, probabilmente sbagliata ma l'avevamo entrambi, e mia moglie come al solito convenne con me sulla riservatezza.

“Si forse hai ragione!” Affermò:” Queste sono cose nostre... che non interessano agli altri e non le devono sapere.”

Ero felice che la pensasse come me, non ne avevo avuto dubbio, e risposi:

“Si!... Queste sono cose nostre che fanno parte della nostra intimità di coppia e poi come spero e come ha detto il dottore, hai sentito anche tu, tutto ritornerà normale. “

“Va bene!” Esclamò:” Sarà un nostro segreto, ci abbracciammo e baciammo. Ero contento anche perché avevamo segreti e qualcosa in comune nel bene e nel male. “

 

Parlammo anche dell’organizzatore di quella partita, che se mi avessero inviato subito in ospedale tutto quello non sarebbe successo. Ci informammo tramite il personale dell'albergo, quei due che mi visitarono non facevano parte del coordinamento delle partite, erano lì per conto loro e quindi non c'entravano con 'organizzazione e non sapevano nemmeno chi fossero. Non so se fosse vero o no quello che dicevano, ma lasciai perdere.

C’era una sorta di omertà fra loro, forse avremmo dovuto denunciarli e farli ricercare dalla polizia, ma quale sarebbe stato il loro reato? Solo quello di avermi guardato i testicoli e dire che non c'era niente? E di cosa li accusavamo? Non erano medici che sbagliavano diagnosi, un loro buon avvocato avrebbe potuto dire a me:

“…Era lei signor Roberto che se sentiva dolore avrebbe dovuto scegliere di andare in ospedale, e non questi due cittadini che si sono prestati volontariamente a soccorrerlo ... e sua moglie perché non ha chiamato una ambulanza al campo sportivo? “

Non era semplice come si poteva pensare, si rischiava un contenzioso giuridico e di restare cornuti e mazziati come si dice al sud, cioè sputtanati in Italia, perdere la causa in Grecia e restare lo stesso senza testicolo.

Laura dopo un ragionamento approfondito seppur dispiaciuti e delusi, convenne con me di lasciare perdere, di non fare scalpore, se li avremmo denunciati, saremmo stati sottoposti al clamore mediatico e per un eventuale processo avremmo dovuto ritornare chissà quante volte in Grecia, trovare un avvocato qui del posto, rivederli e risentirli e poi chissà…

Le dissi:

“Anche se vincessimo la causa (cosa difficile), probabilmente non avranno i soldi per risarcirci, sarebbe più che altro una vittoria morale. Sai che bella cosa e quanto ce ne importa di una vittoria morale!”  Affermai.

 

In sesta giornata, quel venerdì alle nove andai in ambulatorio con mia moglie a fare la visita di controllo, mi visitarono, mi rifecero alcuni esami del sangue, mi tolsero i punti e medicarono, l’urologo fu sensibile ma chiaro.

“L’intervento è andato bene e anche il post operatorio e la convalescenza, il testicolo si è sgonfiato, ma dovrà fare attenzione a non fare sforzi e per il primo mese porti sempre il sospensorio…”

Lui parlava, ma io avevo sempre il mio chiodo fisso in mente. Anche se non lo davo a vedere c’era una cosa che mi tormentava a cui pensavo spesso in quei giorni e a cui probabilmente pensava anche mia moglie pur non dicendo nulla come era nel suo carattere, e anche se mi aveva già risposto, come un bambino mi premeva chiedere ancora per essere ancora e ancora rassicurato.

“Dottore, ma è stato compromesso qualcosa? È tutto a posto?” Esordii interrompendolo mentre scriveva.

Rispose tirando sul capo dal ricettario e guardandomi in viso:

“Bè, ha un testicolo solo…”

“Ma sessualmente?” Domandai ancora preoccupato e ansioso, volendo sentirmi rassicurato.

” Sessualmente c'è qualche rischio?”

Mentre Laura imbarazzata voltava il capo nella parte opposta fingendo di osservare l’arredamento nell'ambulatorio.

“Come gli ho già detto, l'orchiectomia può non incidere sessualmente, si può avere una vita sessuale soddisfacente con un testicolo solo, anche se il suo rimanente è stato intaccato dall’infezione ed è stato sofferente. Però questo lo vedrà con calma più avanti, sarà lei a valutare gli impulsi che sentirà ed una eventuale erezione. Ripeto però, anche se avvenisse non dovete avere rapporti sessuali prima di un mese, un mese e mezzo e nemmeno pratiche come la masturbazione che portano alla eiaculazione, non dovrà eiaculare in nessun modo per non fare avere contrazione al testicolo rimasto.”

Vidi Laura abbassare lo sguardo e arrossire.

“Quindi avrò rapporti sessuali normali e potrò eiaculare in seguito? “Aggiunsi.” ...Mi dica la verità, tutto quello che può succedere!” Chiesi ancora agitato e cocciuto, quasi che nel mio inconscio volessi che mi dicesse chiaro. “Si! È tutto normale.” E invece....

“Credo di sì! “Rispose. “Ma come gli ho già detto questo si saprà in seguito. Le posso solo dire che le complicanze comuni che potranno manifestarsi potrebbero essere o un calo della libido con difficoltà erettive, oppure esserci una diminuita produzione di spermatociti e quindi di sterilità.”

“La sterilità!?” Ripetei sorpreso guardando mia moglie che seduta accanto a me attenta ascoltava silenziosa e stupita. Non avevo mai contemplato fino a quel momento quell'aspetto.

“Si la sterilità...” Continuò lui:” ... sono le complicanze più importanti, ma per questo dovrà fare esami specifici tra qualche mese come lo spermiogramma ed altri che gli dirà il suo medico in Italia, ora è presto per parlare di queste cose, cerchi di star bene, può darsi che il testicolo rimasto funzioni bene e sopperisca l’altro in tutte le sue funzioni anche nella formazione degli spermatozoi e quindi non ci sarà alcun problema.”

“Se no ... niente figli?” Mormorai io come un automa.

“Be non si fasci la testa prima di averla rotta...” Rispose abbozzando una smorfia di un sorriso:

”...non è detto, è una complicanza che può accadere, può essere momentanea e se ci fosse ci sono delle cure, ma non è detto che sia, l’ho detto solo perché è mio dovere informarvi di tutti gli aspetti. Ora stia tranquillo, queste cose si sapranno con esami mirati e opportuni tra qualche mese. Ma cerchi di essere ottimista… tra qualche mese riprenderà l’attività sessuale con attenzione e calma e poi valuterà tutto il resto in Italia. “

Fece una pausa e aggiunse: “Quando sarà a casa, per queste cose, si faccia seguire da un bravo urologo, gli prescriverà un controllo a distanza di tempo per stabilire se effettivamente non ci siano conseguenze sulla fertilità e se occorre che avrà problemi sessuali che saranno credo più di matura psicologica che meccanica visto che lei è molto emotivo, anche da un bravo. psicologo.

 

Salutammo e dopo essere passati dalla segreteria a ritirare la fotocopia della cartella clinica e pagare, andammo in hotel. Oramai erano dodici giorni che eravamo lì, passammo gli altri due a passeggiare e poi partimmo con il volo Alitalia, ritornammo a Milano e a casa vicino Torino.

E alla prima preoccupazione della sessualità se ne era aggiunta un'altra non meno importante, la sterilità, la possibilità di non avere figli. Avevo visto sul volto di Laura quando il medico lo disse come ipotesi di complicanza il dispiacere per quella considerazione, specialmente ora che ci sentivamo pronti ad averli….

Al rientro zoppicavo ancora un poco, ma dissi a tutti che era stato un calcio al ginocchio durante una partita di gioco, ma che ora stava bene e stava passando.

Ora veniva la parte più drammatica, insieme a Laura dicendo che era per mio padre ci facemmo consigliare e cercammo su internet un urologo bravo e lo trovammo a Torino nella nostra città. Era un professore e primario di Urologia o come si dice oggi Direttore di Struttura di Urologia e andrologia e docente universitario, e prendemmo subito un appuntamento privato e a pagamento nel suo studio.

 

Quando lo incontrammo, spiegai al professore la mia situazione, dall'incidente all'intervento e soprattutto fui chiaro e gli dissi le mie preoccupazioni sessuali e ultima quella della fertilità, sull'avere figli. Volevo che mia moglie come me sapesse tutto e fosse sempre al mio fianco. 

Dopo che parlammo e visionata e letta la cartella clinica greca, mi fece sdraiare su un lettino, mise i guanti di nitrile e mi visitò palpandomi il testicolo superstite, poi mi fece alzare, rimettere in ordine e risedere davanti alla scrivania affianco a mia moglie dicendo:

“I colleghi greci si sono attenuti alle procedure internazionali e hanno operato bene.

Tecnicamente l'intervento è perfetto e anche la morfologia del testicolo al tatto. È sgonfio e palpabile e l'epididimo e il didimo si sentono bene e non mi sembrano edematosi. Direi che si sta riprendendo bene, riguardo le sue preoccupazioni per la sessualità è presto, aspettiamo ancora qualche settimana e poi valutiamo, per la fertilità invece, in genere la rimozione di un testicolo in presenza di un altro controlaterale normale e funzionante di per sé non compromette la spermatogenesi, sia le capacità sessuali che la possibilità di avere figli. “

E continuò:

“... Le persone con un solo testicolo normalmente funzionale possono avere una conservata fertilità e ne è ricca la letteratura medica di questi casi.”

Ci guardò e riprese.

“Sarebbe opportuno che in questi giorni lei esegua una serie di esami, partendo con un’ecografia scrotale con doppler della vena e arteria gonadica, uno spermiogramma, un dosaggio nel sangue degli ormoni di testosterone, Lh e Fsh. “Fece una pausa, prese il ricettario e dichiarò:

” Ora gliele prescrivo.”

 

 

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